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Miscellanea di storia dell'incisione calcografica. - Toni Pecoraro

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ivoluzione ed apriva un campo interminato all'attività ed all'industria. Così alla prima metà del<br />

XIX. ci si rivelano, quasi a contrapposto, l'applicazione del vapore, le stradeferrate,, il telegrafo<br />

elettrico, e d'altra parte la litografia, la galvanoplastica, la fotografia, a supplire alle nuove esigenze<br />

d'un vivere sempre più concitato ed operoso.<br />

Ciò che per le scienze e le lettere fu la stampa, la calcografia lo fu pelle arti: veicolo entrambe <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>ffusione rapi<strong>di</strong>ssima e sconfinata, sod<strong>di</strong>sfacimento ad un bisogno vero della nuova era <strong>di</strong> civiltà<br />

che allora s'inaugurava. Tentata appena nella officina del Finiguerra, il Mantegna se ne impadroniva<br />

con tale felice ar<strong>di</strong>tezza da farla quasi come sua propria: e mentre nella nativa Toscana, se tolgasi il<br />

Pollaiolo, restava più lustri confinata nelle mani degl'orefici, in quelle dei Veneti pittori acquistava<br />

tosto franchezza e larghezza <strong>di</strong> esecuzione, quanta ne consentivano i tempi: né molti anni passavano<br />

che il Raimon<strong>di</strong> , allievo del Francia orefice ad un tempo e pittore, le apposte doti in se<br />

congiungendo, ed alla timida e preziosa <strong>di</strong>ligenza dei toscani, la intelligenza ed il gusto dei Veneti<br />

accoppiando, la nuova arte trapiantava in Roma, e sua mercè la fama <strong>di</strong> Raffaello e della sua scuola<br />

rapi<strong>di</strong>ssima <strong>di</strong>ffondevasi per tutta Europa.<br />

Sennonché mezzo secolo era appena trascorso, quando il brutale saccheggio <strong>di</strong> Roma sperdeva la<br />

brillante colonia degli artisti riuniti nella città eterna, e Mantova, rifugio a parecchi d'essi, otteneva<br />

le estreme glorie <strong>di</strong> quella prima epoca della calcografia, nella sua famiglia dei Ghisi: poiché i<br />

pittori che dapprima aveano non solo caldamente favorito l'intaglio, ma quasi tutti anzi vi avean<br />

posta mano, cominciavano già a scoraggiarsi della lentezza e delle <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> trattare il bulino.<br />

Pareva che fosse sin da allora per avvenire, ciò che in gran parte accadde più lar<strong>di</strong>, che la<br />

calcografia dalle mani degli artisti creatori passasse quasi interameute in quelle degl'artisti<br />

riproduttori, espertissimi nelle meccaniche esecutive, ma <strong>di</strong> raro fedeli ed intelligenti traduttori dell'<br />

altrui concetto, allorché sorsero contemporaneamente Ugo da Carpi che la silografia a più tavole<br />

volle sostituire all'unica lamina <strong>di</strong> rame, non senza sua lode ma con pochi seguaci, ed il<br />

Parmigianino che me<strong>di</strong>ante l'uso delle vernici e degli aci<strong>di</strong> schiuse nuovo e più libero campo ai<br />

pittori <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffondere senza limite, con facilità e prontezza le loro invenzioni. Tale mo<strong>di</strong>ficazione che<br />

infondeva nell'arte originale una vita novella, fu salutata con gioia come quella che riparava ad un<br />

nuovo bisogno, e da essa mosse quella numerosa schiera, massime <strong>di</strong> bolognesi, che con facile e<br />

briosa punta affidò all'acquaforte un numero pressoché infinito <strong>di</strong> svariate composizioni, che sono<br />

tuttora delizia dei veri intelligenti.<br />

Ma col volgere dei tempi, col mo<strong>di</strong>ficarsi dal gusto, collo accrescersi delle esigenze, anche la stessa<br />

acquaforte, la favorita dei pittori, decadde nella opinione delle masse, che anelando al meglio<br />

volevano almeno il nuovo. Se uccettuisi Roma, dove i gran<strong>di</strong> esempi <strong>di</strong> Piranesi e <strong>di</strong> Pinelli<br />

conservano vivo l'amore a questa maniera d'intaglio, forse fra i pittori italiani che possiamo <strong>di</strong>re<br />

contemporanei Sabatelli e Novelli furono i soli che la coltivarono con onore, dacché Longhi che vi<br />

si era de<strong>di</strong>cato sulle prime, presto lasciolla per seguire l'intaglio a bulino che lo rese illustre.<br />

Invano avevano già cercato sostituirsi all'acquaforte altre mo<strong>di</strong>ficazioni dell'arte incisoria, la<br />

maniera nera poco seguita in Italia; il granito nel quale al Bartolozzi restava la palma; le stampe a<br />

colori a più lamine, metodo <strong>di</strong>fficile, lento e bastrado; il chiaroscuro nel quale fece buona prova il<br />

solo A. M. Zanetti; le imitazioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>segni e matite; tentativi isolati, 1'acquatinta mal sicura e <strong>di</strong><br />

limitata produzione; quando ad appagare il nuovo bisogno, od almeno il nuovo desiderio degl'artisti<br />

e del pubblico, sorse finalmente la litografia.<br />

Il proce<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> quest'arte novella, dotata <strong>di</strong> tutti gli elementi per essere vitale e vigorosa, non<br />

fu gran fatto <strong>di</strong>verso da quello della sua sorella, la Calcografia, che <strong>di</strong> tre secoli e mezzo la avea

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