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N. 36 n.s. – Settembre-Dicembre 2007 <strong>IL</strong> <strong>CALITRANO</strong><br />

1762 e riguardano le difese di Spinete e<br />

Scarvarata (“li terzi”), che costituiscono<br />

buona parte del demanio universale Cerrello<br />

18 (i demani sono al confine non definito<br />

con i possedimenti del barone, già<br />

ridotti a coltura). La ripartizione delle<br />

quote avviene non per sorteggio, ma su<br />

richiesta di volontari 19 e con l’impegno<br />

dell’estaglio di 8 carlini a tomolo. Gli<br />

uomini chiave, che guidano e assistono il<br />

parlamento del 5 dicembre 1762, tenuto<br />

nel palazzo vescovile, sono tutti appartenenti<br />

alla famiglia Santoro: il sindaco,<br />

Pasquale, il luogotenente dottor Domenico<br />

Antonio, un eletto, il notaio Michele.<br />

È la stessa che sarà aggredita a livello di<br />

massa e alla quale apparterrà il presidente<br />

della municipalità nel 1799, Agostino<br />

Santoro. Ma già prima del 1762, in forma<br />

del tutto anarchica, molti territori demaniali<br />

sono stati privatizzati, ridotti a<br />

coltura, migliorati, alienati o trasmessi<br />

in eredità e per dote matrimoniale, restando<br />

sempre impregiudicato l’estaglio<br />

da versare all’Università dall’ultimo possessore<br />

20. Dopo il 1762 e la crisi agraria<br />

del 1764, altre difese (Cerrello, Lozzano,<br />

Macchiaetella) sono state ripartite più o<br />

meno allo stesso modo.<br />

Altra conflitto che accompagna la<br />

città da un trentennio è la formazione<br />

della tassa annuale inter cives (detto anche<br />

il catastuolo) 21. Nel 1773 (sindaco<br />

il magnifico Ciriaco Camarca) il catastuolo<br />

si forma solo in virtù dell’intervento<br />

della Regia Camera della Sommaria<br />

e di un subalterno dell’udienza provinciale.<br />

Le istruzioni della Sommaria,<br />

a seguito di ricorsi di alcuni cittadini sono<br />

tassative: portare solo le spese ammesse<br />

nello stato discusso, ed eccedere<br />

solo per quelle strettamente necessarie.<br />

Nonostante però l’intervento delle autorità<br />

centrali e provinciali, il catastuolo è<br />

egualmente messo in discussione. Alla<br />

formazione delle once imponibili concorrono<br />

varie voci (testatico, attività lavorativa<br />

– l’industria –, animali con fida<br />

sui demani, censi, beni fondi, il centemolo)<br />

ma è la voce animali e demani su<br />

cui si appunta lo scontro. Gli armenti sono<br />

un possesso diffuso e cospicuo per<br />

oltre 20.000 capi censiti: pecore, giumente,<br />

bovi aratori, bovi semplici, maiali,<br />

somari. Non c’è famiglia che non abbia<br />

il suo piccolo gregge di pecore e ciavarre.<br />

Fra le famiglie di medi e grandi<br />

massari compaiono tutti gli attori principali<br />

del 1799: il magnifico Antonio Rago<br />

(con 36 vacche e 400 pecore con pascolo<br />

transumante), il magnifico Alessandro<br />

Vitale (con 85 vacche, 10 giumente, 12<br />

bovi, pecore con pascolo transumante<br />

150), Annibale Cela (giumente, mule,<br />

pecore, cavalli), Nunziante Cela (il mag-<br />

giore possidente) il magnifico Ciriaco<br />

Rago (2000 pecore a pascolo transumante,<br />

70 vacche, mule, cavalli, giumente,<br />

scrofe, bovi 12, terreni vari), ed altri 22.<br />

Ma la tassa inter cives non tiene conto<br />

della reale distribuzione di ricchezza: su<br />

715 fuochi reali le once dei terreni privatizzati,<br />

chiamati ancora demani, ascendono<br />

a circa 570, un imponibile esiguo a<br />

fronte delle once dei beni (7728, di cui<br />

poco meno di mille dei forestieri) e delle<br />

industrie (11947). Il disavanzo fra l’introito<br />

ordinario per once dei beni, fitti di<br />

demani, ecc., che è di 1653 ducati, e l’esito<br />

totale che ascende a 2089 ducati è<br />

coperto dal testatico per 715 unità contributive<br />

(407 i fuochi fiscali nel 1737,<br />

secondo il regio Fisco). Irrilevante la bonatenenza<br />

del principe di San Nicandro<br />

per il Formicoso, 200 ducati, del capitolo<br />

e della mensa vescovile, che assommati<br />

danno 19 ducati. Il grosso (e ben al di<br />

sotto del valore) è dato dal fitto per le<br />

difese pascolative (Oscata e Macchitella<br />

al magnifico Antonio Rago, per 300 ducati;<br />

il Toro e altre difese pascolative autunnali,<br />

primaverili per 900 ducati a vari<br />

galantuomini e massari (fra i quali il dottore<br />

in legge Antonio Cela, Ciriaco Rago<br />

per la difesa del Toro e lo stesso Antonio<br />

Rago). Degli esiti totali, solo 523 vanno<br />

per spese comunitarie. Il rimanente è dato<br />

dall’ingente somma dei fiscalari e<br />

strumentari dei quali è creditore il barone<br />

(950 ducati), e per la Regia Corte.<br />

Le elezioni per i nuovi amministratori,<br />

malgrado l’intervento del prosegretario<br />

dell’udienza provinciale, si chiudono<br />

aumentando ulteriormente la conflittualità<br />

nella cittadina 23: la Regia Camera<br />

della Sommaria è chiamata a pronunciarsi<br />

sugli esiti del parlamento del 15<br />

agosto. Secondo un ricorso presentato<br />

dalla fazione perdente, il parlamento è<br />

nullo per le modalità di svolgimento: le<br />

votazioni sono state effettuate per voti<br />

palesi e non segreti; la proposta dei nuovi<br />

amministratori non è stata effettuata a<br />

norma delle leggi vigenti dagli amministratori<br />

uscenti, ma dal notaio Francesco<br />

Solazzo, inquisito dalla Regia Dogana di<br />

foggia e condannato all’esilio; vi sono<br />

state pressioni e minacce. Nullo per l’ineleggibilità<br />

degli eletti: Pasquale Santoro,<br />

sindaco, perché debitore verso l’Università<br />

e perché già sindaco nel 1769<br />

(termine decorso ancora insufficiente per<br />

essere rieletto rispetto ai cinque prescritti);<br />

Alessandro Vitale, capoeletto, perché<br />

fittuario della difesa universale Costa dei<br />

porci; Pasquale Mitrione, eletto, perché<br />

creditore dell’Università.<br />

Nello stesso anno lo scontro è ravvivato<br />

dalla scelta dei quattro medici con-<br />

19<br />

dottati dall’Università: il parlamento cittadino<br />

prima assegna una provvisione di<br />

40 ducati ciascuno, e poi revoca il provvedimento<br />

privilegiando un parente degli<br />

amministratori in carica.<br />

Nel luglio del 1785 si ripete di nuovo<br />

la resistenza fiscale del 1773. Protagonista<br />

stavolta è Nunziante Cela, con le stesse<br />

pretestuose motivazioni: le spese vanno<br />

oltre lo stato discusso approvato nel<br />

1742 per oltre 600 ducati e oltre quelle<br />

strettamente indispensabili che si potrebbero<br />

ammettere in eccedenza. Sindaco è<br />

Michele Abbate, che sarà il riferimento<br />

del Visitatore economico nella fase successiva<br />

alla regalizzazione. Malgrado l’elezione<br />

all’unanimità (circa 270 vocali)<br />

dei deputati alla formazione del catastuolo,<br />

il sindaco e il capoeletto contestano<br />

l’esito, accusando gli eletti di complicità<br />

e parentela stretta dei renitenti ai<br />

pesi fiscali (Antonio Cela è fratello del<br />

sacerdote Nunziante Cela e cugino di primo<br />

grado di Donato Brunetti) e di aver<br />

prodotto un parlamento “tumultuante”,<br />

alla testa del quale vi è stato il vicario<br />

capitolare don Michele Vitale, spalleggiato<br />

da molti sacerdoti e canonici. Di lì<br />

a qualche mese, gli eletti saranno tutti<br />

dimissionari, con la esplicita motivazione<br />

della resistenza incontrata dagli amministratori<br />

in carica.<br />

Stessa farsa il 16 ottobre dello stesso<br />

anno: nuova fissazione del parlamento<br />

cittadino per la formazione del catastuolo<br />

e nuova elezione in persone del tutto<br />

nuove ed ugualmente elette all’unanimità,<br />

più o meno dallo stesso numero di<br />

persone dell’agosto, con nuova opposizione<br />

del sindaco, il quale denuncia di<br />

parzialità il subalterno incaricato, che<br />

non si è neanche servito di alcun amministratore.<br />

Causa ed effetto insieme dell’ingovernabilità<br />

dell’Università è il prosieguo<br />

della vicenda negli anni successivi:<br />

denunce civili e penali incrociate per<br />

presunte malversazioni o per spese eccedenti,<br />

per affitti per le difese non corrisposti.<br />

In questo clima di anarchia istituzionale<br />

neanche l’estaglio per l’affitto delle<br />

difese è certo 24. In un gioco in cui è difficile<br />

distinguere l’attore e il convenuto,<br />

la verità dalla simulazione, spesso gli<br />

amministratori in carica denunciano gli<br />

archivisti mastrodatti della corte locale e<br />

i governatori locali per la manomissione<br />

del “libro magistrale” dei contratti stipulati<br />

con gli affittatori; i fittuari, a loro<br />

volta, denunciano i compassatori scelti<br />

dagli amministratori per misurazioni alterate<br />

che li penalizzano.<br />

Né l’ancoraggio istituzionale offerto<br />

dalla legge Palmieri del 1792 ancora lo<br />

scontro decennale a delle regole. Quali

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