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Sacre impronte e oggetti - Università degli Studi di Torino

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Presentazione<br />

done. La miniatura riportata sulla copertina <strong>di</strong> questo volume, raffigurante<br />

la consegna del Mandylion all’Imperatore Romano I Lecapeno è<br />

stata utilizzata come prova del fatto che il Mandylion sarebbe stato in<br />

realtà un lungo lenzuolo. Dopo la confutazione filologica e storica dei<br />

principali argomenti a favore <strong>di</strong> questa identificazione, il contributo segue<br />

inoltre il viaggio del Mandylion da Costantinopoli alla Sainte-Chapelle<br />

a Parigi fino alla sua scomparsa definitiva durante la Rivoluzione<br />

francese.<br />

Il collegamento fra il Mandylion e la Sindone è però ricuperato da<br />

Gian Maria Zaccone da un punto <strong>di</strong> vista storico da un’altra angolazione<br />

ponendo l’uno e l’altra nella storia bimillenaria della devozione e<br />

della pietà. L’uno e l’altra non sono lo stesso oggetto, ma, nei <strong>di</strong>versi<br />

momenti storici e nelle questioni che sollevano, hanno continuità storica<br />

e profonda affinità che li pongono entrambi nella stessa tra<strong>di</strong>zione:<br />

l’essere immagine, ma anche reliquia; l’essere espressione <strong>di</strong> una teologia<br />

cristologica incentrata sulla contemplazione dell’umanità sofferente<br />

<strong>di</strong> Cristo alla luce della sua resurrezione e, insieme, nella storia della<br />

devozione, coagulo dell’ansia <strong>di</strong> vedere il volto del Dio incarnato che<br />

prevale sul tema della visibilità esplorata dalla filosofia dell’immagine e<br />

dalla teologia.<br />

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