Atlante corologico delle piante vascolari della provincia di Cremona

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CREMONA 2006 Coordinamento: Valerio Ferrari, Settore Ambiente della Provincia di Cremona Cura redazionale: Alessandra Facchini con la collaborazione di Alessandra Zametta, Settore Ambiente della Provincia di Cremona Realizzazione cartografica a cura del Centro di Cartografia Ambientale, Settore Ambiente della Provincia di Cremona Progettazione e coordinamento: Livio A.R. Mazzolini Foto di copertina: Giovanni D’Auria (Iris pseudacorus); Valerio Ferrari (lanca fluviale di Torricella del Pizzo) Fabrizio Bonali (bosco ripario di Soncino) Citazione bibliografica consigliata: BONALI F., D’AURIA G., FERRARI V. & GIORDANA F., 2006 - Atlante corologico delle piante vascolari della provincia di Cremona,“Monografie di Pianura” n. 7, Provincia di Cremona, Cremona. Fotocomposizione e fotolito: Fotolitografia Orchidea, Cremona
Presentazione Curiosus spectator excutit singula et quaerit. (Seneca, Nat. quaest. praef., 11). Dare un nome alle cose è sempre stata una delle attività più impellenti per l’uomo di ogni epoca. Nominare checchessia equivale a dare ordine al mondo, a strutturarne l’insieme mettendo in relazione tra loro le diverse componenti. Anche una “flora” può, dunque, partecipare a questo processo di nominazione secondo livelli nomenclaturali più o meno raffinati, che consentano nella sostanza a molti, se non a tutti, di riconoscere in uno stesso nome una determinata specie botanica. Del resto non si può negare come già nelle nostre campagne sia perdurata per secoli, vitale, una “flora” popolare a vario titolo organizzata e tramandata, funzionale non solo alle esigenze più pragmatiche – come quelle alimentari o terapeutiche – ma anche aderente a elaborazioni concettuali di taglio più speculativo se non, addirittura, densa di significati magici, predittivi, mitologici.Certo le nostre flore popolari, fondate su principi di riconoscibilità delle piante eterogenei e tendenti a identificare solo quelle entità in qualche modo intersecanti la vita quotidiana – relegando tutte le altre nel novero delle “erbe” – non possono essere comparate con una “flora” rispondente a intenti conoscitivi e razionali propri dei sistemi scientifici, ma in ogni caso ci documentano quell’integrazione – da secoli raggiunta anche a livello locale – tra uomo e natura, fatta di reciprocità indissolubili, di unità cosmica, di sacralità oggi inconcepibili, poiché travolte dall’immane distrazione che nutre ogni nostra giornata, che restringe i confini del pensiero generando insoddisfazione, se non infelicità. Allora ogni studio, ogni approfondimento che valga a meglio conoscere un particolare aspetto di un sistema complesso, come è il nostro ambiente di vita quotidiano, merita riconoscimento e sostegno, a patto che ciò non si risolva in un’attività fine a se stessa, che faccia perdere di vista il tutto. L’acquisizione approfondita di un nuovo sapere può avvicinare ancor più ad una visione olistica della realtà che ci circonda, favorendo il perseguimento di un equilibrio di vedute che rende meno grave e certamente più interessante l’esistenza di ognuno di noi. Ma tutto questo, si dirà, che c’entra con una “flora”, peraltro riferita ad un ambito molto circoscritto, come può essere l’attuale territorio amministrativo della provincia di Cremona? Beh, secondo me c’entra. C’entra almeno quanto l’acquisizione di ogni altro sapere relativo alla multiforme vicenda storica ed evolutiva di un territorio e della società umana che lo abita da secoli, che compone il sostrato culturale di ciascuno di noi, inscindibile dal nostro essere, per quanto inconsapevole. Intanto una “flora” può dar conto dell’esistenza di un mondo vegetale, ancora ricco e variato nonostante la sua condizione di marginalità, che, pur possedendone tutte le prerogative, non vive più una vita a sé stante e indipendente dalla nostra, giacché proprio noi, con ogni nostra azione quotidiana, siamo in grado di condizionarne gli esiti.E di ciò è meglio essere coscienti, anziché no. Che dire, poi, della capacità di una “flora”, se ben interpretata, di narrare la successione degli eventi che hanno interessato la storia più recente di una regione, difficilmente deducibile altrimenti? Presumo che un’occhiata al testo che segue potrà chiarire più di ogni altra parola questo straordinario aspetto. E se ci spingessimo a considerare, finalmente, una “flora” come una banca di dati da utilizzare come strumento di pianificazione territoriale, insieme ai soliti e più consueti elementi di analisi conoscitiva? Se è vero, come è vero, che ogni specie botanica rappresenta un eccezionale indicatore dello stato dell’ambiente, nei suoi diversi risvolti, perché non avvalercene per definire la situazione, parziale o complessiva, di un luogo, di un comprensorio, di una regione? Certo, per poter dare alla flora di un luogo il valore di segnale, di indicatore, di indizio, bisogna saper riconoscere le specie vegetali per potere dar loro un nome. È sorprendente, invece, rilevare come, da noi, questa sia considerata un’abilità tra le più astruse, da lasciare all’eccentricità di pochi adepti. E non è di sicuro questo il momento di immaginare che ciò possa costituire materia di insegnamento nella scuola dell’obbligo! Sorprende, dunque, nonostante questo stato di cose, vedere come sempre più appassionati si dedichino allo studio e alla ricerca naturalistica di campagna, tra cui una parte importante è rappresentata dai floristi, il più delle volte autodidatti, per i motivi sopra accennati, e, soprattutto, dilettanti, nell’accezione più luminosa e sincera di questi termini: vale a dire studiosi capaci, preparati, aggiornati e scrupolosi, per passione e non per professione. Un po’ edonista e un po’ asceta il florista pratico si dibatte tra l’ardore dei suoi interessi, il rigore scientifico di una fedeltà tassonomica spesso irrisolta – perché incerta è sovente l’interpretazione di realtà naturali mutevoli, per nostra fortuna, e imperfetto è il modo di classificarle – e la sensazione di muoversi un po’ fuori dal tempo, coltivando una passione molto privata e, tuttavia, ben conscio di quanto il suo impegno possa essere condiviso da una più vasta parte della società, che queste stesse facoltà probabilmente possiede in nuce e che potrebbero essere espresse se sollecitate e 3
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Selaginella kraussiana (Kuntze) A.
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Wisteria sinensis (Sims) Sweet (Fab
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D’AURIA G. & BONALI F., 2004 - Fl
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SARTORI F.& ZUCCHI C., 1981 - Relit
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344 PROVINCIA DI CREMONA scienze e
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