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Mi chiamo Edgar FreemanShort.pmd - ZONAcontemporanea.it

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Anche nostro nonno strizzava le guance di mio fratello, ma mio fratello<br />

era piccolo e non poteva rispondergli perché non sapeva ancora parlare, e<br />

quando ha cominciato a parlare era tardi per dirglielo o se lo era dimenticato.<br />

Non mi piace quando mi toccano e non mi piace che a chiamarmi figliolo<br />

sia qualcuno che non è mio padre.<br />

Ma non è un uomo cattivo, perché gli piacciono i fiori.<br />

<strong>Mi</strong>a madre dice che se ti piacciono i fiori sei una persona buona.<br />

Sensibile! È questa la beccuta parola che dice per definire le persone cui<br />

piacciono i fiori, non buone ma “sensibili”.<br />

Ah ah! <strong>Mi</strong>a mamma sa sempre le parole, ne conosce tante anche se la<br />

maggior parte non le usa e non è come me, io le voglio bene perché è mia<br />

mamma e mi ha sempre voluto bene.<br />

Forse solo all’inizio mi voleva meno bene che a mio fratello, perché (forse)<br />

si doveva solo ab<strong>it</strong>uare alla caciara che facevo in casa mentre mio fratello<br />

era sempre buono come se fosse finto.<br />

Per me quando parlano piano, uno per volta, non capisco nulla e mi trovo<br />

meglio quando c’è casino in casa.<br />

Ma poi ha imparato a conoscermi e ha visto che anche se ho tanti difetti<br />

non sono un bambino cattivo.<br />

Ed era comodo avere in casa una persona che riconoscesse una pizzetta<br />

con succo d’acero fr<strong>it</strong>ta a tre isolati da qui.<br />

A volte certe parole sono come un serpente intorcinato intorno alle mie<br />

orecchie, ma quando annuso qualcosa mi sento un gran fico.<br />

È un gioco che facevamo spesso con mamma, lei dalla cucina mi chiamava<br />

con la voce come per gridare, come quando parte l’allarme della macchina<br />

della signora Hermann, e mi diceva:<br />

«<strong>Edgar</strong>, questa è difficile... Che cosa sto cucinando?».<br />

E io sub<strong>it</strong>o senza pensarci...<br />

«Non è difficile mamma, sono le polpette di carne con i pomodori sgusciati!»<br />

Io dalla camera mia non la vedevo, ma secondo me rideva.<br />

A volte lei mi faceva le domande, ma io non sentivo perché avevo la<br />

musica nelle orecchie, e allora dopo un po’ lei continuava a chiedere, e mio<br />

padre e mio fratello – che con me non giocano mai – le dicevano che parlava<br />

da sola.<br />

Io non lo dicevo a mio padre, ma lo sapevo che mia mamma parlava con<br />

me.

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