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>DIALOGO< <strong>L'Azione</strong> 20 OTTOBRE 2<strong>01</strong>2<br />
La modernità di Galassi<br />
Ha avviato un nuovo e vero ciclo di crescita, non solo economica<br />
di MARISA BIANCHINI<br />
Anni or sono ebbi l’onore<br />
di presentare al Rotary<br />
Club di Fabriano, il prof.<br />
Abramo Galassi e ricordo<br />
di averlo fatto non sulla base<br />
di un curriculum, pur eloquente e<br />
nutrito, ma sulla conoscenza profonda<br />
di una personalità e di una<br />
persona speciale. Fin da quando<br />
era stato mio collega all’Istituto<br />
Tecnico Industriale ed aveva, già da<br />
allora delineato ai giovani orizzonti<br />
di vocazione imprenditoriale, che<br />
valorizzassero merito e sacri ci,<br />
studio, applicazione, per obiettivi<br />
ambiziosi, ma possibili da raggiungere.<br />
Ma l’ottica, che negli anni, mi<br />
ha fatto guardare al prof. Galassi è<br />
stata quella di una sensibilità culturale<br />
a tutto tondo, che vedeva nella<br />
cultura la vera dimensione sociale<br />
di crescita di una comunità. Cultura<br />
musicale, artistica e di solidarietà<br />
sono stati i settori prevalenti di<br />
un’attenzione autentica che il prof.<br />
Galassi ha riservato in questi anni<br />
di presidente della Fondazione della<br />
Cassa di Risparmio di Fabriano e<br />
Cupramontana. Ha gettato il seme<br />
di una “materia <strong>prima</strong>”, la cultura<br />
appunto, che, declinata in tutte le<br />
molteplici forme, può avviare un<br />
nuovo ciclo di crescita, non solo<br />
economica, ma civile nel senso<br />
più alto. L’art. 9 della Costituzione<br />
parla di tutela e valorizzazione<br />
delle “cose di interesse storico,<br />
archeologico ed artistico”, no al<br />
paesaggio, all’ambiente e all’ecosistema<br />
ed ai beni culturali. Ciò<br />
signi ca che tutti siamo chiamati<br />
alla responsabilità verso questi<br />
beni comuni, che costituiscono la<br />
nostra <strong>prima</strong> ricchezza. “Niente<br />
cultura, niente sviluppo” titolava il<br />
Manifesto per una Costituente per<br />
la cultura, lanciata sul Sole 24 Ore<br />
il 19 febbraio scorso, con un appello<br />
implicito al sistema educativo<br />
e formativo, a tutti i livelli, dalle<br />
elementari fino alle Università,<br />
anche degli Adulti, perché arte e<br />
cultura possano diventare “volano<br />
di sviluppo, opportunità di lavoro<br />
e crescita anche economica”. “Una<br />
terza via” che il prof. Galassi con<br />
lungimiranza aveva pre gurato e<br />
personalmente testimoniato. I fabrianesi,<br />
e non solo, gliene saranno<br />
sempre grati.<br />
Il racconto di chi lo ha conosciuto<br />
Da Ferrazzani a Malpiedi, da Spacca ad Ottaviani<br />
“Era poliedrico e sensibile ad ogni richiamo che<br />
avesse un costrutto, dalla sanità al turismo, dalla<br />
cultura allo sport, all’imprenditorialità al sociale.<br />
Negli ultimi tempi diceva spesso di non dimenticare<br />
la Caritas, la San Vincenzo de’ Paoli e la Diocesi. La<br />
crisi che ha colpito il nostro territorio lo rattristava<br />
e lo portava ad immedesimarsi nel numero sempre<br />
maggiore di persone mancante dei beni <strong>prima</strong>ri di<br />
sostentamento. Veneto Banca, proprio su sollecitazione<br />
di Abramo Galassi, ha già sposato un progetto<br />
locale imperniato sul sociale e di indubbia rilevanza”,<br />
afferma Alberto Ferrazzani, vice-presidente<br />
della Fondazione Carifac. “Se dovessi indicare un<br />
settore che gli stava più a cuore, direi la sanità.<br />
Molti macchinari all’avanguardia dell’ospedale sono<br />
stati donati anche personalmente dal professore. La<br />
qualità della vita dei malati e le tecniche all’avanguardia<br />
per curare le patologie erano un suo pallino”,<br />
nota Roberto Malpiedi, segretario generale della<br />
Fondazione Carifac. “Una persona di grande forza<br />
d’animo, passione e tenacia. Da insegnante ha trasmesso<br />
ai tanti giovani la passione per la tecnologia<br />
e per le idee nuove. Per noi è stato un amico sincero<br />
e leale, un modello d’impegno sociale”, commenta<br />
Domenico Giraldi, presidente della Carifac. “Una<br />
perdita dolorosa per la nostra comunità. Con Abramo<br />
Galassi non se ne va solo un imprenditore illuminato<br />
che ha dato tanto all’economia del nostro territorio,<br />
ma anche un uomo appassionato”. Questo il messaggio<br />
di cordoglio del presidente della Regione<br />
Marche Gian Mario Spacca. Il sindaco di Fabriano<br />
Giancarlo Sagramola ha stigmatizzato: “Un grande<br />
imprenditore e un uomo sensibile. Di lui apprezzavo<br />
l’arguzia imprenditoriale. Ha creato migliaia<br />
di posti di lavori in tanti anni, di cui ha bene ciato<br />
specie la collettività fabrianese. La sua generosità<br />
nel campo del sociale si manifestava non solo con<br />
aiuti economici, ma con interventi lantropici per<br />
quelle attività che meritavano la degna attenzione”.<br />
Marco Ottaviani si sofferma sul sostegno di Abramo<br />
Galassi nel settore medico: “Il nostro ospedale deve<br />
moltissimo al professore. Non esitò a nanziare la<br />
campagna di prevenzione contro il melanoma quando<br />
si ammalò suo fratello, e a lui devo questa particolare<br />
opera di sensibilizzazione che ho condotto. Era un<br />
uomo colto, ne, intuitivo. Un lantropico onesto<br />
intellettualmente e che ci mancherà molto”. Roberto<br />
Bellucci racconta un aneddoto: “Quando lo andai a<br />
trovare in ospedale mi disse che poteva usufruire di<br />
un nuovo strumento per respirare meglio, ma il suo<br />
vicino di stanza, che versava nelle stesse condizioni,<br />
non lo aveva. Chiese immediatamente quanto costas-<br />
Protagonista inimitabile<br />
Perdiamo, con il caro professor Abramo Galassi, il gigante, l’ultimo ancora in<br />
vita, della <strong>prima</strong> generazione dei grandi imprenditori fabrianesi, quelli che hanno<br />
fatto di una piccola città il cuore pulsante della piccola e media impresa italiana,<br />
il centro di un modello economico che è riuscito a dare notorietà alle Marche<br />
traducendo in atti concreti lo spirito di iniziativa, la volontà e la capacità di fare,<br />
caratteri che si ritrovano nella natura stessa dei marchigiani.<br />
Uomo dai tratti gentili, di forte personalità e di in nita generosità, ha sempre<br />
mostrato, no ai suoi ultimi giorni, grande coerenza e forza interiore. Ha creduto<br />
fortemente in tutto ciò che faceva ed ha lasciato un esempio che non si dovrà<br />
lasciar sopraffare dall’indifferenza imperante e dall’inesorabile declino della memoria,<br />
un modello di impresa come valore sociale oltre che fattore economico in<br />
sé e per sé. La quali cazione delle strutture sanitarie fabrianesi, il sostegno delle<br />
attività sportive, l’attenzione costante e concreta verso le iniziative artistiche e<br />
culturali ne fanno un vero “mecenate”, si potrebbe dire una ‘ gura di altri tempi’.<br />
E’ grazie a lui che abbiamo potuto dar vita al Premio nazionale Gentile da Fabriano<br />
e farlo giungere alla sua sedicesima edizione.<br />
La città di Fabriano e il territorio umbro – marchigiano in cui ha magistralmente<br />
operato e ai quali ha dato benessere e sviluppo, non potranno sottrarsi dall’assumere<br />
concrete iniziative per rendere viva e presente la memoria e l’immagine<br />
di un uomo virtuoso, protagonista inimitabile della seconda metà del ventesimo<br />
secolo e dell’inizio del nuovo millennio.<br />
Galliano Crinella, Università di Urbino “Carlo Bo”<br />
Direttore del Premio nazionale Gentile da Fabriano<br />
se e il giorno dopo lo strumento arrivò anche per<br />
l’altro malato. Abramo Galassi aveva provveduto<br />
a sue spese. Mi sarei aspettato l’allestimento di<br />
una camera ardente in una delle tante<br />
chiese di Fabriano, vista l’altissima<br />
af uenza di cittadini comuni che gli<br />
hanno reso omaggio. Sarebbe stato<br />
un gesto consono alla statura umana<br />
e professionale del professore. Un<br />
successore di Abramo Galassi non<br />
credo che lo avremo”. Don Andrea<br />
Simone ricorda: “Mi rimane in mente<br />
la dolcezza, la premura che aveva nei confronti<br />
della moglie. Era un uomo buono, un galantuomo<br />
e un benefattore. Non tutti sanno che riusciva a<br />
conciliare la vita lavorativa con quella familiare in<br />
modo impeccabile. Credo che rimarrà un esempio<br />
anche nel privato e non solo per i tanti impegni<br />
assunti con successo nell’ambito pubblico”.<br />
Alessandro Moscè<br />
Abramo Galassi nel giorno della laurea honoris causa in Ancona nel 2009<br />
Impariamo<br />
a seguire<br />
le sue idee<br />
Gli antichi erano convinti che le<br />
idee risiedessero in qualche spazio<br />
lontano dagli uomini, in un<br />
altrove pieno di sfere luminose e<br />
collocato nell’etere. Oggi sappiamo<br />
che, molto più semplicemente,<br />
le idee ci seguono, ci inseguono<br />
e camminano con le gambe degli<br />
uomini. E il loro valore e lo spazio<br />
che percorrono dipendono dalla<br />
vocazione degli uomini a spostarsi,<br />
a sperimentare, a oltrepassare limiti<br />
e valichi. Abramo Galassi, nella<br />
sua lunga vita, è stato un uomo che<br />
ha incessantemente oltrepassato,<br />
operando per unire l’origine umbra<br />
e la maturità marchigiana, quasi in<br />
una “doppia cittadinanza” vissuta<br />
con orgoglio, rendendolo integralmente<br />
fabrianese e integralmente<br />
fossatano. Un glio dell’Appennino<br />
- inteso come spazio dell’anima<br />
e dello spirito <strong>prima</strong> che come<br />
luogo naturale di congiunzione tra<br />
comunità segnate e connesse da<br />
uno stesso destino -, l’interprete<br />
dell’idea forza, che ha radici lontane<br />
e francescane, di una montagna<br />
che invece di dividere può unire. Il<br />
modo migliore di ricordarlo oggi<br />
è, quindi, quello di farsi interpreti<br />
della sua lezione di uomo e della<br />
sua antropologia umana e imprenditoriale<br />
legata a due territori,<br />
proseguendo in quell’integrazione<br />
tra Marche ed Umbria che proietta<br />
Fabriano nell’unico disegno che,<br />
incarnando il senso stesso della<br />
nostra identità potrà garantire il<br />
nostro futuro. Grazie Professore!<br />
Sergio Mustica<br />
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