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CRONACA DELL'ANNO 1341 - Università degli Studi di Verona

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<strong>1341</strong><br />

Carlo Ciucciovino<br />

L'11 <strong>di</strong> luglio, per or<strong>di</strong>ne del Gonzaga, i Reggiani portano la devastazione nel territorio<br />

intorno a Casalgrande e Torresella. Il 22 luglio messer Guccio, capitano <strong>di</strong> Reggio, cavalca a<br />

Querciola, Carpineti, Levizzano, fino a San Valentino e alla Rocca, devastando ed accanendosi<br />

tanto da tagliare anche le viti (lavoro faticosissimo). 94<br />

§ 38. Lucca<br />

Dopo la per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> Parma, Mastino non può rifornire Lucca <strong>di</strong> armati, infatti il passo gli è<br />

sbarrato dalla sua inimicizia con i Visconti e con i Fiorentini. Questo ragionamento balena anche<br />

a Francesco <strong>degli</strong> Intelminelli, uno dei figli <strong>di</strong> Castruccio, che determina <strong>di</strong> cogliere la splen<strong>di</strong>da<br />

occasione <strong>di</strong> impadronirsi della città dove suo padre ha regnato.<br />

Francesco tesse rapporti con gli Uberti, suoi alleati intrinseci, fa patti con i Pisani, per<br />

ottenerne aiuto, e, a febbraio, si pone in campagna con molti fanti e cavalieri. Ma il vicario <strong>di</strong><br />

Mastino, il fuoruscito bolognese, Guglielmo Canacci <strong>degli</strong> Scannabecchi, non è uno sprovveduto<br />

e, avuta notizia della congiura, arresta Ritrilla <strong>degli</strong> Uberti e 13 suoi compagni, corre Lucca, tanto<br />

per sottolineare chi è il padrone e per scoraggiare tentativi insurrezionali, presi<strong>di</strong>a saldamente la<br />

fortezza ed i punti nevralgici. Francesco, caduta la possibilità <strong>di</strong> una rivolta interna, saggiamente<br />

desiste e ritorna nelle sue terre. Ma l'aggressivo Guglielmo Canacci conduce i suoi cavalieri a<br />

devastare la Garfagnana. Allora Francesco Castracani si rivolge a Milano, a Luchino Visconti, ed<br />

a Mantova a Luigi Gonzaga, chiedendo aiuti. Ottiene 200 cavalieri dal Visconti e 100 dal<br />

Gonzaga.<br />

Tuttavia, i Lucchesi presi<strong>di</strong>ano Ponte a Moriano, impedendo il passo alle truppe che<br />

vogliano andare contro Lucca. Francesco allora richiama suo fratello Arrigo, che milita con<br />

Mastino, e lo invia a negoziare l'appoggio del conte Fazio <strong>di</strong> Donoratico. Fazio riunisce il proprio<br />

consiglio, e, trascurandone il parere contrario, si associa ai figli <strong>di</strong> Castruccio. Gli alleati<br />

cominciano a guerreggiare la Lucchesia. 95<br />

§ 39. Ribellione <strong>di</strong> popolo ad Ancona<br />

A giugno, ad Ancona, il popolo si arma e si rivolta contro il governo nobiliare della città.<br />

L’insurrezione fa scorrere molto sangue, senza <strong>di</strong>stinguere tra chi è colpevole <strong>di</strong> qualche cosa e<br />

chi è completamente innocente. Molti sono i morti ed i feriti; le case vengono bruciate, i nobili<br />

esiliati. 96<br />

§ 40. La battaglia <strong>di</strong> San Lorenzo in Campo<br />

Gerolamo (Lomo) Simonetti <strong>di</strong> Jesi ottiene armati dai Visconti e muove contro San<br />

Lorenzo in Campo, «villaggio, rocca e abazia ricchissima». Il rettore della Marca Anconitana,<br />

Giovanni <strong>di</strong> Riparia, già gran priore del cavalieri gerosolimitani <strong>di</strong> Roma, Pisa e Venezia, invia<br />

contro Lomo un contingente <strong>di</strong> soldati al comando del capitano Dalmazzino da Quigliano, ai<br />

quali si unisce un corpo <strong>di</strong> armati <strong>di</strong> Montolmo, guidati da Nuccio <strong>di</strong> Giacomo.<br />

L’8 giugno i due eserciti si scontrano nei pressi <strong>di</strong> Sterleto, lungo la valle del Cesano, tra<br />

Rocca Contrada e San Lorenzo in Campo. Dalmazzino mette in fuga l’avversario. Il comandante<br />

<strong>di</strong> Montolmo, Nuccio <strong>di</strong> Giacomo, il quale si è comportato con grande valore, merita una<br />

menzione speciale. 97<br />

94 GAZATA, Regiense², p. 227, MONALDESCHI, Annali romani, col. 542 che lo pone nel 1340.<br />

95 VILLANI GIOVANNI, Cronica², Lib. XII, cap. 124, SERCAMBI, Croniche, p. 88-89.<br />

96 La fonte <strong>di</strong> questa notizia è VILLANI GIOVANNI, Cronica², Lib. XII, cap. 142, non se ne trova traccia<br />

altrove, riecheggiano Villani: PELLINI, Perugia, I, p. 547, LEONHARD, Ancona,p. 177 e PERUZZI, Ancona, II, p.<br />

69.<br />

97 BARTOLAZZI, Memorie <strong>di</strong> Montolmo, p. 122-123, VILLANI VIRGINIO, I conti <strong>di</strong> Buscareto, p. 142,<br />

COMPAGNONE, Reggia picena, p. 199.<br />

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