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CRONACA DELL'ANNO 1341 - Università degli Studi di Verona

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<strong>1341</strong><br />

Carlo Ciucciovino<br />

reca a tormentare il territorio pisano. L'armata si impadronisce <strong>di</strong> Pontedera, del fosso Arnonico,<br />

del borgo <strong>di</strong> Cascina, <strong>di</strong> Villa San Donnino e San Casciano, arriva sino a due miglia da Pisa. Ma<br />

in Valdera una pioggia insistente cade per più giorni e poiché l'esercito invasore ha bruciato<br />

tutto, non ha dove ripararsi, deve pertanto tornarsene a Fucecchio e Valdarno senza aver<br />

concluso niente <strong>di</strong> strategicamente rilevante.<br />

Giovanni Villani, molto critico su tutta la conduzione dell'impresa <strong>di</strong> Lucca, ci informa<br />

che la strategia giusta sarebbe stata quella <strong>di</strong> rafforzare il fosso Arnonico e Pontedera, fare un<br />

battifolle a piè <strong>di</strong> Marti, in Castel del Bosco e strozzare i rifornimenti all'esercito pisano,<br />

imperversando in Val<strong>di</strong>serchio. 160<br />

Mastino della Scala, visto che l'oggetto della sua trattativa rischia <strong>di</strong> sfuggirgli <strong>di</strong> mano,<br />

invita Firenze a prender possesso <strong>di</strong> Lucca, senza frapporre ulteriori indugi. I savi <strong>di</strong> Firenze<br />

vorrebbero desistere dall'impresa, in quanto l'accordo originario con Mastino parla <strong>di</strong> una città<br />

libera e spe<strong>di</strong>ta. Ma i Venti <strong>di</strong> balia l'hanno vinta ed inviano ambasciatori a concludere il patto<br />

con gli Scaligeri, a Ferrara, con i buoni uffici <strong>di</strong> Obizzo d'Este. Mastino scala 70.000 fiorini dalla<br />

cifra pattuita, per la per<strong>di</strong>ta del Cerruglio e <strong>di</strong> Montecarlo. I 180.000 fiorini che costituiscono la<br />

somma da pagare, verranno pagati 100.000 entro un anno e i residui 80.000 in rate eguali annuali<br />

successive. Mastino si impegna a tenere al suo soldo 500 cavalieri fintantoché non venga tolto<br />

l'asse<strong>di</strong>o a Lucca.<br />

Formalizzato il contratto, l'esercito fiorentino, al comando del Bresciano Matteo da<br />

Ponte Carra<strong>di</strong>, il 15 settembre marcia verso Lucca. Si è concentrato a Fucecchio, poi ha puntato<br />

su Pontedera e, attraverso Cascina e San Casciano, è arrivato a circa due miglia da Pisa,<br />

devastandone il territorio. Rimane sul contado finché una tempesta lo costringe a sloggiare e<br />

ripiegare su Fucecchio. Comunque il suo tentativo <strong>di</strong> richiamare, attraverso questa azione<br />

offensiva, gli asse<strong>di</strong>anti è fallito. Allora decide <strong>di</strong> affrontarli <strong>di</strong>rettamente, marcia attraverso<br />

Altopascio e si attesta al Colle delle Donne, che sovrasta la strada per Pescia, che occupa il 15<br />

settembre. 161<br />

I Pisani concentrano il loro esercito in un solo accampamento, attaccano e prendono la<br />

fortezza <strong>di</strong> Pontetetto per liberare la via da cui debbono arrivare loro i rifornimenti. Con azione<br />

coor<strong>di</strong>nata con il presi<strong>di</strong>o interno, un contingente fiorentino, forte <strong>di</strong> 300 cavalieri e 500 fanti,<br />

riesce a forzare l'asse<strong>di</strong>o ed entrare in città.<br />

Il 25 settembre arriva a Lucca il primo ufficiale fiorentino che rappresenta il governo<br />

della sua città: è Giovanni <strong>di</strong> Bernar<strong>di</strong>no dei Me<strong>di</strong>ci. Egli prende possesso della fortezza<br />

dell’Augusta; egli ha già ricoperto una simile posizione come capo della guarnigione <strong>di</strong><br />

Arezzo. Ha con sé due tesorieri fiorentini: Naddo <strong>di</strong> Cenni Rucellai e Rosso <strong>di</strong> Ricciardo Ricci.<br />

Prudentemente, i nuovi arrivati hanno recato con sé 10.000 fiorini per pagare gli stipen<strong>di</strong> arretrati<br />

al presi<strong>di</strong>o. 162<br />

I Fiorentini sono dunque accampati sul Colle delle Donne e su quello <strong>di</strong> Gragnano,<br />

mentre i Pisani su quelli <strong>di</strong> Segromigno e San Gennario. Lucca è stretta fortemente d'asse<strong>di</strong>o, ma<br />

dopo l'ingresso del presi<strong>di</strong>o fiorentino può tranquillamente resistere, inoltre è rifornita <strong>di</strong> viveri<br />

per otto mesi e i Tedeschi che militano tra le file pisane si arricchiscono vendendo<br />

quoti<strong>di</strong>anamente cibo agli asse<strong>di</strong>ati. Ma i Venti <strong>di</strong> balia hanno bisogno <strong>di</strong> un successo militare ed<br />

or<strong>di</strong>nano al comandante delle truppe fiorentine <strong>di</strong> chiedere battaglia. Il primo ottobre messer<br />

Matteo da Ponte Carra<strong>di</strong> fa scendere in pianura, vicino al greto del Serchio, il suo esercito, forte<br />

<strong>di</strong> 2.800 cavalieri e una gran<strong>di</strong>ssima quantità <strong>di</strong> balestrieri e fanti. Ai Pisani non par vero che i<br />

Fiorentini cerchino la battaglia: hanno infatti dei problemi con Giovanni Visconti d'Oleggio che, a<br />

causa <strong>di</strong> stipen<strong>di</strong> non pagati, ha annunciato che entro pochi giorni si <strong>di</strong>partirebbe dall'esercito. I<br />

Pisani abbattono la parte <strong>di</strong> steccato che volge verso l'esercito fiorentino; le due parti si danno a<br />

spianare il terreno dove le cavallerie pesanti si scontreranno.<br />

160 VILLANI GIOVANNI, Cronica², Lib. XII, cap. 132.<br />

161 GREEN, Lucca under Many Masters, p. 143-144.<br />

162 GREEN, Lucca under Many Masters, p. 143, VILLANI GIOVANNI, Cronica², Lib. XII, cap. 133.<br />

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