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CRONACA DELL'ANNO 1341 - Università degli Studi di Verona

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<strong>1341</strong><br />

Carlo Ciucciovino<br />

I governanti della città, alla ricerca del rafforzamento del proprio potere, nominano due<br />

bargelli per esecuzione, uno a guar<strong>di</strong>a della città: Corrado della Branca («per arricchire la povertà<br />

dei Marchigiani» commenta ironicamente Giovanni Villani, che è profondamente contrario al<br />

raddoppio dell'ufficio) e l'altro a guar<strong>di</strong>a del contado: il Bresciano Matteo (o Maffeo) da Ponte<br />

Carra<strong>di</strong>, senz'altro un uomo valoroso, il quale è già stato podestà <strong>di</strong> Firenze. 16<br />

§ 9. Guido <strong>di</strong> Bonifacio I <strong>di</strong> Santa Fiora<br />

Magherita Aldobrandeschi, alla sua morte, ha <strong>di</strong>seredato la figlia Anastasia, lasciando la<br />

contea <strong>di</strong> Pitigliano a Guido <strong>di</strong> Bonifacio I, conte <strong>di</strong> Santa Fiora.<br />

Finora Guido non ha mai cercato <strong>di</strong> entrare in possesso dell’ere<strong>di</strong>tà, ma ora invece tenta<br />

<strong>di</strong> far valere i suoi <strong>di</strong>ritti presso Siena ed Orvieto. Guido non è uno sciocco e comprende che, per<br />

ottenere il suo, deve far guadagnare anche altri, in particolare Siena ed Orvieto, che hanno<br />

entrambe mire sul territorio. Ma, sia Siena che Orvieto, la tirano per le lunghe, per cui<br />

l’impaziente Guido si rivolge a Perugia, alla quale offre <strong>di</strong> sottomettere tutte le terre in suo<br />

possesso : Sovana, Saturnia, Porto Ercole, Pitigliano, Sorano, Montiano, Marsigliana ed altro.<br />

Perugia, il 2 febbraio <strong>1341</strong>, accetta e lo nomina citta<strong>di</strong>no <strong>di</strong> Perugia contro un pagamento <strong>di</strong> 1.200<br />

marche d’argento. Guido si impegna a ricevere nelle sue terre un protettore, o governatore<br />

perugino, pagando anche il suo stipen<strong>di</strong>o, il funzionario durerebbe in carica 6 mesi. Ora Perugia<br />

protegge Guido e Orvieto e Siena debbono <strong>di</strong>gerire lo smacco. 17<br />

Guido Orsini, nipote <strong>di</strong> Romano Orsini e conte palatino, in questo stesso anno viene<br />

eletto capitano dell’esercito del Patrimonio e, nei primi mesi dell’anno, combatte contro i signori<br />

<strong>di</strong> Vitozzo, ribelli alla Chiesa. Non è un’impresa facile perché il territorio è «molto frastagliato e<br />

silvestre», ma riesce nell’impresa dopo non lievi fatiche. Tra febbraio e maggio li piega ed ottiene<br />

in suo potere tutti i loro fortilizi. La rocca <strong>di</strong> Rispampani viene <strong>di</strong>strutta. Prima della fine del<br />

conflitto e contemporaneamente con questo, Guido si è dovuto occupare anche <strong>di</strong> sottomettere il<br />

ribelli signori <strong>di</strong> Tolfa Nuova, e ne ha catturato Nerio <strong>di</strong> Baldo. Ra<strong>di</strong>cofani, minacciata dalle armi<br />

pontificie, espelle il titanno che vi signoreggia, Giovanni <strong>di</strong> Monaldo, e si consegna a Guido. 18<br />

Dopo questa fiammata, il territorio, per un poco, si mantiene in pace.<br />

§ 10. Un’alleanza contro Mastino della Scala<br />

L’11 febbraio si incontrano a Ferrara Obizzo II d’Este, Ubertino da Carrara, Giovanni e<br />

Luchino Visconti, Niccolò I d’Este, Taddeo Pepoli, Luigi Gonzaga e firmano una lega <strong>di</strong>retta<br />

contro tutti i nemici, ma il cui obiettivo chiaro è Mastino della Scala al quale si vuole strappare<br />

Parma. Luchino non può più tollerare nella città “lombarda” l’ingombrante presenza <strong>degli</strong><br />

Scaligeri, anche perché, da questa base, i fratelli della Scala approfittano per montare trame ai<br />

danni del biscione.<br />

Firenze, preoccupata dal risveglio visconteo, tenta <strong>di</strong> far intervenire il vecchio re Roberto<br />

d’Angiò, sottolineando che la ragione apparente della lega è quella <strong>di</strong> opporsi ad una progettata<br />

alleanza <strong>di</strong> Mastino con il marchese del Monferrato ed i Beccaria, i quali hanno intenzione <strong>di</strong><br />

insignorirsi <strong>di</strong> Pavia, ai danni dei Visconti.<br />

Mastino informa del patto il senato <strong>di</strong> Venezia, auspicando che non voglia consentire la<br />

ripresa della guerra. 19<br />

§ 11. Serene cure ad Assisi<br />

Il comune <strong>di</strong> Assisi or<strong>di</strong>na <strong>di</strong> assumere per due anni, perché <strong>di</strong> più non se lo può<br />

permettere, Guercio <strong>di</strong> Ponte San Giovanni, bonus ciaramella et pulsator tamburelli et aliorum<br />

plurium instrumentorum. Il consiglio generale della città or<strong>di</strong>na che venga <strong>di</strong>pinta una<br />

16 VILLANI GIOVANNI, Cronica², Lib. XII, cap. 122.<br />

17 BRUSCALUPI, Pitigliano, p. 161-163.<br />

18 BRUSCALUPI, Pitigliano, p. 163-164, ANTONELLI, Patrimonio, p. 300-301.<br />

19 KOHL, Padua under the Carrara, p. 84, ROSSINI, La signoria scaligera dopo Cangrande, p. 636.<br />

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