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<strong>Anno</strong> <strong>123</strong> - N. 3 - <strong>Marzo</strong> <strong>2007</strong><br />
POSTE ITALIANE S.P.A. - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N° 46) ART. 1, COMMA 2, DCB - NA -<br />
TASSA PAGATA /TAXÈ PERÇUE - IN CASO DI MANCATO RECAPITO RESTITUIRE A NAPOLI - CMP PREVIO PAGAMENTO RESI - www.santuario.it
IL ROSARIO<br />
E LA NUOVA POMPEI<br />
Piazza B. Longo, 1 - 80045 POMPEI (NA)<br />
C.C.P.: 6817 - Tel. (+ 39) 081 8577321<br />
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Di questa Rivista esistono anche l’edizione inglese<br />
e spagnola. Richiedile alla Segreteria Generale<br />
- Ufficio estero: Tel. (+ 39) 081 8577328 - Fax (+ 39)<br />
081 8503357 - ForeignOffice@santuariodipompei.it<br />
Direttore responsabile<br />
Angelo Scelzo<br />
Vice direttore<br />
Pasquale Mocerino<br />
Coordinatore<br />
Loreta Somma<br />
Redazione:<br />
G. Adamo, C. Cozzolino, M. D’Amora,<br />
G. Gargiulo, L. Leone, G. Lungarini,<br />
A. Marrese, G. Ruggiero, G. Russo,<br />
F. P. Soprano<br />
Hanno collaborato:<br />
D. Busolini, A. Casciano, G. Cento,<br />
S. Cipriani, M.N. Cuomo, A. Di Vittorio,<br />
L. Giacco, V. Laus, C. Liberati,<br />
F. Mariano, G. Striano<br />
Grafica:<br />
Carlo Valvini<br />
Videoimpaginazione:<br />
Mario Curtis, Emanuele Valvini<br />
Fotografie:<br />
G. Angellotto, A. Di Paolo, A. Di Stefano,<br />
T. Lepera, A. Mari, O. Pescina, F. Rizzo<br />
Carta: Burgo<br />
Stampa: Arti Grafiche Boccia S.p.A.<br />
<strong>Anno</strong> <strong>123</strong><br />
<strong>Marzo</strong> <strong>2007</strong> - n. 3<br />
Poste Italiane S.p.A.<br />
Spedizione in abb. postale<br />
D.L. 353/2003<br />
(conv. in L. 27/02/2004 n° 46)<br />
Art. 1, comma 2, DCB - NA<br />
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In caso di mancato recapito<br />
restituire a NAPOLI - CMP<br />
previo pagamento resi<br />
www.santuario.it<br />
Arti Grafiche Boccia S.p.A. - Salerno<br />
Febbraio <strong>2007</strong><br />
Di questo numero sono state<br />
stampate 265.000 copie<br />
Associato all’USPI<br />
(Unione Stampa Periodica Italiana)<br />
ISNN 0035 - 8282<br />
Sommario<br />
3<br />
4<br />
5<br />
6<br />
10<br />
12<br />
16<br />
18<br />
20<br />
22<br />
23<br />
L’Amore di Dio unico<br />
fondamento di una società<br />
in cerca di valori<br />
di ANGELO SCELZO<br />
La concretezza della fede<br />
di Maria Santissima<br />
di CARLO LIBERATI<br />
Il Ministro Rutelli a Pompei<br />
per il restauro della Basilica<br />
di LORETA SOMMA<br />
I Fratelli delle Scuole Cristiane<br />
da cent’anni a Pompei<br />
di ANTONIO CASCIANO<br />
Buon compleanno<br />
San Pietro<br />
di DARIO BUSOLINI<br />
In Brasile e in Argentina<br />
sulle orme di Maria<br />
di ANTONIO MARRESE<br />
San Pietro «capo»<br />
della primitiva chiesa<br />
di SETTIMIO CIPRIANI<br />
Maria, questi ragazzi<br />
sono i tuoi figli<br />
di GIOSY CENTO<br />
Una devozione dal carattere<br />
cristologico per un cammino<br />
comunitario del popolo di Dio<br />
di FRANCESCO PAOLO SOPRANO<br />
Generosi testimoni della luce<br />
e della verità di Gesù Cristo<br />
di MARIA NEVE CUOMO<br />
“Volgeranno lo sguardo a Colui<br />
che hanno trafitto” (Gv 19, 37)<br />
Messaggio di Benedetto XVI<br />
per la Quaresima <strong>2007</strong><br />
<strong>Anno</strong> <strong>123</strong> - Numero 3<br />
<strong>Marzo</strong> <strong>2007</strong><br />
Amare e desiderare la vita:<br />
l’impegno del nostro Santuario<br />
di GENNARO GARGIULO<br />
IL ROSARIO E LA NUOVA POMPEI – 2–<br />
ANNO <strong>123</strong> - N. 3 - <strong>2007</strong> [98]<br />
27<br />
28<br />
30<br />
32<br />
34<br />
38<br />
40<br />
42<br />
44<br />
46<br />
Festainsieme per il Beato<br />
e la famiglia<br />
di VINCENZO LAUS<br />
Rosario News<br />
a cura di GIIUSEPPINA STRIANO<br />
XXI Meeting dei Giovani<br />
Alla scuola di Maria<br />
per imparare ad amare<br />
di GIOVANNI RUSSO<br />
Latina e Striano<br />
accolgono la Madre<br />
di ANTONIO MARRESE<br />
Pellegrini del Rosario<br />
di MARIDA D’AMORA<br />
I loro nomi sono scritti<br />
nei cieli<br />
di FRANCESCO MARIANO<br />
Grati alla Madonna<br />
e al beato Bartolo Longo<br />
a cura di CIRO COZZOLINO<br />
I nostri lettori<br />
ci scrivono<br />
a cura di AUGUSTO DI VITTORIO<br />
In Libreria<br />
a cura di LUCIO GIACCO<br />
Èil titolo della prima enciclica, ma<br />
«Deus Caritas est» va sempre<br />
più considerata come la verità<br />
assoluta dalla quale Papa Benedetto fa<br />
scaturire ogni atto e ogni parola del<br />
suo pontificato. È straordinario - e<br />
perfino affascinante - assistere ai<br />
diversi modi in cui Benedetto XVI<br />
riesce a declinare, dal piano teologico<br />
a quello pastorale, il primato<br />
dell’amore di Dio. Al mondo<br />
tecnologico e globalizzato del terzo<br />
millennio, Papa Benedetto sta<br />
riproponendo di riprendere in mano,<br />
per scolpirla nel cuore, la Tavola della<br />
legge; e rileggerla in senso<br />
primordiale, a partire dal primo e più<br />
Editoriale<br />
L’Amore di Dio unico fondamento<br />
di una società in cerca di valori<br />
decisivo dei comandamenti. Da<br />
autentico profeta dell’amore di Dio,<br />
Benedetto XVI è come la voce<br />
dell’anima di un’umanità inquieta, a<br />
tratti perfino disperata, ma sempre in<br />
ricerca anche quando cerca di<br />
allontanare da sé ogni condizione che<br />
metta in forse le proprie presunte<br />
certezze.<br />
La via che Benedetto continua a<br />
indicare è sul versante opposto: la<br />
certezza, assoluta e immodificabile, è<br />
l’amore di Dio consegnato e affidato<br />
all’uomo senza limiti né riserve. Un<br />
amore gratuito, senza obbligo di<br />
contropartita, ma che, una volta<br />
liberamente accettato, dilata ogni altra<br />
risorsa fino a cambiare il volto<br />
dell’umanità intera. Anche nell’era di<br />
internet e della rivoluzione<br />
tecnologica, niente può essere<br />
assimilato alla forza dell’amore. Un<br />
segno dei tempi è nel fatto che<br />
occorre, talvolta, qualcuno in grado di<br />
ricordare e ridestare una tale verità nel<br />
cuore dell’uomo e nella coscienza dei<br />
popoli: e questo è, in maniera sempre<br />
più chiara, il tempo segnato da<br />
Benedetto. Un tempo forte, ricco di<br />
sfide su molte frontiere dove tutto<br />
sembra messo alla prova, dove anche<br />
alla verità si chiede di avere i<br />
documenti in regola, visto che niente è<br />
dato per scontato. La società del<br />
dubbio non ammette lasciapassare;<br />
è la tolleranza il massimo dei valori<br />
possibili e consentiti.<br />
La Chiesa di Papa Benedetto sfodera a<br />
tutto campo le bandiere dell’amore di<br />
Dio per l’uomo e non mostra timore di<br />
issarle come simboli di salvezza e di<br />
rigenerazione per l’umanità intera.<br />
È come un nuovo inizio per tornare a<br />
rivelare al mondo una verità<br />
■ di ANGELO SCELZO<br />
indivisibile, perché di tutti.<br />
È il tempo della Quaresima a portarci<br />
su questa strada, attraverso le parole di<br />
Benedetto. La Quaresima è cammino di<br />
penitenza, ma anche percorso che<br />
conduce, attraverso la Croce,<br />
all’apoteosi della Risurrezione. Ed è<br />
sulla Croce che si rivela, quella che<br />
Papa Benedetto chiama la «potenza<br />
incontenibile della misericordia del<br />
Padre celeste». L’amore di Dio per gli<br />
uomini - è questa l’essenza non solo<br />
del messaggio ma di tutta la<br />
predicazione di Papa Benedetto - è<br />
fatto di una potenza incontenibile.<br />
Come è necessario all’uomo, così, in<br />
un certo senso, un tale amore appare<br />
indispensabile a Dio stesso. In questa<br />
luce, e da queste altezze, occorre<br />
inquadrare ogni vicenda che,<br />
chiamando in causa l’uomo, il suo<br />
agire, chiama in causa anche la<br />
Chiesa.<br />
La dignità di un essere amato da Dio<br />
più che grande è incommensurabile.<br />
Preservare la dignità di ogni uomo, a<br />
partire dai più indifesi, è il modo<br />
concreto per esaltare l’amore che<br />
Dio gli offre. Tutto questo ha<br />
qualcosa, anzi molto, a che vedere<br />
anche con le vicende che,<br />
ultimamente, hanno portato alla<br />
presentazione di un progetto di legge<br />
sulla regolamentazione delle coppie di<br />
fatto. Le vicende politiche hanno un<br />
loro corso di svolgimento e, a ogni<br />
passaggio, sta diventando quasi<br />
obbligatorio reclamare il valore della<br />
laicità dello Stato. Dietro questa<br />
bandiera può talvolta esserci il vuoto,<br />
ma ciò sembra preoccupare davvero<br />
poco chi continua a issarla a ogni<br />
passo.<br />
Il problema sul tappeto riguarda, nella<br />
circostanza, la famiglia, e va notato<br />
che è proprio intorno a questa<br />
fondamentale cellula della società -<br />
così come afferma la Costituzione<br />
italiana - che continuano ad<br />
ammassarsi molti arnesi da scasso.<br />
L’esigenza reale sarebbe quella di<br />
mettere mano a a una serie di aiuti e di<br />
misure concrete per favorirla e<br />
promuoverla; la realtà è invece quella<br />
di una controfigura pronta a surrogarla<br />
e certamente a contrastarla, se non<br />
altro sul piano degli orizzonti e delle<br />
prospettive culturali. Non si tratta di<br />
problemi secondari per il Paese. E<br />
sappiamo bene di non parlare di un<br />
Paese interamente cattolico e<br />
confessionale. La salvaguardia della<br />
famiglia non è soltanto - o tanto - un<br />
problema di carattere religioso, ma<br />
soprattutto sociale. È la società che va<br />
salvaguardata. E questo è certamente<br />
un compito che spetta alla politica. Ma<br />
ad una politica alta. Se riesce ad<br />
esserlo.<br />
La Chiesa ha invece mille altri modi<br />
per esercitare questa sua primazia<br />
educativa. Pompei continua a<br />
sperimentare la bellezza e anche<br />
l’efficacia di una presenza<br />
particolarmente importante e, anzi,<br />
preziosa. Da cento anni i Fratelli delle<br />
Scuole Cristiane continuano ad<br />
esercitare il proprio ministero di guida<br />
e di formazione a vantaggio delle<br />
giovani generazioni. Un traguardo di<br />
grande significato e rilievo che segna<br />
una tappa memorabile per la Pompei<br />
di Bartolo Longo.<br />
IL ROSARIO E LA NUOVA POMPEI – 3–<br />
ANNO <strong>123</strong> - N. 3 - <strong>2007</strong> [99]
La concretezza della fede<br />
di Maria Santissima<br />
Maria è la Vergine<br />
dell’ascolto, modello per<br />
chi vuole accogliere la Parola di<br />
Dio. È un modello di concretezza.<br />
Cos’è la concretezza? L’opposto<br />
dell’abbandonarsi ai sogni (cfr.<br />
Maria, aurora di speranza–<br />
Elledici – Torino 2006 di<br />
Emanuela della Trinità e M.<br />
Gobbin). Già San Giacomo ci<br />
ammonisce: “Siate di quelli che<br />
mettono in pratica la parola e non<br />
soltanto ascoltatori illudendo voi<br />
stessi” (Gc 1, 23).<br />
L’illuso è uno che manca di<br />
concretezza. L’illusione nasce<br />
dall’entusiasmo che non ha<br />
fondamento solido. Quando Gesù<br />
spiega la parabola del seminatore<br />
(Lc 8, 5-15) e parla del seme<br />
caduto sulla pietra, si riferisce a<br />
quelli che ascoltano con gioia, ma<br />
non avendo un terreno idoneo, il<br />
seme non nascerà mai. In Maria<br />
SS.ma il seme della Parola di Dio<br />
cade in una intelligenza e in un<br />
cuore dove germina in modo<br />
incomparabile.<br />
La concretezza è il giusto rapporto<br />
tra ascolto, decisione e azione.<br />
Maria è concreta: ascolta ,<br />
decide, agisce. Che cosa<br />
ascolta? Si tratta di un fatto<br />
sorprendente. “Elisabetta, tua<br />
parente, nella sua vecchiaia ha<br />
concepito un figlio e questo è il<br />
sesto mese… nulla è impossibile a<br />
Dio” (Lc 1, 36-37). Maria ha<br />
ascoltato, ha recepito il significato<br />
profondo dell’avvenimento.<br />
Maria decide . Ha riflettuto,<br />
dopo essersi chiesta nel<br />
✠ CARLO LIBERATI<br />
“Sacra conversazione”, di Palma il Vecchio, Collezione Thyssen-Bornemisza, Madrid.<br />
brano precedente di Luca<br />
(1, 34-35), l’Annunciazione, il<br />
significato vero del saluto, decide.<br />
“Eccomi... avvenga di me quello<br />
che hai detto” (Lc 1, 38).<br />
La concretezza è obbedienza alla<br />
verità, è risposta ad una chiamata,<br />
esprime disponibilità a vivere con<br />
fatti concreti ciò che si è capito.<br />
Maria agisce. Maria SS.ma ha<br />
così chiaro nel cuore ciò che<br />
vuole fare che la sua concretezza<br />
non si ferma davanti a niente e a<br />
nessuno. Il Card. C. M. Martini<br />
esprime molto bene questo aspetto<br />
della fede in Maria<br />
(cfr. C. M. Martini in La donna<br />
della riconciliazione - Piemme<br />
1985, pp. 16-20).<br />
Si tratta della capacità di intuire<br />
ciò che va fatto adesso, subito:<br />
è il rifiuto dei discorsi astratti<br />
e inconcludenti; è l’accoglienza<br />
del mistero dell’altro,<br />
dei rapporti interpersonali,<br />
del vivere in pienezza il momento<br />
presente.<br />
I ritardi, i rinvii ci logorano, ci<br />
marciscono dentro. L’uomo che<br />
non è concreto, è diviso.<br />
L’armonia fiorisce sempre<br />
all’interno della persona che sa<br />
unire l’occhio e l’orecchio<br />
con il cuore e la mano.<br />
La persona concreta fa<br />
combaciare ciò che ha capito con<br />
ciò che fa, sapendo quanto<br />
sarebbe pericoloso non fare ciò<br />
che va fatto e ciò che è giusto<br />
e vero.<br />
In Maria SS.ma c’è una<br />
concretezza di fede luminosa.<br />
Del resto il bene esiste, nel mondo,<br />
solo se è concreto. Il bene vero è<br />
realizzazione concreta al massimo<br />
grado del bene effettuabile con<br />
amore in quella data situazione.<br />
Maria SS.ma lo realizza tutto<br />
e con gioia.<br />
IL ROSARIO E LA NUOVA POMPEI – 4–<br />
ANNO <strong>123</strong> - N. 3 - <strong>2007</strong> [100]<br />
Il Ministro<br />
Francesco Rutelli<br />
a Pompei<br />
per il restauro<br />
della Basilica<br />
Il titolare del dicastero per i Beni e le<br />
Attività Culturali ha risposto all’invito<br />
di Mons. Carlo Liberati ed ha<br />
espresso la propria disponibilità a<br />
collaborare per riportare il Santuario<br />
di Pompei al suo originario splendore.<br />
■ di LORETA SOMMA<br />
Venerdì 9 febbraio un pellegrino d’eccezione è stato<br />
accolto, dal Vescovo e dai suoi più stretti collaboratori,<br />
nel Santuario della Madonna del Rosario.<br />
Accompagnato dal Direttore Regionale per i Beni<br />
Culturali e Paesaggistici della Campania, Dott. Stefano<br />
De Caro e dal Sindaco della città mariana, Avv. Claudio<br />
D’Alessio, il Vice-Premier e Ministro per i Beni e le Attività<br />
Culturali, On. Francesco Rutelli, ha visitato la Basilica<br />
di Pompei, potendo, così, vedere di persona i numerosi<br />
elementi artistici che necessitano di urgenti restauri:<br />
affreschi, mosaici, zoccolature e pavimenti. Tale situazione<br />
è dovuta a lesioni, ad alterazioni cromatiche e a danni<br />
causati da infiltrazioni di acqua. Fin dal 2005, Mons. Liberati<br />
ha lanciato, anche attraverso la nostra rivista, una<br />
sottoscrizione presso i devoti della Madonna di Pompei<br />
di tutto il mondo per raccogliere fondi per cominciare i<br />
lavori di restauro.<br />
Dopo i grandi lavori di ampliamento, voluti da Mons.<br />
Antonio Anastasio Rossi, ed effettuati negli anno ’30, che<br />
trasformarono significativamente il nostro santuario, nel<br />
corso del tempo, più volte sono stati fatti piccoli lavori di<br />
restauro, all’interno ed all’esterno della basilica. In occasione<br />
del Grande Giubileo dell’anno 2000, ad esempio, è<br />
stato possibile effettuare il completo restauro della facciata<br />
della basilica, dedicata alla Pace Universale e inaugurata<br />
il 5 maggio 1901, e la costruzione di una rampa per<br />
l’abbattimento delle barriere architettoniche. All’interno,<br />
sono stati realizzati: una nuova Cappella dedicata al beato<br />
Bartolo Longo, adiacente il santuario e, quindi, più<br />
facilmente accessibile; la nuova Sala delle Confessioni e<br />
moderni impianti di illuminazione e di climatizzazione.<br />
Ma i lavori da effettuare adesso riguardano circa il 50%<br />
delle pareti interne del Santuario.<br />
Il Ministro Rutelli ha assicurato il proprio personale<br />
interessamento affinché, alla cifra raccolta finora, sia aggiunto<br />
un cospicuo finanziamento statale per far sì che al<br />
più presto si possa cominciare la necessaria e non più prorogabile<br />
opera di restauro.<br />
IL ROSARIO E LA NUOVA POMPEI – 5–<br />
ANNO <strong>123</strong> - N. 3 - <strong>2007</strong> [101]
1907-<strong>2007</strong> I Fratelli delle Scuole<br />
Con il convegno<br />
sul centenario<br />
sono iniziate le<br />
celebrazioni per il<br />
secolare impegno<br />
educativo dei<br />
Fratelli delle<br />
Scuole Cristiane<br />
nella cittadina<br />
mariana.<br />
La gratitudine<br />
degli ex alunni<br />
e della comunità<br />
ecclesiale e civile.<br />
■ di ANTONIO CASCIANO<br />
non ho mai potuto togliermi<br />
“Io<br />
dalla mente il pensiero e dal cuore<br />
il desiderio di veder qui, alla<br />
direzione dell’Ospizio per i figli dei carcerati,<br />
i Fratelli delle Scuole Cristiane. E<br />
ne ho avuta ragione perché il tempo e<br />
l’esperienza mi hanno sempre meglio<br />
fatto intendere il bene che sarebbe effetto<br />
della loro presenza e delle loro cure”.<br />
Queste le parole pregne di vibrante<br />
speranza che il cuore del beato Bartolo<br />
Longo effondeva trepidante in una missiva<br />
del 19 febbraio 1894 all’allora Visitatore<br />
Provinciale Fratel Casimiro Antoniotti.<br />
Si trattava, invero, di riflessioni che<br />
giungevano al termine di una lunga serie<br />
di tentativi epistolari databili tra il<br />
1891 e il 1894, compiuti dal Beato presso<br />
i superiori della Congregazione voluta<br />
da San Giovanni Battista de La Salle,<br />
aventi tutti ad oggetto la medesima richiesta:<br />
ottenere lo stabile insediamento<br />
di una comunità di Fratelli a Pompei, alla<br />
guida educativa dell’opera sociale più<br />
cara al suo cuore: l’Ospizio.<br />
Il Beato dovette attendere infatti tredici<br />
lunghissimi anni prima di veder realizzato<br />
il suo antico sogno: il 14 agosto<br />
del 1907, i primi tre religiosi fecero il<br />
loro ingresso nell’Istituto di Pompei;<br />
passarono mesi e i Fratelli Carissimi, come<br />
era solito chiamarli il Beato, assunsero<br />
la direzione dell’Ospizio: era il 1°<br />
ottobre del 1907.<br />
L’inizio del <strong>2007</strong> ha dunque segnato<br />
il compimento di un secolo di instancabile<br />
attività pedagogica, formativa, educativa<br />
svolta dai Fratelli a Pompei: la riconoscenza<br />
verso quanti sono oggi chia-<br />
mati a custodire la secolare memoria di<br />
tale provvidenziale presenza e a gestire<br />
i frutti che essa ha sapientemente prodotto<br />
nel corso dei decenni, hanno trovato<br />
adeguata espressione nell’organizzazione<br />
di un calendario di iniziative in<br />
programma per questo anno, cui è stato<br />
dato avvio con il Convegno del Centenario,<br />
svoltosi il 3 febbraio scorso, nella<br />
suggestiva cornice del Teatro “Di Costanzo-Mattiello”.<br />
IL ROSARIO E LA NUOVA POMPEI – 6–<br />
ANNO <strong>123</strong> - N. 3 - <strong>2007</strong> [102]<br />
Cristiane da cent’anni a Pompei<br />
I partecipanti, ritrovatisi nel cortile<br />
dello stesso, in attesa dell’inizio dei lavori,<br />
hanno potuto piacevolmente intrattenersi<br />
con le note di diversi inni eseguiti<br />
dal complesso bandistico “Bartolo Longo<br />
- Città di Pompei”, diretto dal M°<br />
Francesco Federico. In seguito, si sono<br />
esibiti anche i Gruppi Coreografici “Pon-<br />
Pon” e “Majorettes” della Scuola Primaria<br />
Paritaria “Bartolo Longo”.<br />
A dare inizio ai lavori, un breve in-<br />
dirizzo di saluto del Vicario generale<br />
della Chiesa di Pompei, Mons. Pasquale<br />
Mocerino, che nel ringraziare le autorità<br />
civili e religiose presenti e tutti gli<br />
intervenuti, ha inteso ripercorrere celermente<br />
le tappe che portarono all’insediamento<br />
della prima comunità di Fratelli<br />
a Pompei, nel 1907, esprimendo,<br />
in forma di accorato elogio, i ringraziamenti<br />
di tutta la Chiesa di Pompei.<br />
Il canto solenne del “Te Deum” di<br />
Pompei: Teatro Di Costanzo-Mattiello.<br />
Siamo al termine del convegno<br />
ed è il momento dei ringraziamenti.<br />
L’organizzazione ha voluto omaggiare gli<br />
ospiti con alcuni ricordi del centenario.<br />
Al centro della foto il Vescovo-Prelato<br />
di Pompei e Delegato Pontificio,<br />
Mons. Carlo Liberati; alla sua sinistra<br />
il Superiore Generale dei Fratelli delle<br />
Scuole Cristiane, Fr. Alvaro Rodriguez<br />
Echeverria, e Fr. Bartolo Parisi, attuale<br />
Direttore del Centro Educativo Bartolo<br />
Longo e Preside del Liceo Pedagogico e<br />
dell’Istituto Professionale del polo<br />
scolastico del Santuario. Da sinistra,<br />
alcuni Direttori del Centro, responsabili<br />
negli anni passati dell’educazione e<br />
formazione di centinaia di ragazzi:<br />
Fr. Giorgio Proietti (1995-2003), Fr. Mauro<br />
Spinelli (2003-2005), Fr. Domenico Anzini<br />
(1991-1995). Dopo di lui, Fr. Filippo Rizzo,<br />
attualmente Vice Preside del dell’Istituto<br />
Professionale e della Scuola Media<br />
del polo scolastico del Santuario,<br />
Coordinatore del Centro diurno<br />
e del Convegno per il Centenario.<br />
In basso, le Majorettes e le Pon-Pon della<br />
Scuola Primaria, insieme al Complesso<br />
Bandistico “Bartolo Longo-Città di<br />
Pompei”, hanno animato l’accoglienza<br />
degli ospiti nei momenti che hanno<br />
preceduto l’inizio del Convegno.<br />
Lorenzo Perosi, magistralmente eseguito<br />
dal “Coro Pompeiano”, sotto la direzione<br />
del M° Don Francesco Di Fuccia,<br />
ha voluto celebrare l’opera di Dio attraverso<br />
il loro insostituibile servizio. A<br />
seguire l’esecuzione di alcune strofe del<br />
canto intitolato “Cent’anni a Pompei”,<br />
scritto per l’occorrenza da Mons. Baldassarre<br />
Cuomo e musicato dal M° Federico.<br />
Quindi è intervenuto il Vescovo<br />
Prelato di Pompei, Mons. Carlo Liberati,<br />
che con commozione ha ricordato<br />
gli sforzi compiuti dal Beato perché<br />
fosse pienamente realizzata la volontà<br />
di Dio a Pompei.<br />
L’intervento del Sindaco della città,<br />
Avv. Claudio D’Alessio, è stato, invece,<br />
incentrato sul ricordo degli anni di gioventù,<br />
quando, frequentando presso l’Istituto<br />
le Scuole Elementari, ha potuto<br />
personalmente confrontarsi con il metodo<br />
pedagogico dei Fratelli e fare propri<br />
i valori da essi propugnati nell’insegnamento.<br />
A seguire il breve, ma significativo,<br />
saluto del Superiore Generale dei Fratelli,<br />
Alvaro Rodriguez Echeverría, accompagnato<br />
dal Consigliere Generale,<br />
Juan Pablo Martín, che ha sottolineato<br />
IL ROSARIO E LA NUOVA POMPEI – 7–<br />
ANNO <strong>123</strong> - N. 3 - <strong>2007</strong> [103]
con la sua presenza la rilevanza dell’evento<br />
in corso ed ancor più del particolare<br />
momento di transizione che si<br />
appresta a vivere l’Istituto, in ragione dei<br />
mutamenti normativi intervenuti.<br />
Come non menzionare poi i saluti calorosi<br />
fatti pervenire dal Presidente della<br />
Repubblica, Giorgio Napolitano, che<br />
ha avuto parole di stima profonda per il<br />
servizio prestato dai Fratelli, nonché quelli<br />
partecipati dal Ministro della Giustizia<br />
Clemente Mastella, che ha fatto menzione<br />
dei ricordi ancora vividi che lo<br />
legano ai Fratelli, in ragione della sua esperienza<br />
di studio e di fede vissuta presso<br />
il Collegio La Salle di Benevento, negli<br />
anni della gioventù.<br />
Il ciclo di relazioni si è aperto con le<br />
riflessioni del Visitatore Provinciale, Fratel<br />
Donato Petti, che ha focalizzato il te-<br />
ma sempre attuale dell’emergenza educativa.<br />
Le ricerche sociologiche confermano<br />
puntualmente la sostanziale difficoltà<br />
dei genitori di provvedere all’educazione<br />
dei propri figli, per un’imperante<br />
cultura edonistica, consumistica e relativistica,<br />
che si fa strada nel cuore delle<br />
giovani generazioni attraverso i mass<br />
media.<br />
Il dottor Pasquale Andria, Presidente<br />
del Tribunale per i Minorenni di Potenza,<br />
da esperto conoscitore delle dinamiche<br />
sociali che originano il disagio talvolta<br />
criminale dei giovani, ha sottolineato<br />
l’importante connessione, confermata<br />
da dati statistici, esistente tra le<br />
varie forme di delinquenza minorile e i<br />
deficit educativi, tra analfabetismo e devianza.<br />
La risposta organizzata da parte<br />
dello Stato in termini di sanzione, sep-<br />
pure informata oggi ai principi della funzione<br />
rieducativa e risocializzativa della<br />
pena, è di per sé insufficiente: da qui l’irrinunciabile<br />
validità ed efficacia dell’attività<br />
educativa parallelamente svolta da<br />
agenzie sociali specifiche, tra le quali rivestono<br />
tradizionalmente una particolare<br />
importanza gli istituti diretti dai Fratelli<br />
delle Scuole Cristiane.<br />
Una pausa musicale offerta dal quintetto,<br />
composto da clarinetto ed archi,<br />
diretto dal M° clarinettista Mauro Caturano,<br />
insegnante presso l’Istituto, ha<br />
intrattenuto i presenti con l’Opera 34 in<br />
SI Bemolle di Carl Maria von Weber.<br />
Nella seconda parte del convegno<br />
hanno preso la parola altri rappresentanti<br />
della congregazione lasalliana. Fratel<br />
Mario Presciuttini ha offerto una panoramica<br />
storica sui contatti intercorsi tra<br />
i Fratelli ed il Beato dal 1894 fino al<br />
1926, anno della sua morte. Un intenso<br />
carteggio epistolare prima, sfociato,<br />
poi, nell’assiduità quotidiana di relazioni<br />
personali con i Carissimi, intessute<br />
di reciproche attestazioni di stima,<br />
che avrebbero dapprima condotto i Fratelli<br />
al conferimento al Longo del titolo<br />
di affiliazione all’Istituto dei Fratelli<br />
delle Scuole Cristiane, e poi il Beato, in<br />
occasione del quindicesimo anniversario<br />
dell’arrivo a Pompei della Famiglia<br />
Lasalliana, ad osservare, con sincero<br />
ed inalterato trasporto, come: “... in quest’ammirabile<br />
Ordine tutte le competenze<br />
magisteriali, tutte le abilità educatrici,<br />
sono fuse insieme con lo zelo e l’amore<br />
che sono propri dell’apostolato cristiano”.<br />
E più oltre: “I Fratelli delle Scuole<br />
Cristiane svolsero meravigliosamente i<br />
IL ROSARIO E LA NUOVA POMPEI – 8–<br />
ANNO <strong>123</strong> - N. 3 - <strong>2007</strong> [104]<br />
La mostra del centenario<br />
Nell ambito delle manifestazioni celebrative<br />
per il primo Centenario della presenza dei Fratelli<br />
delle Scuole Cristiane a Pompei, stata programmata,<br />
per il prossimo mese di maggio, una<br />
mostra di testimonianze offerte da quanti sono<br />
in possesso di ricordi, foto, oggetti e documenti<br />
vari.<br />
La consegna del materiale documentario, di<br />
cui la Direzione assicura la massima cura, deve<br />
avvenire non oltre il 31marzo <strong>2007</strong>.<br />
Per informazioni rivolgersi a:<br />
FRATEL FILIPPO RIZZO<br />
Via Sacra, 39 - 80045 Pompei (NA)<br />
Tel. 0818631177 - Fax 081 8634156<br />
Prof. LUIGI AVELLINO<br />
Via S. Abbondio, 53 - 80045 Pompei (NA)<br />
Tel. 081 859.91.19<br />
capisaldi del nostro programma educativo<br />
e li perfezionarono sposandoli al loro<br />
metodo due volte secolare”.<br />
Un ex Direttore dell’Istituto, Fratel<br />
Rodolfo Meoli, ha curato un’assai puntuale<br />
raccolta di dati statistici relativi<br />
alla secolare presenza dei Fratelli a<br />
Pompei e dei numerosi laici da sempre<br />
orbitanti intorno all’Istituto. Così, passando<br />
in rassegna i dati raccolti da<br />
Fratel Rodolfo, possiamo considerare il<br />
numero di anni che tutti i Fratelli passati<br />
per Pompei, italiani, ma anche francesi,<br />
tedeschi, austriaci, greci ed eritrei<br />
perfino, hanno complessivamente dedicato<br />
all’Istituto, ben 2.313, oppure scorrere<br />
i nomi dei 22 Direttori che si sono<br />
succeduti dal 1907 ad oggi, o dei Fratelli<br />
che hanno superato i 25 anni di permanenza<br />
a Pompei, fino al nome di Fra-<br />
Sopra, nell’intermezzo musicale tra la<br />
prima e la seconda parte del Convegno,<br />
il “Quartetto d’archi” diretto dal M° Mauro<br />
Caturano, esegue, il “Quintetto<br />
in SI Bemolle. Opera 34 per clrarinette<br />
quartetto d’archi” di Carl Maria von Weber.<br />
Nella pagina a fianco, in alto, il “Coro<br />
Pompeiano”, diretto dal M° Don Franco<br />
Di Fuccia, esegue il “Te Deum”<br />
di Lorenzo Perosi e l’inno “Cent’anni<br />
a Pompei” scritto per l’occasione.<br />
In basso, da sinistra, durante il loro<br />
intervento: Fr. Donato Petti, Visitatore<br />
della Provincia Italia, il Dott. Pasquale<br />
Andria, Presidente del Tribunale<br />
per i Minorenni di Potenza,<br />
Fr. Mario Presciuttini, esperto di studi<br />
lasalliani e di catechetica, e Fr. Rodolfo<br />
Meoli, Postulatore Generale della<br />
Congregazione e Procuratore presso<br />
la Santa Sede, già Direttore dell’Istituto<br />
di Pompei dal 1983 al 1991.<br />
tel Ubaldo Narcisi, che ha dedicato ben<br />
51 anni della sua vita ai ragazzi ospitati<br />
presso l’opera di carità longhiana.<br />
Come non considerare, infine, alcuni<br />
Direttori che tanto bene hanno fatto<br />
alla città di Pompei, che conserva grata<br />
la memoria dei meriti civili da essi conseguiti:<br />
Fratel Adriano Celentano, il cui<br />
nome è legato principalmente al conseguimento<br />
del titolo di Comune, nel 1928,<br />
merito che gli sarebbe valso il conferimento<br />
della cittadinanza onoraria, l’intitolazione<br />
di una strada e di una scuola e<br />
l’erezione di un monumento; Fratel Costanzo<br />
Daudet, architetto, autore del progetto<br />
per il completamento dell’interno<br />
della Cappella e del Teatro dell’Istituto,<br />
ideatore del monumento ai Caduti, tuttora<br />
nella Piazza Bartolo Longo e dell’attuale<br />
stemma della città di Pompei;<br />
Fratel Regolo Battaglini, autore di numerosi<br />
inni e poesie dedicati alla Madonna,<br />
al Beato e alla città di Pompei;<br />
Fratel Nicolino Sicignano, cittadino pompeiano,<br />
organista del Santuario fin dalla<br />
giovanissima età.<br />
L’intervento di chiusura è stato affidato<br />
a Fratel Bartolo Parisi, attuale Direttore,<br />
che ha esposto le attività oggi<br />
svolte nel Centro. La proposta formativa<br />
si articola su due livelli: la Scuola<br />
Cattolica che, in consonanza perfetta<br />
con lo spirito lasalliano, mira all’educazione<br />
integrale della persona umana, curandola<br />
in ogni bisogno e aiutandola in<br />
tutte le sue manifestazioni, senza distinzione<br />
alcuna tra i diversi ceti sociali, se<br />
non nel senso della gratuità dei servizi<br />
offerti ai più bisognosi; il “Centro Diurno<br />
Polifunzionale” esprime, invece, al<br />
meglio la sintesi degli ideali educativi<br />
pensati dal Beato e dal santo Curato di<br />
Reims.<br />
La chiusura dei convitti a partire dal<br />
31 dicembre 2006, disposta dalla Legge<br />
149/2001, ha rappresentato una nuova<br />
importante sfida per i Fratelli e per la Delegazione<br />
Pontificia che, con formidabile<br />
unità di intenti, si sono predisposti ad<br />
affrontarla con una sollecitudine che ha<br />
consentito loro di anticiparsi sui tempi<br />
dettati dalla legislazione nazionale. Così<br />
l’inizio dell’anno scolastico 2006/07<br />
ha coinciso con l’iscrizione e la contestuale<br />
diuturna frequentazione al Centro<br />
Educativo di circa cento ragazzi, di età<br />
compresa tra i 5 ed i 18 anni, normalmente<br />
provenienti da situazioni familiari<br />
difficili.<br />
Ad multos annos Fratelli carissimi!<br />
IL ROSARIO E LA NUOVA POMPEI – 9–<br />
ANNO <strong>123</strong> - N. 3 - <strong>2007</strong> [105]
La basilica vaticana<br />
ha compiuto<br />
cinquecento anni.<br />
Una mostra allestita<br />
nel Braccio di<br />
Carlo Magno<br />
ne racconta la<br />
meravigliosa storia<br />
di arte e di fede.<br />
Tutto ebbe inizio da due buche su<br />
una collina di periferia. La buca vicino<br />
allo stadio nella tenuta di Nerone<br />
sul Vaticano, dove duemila anni fa<br />
fu deposto il corpo martirizzato dell’Apostolo<br />
Pietro, intorno alla quale Costantino<br />
costruì la prima basilica in suo onore,<br />
e quella, poco distante dalla tomba<br />
petrina, nella quale Papa Giulio II, il 18<br />
aprile 1506, pose la prima pietra, contrassegnata<br />
da una croce, dell’enorme chiesa<br />
che ammiriamo adesso, avendo deciso di<br />
demolire l’altra perché alcune parti stavano<br />
andando in rovina. Alla costruzione<br />
del nuovo San Pietro lavorarono i più illustri<br />
architetti e artisti del Rinascimento<br />
e del Barocco, impegnati nell’arduo compito<br />
di coniugare l’altezza del loro genio<br />
con la limitatezza dei mezzi e delle risorse,<br />
senza mai dimenticare che ogni particolare<br />
della costruzione avrebbe dovuto<br />
sempre valorizzare la memoria dell’Apostolo<br />
e rispondere alle esigenze liturgiche<br />
e al flusso dei pellegrinaggi.<br />
Il cinquecentenario di questa straordinaria<br />
impresa artistica e religiosa è stato<br />
ricordato in Vaticano con convegni, concerti,<br />
emissioni di francobolli e monete<br />
e con l’interessante mostra “Petros eni -<br />
Pietro è qui” (iscrizione graffita su un minuscolo<br />
frammento d’intonaco del luogo<br />
della tomba di Pietro), allestita dalla<br />
Fabbrica di San Pietro (l’Ente che tuttora<br />
cura la manutenzione della Basilica) nel<br />
Braccio di Carlo Magno, appena conclusa.<br />
«Non c’è niente al mondo che sia anche<br />
lontanamente paragonabile al San Pietro<br />
in Vaticano. Oggi come ieri e forse<br />
oggi più di ieri, la vista del colonnato e<br />
della cupola “t’intontisce e te fa perde<br />
er fiato”, per dirla con le parole del poeta<br />
romano Gioacchino Belli. Eppure tutto<br />
è nato dal modesto manufatto funerario<br />
che certifica essere qui, sotto i nostri<br />
piedi, in asse con la cupola di Michelangelo,<br />
la tomba del Principe degli Apostoli»,<br />
spiega il curatore della rassegna, il<br />
noto sovrintendente e storico dell’arte Antonio<br />
Paolucci.<br />
Divisa in sezioni, la mostra ha presentato<br />
per prima la storia della costruzione<br />
dell’attuale Basilica con opere d’arte,<br />
documenti, disegni, progetti e modelli<br />
dove si rincorrono i nomi di grandi maestri:<br />
Donato Bramante, Giuliano e Antonio<br />
da Sangallo, Raffaello, Baldassarre<br />
Peruzzi, Michelangelo, il Vignola, Giacomo<br />
della Porta, Domenico Fontana, Carlo<br />
Maderno e Gian Lorenzo Bernini. Si è<br />
cercato di estrarre dagli archivi anche i<br />
ricordi del carattere, degli ideali e pure<br />
delle debolezze degli uomini che fecero<br />
San Pietro. Così, continua Paolucci «ci<br />
sono le testimonianze dell’immenso edificio<br />
in corso d’opera... ci sono anche i<br />
documenti dei contrasti, delle polemiche,<br />
delle invidie, delle gelosie. C’è una lettera<br />
nella quale un Michelangelo ormai ottantasettenne<br />
ma ancora polemico e combattivo,<br />
esprime la sua dura protesta contro<br />
i deputati della Fabbrica che si ostinano<br />
a non voler pagare un suo incaricato.<br />
In un’altra il Buonarroti si rivolge, irato e<br />
scoraggiato, ad un monsignore di Curia.<br />
Il cantiere della cupola è abbandonato, da<br />
mesi operai e sorveglianti non ricevono<br />
un soldo. “Io non ho il modo di dar loro<br />
l’usata provvigione”, scrive, mentre incuria<br />
e degrado rischiano di guastare quello<br />
che fino ad ora si è fatto».<br />
Come si vede, anche la costruzione<br />
della Basilica di San Pietro soffrì i problemi<br />
tipici dei grandi lavori pubblici di<br />
IL ROSARIO E LA NUOVA POMPEI – 10 –<br />
ANNO <strong>123</strong> - N. 3 - <strong>2007</strong> [106]<br />
Buon co c ompleanno<br />
San n Pietro<br />
ogni epoca: scarsità di denaro e intoppi<br />
burocratici. Insieme con denunce e ripicche:<br />
lo stesso Michelangelo (che ottenne<br />
la direzione dei lavori all’inizio del 1547,<br />
a 71 anni, conservandola fino alla morte,<br />
nel 1564) fu accusato di voler distruggere<br />
il lavoro degli altri e caricare l’amministrazione<br />
di troppi costi aggiuntivi.<br />
«Per fortuna Paolo III trattò in malo<br />
modo i deputati confermando tutta la sua<br />
fiducia a Michelangelo. Non avesse fatto<br />
niente altro di buono Papa Farnese - nota<br />
ancora il Prof. Paolucci - basterebbe questa<br />
sua provvidenziale determinazione in<br />
favore del Buonarroti, per meritargli la<br />
gratitudine eterna dei posteri. Tutto ciò ci<br />
fa capire di quanta fatica e di quanta tenacia<br />
(non solo fatica d’arte e di genio)<br />
ha avuto bisogno la Basilica perché la<br />
cupola coprisse Roma della sua ombra e<br />
il colonnato del Bernini abbracciasse il<br />
mondo».<br />
Un’altra parte della mostra ha riunito<br />
interessanti reperti di ciò che precedette<br />
la Basilica michelangiolesca, vale a dire<br />
la Basilica di Costantino e, prima ancora,<br />
la necropoli romana nella quale fu sepolto<br />
l’Apostolo, tuttora visitabile al di sotto<br />
delle attuali “tombe dei Papi”. L’antica<br />
struttura «univa culto liturgico e funerario<br />
come unisona espressione di devozione<br />
da parte dei fedeli attorno alla memoria<br />
apostolica», ha scritto sull’ampio<br />
catalogo la Dottoressa Cristina Carlo-<br />
Stella, Capo Ufficio della Fabbrica di San<br />
Pietro. Più avanti ancora la mostra, esat-<br />
tamente come la Basilica, ha portato all’incontro<br />
diretto con Pietro: «Il percorso<br />
iconografico raggiunge il culmine nell’immagine<br />
potente del martirio di Pietro<br />
del Caravaggio, che... richiede... una risposta<br />
di contemplazione, di silenzio, di<br />
raccoglimento. Con questa immagine si<br />
invita il visitatore a comprendere il messaggio<br />
principale della memoria apostolica,<br />
la testimonianza di fede fino al martirio».<br />
È un segno che da duemila anni conduce<br />
verso Cristo milioni di anime. «Lungo<br />
i secoli e fino ai nostri giorni questa<br />
tradizione devozionale incessante ha condotto<br />
migliaia di pellegrini: schiavi, liberti,<br />
imperatori, regnanti e capi di governo<br />
di nazioni potenti, poveri e ricchi, poeti e<br />
artisti, scrittori e analfabeti, Santi e Beati<br />
a rendere omaggio alla testimonianza di<br />
Pietro e al suo ruolo di primato nella Chiesa.<br />
Si sono volute proporre le testimonianze<br />
di tre esempi di santità note non<br />
solo alla Chiesa ma al mondo intero - San<br />
Francesco di Assisi, Santa Teresa di Lisieux,<br />
Beata Madre Teresa di Calcutta -<br />
accorsi qui, su questo luogo sacro, in un<br />
momento particolare della loro vita spirituale<br />
per trovare la forza di iniziare la propria<br />
missione di servizio e di amore verso<br />
il prossimo. Questo è in effetti il messaggio<br />
principale che la Mostra desidera lasciare<br />
in ogni cuore come il vero annuncio<br />
di accoglienza e di pace offerto dalla<br />
Basilica al mondo in questa celebrazione<br />
del suo V centenario, annuncio che diviene<br />
eloquente... tramite le due forme straordinarie<br />
che la distinguono, la cupola michelangiolesca<br />
e l’abbraccio berniniano».<br />
Non bisogna dimenticare, infatti, che<br />
la Basilica di San Pietro è prima di tutto<br />
una chiesa viva. Costruita in grandi dimensioni<br />
non per far sfoggio di potenza<br />
ma per accogliere nel tempo grandi gruppi<br />
di pellegrini. Al di là della confusione<br />
prodotta talvolta dall’enorme numero di<br />
turisti, San Pietro resta un luogo di preghiera<br />
che, come ricorda il suo Arciprete<br />
Monsignor Angelo Comastri, «non è soltanto<br />
la casa di tutti i cattolici, bensì la casa<br />
dell’intera umanità, in quanto il Papa di<br />
Roma è riconosciuto come punto comune<br />
di riferimento morale. Oggi il nostro impegno<br />
pastorale è rivolto a far percepire a<br />
tutti quelli che vi entrano che si tratta di<br />
un luogo sacro, nel quale l’arte non è fine<br />
a se stessa, ma nasce e si fonda nel bisogno<br />
di esprimere la bellezza della fede.<br />
Per questo un’area specifica della Basilica<br />
è stata destinata per le confessioni e<br />
per l’Adorazione Eucaristica, in modo da<br />
ricondurre al suo significato primario questo<br />
edificio cui tutto il mondo guarda».<br />
■ di DARIO BUSOLINI<br />
IL ROSARIO E LA NUOVA POMPEI – 11 –<br />
ANNO <strong>123</strong> - N. 3 - <strong>2007</strong> [107]
» Sono<br />
La Madonna di Pompei nel Mondo<br />
trascorsi due anni, da<br />
quando il Vescovo di Pompei,<br />
Mons. Carlo Liberati, mi ha<br />
nominato responsabile della<br />
«Missione Mariana del Rosario»,<br />
compito che, malgrado la mia<br />
pochezza, ho cercato sempre di<br />
realizzare al meglio.<br />
Posso testimoniare, con profonda<br />
commozione, che l’esperienza fatta<br />
in questo periodo è stata quella, non<br />
In Brasile e in Argentina<br />
sulle orme di Maria<br />
di portare, ma di accompagnare<br />
l’«Icona Pellegrina della Madonna»,<br />
dove lei ha voluto.<br />
È lei, infatti, la Madre del Signore,<br />
la più tenera fra le madri, che ha<br />
ispirato le mie scelte, che ha guidato<br />
i miei passi, che ha sostenuto la fede<br />
e l’entusiasmo di quanti si sono<br />
immersi in questa grande e<br />
straordinaria avventura della<br />
missionaria.<br />
È con questo spirito che, tra il 14<br />
e il 30 novembre 2006, mi sono<br />
recato in Brasile prima e in Argentina<br />
poi, alla ricerca, in quelle terre<br />
lontane, della devozione alla<br />
Madonna del Rosario di Pompei,<br />
che i nostri connazionali emigrati<br />
portarono con sé e diffusero nei nuovi<br />
territori, quando, per mancanza di<br />
lavoro e di prospettive per il futuro,<br />
lasciarono le loro case, la propria<br />
terra, i propri cari e partirono alla<br />
ricerca di un avvenire migliore, che,<br />
purtroppo, non sempre hanno trovato.<br />
Ho condiviso questa esperienza<br />
missionaria con alcuni amici<br />
sacerdoti: don Giuseppe Esposito di<br />
Pompei, don Paolo D’Ambrosio,<br />
parroco e rettore del santuario della<br />
Madonna di Viggiano, patrona della<br />
Lucania, anch’egli in visita ad alcune<br />
comunità legate al suo santuario,<br />
accompagnato da don Antonio<br />
Arenella, parroco di Ruoti (PZ),<br />
e don Mario Galasso, Cappellano<br />
dell’ospedale di Potenza.<br />
Fin dai primi momenti del nostro<br />
arrivo in Brasile abbiamo costatato la<br />
grande povertà di questa terra.<br />
Tutto ciò che per noi è fin troppo<br />
scontato, come ad esempio un<br />
bicchier d’acqua, per i brasiliani,<br />
invece, è dono prezioso del Signore.<br />
Ho capito che quando noi europei<br />
parliamo delle «favelas», di povertà<br />
e di precarietà, non immaginiamo<br />
nemmeno lontanamente ciò di cui<br />
stiamo parlando.<br />
In quella parte del mondo, purtroppo<br />
non l’unica, la povertà è davvero<br />
grande: le strade sono solo sterrate,<br />
le baracche, fatte di lamiera e<br />
cartone, fungono da casa e in pochi<br />
metri quadrati sono costrette<br />
a vivere tante persone,<br />
per non parlare delle condizioni<br />
igieniche e della pochezza del cibo.<br />
Grazie ai Padri Discepoli, fondati<br />
da don Giovanni Minozzi e don<br />
Giovanni Semeria, che ci hanno<br />
ospitato con estrema cordialità nella<br />
loro casa di San Paolo, abbiamo<br />
SAN PAOLO<br />
DEL BRASILE.<br />
La chiesa di “Nossa<br />
Senhora do Rosario<br />
de Pompeia”.<br />
In alto e in basso,<br />
due scorci della<br />
Città: la modernità<br />
dei grattacieli<br />
e la povertà<br />
delle “favelas”.<br />
A destra, i nostri<br />
amici con alcuni<br />
sacerdoti della<br />
Congregazione<br />
dei Padri Discepoli<br />
davanti al Santuario<br />
Nazionale Mariano<br />
di “Nossa Senhora<br />
Aparecida”.<br />
IL ROSARIO E LA NUOVA POMPEI – 12 –<br />
ANNO <strong>123</strong> - N. 3 - <strong>2007</strong> [108]<br />
» La Madonna di Pompei nel Mondo<br />
visitato il Santuario Nazionale<br />
«Nossa Senhora Aparecida» dove, a<br />
maggio, si svolgerà la V Conferenza<br />
Generale dell’Episcopato latino<br />
americano. Abbiamo potuto costatare,<br />
visitando diverse comunità, che la<br />
missione esige un notevole impegno<br />
spirituale, fisico e organizzativo.<br />
Basti pensare, ad esempio, che ad<br />
un’unica parrocchia fanno capo<br />
trenta, se non quaranta, comunità<br />
cristiane, l’equivalente di una diocesi<br />
in Italia. Sui volti e negli occhi di<br />
quanti abbiamo incontrato nelle<br />
comunità abbiamo raccolto la gioia<br />
dell’essere cristiani, la cura con cui<br />
preparano e celebrano l’Eucaristia,<br />
l’entusiasmo e la vivacità delle loro<br />
liturgie e dei canti eseguiti.<br />
Recandoci a San Paolo, con sorpresa,<br />
fin dalle indicazioni stradali abbiamo<br />
letto sui cartelli un nome familiare:<br />
«Pompeia». Man mano che ci<br />
avviciniamo, notiamo che un intero<br />
quartiere reca questa denominazione:<br />
dal meccanico alla locanda, da un<br />
qualsiasi esercizio commerciale al<br />
nome di una strada, fino alla chiesa<br />
parrocchiale dedicata a «Nossa<br />
Senhora do Rosario de Pompeia».<br />
Ci sentiamo a casa, grazie all’amore<br />
dei nostri emigrati che hanno diffuso<br />
la devozione alla nostra Madonna.<br />
Ci affrettiamo ad entrare in chiesa.<br />
Al centro, in alto, c’è una statua della<br />
Madonna di Pompei (foto in alto).<br />
Sui lati, vetrate istoriate, che<br />
mostrano il beato Bartolo Longo e il<br />
Santuario di Pompei. La chiesa,<br />
situata in uno dei quartieri più grandi<br />
di San Paolo, è affidata alla cura<br />
pastorale dei Padri Camilliani, molto<br />
impegnati, peraltro, in una grande<br />
struttura ospedaliera che sorge proprio<br />
nei pressi della chiesa. Qui, abbiamo<br />
incontrato Padre Giovanni Inocente,<br />
il vicario parrocchiale (il parroco era<br />
assente per motivi di salute) che è<br />
stato ben lieto di riceverci e di<br />
iniziare un rapporto di amicizia e di<br />
collaborazione. Negli altri giorni di<br />
permanenza in Brasile, abbiamo<br />
visitato altre comunità ed incontrato<br />
tanti italiani che, nonostante la<br />
distanza, il tempo trascorso lontano<br />
dall’Italia e le prove della vita, sono<br />
rimasti legati al nostro santuario e ci<br />
seguono attraverso la nostra rivista de<br />
«Il Rosario e la Nuova Pompei».<br />
Con particolare gioia ed affetto,<br />
ricordiamo la visita alla grande<br />
«Mariapoli Ginetta», sita nella<br />
periferia di San Paolo, dove abbiamo<br />
vissuto un intenso momento di<br />
fraternità e di profonda spiritualità<br />
mariana con i Focolarini, ricordando<br />
la comune ispirazione alla spiritualità<br />
del Rosario, rilanciata dal venerato<br />
Pontefice Giovanni Paolo II,<br />
nell’<strong>Anno</strong> del Rosario.<br />
IL ROSARIO E LA NUOVA POMPEI – 13 –<br />
ANNO <strong>123</strong> - N. 3 - <strong>2007</strong> [109]
»<br />
La Madonna di Pompei nel Mondo<br />
Dal Brasile, il nostro pellegrinaggio<br />
prosegue alla volta dell’Argentina,<br />
dove, ancora una volta, restiamo<br />
stupiti. A Buenos Aires, dire Pompei,<br />
o meglio Pompeya, vuol dire un<br />
grande Santuario dedicato alla<br />
Madonna del Rosario, dove ogni<br />
anno accorrono migliaia e migliaia<br />
di pellegrini e vuol dire una rivista<br />
la «Nueva Pompeya», proprio come<br />
in Italia, a Pompei.<br />
Nel Santuario, fondato nel 1900,<br />
al posto della Cappella risalente al<br />
1885, troneggia una stupenda statua<br />
della Madonna del Rosario, gli<br />
ambienti sono vasti, comodi per poter<br />
accogliere bene i devoti che da tutta<br />
la nazione vi accorrono in<br />
pellegrinaggio.<br />
Ci accoglie il giovane frate<br />
cappuccino Sauro Ceccarelli, Rettore<br />
del Santuario, felice di conoscerci e<br />
pronto ad intraprendere un cammino<br />
di amicizia e di collaborazione.<br />
Ci mostra, immediatamente, il<br />
programma pastorale del santuario<br />
e ci fornisce informazioni preziose:<br />
in Argentina vi sono oltre 60 chiese<br />
dedicate alla Madonna del Rosario<br />
di Pompei!<br />
Ci viene in mente quella parola del<br />
salmista che dice: “... come sono<br />
grandi Signore le tue opere”.<br />
Non ci saremmo mai aspettati di<br />
trovare tutto questo, accompagnato<br />
dall’affetto di tanti nostri<br />
connazionali, che si sono aperti ai<br />
BUENOS AIRES.<br />
Il negozio di articoli<br />
religiosi annesso al<br />
Santuario dedicato alla<br />
Madonna di Pompei.<br />
In basso, un chiostro<br />
del Santuario con una<br />
grande statua della<br />
Vergine del Rosario.<br />
Nella pagina a fianco,<br />
in basso, l’incontro con<br />
il Nunzio Apostolico,<br />
Mons. Adriano<br />
Bernardini.<br />
Nelle altre foto,<br />
testimonianze della<br />
diffusa devozione<br />
alla nostra Madonna<br />
e dell’uso del nome<br />
“Pompeya”.<br />
IL ROSARIO E LA NUOVA POMPEI – 14 –<br />
ANNO <strong>123</strong> - N. 3 - <strong>2007</strong> [110]<br />
» La Madonna di Pompei nel Mondo<br />
ricordi ormai sbiaditi dal tempo, ma<br />
ancora vivi nel cuore. In termini più<br />
personali, l’essere sacerdote di<br />
Pompei è stato quasi un<br />
lasciapassare. La Madonna è amata<br />
da tutti e le sono affezionati in modo<br />
viscerale. Tutto ciò mi ha fatto<br />
riscoprire più piccolo, inadeguato<br />
e indegno di poter vivere con un tale<br />
privilegio.<br />
L’incontro con il Nunzio Apostolico,<br />
Mons. Adriano Bernardini, è stato<br />
molto cordiale. Ci ha ricevuto e<br />
illuminato, con informazioni precise<br />
e dettagliate, sulla grande nazione<br />
argentina, grande e bella, ma non<br />
priva di problemi sociali ed<br />
economici. Anche lui ci ha<br />
confermato che in tutta la nazione<br />
ci sono molte chiese dedicate<br />
alla Madonna di Pompei, la cui<br />
devozione è davvero molto radicata.<br />
Negli ultimi giorni della nostra<br />
visita alle due grandi nazioni latinoamericane,<br />
abbiamo raggiunto,<br />
a circa 600 chilometri dalla capitale,<br />
San Carlos de Bolivar e la sua<br />
infinita pianura, per conoscere e<br />
salutare alcuni miei parenti emigrati.<br />
La gioia di rivedere alcuni volti<br />
conosciuti, ma quella ancor più<br />
grande di scoprire il volto di quelli<br />
mai incontrati, è stata davvero<br />
straordinaria e profondamente<br />
intima. È bello scoprire che<br />
nonostante le distanze i legami<br />
di sangue restano sempre forti:<br />
ho visitato le loro case, ho ascoltato<br />
le loro storie a volte ricostruite da<br />
ricordi fotografici e ho celebrato per<br />
loro e con loro l’Eucaristia.<br />
Quando, ormai, credevamo di aver<br />
concluso la parte ufficiale del<br />
viaggio-pellegrinaggio, la Madonna<br />
ci riservava un’ultima sorpresa. Mio<br />
cugino Rocchelio ci dice che, in un<br />
villaggio poco distante, c’è una<br />
cappella dedicata alla Madonna del<br />
Rosario di Pompei. Ci accompagna.<br />
Arrivati sul posto, chiediamo di<br />
visitarla. Il custode, un simpatico<br />
e anziano signore molto disponibile,<br />
apre la piccola cappella e inizia<br />
a raccontare quando e in che modo<br />
era stata costruita. Con gioia<br />
e commozione apprendo che<br />
due miei zii, Felice Marrese<br />
e Giuseppe Bellomo, titolari di una<br />
ditta edile avevano costruito<br />
quella piccola cappella.<br />
Ancora una volta, al termine di<br />
questo stupendo pellegrinaggio,<br />
sui passi della Vergine Maria,<br />
colei che senza nessuna remora o<br />
incertezza va verso coloro che hanno<br />
più bisogno di aiuto, come un giorno<br />
di circa duemila anni fece con la<br />
cugina Elisabetta, il mio cuore si apre<br />
alla preghiera e alla lode<br />
riconoscendo la grandezza delle<br />
opere di Dio.<br />
■ di ANTONIO MARRESE<br />
IL ROSARIO E LA NUOVA POMPEI – 15 –<br />
ANNO <strong>123</strong> - N. 3 - <strong>2007</strong> [111]
L ’ufficio<br />
di “pastore”, a servizio<br />
dei fratelli, che Gesù gli aveva<br />
affidato secondo il Vangelo di<br />
Giovanni (21, 15-19), di fatto Pietro lo<br />
adempie, secondo la testimonianza del<br />
libro degli “Atti degli Apostoli”.<br />
Il “primo” fra gli Apostoli<br />
Fin dal principio, dopo l’ascensione<br />
di Gesù al cielo, egli prende le redini del<br />
piccolo gruppo degli Undici Apostoli, di<br />
cui si ripropone l’elenco, con sempre Pietro<br />
alla testa (At 1, 13-14).<br />
E il primo gesto che Pietro compie, è<br />
quello di proporre la “elezione” di uno che<br />
prendesse il posto di Giuda, che aveva<br />
tradito, in modo da ricomporre il numero<br />
dei “Dodici”: “Bisogna dunque che tra<br />
coloro che ci furono compagni per tutto<br />
il tempo in cui il Signore Gesù ha vissuto<br />
in mezzo a noi, incominciando dal battesimo<br />
di Giovanni fino al giorno in cui è<br />
stato di tra noi assunto in cielo, uno divenga,<br />
insieme a noi, testimone della risurrezione”(At<br />
1, 21-22).<br />
Sappiamo che ne furono proposti due<br />
che si trovavano in questa condizione, e<br />
fra questi la sorte cadde su Mattia, “che<br />
fu associato agli Undici Apostoli” (At 1,<br />
26). Non era la magia del numero che si<br />
ricercava, ma la capacità di poter rendere<br />
“testimonianza” piena “per tutto il tempo”<br />
in cui Gesù è vissuto in mezzo ai suoi.<br />
Dopo, infatti, il numero “dodici” non avrà<br />
più senso.<br />
Il “cinquantesimo” giorno dopo Pasqua,<br />
quando si celebrava la Pentecoste,<br />
avvenne la misteriosa irruzione dello Spirito<br />
sul gruppo dei Dodici: “Apparvero<br />
loro lingue come di fuoco che si dividevano<br />
e si posarono su ciascuno di loro; ed<br />
essi furono ripieni di Spirito Santo e cominciarono<br />
a parlare in altre lingue, come<br />
lo Spirito dava loro il potere di esprimersi”<br />
(At 2, 3-4).<br />
Davanti alla eccezionalità del fatto,<br />
che in parte rimane misteriosa anche per<br />
UOMINI E DONNE NELLA BIBBIA<br />
San Pietro «capo»<br />
della primitiva chiesa<br />
■ di SETTIMIO CIPRIANI<br />
noi, è ancora Pietro che prende la parola<br />
per spiegare il fatto. E lo spiega facendolo<br />
risalire alla “potenza” del Cristo, che<br />
voi, dice ai Giudei, “avete inchiodato sulla<br />
croce ed avete ucciso”. Orbene, “questo<br />
Gesù Dio l’ha risuscitato e noi tutti ne<br />
siamo testimoni. Innalzato pertanto alla destra<br />
di Dio e dopo aver ricevuto dal Padre<br />
lo Spirito Santo, che egli aveva promesso,<br />
lo ha effuso, come voi stessi potete vedere<br />
e udire” (At 2, 29.32-33).<br />
Pietro guarisce uno storpio<br />
Qualche tempo dopo, troviamo ancora<br />
Pietro, in compagnia di Giovanni, che<br />
va al tempio per pregare. È qui che incontra<br />
un povero storpio, che domandava<br />
l’elemosina a coloro che entravano per<br />
pregare. Pietro, mosso a compassione, si<br />
china sullo storpio e gli dice: “Non possiedo<br />
né oro né argento, ma quello che ho<br />
te lo do: nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno,<br />
cammina! (At 3, 6)”.<br />
Anche qui è ancora Pietro che, alla folla<br />
subito accorsa per il fatto straordinario,<br />
si rivolge dicendo: “Uomini d’Israele, perché<br />
vi meravigliate di questo e continuate<br />
a fissarci come se per nostro potere e<br />
nostra pietà avessimo fatto camminare questo<br />
uomo? (At 3, 12)”.<br />
Quindi prosegue dichiarando che è solo<br />
«nel nome di Gesù che lo storpio è<br />
stato guarito: “Proprio per la fede riposta<br />
in lui, il nome di Gesù ha dato vigore a<br />
quest’uomo che voi vedete e conoscete: la<br />
fede in lui ha dato a quest’uomo la perfetta<br />
guarigione alla presenza di tutti noi”»<br />
(At 3, 16). Perciò li invita tutti alla “conversione”<br />
e alla fede in Gesù di Nazaret.<br />
Pietro e Giovanni in prigione<br />
Sopravvenuti i sacerdoti e i sadducei,<br />
e sentendoli parlare di Gesù risorto dai morti,<br />
li fecero arrestare fino al giorno seguente,<br />
con l’accusa di sobillare la gente.<br />
Anche qui è sempre Pietro che, “pieno<br />
di Spirito Santo”, risponde con corag-<br />
gio: “Capi del popolo e anziani...: nel nome<br />
di Gesù Cristo il Nazareno, che voi<br />
avete crocifisso e che Dio ha risuscitato<br />
dai morti, costui vi sta innanzi sano e salvo...<br />
In nessun altro c’è salvezza; non vi<br />
è infatti altro nome dato agli uomini sotto<br />
il cielo nel quale è stabilito che possiamo<br />
essere salvati” (At 4, 8.10-12).<br />
Davanti a tanta fermezza e anche davanti<br />
alla evidenza del miracolo, li rimandarono<br />
liberi ingiungendo però loro<br />
di “non parlare assolutamente né di insegnare<br />
nel nome di Gesù” (At 4, 18), ottenendo<br />
però il netto rifiuto dei due Apostoli:<br />
“Se sia giusto innanzi a Dio obbedire<br />
a voi più che a lui, giudicatelo voi stessi;<br />
noi non possiamo tacere quello che abbiamo<br />
visto e ascoltato”(At 4, 19-20).<br />
Nel frattempo succede l’episodio di<br />
Anania e Saffira, una coppia di coniugi<br />
che, per apparire generosi, vendettero un<br />
podere, trattenendosi però metà del ricavato,<br />
mentendo sul prezzo effettivo della<br />
vendita. Pietro però si rende conto dell’inganno,<br />
che di fatto viene punito con la<br />
morte dei due coniugi mentitori.<br />
“Bisogna obbedire a Dio<br />
piuttosto che agli uomini”<br />
Intanto la “parola di Dio” si diffondeva<br />
sempre di più, per cui gli Apostoli furono<br />
di nuovo fatti arrestare. Liberati miracolosamente,<br />
si misero ancora una volta<br />
a predicare, ad insaputa del sinedrio.<br />
È a questo punto che vengono ancora<br />
presi in custodia e sottoposti a giudizio.<br />
Ancora per primo Pietro, insieme agli altri<br />
Apostoli, rispose: “Bisogna obbedire a<br />
Dio piuttosto che agli uomini”, attirandosi<br />
la collera di tutto il sinedrio, che voleva<br />
addirittura “condannarli a morte” (At<br />
5, 29.31).<br />
Se nonché interviene un autorevole<br />
membro del sinedrio a salvarli, di nome<br />
Gamaliele, con un discorso molto sensato:<br />
“Non occupatevi di questi uomini e lasciateli<br />
andare. Se infatti questa teoria o<br />
IL ROSARIO E LA NUOVA POMPEI – 16 –<br />
ANNO <strong>123</strong> - N. 3 - <strong>2007</strong> [112]<br />
questa attività è di origine umana, verrà distrutta;<br />
ma se essa viene da Dio, non riuscirete<br />
a sconfiggerli: non vi accada di trovarvi<br />
a combattere contro Dio” (At 5, 38-<br />
39).<br />
Il discorso ebbe un qualche ascolto:<br />
di fatto, pur dopo averli fustigati, li rimandarono<br />
liberi. Ed essi uscirono dal sinedrio<br />
“lieti di essere stati oltraggiati per<br />
amore del nome di Gesù” (At 5, 41).<br />
Pietro in missione fuori di Gerusalemme<br />
Dopo questi episodi Pietro esce un<br />
po’ di scena, mentre incomincia ad emergere<br />
un’altra grande figura: quella di Paolo,<br />
già persecutore dei cristiani ed ora discepolo<br />
infaticabile di Cristo.<br />
Essendosi nel frattempo dilatata<br />
la Chiesa, in tutta la Palestina<br />
ed oltre, ritroviamo Pietro<br />
in visita ad alcune di queste nuove<br />
comunità: forse come missionario<br />
o, anche, come “responsabile”<br />
del buon ordine di tutte le<br />
chiese.<br />
Così, lo ritroviamo prima a<br />
Lidda, dove guarisce anche un<br />
paralitico (At 9, 32-35); quindi a<br />
Giaffa, dove compie un miracolo<br />
ancora più grande, risuscitando<br />
da morte una pia discepola, di nome<br />
Tabità, che “abbondava in opere<br />
buone e faceva molte elemosine”<br />
(At 9, 36-42).<br />
E proprio mentre si intratteneva<br />
a Giaffa annunciando il Vangelo,<br />
capitò un fatto straordinario<br />
che coinvolse Pietro e gli aprì le<br />
vie per la evangelizzazione ai pagani.<br />
Pietro e il centurione Cornelio<br />
Ecco come andarono le cose.<br />
“C’era in Cesarea un uomo<br />
di nome Cornelio, centurione della<br />
coorte Italica, uomo pio e timorato<br />
di Dio con tutta la sua famiglia;<br />
faceva molte elemosine al popolo e pregava<br />
sempre Dio” (At 10, 1-2). In visione<br />
gli apparve un angelo, che lo esortava a<br />
mandare dei servi a Giaffa per invitare<br />
“un certo Simone, detto anche Pietro”, a<br />
casa sua (At 10, 5).<br />
Una analoga visione, proprio nello stesso<br />
tempo, anche più complicata, era apparsa<br />
a Pietro. Per ben tre volte aveva visto<br />
calarsi dal cielo una tovaglia grande,<br />
sostenuta ai quattro lati, contenente “ogni<br />
sorta di quadrupedi e rettili della terra e<br />
uccelli del cielo” (At 10, 12), con l’invito<br />
a mangiarli. Se nonché Pietro si rifiuta inorridito,<br />
perché erano animali “immondi”<br />
per un Giudeo come lui: “No davve-<br />
ro, Signore, poiché io non ho mai mangiato<br />
nulla di profano e di immondo” (At<br />
10, 14).<br />
Al termine di questa strana, e per lui<br />
incomprensibile visione, ecco che bussano<br />
alla sua porta gli inviati di Cornelio<br />
che lo invitano a Cesarea, per incontrare<br />
il loro padrone. E Pietro va, non ancora<br />
consapevole di quello che sarebbe potuto<br />
accadere.<br />
Accolto con tutti gli onori dal centurione<br />
romano, Pietro alla fine domanda:<br />
“Vorrei sapere per quale ragione mi avete<br />
fatto venire?” (At 10, 29).<br />
Il centurione allora gli racconta della<br />
“San Giovanni Evangelista e San Pietro”, particolare, di Albrecht<br />
Dürer, Alte Pinakothek, Monaco.<br />
visione che aveva avuto e di come l’angelo<br />
gli avesse indicato il suo nome: “Ora<br />
dunque tutti noi, al cospetto di Dio, siamo<br />
qui riuniti per ascoltare tutto ciò che<br />
dal Signore ti è stato ordinato” (At 10, 33).<br />
A questo punto Pietro capisce il senso<br />
delle cose che erano accadute, ed è ben<br />
lieto di accogliere i primi pagani nella Chiesa:<br />
“In verità mi sto rendendo conto che<br />
Dio non fa preferenze di persone, ma chi<br />
lo teme e pratica la giustizia, a qualunque<br />
popolo appartenga, è a lui accetto” (At<br />
10, 34-35).<br />
Lo Spirito Santo, che scese abbondantemente<br />
su di loro mentre stava ancora<br />
parlando, pose il suo sigillo sull’operato<br />
di Pietro, che per questo venne addirit-<br />
tura contestato da alcuni cristiani giudaizzanti<br />
al suo ritorno a Gerusalemme (At<br />
11, 1-18).<br />
Pietro di nuovo in prigione<br />
Qui lo troviamo di nuovo attivo fin<br />
verso il 42-43, quando il re Erode Agrippa<br />
I scatenò una feroce persecuzione contro<br />
i cristiani, in cui fu vittima illustre l’Apostolo<br />
Giacomo, fratello di Giovanni.<br />
Ma anche Pietro rischiò di fare la stessa<br />
fine. Arrestato, fu messo in prigione,<br />
ben custodito da “quattro picchetti di quattro<br />
soldati ciascuno, col proposito di farlo<br />
comparire davanti al popolo dopo la<br />
Pasqua” (At 12, 4). Se nonché durante<br />
la notte miracolosamente, per opera<br />
di un angelo, riuscì ad evadere<br />
dalla prigione. Ripresosi dallo<br />
stupore, “si recò alla casa di<br />
Maria, madre di Giovanni detto<br />
Marco, dove si trovava un buon<br />
numero di persone raccolte in preghiera”,<br />
proprio per lui (At 12,<br />
12).<br />
Dopo aver bussato ripetutamente<br />
alla porta, perché si stentava<br />
a credere che fosse Pietro evaso<br />
dalla prigione, finalmente quelle<br />
persone si decisero ad aprire,<br />
rimanendo stupefatte per l’accaduto.<br />
«Egli allora, fatto cenno con<br />
la mano di tacere, narrò come il<br />
Signore lo aveva tratto fuori dal<br />
carcere, e aggiunse: “Riferite questo<br />
a Giacomo e ai fratelli”. Poi<br />
uscì e si incamminò verso un altro<br />
luogo”» (At 12, 17).<br />
Quale sia questo “luogo” non<br />
lo sappiamo e San Luca sembra<br />
che abbia interesse a non rivelarcelo:<br />
la ipotesi più probabile è<br />
che si tratti di Antiochia di Siria,<br />
dove lo ritroveremo in occasione<br />
di un aspro scontro con Paolo<br />
(Gal 2, 11-14).<br />
La sua ultima comparsa l’abbiamo per<br />
la circostanza del così detto “concilio di<br />
Gerusalemme”, in cui si decise che non si<br />
dovesse imporre l’obbligo della circoncisione<br />
per i cristiani che provenivano dal<br />
paganesimo.<br />
È ancora Pietro che fa il discorso decisivo,<br />
là dove afferma: “Noi crediamo che<br />
per la grazia del Signore Gesù siamo salvati<br />
noi e nello stesso modo anche loro (i<br />
pagani)” (At 15, 11).<br />
Dopo questo, di Pietro il Nuovo Testamento<br />
non ci dice più nulla. Solo la<br />
tradizione successiva, a incominciare da<br />
Clemente Romano, ci dice che Pietro è<br />
davvero venuto a Roma, dove è stato ucciso<br />
nella persecuzione neroniana (67-68).<br />
IL ROSARIO E LA NUOVA POMPEI – 17 –<br />
ANNO <strong>123</strong> - N. 3 - <strong>2007</strong> [113]
Maria, questi ragazzi<br />
“Ciao don Giosy, sono E., ho 25 anni<br />
e ti scrivo da una città visitata recentemente<br />
dalla Missione della Madonna del<br />
Rosario di Pompei. Ho assistito al tuo<br />
Concerto. Ci hai inondato di gioia. Ho<br />
capito che siamo tutti chiamati a essere<br />
ALTER CHRISTUS, mentre, soprattutto<br />
noi giovani, siamo ALTER EGO”.<br />
Il tuo E<br />
Amico mio E.,<br />
ho sempre pensato che i miei concerti<br />
non sono miei. La gente e, soprattutto i<br />
giovani, hanno bisogno di scintille di Lui<br />
che mettano fuoco al cuore. E poi credo<br />
che voi ragazzi siete per me il concerto<br />
più grande e più bello che possa esistere<br />
sulla terra.<br />
Se quella sera la Madonna di Pompei<br />
ci ha fatti incontrare nella gioia e ti ha acceso<br />
l’anima, sono davvero felice.<br />
Hai capito bene: siamo chiamati a essere<br />
Lui, a essere Gesù.<br />
Avevo 19 anni e, nella mia ricerca dubbiosa<br />
di fede, mi venne davanti una frase<br />
di S. Paolo, che diceva pressappoco così:<br />
“Tu sei nato per essere conforme all’immagine<br />
di Gesù Cristo”.<br />
Fui sconvolto.<br />
Io chiamato a ripetere in me la personalità<br />
di Gesù e fare quello che Lui ha<br />
fatto!<br />
Non era una mia decisione, ma la<br />
Sua. È Cristo che ci ha ammessi a partecipare<br />
alla sua vita in modo così intimo,<br />
profondo e totale.<br />
Pensa il meraviglioso di ragazzi che<br />
cercano, in modo umile e semplice, di essere<br />
(non di atteggiarsi o scimmiottare…)<br />
il Gesù di sempre nell’oggi.<br />
È il battesimo che permette questa<br />
trasformazione dell’io nell’essere di Gesù.<br />
Forse non lo pensiamo troppo. Ma dovrebbe<br />
diventare… una fissa, quella di tendere<br />
alla trasformazione continua della nostra<br />
persona nella persona di Gesù.<br />
sono i tuoi figli<br />
■ di GIOSY CENTO<br />
I giovani siamo... ALTER EGO!!?<br />
Allora, dal Battesimo, nasce ogni vocazione.<br />
Ma l’importante è: su ogni strada<br />
vivere facendo come Gesù.<br />
Il Santo Padre Benedetto XVI ha espresso<br />
questo in modo meraviglioso per<br />
la Chiesa Italiana a Verona (vedi quanta<br />
sintonia tra te e il Papa: lui ha usato tante<br />
righe, il tuo è per me un SMS!...).<br />
Ecco le sue parole meravigliose, essenziali:<br />
«... questa trasformazione è opera<br />
di Dio e non nostra. Essa giunge a<br />
noi mediante la fede e il Sacramento del<br />
Battesimo, che è realmente morte e risurrezione,<br />
rinascita, trasformazione in una<br />
vita nuova. È ciò che rileva San Paolo<br />
nella lettera ai Galati: ‘Non sono più IO,<br />
ma Cristo vive in me’: È stata cambiata<br />
così la mia identità essenziale e io continuo,<br />
tramite il Battesimo, ad esistere soltanto<br />
in questo cambiamento. Il mio proprio<br />
IO mi viene tolto e viene inserito in<br />
un nuovo soggetto più grande, nel quale<br />
il mio IO c’è di nuovo, ma trasformato,<br />
purificato, aperto mediante l’inserimento<br />
nell’altro, nel quale acquista il suo nuovo<br />
spazio di esistenza...<br />
“IO, ma non più IO”: è questa la formula<br />
dell’esistenza cristiana fondata nel<br />
Battesimo... la formula della novità cristiana<br />
chiamata a trasformare il mondo»<br />
(Verona, 19 ottobre 2006)<br />
E allora, sai, mi sembra di non sentire<br />
più quella contrapposizione della quale<br />
tu mi parli: altro Cristo-alter Ego. Ma,<br />
con il Papa, metterei insieme le tue due<br />
espressioni così: essere Cristo significa essere<br />
un altro IO.<br />
Significa che dobbiamo darci molto da<br />
fare in una intensa vita spirituale di trasformazione<br />
del nostro essere e del nostro<br />
vivere.<br />
Don Giosy Cento<br />
IL ROSARIO E LA NUOVA POMPEI – 18 –<br />
ANNO <strong>123</strong> - N. 3 - <strong>2007</strong> [114]<br />
Semi di pace per<br />
progetti umanitari<br />
Caro don Giosy, sono venuta a conoscenza<br />
del tuo concerto alla Cattedrale<br />
de L’Avana, a Cuba, che è stato un vero<br />
successo. Mi fa piacere, a tale proposito,<br />
dirti che l’Associazione Umanitaria<br />
“SEMI DI PACE” di Tarquinia<br />
(VT), di cui io sono una volontaria, ha<br />
un progetto umanitario proprio a Cuba,<br />
attraverso il quale porta sorrisi a molte<br />
persone. È stato bello, per noi volontari,<br />
sentirci vicini a te e al tuo messaggio<br />
di pace. Per eventuali contatti, ti mando<br />
i nostri riferimenti.<br />
Associazione Umanitaria “Semi di pace”<br />
Alberata D. Alighieri, 29<br />
01016 Tarquinia (VT)<br />
semidipace@libero.it - Tel. 0766-842566<br />
La musica<br />
di un prete<br />
La sua musica è diventata la colonna<br />
sonora dei miei spostamenti in<br />
macchina e, anche quando sono triste,<br />
se ascolto la sua musica, mi<br />
viene voglia di lottare e di pregare.<br />
A volte, non capisco che senso ha la<br />
mia vita, che senso ha il mio soffrire,<br />
e allora penso che questo è il mio<br />
più grande peccato. In fondo dovrei<br />
prendere esempio dalle persone che<br />
si fanno guidare da Dio, senza chiedere<br />
perché.<br />
La ringrazio per il suo amore<br />
verso noi giovani e per le belle melodie.<br />
Maria Rosaria<br />
Vi scrivo dal carcere...<br />
Caro amico Giosy,<br />
oggi sono in carcere e, per la prima volta in questi sette mesi, ho deciso di scrivere<br />
a qualcuno leggendo questa vostra rivista, che vedo e leggo per la prima<br />
volta. Vorrei dirvi tante cose, però se la faccio lunga non la leggerà nessuno.<br />
Perciò vi dico solo che ho 36 anni, sposato, una bimba.<br />
Sono rumeno. Ormai non so se devo ancora sperare nella giustizia o nella legge<br />
di Dio… se veramente esiste un Dio. Anzi vi scriverò solo i reati di cui sono<br />
accusato e poi, magari in seguito, vi racconterò anche la mia storia, cioè quello<br />
che mi è successo.<br />
Vi auguro una vita tranquilla.<br />
Un vostro fratello carcerato<br />
Ti ringrazio, o mio Signore,<br />
per avermi aiutato ed essermi stato vicino<br />
Ciao, caro Don Giosy, sono un lettore, da alcuni anni, della Rivista di Pompei.<br />
Leggo sempre le tue preghiere che vengono pubblicate. Le ritengo importanti e<br />
riempiono di gioia il mio cuore.<br />
Finalmente ho deciso di scriverti. Sono un ragazzo di 26 anni. In questi anni<br />
ho vissuto momenti di intenso dolore interiore per motivi sentimentali e di amicizia.<br />
Stando in solitudine, non riuscivo più ad andare avanti. Era come se avessi<br />
un enorme muro intorno a me. In quel periodo pregavo molto, chiedevo al Signore<br />
di farmi uscire da questa oscurità, di darmi conforto.<br />
Immaginavo di vedere da ogni parte il suo volto e gli chiedevo: “ Perché tutto<br />
questo, Signore?”.<br />
Sentivo che mi diceva che Lui era il mio aiuto, di avere pazienza e tanta buona<br />
volontà.<br />
Infatti, adesso, sono sereno e ... Ti ringrazio, mio Signore, per essermi stato<br />
vicino. Ti chiedo di aiutarmi sempre per ogni difficoltà che si potrebbe presentare<br />
lungo il mio cammino di vita.<br />
Fammi stare sereno, guidami per la via giusta.<br />
Insieme a Te voglio realizzarmi, costruendo una base solida di amore, di lavoro,<br />
di amicizia. Posso chiederTi un po’ di felicità?<br />
Grazie, Signore.<br />
Giuseppe<br />
Amore: ma senza<br />
bruciare le tappe...<br />
Spero ti ricorderai di me. Mi sento<br />
un po’ strano: sto cercando di capire cosa<br />
significa essere cristiano. Se riesco, ti<br />
scrivo una canzone su questa ricerca e te<br />
la mando.<br />
Però la cosa più importante per me, a<br />
17 anni, è farti sapere che oggi sono 9<br />
mesi che sto con la ragazza della mia vita.<br />
È una persona davvero speciale, mi fa<br />
star bene, la Amo sempre (come dice una<br />
tua canzone) e spesso ci diciamo Ti Amo.<br />
Vorrei far sapere a tutto il mondo<br />
quanto la amo, ‘ma ho paura di bruciare<br />
le tappe’. Me lo dirà Lui quando sarà il<br />
momento.<br />
A presto amico.<br />
Giovanni<br />
Pittore<br />
Pittore di stelle e di occhi<br />
Pittore di bimbi e di fiori<br />
Pittore di eterni bagliori<br />
Pittore, mio Dio, mio colore.<br />
Dipingi progetti e tramonti,<br />
inventi e tutto è già nuovo<br />
non stanchi il cuore dell’uomo<br />
perché sai creare ogni istante.<br />
Pittore che accendi il mio grigio<br />
Pittore pennello di luce<br />
Pittore che il cuore mi bruci<br />
Pittore del pane e del vino.<br />
Dipingi: è il tuo grande mestiere<br />
La tela ogni giorno prepari<br />
Per scrivere tutto l’amore<br />
Che abita il cielo e il tuo cuore<br />
Che abita il cielo e il mio cuore.<br />
(Anonimo)<br />
SCRIVETEMI<br />
Desidero corrispondere con i giovani, le<br />
famiglie, i nonni, i sacerdoti, le suore, gli<br />
educatori ecc... per fare la pagina insieme.<br />
DON GIOSY CENTO<br />
Piazza Regina Margherita, 12<br />
01010 Ischia di Castro (VT)<br />
Email: giosycento@libero.it<br />
www.giosycento.it<br />
IL ROSARIO E LA NUOVA POMPEI – 19 –<br />
ANNO <strong>123</strong> - N. 3 - <strong>2007</strong> [115]
Una devozione dal carattere cris stologico<br />
per un cammino comunitario del po<br />
Il Santuario della Madonna del<br />
Rosario di Pompei, per merito del<br />
fondatore, il beato Bartolo Longo,<br />
ha contribuito, più d’ogni altro<br />
centro di devozione mariana,<br />
alla diffusione della pratica dei<br />
“Quindici Sabati del Santo Rosario”,<br />
che ha alimentato la formazione<br />
e la spiritualità di centinaia di<br />
migliaia di fedeli.<br />
La riflessione mariologica<br />
postconciliare e la recente Lettera<br />
Apostolica di Giovanni Paolo II<br />
“Rosarium Virginis Mariae” hanno<br />
suggerito ai responsabili del<br />
Santuario di riformulare, in<br />
continuità con la proposta del<br />
Fondatore, un nuovo sussidio della<br />
pia pratica più attento al contesto<br />
ecclesiale contemporaneo.<br />
Alla luce della spiritualità longhiana<br />
è sembrato opportuno elaborare<br />
un’ipotesi che mettesse, ancor<br />
di più in risalto, la centralità della<br />
Parola di Dio, che approfondisse<br />
la meditazione dei venti misteri<br />
del Rosario, rilanciati da Giovanni<br />
Paolo II, ed accentuasse accanto<br />
alla dimensione personale della<br />
pratica, quella comunitaria.<br />
Impegno fondamentale è quello<br />
di rivivere, per venti sabati<br />
consecutivi, i misteri del Rosario,<br />
preghiera dal “cuore cristologico”,<br />
che nella sobrietà dei suoi elementi<br />
concentra in sé la profondità<br />
dell’intero messaggio evangelico,<br />
di cui è quasi un compendio.<br />
In esso riecheggia la preghiera<br />
di Maria, il suo perenne<br />
“Magnificat” per l’opera<br />
dell’Incarnazione redentrice<br />
iniziata nel suo grembo verginale.<br />
Con esso il popolo cristiano si<br />
mette alla scuola di Maria per<br />
lasciarsi introdurre alla<br />
contemplazione della bellezza<br />
del volto di Cristo e all’esperienza<br />
della profondità del sua amore.<br />
Mediante il Rosario “il credente<br />
attinge abbondanza di grazia,<br />
quasi ricevendola dalle mani<br />
stesse della Madre del Redentore”<br />
(Rosarium Virginis Mariae, 1).<br />
La preghiera del Rosario ha anche<br />
una fisionomia biblica ed<br />
evangelica centrata sul nome<br />
e sul volto di Gesù, fissato nella<br />
contemplazione dei misteri e nel<br />
ripetersi dell’Ave Maria.<br />
Il suo andamento ripetitivo<br />
costituisce una sorta di pedagogia<br />
dell’amore, fatta per accendere<br />
l’animo dell’amore stesso che<br />
Maria nutre verso il figlio suo.<br />
Infatti, la felice intuizione di<br />
Papa Pio XII nel definire il Rosario<br />
“il compendio di tutto il Vangelo”,<br />
ha trovato una opportuna<br />
integrazione nella lettera<br />
apostolica di Giovanni Paolo II.<br />
IL ROSARIO E LA NUOVA POMPEI – 20 –<br />
ANNO <strong>123</strong> - N. 3 - <strong>2007</strong> [116]<br />
opolo di Dio GIÀ CELEBRATI<br />
Perché il Rosario possa dirsi un<br />
vero compendio del Vangelo è<br />
necessario meditare oltre che sui<br />
misteri dell’Incarnazione e della<br />
vita nascosta di Cristo (misteri<br />
della gioia), sulle sofferenze della<br />
passione (misteri del dolore), sul<br />
trionfo della Risurrezione (misteri<br />
della gloria) e su alcuni eventi<br />
particolarmente significativi della<br />
vita pubblica (misteri della luce).<br />
Nel nostro Santuario la devozione<br />
dei “XX Sabati”, tradizionalmente,<br />
viene premessa alle due grandi<br />
giornate dell’otto maggio e della<br />
prima domenica di ottobre, quando<br />
a mezzogiorno si recita la Supplica<br />
alla Vergine del Rosario di Pompei.<br />
Le celebrazioni proposte possono<br />
essere utilizzate anche nella vita<br />
pastorale delle comunità cristiane,<br />
delle associazioni e dei movimenti<br />
ecclesiali o anche nei diversi tempi<br />
dell’anno liturgico.<br />
L’esperienza vissuta in questi<br />
anni ha valorizzato, accanto<br />
a quella personale, la forma<br />
di partecipazione comunitaria.<br />
Infatti, sono tantissime le comunità<br />
parrocchiali che, “a gara”,<br />
si prenotano presso il Rettorato<br />
per partecipare e guidare questa<br />
preghiera, come si può evincere<br />
anche dal calendario dei prossimi<br />
impegni.<br />
La celebrazione, che prevede<br />
la centralità della Parola,<br />
accompagnata da preghiere e<br />
riflessioni del beato Bartolo Longo,<br />
di scrittori cristiani e di documenti<br />
del magistero ecclesiale, offre una<br />
feconda opportunità spirituale<br />
per il cammino personale e<br />
comunitario del Popolo di Dio,<br />
nel contesto più ampio della nuova<br />
evangelizzazione.<br />
L’impegno del Santuario di Pompei<br />
è camminare fedelmente con<br />
l’insegnamento della Chiesa<br />
ed essere sempre più “centro<br />
internazionale di spiritualità<br />
del Rosario”.<br />
■ di FRANCESCO PAOLO SOPRANO<br />
Calendario dei Venti Sabati del Santo Rosario<br />
IN PREPARAZIONE ALLE SUPPLICA DI MAGGIO <strong>2007</strong><br />
I SABATO (23\12\2006)<br />
1° MISTERO DELLA GIOIA (Annunciazione a<br />
Maria)<br />
II SABATO (30\12\2006)<br />
2° MISTERO DELLA GIOIA (Visita di Maria ad<br />
Elisabetta)<br />
Parrocchia “Sant’Antonio di Padova” - Castellammare<br />
di Stabia (NA)<br />
III SABATO (6\01\<strong>2007</strong>)<br />
3° MISTERO DELLA GIOIA (Gesù nasce a<br />
Betlemme)<br />
IV SABATO (13\01\<strong>2007</strong>)<br />
4° MISTERO DELLA GIOIA (Gesù è offerto al<br />
Padre nel Tempio)<br />
Parrocchia “Maria SS.ma del Carmine” -<br />
Battipaglia (SA)<br />
V SABATO (20\01\<strong>2007</strong>)<br />
5° MISTERO DELLA GIOIA (Gesù insegna ai<br />
dottori nel Tempio)<br />
Parrocchia “SS. Trinità” - Torre Annunziata<br />
(NA)<br />
VI SABATO (27\01\<strong>2007</strong>)<br />
1° MISTERO DELLA LUCE (Gesù è battezzato<br />
nel Giordano)<br />
DA CELEBRARE<br />
Parrocchia “Santa Maria la Carità” - Santa<br />
Maria la Carità (NA)<br />
VII SABATO (3\02\<strong>2007</strong>)<br />
2° Mistero della Luce (Gesù cambia l’acqua<br />
in vino alle Nozze di Cana)<br />
Parrocchia “Santa Lucia a Mare” - Napoli<br />
VIII SABATO (10\02\<strong>2007</strong>)<br />
3° MISTERO DELLA LUCE (Gesù annuncia il<br />
Regno di Dio e perdona i peccati)<br />
Parrocchia “San Pasquale Baylon” - Villaricca<br />
(NA)<br />
IX SABATO (17\02\<strong>2007</strong>)<br />
4° MISTERO DELLA LUCE (Gesù è trasfigurato<br />
sul Monte Tabor)<br />
Parrocchia “SS.ma Annunziata” - Caivano<br />
(NA)<br />
X SABATO (24\02\<strong>2007</strong>)<br />
5° MISTERO DELLA LUCE (Gesù dona il suo<br />
Corpo e il suo Sangue nell’Eucaristia)<br />
Parrocchia “San Ferdinando Re” - San<br />
Leucio (CE)<br />
XI SABATO (3\03\<strong>2007</strong>)<br />
1° MISTERO DEL DOLORE (Gesù agonizza<br />
nel Getsemani)<br />
Parrocchia “Sant’Audeno” - Aversa (CE)<br />
XII Sabato (10\03\<strong>2007</strong>)<br />
2° MISTERO DEL DOLORE (Gesù è flagellato)<br />
Parrocchia “Santa Maria Assunta” - Villa Literno (CE)<br />
XIII SABATO (17\03\<strong>2007</strong>)<br />
3° MISTERO DEL DOLORE (Gesù è coronato di spine)<br />
Parrocchia “Santa Croce” - Ogliastro Cilento (SA)<br />
XIV SABATO (24\03\<strong>2007</strong>)<br />
4° MISTERO DEL DOLORE (Gesù porta la Croce)<br />
Parrocchia “San Giovanni Battista” - Eredita (SA)<br />
XV SABATO (31\03\<strong>2007</strong>)<br />
5° MISTERO DEL DOLORE (Gesù muore in Croce)<br />
Parrocchia “Maria SS.ma del Buon Consiglio” - Portici (NA)<br />
XVI SABATO (07\04\<strong>2007</strong>) - Sabato Santo<br />
1° MISTERO DELLA GLORIA (Gesù risorge dal Sepolcro)<br />
XVII SABATO (14\04\<strong>2007</strong>)<br />
2° MISTERO DELLA GLORIA (Gesù ascende al Cielo)<br />
Parrocchia “San Michele Arcangelo” - Pimonte (NA)<br />
XVIII SABATO (21\04\<strong>2007</strong>)<br />
3° MISTERO DELLA GLORIA (Gesù invia lo Spirito Santo)<br />
Parrocchia “Santa Maria delle Grazie” - Cercola (NA<br />
XIX SABATO (28\04\<strong>2007</strong>)<br />
4° MISTERO DELLA GLORIA (Maria è assunta in Cielo)<br />
Parrocchia “Santa Maria Assunta” - Frosinone<br />
XX SABATO (05\05\<strong>2007</strong>)<br />
5° MISTERO DELLA GLORIA (Maria è incoronata Regina)<br />
Parrocchia “SS.ma Annunziata” - Marano di Napoli (NA)<br />
IL ROSARIO E LA NUOVA POMPEI – 21 –<br />
ANNO <strong>123</strong> - N. 3 - <strong>2007</strong> [117]
NELLA FESTA DELLA “CANDELORA” SI RINNOVA IL DONO D’AMORE DEI CONSACRATI<br />
Generosi testimoni della luce<br />
e della verità di Gesù Cristo<br />
Ètradizione per la Chiesa di Pompei<br />
celebrare con solennità, ogni<br />
anno, la festa della “Candelora” alla<br />
presenza di numerosi religiosi delle<br />
comunità presenti sul territorio della Prelatura<br />
e di tante altre dalle città limitrofe.<br />
La memoria della presentazione che<br />
Maria e Giuseppe fecero di Gesù al Tempio<br />
“per offrirlo al Signore” (Lc 2, 22-<br />
40), è, infatti, il contesto liturgico più opportuno<br />
per celebrare la Giornata della<br />
Vita Consacrata, istituita undici anni fa<br />
da Giovanni Paolo II. La Presentazione<br />
di Gesù al Tempio costituisce un’eloquente<br />
icona della totale dedizione<br />
della propria vita di quanti sono chiamati<br />
a riprodurre nella Chiesa e nel mondo,<br />
mediante i consigli evangelici, i tratti<br />
caratteristici di Gesù vergine, povero<br />
ed obbediente (Vita Consecrata, 1).<br />
Il messaggio: “La vostra offerta è un<br />
dono prezioso che Dio gradisce”, redatto,<br />
come ogni anno, dalla Commissione<br />
Episcopale Nazionale per il Clero<br />
e la Vita Consacrata, ha stimolato<br />
e sostenuto la riflessione dei consacrati<br />
aiutandoli a riflettere sul loro dono d’amore.<br />
Davanti al popolo di Dio, dopo l’omelia<br />
del Vescovo, Mons. Carlo Liberati,<br />
alcuni religiosi, a nome dei presenti,<br />
hanno ringraziato il Signore per il<br />
dono della vocazione e si sono impegnati<br />
a proseguire con fedeltà e coerente<br />
testimonianza evangelica nella sequela<br />
di Cristo, obbediente, povero e casto.<br />
Nell’Oriente bizantino, l’antica festa<br />
del 2 febbraio (che si svolgeva già<br />
a Gerusalemme dal IV sec.), era defi-<br />
nita “Festa dell’incontro”, dal greco Hypapante,<br />
ossia l’Incontro del Salvatore<br />
con coloro che era venuto a salvare.<br />
Con Giustiniano, nel 534 a Costantinopoli,<br />
diventò una celebrazione obbligatoria,<br />
mentre con Papa Sergio I, in<br />
Occidente, tale festa, che ha avuto sempre<br />
un carattere popolare, sostituiva i<br />
cortei pagani con una processione e<br />
con la benedizione delle candele portate<br />
accese in onore di Cristo “luce delle<br />
genti”, da cui la denominazione di Candelora<br />
che risale al secolo X. Fino al<br />
1969 questa festa era conosciuta come<br />
“purificazione della Beata Vergine Maria”<br />
e chiudeva il ciclo natalizio, dopo<br />
quaranta giorni.<br />
A Roma, Benedetto XVI, salutando<br />
i religiosi e le religiose presenti in<br />
San Pietro per la celebrazione, li ha invitati<br />
a non scoraggiarsi di fronte alle<br />
difficoltà di ogni giorno: “Non dimenticate<br />
mai, ha ricordato, che la vita consacrata<br />
è dono di Dio. La certezza che<br />
Dio ci conduce nonostante le nostre<br />
debolezze vi sia sempre di conforto...<br />
Cristo ci sostiene sempre e non ci abbandona”.<br />
E prima di impartire la benedizione<br />
apostolica, ha ancora ricordato<br />
come la processione con i ceri,<br />
che aveva aperto la liturgia, “sta a significare<br />
Cristo che illumina la storia”.<br />
“Anche voi - ha concluso il Papa - ardete<br />
di questa fiamma. Voi testimoniate<br />
il fascino della verità di Cristo. Siate<br />
pronti a testimoniare che Dio è amore”.<br />
■ di MARIA NEVE CUOMO<br />
IL ROSARIO E LA NUOVA POMPEI – 22 –<br />
ANNO <strong>123</strong> - N. 3 - <strong>2007</strong> [118]<br />
“Volgeranno lo sguardo<br />
a Colui che hanno trafitto”<br />
(Gv 19, 37)<br />
Messaggio di Sua Santità Benedetto XVI<br />
per la Quaresima <strong>2007</strong><br />
IL ROSARIO E LA NUOVA POMPEI – 23 –<br />
ANNO <strong>123</strong> - N. 3 - <strong>2007</strong> [119]
“Crocifissione” di Lucas Cranach. Alte Pinakothek, Monaco. Nella pagina precedente:<br />
“Cristo di San Giovanni della Croce” di Salvador Dalí. Art Gallery, Glasgow.<br />
Cari fratelli e sorelle!<br />
“Volgeranno lo sguardo a Colui che<br />
hanno trafitto” (Gv 19, 37). È questo<br />
il tema biblico che quest’anno guida<br />
la nostra riflessione quaresimale.<br />
La Quaresima è tempo propizio<br />
per imparare a sostare con Maria<br />
e Giovanni, il discepolo prediletto,<br />
accanto a Colui che sulla Croce<br />
consuma per l’intera umanità il<br />
sacrificio della sua vita (cfr Gv 19, 25).<br />
Con più viva partecipazione<br />
volgiamo pertanto il nostro sguardo,<br />
in questo tempo di penitenza e di<br />
preghiera, a Cristo crocifisso che,<br />
morendo sul Calvario, ci ha rivelato<br />
pienamente l’amore di Dio. Sul tema<br />
dell’amore mi sono soffermato<br />
nell’Enciclica Deus caritas est,<br />
mettendo in rilievo le sue due forme<br />
fondamentali: l’agape e l’eros.<br />
L’amore di Dio: agape ed eros<br />
Il termine agape, molte volte<br />
presente nel Nuovo Testamento,<br />
indica l’amore oblativo di chi ricerca<br />
esclusivamente il bene dell’altro;<br />
la parola eros denota invece l’amore<br />
di chi desidera possedere ciò che gli<br />
manca ed anela all’unione con l’amato.<br />
L’amore di cui Dio ci circonda è<br />
senz’altro agape. In effetti, può<br />
l’uomo dare a Dio qualcosa di buono<br />
che Egli già non possegga? Tutto ciò<br />
che l’umana creatura è ed ha è dono<br />
divino: è dunque la creatura ad aver<br />
bisogno di Dio in tutto. Ma l’amore<br />
di Dio è anche eros. Nell’Antico<br />
Testamento il Creatore dell’universo<br />
mostra verso il popolo che si è scelto<br />
una predilezione che trascende ogni<br />
umana motivazione. Il profeta Osea<br />
esprime questa passione divina con<br />
immagini audaci come quella<br />
dell’amore di un uomo per una donna<br />
adultera (cfr 3, 1-3); Ezechiele, per<br />
parte sua, parlando del rapporto di<br />
Dio con il popolo di Israele, non teme<br />
di utilizzare un linguaggio ardente<br />
e appassionato (cfr 16,1-22). Questi<br />
testi biblici indicano che l’eros<br />
fa parte del cuore stesso di Dio:<br />
l’Onnipotente attende il “sì” delle sue<br />
creature come un giovane sposo<br />
quello della sua sposa. Purtroppo fin<br />
dalle sue origini l’umanità, sedotta<br />
dalle menzogne del Maligno, si è<br />
chiusa all’amore di Dio, nell’illusione<br />
di una impossibile autosufficienza<br />
(cfr Gn 3, 1-7). Ripiegandosi su se<br />
stesso, Adamo si è allontanato da<br />
quella fonte della vita che è Dio<br />
stesso, ed è diventato il primo di<br />
“quelli che per timore della morte<br />
erano tenuti in schiavitù per tutta la<br />
vita” (Eb 2, 15). Dio, però, non si è<br />
dato per vinto, anzi il “no” dell’uomo<br />
è stato come la spinta decisiva che<br />
l’ha indotto a manifestare il suo<br />
amore in tutta la sua forza redentrice.<br />
La Croce rivela la pienezza<br />
dell’amore di Dio<br />
È nel mistero della Croce che si<br />
rivela appieno la potenza<br />
incontenibile della misericordia<br />
del Padre celeste. Per riconquistare<br />
l’amore della sua creatura,<br />
Egli ha accettato di pagare un prezzo<br />
altissimo: il sangue del suo Unigenito<br />
Figlio. La morte, che per il primo<br />
Adamo era segno estremo di<br />
solitudine e di impotenza, si è così<br />
trasformata nel supremo atto d’amore<br />
e di libertà del nuovo Adamo.<br />
Ben si può allora affermare,<br />
IL ROSARIO E LA NUOVA POMPEI – 24 –<br />
ANNO <strong>123</strong> - N. 3 - <strong>2007</strong> [120]<br />
con san Massimo il Confessore,<br />
che Cristo “morì, se così si può dire,<br />
divinamente, poiché morì liberamente”<br />
(Ambigua, 91, 1956). Nella Croce si<br />
manifesta l’eros di Dio per noi. Eros<br />
è infatti - come si esprime lo Pseudo<br />
Dionigi - quella forza “che non<br />
permette all’amante di rimanere in se<br />
stesso, ma lo spinge a unirsi all’amato”<br />
(De divinis nominibus, IV, 13: PG 3,<br />
712). Quale più “folle eros”<br />
(N. CABASILAS, Vita in Cristo, 648)<br />
di quello che ha portato il Figlio di<br />
Dio ad unirsi a noi fino al punto di<br />
soffrire come proprie le conseguenze<br />
dei nostri delitti?<br />
“Colui che hanno trafitto”<br />
Cari fratelli e sorelle, guardiamo a<br />
Cristo trafitto in Croce! È Lui la<br />
“Battesimo di Cristo” (polittico di Sant’Agostino), del Perugino. Galleria Nazionale, Perugia.<br />
rivelazione più sconvolgente<br />
dell’amore di Dio, un amore in cui<br />
eros e agape, lungi dal contrapporsi,<br />
si illuminano a vicenda. Sulla Croce<br />
è Dio stesso che mendica l’amore<br />
della sua creatura: Egli ha sete<br />
dell’amore di ognuno di noi.<br />
L’apostolo Tommaso riconobbe Gesù<br />
come “Signore e Dio” quando mise<br />
la mano nella ferita del suo costato.<br />
Non sorprende che, tra i santi, molti<br />
abbiano trovato nel Cuore di Gesù<br />
l’espressione più commovente di<br />
questo mistero di amore. Si potrebbe<br />
addirittura dire che la rivelazione<br />
dell’eros di Dio verso l’uomo è,<br />
in realtà, l’espressione suprema della<br />
sua agape. In verità, solo l’amore<br />
in cui si uniscono il dono gratuito<br />
di sé e il desiderio appassionato<br />
di reciprocità infonde un’ebbrezza<br />
che rende leggeri i sacrifici più<br />
pesanti. Gesù ha detto: “Quando sarò<br />
innalzato da terra, attirerò tutti a me”<br />
(Gv 12, 32). La risposta che il<br />
Signore ardentemente desidera da noi<br />
è innanzitutto che noi accogliamo<br />
il suo amore e ci lasciamo attrarre<br />
da Lui. Accettare il suo amore, però,<br />
non basta. Occorre corrispondere<br />
a tale amore ed impegnarsi poi<br />
a comunicarlo agli altri: Cristo<br />
“mi attira a sé” per unirsi a me,<br />
perché impari ad amare i fratelli<br />
con il suo stesso amore.<br />
Sangue ed acqua<br />
“Volgeranno lo sguardo a Colui che<br />
hanno trafitto”. Guardiamo con<br />
fiducia al costato trafitto di Gesù,<br />
IL ROSARIO E LA NUOVA POMPEI – 25 –<br />
ANNO <strong>123</strong> - N. 3 - <strong>2007</strong> [121]
da cui sgorgarono “sangue e acqua”<br />
(Gv 19,34)! I Padri della Chiesa<br />
hanno considerato questi elementi<br />
come simboli dei sacramenti del<br />
Battesimo e dell’Eucaristia.<br />
Con l’acqua del Battesimo, grazie<br />
all’azione dello Spirito Santo,<br />
si dischiude a noi l’intimità<br />
dell’amore trinitario. Nel cammino<br />
quaresimale, memori del nostro<br />
Battesimo, siamo esortati ad uscire<br />
da noi stessi per aprirci, in un<br />
confidente abbandono, all’abbraccio<br />
misericordioso del Padre (cfr<br />
S. Giovanni Crisostomo, Catechesi,<br />
3,14 ss.). Il sangue, simbolo<br />
dell’amore del Buon Pastore, fluisce<br />
in noi specialmente nel mistero<br />
eucaristico: “L’Eucaristia ci attira<br />
“I pellegrini di Emmaus”, di Mathieu Le Nain. Museo del Louvre, Parigi.<br />
nell’atto oblativo di Gesù... veniamo<br />
coinvolti nella dinamica della sua<br />
donazione” (Enc. Deus caritas est,<br />
13). Viviamo allora la Quaresima<br />
come un tempo ‘eucaristico’, nel<br />
quale, accogliendo l’amore di Gesù,<br />
impariamo a diffonderlo attorno a<br />
noi con ogni gesto e parola.<br />
Contemplare “Colui che hanno<br />
trafitto” ci spingerà in tal modo ad<br />
aprire il cuore agli altri riconoscendo<br />
le ferite inferte alla dignità<br />
dell’essere umano; ci spingerà, in<br />
particolare, a combattere ogni forma<br />
di disprezzo della vita e di<br />
sfruttamento della persona e ad<br />
alleviare i drammi della solitudine e<br />
dell’abbandono di tante persone.<br />
La Quaresima sia per ogni cristiano<br />
una rinnovata esperienza dell’amore<br />
di Dio donatoci in Cristo, amore che<br />
ogni giorno dobbiamo a nostra volta<br />
“ridonare” al prossimo, soprattutto a<br />
chi più soffre ed è nel bisogno. Solo<br />
così potremo partecipare pienamente<br />
alla gioia della Pasqua. Maria, la<br />
Madre del Bell’Amore, ci guidi in<br />
questo itinerario quaresimale,<br />
cammino di autentica conversione<br />
all’amore di Cristo. A voi, cari<br />
fratelli e sorelle, auguro un proficuo<br />
itinerario quaresimale, mentre con<br />
affetto a tutti invio una speciale<br />
Benedizione Apostolica.<br />
Dal Vaticano, 21 novembre 2006<br />
IL ROSARIO E LA NUOVA POMPEI – 26 –<br />
ANNO <strong>123</strong> - N. 3 - <strong>2007</strong> [122]<br />
IL MESSAGGIO DEL CONSIGLIO EPISCOPALE PERMANENTE PER LA XXIX GIORNATA PER LA VITA<br />
Amare e desiderare la vita:<br />
l’impegno del nostro Santuario<br />
“Amare e desiderare la vita”: è<br />
questo il tema della 29 a Giornata<br />
per la vita celebrata dalla<br />
Chiesa italiana lo scorso 4 febbraio.<br />
Nel messaggio del Consiglio Permanente<br />
della Conferenza Episcopale Italiana,<br />
viene affermato che la vita è il<br />
primo e più prezioso bene per ogni essere<br />
umano sul quale nessuno può mettere<br />
le mani e dunque va amata<br />
con coraggio e anche desiderata.<br />
Chi ama la vita si interroga<br />
sul suo significato e<br />
quindi anche sul senso della<br />
morte e di come affrontarla,<br />
sapendo però che il diritto alla<br />
vita non gli dà il diritto a<br />
decidere come e quando mettervi<br />
fine e non cade nel diabolico<br />
inganno di pensare di<br />
poter disporre della vita fino a<br />
chiedere che si possa legittimarne<br />
l’interruzione con l’eutanasia,<br />
magari mascherandola<br />
con un velo di umana pietà.<br />
Nei momenti estremi della sofferenza<br />
si ha il diritto di avere<br />
la solidale vicinanza di quanti<br />
amano davvero la vita e se ne<br />
prendono cura, non di chi pensa<br />
di servire le persone procurando<br />
loro la morte.<br />
Nel loro messaggio i Vescovi<br />
italiani pongono l’attenzione<br />
anche su altri problemi,<br />
quali la selezione eugenetica,<br />
la sperimentazione sugli<br />
embrioni e la fecondazione artificiale,<br />
affermando che nessuna vita umana,<br />
fosse anche alla sua prima scintilla,<br />
può essere ritenuta di minor valore<br />
o disponibile per la ricerca scientifica.<br />
Il desiderio di un figlio non dà diritto<br />
ad averlo ad ogni costo.<br />
L’invito ad amare e desiderare la<br />
vita è rivolto in modo speciale ai giovani,<br />
i quali possono talora sprofondare<br />
in drammatiche crisi di disamore e di<br />
non senso fino al punto di mettere a repentaglio<br />
la loro vita, o di ritenerla un<br />
peso insopportabile, preferendole l’eb-<br />
brezza di giochi mortali, come le droghe<br />
o le corse del sabato sera. La Chiesa<br />
di Pompei, in continuità con l’opera<br />
del beato Bartolo Longo, viene incontro<br />
a queste nuove povertà di oggi: ne<br />
è prova la realizzazione di una sede<br />
della Comunità “Incontro” di Don Pierino<br />
Gelmini, finalizzata al recupero<br />
dei tossicodipendenti e degli psicolabi-<br />
li, dove tanti giovani ritrovano la speranza<br />
e l’amore alla vita guardando al<br />
futuro con fiducia.<br />
L’attenzione per i giovani è testimoniata<br />
anche da altre opere caritative<br />
della Chiesa di Pompei: un Centro Polifunzionale<br />
Diurno che, grazie alla<br />
dedizione dei Fratelli delle Scuole Cristiane,<br />
accoglie più di cento ragazzi<br />
provenienti da famiglie con gravi problemi<br />
sociali, ragazzi che sono ben integrati<br />
nelle classi del Polo Scolastico<br />
della Chiesa di Pompei; il Centro “Cre-<br />
scere Insieme” che, grazie alla premura<br />
delle Suore Domenicane Figlie del<br />
Santo Rosario di Pompei, accoglie preadolescenti<br />
e adolescenti in regime di<br />
semiconvitto; il Centro di Ascolto “Myriam”,<br />
aperto all’orientamento e all’accompagnamento<br />
di persone afflitte da<br />
varie emergenze sociali.<br />
Tra le opere caritative della Chiesa<br />
di Pompei a difesa della vita<br />
va ricordata l’esistenza di una<br />
sede del Movimento per la<br />
vita e del Centro di Aiuto alla<br />
Vita, dove, grazie all’apporto<br />
generoso e alla competenza<br />
dei volontari, si aiutano donne<br />
in difficoltà che decidono di<br />
non abortire, sicure di poter<br />
contare su un’assistenza che va<br />
dal momento della nascita fino<br />
ai primi anni di vita del loro<br />
bambino (dall’ottobre 2003 sono<br />
nati 22 bambini, sono stati<br />
aiutati 28 mamme e 33 neonati);<br />
la “Casa Emanuel” per l’accoglienza<br />
di gestanti, ragazzemadri<br />
e bambini in difficoltà,<br />
presso la quale, negli ultimi<br />
tre anni, sono nati 4 bambini,<br />
sono stati accolti 20 figli<br />
di mamme in difficoltà (di cui<br />
4 dati in affido) e 20 mamme,<br />
di cui 6 ragazze madri (nella<br />
foto, alcune ospiti con i loro<br />
bambini); la comunità di tipo<br />
familiare “Giardino del sorriso”<br />
per l’accoglienza residenziale<br />
di bambini da 0 a 10 anni.<br />
La XXIX Giornata per la Vita è stata<br />
anche l’occasione per invocare la protezione<br />
della Vergine, con la preghiera<br />
del Rosario animata dal Centro di Aiuto<br />
alla Vita, nella basilica gremita di fedeli,<br />
su tutte queste opere caritative che<br />
testimoniano come la Chiesa di Pompei<br />
accoglie la vita, a partire dal concepimento<br />
fino al suo tramonto, come un<br />
dono da custodire e fare crescere.<br />
Amare e desiderare la vita è l’impegno<br />
primario della nostra Chiesa.<br />
■ di GENNARO GARGIULO<br />
IL ROSARIO E LA NUOVA POMPEI – 27 –<br />
ANNO <strong>123</strong> - N. 3 - <strong>2007</strong> [<strong>123</strong>]
POMPEI RICORDA BARTOLO LONGO<br />
Festainsieme<br />
per il Beato<br />
e la famiglia<br />
Per il terzo anno consecutivo il Santuario<br />
di Pompei e l’Associazione<br />
“Amici di Bartolo Longo” hanno<br />
organizzato “Festainsieme con il beato<br />
Bartolo Longo” per celebrare l’anniversario<br />
della nascita del Fondatore della città<br />
mariana (Latiano, 10 febbraio 1841).<br />
Alla manifestazione è intervenuto il Vescovo<br />
di Pompei, Mons. Carlo Liberati,<br />
che nel salutare gli artisti ed i partecipanti<br />
ha ricordato loro che la preghiera e la<br />
carità sono le due dimensioni portanti della<br />
particolare missione della Chiesa di<br />
Pompei nel mondo. Erano presenti anche<br />
il Vicario Generale, Mons. Pasquale Mocerino<br />
e l’Assessore alla Cultura della Città<br />
di Pompei, Dott. Antonio Ebreo.<br />
La serata in onore del Beato, svoltasi<br />
al Teatro “Di Costanzo-Mattiello” di<br />
Pompei, è scivolata via, con visibile gradimento<br />
dei partecipanti, tra brani musicali<br />
e canti, così come piaceva a don<br />
Bartolo. Il Soprano Rosa Florentino, accompagnata,<br />
al pianoforte, dal M° Lorenzo<br />
Raucci e, al violino, dal M° Gaetano<br />
Ambrosino, ha eseguito un concerto<br />
molto apprezzato, con brani tratti da<br />
musical, operette e canzoni napoletane,<br />
risalenti al tempo di Bartolo Longo.<br />
La serata è iniziata, come è ormai<br />
piacevole tradizione, con l’esecuzione<br />
della “Serenata a Bartolo Longo”, composta<br />
da Mons. Baldassarre Cuomo e musicata<br />
dal M° Giuseppe De Honestis. Molto<br />
gradita e applaudita è stata la proposta<br />
canora dei bambini del “Coro della Città<br />
di Pompei” diretto dalle sorelle Anna e<br />
Olga Vaiano e dal M° Giovanni Villano,<br />
che hanno eseguito celebri melodie napoletane.<br />
Nel corso della manifestazione Anna<br />
Limodio, Maria Grazia Sorrentino, Maria<br />
■ di VINCENZO LAUS<br />
Elena e Raffaella Laus hanno declamato<br />
brani tratti dagli scritti del Beato inerenti<br />
il valore e l’importanza della famiglia.<br />
Insieme alla commemorazione del 166°<br />
anniversario della nascita di Bartolo Longo,<br />
era questo il secondo obiettivo della<br />
festa: offrire una testimonianza di fiducia<br />
e di speranza per il ruolo che la famiglia<br />
Il soprano Rosa Florentino, con il Vescovo di Pompei, Mons. Carlo Liberati, ha eseguito un concerto<br />
accompagnata dal M° Gaetano Ambrosino, al centro, e dal M° Lorenzo Raucci, a destra.<br />
può svolgere nel mondo, come ha ricordato<br />
Mons. Raffaele Matrone, Vice Postulatore<br />
della causa di canonizzazione<br />
del Beato e Presidente dell’Associazione<br />
“Amici di Bartolo Longo”.<br />
Bartolo Longo - come tramanda il biografo<br />
Pier Marino Frasconi che lo ha conosciuto<br />
personalmente - soleva dire che<br />
anziché festeggiare la data di nascita era<br />
da festeggiare quella del battesimo, che<br />
nel caso del Beato fu celebrato il 13 febbraio<br />
1841. «Eccellenti i genitori, - scrive<br />
il Frasconi - caratteristica di quella casa...<br />
una tenera speciale devozione alla<br />
Madonna, da Bartolo succhiata, si può dire,<br />
con il latte materno e che fu il primo<br />
IL ROSARIO E LA NUOVA POMPEI – 28 –<br />
ANNO <strong>123</strong> - N. 3 - <strong>2007</strong> [124]<br />
alimento sostanziale della sua anima... devozione<br />
che dovette fargli da arcano richiamo<br />
per il suo ritorno alla fede, negli<br />
smarrimenti tempestosi della giovinezza».<br />
Una mamma, un padre salvano il figlio<br />
con l’esempio e la preghiera. Così fu<br />
per Bartolo Longo che, perso nell’illu-<br />
sione del male, porterà sempre in sé il germe,<br />
il richiamo per il ritorno alla fede.<br />
Questo ideale di famiglia, scuola di<br />
amore e di umanità, spingerà don Bartolo<br />
a dare una famiglia a chi non aveva<br />
avuto la fortuna di averla. Nasceranno<br />
sotto questo auspicio le sue opere di carità,<br />
nelle quali la parola amore non signi-<br />
ficherà mai elemosina: « ... no, la carità<br />
vuol dire amore perfetto, amore divino,<br />
amore che parte da Dio, involge la creatura<br />
e ritorna al suo principio». Questo<br />
«amore, puro, disinteressato, misericordioso,<br />
divino» finisce per conquistare il<br />
fanciullo e toglierlo dalle vie della perdizione.<br />
In un articolo del 1909, pubblicato su<br />
«Il Rosario e la Nuova Pompei», Bartolo<br />
Longo individuava i «profondi mali»<br />
dell’uomo moderno ed osservava: « ... oggi<br />
vi sono culle intorno alle quali più non<br />
si prega, vi sono talami sui quali più non<br />
si spiegano le ali di un angelo, né si disegna<br />
il sorriso di una Madonna... vi sono<br />
sposi che non invocano più la Grazia di<br />
Dio sulla famiglia... Gli effetti spaventevoli<br />
di questa indifferenza religiosa nella<br />
vita domestica noi li conosciamo: quando<br />
Dio si allontana, si ritirano pure i suoi<br />
Angioli e andando via gli Angeli vanno<br />
via tutti gli antichi e gloriosi ideali della<br />
famiglia cristiana, cioè l’affetto, la fedeltà,<br />
l’onore, il rispetto reciproco, la pace».<br />
Alla festa di don Bartolo e della famiglia,<br />
non poteva, ovviamente, mancare il<br />
I bambini del “Coro Città di Pompei”, hanno eseguito, con visibile gradimento dei partecipanti alla manifestazione, celebri melodie napoletane.<br />
In alto, la sala del Teatro Di Costanzo-Mattiello”, quasi al completo per la terza edizione di “Festainsieme” in onore del Fondatore di Pompei.<br />
ricordo della consorte: Donna Marianna<br />
Farnararo ved. De Fusco. Nasceva con<br />
loro la nuova Città di Pompei, attorno al<br />
Santuario che custodisce il Trono della<br />
Vergine del Rosario, cui guarda la famiglia<br />
degli oranti di tutto il mondo, uniti<br />
dalla catena del Rosario, preghiera per la<br />
pace e della famiglia per la famiglia.<br />
IL ROSARIO E LA NUOVA POMPEI – 29 –<br />
ANNO <strong>123</strong> - N. 3 - <strong>2007</strong> [125]
Eventi,<br />
testimonianze,<br />
celebrazioni<br />
e curiosità<br />
dal mondo<br />
■ a cura di GIUSEPPINA STRIANO<br />
ROSARIO NEWS<br />
ROSARIO NEWS<br />
AD EBOLI UN INTERO PARCO SI MOBILITA PER LA MADONNA DI POMPEI<br />
Spesso una piccola idea, nata quasi<br />
per caso, e sgorgata da una suggestione<br />
individuale o di poche persone, riesce ad<br />
entusiasmare e a contagiarne altre, creando<br />
sempre più consenso intorno ad essa a<br />
tal punto che un numero di persone sempre<br />
più crescente ritiene di doverla realizzare<br />
compiutamente.<br />
È quello che è accaduto ad Eboli (SA),<br />
cittadina della Campania meridionale, di<br />
origine antichissime, dove alcuni cittadini<br />
hanno promosso l’iniziativa di erigere<br />
un’edicola votiva alla Madonna del Rosario<br />
di Pompei, all’interno del Parco dove<br />
risiedono.<br />
Il progetto ha coinvolto subito numerose<br />
altre persone che, con grande entusiasmo,<br />
hanno contribuito in “denaro o<br />
lavoro” alla realizzazione dell’edicola. Un<br />
particolare riconoscimento è stato dato all’Ing.<br />
Genoveffa Cerruti di Matinella (SA),<br />
che ha progettato l’edicola votiva, e all’impresa<br />
edile del Geom. Pietro Maglio,<br />
con sede in Località Casarsa, che ha eseguito<br />
i lavori di costruzione.<br />
Il risultato è stato stupefacente: non<br />
un semplice alloggio per un quadro, ma<br />
molto di più: un piccolo luogo di culto dove<br />
ognuno può dialogare con la Madonna,<br />
pregarla e invocarla per le proprie difficoltà<br />
e prove della vita.<br />
Molto partecipata è stata, infine, la cerimonia<br />
di domenica 17 dicembre 2006,<br />
quando, alla presenza del Sindaco della<br />
Città, Avv. Martino Melchionda, di alcuni<br />
componenti dell’Amministrazione Comunale<br />
e di numerosi cittadini, il quadro<br />
della Madonna, esposto nell’edicola votiva,<br />
è stato benedetto da Don Fernando<br />
Sparano, parroco della comunità parrocchiale<br />
“San Bartolomeo Apostolo”.<br />
Il rito della benedizione è terminato<br />
con la recita della “Supplica alla Vergine<br />
di Pompei”.<br />
LA DEVOZIONE MARIANA DEI NERETESI<br />
Il Sig. Luigi Grilli di Nereto (TE),<br />
ci ha inviato la foto di una tela raffigurante<br />
la Madonna del Santo Rosario di<br />
Pompei esposta nella chiesa parrocchiale<br />
intitolata a “San Martino Vescovo”.<br />
La devozione alla Vergine di Pompei<br />
della comunità neretese risale alle<br />
origini della storia del santuario mariano.<br />
Tramandato di generazione in generazione,<br />
ancora oggi l’affetto che lega<br />
i neretesi alla Madonna di Pompei è<br />
molto sentito e vissuto.<br />
Quella di Nereto, infatti, come spiega<br />
lo stesso Signor Luigi Grilli, è una<br />
comunità che ha conservato, nel tempo,<br />
una particolare devozione ultra centenaria<br />
alla cara Madonna del Santuario<br />
di Pompei. Il loro è un profondo e<br />
devoto legame filiale che non conosce<br />
tramonto.<br />
IL ROSARIO E LA NUOVA POMPEI – 30 –<br />
ANNO <strong>123</strong> - N. 3 - <strong>2007</strong> [126]<br />
LA TESTIMONIANZA DI SAN CHARBEL MAKHLOUF, UN INNAMORATO DI MARIA<br />
Un innamorato della Madre di Dio e<br />
del Santo Rosario. Così si può descrivere<br />
San Charbel Makhlouf, uomo di grande<br />
fede e spiritualità che, fedele alla tradizione<br />
dei Padri del deserto, amava vivere<br />
nella solitudine e dedicarsi al colloquio<br />
intimo con Dio. Appartenente all’Ordine<br />
Libanese Maronita, visse nella povertà<br />
più assoluta e rispettò sempre in modo<br />
eroico i voti pronunciati. La corona del<br />
Rosario e un’immagine della Madonna di<br />
Pompei furono le uniche sue ricchezze.<br />
Charbel nacque nel 1828 e fin da piccolo<br />
amò la solitudine e la preghiera. Ragazzino,<br />
ai suoi coetanei disputava non solamente<br />
il privilegio di stare al leggìo durante<br />
le funzioni religiose, ma anche quello,<br />
ambitissimo dai ragazzi, di suonare le<br />
campane.<br />
Il Libano, la sua patria, è tutto un immenso<br />
coro di invocazioni e di lodi a Maria;<br />
in ogni angolo del paese, chiese, santuari,<br />
cappelle ed edicole votive sono dedicate<br />
alla Vergine. E così fu anche la vita<br />
di sua madre e dei suoi fratelli che, costantemente,<br />
recitavano il Rosario.<br />
Ma, per lui, esempi di profonda religiosità<br />
furono anche lo zio paterno e il<br />
patrigno, ordinati diaconi, e due zii materni,<br />
monaci eremiti appartenenti all’Ordine<br />
Libanese Maronita, con i quali trascorreva<br />
molte ore in conversazioni riguardanti<br />
la vocazione religiosa e il monacato,<br />
che così si fece sempre più significativo<br />
per lui.<br />
All’età di 14 anni, curando un gregge<br />
di pecore, il giovane Charbel casualmente<br />
scoprì una caverna, che divenne il primo<br />
luogo privilegiato dei suoi momenti<br />
di preghiera e meditazione solitaria. Compiuti<br />
i 20 anni, trascorse un lungo periodo<br />
di solitudine, durante il quale maturò<br />
l’importante decisione di prendere l’abito<br />
di novizio e di rinunziare al suo nome<br />
di battesimo, Youssef, per scegliere quello<br />
di Charbel, un martire di Edessa, vissuto<br />
nel secondo secolo. Nel 1859 fu ordinato<br />
sacerdote e fu sempre un esempio<br />
per tutti i suoi confratelli.<br />
Charbel non pranzava mai prima d’aver<br />
recitato tutto il Rosario, con grande<br />
fervore e con accenti d’amore e confidenza<br />
filiali nella Santissima Vergine di<br />
Pompei per la quale provava un amore<br />
ardente ed appassionato ed aveva una fervente<br />
devozione. Ne era invaghito. Ripeteva<br />
continuamente il Suo nome benedetto,<br />
invocandoLa giorno e notte, con<br />
gemiti e sospiri. Ogni volta che entrava o<br />
usciva dalla cella, recitava in ginocchio il<br />
saluto angelico davanti all’immagine che<br />
aveva sul letto e i suoi passi erano scanditi<br />
sempre dalle Ave Maria del Rosario.<br />
In solitudine, accompagnato sempre<br />
dalla sua grande devozione alla Vergine<br />
di Pompei, rimase fino al giorno in cui si<br />
spense, il Natale del 1898. Padre Charbel<br />
raggiunse la fama solo dopo la morte. Il<br />
corpo incorrotto che trasudava sangue ed<br />
acqua e le membra rimaste mobili, fecero<br />
sì che fosse venerato come Santo, anche<br />
quando la gerarchia ed i superiori ne<br />
avevano proibito il culto, in attesa che la<br />
Chiesa pronunciasse il suo verdetto.<br />
Intanto si diffondeva sempre di più il<br />
culto alla sua persona e la fama di taumaturgo.<br />
Fu beatificato da Paolo VI il 5 dicembre<br />
1965, e, successivamente, canonizzato,<br />
il 19 ottobre 1977 dallo stesso Papa.<br />
A TORINO UNA CHIESA ALLA VERGINE DI POMPEI<br />
«... Bisogna rifarsi indietro, a circa<br />
trent’anni fa. La zona che oggi costituisce<br />
la nuova parrocchia era molto diversa...».<br />
Così recita un testo senza firma<br />
tratto dal bollettino “Nuova Parrocchia<br />
Madonna di Pompei”, datato settembre<br />
1968, che narra della fondazione<br />
della stessa parrocchia, sorta nella<br />
città di Torino.<br />
L’inaugurazione, avvenuta nell’ottobre<br />
del 1966, culminò con un evento<br />
inaspettato e prodigioso, quello che viene<br />
ricordato come “il primo miracolo<br />
della Madonna di Pompei a Torino”: due<br />
dei grandi lampadari che ornavano l’aula<br />
sacra caddero al suolo, non appena il<br />
Vescovo chiuse le porte della chiesa, al<br />
termine della prima funzione religiosa.<br />
Se ciò fosse accaduto pochi minuti prima,<br />
quando la gente ancora gremiva la<br />
chiesa, sarebbe stato un disastro.<br />
Negli anni, la chiesa parrocchiale<br />
“Madonna di Pompei” ha assunto un’<br />
importanza sempre maggiore per i fedeli<br />
del quartiere della Crocetta, in cui<br />
è sorta, divenendone il fulcro delle attività<br />
e della vita cristiana.<br />
L’edificio all’esterno si è conservato<br />
così come era in origine, mentre all’interno<br />
ha subito alcuni cambiamenti.<br />
Nel 1990, poi, è stata arricchita di numerose<br />
vetrate. Quelle colorate, poste<br />
sulla facciata, all’altezza del matroneo,<br />
e quelle poste lungo le pareti laterali,<br />
riassumono alcuni dei misteri del Rosario.<br />
Al di sopra, sempre sulla facciata,<br />
vi è una vetrata raffigurante la Madonna<br />
di Pompei, realizzata dalla famosa<br />
vetreria Mellini di Firenze.<br />
La chiesa parrocchiale conserva anche<br />
una statua lignea della Vergine del<br />
Rosario con in braccio il Bambino, alla<br />
quale i fedeli sono particolarmente devoti<br />
e che è stata posta sul presbiterio<br />
della chiesa, nel 1988, al termine dell’<strong>Anno</strong><br />
Mariano.<br />
IL ROSARIO E LA NUOVA POMPEI – 31 –<br />
ANNO <strong>123</strong> - N. 3 - <strong>2007</strong> [127]
Carissimi Amici,<br />
un giorno Gesù disse ai suoi discepoli:<br />
“Vi do un comandamento nuovo: che<br />
vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho<br />
amato, così amatevi anche voi gli uni<br />
gli altri” (Gv 13, 34).<br />
È questa la frase evangelica sulla quale<br />
siamo invitati a confrontarci e a<br />
riflettere durante la XXI edizione del<br />
Meeting dei Giovani a Pompei. Con<br />
questa esortazione Gesù di Nazareth<br />
vuole indicarci l’essenzialità<br />
dell’esperienza cristiana: essere, cioè,<br />
persone che s’impegnano ad amare il<br />
prossimo con l’amore con cui Dio ci<br />
ama in Cristo. Incarnare questo modo<br />
d’amare nella nostra esistenza è per noi<br />
fonte di vera gioia.<br />
Carissimi, è opinione comune tra i<br />
giovani credere che sia possibile<br />
sperimentare l’amore solo se<br />
s’incontra qualcuno con delle qualità<br />
tali da attirare la nostra attenzione.<br />
L’amore vero, tuttavia, quello che<br />
nasce dalla fede in Cristo, supera ogni<br />
nostra prospettiva, che al confronto si<br />
rivela molto limitata.<br />
Questo amore “fondato nella fede<br />
e da essa plasmato”, se ben coltivato,<br />
conduce l’uomo a perdonare coloro<br />
dai quali riceve il male, a rispondere<br />
al male col bene, ad essere,<br />
in poche parole, una persona<br />
“cristificata” capace, cioé, di fare della<br />
sua vita un dono per l’altro.<br />
Nel matrimonio cristiano questa verità<br />
s’esprime nell’unità che deve stabilirsi<br />
tra l’eros e l’agape, imitando in tal<br />
modo l’amore col quale Dio ama il suo<br />
popolo. Non dimentichiamo, cari<br />
amici, che siamo figli di Dio, creati a<br />
sua immagine in Cristo e che, quindi,<br />
siamo chiamati a somigliare sempre di<br />
più a Dio nel suo modo d’amare.<br />
Facciamo attenzione al falso concetto<br />
d’amore che i media ci propongono:<br />
l’amore egocentrico. L’amore cristiano<br />
è esattamente l’opposto: è uscita da sé<br />
per andare verso Dio e verso il<br />
prossimo.<br />
Papa Benedetto XVI c’insegna che<br />
“l’amore è gratuito; non viene<br />
esercitato per raggiungere altri scopi”<br />
(Deus Caritas est, 31). La Sacra<br />
Scrittura, infatti, c’invita ad “amare” il<br />
nostro prossimo non a “sfruttarlo”.<br />
Carissimi, Gesù ci ha amati per primo<br />
e noi dobbiamo attingere al suo amore<br />
infinito per amare i nostri fratelli.<br />
La nostra vita deve essere una<br />
testimonianza della nostra fede in<br />
Cristo. È questo il concetto che chiude<br />
l’insegnamento dell’Enciclica.<br />
“L’attività caritativa cristiana deve<br />
essere indipendente da partiti e<br />
ideologie” afferma, infatti, il Papa. La<br />
carità promossa dalla Chiesa, si legge<br />
ancora nel testo, “non è un mezzo per<br />
cambiare il mondo in modo ideologico<br />
e non sta al servizio di strategie<br />
mondane, ma è attualizzazione, qui ed<br />
ora, dell’amore di cui l’uomo ha<br />
sempre bisogno”. E poco prima il<br />
Pontefice spiega: “Quanti operano<br />
nelle istituzioni caritative della Chiesa<br />
devono distinguersi per il fatto che non<br />
si limitano ad eseguire in modo abile la<br />
cosa conveniente al momento, ma si<br />
dedicano all’altro con le attenzioni<br />
suggerite dal cuore, in modo che questi<br />
sperimenti la loro ricchezza di<br />
umanità” (Deus Caritas est, 31).<br />
Carissimi amici, non è necessaria solo<br />
un’alta professionalità nell’agire<br />
caritativo, ma anche e soprattutto una<br />
profonda formazione del cuore: solo<br />
così si può condurre la persona aiutata<br />
all’incontro con Dio.<br />
Il nostro incontro, al Meeting dei<br />
Giovani del 1° maggio <strong>2007</strong>, si muove<br />
proprio in questa direzione: formare il<br />
cuore dei giovani all’amore vero,<br />
quello che viene da Cristo.<br />
Consegniamo questo auspicio alla<br />
Vergine Maria, affidiamoci alle sue<br />
cure materne e mettiamoci alla sua<br />
scuola, per imparare da lei, donna del<br />
bell’amore, cosa significa amare.<br />
Carissimi, vi aspetto numerosi per<br />
cantare, gioire e pregare insieme.<br />
■ di GIOVANNI RUSSO<br />
IL ROSARIO E LA NUOVA POMPEI – 32 – ANNO <strong>123</strong> - N. 3 - <strong>2007</strong> [128]<br />
IL ROSARIO E LA NUOVA POMPEI – 33 –<br />
ANNO <strong>123</strong> - N. 3 - <strong>2007</strong> [129]
LATINA<br />
Parrocchie:<br />
Ss. Pietro e Paolo Apostoli<br />
S. Carlo Borromeo<br />
10-14 Gennaio <strong>2007</strong><br />
All’inizio del nuovo anno, l’icona pellegrina<br />
della Vergine del Rosario di<br />
Pompei riprende il suo viaggio, raggiungendo<br />
Latina, una città del basso Lazio,<br />
chiamata inizialmente Littoria, che vide<br />
il suo nascere ufficiale il 18 dicembre<br />
1932.<br />
Da semplice borgo di servizio per la<br />
bonifica di quell’area dell’agro pontino,<br />
Littoria diventò centro rurale nel 1932,<br />
comune nel 1933 e capoluogo di provin-<br />
IN CAMMINO CON LA MADONNA PELLEGRINA<br />
Latina e Striano<br />
accolgono la Madre<br />
■ di ANTONIO MARRESE<br />
IL ROSARIO E LA NUOVA POMPEI – 34 –<br />
ANNO <strong>123</strong> - N. 3 - <strong>2007</strong> [130]<br />
cia nel 1934. Nel 1946 l’originario nome<br />
di Littoria venne mutato in Latina. A tentare<br />
altre opere di bonifica parziale furono<br />
i religiosi, in particolare i monaci cluniacensi<br />
e cistercensi.<br />
Dal 10 al 13 gennaio, la missione mariana<br />
ha visitato la comunità parrocchiale<br />
dei Ss. Pietro e Paolo Apostoli, e, dal 13<br />
mattina al 14 mattina, quella di San Carlo<br />
Borromeo. Entrambe le comunità hanno<br />
accolto l’immagine della Vergine e i missionari<br />
con semplicità disarmante e affetto<br />
fraterno, frutto di un’umanità calorosa<br />
e gentile, e, soprattutto, di una devozione<br />
molto sentita.<br />
Ad aprire e a concludere la missione,<br />
il Vescovo di Latina, Mons. Giuseppe Petrocchi,<br />
che ha voluto dare un chiaro<br />
segno del suo amore personale e della<br />
sua devozione alla Madonna di Pompei<br />
(foto in basso, pagina precedente).<br />
Le veglie di preghiera, i momenti di<br />
riflessione comunitaria, il concerto-meditazione<br />
di don Giosy Cento, gli incontri<br />
con i ragazzi e le Celebrazioni Eucaristiche<br />
hanno contribuito a rendere la missione<br />
mariana di Latina un’esperienza unica<br />
e indimenticabile (a destra un momento<br />
del concerto).<br />
Per questo motivo desideriamo ringraziare,<br />
da queste pagine, per la collaborazione<br />
e il sostegno, innanzitutto, don<br />
Giovanni Laudadio, parroco della Parrocchia<br />
Ss. Pietro e Paolo Apostoli, sacerdote<br />
di spiccata devozione mariana e<br />
vero pastore della sua comunità, alla qua-<br />
le ha trasmesso il suo amore filiale per<br />
Cristo e per la Vergine Maria. Segno visibile<br />
di questa esperienza è stata la numerosa<br />
presenza dei giovani a tutti i momenti<br />
di preghiera. Alla cordiale disponibilità<br />
di don Giovanni si è unita quella di<br />
don Patrizio Di Pinto, parroco della chiesa<br />
di San Carlo Borromeo e Vicario Fo-<br />
raneo, che con grande affetto e simpatia<br />
ha voluto condividere l’ospitalità e l’accoglienza<br />
della Madre del Signore. Al termine<br />
della missione un fiume di persone<br />
ha accompagnato in processione la Madonna<br />
del Rosario per un tratto di strada,<br />
verso l’uscita della città, per salutare Maria<br />
che faceva ritorno nella Sua Pompei.<br />
STRIANO (NA)<br />
Parrocchia:<br />
S. Giovanni Battista<br />
18-21 Gennaio <strong>2007</strong><br />
Da giovedì 18 a domenica 21, l’immagine<br />
della Madonna del Rosario<br />
di Pompei ha fatto il suo grande ritorno a<br />
Striano, piccolo paese ai piedi del Vesuvio,<br />
a poca distanza da Pompei. È stato<br />
un grande ritorno, proprio nei giorni in<br />
cui 51 anni fa, come raccontano le cronache,<br />
l’icona sostava nella comunità parrocchiale<br />
di San Giovanni Battista.<br />
È stato per Striano un vero evento di<br />
massa, ma soprattutto un grande momento<br />
di grazia come ha ricordato, nel suo<br />
saluto, il giovane sindaco, Antonio Del<br />
Giudice: “Mi sento privilegiato come sindaco<br />
a dover accogliere la Madonna e prego<br />
perché ci sia una discesa abbondante<br />
di grazie su questa comunità civile ed ecclesiale”.<br />
IL ROSARIO E LA NUOVA POMPEI – 35 –<br />
ANNO <strong>123</strong> - N. 3 - <strong>2007</strong> [131]
Il popolo ha partecipato in massa. La<br />
Chiesa non è mai stata vuota, dal mattino<br />
fino a sera, la Madre ha raccolto le suppliche<br />
e le preghiere dei fedeli.<br />
Grazie al parroco, don Michele Fusco,<br />
ad Antonio Gravetti, Presidente dell’Azione<br />
Cattolica parrocchiale, e ad altri<br />
collaboratori della comunità, la missione<br />
è stata ricca di impegni e di significative<br />
celebrazioni. Don Michele ha contagiato<br />
tutta la comunità parrocchiale con la sua<br />
personale testimonianza e ha avuto parole<br />
di elogio e di gratitudine per l’equipe<br />
missionaria per essere stata segno tangibile<br />
della Divina Grazia, spinta alla nuova<br />
evangelizzazione, stimolo alla carità e<br />
guida nella preghiera.<br />
Numerose famiglie hanno aperto le<br />
porte delle loro case per accogliere i missionari<br />
che hanno portato parole di conforto<br />
agli ammalati, alle persone sole e<br />
bisognose.<br />
Molto commovente è stato il concer-<br />
I giovani splendidi protagonisti dell’incontro con Maria<br />
DA STRIANO<br />
Caro Don Antonio, poche parole per esprimerti il mio grazie,<br />
per essere riuscito, con i tuoi ragazzi, con la forza della<br />
vostra testimonianza e l’amore immenso che i vostri occhi<br />
esprimono verso la nostra cara Mamma, come la chiami tu, a<br />
creare e farci vivere in un clima di fraternità facendoci riscoprire<br />
ancora una volta la bellezza delle relazioni come dono<br />
e benedizione.<br />
Dio lascia sempre un segno, quando chiama, quando si<br />
rivela, quando cerca di far capire all’uomo che può fidarsi di<br />
lui. Elisabetta diventa un segno per Maria, diventa chiamata<br />
ad affidarsi, a credere in quello che gli è stato detto.<br />
È ciò che accade spesso: l’incontro con una persona, in<br />
un momento particolare, una parola, un gesto, possono cambiare<br />
la vita. Sì, ci sono incontri che sono come vere benedizioni<br />
celesti senza le quali le nostre giornate non sarebbero<br />
le stesse.<br />
Quante volte anche noi diventiamo segno di una promessa<br />
per gli altri; quante volte con la nostra vita, la nostra fede,<br />
il nostro saper accogliere diveniamo per gli altri segno di speranza?<br />
Tante!<br />
Come Cristo è speranza e dono gratuito per tutti noi,<br />
allo stesso modo anche noi dobbiamo essere per gli altri segni<br />
di speranza, una speranza da portare, annunciare, gridare,<br />
renderne ragione agli altri, come dice San Pietro.<br />
Maria ci accompagnerà e ci aiuterà a testimoniare con<br />
gioia!<br />
Grazie a tutti voi. Un abbraccio forte a te, Don Antonio,<br />
per la semplicità della tua persona e lo sguardo amorevole; a<br />
te, Mimmo, per aver un sorriso che parla; a te, Ippolito, per<br />
aver testimoniato la gioia di un cammino; a te, Mario, per<br />
il tuo cuore accogliente; a voi sorelle per i vostri gesti d’affetto,<br />
siete state molto care, dolci e premurose, come delle vere<br />
mamme.<br />
Che la Vergine Santa ci custodisca. Buon Cammino!!!<br />
A presto.<br />
Raffaella<br />
***<br />
DA MESAGNE<br />
Caro don Antonio, forse non ti ricorderai di me..., io sono<br />
Pierluigi Iaia, della parrocchia Santa Maria in Betlem<br />
di Mesagne dove siete stati con la missione mariana l'anno<br />
scorso.<br />
Da quei giorni la mia vita è cambiata. Ho scoperto la mia<br />
devozione alla Madonna, particolarmente quella che veneriamo<br />
con il titolo di Vergine del Rosario di Pompei. In qualsiasi<br />
momento l'ho cercata, lei mi ha sempre ascoltato e mi è<br />
stata vicina.<br />
Ricordo ancora con gioia quei giorni passati insieme, ma<br />
anche con un po' di malinconia. Spero, un giorno, che l'esperienza<br />
della missione mariana si possa ripetere. Sappiate voi<br />
missionari che vi porto sempre nel mio cuore e che non vi dimenticherò<br />
mai.<br />
Vorrei dirti, don Antonio, un forte GRAZIE. Se è possibile<br />
salutami tutti i missionari che sono venuti da noi.<br />
Appena verrò a Pompei, spero di farlo di persona.<br />
Pierluigi<br />
IL ROSARIO E LA NUOVA POMPEI – 36 –<br />
ANNO <strong>123</strong> - N. 3 - <strong>2007</strong> [132]<br />
to tenuto da Don Giosy Cento, durante il<br />
quale i giovani missionari laici hanno offerto<br />
la loro testimonianza di fede. Ricca<br />
di contenuti è stata la veglia di preghiera<br />
per le famiglie e con le famiglie. In queste<br />
due occasioni, in modo particolare, la<br />
bella e grande chiesa parrocchiale è stata<br />
gremita fino all’inverosimile.<br />
Il momento più intenso e partecipato,<br />
tuttavia, è stato quello del saluto finale a<br />
conclusione della missione. Il prelato di<br />
Pompei, Mons. Carlo Liberati (foto a destra),<br />
ha presieduto la Celebrazione Eucaristica<br />
e, nell’omelia, ha incoraggiato la<br />
folla ad essere accogliente e disponibile alla<br />
parola del Signore, alla scuola di Maria.<br />
Anche questa missione mariana è stata<br />
vissuta e partecipata intensamente e<br />
quando il quadro della Vergine è stato sistemato<br />
sull’autocappella una folla emozionata<br />
ha salutato la Vergine con canti<br />
e fuochi pirotecnici, impegnandosi a ricambiare<br />
al più presto la visita.<br />
LE PROSSIME MISSIONI MARIANE DEL ROSARIO<br />
1-4 MARZO - ABBADIA SS. SALVATORE (SI)<br />
Arcipretura “Santa Croce”<br />
Nel pomeriggio del 1°, arrivo dell’Icona della Madonna; saluto<br />
del Sindaco e del Vescovo con la celebrazione della Santa Messa.<br />
Al mattino del 4, recita del Santo Rosario e Celebrazioni Eucaristiche<br />
con Supplica alla Madonna, alle ore 12.00. A seguire partenza<br />
dell’Icona della Madonna.<br />
Per ulteriori informazioni rivolgersi al Parroco: Don Francesco<br />
Monachini - Tel. 0577/778225-778310.<br />
15-18 MARZO - TITO (PZ)<br />
Parrocchia “San Laniero Martire”<br />
Nel pomeriggio del 15, arrivo dell’Icona della Madonna; saluto<br />
del Sindaco e del Vescovo con la celebrazione della Santa Messa.<br />
Al mattino del 18, recita del Santo Rosario e Celebrazioni Eucaristiche<br />
con Supplica alla Madonna, alle ore 12.00. A seguire partenza<br />
dell’Icona della Madonna.<br />
Per ulteriori informazioni rivolgersi al Parroco: Mons. Nicola Laurenzana<br />
- Tel. 0971/794022.<br />
22-25 MARZO - CAPUA (CE)<br />
Parrocchia “San Prisco”<br />
Nel pomeriggio del 22, arrivo dell’Icona della Madonna; saluto<br />
del Sindaco e del Vescovo con la celebrazione della Santa Messa.<br />
Al mattino del 25, recita del Santo Rosario e Celebrazioni Eucaristiche<br />
con Supplica alla Madonna, alle ore 12.00. A seguire partenza<br />
dell’Icona della Madonna.<br />
Per ulteriori informazioni rivolgersi al Parroco: Don Vincenzo Di<br />
Lello - Tel. 0823/797887 - Cell. 360/934383.<br />
19-22 APRILE - ALTAMURA (BA)<br />
Parrocchia “SS. Rosario di Pompei”<br />
Nel pomeriggio del 19, arrivo dell’Icona della Madonna; saluto<br />
del Sindaco e del Vescovo con la celebrazione della Santa Messa.<br />
Al mattino del 22, recita del Santo Rosario e Celebrazioni Eucaristiche<br />
con Supplica alla Madonna, alle ore 12.00. A seguire partenza<br />
dell’Icona della Madonna.<br />
Per ulteriori informazioni rivolgersi al Parroco: Don Giuseppe<br />
Creanza - Tel. 080/3111797 - Cell. 328/9781657<br />
26-29 APRILE - SATRIANO DI LUCANIA (PZ)<br />
Parrocchia “San Pietro Apostolo”<br />
Nel pomeriggio del 26, arrivo dell’Icona della Madonna; saluto<br />
del Sindaco e del Vescovo con la celebrazione della Santa Messa.<br />
Al mattino del 29, recita del Santo Rosario e Celebrazioni Eucaristiche<br />
con Supplica alla Madonna, alle ore 12.00. A seguire partenza<br />
dell’Icona della Madonna.<br />
Per ulteriori informazioni rivolgersi al Parroco: Don Antonio Petrone<br />
- Tel. 0975/385023 - Cell. 333/3332268.<br />
7-10 GIUGNO - SOLOFRA (AV)<br />
Parrocchia “San Michele Arcangelo”<br />
Nel pomeriggio del 7, arrivo dell’Icona della Madonna; saluto<br />
del Sindaco e del Vescovo con la celebrazione della Santa Messa.<br />
Al mattino del 10, recita del Santo Rosario e Celebrazioni Eucaristiche<br />
con Supplica alla Madonna, alle ore 12.00. A seguire partenza<br />
dell’Icona della Madonna.<br />
Per ulteriori informazioni rivolgersi al Parroco: Don Michele Alfano<br />
- Tel. 0825/583330.<br />
14-17 GIUGNO - MOLFETTA (BA)<br />
Parrocchia “San Pio X”<br />
Nel pomeriggio del 14, arrivo dell’Icona della Madonna; saluto<br />
del Sindaco e del Vescovo con la celebrazione della Santa Messa.<br />
Al mattino del 17, recita del Santo Rosario e Celebrazioni Eucaristiche<br />
con Supplica alla Madonna, alle ore 12.00. A seguire partenza<br />
dell’Icona della Madonna.<br />
Per ulteriori informazioni rivolgersi al Parroco: Don Pino Magarelli<br />
- Tel. 080/3341174.<br />
Per informazioni: UFFICIO PER LA MISSIONE MARIANA - Tel. 081/8577486 - Fax 081/8577487 - missionemariana@libero. it<br />
IL ROSARIO E LA NUOVA POMPEI – 37 –<br />
ANNO <strong>123</strong> - N. 3 - <strong>2007</strong> [133]
Gennaio <strong>2007</strong><br />
◆ Dalla chiesa parrocchiale “Sacro<br />
Cuore di Gesù” di Bellizzi, in provincia<br />
di Salerno, centodieci pellegrini sono<br />
partiti alla volta di Pompei, martedì<br />
2 gennaio, per vivere, nel periodo natalizio,<br />
un momento di intensa spiritualità.<br />
Al pellegrinaggio erano presenti anche<br />
tre sacerdoti stimmatini: Padre Vincenzo<br />
Sirignano, Padre Nicola Mangino<br />
e Padre Giovanni Cignoli, già venuti<br />
in passato nella città mariana. Durante<br />
il cammino verso il Santuario, i tre<br />
sacerdoti hanno guidato la preghiera<br />
dei fedeli per chiedere a Maria la grazia<br />
di poter incarnare il Vangelo nella<br />
vita di ogni giorno. Tutta la comunità<br />
ha vissuto con entusiasmo la visita a<br />
Pompei, anche grazie alla vivacità di<br />
questi tre giovani religiosi che, da due<br />
anni, prestano il loro servizio sacerdotale<br />
presso la parrocchia. Tutti i fedeli<br />
attendevano con ansia l’incontro con la<br />
Pellegrini<br />
del<br />
Rosario<br />
■ a cura di MARIDA D’AMORA<br />
Vergine del Rosario, alla quale sono profondamente<br />
legati da sentimenti di gratitudine<br />
e di riconoscenza filiale. Il pellegrinaggio<br />
è stato l’espressione di una<br />
devozione viva, resa concreta dalla recita<br />
corale, quotidiana del Santo Rosario.<br />
Percorrendo insieme la strada verso<br />
il tempio mariano, pregando e invocando<br />
Maria, i fedeli hanno riscoperto<br />
la gioia di vivere, nella consapevolezza<br />
che la vita ogni giorno presenta affanni,<br />
preoccupazioni e tante altre difficoltà.<br />
Qui a Pompei, hanno consolidato<br />
questi sentimenti e questo progetto<br />
di vita alla scuola della Vergine Santissima,<br />
nel cui Santuario hanno promesso<br />
di ritornare anche in futuro. Dopo<br />
aver preso parte alla Santa Messa, i<br />
sacerdoti e i pellegrini hanno visitato la<br />
Basilica e il Presepe, allestito presso il<br />
Centro Educativo “Bartolo Longo”. Prima<br />
di ritornare a Bellizzi, il gruppo ha<br />
posato per una foto ricordo (foto in basso).<br />
Prenota in tempo il tuo<br />
pellegrinaggio a Pompei<br />
presso l’Ufficio Rettorato:<br />
Tel. + 39 0818577362<br />
+ 39 0818577379<br />
Fax + 39 1782238781<br />
+ 39 0818577482<br />
rettorato@santuariodipompei.it<br />
◆ L’Associazione “Famiglia del Clero<br />
Campania”, della Diocesi Nocera-<br />
Sarno (SA), ha visitato il Santuario di<br />
Pompei, il 4 gennaio, per vivere insieme<br />
un’esperienza comunitaria di riflessione<br />
e di preghiera. Il gruppo, composto<br />
da trentadue fedeli, era accompagnato<br />
dalla Presidente, Concetta Gioia<br />
Di Bernardo, e da don Mario Ceneri,<br />
Assistente Regionale (foto in alto, pagina<br />
a fianco). Qui, nella città mariana,<br />
il gruppo ha partecipato ad un ritiro<br />
spirituale guidato dal Rettore del Santuario,<br />
Mons. Francesco Paolo Soprano,<br />
sul tema: “Maria, esemplare della<br />
familiare del clero”. Al termine dell’incontro<br />
di spiritualità, i fedeli hanno preso<br />
parte alla Santa Messa celebrata da<br />
don Mario. È la terza volta che la “Famiglia<br />
del Clero Campania” si riunisce<br />
nella città mariana. Circa quindici anni<br />
fa, infatti, ha celebrato qui il proprio<br />
decennale e, nel 1998, dopo aver partecipato<br />
all’annuale convegno, tenutosi<br />
IL ROSARIO E LA NUOVA POMPEI – 38 –<br />
ANNO <strong>123</strong> - N. 3 - <strong>2007</strong> [134]<br />
per l’occasione a Pacognano, frazione<br />
di Vico Equense (NA), ha concluso i<br />
propri lavori a Pompei. L’Associazione,<br />
nata 25 anni fa, a livello nazionale,<br />
diramandosi, poi, nelle varie regioni d’Italia,<br />
è formata dai genitori, dai parenti,<br />
dai collaboratori e dalle collaboratrici<br />
dei sacerdoti che si dedicano alla loro<br />
assistenza domestica e ad altre attività,<br />
partecipando, così, indirettamente al loro<br />
servizio ministeriale nella comunità<br />
cristiana. Possono aderire all’Associazione<br />
anche le mogli dei diaconi permanenti,<br />
associate al ministero dei loro sposi<br />
tramite il sacramento nuziale. Annualmente,<br />
gli aderenti si riuniscono per<br />
approfondire e maturare con più consapevolezza<br />
le modalità con cui realizzare<br />
il loro particolare impegno attraverso<br />
percorsi di formazione spirituale, ecclesiale,<br />
ministeriale e vocazionale. Gli<br />
scopi dell’Associazione sono molteplici:<br />
aiutare i familiari del Clero a comprendere<br />
sempre meglio l’identità della<br />
propria missione; a vivere il loro lavoro<br />
come servizio al Signore e alla Chiesa;<br />
ad impegnarsi a crescere nell’equilibrio<br />
umano, nella rettitudine morale e<br />
nella spiritualità che tale servizio richiede;<br />
favorire l’amicizia cristiana tra<br />
gli associati, valorizzando la ricchezza<br />
dei carismi personali; ricercare e preparare<br />
persone idonee e disponibili ad<br />
assistere i sacerdoti nella loro vita domestica<br />
e di ministero.<br />
◆ Nella stessa giornata, da Fermo, ha<br />
fatto visita a Pompei la Corale “Santa<br />
Lucia”, che presta il proprio servizio<br />
liturgico nella Cappella del Duomo della<br />
città. Per la seconda volta nella cittadina<br />
vesuviana, dopo circa quindici anni,<br />
la Corale ha voluto dedicare alla Vergine<br />
del Rosario canti mariani e natalizi<br />
per cominciare il nuovo anno con la<br />
Sua benedizione materna. Il gruppo nacque,<br />
nel 1976, per volontà di appassionati<br />
di musica che avevano cominciato<br />
a cimentarsi in canti tratti da un vasto<br />
repertorio di musica sacra e profana,<br />
classica e contemporanea. Nel 1986,<br />
divenne ufficialmente “Cappella del<br />
Duomo” di Fermo, carica che tuttora<br />
ricopre. La corale si esibisce sia in ambito<br />
regionale che nazionale ed internazionale.<br />
Il repertorio è costituito prevalentemente<br />
da musica sacra, scelta tra<br />
autori come Palestrina, Bach, Mozart,<br />
Vivaldi. L’organico, composto da 38<br />
elementi, è diretto dal M° Nicola Marucci.<br />
Nella città di Maria, diretta dal<br />
M° don Ginesio Cardelli, Direttore artistico,<br />
e accompagnata dalla Presidente,<br />
Alduina Simonelli, ha animato la<br />
Santa Messa delle 17.00, eseguendo canti<br />
natalizi. Il gruppo è stato entusiasta<br />
dell’accoglienza ricevuta e ha espresso<br />
il desiderio di ritornare nuovamente a<br />
Pompei.<br />
◆ Il 30 gennaio, sono stati in visita alla<br />
Basilica mariana undici alunni del “Seminario<br />
Diocesano di Concordia-Pordenone”,<br />
accompagnati dal Rettore del<br />
Seminario, don Maurizio Girolami, dal<br />
Padre Spirituale, Mons. Sergio Deison,<br />
e dall’animatore della comunità vocazionale,<br />
don Giuseppe Grillo. Tra i giovani<br />
seminaristi, anche il diacono Pasquale<br />
Rea, che presto sarà ordinato sacerdote.<br />
Alcuni componenti del gruppo<br />
erano già stati in pellegrinaggio a Pompei,<br />
ma è la prima volta che vengono<br />
qui in veste di seminaristi. Partiti domenica<br />
28 gennaio da Pordenone, i pellegrini<br />
hanno visitato anche altri luoghi<br />
di culto campani. Significativo è stato<br />
l’incontro con il Cardinale Crescenzio<br />
Sepe, Arcivescovo del capoluogo campano,<br />
avvenuto durante la loro visita al<br />
Duomo di Napoli, dove hanno reso omaggio<br />
alle reliquie di San Gennaro, patrono<br />
della città, custodite nella omonima<br />
cappella. A Pompei, invece, come<br />
ha spiegato Mons. Deison, sono venuti<br />
per pregare la Vergine del Rosario e implorare<br />
la sua intercessione presso il Signore<br />
per nuove vocazioni sacerdotali,<br />
come Gesù stesso dice: “La messe è<br />
molta, ma gli operai sono pochi. Pregate<br />
dunque il padrone della messe per-<br />
ché mandi operai nella sua messe” (Mt<br />
9,38). Subito dopo aver partecipato alla<br />
Santa Messa, concelebrata da don Girolami,<br />
da Mons. Deison e da don Grillo,<br />
i seminaristi della diocesi Concordia-Pordenone<br />
hanno salutato la Madonna<br />
con la recita della Supplica, per<br />
proseguire alla volta degli Scavi Archeologici.<br />
Nello stesso periodo abbiamo registrato<br />
altri pellegrinaggi provenienti<br />
da: Alvignano, Angri, Arco Felice,<br />
Battipaglia, Capaccio Scalo, Casal di<br />
Principe, Caserta, Casoria, Cerva, Gaggi,<br />
Gagliano del Capo, Grumo Nevano,<br />
Melfi, Milano, Montaquila, Monteroduni,<br />
Napoli, Pietravairano, Pomigliano d’Arco,<br />
Rho, Roma, Sant’Antonio Abate,<br />
San Martino Valle Caudina, San Nicola<br />
La Strada, Santa Maria la Carità, Sant’<br />
Angelo a Cupolo, Tito.<br />
***<br />
Sono passati da Pompei anche rappresentanti<br />
dei seguenti gruppi, associazioni<br />
e congregazioni: 10ª Delegazione<br />
Regionale dell’I.P.A. Campania;<br />
Abbazia di Fossanova di Priverno<br />
(LT); Associazione mariana “Antonio<br />
Albanese” di Lauria (PZ); Associazione<br />
“Radioamatori Italiani” di Pompei (NA);<br />
Comunità “Opera Don Calabria” di Napoli;<br />
Convento “San Pasquale” di Airola<br />
(BN); Corale SS.ma Annunziata di<br />
Angri (SA); Gruppo di Preghiera “Padre<br />
Pio” di San Gennaro Vesuviano<br />
(NA); Gruppo “Elettra Gravina” di Napoli;<br />
Gruppo “Il Cenacolo” di Cassazza<br />
(BG); Scuola Primaria “Matteo Mari” di<br />
Salerno; Unitalsi Campana di Napoli.<br />
IL ROSARIO E LA NUOVA POMPEI – 39 –<br />
ANNO <strong>123</strong> - N. 3 - <strong>2007</strong> [135]
Tre amici della comunità pompeiana<br />
sono ritornati recentemente alla<br />
Casa del Padre, dopo una lunga<br />
vita spesa al servizio del Vangelo, nella<br />
condivisone più radicale con i poveri<br />
della terra e nell’educazione dell’infanzia<br />
e della gioventù.<br />
I loro nomi scritti nei cieli, nell’albo<br />
d’oro della vita, sono quelli dell’Abbé<br />
Pierre e di due fratelli delle Scuole Cristiane:<br />
Fratel Martino Giuliani e di Fratel<br />
Pasquale Sorge.<br />
L’Abbé Pierre<br />
Fondatore delle comunità Emmaus e<br />
gigante della carità del XX secolo, l’Abbé<br />
Pierre è stato a Pompei in occasione<br />
della XIª edizione del Meeting dei Giovani<br />
(1° maggio 1997). Attraverso Franco<br />
Bettoli, responsabile di “Emmaus Italia”,<br />
riuscimmo ad incontrarlo durante<br />
uno dei suoi impegni in Italia, per invitarlo<br />
a nome del Vescovo del tempo, alla<br />
kermesse giovanile che ogni anno si<br />
svolge nella città mariana.<br />
Insieme a Rita Borsellino, sorella del<br />
giudice Paolo, vittima di un agguato di<br />
mafia nel 1992, furono i fantastici protagonisti<br />
di quella edizione del meeting<br />
(foto in alto). Migliaia di giovani ascoltarono<br />
i loro interventi in religioso silenzio.<br />
L’Abbé Pierre rispose, con l’aiuto<br />
dell’interprete, ad alcune domande. Le<br />
sue parole profumate di credibilità arrivavano<br />
diritte al cuore dei presenti. Quel<br />
giorno, davanti a tutti, c’era un testimone<br />
vero, un uomo che aveva cambiato la<br />
vita e la storia di tanti uomini e donne da<br />
lui accolti in nome dell’Amore. Tutti ascoltarono<br />
le sue scomode verità e l’invito<br />
a porsi in ottica diversa da quella<br />
del mondo, e tutti capirono!<br />
L’Abbé Pierre, al secolo Henry Groués,<br />
nato a Lione il 5 agosto 1912, è morto a<br />
Parigi il 22 gennaio <strong>2007</strong>, a circa 95<br />
anni. Le massime autorità politiche e religiose<br />
francesi, i confratelli di Emmaus<br />
e, soprattutto, un’immensa folla silenziosa<br />
assiepata in gran parte all’esterno<br />
della Cattedrale di Notre Dame, hanno<br />
partecipato ai suoi funerali per rendere<br />
omaggio all’apostolo dei senzatetto, a colui<br />
che in vita non aveva mai rinunciato<br />
a tendere la mano agli esclusi.<br />
Anche il Papa si è reso presente inviando<br />
un telegramma al Presidente dei<br />
Vescovi francesi, l’Arcivescovo di Bordeaux,<br />
Pierre Ricard. Benedetto XVI<br />
“rende grazie” per l’azione dell’Abbé<br />
Pierre a favore dei più poveri con la quale<br />
- si legge - “ha dato una chiara testi-<br />
L’ABBÉ PIERRE, FRATEL MARTINO GIULIANI E FRA ATEL PASQUALE SORGE NELLA CASA DEL PADRE<br />
I loro nomi sono o scritti nei cieli<br />
monianza della carità che ci viene da<br />
Cristo” lottando per tutta la vita contro<br />
la povertà.<br />
“Con questa scomparsa tutta la Francia<br />
è toccata al cuore. Essa perde un’immensa<br />
figura, una coscienza, un’incarnazione<br />
della bontà”, ha detto il presidente<br />
Jacques Chirac. A scomparire, per<br />
il capo dell’Eliseo, è colui che ha mostrato<br />
a tutti “la via del cuore, della<br />
generosità, dello spirito di rivolta al servizio<br />
dei più vulnerabili”. Per l’ex-presidente<br />
Valéry Giscard d’Estaing, dopo<br />
la morte dell’Abbé Pierre “la Francia<br />
non sarà più la stessa”.<br />
Nel fondare Emmaus, l’Abbé Pierre<br />
ha realizzato un piccolo e grande miracolo:<br />
quello di donne e uomini considerati<br />
“scarti della società”, al pari dei<br />
cartoni e dei vestiti che da oltre mezzo<br />
secolo vanno raccogliendo per le strade,<br />
restituiti alla gioia di vivere. Oggi Emmaus<br />
conta circa 115 comunità solo in<br />
Francia e 400 gruppi in una quarantina<br />
di Paesi del mondo. Il ramo internazionale<br />
di Emmaus, fondato nel 1971,<br />
opera soprattutto in Africa e America Latina.<br />
Nel 1987 è nata poi la “Fondazione<br />
Abbé Pierre”, specializzata nella costruzione<br />
e gestione di alloggi popolari, in<br />
parte anche grazie a sovvenzioni pubbliche.<br />
L’intero parco di alloggi della fondazione<br />
ha di recente superato le diecimila<br />
unità.<br />
Fratel Martino Giuliani<br />
Gli altri due amici del Santuario, Fratel<br />
Martino (foto a sinistra) e Fratel Pasquale,<br />
fanno parte a pieno titolo della<br />
storia di Pompei per aver offerto il loro<br />
contributo di educatori nell’Istituto per i<br />
figli dei carcerati.<br />
Hanno lasciato questo mondo a breve<br />
distanza l’uno dall’altro; il 1° e il 3<br />
febbraio. La loro dipartita è avvenuta<br />
- coincidenza provvidenziale - nei giorni<br />
del convegno per il Centenario della pre-<br />
IL ROSARIO E LA NUOVA POMPEI – 40 –<br />
ANNO <strong>123</strong> - N. 3 - <strong>2007</strong> [136]<br />
senza dei Fratelli delle Scuole Cristiane<br />
a Pompei celebratosi proprio nel pomeriggio<br />
del 3 febbraio (cfr. pp. 6-9).<br />
Evaristo Giuliani, in religione Fratel<br />
Martino di Maria, nacque a Farnese (VT),<br />
il 18 aprile 1909 da Giacomo e Maria<br />
Biagini. A 11 anni, entrò nell’Aspirantato<br />
dei Fratelli di Albano Laziale, dando<br />
inizio al suo percorso di discernimento<br />
vocazionale conclusosi con la Professione<br />
religiosa il 15 agosto 1934, a Castel<br />
Gandolfo. Intanto, aveva conseguito<br />
la Laurea in Lettere e l’abilitazione all’Educazione<br />
Musicale nella scuola media.<br />
Il suo apostolato inizia nella Scuola<br />
Elementare dell’Istituto San Luigi di<br />
Acireale (CT) nel 1928. Dal 1929 al<br />
1933, fu inviato dai Superiori, per la prima<br />
volta, all’Istituto “Bartolo Longo“ di<br />
Pompei. Seguirono le esperienze di Kos<br />
nell’Egeo, al Collegio Sant’Arcangelo<br />
di Fano nelle Marche, all’Istituto “A.<br />
Mai” in Roma, al Seminario minore di<br />
Albano Laziale e all’Istituto “San Luigi”<br />
di Acireale, al Collegio San Giuseppe<br />
di Roma, al Centro medico sociale,<br />
rivolto alla riabilitazione e all’educazione<br />
dei “Mutilatini”, di Salerno.<br />
L’ultimo tratto del suo intenso e proficuo<br />
apostolato educativo fu a Pompei<br />
(1979-1999), dove ebbe modo di far<br />
apprezzare le sue straordinarie virtù di<br />
educatore cristiano a servizio di Dio e<br />
della Chiesa, animato da un profondo<br />
impegno di preghiera, di studio e di ascolto<br />
della Parola di Dio.<br />
Fratel Martino era un religioso dall’intelligenza<br />
vivace, dotato di fine umorismo,<br />
ricco d’entusiasmo e di generosità,<br />
amante della cultura e disponibile<br />
con tutti. Era di una delicatezza d’animo<br />
particolare. Nasceva qui la sua passione<br />
per la musica, che riteneva armonia<br />
interiore dello spirito e pace dell’anima,<br />
strumento essenziale per elevarsi<br />
al di sopra di tutto ciò che è caduco<br />
e mortale e per proiettarsi nell’inti-<br />
mità di Dio. È tornato alla Casa del Padre<br />
il 1° febbraio nella Comunità “Santa<br />
Famiglia” del Colle La Salle a Roma.<br />
Fratel Pasquale Sorge<br />
Di alcuni anni più giovane, Antonio<br />
Sorge, in religione Fratel Pasquale di Gesù<br />
(foto in basso), nacque a Strangolagalli<br />
(FR) il 18 marzo 1924 da Pietro e<br />
Margherita Sementilli. All’età di 12 anni<br />
entrò nell’Aspirantato dei Fratelli ad<br />
Albano Laziale e proseguì il suo cammino<br />
vocazionale nel noviziato di Torre<br />
del Greco (NA) e poi nel Collegio di<br />
San Giuseppe di Roma, conclusosi con<br />
la Professione perpetua, il 25 agosto<br />
1949. Nel 1943 iniziò il suo apostolato<br />
presso la Scuola Elementare dell’Istituto<br />
“A. Mai” di Roma, cui seguirono gli<br />
impegni di educatore e di docente alla<br />
Scuola “San Giovanni” in Roma, all’Aspirantato<br />
dei Fratelli presso la Casa Generalizia,<br />
al Collegio “Sant’Arcangelo”<br />
di Fano nelle Marche, al Collegio San<br />
Giuseppe di Roma, all’Aspirantato Maggiore<br />
del Colle La Salle, allo Scolasticato.<br />
Nel frattempo aveva conseguito la<br />
Laurea in Scienze Naturali presso l’Università<br />
di Catania.<br />
Dopo aver partecipato ad un corso di<br />
aggiornamento e di riqualificazione sulla<br />
vita consacrata e sulla spiritualità ed<br />
il carisma lasalliano, ebbe l’incarico di<br />
Direttore dell’Aspirantato Maggiore del<br />
Colle La Salle e, dal 1963 al 1970, quello<br />
di Direttore dell’Istituto “Bartolo Longo”<br />
in Pompei, dove ha lasciato uno stupendo<br />
ricordo per il suo fecondo apostolato<br />
al servizio dei figli dei carcerati<br />
e di altri ragazzi meno fortunati.<br />
Fu successivamente nominato Direttore<br />
dell’Istituto “Leonardo da Vinci”<br />
di Catania e nel 1972 Visitatore dell’ex<br />
Provincia di Roma fino al 1981. Seguirono<br />
il mandato di Economo e di Presidente<br />
della Casa di accoglienza “Jesus<br />
Magister”, di Direttore della Comunità<br />
“Santa Famiglia” del Colle La Salle e, dal<br />
2004, di Direttore della seconda Comunità<br />
dei Fratelli avanti negli anni in Grottaferrata,<br />
dove è morto il 3 febbraio.<br />
Fratel Pasquale, come religioso ed<br />
educatore, lascia una luminosa, fedele e<br />
docile testimonianza di sequela del Signore<br />
Gesù nei diversi incarichi che gli<br />
sono stati affidati. Di lui si ricordano la<br />
prudenza e il coraggio nell’affrontare i segni<br />
dei tempi, e più ancora le virtù di<br />
fedele laboriosità e di cordiale apertura,<br />
unite alla fermezza necessaria.<br />
■ di FRANCESCO MARIANO<br />
IL ROSARIO E LA NUOVA POMPEI – 41 –<br />
ANNO <strong>123</strong> - N. 3 - <strong>2007</strong> [137]
◆ Voglio ringraziare la Vergine<br />
di Pompei per aver ascoltato<br />
le mie preghiere ed<br />
anche il beato Bartolo Longo<br />
che prego tutti i giorni.<br />
Sono stata affetta da forti<br />
emorragie nasali a causa delle<br />
quali sono stata da tanti medici<br />
ed in tanti ospedali, ma senza<br />
aver alcun risultato.<br />
Ho incominciato a pregare<br />
la Mamma Celeste e, Bartolo<br />
Longo e, grazie a loro,<br />
da quasi un anno, non sono<br />
stata più costretta alle cure di<br />
urgenza del pronto soccorso.<br />
Ora prego e continuerò a<br />
pregare continuamente, tutti i<br />
giorni, la Madonna di Pompei,<br />
cui devo tutta la mia gratitudine<br />
per le migliorate condizione<br />
di salute.<br />
Anna Marinaro<br />
Waltham - Massachusetts (USA)<br />
***<br />
◆ Gent.mo Direttore, sono<br />
un miracolato del beato Bartolo,<br />
o almeno credo d’esserlo.<br />
Vado per i quarantuno anni,<br />
sono un giornalista e vivo<br />
con mia moglie nella campagna<br />
toscana.<br />
Il fatto che desidero narrarvi<br />
risale al settembre/ottobre,<br />
del 1980. Avevo quindici<br />
anni e vivevo, a quel tempo,<br />
con i miei genitori ed i miei<br />
fratelli a Catanzaro, la mia città<br />
d’origine, su un viale a grande<br />
scorrimento.<br />
Un mattino, credo di domenica,<br />
mio padre, ora defunto,<br />
mi mandò a comprare<br />
il pane presso un forno che si<br />
trovava dall’altro lato del viale.<br />
Guardai in su ed in giù e<br />
vidi scendere solo una macchina,<br />
ancora lontana, sulla<br />
corsia opposta, diedi uno scatto<br />
confidando nei miei quindici<br />
anni e mi lanciai all’attra-<br />
GRATI ALLA MADONNA<br />
E AL BEATO BARTOLO LONGO<br />
versamento del veloce stradone.<br />
Avevo calcolato male,<br />
perché giunto al centro della<br />
corsia opposta, mi ritrovai paurosamente<br />
il muso della macchina<br />
a mezzo metro da me<br />
che tentavo disperatamente di<br />
raggiungere il marciapiede. Però,<br />
me la sentii passare dietro.<br />
Saltai al sicuro e, ancora spaventato<br />
feci in tempo a vedere<br />
il conducente che si metteva<br />
le mani nei capelli. Però ero<br />
sano e salvo.<br />
Al momento di riattraversare<br />
vidi i miei genitori al balcone,<br />
fortemente allarmati, che<br />
mi facevano segno di stare attento.<br />
Giunto a casa fui accolto<br />
da un’atmosfera di sgomento<br />
e venni rimproverato da<br />
mio padre che, bianco come un<br />
cencio, mi disse: “Ti abbiamo<br />
visto uscire da sotto la macchina”.<br />
■ a cura di CIRO COZZOLINO<br />
◆Sono figlia di Angelo Brizi, che fino all’età<br />
di ventisei anni è stato ospite dell’Istituto<br />
Bartolo Longo, e mia madre Rosa Mazzetti<br />
è nata e vissuta a Pompei fino al giorno<br />
del suo matrimonio.<br />
Mi sono sposata nel mese di giugno e<br />
dopo alcuni mesi sono rimasta incinta, ma<br />
purtroppo la gravidanza non è andata a buon<br />
fine. Nei quattro anni successivi ho subito<br />
diversi interventi chirurgici ed il sogno di<br />
avere un bambino svaniva sempre di più.<br />
Dopo diversi anni sono rimasta di nuovo<br />
incinta ma ho perso di nuovo il bambino,<br />
probabilmente a causa del forte trauma e dispiacere<br />
per la perdita prematura di mia cognata<br />
Laura, morta a soli 37 anni, la mia<br />
stessa età! Ho sofferto tantissimo. Ero<br />
disperata per tutto ciò che era accaduto negli<br />
ultimi mesi ma non mi sono arresa, anche se<br />
ho ricevuto tante mortificazioni da quanti<br />
mi ritenevano incapace di portare a compimento<br />
una maternità a causa della mia conformazione<br />
corporea.<br />
Ristabilitasi la calma, notai<br />
mio padre, ancora pallido,<br />
che fissava la strada su cui il<br />
traffico era andato intensificandosi.<br />
Dopo un po’ distolse<br />
lo sguardo e disse: «Ho fatto<br />
un sogno stanotte. Mi è apparso<br />
uno che mi ha detto di<br />
essere un beato, che mi diceva<br />
“Domani mattina te lo salvo<br />
io...”. Adesso capisco tutto...».<br />
Quale beato? Chiedemmo.<br />
«Non mi ricordo bene...<br />
qualcosa come Bortolo... Bartolo...<br />
o Alberto... insomma<br />
non mi ricordo più. Aveva un<br />
barbone...»!<br />
La scorsa estate, è avvenuta<br />
una svolta importate nella<br />
vita spirituale mia e di mia<br />
moglie, vita che non era stata<br />
mai particolarmente fervorosa.<br />
Non abbiamo avuto bambini<br />
e questo aveva condotto<br />
mia moglie in uno stato di pro-<br />
fonda frustrazione. Attraverso<br />
mia sorella, durante il mese<br />
di agosto abbiamo deciso<br />
di recarci a rendere visita alla<br />
cappella dell’Associazione<br />
«Cuore Immacolato di Maria,<br />
Rifugio delle anime» a Paravati,<br />
in provincia di Vibo Valentia,<br />
struttura voluta da Natuzza<br />
Evolo. Là abbiamo recitato<br />
una corona del Rosario,<br />
e dopo aver mangiato qualcosa,<br />
siamo tornati a Catanzaro.<br />
Terminata l’estate e rientrati<br />
in Toscana, mia moglie,<br />
inaspettatamente, manifesta la<br />
volontà di pregare con me una<br />
corona del Rosario, ogni<br />
sera prima di cena.<br />
La cosa mi sorprende molto,<br />
considerando che, anche<br />
se cattolica, mia moglie è tedesca,<br />
figlia di una luterana e<br />
quindi il Rosario non rientra<br />
propriamente nella sua men-<br />
Mi sono affidata a Dio ed alla Madonna<br />
di Pompei, recitando ogni giorno il Rosario.<br />
Ho invocato la Madonna chiedendo a Lei,<br />
Mamma di tutte le mamme, di darmi la possibilità<br />
di diventare madre. Dopo tre mesi<br />
ero di nuovo in attesa di un bambino!<br />
Ho trascorso la gravidanza a letto. Ho<br />
fatto le analisi ogni settimana e sono stata<br />
assistita giorno dopo giorno dal mio ginecologo.<br />
Ringrazio, anche, le mie amiche Nadia,<br />
Silvia e Barbara per essermi state vicine<br />
sempre!<br />
Ho sofferto tanto nei nove mesi di gravidanza,<br />
ma ho fatto il possibile affinché il mio<br />
bambino nascesse. Infatti è nato Manuel con<br />
parto cesareo.<br />
Ringrazio Dio e la Madonna di Pompei<br />
per avermi dato la gioia di avere il mio dolce<br />
e tenero bambino, ma desidero inviare un<br />
messaggio a tutte le donne che hanno vissuto<br />
e vivono la mia stessa sofferenza e attesa:<br />
non vi arrendete, pregate e pregate ancora!<br />
Maria Brizi - Roma<br />
IL ROSARIO E LA NUOVA POMPEI – 42 –<br />
ANNO <strong>123</strong> - N. 3 - <strong>2007</strong> [138]<br />
PREGHIERA<br />
PER LA<br />
CANONIZZAZIONE<br />
DEL BEATO<br />
BARTOLO<br />
LONGO<br />
talità. Anch’io però, non avevo<br />
mai recitato il Rosario, se<br />
non una o due volte con mia<br />
madre da ragazzo.<br />
Aderisco con entusiasmo<br />
all’iniziativa e da allora lo recitiamo<br />
ogni sera.<br />
Durante l’autunno, mia moglie<br />
ha un sogno in cui viene<br />
invitata a pregare un ... Bartolo...<br />
San Bartolo..., o qualcosa<br />
del genere, ma nessuno<br />
dei due ha idea di chi sia o<br />
dove sia venerato un eventuale<br />
Bartolo, santo o meno.<br />
Compio alcune ricerche in<br />
Internet e trovo un sito «Santi,<br />
beati e testimoni», in cui<br />
c’è la descrizione della vita e<br />
dell’opera di moltissimi santi.<br />
Di Bartolo ce ne sono due:<br />
San Bartolo, che si venera a<br />
San Gimignano, non lontano<br />
da noi, ed il beato Bartolo<br />
Longo, che scopro essere il<br />
fondatore del santuario della<br />
Madonna di Pompei, nonché<br />
un fervente “apostolo” del Santo<br />
Rosario.<br />
Ho come un trasalimento,<br />
i ricordi mi affiorano alla<br />
mente e sento qualcosa che mi<br />
suggerisce di scavare nel passato.<br />
In breve, da chissà quale<br />
cassetto della memoria, recupero<br />
quella rocambolesca mattinata<br />
di venticinque anni fa.<br />
E poco tempo dopo, un’amica<br />
di mia sorella molto vicina<br />
a Natuzza, in quanto responsabile<br />
di un gruppo di preghiera,<br />
mi fa avere un oggetto<br />
particolare: è un Rosario<br />
benedetto. Guardo la catenina<br />
e rimango a bocca aperta: la<br />
congiunzione è costituita da<br />
un’immagine della Madonna<br />
di Pompei.<br />
Ho esposto i fatti così come<br />
sono avvenuti. Personalmente,<br />
da tanti mesi ormai,<br />
Dio, Padre di misericordia,<br />
noi ti lodiamo per aver donato<br />
alla storia degli uomini<br />
il beato Bartolo Longo,<br />
ardente apostolo del Rosario<br />
e luminoso esempio di laico<br />
impegnato nella testimonianza<br />
evangelica della fede<br />
e della carità.<br />
ho incluso Bartolo Longo fra<br />
i santi che invoco quotidianamente,<br />
rimanendo a totale disposizione<br />
per qualsiasi chiarimento.<br />
Mario Sapia<br />
Cesa (AR)<br />
***<br />
◆ Voglio esprimere la mia riconoscenza<br />
alla SS. ma Vergine<br />
di Pompei per una grazia<br />
ricevuta da mio padre. Difatti<br />
in seguito a problemi respiratori<br />
lo ricoverammo all’ospedale<br />
della nostra città, dove<br />
gli fu diagnosticato un edema<br />
polmonare. Passate alcune<br />
ore, però, la situazione peggiorò<br />
per cui fu necessario intubarlo<br />
perché non riusciva<br />
più a respirare da solo.<br />
La situazione diventava<br />
sempre più grave ed i medici<br />
decisero di trasferirlo nel reparto<br />
di rianimazione di un ospedale<br />
di Napoli, dove fu posto<br />
in coma farmacologico.<br />
La diagnosi era estrema-<br />
Noi ti ringraziamo per il suo<br />
straordinario cammino spirituale,<br />
le sue intuizioni profetiche,<br />
il suo instancabile prodigarsi<br />
per gli ultimi e gli emarginati,<br />
la dedizione con cui servì<br />
filialmente la tua Chiesa<br />
e costruì la nuova città<br />
dell’amore a Pompei.<br />
◆ O dolce Madre, sono un tuo figliolo e ti scrivo per dichiararti<br />
quello che sento nel mio cuore per te. Ho sperimentato<br />
che Tu non trascuri chiunque ti invochi in segno di aiuto<br />
e che ami teneramente i tuoi devoti.<br />
Uno di questi sono io. Ti ho invocato non poche volte<br />
per chiedere la tua protezione. Ricordo quando sono stato<br />
sottoposto alla chemioterapia per un tumore ai polmoni.<br />
Ero pieno di paura. Trepidando pensavo a te e mi chiedevo:<br />
O dolce Madre dove sei? Che cosa mi succederà durante la<br />
terapia prescrittami dai dottori? Non facevo altro che piangere<br />
ed avere il tuo nome sulle labbra, anche se non avevo<br />
forza per pronunziarlo.<br />
Quando, quasi dopo tre mesi, il dottore terapista mi riferì<br />
la bella notizia che l’infezione cancerosa era scomparsa,<br />
così come risultava dalle radiografie, allora mi resi conto<br />
che mi eri stata sempre vicina. Così, come in tante altre circostanze<br />
non liete della mia vita.<br />
La fiducia in te non è mai venuta meno, o dolce Madre.<br />
A te la mia gratitudine per sempre.<br />
Matteo Del Grosso<br />
Brooklyn - New York (USA)<br />
mente grave: infarto acuto al<br />
miocardio con edema polmonare.<br />
Le speranze di sopravvivenza<br />
erano nulle.<br />
La notizia arrivò subito alla<br />
parrocchia che i miei genitori<br />
frequentano quotidianamente.<br />
Gli amici non vedendoli<br />
alla Messa serale seppero<br />
della situazione grave in<br />
cui versava mio padre. E già<br />
da quella sera le nostre care<br />
Noi ti preghiamo,<br />
fa’ che il beato Bartolo Longo,<br />
sia presto annoverato<br />
tra i Santi della<br />
Chiesa universale,<br />
perché tutti possano<br />
seguirlo come modello<br />
di vita e godere della sua<br />
intercessione.<br />
Suore Figlie del Santo Rosario<br />
di Pompei, che hanno a<br />
Santa Maria Capua Vetere una<br />
bella comunità, e che in<br />
chiesa animavano il Santo Rosario,<br />
durante il mese di maggio<br />
dedicato alla Madonna,<br />
hanno iniziato a pregare per<br />
lui.<br />
Ogni sera tornavamo a casa<br />
sempre più sconfitti, ma<br />
con tanta fede, l’unica forza<br />
che ci faceva andare avanti e<br />
sperare in un miracolo.<br />
Dopo circa 15 giorni, mio<br />
padre iniziò a respirare da solo.<br />
Una sorpresa non solo per<br />
noi ma anche per i medici, che<br />
non ebbero difficoltà ad ammettere<br />
che solo un intervento<br />
divino avrebbe potuto, all’improvviso,<br />
risolvere una situazione<br />
così grave.<br />
Dopo alcuni giorni di degenza<br />
nel reparto di cardiochirurgia<br />
mio padre è tornato<br />
finalmente a casa.<br />
Ringrazio, a nome mio e<br />
della mia famiglia, la Santissima<br />
Vergine del Rosario di<br />
Pompei, perché, nonostante la<br />
nostra piccolezza, non ci ha<br />
lasciato soli, e, come dice mio<br />
padre, continuerà a proteggerci<br />
e ad amarci. Lina Prodromo<br />
Santa Maria Capua Vetere (CE)<br />
Chiunque ricevesse grazie per intercessione del beato<br />
Bartolo Longo, fondatore del Santuario, delle Opere<br />
annesse e della città di Pompei, è vivamente pregato di<br />
darne comunicazione al Vice Postulatore della causa di<br />
canonizzazione:<br />
MONS. RAFFAELE MATRONE<br />
Piazza Bartolo Longo, 1 - 80045 Pompei (Napoli)<br />
Tel.: 081 8577275 - 081 8638366 - Fax: 081 8503357<br />
N.B. Le comunicazioni devono essere corredate di indiriz-<br />
zo completo e numero telefonico.<br />
IL ROSARIO E LA NUOVA POMPEI – 43 –<br />
ANNO <strong>123</strong> - N. 3 - <strong>2007</strong> [139]
Alla Vergine Maria una supplica struggente ricca di sentimenti<br />
Sono un pensionato di sessant’otto<br />
anni, abito a Santarcangelo di Romagna.<br />
Vedovo dal 1994, per passare il<br />
tempo mi diletto a scrivere articoletti<br />
nelle rubriche “lettere al direttore” sui<br />
quotidiani “Il Resto del Carlino”, “La<br />
Voce di Romagna” e tempi addietro anche<br />
su “Panorama”. In tutto mi sono<br />
stati pubblicati più di mille articoli che<br />
riguardano in parte la politica, in parte il<br />
costume oltre ad articoli di protesta riguardanti<br />
le cose quotidiane. Ho due figli,<br />
maschio e femmina, che mi hanno<br />
dato sei nipoti, tre ciascuno. Il maschio<br />
è diventato Diacono Permanente presso<br />
la Chiesa di Montalbano, frazione di San<br />
Giovanni in Marigliano (RN).<br />
Come dicevo, ho l’hobby di scrive-<br />
I nostri<br />
lettori<br />
ci scrivono<br />
■ a cura di AUGUSTO DI VITTORIO<br />
re e ora, invece di scrivere articoli di<br />
politica, ho pensato a Gesù e Maria dedicando<br />
loro delle invocazioni che allego<br />
alla presente e che vorrei tanto che<br />
venissero pubblicate su qualche pubblicazione<br />
religiosa. Sarei l’uomo più felice<br />
del mondo.<br />
Albino Orioli<br />
Santarcangelo di Romagna (RN)<br />
Caro signor Albino, pubblichiamo<br />
nella colonna a destra il suo scritto convinti<br />
della sincerità del suo animo e del<br />
suo confidente e filiale abbandono alla<br />
Madre di Gesù, che lei, come la maggior<br />
parte del popolo cristiano, sperimenta<br />
nella sua funzione di madre, guida,<br />
compagna e aiuto nelle difficoltà della<br />
vita.<br />
Dalla Spagna in pellegrinaggio a Pompei?<br />
Gentilissimo Direttore, siamo religiose impegnate nell’assistenza in un collegio<br />
per bambini e da tempo riceviamo “Il Rosario e la Nuova Pompei”, in lingua<br />
spagnola. È una rivista stupenda e ci aiuta molto nella preghiera del Rosario.<br />
Ogni anno, con la nostra congregazione, compiamo un pellegrinaggio a un santuario<br />
mariano, che prepariamo tutto l’anno. Il prossimo è già stato organizzato.<br />
Ci piacerebbe venire anche al vostro Santuario, ma non abbiamo sufficienti<br />
mezzi economici per realizzare questo desiderio, anche se non manca il nostro<br />
impegno a cercare e raccogliere i fondi necessari. Avremmo pensato che forse un<br />
fine settimana nel mese di maggio o il periodo di agosto, visto che in quel mese<br />
siamo libere da impegni di lavoro, potrebbero andare bene. Pregate per noi.<br />
Suor Nuria<br />
Istituto Maria Teresa - Alcobendas - Madrid (Spagna)<br />
Reverenda Suor Nuria, la ringraziamo per il lusinghiero giudizio sulla nostra<br />
rivista. Siamo davvero contenti del vostro progetto di venire in pellegrinaggio al<br />
nostro Santuario, anche se non mancano difficoltà operative e finanziarie.<br />
Per la vostra ospitalità e permanenza a Pompei, è opportuno che scriviate<br />
al Vescovo di Pompei, persona squisita e sensibile, affinché si possa ipotizzare<br />
con più realismo il tutto.<br />
Spett.le Redazione R.N.P.<br />
Santuario Beata Vergine<br />
del Rosario<br />
80045 Pompei (Na)<br />
INVOCAZIONE<br />
A MARIA<br />
Tu o Maria, che sei la madre di Gesù<br />
e madre nostra, madre di tutte le madri<br />
del mondo. Tu che hai visto morire<br />
Tuo figlio sulla croce. Tu che hai pianto<br />
e sofferto un grande dolore nel vederlo<br />
patire, sanguinare, oltre ad essere<br />
deriso dai suoi carnefici. Tu, o Vergine<br />
Santa, che sei in Paradiso assieme ai<br />
santi e a tutti i buoni di questa terra,<br />
intercedi per noi peccatori e chiedi al<br />
Signore di volerci aiutare nel cammino<br />
delle nostra vita, irto di spine, di mali<br />
che affliggono e tante volte ci portano<br />
via prematuramente i nostri cari.<br />
O Vergine, avvolta nel Tuo azzurro<br />
mantello profumato di rose, vieni tra<br />
noi, per consolarci, per darci la forza di<br />
guardare verso il cielo, di pregare, Te e<br />
Tuo figlio Gesù affinché ci faccia guarire<br />
da tutta l’invidia, la superbia, la lussuria<br />
che ci circonda. Che ci faccia diventare<br />
più buoni, più socievoli alfine<br />
di poter convivere in santa pace con le<br />
nostre famiglie e con il nostro prossimo.<br />
Vieni tra noi, o Maria Santissima, per<br />
guarire la nostra ipocrisia, la nostra miscredenza,<br />
le nostre debolezze, la nostra<br />
avarizia.<br />
Ti preghiamo o Vergine Santissima,<br />
madre nostra, aiutaci perché ne abbiamo<br />
veramente bisogno, altrimenti, noi<br />
da soli non siamo capaci di credere e ci<br />
allontaniamo sempre più dalla retta via.<br />
Ti preghiamo con il cuore in mano: fai<br />
in modo che noi, Tuoi figli, ritorniamo<br />
ai valori della vita che ha insegnato alle<br />
genti Tuo figlio Gesù.<br />
Ti invochiamo o Maria: esaudisci le<br />
nostre suppliche. O Maria madre nostra,<br />
non ci abbandonare.<br />
IL ROSARIO E LA NUOVA POMPEI – 44 –<br />
ANNO <strong>123</strong> - N. 3 - <strong>2007</strong> [140]<br />
Dio non lascia mai soli quelli che sono gravati dal peso delle prove<br />
Spett.le direzione del Santuario di<br />
Pompei, sono una devota della Madonna<br />
anche se non sono una brava cristiana.<br />
Noto, infatti, che quando sono in difficoltà<br />
prego la Madonna per ricevere il<br />
suo aiuto. Una volta superate le difficoltà,<br />
però, non la penso come dovrei.<br />
Ho vissuto una vita molto dura sin<br />
dall’infanzia. Mi sono sposata a 17 anni<br />
con un militare americano nella speranza<br />
di migliorare la mia vita. Ho avuto<br />
quattro bellissimi figli grazie a Dio, nati<br />
tutti a Napoli, che bello!<br />
Però, nel 1980, dopo la morte di mio<br />
padre, mio marito ha deciso che era il<br />
momento di tornare in America, nella<br />
Carolina del Sud, dove è iniziato il mio<br />
calvario. Ci siamo ritrovati ben presto<br />
senza soldi. Mio marito ha iniziato a bere<br />
e a lavorare saltuariamente.<br />
Ho dovuto, così, cominciare a lavorare<br />
anch’io, facendo le pulizie e quel<br />
poco che riuscivo a fare non sapendo né<br />
leggere, né scrivere in inglese. All’inizio<br />
sembrava l’inferno, ma ho trovato<br />
delle persone meravigliose ed ho notato<br />
che quando si chiudeva una porta se ne<br />
riaprivamo due e questo mi ha incorag-<br />
In Santuario la preghiera per tutti i devoti<br />
Esimio Direttore, sono una signora<br />
che scrive da tanto lontano, dal Canada.<br />
L’anno scorso, mi trovavo nello studio<br />
del dottore di famiglia e, mentre aspettavo<br />
il turno della mia visita, ho frugato<br />
tra le riviste che erano sul tavolo<br />
della sala di attesa. Scorsi la vostra e<br />
con grandissima curiosità la sfogliai. Sono<br />
stata affascinata dall’immagine della<br />
Madonna di Pompei, che mi è sembrata<br />
la Mamma più dolce e più bella<br />
del mondo. Con slancio filiale le chiesi<br />
di aiutarmi a pregare come piace a Lei,<br />
con il Rosario, ed il suo Divino Figliolo,<br />
Nostro Signore Gesù Cristo.<br />
Vi chiedo se è possibile che durante<br />
la recita del Rosario a Pompei, davanti<br />
all’icona della Vergine, si possa pregare<br />
per le mie intenzioni. La Vergine conosce<br />
bene i miei bisogni e le mie difficoltà.<br />
Grazie.<br />
Maria Luisa Lamanna<br />
North York - Ontario (Canada)<br />
È tradizione consolidata, che risale<br />
all’origine della storia di Pompei, l’im-<br />
giato fortemente dandomi la spinta a<br />
proseguire.<br />
Ho ancora risentimento verso mio<br />
marito che non ha fatto tutto quello che<br />
poteva per dare alla famiglia un futuro<br />
più sereno e dignitoso. Da parte mia<br />
faccio il possibile per aiutare i miei figli.<br />
Il mio sogno è quello di possedere<br />
un appartamento anche piccolissimo però<br />
mio, chissà che con l’aiuto della Madonna<br />
e prima che muoia ciò si possa<br />
realizzare.<br />
Mi auguro di aver salute e forza sufficiente<br />
per tagliare questo traguardo,<br />
visto che alcuni anni fa ho dovuto superare<br />
anche l’asportazione di un piccolo<br />
tumore al seno, che grazie a Dio non ha<br />
avuto conseguenze letali.<br />
Desidero, infine, che sappiate che uno<br />
dei motivi che mi hanno spinto a scrivervi<br />
questa lettera è il fatto, e non è capitato<br />
una sola volta, che quando mi sento<br />
giù e sento la nostalgia della mia famiglia,<br />
ecco che arriva la vostra Rivista.<br />
Non so se è solo pura coincidenza, ma<br />
la verità è che ricevo il vostro giornale<br />
sempre al momento giusto e di questo vi<br />
ringrazio di cuore.<br />
pegno di preghiera, ogni giorno, rivolto<br />
alla Vergine del Rosario per tutti quelli<br />
che, devoti e benefattori, sono legati<br />
al nostro Santuario.<br />
Pregheremo volentieri anche per lei,<br />
cara signora Maria Luisa, per le sue necessità,<br />
soprattutto, perché la Madonna<br />
e il suo Rosario possano diventare<br />
per Lei occasione di crescita spirituale<br />
e di conoscenza del figlio, il Signore<br />
Gesù.<br />
La Vergine Maria c’indica di essere<br />
discepoli del Figlio, di ascoltare le sue<br />
parole e di vivere secondo i suoi insegnamenti.<br />
Auguri.<br />
Vi chiedo di fare una preghiera speciale<br />
per me e per i miei figli. Accendete<br />
una candela alla Madonna da parte mia.<br />
Un giorno, quando tornerò a Napoli verrò<br />
certamente a Pompei.<br />
Vi ringrazio di avermi ascoltata e vi<br />
ringrazio per le preghiere che farete per<br />
me.<br />
A. B. - USA<br />
Cara Signora, ci riempie il cuore sapere<br />
che la nostra rivista è per lei come<br />
un viatico che l’aiuta a ritrovare pace, serenità<br />
e consolazione.<br />
È per noi motivo di orgoglio ma anche<br />
di responsabilità sapere quanto essa<br />
sia attesa e il bene che può produrre<br />
negli animi, accedendo una fiamma di<br />
speranza nel cuore e nella vita di tante<br />
persone e di tante famiglie, come testimoniano<br />
altre esperienze analoghe.<br />
Desideriamo esprimerle tutta la nostra<br />
condivisione per il suo calvario personale<br />
e familiare e l’apprezzamento per<br />
la sua fortezza d’animo che l’ha aiutata<br />
nei momenti più difficili.<br />
Non dimentichi che anche nelle circostanze<br />
più delicate della vita Dio non<br />
ci abbandona mai, non lascia da soli<br />
i suoi figli. Lei lo ha sperimentato - come<br />
ha scritto nella sua lunga lettera -<br />
nell’incontro di persone meravigliose,<br />
nella soluzione improvvisa e positiva di<br />
tanti piccoli problemi, nella presenza<br />
materna della Vergine di Pompei, di cui<br />
la nostra rivista non è che una piccola<br />
voce.<br />
Noi pregheremo per lei e per le sue<br />
necessità familiari, ma ricordi che il sogno<br />
di una vita non è solo possedere legittimamente<br />
una dimora dignitosa, ma<br />
anche quello di offrire, come ha ricordato<br />
il santo Natale, una bella dimora<br />
al Signore Gesù che chiede di incarnarsi,<br />
di essere accolto nella nostra vita<br />
personale e in quella delle nostre comunità.<br />
In relazione alla normativa sulla tutela delle persone e di altri soggetti rispetto<br />
al trattamento dei dati personali (D. Lgsl 30-06-2003 n. 196), ci è gradito comunicarLe<br />
che il Suo nome è stato inserito nel nostro indirizzario, esclusivamente allo scopo di<br />
informarLa sulle iniziative del nostro Santuario.<br />
Le garantiamo, pertanto, che tali dati sono utilizzati esclusivamente per l’invio<br />
di comunicazioni inerenti le nostre opere e sono trattati con la massima riservatezza.<br />
Le ricordiamo che, qualora queste informazioni non fossero di Suo gradimento,<br />
è Sua facoltà richiedere la cancellazione dei dati relativi alla Sua persona dal nostro<br />
indirizzario, ai sensi dell’art. 7 del D. Lgsl sopra citato.<br />
IL ROSARIO E LA NUOVA POMPEI – 45 –<br />
ANNO <strong>123</strong> - N. 3 - <strong>2007</strong> [141]
EDIZIONI DEHONIANE BOLOGNA<br />
Via Nosadella, 6 - 40<strong>123</strong> BOLOGNA<br />
Tel. 051 4290011 - Fax 051 4290099<br />
ced-amm@dehoniane.it<br />
Ben lontano dal pretendere di sostituire<br />
i dizionari esistenti o in preparazione,<br />
“Maria. Nuovissimo dizionario”,<br />
in due volumi, si distingue dai precedenti<br />
in quanto fatica trentennale di un solo<br />
autore. Ad allestirlo è il maggior rappresentante,<br />
oggi, della scuola mariologica<br />
italiana, Stefano De Fiores, che<br />
nella premessa fa intuire anche i percorsi<br />
seguiti nel definire le voci, dove primario<br />
è il riferimento alla Bibbia e alla<br />
tradizione ecclesiale, alle quali si accostano<br />
la riflessione teologica, la liturgia,<br />
il culto e la spiritualità. Non manca, tuttavia,<br />
un preciso rimando ai problemi<br />
dell’inculturazione e all’oggi ecclesiale<br />
e sociale, ambiti nei quali la devozione<br />
mariana acquista significati specifici.<br />
L’Autore ha tenuto fede in questo<br />
modo al mandato ricevuto, molti anni<br />
prima, da Padre Gabriele Roschini, all’indomani<br />
della pubblicazione del suo<br />
primo volume “Maria nel mistero di Cristo<br />
e della Chiesa” (1968): “Padre De<br />
ANCORA EDITRICE<br />
Via G.B. Niccolini, 8 - 20154 MILANO<br />
Tel. 02 345608 - www.ancoralibri.it<br />
editrice@ancoralibri.it<br />
Pietro di Bethsaida, oscuro pescatore<br />
di Galilea, dopo l’incontro con Gesù<br />
di Nazareth, è diventato una figura<br />
preminente nella letteratura e nella storia<br />
del Nuovo Testamento.<br />
Così, ad esempio, i quattro Vangeli<br />
ce lo presentano come il discepolo più<br />
intraprendente nel gruppo dei Dodici,<br />
più capace degli altri di entrare in sintonia,<br />
o anche in contrasto, con il Maestro;<br />
gli Atti degli Apostoli concordano<br />
nel presentarcelo come animatore della<br />
primitiva comunità di Gerusalemme<br />
e iniziatore della missione, prima fra i<br />
Giudei a incominciare da Gerusalemme,<br />
e poi anche fra i pagani; Paolo<br />
stesso, in alcuni riferimenti delle sue lettere,<br />
ne riconosce l’autorevolezza o, comunque,<br />
il particolare rilievo nel determinare<br />
gli orientamenti, sia pastorali che<br />
teologici, della primitiva comunità cristiana.<br />
Come spiegare questo «eccellere»<br />
di Pietro sopra tante altre figure che cir-<br />
IN LIBRERIA<br />
Fiores, le consegno la fiaccola della<br />
mariologia!”. Nasce così il nuovissimo<br />
dizionario, come consegna di tutto questo<br />
materiale riguardante colei che ha<br />
rappresentato il centro d’interesse di tut-<br />
condano il Cristo? L’autore, passando<br />
in rassegna i testi neo-testamentari, descrive,<br />
anzi scolpisce, la vivace figura<br />
del «Simone della storia» che la chiamata<br />
di Gesù trasforma gradualmente<br />
■ a cura di LUCIO GIACCO<br />
ta la sua vicenda di studioso e di docente<br />
alla Pontificia Università Gregoriana<br />
e alla Pontificia Facoltà Teologica<br />
“Marianum”: articoli di un certo impegno,<br />
preparati per convegni, colloqui e<br />
congressi anche internazionali, che rimanevano<br />
sparsi in libri e riviste, talora<br />
difficili da rintracciare. Non è, tuttavia,<br />
un’opera composta a tavolino, ma un<br />
discorso sorto progressivamente dalla<br />
vita e dalle esigenze teologico-pastorali.<br />
Diverse voci sono state rielaborate<br />
e opportunamente aggiornate, altre sono<br />
state create ex novo.<br />
Il Nuovissimo dizionario si pone al<br />
servizio di teologi e studiosi, di parroci e<br />
operatori pastorali, di religiosi e laici, di<br />
cattolici e ortodossi, di ebrei e musulmani,<br />
di appartenenti ad altre religioni...<br />
Ognuno potrà trarre le nozioni o gli input<br />
per conoscere, trasmettere e vivere<br />
il messaggio mariano nelle sue dimensioni<br />
teologica, spirituale e culturale.<br />
Diceva Karl Rahner che la mariologia<br />
si trova di fronte un compito storico,<br />
se vuole continuare a giocare un ruolo<br />
nell’esistenza di fede del cristiano di oggi<br />
e non ridursi a uno sterile relitto da<br />
museo. È in questa prospettiva che l’autore<br />
ha costruito il suo dizionario.<br />
in «Pietro (roccia) della fede». Pagine<br />
scritte con chiarezza e competenza che<br />
presentano la grandezza e la fragilità<br />
di quest’uomo chiamato a diventare apostolo.<br />
L’abbondanza delle citazioni e dei testi<br />
biblici che riguardano Pietro, lo rendono<br />
«protagonista» del racconto, e non<br />
semplicemente oggetto di studio dell’autore.<br />
In tal modo il personaggio sembra<br />
più vicino ai lettori e anche simpatico.<br />
Settimio Cipriani è uno dei più conosciuti<br />
e apprezzati biblisti italiani. Ha insegnato<br />
Esegesi del Nuovo Testamento<br />
presso la Pontificia Università Lateranense<br />
di Roma e la Facoltà Teologica<br />
dell’Italia Meridionale di Napoli, di<br />
cui è stato più volte preside. Ha sempre<br />
accompagnato lo studio all’attività<br />
pastorale, soprattutto alla predicazione.<br />
Dal 1980 è membro dell’associazione<br />
internazionale “Studiorum Novi<br />
Testamenti Societas” di Cambridge.<br />
È autore di molti libri, oltre che di<br />
articoli scientifici in riviste e dizionari.<br />
Con Àncora ha pubblicato “Per una Chiesa<br />
viva» (1985) e “Il messaggio spirituale<br />
di san Paolo” (2001). Collabora<br />
da diversi anni con la nostra rivista.<br />
IL ROSARIO E LA NUOVA POMPEI – 46 –<br />
ANNO <strong>123</strong> - N. 3 - <strong>2007</strong> [142]<br />
PER RAGGIUNGERE POMPEI<br />
◆ In aereo: Aeroporto di Capodichino-Napoli.<br />
◆ In auto: Autostrada A3 Napoli-Salerno, uscite Pompei Ovest<br />
(da Nord) e Pompei Est-Scafati (da Sud).<br />
◆ In pullman: Autolinee SITA tel. (+ 39) 199730749; Autolinee<br />
CSTP tel. (+ 39) 089 487286; Autolinee Circumvesuviana<br />
tel. (+ 39) 081 7722444.<br />
◆ In treno: Trenitalia - Stazione di Pompei tel. (+ 39) 081<br />
8506176; Circumvesuviana - linea Napoli-Sorrento Stazione<br />
Pompei-Villa dei Misteri; linea Napoli-Poggiomarino (via<br />
Scafati) Stazione Pompei-Santuario; tel. (+ 39) 081 7722444.<br />
◆ In nave: Stazione Marittima di Napoli.<br />
CELEBRAZIONI<br />
ALTARE DELLA MADONNA<br />
SS. Messe Festive: ore 6.00 - 7.00 - 8.00 - 9.00 (anche in altre<br />
lingue) - 10.00 - 11.00 - 13.00 - 16.00 - 17.00 - 19.00 - 20.00<br />
SS. Messe Feriali: ore 7.00 - 8.00 - 9.00 (anche in altre lingue)<br />
- 10.00 - 11.00 - 16.00 - 17.00 - 19.00<br />
Angelus, Adorazione Eucaristica e Rosario: ore 18.00<br />
CAPPELLA BARTOLO LONGO<br />
SS. Messe Festive: ore 8.30 - 9.30 - 10.30 - 11.30 - 12.30 - 17.30<br />
SS. Messe Feriali: ore 6.30 - 8.30 - 9.30 - 10.30 - 11.30 -<br />
12.30 - 17.30<br />
CAPPELLA SANTA FAMIGLIA<br />
S. Messa in lingua inglese: domenica e giorni festivi ore 8.00<br />
S. Messa in lingua spagnola: domenica e giorni festivi ore 9.00<br />
CAPPELLA SAN GIUSEPPE MOSCATI<br />
S. Messa in lingua ucraina: domenica e giorni festivi ore 10.00<br />
CRIPTA<br />
S. Messa in lingua francese: domenica e giorni festivi ore 8.30<br />
S. Messa in rito Siro-Malabarese: 2 a domenica di ogni mese<br />
ore 11.30.<br />
SALA CONFESSIONI: dalle 7.00 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19.00<br />
PER COMUNICARE CON IL SANTUARIO<br />
CENTRALINO: Tel. (+ 39) 081 8577111<br />
Fax: (+ 39) 081 8503357<br />
www.santuario.it - info@santuariodipompei.it<br />
RETTORATO (Informazioni, celebrazione dei Sacramenti e<br />
accoglienza dei pellegrinaggi):<br />
Tel. (+ 39) 081 8577362 - (+ 39) 081 8577379<br />
Fax: (+ 39) 1782238781 - (+ 39) 081 8577482<br />
rettorato@santuariodipompei.it<br />
SEGRETERIA GENERALE<br />
(Corrispondenza devoti e abbonamenti Rivista):<br />
Tel. (+ 39) 081 8577321 - info@santuariodipompei.it<br />
Dall’Estero: Tel. (+ 39) 081 8577328<br />
UFFICIO PER LA MISSIONE MARIANA<br />
Tel. (+ 39) 081 8577486 - missionemariana@libero.it<br />
PASTORALE VOCAZIONALE<br />
Tel. (+ 39) 081 8577460 - info@santuariodipompei.it<br />
PASTORALE GIOVANILE<br />
Tel. (+ 39) 081 8577457 - giovani@santuariodipompei.it<br />
UFFICI AMMINISTRATIVI<br />
Tel. (+ 39) 081 8577284 - ragioneria@santuariodipompei.it<br />
SUORE DOMENICANE FIGLIE DEL SANTO ROSARIO DI POMPEI<br />
Tel. (+ 39) 081 8632579<br />
INFORMAZIONI UTILI<br />
OPERE SOCIALI<br />
CENTRO EDUCATIVO BEATA VERGINE DEL ROSARIO<br />
CENTRO DIURNO POLIFUNZIONALE “CRESCERE INSIEME”<br />
Tel. (+ 39) 081 8577401<br />
CENTRO DI ASCOLTO “MYRIAM”<br />
Tel. (+ 39) 081 8577418 - centroascoltopompei@libero.it<br />
MOVIMENTO PER LA VITA E CENTRO DI AIUTO ALLA VITA<br />
Tel. Fax e Segreteria (+ 39) 081 8577458<br />
movimentovita.pompei@libero.it<br />
“CASA EMANUEL” PER GESTANTI, MADRI E BAMBINI<br />
Tel. (+ 39) 081 8577404 - casaemanuel@libero.it<br />
GRUPPO APPARTAMENTO<br />
Tel. (+ 39) 081 8577402 - g.appartamento@libero.it<br />
COMUNITÀ DI TIPO FAMILIARE PER BAMBINI<br />
“GIARDINO DEL SORRISO”<br />
Tel. (+ 39) 081 8633103 - giardinodelsorriso@alice.it<br />
CENTRO EDUCATIVO BARTOLO LONGO<br />
CENTRO DIURNO POLIFUNZIONALE<br />
Tel. (+ 39) 081 8577700 - bartololongo@virgilio.it<br />
OFFERTE AL SANTUARIO<br />
Da più parti ci chiedono di precisare le modalità attraverso<br />
cui si possono inviare offerte al Santuario. Lo facciamo volentieri<br />
suggerendo queste soluzioni:<br />
dall’Italia utilizzando:<br />
a) il Conto Corrente Postale prestampato inviato dal Santuario,<br />
oppure quello in bianco da compilare personalmente<br />
intestando l’offerta al Santuario della Beata Vergine di Pompei,<br />
c.c.p. n. 6817;<br />
b) l’Assegno non trasferibile (a mezzo assicurata) intestato<br />
al Santuario della Beata Vergine di Pompei;<br />
c) Bonifico bancario intestato al Santuario della Beata<br />
Vergine di Pompei, ad uno dei seguenti Istituti Bancari:<br />
Banca Intesa c/c n. 000000116286 - CIN: Y-ABI: 03069<br />
- CAB: 40080; Monte Paschi di Siena c/c n. 000000000166<br />
- CIN: G - ABI: 01030 - CAB: 40080; San Paolo Banco di<br />
Napoli c/c n. 000027000216 - CIN: B - ABI: 01010 - CAB:<br />
40080; Banca di Roma c/c n. 000000000230 - CIN: W -<br />
ABI: 03002 - CAB: 40080; Banca Intesa- Pompei per la<br />
pace e i bambini c/c n. 000000996648 - CIN: X - ABI:<br />
03069 - CAB: 40080; Banca di Roma - restauro Basilica<br />
c/c n. 000001364031 - CIN: Q - ABI: 03002 - CAB: 40080.<br />
dall’Estero utilizzando:<br />
a) Assegno non trasferibile intestato al Santuario della<br />
Beata Vergine di Pompei.<br />
b) Bonifico bancario o Vaglia internazionale bancario intestato<br />
al Santuario della Beata Vergine di Pompei, ad<br />
uno dei seguenti Istituti Bancari: Banca Intesa IBAN: IT34<br />
Y0306940080000000116286 - BIC: BCITITMM958; Banca<br />
di Roma IBAN: IT19W0300240080000000000230 - BIC:<br />
BROMITR1N98; Banca Intesa - Pompei per la pace e i<br />
bambini IBAN: IT09X030694008000000996648 - BIC:<br />
BCITITMM958; Banca di Roma - restauro Basilica IBAN:<br />
IT23Q0300240080000001364031 - BIC: BROMITR1N98.<br />
c) la Western Union (trasferimento rapido) indicando,<br />
come persona incaricata di riscuotere l’offerta, il nome del<br />
Dr. Eduardo Romano.<br />
d) la Carta di credito, comunicando al Santuario, attraverso<br />
e-mail, fax, lettera, il tipo, il numero, la scadenza della carta<br />
e l’importo dell’offerta.
Buon compleanno<br />
San Pietro!