12.06.2013 Views

Anno 123 - N. 3 - Marzo 2007

Anno 123 - N. 3 - Marzo 2007

Anno 123 - N. 3 - Marzo 2007

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

<strong>Anno</strong> <strong>123</strong> - N. 3 - <strong>Marzo</strong> <strong>2007</strong><br />

POSTE ITALIANE S.P.A. - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N° 46) ART. 1, COMMA 2, DCB - NA -<br />

TASSA PAGATA /TAXÈ PERÇUE - IN CASO DI MANCATO RECAPITO RESTITUIRE A NAPOLI - CMP PREVIO PAGAMENTO RESI - www.santuario.it


IL ROSARIO<br />

E LA NUOVA POMPEI<br />

Piazza B. Longo, 1 - 80045 POMPEI (NA)<br />

C.C.P.: 6817 - Tel. (+ 39) 081 8577321<br />

Fax (+ 39) 081 8503357<br />

rnp@santuariodipompei.it<br />

Di questa Rivista esistono anche l’edizione inglese<br />

e spagnola. Richiedile alla Segreteria Generale<br />

- Ufficio estero: Tel. (+ 39) 081 8577328 - Fax (+ 39)<br />

081 8503357 - ForeignOffice@santuariodipompei.it<br />

Direttore responsabile<br />

Angelo Scelzo<br />

Vice direttore<br />

Pasquale Mocerino<br />

Coordinatore<br />

Loreta Somma<br />

Redazione:<br />

G. Adamo, C. Cozzolino, M. D’Amora,<br />

G. Gargiulo, L. Leone, G. Lungarini,<br />

A. Marrese, G. Ruggiero, G. Russo,<br />

F. P. Soprano<br />

Hanno collaborato:<br />

D. Busolini, A. Casciano, G. Cento,<br />

S. Cipriani, M.N. Cuomo, A. Di Vittorio,<br />

L. Giacco, V. Laus, C. Liberati,<br />

F. Mariano, G. Striano<br />

Grafica:<br />

Carlo Valvini<br />

Videoimpaginazione:<br />

Mario Curtis, Emanuele Valvini<br />

Fotografie:<br />

G. Angellotto, A. Di Paolo, A. Di Stefano,<br />

T. Lepera, A. Mari, O. Pescina, F. Rizzo<br />

Carta: Burgo<br />

Stampa: Arti Grafiche Boccia S.p.A.<br />

<strong>Anno</strong> <strong>123</strong><br />

<strong>Marzo</strong> <strong>2007</strong> - n. 3<br />

Poste Italiane S.p.A.<br />

Spedizione in abb. postale<br />

D.L. 353/2003<br />

(conv. in L. 27/02/2004 n° 46)<br />

Art. 1, comma 2, DCB - NA<br />

Tassa pagata / Taxè perçue<br />

In caso di mancato recapito<br />

restituire a NAPOLI - CMP<br />

previo pagamento resi<br />

www.santuario.it<br />

Arti Grafiche Boccia S.p.A. - Salerno<br />

Febbraio <strong>2007</strong><br />

Di questo numero sono state<br />

stampate 265.000 copie<br />

Associato all’USPI<br />

(Unione Stampa Periodica Italiana)<br />

ISNN 0035 - 8282<br />

Sommario<br />

3<br />

4<br />

5<br />

6<br />

10<br />

12<br />

16<br />

18<br />

20<br />

22<br />

23<br />

L’Amore di Dio unico<br />

fondamento di una società<br />

in cerca di valori<br />

di ANGELO SCELZO<br />

La concretezza della fede<br />

di Maria Santissima<br />

di CARLO LIBERATI<br />

Il Ministro Rutelli a Pompei<br />

per il restauro della Basilica<br />

di LORETA SOMMA<br />

I Fratelli delle Scuole Cristiane<br />

da cent’anni a Pompei<br />

di ANTONIO CASCIANO<br />

Buon compleanno<br />

San Pietro<br />

di DARIO BUSOLINI<br />

In Brasile e in Argentina<br />

sulle orme di Maria<br />

di ANTONIO MARRESE<br />

San Pietro «capo»<br />

della primitiva chiesa<br />

di SETTIMIO CIPRIANI<br />

Maria, questi ragazzi<br />

sono i tuoi figli<br />

di GIOSY CENTO<br />

Una devozione dal carattere<br />

cristologico per un cammino<br />

comunitario del popolo di Dio<br />

di FRANCESCO PAOLO SOPRANO<br />

Generosi testimoni della luce<br />

e della verità di Gesù Cristo<br />

di MARIA NEVE CUOMO<br />

“Volgeranno lo sguardo a Colui<br />

che hanno trafitto” (Gv 19, 37)<br />

Messaggio di Benedetto XVI<br />

per la Quaresima <strong>2007</strong><br />

<strong>Anno</strong> <strong>123</strong> - Numero 3<br />

<strong>Marzo</strong> <strong>2007</strong><br />

Amare e desiderare la vita:<br />

l’impegno del nostro Santuario<br />

di GENNARO GARGIULO<br />

IL ROSARIO E LA NUOVA POMPEI – 2–<br />

ANNO <strong>123</strong> - N. 3 - <strong>2007</strong> [98]<br />

27<br />

28<br />

30<br />

32<br />

34<br />

38<br />

40<br />

42<br />

44<br />

46<br />

Festainsieme per il Beato<br />

e la famiglia<br />

di VINCENZO LAUS<br />

Rosario News<br />

a cura di GIIUSEPPINA STRIANO<br />

XXI Meeting dei Giovani<br />

Alla scuola di Maria<br />

per imparare ad amare<br />

di GIOVANNI RUSSO<br />

Latina e Striano<br />

accolgono la Madre<br />

di ANTONIO MARRESE<br />

Pellegrini del Rosario<br />

di MARIDA D’AMORA<br />

I loro nomi sono scritti<br />

nei cieli<br />

di FRANCESCO MARIANO<br />

Grati alla Madonna<br />

e al beato Bartolo Longo<br />

a cura di CIRO COZZOLINO<br />

I nostri lettori<br />

ci scrivono<br />

a cura di AUGUSTO DI VITTORIO<br />

In Libreria<br />

a cura di LUCIO GIACCO<br />

Èil titolo della prima enciclica, ma<br />

«Deus Caritas est» va sempre<br />

più considerata come la verità<br />

assoluta dalla quale Papa Benedetto fa<br />

scaturire ogni atto e ogni parola del<br />

suo pontificato. È straordinario - e<br />

perfino affascinante - assistere ai<br />

diversi modi in cui Benedetto XVI<br />

riesce a declinare, dal piano teologico<br />

a quello pastorale, il primato<br />

dell’amore di Dio. Al mondo<br />

tecnologico e globalizzato del terzo<br />

millennio, Papa Benedetto sta<br />

riproponendo di riprendere in mano,<br />

per scolpirla nel cuore, la Tavola della<br />

legge; e rileggerla in senso<br />

primordiale, a partire dal primo e più<br />

Editoriale<br />

L’Amore di Dio unico fondamento<br />

di una società in cerca di valori<br />

decisivo dei comandamenti. Da<br />

autentico profeta dell’amore di Dio,<br />

Benedetto XVI è come la voce<br />

dell’anima di un’umanità inquieta, a<br />

tratti perfino disperata, ma sempre in<br />

ricerca anche quando cerca di<br />

allontanare da sé ogni condizione che<br />

metta in forse le proprie presunte<br />

certezze.<br />

La via che Benedetto continua a<br />

indicare è sul versante opposto: la<br />

certezza, assoluta e immodificabile, è<br />

l’amore di Dio consegnato e affidato<br />

all’uomo senza limiti né riserve. Un<br />

amore gratuito, senza obbligo di<br />

contropartita, ma che, una volta<br />

liberamente accettato, dilata ogni altra<br />

risorsa fino a cambiare il volto<br />

dell’umanità intera. Anche nell’era di<br />

internet e della rivoluzione<br />

tecnologica, niente può essere<br />

assimilato alla forza dell’amore. Un<br />

segno dei tempi è nel fatto che<br />

occorre, talvolta, qualcuno in grado di<br />

ricordare e ridestare una tale verità nel<br />

cuore dell’uomo e nella coscienza dei<br />

popoli: e questo è, in maniera sempre<br />

più chiara, il tempo segnato da<br />

Benedetto. Un tempo forte, ricco di<br />

sfide su molte frontiere dove tutto<br />

sembra messo alla prova, dove anche<br />

alla verità si chiede di avere i<br />

documenti in regola, visto che niente è<br />

dato per scontato. La società del<br />

dubbio non ammette lasciapassare;<br />

è la tolleranza il massimo dei valori<br />

possibili e consentiti.<br />

La Chiesa di Papa Benedetto sfodera a<br />

tutto campo le bandiere dell’amore di<br />

Dio per l’uomo e non mostra timore di<br />

issarle come simboli di salvezza e di<br />

rigenerazione per l’umanità intera.<br />

È come un nuovo inizio per tornare a<br />

rivelare al mondo una verità<br />

■ di ANGELO SCELZO<br />

indivisibile, perché di tutti.<br />

È il tempo della Quaresima a portarci<br />

su questa strada, attraverso le parole di<br />

Benedetto. La Quaresima è cammino di<br />

penitenza, ma anche percorso che<br />

conduce, attraverso la Croce,<br />

all’apoteosi della Risurrezione. Ed è<br />

sulla Croce che si rivela, quella che<br />

Papa Benedetto chiama la «potenza<br />

incontenibile della misericordia del<br />

Padre celeste». L’amore di Dio per gli<br />

uomini - è questa l’essenza non solo<br />

del messaggio ma di tutta la<br />

predicazione di Papa Benedetto - è<br />

fatto di una potenza incontenibile.<br />

Come è necessario all’uomo, così, in<br />

un certo senso, un tale amore appare<br />

indispensabile a Dio stesso. In questa<br />

luce, e da queste altezze, occorre<br />

inquadrare ogni vicenda che,<br />

chiamando in causa l’uomo, il suo<br />

agire, chiama in causa anche la<br />

Chiesa.<br />

La dignità di un essere amato da Dio<br />

più che grande è incommensurabile.<br />

Preservare la dignità di ogni uomo, a<br />

partire dai più indifesi, è il modo<br />

concreto per esaltare l’amore che<br />

Dio gli offre. Tutto questo ha<br />

qualcosa, anzi molto, a che vedere<br />

anche con le vicende che,<br />

ultimamente, hanno portato alla<br />

presentazione di un progetto di legge<br />

sulla regolamentazione delle coppie di<br />

fatto. Le vicende politiche hanno un<br />

loro corso di svolgimento e, a ogni<br />

passaggio, sta diventando quasi<br />

obbligatorio reclamare il valore della<br />

laicità dello Stato. Dietro questa<br />

bandiera può talvolta esserci il vuoto,<br />

ma ciò sembra preoccupare davvero<br />

poco chi continua a issarla a ogni<br />

passo.<br />

Il problema sul tappeto riguarda, nella<br />

circostanza, la famiglia, e va notato<br />

che è proprio intorno a questa<br />

fondamentale cellula della società -<br />

così come afferma la Costituzione<br />

italiana - che continuano ad<br />

ammassarsi molti arnesi da scasso.<br />

L’esigenza reale sarebbe quella di<br />

mettere mano a a una serie di aiuti e di<br />

misure concrete per favorirla e<br />

promuoverla; la realtà è invece quella<br />

di una controfigura pronta a surrogarla<br />

e certamente a contrastarla, se non<br />

altro sul piano degli orizzonti e delle<br />

prospettive culturali. Non si tratta di<br />

problemi secondari per il Paese. E<br />

sappiamo bene di non parlare di un<br />

Paese interamente cattolico e<br />

confessionale. La salvaguardia della<br />

famiglia non è soltanto - o tanto - un<br />

problema di carattere religioso, ma<br />

soprattutto sociale. È la società che va<br />

salvaguardata. E questo è certamente<br />

un compito che spetta alla politica. Ma<br />

ad una politica alta. Se riesce ad<br />

esserlo.<br />

La Chiesa ha invece mille altri modi<br />

per esercitare questa sua primazia<br />

educativa. Pompei continua a<br />

sperimentare la bellezza e anche<br />

l’efficacia di una presenza<br />

particolarmente importante e, anzi,<br />

preziosa. Da cento anni i Fratelli delle<br />

Scuole Cristiane continuano ad<br />

esercitare il proprio ministero di guida<br />

e di formazione a vantaggio delle<br />

giovani generazioni. Un traguardo di<br />

grande significato e rilievo che segna<br />

una tappa memorabile per la Pompei<br />

di Bartolo Longo.<br />

IL ROSARIO E LA NUOVA POMPEI – 3–<br />

ANNO <strong>123</strong> - N. 3 - <strong>2007</strong> [99]


La concretezza della fede<br />

di Maria Santissima<br />

Maria è la Vergine<br />

dell’ascolto, modello per<br />

chi vuole accogliere la Parola di<br />

Dio. È un modello di concretezza.<br />

Cos’è la concretezza? L’opposto<br />

dell’abbandonarsi ai sogni (cfr.<br />

Maria, aurora di speranza–<br />

Elledici – Torino 2006 di<br />

Emanuela della Trinità e M.<br />

Gobbin). Già San Giacomo ci<br />

ammonisce: “Siate di quelli che<br />

mettono in pratica la parola e non<br />

soltanto ascoltatori illudendo voi<br />

stessi” (Gc 1, 23).<br />

L’illuso è uno che manca di<br />

concretezza. L’illusione nasce<br />

dall’entusiasmo che non ha<br />

fondamento solido. Quando Gesù<br />

spiega la parabola del seminatore<br />

(Lc 8, 5-15) e parla del seme<br />

caduto sulla pietra, si riferisce a<br />

quelli che ascoltano con gioia, ma<br />

non avendo un terreno idoneo, il<br />

seme non nascerà mai. In Maria<br />

SS.ma il seme della Parola di Dio<br />

cade in una intelligenza e in un<br />

cuore dove germina in modo<br />

incomparabile.<br />

La concretezza è il giusto rapporto<br />

tra ascolto, decisione e azione.<br />

Maria è concreta: ascolta ,<br />

decide, agisce. Che cosa<br />

ascolta? Si tratta di un fatto<br />

sorprendente. “Elisabetta, tua<br />

parente, nella sua vecchiaia ha<br />

concepito un figlio e questo è il<br />

sesto mese… nulla è impossibile a<br />

Dio” (Lc 1, 36-37). Maria ha<br />

ascoltato, ha recepito il significato<br />

profondo dell’avvenimento.<br />

Maria decide . Ha riflettuto,<br />

dopo essersi chiesta nel<br />

✠ CARLO LIBERATI<br />

“Sacra conversazione”, di Palma il Vecchio, Collezione Thyssen-Bornemisza, Madrid.<br />

brano precedente di Luca<br />

(1, 34-35), l’Annunciazione, il<br />

significato vero del saluto, decide.<br />

“Eccomi... avvenga di me quello<br />

che hai detto” (Lc 1, 38).<br />

La concretezza è obbedienza alla<br />

verità, è risposta ad una chiamata,<br />

esprime disponibilità a vivere con<br />

fatti concreti ciò che si è capito.<br />

Maria agisce. Maria SS.ma ha<br />

così chiaro nel cuore ciò che<br />

vuole fare che la sua concretezza<br />

non si ferma davanti a niente e a<br />

nessuno. Il Card. C. M. Martini<br />

esprime molto bene questo aspetto<br />

della fede in Maria<br />

(cfr. C. M. Martini in La donna<br />

della riconciliazione - Piemme<br />

1985, pp. 16-20).<br />

Si tratta della capacità di intuire<br />

ciò che va fatto adesso, subito:<br />

è il rifiuto dei discorsi astratti<br />

e inconcludenti; è l’accoglienza<br />

del mistero dell’altro,<br />

dei rapporti interpersonali,<br />

del vivere in pienezza il momento<br />

presente.<br />

I ritardi, i rinvii ci logorano, ci<br />

marciscono dentro. L’uomo che<br />

non è concreto, è diviso.<br />

L’armonia fiorisce sempre<br />

all’interno della persona che sa<br />

unire l’occhio e l’orecchio<br />

con il cuore e la mano.<br />

La persona concreta fa<br />

combaciare ciò che ha capito con<br />

ciò che fa, sapendo quanto<br />

sarebbe pericoloso non fare ciò<br />

che va fatto e ciò che è giusto<br />

e vero.<br />

In Maria SS.ma c’è una<br />

concretezza di fede luminosa.<br />

Del resto il bene esiste, nel mondo,<br />

solo se è concreto. Il bene vero è<br />

realizzazione concreta al massimo<br />

grado del bene effettuabile con<br />

amore in quella data situazione.<br />

Maria SS.ma lo realizza tutto<br />

e con gioia.<br />

IL ROSARIO E LA NUOVA POMPEI – 4–<br />

ANNO <strong>123</strong> - N. 3 - <strong>2007</strong> [100]<br />

Il Ministro<br />

Francesco Rutelli<br />

a Pompei<br />

per il restauro<br />

della Basilica<br />

Il titolare del dicastero per i Beni e le<br />

Attività Culturali ha risposto all’invito<br />

di Mons. Carlo Liberati ed ha<br />

espresso la propria disponibilità a<br />

collaborare per riportare il Santuario<br />

di Pompei al suo originario splendore.<br />

■ di LORETA SOMMA<br />

Venerdì 9 febbraio un pellegrino d’eccezione è stato<br />

accolto, dal Vescovo e dai suoi più stretti collaboratori,<br />

nel Santuario della Madonna del Rosario.<br />

Accompagnato dal Direttore Regionale per i Beni<br />

Culturali e Paesaggistici della Campania, Dott. Stefano<br />

De Caro e dal Sindaco della città mariana, Avv. Claudio<br />

D’Alessio, il Vice-Premier e Ministro per i Beni e le Attività<br />

Culturali, On. Francesco Rutelli, ha visitato la Basilica<br />

di Pompei, potendo, così, vedere di persona i numerosi<br />

elementi artistici che necessitano di urgenti restauri:<br />

affreschi, mosaici, zoccolature e pavimenti. Tale situazione<br />

è dovuta a lesioni, ad alterazioni cromatiche e a danni<br />

causati da infiltrazioni di acqua. Fin dal 2005, Mons. Liberati<br />

ha lanciato, anche attraverso la nostra rivista, una<br />

sottoscrizione presso i devoti della Madonna di Pompei<br />

di tutto il mondo per raccogliere fondi per cominciare i<br />

lavori di restauro.<br />

Dopo i grandi lavori di ampliamento, voluti da Mons.<br />

Antonio Anastasio Rossi, ed effettuati negli anno ’30, che<br />

trasformarono significativamente il nostro santuario, nel<br />

corso del tempo, più volte sono stati fatti piccoli lavori di<br />

restauro, all’interno ed all’esterno della basilica. In occasione<br />

del Grande Giubileo dell’anno 2000, ad esempio, è<br />

stato possibile effettuare il completo restauro della facciata<br />

della basilica, dedicata alla Pace Universale e inaugurata<br />

il 5 maggio 1901, e la costruzione di una rampa per<br />

l’abbattimento delle barriere architettoniche. All’interno,<br />

sono stati realizzati: una nuova Cappella dedicata al beato<br />

Bartolo Longo, adiacente il santuario e, quindi, più<br />

facilmente accessibile; la nuova Sala delle Confessioni e<br />

moderni impianti di illuminazione e di climatizzazione.<br />

Ma i lavori da effettuare adesso riguardano circa il 50%<br />

delle pareti interne del Santuario.<br />

Il Ministro Rutelli ha assicurato il proprio personale<br />

interessamento affinché, alla cifra raccolta finora, sia aggiunto<br />

un cospicuo finanziamento statale per far sì che al<br />

più presto si possa cominciare la necessaria e non più prorogabile<br />

opera di restauro.<br />

IL ROSARIO E LA NUOVA POMPEI – 5–<br />

ANNO <strong>123</strong> - N. 3 - <strong>2007</strong> [101]


1907-<strong>2007</strong> I Fratelli delle Scuole<br />

Con il convegno<br />

sul centenario<br />

sono iniziate le<br />

celebrazioni per il<br />

secolare impegno<br />

educativo dei<br />

Fratelli delle<br />

Scuole Cristiane<br />

nella cittadina<br />

mariana.<br />

La gratitudine<br />

degli ex alunni<br />

e della comunità<br />

ecclesiale e civile.<br />

■ di ANTONIO CASCIANO<br />

non ho mai potuto togliermi<br />

“Io<br />

dalla mente il pensiero e dal cuore<br />

il desiderio di veder qui, alla<br />

direzione dell’Ospizio per i figli dei carcerati,<br />

i Fratelli delle Scuole Cristiane. E<br />

ne ho avuta ragione perché il tempo e<br />

l’esperienza mi hanno sempre meglio<br />

fatto intendere il bene che sarebbe effetto<br />

della loro presenza e delle loro cure”.<br />

Queste le parole pregne di vibrante<br />

speranza che il cuore del beato Bartolo<br />

Longo effondeva trepidante in una missiva<br />

del 19 febbraio 1894 all’allora Visitatore<br />

Provinciale Fratel Casimiro Antoniotti.<br />

Si trattava, invero, di riflessioni che<br />

giungevano al termine di una lunga serie<br />

di tentativi epistolari databili tra il<br />

1891 e il 1894, compiuti dal Beato presso<br />

i superiori della Congregazione voluta<br />

da San Giovanni Battista de La Salle,<br />

aventi tutti ad oggetto la medesima richiesta:<br />

ottenere lo stabile insediamento<br />

di una comunità di Fratelli a Pompei, alla<br />

guida educativa dell’opera sociale più<br />

cara al suo cuore: l’Ospizio.<br />

Il Beato dovette attendere infatti tredici<br />

lunghissimi anni prima di veder realizzato<br />

il suo antico sogno: il 14 agosto<br />

del 1907, i primi tre religiosi fecero il<br />

loro ingresso nell’Istituto di Pompei;<br />

passarono mesi e i Fratelli Carissimi, come<br />

era solito chiamarli il Beato, assunsero<br />

la direzione dell’Ospizio: era il 1°<br />

ottobre del 1907.<br />

L’inizio del <strong>2007</strong> ha dunque segnato<br />

il compimento di un secolo di instancabile<br />

attività pedagogica, formativa, educativa<br />

svolta dai Fratelli a Pompei: la riconoscenza<br />

verso quanti sono oggi chia-<br />

mati a custodire la secolare memoria di<br />

tale provvidenziale presenza e a gestire<br />

i frutti che essa ha sapientemente prodotto<br />

nel corso dei decenni, hanno trovato<br />

adeguata espressione nell’organizzazione<br />

di un calendario di iniziative in<br />

programma per questo anno, cui è stato<br />

dato avvio con il Convegno del Centenario,<br />

svoltosi il 3 febbraio scorso, nella<br />

suggestiva cornice del Teatro “Di Costanzo-Mattiello”.<br />

IL ROSARIO E LA NUOVA POMPEI – 6–<br />

ANNO <strong>123</strong> - N. 3 - <strong>2007</strong> [102]<br />

Cristiane da cent’anni a Pompei<br />

I partecipanti, ritrovatisi nel cortile<br />

dello stesso, in attesa dell’inizio dei lavori,<br />

hanno potuto piacevolmente intrattenersi<br />

con le note di diversi inni eseguiti<br />

dal complesso bandistico “Bartolo Longo<br />

- Città di Pompei”, diretto dal M°<br />

Francesco Federico. In seguito, si sono<br />

esibiti anche i Gruppi Coreografici “Pon-<br />

Pon” e “Majorettes” della Scuola Primaria<br />

Paritaria “Bartolo Longo”.<br />

A dare inizio ai lavori, un breve in-<br />

dirizzo di saluto del Vicario generale<br />

della Chiesa di Pompei, Mons. Pasquale<br />

Mocerino, che nel ringraziare le autorità<br />

civili e religiose presenti e tutti gli<br />

intervenuti, ha inteso ripercorrere celermente<br />

le tappe che portarono all’insediamento<br />

della prima comunità di Fratelli<br />

a Pompei, nel 1907, esprimendo,<br />

in forma di accorato elogio, i ringraziamenti<br />

di tutta la Chiesa di Pompei.<br />

Il canto solenne del “Te Deum” di<br />

Pompei: Teatro Di Costanzo-Mattiello.<br />

Siamo al termine del convegno<br />

ed è il momento dei ringraziamenti.<br />

L’organizzazione ha voluto omaggiare gli<br />

ospiti con alcuni ricordi del centenario.<br />

Al centro della foto il Vescovo-Prelato<br />

di Pompei e Delegato Pontificio,<br />

Mons. Carlo Liberati; alla sua sinistra<br />

il Superiore Generale dei Fratelli delle<br />

Scuole Cristiane, Fr. Alvaro Rodriguez<br />

Echeverria, e Fr. Bartolo Parisi, attuale<br />

Direttore del Centro Educativo Bartolo<br />

Longo e Preside del Liceo Pedagogico e<br />

dell’Istituto Professionale del polo<br />

scolastico del Santuario. Da sinistra,<br />

alcuni Direttori del Centro, responsabili<br />

negli anni passati dell’educazione e<br />

formazione di centinaia di ragazzi:<br />

Fr. Giorgio Proietti (1995-2003), Fr. Mauro<br />

Spinelli (2003-2005), Fr. Domenico Anzini<br />

(1991-1995). Dopo di lui, Fr. Filippo Rizzo,<br />

attualmente Vice Preside del dell’Istituto<br />

Professionale e della Scuola Media<br />

del polo scolastico del Santuario,<br />

Coordinatore del Centro diurno<br />

e del Convegno per il Centenario.<br />

In basso, le Majorettes e le Pon-Pon della<br />

Scuola Primaria, insieme al Complesso<br />

Bandistico “Bartolo Longo-Città di<br />

Pompei”, hanno animato l’accoglienza<br />

degli ospiti nei momenti che hanno<br />

preceduto l’inizio del Convegno.<br />

Lorenzo Perosi, magistralmente eseguito<br />

dal “Coro Pompeiano”, sotto la direzione<br />

del M° Don Francesco Di Fuccia,<br />

ha voluto celebrare l’opera di Dio attraverso<br />

il loro insostituibile servizio. A<br />

seguire l’esecuzione di alcune strofe del<br />

canto intitolato “Cent’anni a Pompei”,<br />

scritto per l’occorrenza da Mons. Baldassarre<br />

Cuomo e musicato dal M° Federico.<br />

Quindi è intervenuto il Vescovo<br />

Prelato di Pompei, Mons. Carlo Liberati,<br />

che con commozione ha ricordato<br />

gli sforzi compiuti dal Beato perché<br />

fosse pienamente realizzata la volontà<br />

di Dio a Pompei.<br />

L’intervento del Sindaco della città,<br />

Avv. Claudio D’Alessio, è stato, invece,<br />

incentrato sul ricordo degli anni di gioventù,<br />

quando, frequentando presso l’Istituto<br />

le Scuole Elementari, ha potuto<br />

personalmente confrontarsi con il metodo<br />

pedagogico dei Fratelli e fare propri<br />

i valori da essi propugnati nell’insegnamento.<br />

A seguire il breve, ma significativo,<br />

saluto del Superiore Generale dei Fratelli,<br />

Alvaro Rodriguez Echeverría, accompagnato<br />

dal Consigliere Generale,<br />

Juan Pablo Martín, che ha sottolineato<br />

IL ROSARIO E LA NUOVA POMPEI – 7–<br />

ANNO <strong>123</strong> - N. 3 - <strong>2007</strong> [103]


con la sua presenza la rilevanza dell’evento<br />

in corso ed ancor più del particolare<br />

momento di transizione che si<br />

appresta a vivere l’Istituto, in ragione dei<br />

mutamenti normativi intervenuti.<br />

Come non menzionare poi i saluti calorosi<br />

fatti pervenire dal Presidente della<br />

Repubblica, Giorgio Napolitano, che<br />

ha avuto parole di stima profonda per il<br />

servizio prestato dai Fratelli, nonché quelli<br />

partecipati dal Ministro della Giustizia<br />

Clemente Mastella, che ha fatto menzione<br />

dei ricordi ancora vividi che lo<br />

legano ai Fratelli, in ragione della sua esperienza<br />

di studio e di fede vissuta presso<br />

il Collegio La Salle di Benevento, negli<br />

anni della gioventù.<br />

Il ciclo di relazioni si è aperto con le<br />

riflessioni del Visitatore Provinciale, Fratel<br />

Donato Petti, che ha focalizzato il te-<br />

ma sempre attuale dell’emergenza educativa.<br />

Le ricerche sociologiche confermano<br />

puntualmente la sostanziale difficoltà<br />

dei genitori di provvedere all’educazione<br />

dei propri figli, per un’imperante<br />

cultura edonistica, consumistica e relativistica,<br />

che si fa strada nel cuore delle<br />

giovani generazioni attraverso i mass<br />

media.<br />

Il dottor Pasquale Andria, Presidente<br />

del Tribunale per i Minorenni di Potenza,<br />

da esperto conoscitore delle dinamiche<br />

sociali che originano il disagio talvolta<br />

criminale dei giovani, ha sottolineato<br />

l’importante connessione, confermata<br />

da dati statistici, esistente tra le<br />

varie forme di delinquenza minorile e i<br />

deficit educativi, tra analfabetismo e devianza.<br />

La risposta organizzata da parte<br />

dello Stato in termini di sanzione, sep-<br />

pure informata oggi ai principi della funzione<br />

rieducativa e risocializzativa della<br />

pena, è di per sé insufficiente: da qui l’irrinunciabile<br />

validità ed efficacia dell’attività<br />

educativa parallelamente svolta da<br />

agenzie sociali specifiche, tra le quali rivestono<br />

tradizionalmente una particolare<br />

importanza gli istituti diretti dai Fratelli<br />

delle Scuole Cristiane.<br />

Una pausa musicale offerta dal quintetto,<br />

composto da clarinetto ed archi,<br />

diretto dal M° clarinettista Mauro Caturano,<br />

insegnante presso l’Istituto, ha<br />

intrattenuto i presenti con l’Opera 34 in<br />

SI Bemolle di Carl Maria von Weber.<br />

Nella seconda parte del convegno<br />

hanno preso la parola altri rappresentanti<br />

della congregazione lasalliana. Fratel<br />

Mario Presciuttini ha offerto una panoramica<br />

storica sui contatti intercorsi tra<br />

i Fratelli ed il Beato dal 1894 fino al<br />

1926, anno della sua morte. Un intenso<br />

carteggio epistolare prima, sfociato,<br />

poi, nell’assiduità quotidiana di relazioni<br />

personali con i Carissimi, intessute<br />

di reciproche attestazioni di stima,<br />

che avrebbero dapprima condotto i Fratelli<br />

al conferimento al Longo del titolo<br />

di affiliazione all’Istituto dei Fratelli<br />

delle Scuole Cristiane, e poi il Beato, in<br />

occasione del quindicesimo anniversario<br />

dell’arrivo a Pompei della Famiglia<br />

Lasalliana, ad osservare, con sincero<br />

ed inalterato trasporto, come: “... in quest’ammirabile<br />

Ordine tutte le competenze<br />

magisteriali, tutte le abilità educatrici,<br />

sono fuse insieme con lo zelo e l’amore<br />

che sono propri dell’apostolato cristiano”.<br />

E più oltre: “I Fratelli delle Scuole<br />

Cristiane svolsero meravigliosamente i<br />

IL ROSARIO E LA NUOVA POMPEI – 8–<br />

ANNO <strong>123</strong> - N. 3 - <strong>2007</strong> [104]<br />

La mostra del centenario<br />

Nell ambito delle manifestazioni celebrative<br />

per il primo Centenario della presenza dei Fratelli<br />

delle Scuole Cristiane a Pompei, stata programmata,<br />

per il prossimo mese di maggio, una<br />

mostra di testimonianze offerte da quanti sono<br />

in possesso di ricordi, foto, oggetti e documenti<br />

vari.<br />

La consegna del materiale documentario, di<br />

cui la Direzione assicura la massima cura, deve<br />

avvenire non oltre il 31marzo <strong>2007</strong>.<br />

Per informazioni rivolgersi a:<br />

FRATEL FILIPPO RIZZO<br />

Via Sacra, 39 - 80045 Pompei (NA)<br />

Tel. 0818631177 - Fax 081 8634156<br />

Prof. LUIGI AVELLINO<br />

Via S. Abbondio, 53 - 80045 Pompei (NA)<br />

Tel. 081 859.91.19<br />

capisaldi del nostro programma educativo<br />

e li perfezionarono sposandoli al loro<br />

metodo due volte secolare”.<br />

Un ex Direttore dell’Istituto, Fratel<br />

Rodolfo Meoli, ha curato un’assai puntuale<br />

raccolta di dati statistici relativi<br />

alla secolare presenza dei Fratelli a<br />

Pompei e dei numerosi laici da sempre<br />

orbitanti intorno all’Istituto. Così, passando<br />

in rassegna i dati raccolti da<br />

Fratel Rodolfo, possiamo considerare il<br />

numero di anni che tutti i Fratelli passati<br />

per Pompei, italiani, ma anche francesi,<br />

tedeschi, austriaci, greci ed eritrei<br />

perfino, hanno complessivamente dedicato<br />

all’Istituto, ben 2.313, oppure scorrere<br />

i nomi dei 22 Direttori che si sono<br />

succeduti dal 1907 ad oggi, o dei Fratelli<br />

che hanno superato i 25 anni di permanenza<br />

a Pompei, fino al nome di Fra-<br />

Sopra, nell’intermezzo musicale tra la<br />

prima e la seconda parte del Convegno,<br />

il “Quartetto d’archi” diretto dal M° Mauro<br />

Caturano, esegue, il “Quintetto<br />

in SI Bemolle. Opera 34 per clrarinette<br />

quartetto d’archi” di Carl Maria von Weber.<br />

Nella pagina a fianco, in alto, il “Coro<br />

Pompeiano”, diretto dal M° Don Franco<br />

Di Fuccia, esegue il “Te Deum”<br />

di Lorenzo Perosi e l’inno “Cent’anni<br />

a Pompei” scritto per l’occasione.<br />

In basso, da sinistra, durante il loro<br />

intervento: Fr. Donato Petti, Visitatore<br />

della Provincia Italia, il Dott. Pasquale<br />

Andria, Presidente del Tribunale<br />

per i Minorenni di Potenza,<br />

Fr. Mario Presciuttini, esperto di studi<br />

lasalliani e di catechetica, e Fr. Rodolfo<br />

Meoli, Postulatore Generale della<br />

Congregazione e Procuratore presso<br />

la Santa Sede, già Direttore dell’Istituto<br />

di Pompei dal 1983 al 1991.<br />

tel Ubaldo Narcisi, che ha dedicato ben<br />

51 anni della sua vita ai ragazzi ospitati<br />

presso l’opera di carità longhiana.<br />

Come non considerare, infine, alcuni<br />

Direttori che tanto bene hanno fatto<br />

alla città di Pompei, che conserva grata<br />

la memoria dei meriti civili da essi conseguiti:<br />

Fratel Adriano Celentano, il cui<br />

nome è legato principalmente al conseguimento<br />

del titolo di Comune, nel 1928,<br />

merito che gli sarebbe valso il conferimento<br />

della cittadinanza onoraria, l’intitolazione<br />

di una strada e di una scuola e<br />

l’erezione di un monumento; Fratel Costanzo<br />

Daudet, architetto, autore del progetto<br />

per il completamento dell’interno<br />

della Cappella e del Teatro dell’Istituto,<br />

ideatore del monumento ai Caduti, tuttora<br />

nella Piazza Bartolo Longo e dell’attuale<br />

stemma della città di Pompei;<br />

Fratel Regolo Battaglini, autore di numerosi<br />

inni e poesie dedicati alla Madonna,<br />

al Beato e alla città di Pompei;<br />

Fratel Nicolino Sicignano, cittadino pompeiano,<br />

organista del Santuario fin dalla<br />

giovanissima età.<br />

L’intervento di chiusura è stato affidato<br />

a Fratel Bartolo Parisi, attuale Direttore,<br />

che ha esposto le attività oggi<br />

svolte nel Centro. La proposta formativa<br />

si articola su due livelli: la Scuola<br />

Cattolica che, in consonanza perfetta<br />

con lo spirito lasalliano, mira all’educazione<br />

integrale della persona umana, curandola<br />

in ogni bisogno e aiutandola in<br />

tutte le sue manifestazioni, senza distinzione<br />

alcuna tra i diversi ceti sociali, se<br />

non nel senso della gratuità dei servizi<br />

offerti ai più bisognosi; il “Centro Diurno<br />

Polifunzionale” esprime, invece, al<br />

meglio la sintesi degli ideali educativi<br />

pensati dal Beato e dal santo Curato di<br />

Reims.<br />

La chiusura dei convitti a partire dal<br />

31 dicembre 2006, disposta dalla Legge<br />

149/2001, ha rappresentato una nuova<br />

importante sfida per i Fratelli e per la Delegazione<br />

Pontificia che, con formidabile<br />

unità di intenti, si sono predisposti ad<br />

affrontarla con una sollecitudine che ha<br />

consentito loro di anticiparsi sui tempi<br />

dettati dalla legislazione nazionale. Così<br />

l’inizio dell’anno scolastico 2006/07<br />

ha coinciso con l’iscrizione e la contestuale<br />

diuturna frequentazione al Centro<br />

Educativo di circa cento ragazzi, di età<br />

compresa tra i 5 ed i 18 anni, normalmente<br />

provenienti da situazioni familiari<br />

difficili.<br />

Ad multos annos Fratelli carissimi!<br />

IL ROSARIO E LA NUOVA POMPEI – 9–<br />

ANNO <strong>123</strong> - N. 3 - <strong>2007</strong> [105]


La basilica vaticana<br />

ha compiuto<br />

cinquecento anni.<br />

Una mostra allestita<br />

nel Braccio di<br />

Carlo Magno<br />

ne racconta la<br />

meravigliosa storia<br />

di arte e di fede.<br />

Tutto ebbe inizio da due buche su<br />

una collina di periferia. La buca vicino<br />

allo stadio nella tenuta di Nerone<br />

sul Vaticano, dove duemila anni fa<br />

fu deposto il corpo martirizzato dell’Apostolo<br />

Pietro, intorno alla quale Costantino<br />

costruì la prima basilica in suo onore,<br />

e quella, poco distante dalla tomba<br />

petrina, nella quale Papa Giulio II, il 18<br />

aprile 1506, pose la prima pietra, contrassegnata<br />

da una croce, dell’enorme chiesa<br />

che ammiriamo adesso, avendo deciso di<br />

demolire l’altra perché alcune parti stavano<br />

andando in rovina. Alla costruzione<br />

del nuovo San Pietro lavorarono i più illustri<br />

architetti e artisti del Rinascimento<br />

e del Barocco, impegnati nell’arduo compito<br />

di coniugare l’altezza del loro genio<br />

con la limitatezza dei mezzi e delle risorse,<br />

senza mai dimenticare che ogni particolare<br />

della costruzione avrebbe dovuto<br />

sempre valorizzare la memoria dell’Apostolo<br />

e rispondere alle esigenze liturgiche<br />

e al flusso dei pellegrinaggi.<br />

Il cinquecentenario di questa straordinaria<br />

impresa artistica e religiosa è stato<br />

ricordato in Vaticano con convegni, concerti,<br />

emissioni di francobolli e monete<br />

e con l’interessante mostra “Petros eni -<br />

Pietro è qui” (iscrizione graffita su un minuscolo<br />

frammento d’intonaco del luogo<br />

della tomba di Pietro), allestita dalla<br />

Fabbrica di San Pietro (l’Ente che tuttora<br />

cura la manutenzione della Basilica) nel<br />

Braccio di Carlo Magno, appena conclusa.<br />

«Non c’è niente al mondo che sia anche<br />

lontanamente paragonabile al San Pietro<br />

in Vaticano. Oggi come ieri e forse<br />

oggi più di ieri, la vista del colonnato e<br />

della cupola “t’intontisce e te fa perde<br />

er fiato”, per dirla con le parole del poeta<br />

romano Gioacchino Belli. Eppure tutto<br />

è nato dal modesto manufatto funerario<br />

che certifica essere qui, sotto i nostri<br />

piedi, in asse con la cupola di Michelangelo,<br />

la tomba del Principe degli Apostoli»,<br />

spiega il curatore della rassegna, il<br />

noto sovrintendente e storico dell’arte Antonio<br />

Paolucci.<br />

Divisa in sezioni, la mostra ha presentato<br />

per prima la storia della costruzione<br />

dell’attuale Basilica con opere d’arte,<br />

documenti, disegni, progetti e modelli<br />

dove si rincorrono i nomi di grandi maestri:<br />

Donato Bramante, Giuliano e Antonio<br />

da Sangallo, Raffaello, Baldassarre<br />

Peruzzi, Michelangelo, il Vignola, Giacomo<br />

della Porta, Domenico Fontana, Carlo<br />

Maderno e Gian Lorenzo Bernini. Si è<br />

cercato di estrarre dagli archivi anche i<br />

ricordi del carattere, degli ideali e pure<br />

delle debolezze degli uomini che fecero<br />

San Pietro. Così, continua Paolucci «ci<br />

sono le testimonianze dell’immenso edificio<br />

in corso d’opera... ci sono anche i<br />

documenti dei contrasti, delle polemiche,<br />

delle invidie, delle gelosie. C’è una lettera<br />

nella quale un Michelangelo ormai ottantasettenne<br />

ma ancora polemico e combattivo,<br />

esprime la sua dura protesta contro<br />

i deputati della Fabbrica che si ostinano<br />

a non voler pagare un suo incaricato.<br />

In un’altra il Buonarroti si rivolge, irato e<br />

scoraggiato, ad un monsignore di Curia.<br />

Il cantiere della cupola è abbandonato, da<br />

mesi operai e sorveglianti non ricevono<br />

un soldo. “Io non ho il modo di dar loro<br />

l’usata provvigione”, scrive, mentre incuria<br />

e degrado rischiano di guastare quello<br />

che fino ad ora si è fatto».<br />

Come si vede, anche la costruzione<br />

della Basilica di San Pietro soffrì i problemi<br />

tipici dei grandi lavori pubblici di<br />

IL ROSARIO E LA NUOVA POMPEI – 10 –<br />

ANNO <strong>123</strong> - N. 3 - <strong>2007</strong> [106]<br />

Buon co c ompleanno<br />

San n Pietro<br />

ogni epoca: scarsità di denaro e intoppi<br />

burocratici. Insieme con denunce e ripicche:<br />

lo stesso Michelangelo (che ottenne<br />

la direzione dei lavori all’inizio del 1547,<br />

a 71 anni, conservandola fino alla morte,<br />

nel 1564) fu accusato di voler distruggere<br />

il lavoro degli altri e caricare l’amministrazione<br />

di troppi costi aggiuntivi.<br />

«Per fortuna Paolo III trattò in malo<br />

modo i deputati confermando tutta la sua<br />

fiducia a Michelangelo. Non avesse fatto<br />

niente altro di buono Papa Farnese - nota<br />

ancora il Prof. Paolucci - basterebbe questa<br />

sua provvidenziale determinazione in<br />

favore del Buonarroti, per meritargli la<br />

gratitudine eterna dei posteri. Tutto ciò ci<br />

fa capire di quanta fatica e di quanta tenacia<br />

(non solo fatica d’arte e di genio)<br />

ha avuto bisogno la Basilica perché la<br />

cupola coprisse Roma della sua ombra e<br />

il colonnato del Bernini abbracciasse il<br />

mondo».<br />

Un’altra parte della mostra ha riunito<br />

interessanti reperti di ciò che precedette<br />

la Basilica michelangiolesca, vale a dire<br />

la Basilica di Costantino e, prima ancora,<br />

la necropoli romana nella quale fu sepolto<br />

l’Apostolo, tuttora visitabile al di sotto<br />

delle attuali “tombe dei Papi”. L’antica<br />

struttura «univa culto liturgico e funerario<br />

come unisona espressione di devozione<br />

da parte dei fedeli attorno alla memoria<br />

apostolica», ha scritto sull’ampio<br />

catalogo la Dottoressa Cristina Carlo-<br />

Stella, Capo Ufficio della Fabbrica di San<br />

Pietro. Più avanti ancora la mostra, esat-<br />

tamente come la Basilica, ha portato all’incontro<br />

diretto con Pietro: «Il percorso<br />

iconografico raggiunge il culmine nell’immagine<br />

potente del martirio di Pietro<br />

del Caravaggio, che... richiede... una risposta<br />

di contemplazione, di silenzio, di<br />

raccoglimento. Con questa immagine si<br />

invita il visitatore a comprendere il messaggio<br />

principale della memoria apostolica,<br />

la testimonianza di fede fino al martirio».<br />

È un segno che da duemila anni conduce<br />

verso Cristo milioni di anime. «Lungo<br />

i secoli e fino ai nostri giorni questa<br />

tradizione devozionale incessante ha condotto<br />

migliaia di pellegrini: schiavi, liberti,<br />

imperatori, regnanti e capi di governo<br />

di nazioni potenti, poveri e ricchi, poeti e<br />

artisti, scrittori e analfabeti, Santi e Beati<br />

a rendere omaggio alla testimonianza di<br />

Pietro e al suo ruolo di primato nella Chiesa.<br />

Si sono volute proporre le testimonianze<br />

di tre esempi di santità note non<br />

solo alla Chiesa ma al mondo intero - San<br />

Francesco di Assisi, Santa Teresa di Lisieux,<br />

Beata Madre Teresa di Calcutta -<br />

accorsi qui, su questo luogo sacro, in un<br />

momento particolare della loro vita spirituale<br />

per trovare la forza di iniziare la propria<br />

missione di servizio e di amore verso<br />

il prossimo. Questo è in effetti il messaggio<br />

principale che la Mostra desidera lasciare<br />

in ogni cuore come il vero annuncio<br />

di accoglienza e di pace offerto dalla<br />

Basilica al mondo in questa celebrazione<br />

del suo V centenario, annuncio che diviene<br />

eloquente... tramite le due forme straordinarie<br />

che la distinguono, la cupola michelangiolesca<br />

e l’abbraccio berniniano».<br />

Non bisogna dimenticare, infatti, che<br />

la Basilica di San Pietro è prima di tutto<br />

una chiesa viva. Costruita in grandi dimensioni<br />

non per far sfoggio di potenza<br />

ma per accogliere nel tempo grandi gruppi<br />

di pellegrini. Al di là della confusione<br />

prodotta talvolta dall’enorme numero di<br />

turisti, San Pietro resta un luogo di preghiera<br />

che, come ricorda il suo Arciprete<br />

Monsignor Angelo Comastri, «non è soltanto<br />

la casa di tutti i cattolici, bensì la casa<br />

dell’intera umanità, in quanto il Papa di<br />

Roma è riconosciuto come punto comune<br />

di riferimento morale. Oggi il nostro impegno<br />

pastorale è rivolto a far percepire a<br />

tutti quelli che vi entrano che si tratta di<br />

un luogo sacro, nel quale l’arte non è fine<br />

a se stessa, ma nasce e si fonda nel bisogno<br />

di esprimere la bellezza della fede.<br />

Per questo un’area specifica della Basilica<br />

è stata destinata per le confessioni e<br />

per l’Adorazione Eucaristica, in modo da<br />

ricondurre al suo significato primario questo<br />

edificio cui tutto il mondo guarda».<br />

■ di DARIO BUSOLINI<br />

IL ROSARIO E LA NUOVA POMPEI – 11 –<br />

ANNO <strong>123</strong> - N. 3 - <strong>2007</strong> [107]


» Sono<br />

La Madonna di Pompei nel Mondo<br />

trascorsi due anni, da<br />

quando il Vescovo di Pompei,<br />

Mons. Carlo Liberati, mi ha<br />

nominato responsabile della<br />

«Missione Mariana del Rosario»,<br />

compito che, malgrado la mia<br />

pochezza, ho cercato sempre di<br />

realizzare al meglio.<br />

Posso testimoniare, con profonda<br />

commozione, che l’esperienza fatta<br />

in questo periodo è stata quella, non<br />

In Brasile e in Argentina<br />

sulle orme di Maria<br />

di portare, ma di accompagnare<br />

l’«Icona Pellegrina della Madonna»,<br />

dove lei ha voluto.<br />

È lei, infatti, la Madre del Signore,<br />

la più tenera fra le madri, che ha<br />

ispirato le mie scelte, che ha guidato<br />

i miei passi, che ha sostenuto la fede<br />

e l’entusiasmo di quanti si sono<br />

immersi in questa grande e<br />

straordinaria avventura della<br />

missionaria.<br />

È con questo spirito che, tra il 14<br />

e il 30 novembre 2006, mi sono<br />

recato in Brasile prima e in Argentina<br />

poi, alla ricerca, in quelle terre<br />

lontane, della devozione alla<br />

Madonna del Rosario di Pompei,<br />

che i nostri connazionali emigrati<br />

portarono con sé e diffusero nei nuovi<br />

territori, quando, per mancanza di<br />

lavoro e di prospettive per il futuro,<br />

lasciarono le loro case, la propria<br />

terra, i propri cari e partirono alla<br />

ricerca di un avvenire migliore, che,<br />

purtroppo, non sempre hanno trovato.<br />

Ho condiviso questa esperienza<br />

missionaria con alcuni amici<br />

sacerdoti: don Giuseppe Esposito di<br />

Pompei, don Paolo D’Ambrosio,<br />

parroco e rettore del santuario della<br />

Madonna di Viggiano, patrona della<br />

Lucania, anch’egli in visita ad alcune<br />

comunità legate al suo santuario,<br />

accompagnato da don Antonio<br />

Arenella, parroco di Ruoti (PZ),<br />

e don Mario Galasso, Cappellano<br />

dell’ospedale di Potenza.<br />

Fin dai primi momenti del nostro<br />

arrivo in Brasile abbiamo costatato la<br />

grande povertà di questa terra.<br />

Tutto ciò che per noi è fin troppo<br />

scontato, come ad esempio un<br />

bicchier d’acqua, per i brasiliani,<br />

invece, è dono prezioso del Signore.<br />

Ho capito che quando noi europei<br />

parliamo delle «favelas», di povertà<br />

e di precarietà, non immaginiamo<br />

nemmeno lontanamente ciò di cui<br />

stiamo parlando.<br />

In quella parte del mondo, purtroppo<br />

non l’unica, la povertà è davvero<br />

grande: le strade sono solo sterrate,<br />

le baracche, fatte di lamiera e<br />

cartone, fungono da casa e in pochi<br />

metri quadrati sono costrette<br />

a vivere tante persone,<br />

per non parlare delle condizioni<br />

igieniche e della pochezza del cibo.<br />

Grazie ai Padri Discepoli, fondati<br />

da don Giovanni Minozzi e don<br />

Giovanni Semeria, che ci hanno<br />

ospitato con estrema cordialità nella<br />

loro casa di San Paolo, abbiamo<br />

SAN PAOLO<br />

DEL BRASILE.<br />

La chiesa di “Nossa<br />

Senhora do Rosario<br />

de Pompeia”.<br />

In alto e in basso,<br />

due scorci della<br />

Città: la modernità<br />

dei grattacieli<br />

e la povertà<br />

delle “favelas”.<br />

A destra, i nostri<br />

amici con alcuni<br />

sacerdoti della<br />

Congregazione<br />

dei Padri Discepoli<br />

davanti al Santuario<br />

Nazionale Mariano<br />

di “Nossa Senhora<br />

Aparecida”.<br />

IL ROSARIO E LA NUOVA POMPEI – 12 –<br />

ANNO <strong>123</strong> - N. 3 - <strong>2007</strong> [108]<br />

» La Madonna di Pompei nel Mondo<br />

visitato il Santuario Nazionale<br />

«Nossa Senhora Aparecida» dove, a<br />

maggio, si svolgerà la V Conferenza<br />

Generale dell’Episcopato latino<br />

americano. Abbiamo potuto costatare,<br />

visitando diverse comunità, che la<br />

missione esige un notevole impegno<br />

spirituale, fisico e organizzativo.<br />

Basti pensare, ad esempio, che ad<br />

un’unica parrocchia fanno capo<br />

trenta, se non quaranta, comunità<br />

cristiane, l’equivalente di una diocesi<br />

in Italia. Sui volti e negli occhi di<br />

quanti abbiamo incontrato nelle<br />

comunità abbiamo raccolto la gioia<br />

dell’essere cristiani, la cura con cui<br />

preparano e celebrano l’Eucaristia,<br />

l’entusiasmo e la vivacità delle loro<br />

liturgie e dei canti eseguiti.<br />

Recandoci a San Paolo, con sorpresa,<br />

fin dalle indicazioni stradali abbiamo<br />

letto sui cartelli un nome familiare:<br />

«Pompeia». Man mano che ci<br />

avviciniamo, notiamo che un intero<br />

quartiere reca questa denominazione:<br />

dal meccanico alla locanda, da un<br />

qualsiasi esercizio commerciale al<br />

nome di una strada, fino alla chiesa<br />

parrocchiale dedicata a «Nossa<br />

Senhora do Rosario de Pompeia».<br />

Ci sentiamo a casa, grazie all’amore<br />

dei nostri emigrati che hanno diffuso<br />

la devozione alla nostra Madonna.<br />

Ci affrettiamo ad entrare in chiesa.<br />

Al centro, in alto, c’è una statua della<br />

Madonna di Pompei (foto in alto).<br />

Sui lati, vetrate istoriate, che<br />

mostrano il beato Bartolo Longo e il<br />

Santuario di Pompei. La chiesa,<br />

situata in uno dei quartieri più grandi<br />

di San Paolo, è affidata alla cura<br />

pastorale dei Padri Camilliani, molto<br />

impegnati, peraltro, in una grande<br />

struttura ospedaliera che sorge proprio<br />

nei pressi della chiesa. Qui, abbiamo<br />

incontrato Padre Giovanni Inocente,<br />

il vicario parrocchiale (il parroco era<br />

assente per motivi di salute) che è<br />

stato ben lieto di riceverci e di<br />

iniziare un rapporto di amicizia e di<br />

collaborazione. Negli altri giorni di<br />

permanenza in Brasile, abbiamo<br />

visitato altre comunità ed incontrato<br />

tanti italiani che, nonostante la<br />

distanza, il tempo trascorso lontano<br />

dall’Italia e le prove della vita, sono<br />

rimasti legati al nostro santuario e ci<br />

seguono attraverso la nostra rivista de<br />

«Il Rosario e la Nuova Pompei».<br />

Con particolare gioia ed affetto,<br />

ricordiamo la visita alla grande<br />

«Mariapoli Ginetta», sita nella<br />

periferia di San Paolo, dove abbiamo<br />

vissuto un intenso momento di<br />

fraternità e di profonda spiritualità<br />

mariana con i Focolarini, ricordando<br />

la comune ispirazione alla spiritualità<br />

del Rosario, rilanciata dal venerato<br />

Pontefice Giovanni Paolo II,<br />

nell’<strong>Anno</strong> del Rosario.<br />

IL ROSARIO E LA NUOVA POMPEI – 13 –<br />

ANNO <strong>123</strong> - N. 3 - <strong>2007</strong> [109]


»<br />

La Madonna di Pompei nel Mondo<br />

Dal Brasile, il nostro pellegrinaggio<br />

prosegue alla volta dell’Argentina,<br />

dove, ancora una volta, restiamo<br />

stupiti. A Buenos Aires, dire Pompei,<br />

o meglio Pompeya, vuol dire un<br />

grande Santuario dedicato alla<br />

Madonna del Rosario, dove ogni<br />

anno accorrono migliaia e migliaia<br />

di pellegrini e vuol dire una rivista<br />

la «Nueva Pompeya», proprio come<br />

in Italia, a Pompei.<br />

Nel Santuario, fondato nel 1900,<br />

al posto della Cappella risalente al<br />

1885, troneggia una stupenda statua<br />

della Madonna del Rosario, gli<br />

ambienti sono vasti, comodi per poter<br />

accogliere bene i devoti che da tutta<br />

la nazione vi accorrono in<br />

pellegrinaggio.<br />

Ci accoglie il giovane frate<br />

cappuccino Sauro Ceccarelli, Rettore<br />

del Santuario, felice di conoscerci e<br />

pronto ad intraprendere un cammino<br />

di amicizia e di collaborazione.<br />

Ci mostra, immediatamente, il<br />

programma pastorale del santuario<br />

e ci fornisce informazioni preziose:<br />

in Argentina vi sono oltre 60 chiese<br />

dedicate alla Madonna del Rosario<br />

di Pompei!<br />

Ci viene in mente quella parola del<br />

salmista che dice: “... come sono<br />

grandi Signore le tue opere”.<br />

Non ci saremmo mai aspettati di<br />

trovare tutto questo, accompagnato<br />

dall’affetto di tanti nostri<br />

connazionali, che si sono aperti ai<br />

BUENOS AIRES.<br />

Il negozio di articoli<br />

religiosi annesso al<br />

Santuario dedicato alla<br />

Madonna di Pompei.<br />

In basso, un chiostro<br />

del Santuario con una<br />

grande statua della<br />

Vergine del Rosario.<br />

Nella pagina a fianco,<br />

in basso, l’incontro con<br />

il Nunzio Apostolico,<br />

Mons. Adriano<br />

Bernardini.<br />

Nelle altre foto,<br />

testimonianze della<br />

diffusa devozione<br />

alla nostra Madonna<br />

e dell’uso del nome<br />

“Pompeya”.<br />

IL ROSARIO E LA NUOVA POMPEI – 14 –<br />

ANNO <strong>123</strong> - N. 3 - <strong>2007</strong> [110]<br />

» La Madonna di Pompei nel Mondo<br />

ricordi ormai sbiaditi dal tempo, ma<br />

ancora vivi nel cuore. In termini più<br />

personali, l’essere sacerdote di<br />

Pompei è stato quasi un<br />

lasciapassare. La Madonna è amata<br />

da tutti e le sono affezionati in modo<br />

viscerale. Tutto ciò mi ha fatto<br />

riscoprire più piccolo, inadeguato<br />

e indegno di poter vivere con un tale<br />

privilegio.<br />

L’incontro con il Nunzio Apostolico,<br />

Mons. Adriano Bernardini, è stato<br />

molto cordiale. Ci ha ricevuto e<br />

illuminato, con informazioni precise<br />

e dettagliate, sulla grande nazione<br />

argentina, grande e bella, ma non<br />

priva di problemi sociali ed<br />

economici. Anche lui ci ha<br />

confermato che in tutta la nazione<br />

ci sono molte chiese dedicate<br />

alla Madonna di Pompei, la cui<br />

devozione è davvero molto radicata.<br />

Negli ultimi giorni della nostra<br />

visita alle due grandi nazioni latinoamericane,<br />

abbiamo raggiunto,<br />

a circa 600 chilometri dalla capitale,<br />

San Carlos de Bolivar e la sua<br />

infinita pianura, per conoscere e<br />

salutare alcuni miei parenti emigrati.<br />

La gioia di rivedere alcuni volti<br />

conosciuti, ma quella ancor più<br />

grande di scoprire il volto di quelli<br />

mai incontrati, è stata davvero<br />

straordinaria e profondamente<br />

intima. È bello scoprire che<br />

nonostante le distanze i legami<br />

di sangue restano sempre forti:<br />

ho visitato le loro case, ho ascoltato<br />

le loro storie a volte ricostruite da<br />

ricordi fotografici e ho celebrato per<br />

loro e con loro l’Eucaristia.<br />

Quando, ormai, credevamo di aver<br />

concluso la parte ufficiale del<br />

viaggio-pellegrinaggio, la Madonna<br />

ci riservava un’ultima sorpresa. Mio<br />

cugino Rocchelio ci dice che, in un<br />

villaggio poco distante, c’è una<br />

cappella dedicata alla Madonna del<br />

Rosario di Pompei. Ci accompagna.<br />

Arrivati sul posto, chiediamo di<br />

visitarla. Il custode, un simpatico<br />

e anziano signore molto disponibile,<br />

apre la piccola cappella e inizia<br />

a raccontare quando e in che modo<br />

era stata costruita. Con gioia<br />

e commozione apprendo che<br />

due miei zii, Felice Marrese<br />

e Giuseppe Bellomo, titolari di una<br />

ditta edile avevano costruito<br />

quella piccola cappella.<br />

Ancora una volta, al termine di<br />

questo stupendo pellegrinaggio,<br />

sui passi della Vergine Maria,<br />

colei che senza nessuna remora o<br />

incertezza va verso coloro che hanno<br />

più bisogno di aiuto, come un giorno<br />

di circa duemila anni fece con la<br />

cugina Elisabetta, il mio cuore si apre<br />

alla preghiera e alla lode<br />

riconoscendo la grandezza delle<br />

opere di Dio.<br />

■ di ANTONIO MARRESE<br />

IL ROSARIO E LA NUOVA POMPEI – 15 –<br />

ANNO <strong>123</strong> - N. 3 - <strong>2007</strong> [111]


L ’ufficio<br />

di “pastore”, a servizio<br />

dei fratelli, che Gesù gli aveva<br />

affidato secondo il Vangelo di<br />

Giovanni (21, 15-19), di fatto Pietro lo<br />

adempie, secondo la testimonianza del<br />

libro degli “Atti degli Apostoli”.<br />

Il “primo” fra gli Apostoli<br />

Fin dal principio, dopo l’ascensione<br />

di Gesù al cielo, egli prende le redini del<br />

piccolo gruppo degli Undici Apostoli, di<br />

cui si ripropone l’elenco, con sempre Pietro<br />

alla testa (At 1, 13-14).<br />

E il primo gesto che Pietro compie, è<br />

quello di proporre la “elezione” di uno che<br />

prendesse il posto di Giuda, che aveva<br />

tradito, in modo da ricomporre il numero<br />

dei “Dodici”: “Bisogna dunque che tra<br />

coloro che ci furono compagni per tutto<br />

il tempo in cui il Signore Gesù ha vissuto<br />

in mezzo a noi, incominciando dal battesimo<br />

di Giovanni fino al giorno in cui è<br />

stato di tra noi assunto in cielo, uno divenga,<br />

insieme a noi, testimone della risurrezione”(At<br />

1, 21-22).<br />

Sappiamo che ne furono proposti due<br />

che si trovavano in questa condizione, e<br />

fra questi la sorte cadde su Mattia, “che<br />

fu associato agli Undici Apostoli” (At 1,<br />

26). Non era la magia del numero che si<br />

ricercava, ma la capacità di poter rendere<br />

“testimonianza” piena “per tutto il tempo”<br />

in cui Gesù è vissuto in mezzo ai suoi.<br />

Dopo, infatti, il numero “dodici” non avrà<br />

più senso.<br />

Il “cinquantesimo” giorno dopo Pasqua,<br />

quando si celebrava la Pentecoste,<br />

avvenne la misteriosa irruzione dello Spirito<br />

sul gruppo dei Dodici: “Apparvero<br />

loro lingue come di fuoco che si dividevano<br />

e si posarono su ciascuno di loro; ed<br />

essi furono ripieni di Spirito Santo e cominciarono<br />

a parlare in altre lingue, come<br />

lo Spirito dava loro il potere di esprimersi”<br />

(At 2, 3-4).<br />

Davanti alla eccezionalità del fatto,<br />

che in parte rimane misteriosa anche per<br />

UOMINI E DONNE NELLA BIBBIA<br />

San Pietro «capo»<br />

della primitiva chiesa<br />

■ di SETTIMIO CIPRIANI<br />

noi, è ancora Pietro che prende la parola<br />

per spiegare il fatto. E lo spiega facendolo<br />

risalire alla “potenza” del Cristo, che<br />

voi, dice ai Giudei, “avete inchiodato sulla<br />

croce ed avete ucciso”. Orbene, “questo<br />

Gesù Dio l’ha risuscitato e noi tutti ne<br />

siamo testimoni. Innalzato pertanto alla destra<br />

di Dio e dopo aver ricevuto dal Padre<br />

lo Spirito Santo, che egli aveva promesso,<br />

lo ha effuso, come voi stessi potete vedere<br />

e udire” (At 2, 29.32-33).<br />

Pietro guarisce uno storpio<br />

Qualche tempo dopo, troviamo ancora<br />

Pietro, in compagnia di Giovanni, che<br />

va al tempio per pregare. È qui che incontra<br />

un povero storpio, che domandava<br />

l’elemosina a coloro che entravano per<br />

pregare. Pietro, mosso a compassione, si<br />

china sullo storpio e gli dice: “Non possiedo<br />

né oro né argento, ma quello che ho<br />

te lo do: nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno,<br />

cammina! (At 3, 6)”.<br />

Anche qui è ancora Pietro che, alla folla<br />

subito accorsa per il fatto straordinario,<br />

si rivolge dicendo: “Uomini d’Israele, perché<br />

vi meravigliate di questo e continuate<br />

a fissarci come se per nostro potere e<br />

nostra pietà avessimo fatto camminare questo<br />

uomo? (At 3, 12)”.<br />

Quindi prosegue dichiarando che è solo<br />

«nel nome di Gesù che lo storpio è<br />

stato guarito: “Proprio per la fede riposta<br />

in lui, il nome di Gesù ha dato vigore a<br />

quest’uomo che voi vedete e conoscete: la<br />

fede in lui ha dato a quest’uomo la perfetta<br />

guarigione alla presenza di tutti noi”»<br />

(At 3, 16). Perciò li invita tutti alla “conversione”<br />

e alla fede in Gesù di Nazaret.<br />

Pietro e Giovanni in prigione<br />

Sopravvenuti i sacerdoti e i sadducei,<br />

e sentendoli parlare di Gesù risorto dai morti,<br />

li fecero arrestare fino al giorno seguente,<br />

con l’accusa di sobillare la gente.<br />

Anche qui è sempre Pietro che, “pieno<br />

di Spirito Santo”, risponde con corag-<br />

gio: “Capi del popolo e anziani...: nel nome<br />

di Gesù Cristo il Nazareno, che voi<br />

avete crocifisso e che Dio ha risuscitato<br />

dai morti, costui vi sta innanzi sano e salvo...<br />

In nessun altro c’è salvezza; non vi<br />

è infatti altro nome dato agli uomini sotto<br />

il cielo nel quale è stabilito che possiamo<br />

essere salvati” (At 4, 8.10-12).<br />

Davanti a tanta fermezza e anche davanti<br />

alla evidenza del miracolo, li rimandarono<br />

liberi ingiungendo però loro<br />

di “non parlare assolutamente né di insegnare<br />

nel nome di Gesù” (At 4, 18), ottenendo<br />

però il netto rifiuto dei due Apostoli:<br />

“Se sia giusto innanzi a Dio obbedire<br />

a voi più che a lui, giudicatelo voi stessi;<br />

noi non possiamo tacere quello che abbiamo<br />

visto e ascoltato”(At 4, 19-20).<br />

Nel frattempo succede l’episodio di<br />

Anania e Saffira, una coppia di coniugi<br />

che, per apparire generosi, vendettero un<br />

podere, trattenendosi però metà del ricavato,<br />

mentendo sul prezzo effettivo della<br />

vendita. Pietro però si rende conto dell’inganno,<br />

che di fatto viene punito con la<br />

morte dei due coniugi mentitori.<br />

“Bisogna obbedire a Dio<br />

piuttosto che agli uomini”<br />

Intanto la “parola di Dio” si diffondeva<br />

sempre di più, per cui gli Apostoli furono<br />

di nuovo fatti arrestare. Liberati miracolosamente,<br />

si misero ancora una volta<br />

a predicare, ad insaputa del sinedrio.<br />

È a questo punto che vengono ancora<br />

presi in custodia e sottoposti a giudizio.<br />

Ancora per primo Pietro, insieme agli altri<br />

Apostoli, rispose: “Bisogna obbedire a<br />

Dio piuttosto che agli uomini”, attirandosi<br />

la collera di tutto il sinedrio, che voleva<br />

addirittura “condannarli a morte” (At<br />

5, 29.31).<br />

Se nonché interviene un autorevole<br />

membro del sinedrio a salvarli, di nome<br />

Gamaliele, con un discorso molto sensato:<br />

“Non occupatevi di questi uomini e lasciateli<br />

andare. Se infatti questa teoria o<br />

IL ROSARIO E LA NUOVA POMPEI – 16 –<br />

ANNO <strong>123</strong> - N. 3 - <strong>2007</strong> [112]<br />

questa attività è di origine umana, verrà distrutta;<br />

ma se essa viene da Dio, non riuscirete<br />

a sconfiggerli: non vi accada di trovarvi<br />

a combattere contro Dio” (At 5, 38-<br />

39).<br />

Il discorso ebbe un qualche ascolto:<br />

di fatto, pur dopo averli fustigati, li rimandarono<br />

liberi. Ed essi uscirono dal sinedrio<br />

“lieti di essere stati oltraggiati per<br />

amore del nome di Gesù” (At 5, 41).<br />

Pietro in missione fuori di Gerusalemme<br />

Dopo questi episodi Pietro esce un<br />

po’ di scena, mentre incomincia ad emergere<br />

un’altra grande figura: quella di Paolo,<br />

già persecutore dei cristiani ed ora discepolo<br />

infaticabile di Cristo.<br />

Essendosi nel frattempo dilatata<br />

la Chiesa, in tutta la Palestina<br />

ed oltre, ritroviamo Pietro<br />

in visita ad alcune di queste nuove<br />

comunità: forse come missionario<br />

o, anche, come “responsabile”<br />

del buon ordine di tutte le<br />

chiese.<br />

Così, lo ritroviamo prima a<br />

Lidda, dove guarisce anche un<br />

paralitico (At 9, 32-35); quindi a<br />

Giaffa, dove compie un miracolo<br />

ancora più grande, risuscitando<br />

da morte una pia discepola, di nome<br />

Tabità, che “abbondava in opere<br />

buone e faceva molte elemosine”<br />

(At 9, 36-42).<br />

E proprio mentre si intratteneva<br />

a Giaffa annunciando il Vangelo,<br />

capitò un fatto straordinario<br />

che coinvolse Pietro e gli aprì le<br />

vie per la evangelizzazione ai pagani.<br />

Pietro e il centurione Cornelio<br />

Ecco come andarono le cose.<br />

“C’era in Cesarea un uomo<br />

di nome Cornelio, centurione della<br />

coorte Italica, uomo pio e timorato<br />

di Dio con tutta la sua famiglia;<br />

faceva molte elemosine al popolo e pregava<br />

sempre Dio” (At 10, 1-2). In visione<br />

gli apparve un angelo, che lo esortava a<br />

mandare dei servi a Giaffa per invitare<br />

“un certo Simone, detto anche Pietro”, a<br />

casa sua (At 10, 5).<br />

Una analoga visione, proprio nello stesso<br />

tempo, anche più complicata, era apparsa<br />

a Pietro. Per ben tre volte aveva visto<br />

calarsi dal cielo una tovaglia grande,<br />

sostenuta ai quattro lati, contenente “ogni<br />

sorta di quadrupedi e rettili della terra e<br />

uccelli del cielo” (At 10, 12), con l’invito<br />

a mangiarli. Se nonché Pietro si rifiuta inorridito,<br />

perché erano animali “immondi”<br />

per un Giudeo come lui: “No davve-<br />

ro, Signore, poiché io non ho mai mangiato<br />

nulla di profano e di immondo” (At<br />

10, 14).<br />

Al termine di questa strana, e per lui<br />

incomprensibile visione, ecco che bussano<br />

alla sua porta gli inviati di Cornelio<br />

che lo invitano a Cesarea, per incontrare<br />

il loro padrone. E Pietro va, non ancora<br />

consapevole di quello che sarebbe potuto<br />

accadere.<br />

Accolto con tutti gli onori dal centurione<br />

romano, Pietro alla fine domanda:<br />

“Vorrei sapere per quale ragione mi avete<br />

fatto venire?” (At 10, 29).<br />

Il centurione allora gli racconta della<br />

“San Giovanni Evangelista e San Pietro”, particolare, di Albrecht<br />

Dürer, Alte Pinakothek, Monaco.<br />

visione che aveva avuto e di come l’angelo<br />

gli avesse indicato il suo nome: “Ora<br />

dunque tutti noi, al cospetto di Dio, siamo<br />

qui riuniti per ascoltare tutto ciò che<br />

dal Signore ti è stato ordinato” (At 10, 33).<br />

A questo punto Pietro capisce il senso<br />

delle cose che erano accadute, ed è ben<br />

lieto di accogliere i primi pagani nella Chiesa:<br />

“In verità mi sto rendendo conto che<br />

Dio non fa preferenze di persone, ma chi<br />

lo teme e pratica la giustizia, a qualunque<br />

popolo appartenga, è a lui accetto” (At<br />

10, 34-35).<br />

Lo Spirito Santo, che scese abbondantemente<br />

su di loro mentre stava ancora<br />

parlando, pose il suo sigillo sull’operato<br />

di Pietro, che per questo venne addirit-<br />

tura contestato da alcuni cristiani giudaizzanti<br />

al suo ritorno a Gerusalemme (At<br />

11, 1-18).<br />

Pietro di nuovo in prigione<br />

Qui lo troviamo di nuovo attivo fin<br />

verso il 42-43, quando il re Erode Agrippa<br />

I scatenò una feroce persecuzione contro<br />

i cristiani, in cui fu vittima illustre l’Apostolo<br />

Giacomo, fratello di Giovanni.<br />

Ma anche Pietro rischiò di fare la stessa<br />

fine. Arrestato, fu messo in prigione,<br />

ben custodito da “quattro picchetti di quattro<br />

soldati ciascuno, col proposito di farlo<br />

comparire davanti al popolo dopo la<br />

Pasqua” (At 12, 4). Se nonché durante<br />

la notte miracolosamente, per opera<br />

di un angelo, riuscì ad evadere<br />

dalla prigione. Ripresosi dallo<br />

stupore, “si recò alla casa di<br />

Maria, madre di Giovanni detto<br />

Marco, dove si trovava un buon<br />

numero di persone raccolte in preghiera”,<br />

proprio per lui (At 12,<br />

12).<br />

Dopo aver bussato ripetutamente<br />

alla porta, perché si stentava<br />

a credere che fosse Pietro evaso<br />

dalla prigione, finalmente quelle<br />

persone si decisero ad aprire,<br />

rimanendo stupefatte per l’accaduto.<br />

«Egli allora, fatto cenno con<br />

la mano di tacere, narrò come il<br />

Signore lo aveva tratto fuori dal<br />

carcere, e aggiunse: “Riferite questo<br />

a Giacomo e ai fratelli”. Poi<br />

uscì e si incamminò verso un altro<br />

luogo”» (At 12, 17).<br />

Quale sia questo “luogo” non<br />

lo sappiamo e San Luca sembra<br />

che abbia interesse a non rivelarcelo:<br />

la ipotesi più probabile è<br />

che si tratti di Antiochia di Siria,<br />

dove lo ritroveremo in occasione<br />

di un aspro scontro con Paolo<br />

(Gal 2, 11-14).<br />

La sua ultima comparsa l’abbiamo per<br />

la circostanza del così detto “concilio di<br />

Gerusalemme”, in cui si decise che non si<br />

dovesse imporre l’obbligo della circoncisione<br />

per i cristiani che provenivano dal<br />

paganesimo.<br />

È ancora Pietro che fa il discorso decisivo,<br />

là dove afferma: “Noi crediamo che<br />

per la grazia del Signore Gesù siamo salvati<br />

noi e nello stesso modo anche loro (i<br />

pagani)” (At 15, 11).<br />

Dopo questo, di Pietro il Nuovo Testamento<br />

non ci dice più nulla. Solo la<br />

tradizione successiva, a incominciare da<br />

Clemente Romano, ci dice che Pietro è<br />

davvero venuto a Roma, dove è stato ucciso<br />

nella persecuzione neroniana (67-68).<br />

IL ROSARIO E LA NUOVA POMPEI – 17 –<br />

ANNO <strong>123</strong> - N. 3 - <strong>2007</strong> [113]


Maria, questi ragazzi<br />

“Ciao don Giosy, sono E., ho 25 anni<br />

e ti scrivo da una città visitata recentemente<br />

dalla Missione della Madonna del<br />

Rosario di Pompei. Ho assistito al tuo<br />

Concerto. Ci hai inondato di gioia. Ho<br />

capito che siamo tutti chiamati a essere<br />

ALTER CHRISTUS, mentre, soprattutto<br />

noi giovani, siamo ALTER EGO”.<br />

Il tuo E<br />

Amico mio E.,<br />

ho sempre pensato che i miei concerti<br />

non sono miei. La gente e, soprattutto i<br />

giovani, hanno bisogno di scintille di Lui<br />

che mettano fuoco al cuore. E poi credo<br />

che voi ragazzi siete per me il concerto<br />

più grande e più bello che possa esistere<br />

sulla terra.<br />

Se quella sera la Madonna di Pompei<br />

ci ha fatti incontrare nella gioia e ti ha acceso<br />

l’anima, sono davvero felice.<br />

Hai capito bene: siamo chiamati a essere<br />

Lui, a essere Gesù.<br />

Avevo 19 anni e, nella mia ricerca dubbiosa<br />

di fede, mi venne davanti una frase<br />

di S. Paolo, che diceva pressappoco così:<br />

“Tu sei nato per essere conforme all’immagine<br />

di Gesù Cristo”.<br />

Fui sconvolto.<br />

Io chiamato a ripetere in me la personalità<br />

di Gesù e fare quello che Lui ha<br />

fatto!<br />

Non era una mia decisione, ma la<br />

Sua. È Cristo che ci ha ammessi a partecipare<br />

alla sua vita in modo così intimo,<br />

profondo e totale.<br />

Pensa il meraviglioso di ragazzi che<br />

cercano, in modo umile e semplice, di essere<br />

(non di atteggiarsi o scimmiottare…)<br />

il Gesù di sempre nell’oggi.<br />

È il battesimo che permette questa<br />

trasformazione dell’io nell’essere di Gesù.<br />

Forse non lo pensiamo troppo. Ma dovrebbe<br />

diventare… una fissa, quella di tendere<br />

alla trasformazione continua della nostra<br />

persona nella persona di Gesù.<br />

sono i tuoi figli<br />

■ di GIOSY CENTO<br />

I giovani siamo... ALTER EGO!!?<br />

Allora, dal Battesimo, nasce ogni vocazione.<br />

Ma l’importante è: su ogni strada<br />

vivere facendo come Gesù.<br />

Il Santo Padre Benedetto XVI ha espresso<br />

questo in modo meraviglioso per<br />

la Chiesa Italiana a Verona (vedi quanta<br />

sintonia tra te e il Papa: lui ha usato tante<br />

righe, il tuo è per me un SMS!...).<br />

Ecco le sue parole meravigliose, essenziali:<br />

«... questa trasformazione è opera<br />

di Dio e non nostra. Essa giunge a<br />

noi mediante la fede e il Sacramento del<br />

Battesimo, che è realmente morte e risurrezione,<br />

rinascita, trasformazione in una<br />

vita nuova. È ciò che rileva San Paolo<br />

nella lettera ai Galati: ‘Non sono più IO,<br />

ma Cristo vive in me’: È stata cambiata<br />

così la mia identità essenziale e io continuo,<br />

tramite il Battesimo, ad esistere soltanto<br />

in questo cambiamento. Il mio proprio<br />

IO mi viene tolto e viene inserito in<br />

un nuovo soggetto più grande, nel quale<br />

il mio IO c’è di nuovo, ma trasformato,<br />

purificato, aperto mediante l’inserimento<br />

nell’altro, nel quale acquista il suo nuovo<br />

spazio di esistenza...<br />

“IO, ma non più IO”: è questa la formula<br />

dell’esistenza cristiana fondata nel<br />

Battesimo... la formula della novità cristiana<br />

chiamata a trasformare il mondo»<br />

(Verona, 19 ottobre 2006)<br />

E allora, sai, mi sembra di non sentire<br />

più quella contrapposizione della quale<br />

tu mi parli: altro Cristo-alter Ego. Ma,<br />

con il Papa, metterei insieme le tue due<br />

espressioni così: essere Cristo significa essere<br />

un altro IO.<br />

Significa che dobbiamo darci molto da<br />

fare in una intensa vita spirituale di trasformazione<br />

del nostro essere e del nostro<br />

vivere.<br />

Don Giosy Cento<br />

IL ROSARIO E LA NUOVA POMPEI – 18 –<br />

ANNO <strong>123</strong> - N. 3 - <strong>2007</strong> [114]<br />

Semi di pace per<br />

progetti umanitari<br />

Caro don Giosy, sono venuta a conoscenza<br />

del tuo concerto alla Cattedrale<br />

de L’Avana, a Cuba, che è stato un vero<br />

successo. Mi fa piacere, a tale proposito,<br />

dirti che l’Associazione Umanitaria<br />

“SEMI DI PACE” di Tarquinia<br />

(VT), di cui io sono una volontaria, ha<br />

un progetto umanitario proprio a Cuba,<br />

attraverso il quale porta sorrisi a molte<br />

persone. È stato bello, per noi volontari,<br />

sentirci vicini a te e al tuo messaggio<br />

di pace. Per eventuali contatti, ti mando<br />

i nostri riferimenti.<br />

Associazione Umanitaria “Semi di pace”<br />

Alberata D. Alighieri, 29<br />

01016 Tarquinia (VT)<br />

semidipace@libero.it - Tel. 0766-842566<br />

La musica<br />

di un prete<br />

La sua musica è diventata la colonna<br />

sonora dei miei spostamenti in<br />

macchina e, anche quando sono triste,<br />

se ascolto la sua musica, mi<br />

viene voglia di lottare e di pregare.<br />

A volte, non capisco che senso ha la<br />

mia vita, che senso ha il mio soffrire,<br />

e allora penso che questo è il mio<br />

più grande peccato. In fondo dovrei<br />

prendere esempio dalle persone che<br />

si fanno guidare da Dio, senza chiedere<br />

perché.<br />

La ringrazio per il suo amore<br />

verso noi giovani e per le belle melodie.<br />

Maria Rosaria<br />

Vi scrivo dal carcere...<br />

Caro amico Giosy,<br />

oggi sono in carcere e, per la prima volta in questi sette mesi, ho deciso di scrivere<br />

a qualcuno leggendo questa vostra rivista, che vedo e leggo per la prima<br />

volta. Vorrei dirvi tante cose, però se la faccio lunga non la leggerà nessuno.<br />

Perciò vi dico solo che ho 36 anni, sposato, una bimba.<br />

Sono rumeno. Ormai non so se devo ancora sperare nella giustizia o nella legge<br />

di Dio… se veramente esiste un Dio. Anzi vi scriverò solo i reati di cui sono<br />

accusato e poi, magari in seguito, vi racconterò anche la mia storia, cioè quello<br />

che mi è successo.<br />

Vi auguro una vita tranquilla.<br />

Un vostro fratello carcerato<br />

Ti ringrazio, o mio Signore,<br />

per avermi aiutato ed essermi stato vicino<br />

Ciao, caro Don Giosy, sono un lettore, da alcuni anni, della Rivista di Pompei.<br />

Leggo sempre le tue preghiere che vengono pubblicate. Le ritengo importanti e<br />

riempiono di gioia il mio cuore.<br />

Finalmente ho deciso di scriverti. Sono un ragazzo di 26 anni. In questi anni<br />

ho vissuto momenti di intenso dolore interiore per motivi sentimentali e di amicizia.<br />

Stando in solitudine, non riuscivo più ad andare avanti. Era come se avessi<br />

un enorme muro intorno a me. In quel periodo pregavo molto, chiedevo al Signore<br />

di farmi uscire da questa oscurità, di darmi conforto.<br />

Immaginavo di vedere da ogni parte il suo volto e gli chiedevo: “ Perché tutto<br />

questo, Signore?”.<br />

Sentivo che mi diceva che Lui era il mio aiuto, di avere pazienza e tanta buona<br />

volontà.<br />

Infatti, adesso, sono sereno e ... Ti ringrazio, mio Signore, per essermi stato<br />

vicino. Ti chiedo di aiutarmi sempre per ogni difficoltà che si potrebbe presentare<br />

lungo il mio cammino di vita.<br />

Fammi stare sereno, guidami per la via giusta.<br />

Insieme a Te voglio realizzarmi, costruendo una base solida di amore, di lavoro,<br />

di amicizia. Posso chiederTi un po’ di felicità?<br />

Grazie, Signore.<br />

Giuseppe<br />

Amore: ma senza<br />

bruciare le tappe...<br />

Spero ti ricorderai di me. Mi sento<br />

un po’ strano: sto cercando di capire cosa<br />

significa essere cristiano. Se riesco, ti<br />

scrivo una canzone su questa ricerca e te<br />

la mando.<br />

Però la cosa più importante per me, a<br />

17 anni, è farti sapere che oggi sono 9<br />

mesi che sto con la ragazza della mia vita.<br />

È una persona davvero speciale, mi fa<br />

star bene, la Amo sempre (come dice una<br />

tua canzone) e spesso ci diciamo Ti Amo.<br />

Vorrei far sapere a tutto il mondo<br />

quanto la amo, ‘ma ho paura di bruciare<br />

le tappe’. Me lo dirà Lui quando sarà il<br />

momento.<br />

A presto amico.<br />

Giovanni<br />

Pittore<br />

Pittore di stelle e di occhi<br />

Pittore di bimbi e di fiori<br />

Pittore di eterni bagliori<br />

Pittore, mio Dio, mio colore.<br />

Dipingi progetti e tramonti,<br />

inventi e tutto è già nuovo<br />

non stanchi il cuore dell’uomo<br />

perché sai creare ogni istante.<br />

Pittore che accendi il mio grigio<br />

Pittore pennello di luce<br />

Pittore che il cuore mi bruci<br />

Pittore del pane e del vino.<br />

Dipingi: è il tuo grande mestiere<br />

La tela ogni giorno prepari<br />

Per scrivere tutto l’amore<br />

Che abita il cielo e il tuo cuore<br />

Che abita il cielo e il mio cuore.<br />

(Anonimo)<br />

SCRIVETEMI<br />

Desidero corrispondere con i giovani, le<br />

famiglie, i nonni, i sacerdoti, le suore, gli<br />

educatori ecc... per fare la pagina insieme.<br />

DON GIOSY CENTO<br />

Piazza Regina Margherita, 12<br />

01010 Ischia di Castro (VT)<br />

Email: giosycento@libero.it<br />

www.giosycento.it<br />

IL ROSARIO E LA NUOVA POMPEI – 19 –<br />

ANNO <strong>123</strong> - N. 3 - <strong>2007</strong> [115]


Una devozione dal carattere cris stologico<br />

per un cammino comunitario del po<br />

Il Santuario della Madonna del<br />

Rosario di Pompei, per merito del<br />

fondatore, il beato Bartolo Longo,<br />

ha contribuito, più d’ogni altro<br />

centro di devozione mariana,<br />

alla diffusione della pratica dei<br />

“Quindici Sabati del Santo Rosario”,<br />

che ha alimentato la formazione<br />

e la spiritualità di centinaia di<br />

migliaia di fedeli.<br />

La riflessione mariologica<br />

postconciliare e la recente Lettera<br />

Apostolica di Giovanni Paolo II<br />

“Rosarium Virginis Mariae” hanno<br />

suggerito ai responsabili del<br />

Santuario di riformulare, in<br />

continuità con la proposta del<br />

Fondatore, un nuovo sussidio della<br />

pia pratica più attento al contesto<br />

ecclesiale contemporaneo.<br />

Alla luce della spiritualità longhiana<br />

è sembrato opportuno elaborare<br />

un’ipotesi che mettesse, ancor<br />

di più in risalto, la centralità della<br />

Parola di Dio, che approfondisse<br />

la meditazione dei venti misteri<br />

del Rosario, rilanciati da Giovanni<br />

Paolo II, ed accentuasse accanto<br />

alla dimensione personale della<br />

pratica, quella comunitaria.<br />

Impegno fondamentale è quello<br />

di rivivere, per venti sabati<br />

consecutivi, i misteri del Rosario,<br />

preghiera dal “cuore cristologico”,<br />

che nella sobrietà dei suoi elementi<br />

concentra in sé la profondità<br />

dell’intero messaggio evangelico,<br />

di cui è quasi un compendio.<br />

In esso riecheggia la preghiera<br />

di Maria, il suo perenne<br />

“Magnificat” per l’opera<br />

dell’Incarnazione redentrice<br />

iniziata nel suo grembo verginale.<br />

Con esso il popolo cristiano si<br />

mette alla scuola di Maria per<br />

lasciarsi introdurre alla<br />

contemplazione della bellezza<br />

del volto di Cristo e all’esperienza<br />

della profondità del sua amore.<br />

Mediante il Rosario “il credente<br />

attinge abbondanza di grazia,<br />

quasi ricevendola dalle mani<br />

stesse della Madre del Redentore”<br />

(Rosarium Virginis Mariae, 1).<br />

La preghiera del Rosario ha anche<br />

una fisionomia biblica ed<br />

evangelica centrata sul nome<br />

e sul volto di Gesù, fissato nella<br />

contemplazione dei misteri e nel<br />

ripetersi dell’Ave Maria.<br />

Il suo andamento ripetitivo<br />

costituisce una sorta di pedagogia<br />

dell’amore, fatta per accendere<br />

l’animo dell’amore stesso che<br />

Maria nutre verso il figlio suo.<br />

Infatti, la felice intuizione di<br />

Papa Pio XII nel definire il Rosario<br />

“il compendio di tutto il Vangelo”,<br />

ha trovato una opportuna<br />

integrazione nella lettera<br />

apostolica di Giovanni Paolo II.<br />

IL ROSARIO E LA NUOVA POMPEI – 20 –<br />

ANNO <strong>123</strong> - N. 3 - <strong>2007</strong> [116]<br />

opolo di Dio GIÀ CELEBRATI<br />

Perché il Rosario possa dirsi un<br />

vero compendio del Vangelo è<br />

necessario meditare oltre che sui<br />

misteri dell’Incarnazione e della<br />

vita nascosta di Cristo (misteri<br />

della gioia), sulle sofferenze della<br />

passione (misteri del dolore), sul<br />

trionfo della Risurrezione (misteri<br />

della gloria) e su alcuni eventi<br />

particolarmente significativi della<br />

vita pubblica (misteri della luce).<br />

Nel nostro Santuario la devozione<br />

dei “XX Sabati”, tradizionalmente,<br />

viene premessa alle due grandi<br />

giornate dell’otto maggio e della<br />

prima domenica di ottobre, quando<br />

a mezzogiorno si recita la Supplica<br />

alla Vergine del Rosario di Pompei.<br />

Le celebrazioni proposte possono<br />

essere utilizzate anche nella vita<br />

pastorale delle comunità cristiane,<br />

delle associazioni e dei movimenti<br />

ecclesiali o anche nei diversi tempi<br />

dell’anno liturgico.<br />

L’esperienza vissuta in questi<br />

anni ha valorizzato, accanto<br />

a quella personale, la forma<br />

di partecipazione comunitaria.<br />

Infatti, sono tantissime le comunità<br />

parrocchiali che, “a gara”,<br />

si prenotano presso il Rettorato<br />

per partecipare e guidare questa<br />

preghiera, come si può evincere<br />

anche dal calendario dei prossimi<br />

impegni.<br />

La celebrazione, che prevede<br />

la centralità della Parola,<br />

accompagnata da preghiere e<br />

riflessioni del beato Bartolo Longo,<br />

di scrittori cristiani e di documenti<br />

del magistero ecclesiale, offre una<br />

feconda opportunità spirituale<br />

per il cammino personale e<br />

comunitario del Popolo di Dio,<br />

nel contesto più ampio della nuova<br />

evangelizzazione.<br />

L’impegno del Santuario di Pompei<br />

è camminare fedelmente con<br />

l’insegnamento della Chiesa<br />

ed essere sempre più “centro<br />

internazionale di spiritualità<br />

del Rosario”.<br />

■ di FRANCESCO PAOLO SOPRANO<br />

Calendario dei Venti Sabati del Santo Rosario<br />

IN PREPARAZIONE ALLE SUPPLICA DI MAGGIO <strong>2007</strong><br />

I SABATO (23\12\2006)<br />

1° MISTERO DELLA GIOIA (Annunciazione a<br />

Maria)<br />

II SABATO (30\12\2006)<br />

2° MISTERO DELLA GIOIA (Visita di Maria ad<br />

Elisabetta)<br />

Parrocchia “Sant’Antonio di Padova” - Castellammare<br />

di Stabia (NA)<br />

III SABATO (6\01\<strong>2007</strong>)<br />

3° MISTERO DELLA GIOIA (Gesù nasce a<br />

Betlemme)<br />

IV SABATO (13\01\<strong>2007</strong>)<br />

4° MISTERO DELLA GIOIA (Gesù è offerto al<br />

Padre nel Tempio)<br />

Parrocchia “Maria SS.ma del Carmine” -<br />

Battipaglia (SA)<br />

V SABATO (20\01\<strong>2007</strong>)<br />

5° MISTERO DELLA GIOIA (Gesù insegna ai<br />

dottori nel Tempio)<br />

Parrocchia “SS. Trinità” - Torre Annunziata<br />

(NA)<br />

VI SABATO (27\01\<strong>2007</strong>)<br />

1° MISTERO DELLA LUCE (Gesù è battezzato<br />

nel Giordano)<br />

DA CELEBRARE<br />

Parrocchia “Santa Maria la Carità” - Santa<br />

Maria la Carità (NA)<br />

VII SABATO (3\02\<strong>2007</strong>)<br />

2° Mistero della Luce (Gesù cambia l’acqua<br />

in vino alle Nozze di Cana)<br />

Parrocchia “Santa Lucia a Mare” - Napoli<br />

VIII SABATO (10\02\<strong>2007</strong>)<br />

3° MISTERO DELLA LUCE (Gesù annuncia il<br />

Regno di Dio e perdona i peccati)<br />

Parrocchia “San Pasquale Baylon” - Villaricca<br />

(NA)<br />

IX SABATO (17\02\<strong>2007</strong>)<br />

4° MISTERO DELLA LUCE (Gesù è trasfigurato<br />

sul Monte Tabor)<br />

Parrocchia “SS.ma Annunziata” - Caivano<br />

(NA)<br />

X SABATO (24\02\<strong>2007</strong>)<br />

5° MISTERO DELLA LUCE (Gesù dona il suo<br />

Corpo e il suo Sangue nell’Eucaristia)<br />

Parrocchia “San Ferdinando Re” - San<br />

Leucio (CE)<br />

XI SABATO (3\03\<strong>2007</strong>)<br />

1° MISTERO DEL DOLORE (Gesù agonizza<br />

nel Getsemani)<br />

Parrocchia “Sant’Audeno” - Aversa (CE)<br />

XII Sabato (10\03\<strong>2007</strong>)<br />

2° MISTERO DEL DOLORE (Gesù è flagellato)<br />

Parrocchia “Santa Maria Assunta” - Villa Literno (CE)<br />

XIII SABATO (17\03\<strong>2007</strong>)<br />

3° MISTERO DEL DOLORE (Gesù è coronato di spine)<br />

Parrocchia “Santa Croce” - Ogliastro Cilento (SA)<br />

XIV SABATO (24\03\<strong>2007</strong>)<br />

4° MISTERO DEL DOLORE (Gesù porta la Croce)<br />

Parrocchia “San Giovanni Battista” - Eredita (SA)<br />

XV SABATO (31\03\<strong>2007</strong>)<br />

5° MISTERO DEL DOLORE (Gesù muore in Croce)<br />

Parrocchia “Maria SS.ma del Buon Consiglio” - Portici (NA)<br />

XVI SABATO (07\04\<strong>2007</strong>) - Sabato Santo<br />

1° MISTERO DELLA GLORIA (Gesù risorge dal Sepolcro)<br />

XVII SABATO (14\04\<strong>2007</strong>)<br />

2° MISTERO DELLA GLORIA (Gesù ascende al Cielo)<br />

Parrocchia “San Michele Arcangelo” - Pimonte (NA)<br />

XVIII SABATO (21\04\<strong>2007</strong>)<br />

3° MISTERO DELLA GLORIA (Gesù invia lo Spirito Santo)<br />

Parrocchia “Santa Maria delle Grazie” - Cercola (NA<br />

XIX SABATO (28\04\<strong>2007</strong>)<br />

4° MISTERO DELLA GLORIA (Maria è assunta in Cielo)<br />

Parrocchia “Santa Maria Assunta” - Frosinone<br />

XX SABATO (05\05\<strong>2007</strong>)<br />

5° MISTERO DELLA GLORIA (Maria è incoronata Regina)<br />

Parrocchia “SS.ma Annunziata” - Marano di Napoli (NA)<br />

IL ROSARIO E LA NUOVA POMPEI – 21 –<br />

ANNO <strong>123</strong> - N. 3 - <strong>2007</strong> [117]


NELLA FESTA DELLA “CANDELORA” SI RINNOVA IL DONO D’AMORE DEI CONSACRATI<br />

Generosi testimoni della luce<br />

e della verità di Gesù Cristo<br />

Ètradizione per la Chiesa di Pompei<br />

celebrare con solennità, ogni<br />

anno, la festa della “Candelora” alla<br />

presenza di numerosi religiosi delle<br />

comunità presenti sul territorio della Prelatura<br />

e di tante altre dalle città limitrofe.<br />

La memoria della presentazione che<br />

Maria e Giuseppe fecero di Gesù al Tempio<br />

“per offrirlo al Signore” (Lc 2, 22-<br />

40), è, infatti, il contesto liturgico più opportuno<br />

per celebrare la Giornata della<br />

Vita Consacrata, istituita undici anni fa<br />

da Giovanni Paolo II. La Presentazione<br />

di Gesù al Tempio costituisce un’eloquente<br />

icona della totale dedizione<br />

della propria vita di quanti sono chiamati<br />

a riprodurre nella Chiesa e nel mondo,<br />

mediante i consigli evangelici, i tratti<br />

caratteristici di Gesù vergine, povero<br />

ed obbediente (Vita Consecrata, 1).<br />

Il messaggio: “La vostra offerta è un<br />

dono prezioso che Dio gradisce”, redatto,<br />

come ogni anno, dalla Commissione<br />

Episcopale Nazionale per il Clero<br />

e la Vita Consacrata, ha stimolato<br />

e sostenuto la riflessione dei consacrati<br />

aiutandoli a riflettere sul loro dono d’amore.<br />

Davanti al popolo di Dio, dopo l’omelia<br />

del Vescovo, Mons. Carlo Liberati,<br />

alcuni religiosi, a nome dei presenti,<br />

hanno ringraziato il Signore per il<br />

dono della vocazione e si sono impegnati<br />

a proseguire con fedeltà e coerente<br />

testimonianza evangelica nella sequela<br />

di Cristo, obbediente, povero e casto.<br />

Nell’Oriente bizantino, l’antica festa<br />

del 2 febbraio (che si svolgeva già<br />

a Gerusalemme dal IV sec.), era defi-<br />

nita “Festa dell’incontro”, dal greco Hypapante,<br />

ossia l’Incontro del Salvatore<br />

con coloro che era venuto a salvare.<br />

Con Giustiniano, nel 534 a Costantinopoli,<br />

diventò una celebrazione obbligatoria,<br />

mentre con Papa Sergio I, in<br />

Occidente, tale festa, che ha avuto sempre<br />

un carattere popolare, sostituiva i<br />

cortei pagani con una processione e<br />

con la benedizione delle candele portate<br />

accese in onore di Cristo “luce delle<br />

genti”, da cui la denominazione di Candelora<br />

che risale al secolo X. Fino al<br />

1969 questa festa era conosciuta come<br />

“purificazione della Beata Vergine Maria”<br />

e chiudeva il ciclo natalizio, dopo<br />

quaranta giorni.<br />

A Roma, Benedetto XVI, salutando<br />

i religiosi e le religiose presenti in<br />

San Pietro per la celebrazione, li ha invitati<br />

a non scoraggiarsi di fronte alle<br />

difficoltà di ogni giorno: “Non dimenticate<br />

mai, ha ricordato, che la vita consacrata<br />

è dono di Dio. La certezza che<br />

Dio ci conduce nonostante le nostre<br />

debolezze vi sia sempre di conforto...<br />

Cristo ci sostiene sempre e non ci abbandona”.<br />

E prima di impartire la benedizione<br />

apostolica, ha ancora ricordato<br />

come la processione con i ceri,<br />

che aveva aperto la liturgia, “sta a significare<br />

Cristo che illumina la storia”.<br />

“Anche voi - ha concluso il Papa - ardete<br />

di questa fiamma. Voi testimoniate<br />

il fascino della verità di Cristo. Siate<br />

pronti a testimoniare che Dio è amore”.<br />

■ di MARIA NEVE CUOMO<br />

IL ROSARIO E LA NUOVA POMPEI – 22 –<br />

ANNO <strong>123</strong> - N. 3 - <strong>2007</strong> [118]<br />

“Volgeranno lo sguardo<br />

a Colui che hanno trafitto”<br />

(Gv 19, 37)<br />

Messaggio di Sua Santità Benedetto XVI<br />

per la Quaresima <strong>2007</strong><br />

IL ROSARIO E LA NUOVA POMPEI – 23 –<br />

ANNO <strong>123</strong> - N. 3 - <strong>2007</strong> [119]


“Crocifissione” di Lucas Cranach. Alte Pinakothek, Monaco. Nella pagina precedente:<br />

“Cristo di San Giovanni della Croce” di Salvador Dalí. Art Gallery, Glasgow.<br />

Cari fratelli e sorelle!<br />

“Volgeranno lo sguardo a Colui che<br />

hanno trafitto” (Gv 19, 37). È questo<br />

il tema biblico che quest’anno guida<br />

la nostra riflessione quaresimale.<br />

La Quaresima è tempo propizio<br />

per imparare a sostare con Maria<br />

e Giovanni, il discepolo prediletto,<br />

accanto a Colui che sulla Croce<br />

consuma per l’intera umanità il<br />

sacrificio della sua vita (cfr Gv 19, 25).<br />

Con più viva partecipazione<br />

volgiamo pertanto il nostro sguardo,<br />

in questo tempo di penitenza e di<br />

preghiera, a Cristo crocifisso che,<br />

morendo sul Calvario, ci ha rivelato<br />

pienamente l’amore di Dio. Sul tema<br />

dell’amore mi sono soffermato<br />

nell’Enciclica Deus caritas est,<br />

mettendo in rilievo le sue due forme<br />

fondamentali: l’agape e l’eros.<br />

L’amore di Dio: agape ed eros<br />

Il termine agape, molte volte<br />

presente nel Nuovo Testamento,<br />

indica l’amore oblativo di chi ricerca<br />

esclusivamente il bene dell’altro;<br />

la parola eros denota invece l’amore<br />

di chi desidera possedere ciò che gli<br />

manca ed anela all’unione con l’amato.<br />

L’amore di cui Dio ci circonda è<br />

senz’altro agape. In effetti, può<br />

l’uomo dare a Dio qualcosa di buono<br />

che Egli già non possegga? Tutto ciò<br />

che l’umana creatura è ed ha è dono<br />

divino: è dunque la creatura ad aver<br />

bisogno di Dio in tutto. Ma l’amore<br />

di Dio è anche eros. Nell’Antico<br />

Testamento il Creatore dell’universo<br />

mostra verso il popolo che si è scelto<br />

una predilezione che trascende ogni<br />

umana motivazione. Il profeta Osea<br />

esprime questa passione divina con<br />

immagini audaci come quella<br />

dell’amore di un uomo per una donna<br />

adultera (cfr 3, 1-3); Ezechiele, per<br />

parte sua, parlando del rapporto di<br />

Dio con il popolo di Israele, non teme<br />

di utilizzare un linguaggio ardente<br />

e appassionato (cfr 16,1-22). Questi<br />

testi biblici indicano che l’eros<br />

fa parte del cuore stesso di Dio:<br />

l’Onnipotente attende il “sì” delle sue<br />

creature come un giovane sposo<br />

quello della sua sposa. Purtroppo fin<br />

dalle sue origini l’umanità, sedotta<br />

dalle menzogne del Maligno, si è<br />

chiusa all’amore di Dio, nell’illusione<br />

di una impossibile autosufficienza<br />

(cfr Gn 3, 1-7). Ripiegandosi su se<br />

stesso, Adamo si è allontanato da<br />

quella fonte della vita che è Dio<br />

stesso, ed è diventato il primo di<br />

“quelli che per timore della morte<br />

erano tenuti in schiavitù per tutta la<br />

vita” (Eb 2, 15). Dio, però, non si è<br />

dato per vinto, anzi il “no” dell’uomo<br />

è stato come la spinta decisiva che<br />

l’ha indotto a manifestare il suo<br />

amore in tutta la sua forza redentrice.<br />

La Croce rivela la pienezza<br />

dell’amore di Dio<br />

È nel mistero della Croce che si<br />

rivela appieno la potenza<br />

incontenibile della misericordia<br />

del Padre celeste. Per riconquistare<br />

l’amore della sua creatura,<br />

Egli ha accettato di pagare un prezzo<br />

altissimo: il sangue del suo Unigenito<br />

Figlio. La morte, che per il primo<br />

Adamo era segno estremo di<br />

solitudine e di impotenza, si è così<br />

trasformata nel supremo atto d’amore<br />

e di libertà del nuovo Adamo.<br />

Ben si può allora affermare,<br />

IL ROSARIO E LA NUOVA POMPEI – 24 –<br />

ANNO <strong>123</strong> - N. 3 - <strong>2007</strong> [120]<br />

con san Massimo il Confessore,<br />

che Cristo “morì, se così si può dire,<br />

divinamente, poiché morì liberamente”<br />

(Ambigua, 91, 1956). Nella Croce si<br />

manifesta l’eros di Dio per noi. Eros<br />

è infatti - come si esprime lo Pseudo<br />

Dionigi - quella forza “che non<br />

permette all’amante di rimanere in se<br />

stesso, ma lo spinge a unirsi all’amato”<br />

(De divinis nominibus, IV, 13: PG 3,<br />

712). Quale più “folle eros”<br />

(N. CABASILAS, Vita in Cristo, 648)<br />

di quello che ha portato il Figlio di<br />

Dio ad unirsi a noi fino al punto di<br />

soffrire come proprie le conseguenze<br />

dei nostri delitti?<br />

“Colui che hanno trafitto”<br />

Cari fratelli e sorelle, guardiamo a<br />

Cristo trafitto in Croce! È Lui la<br />

“Battesimo di Cristo” (polittico di Sant’Agostino), del Perugino. Galleria Nazionale, Perugia.<br />

rivelazione più sconvolgente<br />

dell’amore di Dio, un amore in cui<br />

eros e agape, lungi dal contrapporsi,<br />

si illuminano a vicenda. Sulla Croce<br />

è Dio stesso che mendica l’amore<br />

della sua creatura: Egli ha sete<br />

dell’amore di ognuno di noi.<br />

L’apostolo Tommaso riconobbe Gesù<br />

come “Signore e Dio” quando mise<br />

la mano nella ferita del suo costato.<br />

Non sorprende che, tra i santi, molti<br />

abbiano trovato nel Cuore di Gesù<br />

l’espressione più commovente di<br />

questo mistero di amore. Si potrebbe<br />

addirittura dire che la rivelazione<br />

dell’eros di Dio verso l’uomo è,<br />

in realtà, l’espressione suprema della<br />

sua agape. In verità, solo l’amore<br />

in cui si uniscono il dono gratuito<br />

di sé e il desiderio appassionato<br />

di reciprocità infonde un’ebbrezza<br />

che rende leggeri i sacrifici più<br />

pesanti. Gesù ha detto: “Quando sarò<br />

innalzato da terra, attirerò tutti a me”<br />

(Gv 12, 32). La risposta che il<br />

Signore ardentemente desidera da noi<br />

è innanzitutto che noi accogliamo<br />

il suo amore e ci lasciamo attrarre<br />

da Lui. Accettare il suo amore, però,<br />

non basta. Occorre corrispondere<br />

a tale amore ed impegnarsi poi<br />

a comunicarlo agli altri: Cristo<br />

“mi attira a sé” per unirsi a me,<br />

perché impari ad amare i fratelli<br />

con il suo stesso amore.<br />

Sangue ed acqua<br />

“Volgeranno lo sguardo a Colui che<br />

hanno trafitto”. Guardiamo con<br />

fiducia al costato trafitto di Gesù,<br />

IL ROSARIO E LA NUOVA POMPEI – 25 –<br />

ANNO <strong>123</strong> - N. 3 - <strong>2007</strong> [121]


da cui sgorgarono “sangue e acqua”<br />

(Gv 19,34)! I Padri della Chiesa<br />

hanno considerato questi elementi<br />

come simboli dei sacramenti del<br />

Battesimo e dell’Eucaristia.<br />

Con l’acqua del Battesimo, grazie<br />

all’azione dello Spirito Santo,<br />

si dischiude a noi l’intimità<br />

dell’amore trinitario. Nel cammino<br />

quaresimale, memori del nostro<br />

Battesimo, siamo esortati ad uscire<br />

da noi stessi per aprirci, in un<br />

confidente abbandono, all’abbraccio<br />

misericordioso del Padre (cfr<br />

S. Giovanni Crisostomo, Catechesi,<br />

3,14 ss.). Il sangue, simbolo<br />

dell’amore del Buon Pastore, fluisce<br />

in noi specialmente nel mistero<br />

eucaristico: “L’Eucaristia ci attira<br />

“I pellegrini di Emmaus”, di Mathieu Le Nain. Museo del Louvre, Parigi.<br />

nell’atto oblativo di Gesù... veniamo<br />

coinvolti nella dinamica della sua<br />

donazione” (Enc. Deus caritas est,<br />

13). Viviamo allora la Quaresima<br />

come un tempo ‘eucaristico’, nel<br />

quale, accogliendo l’amore di Gesù,<br />

impariamo a diffonderlo attorno a<br />

noi con ogni gesto e parola.<br />

Contemplare “Colui che hanno<br />

trafitto” ci spingerà in tal modo ad<br />

aprire il cuore agli altri riconoscendo<br />

le ferite inferte alla dignità<br />

dell’essere umano; ci spingerà, in<br />

particolare, a combattere ogni forma<br />

di disprezzo della vita e di<br />

sfruttamento della persona e ad<br />

alleviare i drammi della solitudine e<br />

dell’abbandono di tante persone.<br />

La Quaresima sia per ogni cristiano<br />

una rinnovata esperienza dell’amore<br />

di Dio donatoci in Cristo, amore che<br />

ogni giorno dobbiamo a nostra volta<br />

“ridonare” al prossimo, soprattutto a<br />

chi più soffre ed è nel bisogno. Solo<br />

così potremo partecipare pienamente<br />

alla gioia della Pasqua. Maria, la<br />

Madre del Bell’Amore, ci guidi in<br />

questo itinerario quaresimale,<br />

cammino di autentica conversione<br />

all’amore di Cristo. A voi, cari<br />

fratelli e sorelle, auguro un proficuo<br />

itinerario quaresimale, mentre con<br />

affetto a tutti invio una speciale<br />

Benedizione Apostolica.<br />

Dal Vaticano, 21 novembre 2006<br />

IL ROSARIO E LA NUOVA POMPEI – 26 –<br />

ANNO <strong>123</strong> - N. 3 - <strong>2007</strong> [122]<br />

IL MESSAGGIO DEL CONSIGLIO EPISCOPALE PERMANENTE PER LA XXIX GIORNATA PER LA VITA<br />

Amare e desiderare la vita:<br />

l’impegno del nostro Santuario<br />

“Amare e desiderare la vita”: è<br />

questo il tema della 29 a Giornata<br />

per la vita celebrata dalla<br />

Chiesa italiana lo scorso 4 febbraio.<br />

Nel messaggio del Consiglio Permanente<br />

della Conferenza Episcopale Italiana,<br />

viene affermato che la vita è il<br />

primo e più prezioso bene per ogni essere<br />

umano sul quale nessuno può mettere<br />

le mani e dunque va amata<br />

con coraggio e anche desiderata.<br />

Chi ama la vita si interroga<br />

sul suo significato e<br />

quindi anche sul senso della<br />

morte e di come affrontarla,<br />

sapendo però che il diritto alla<br />

vita non gli dà il diritto a<br />

decidere come e quando mettervi<br />

fine e non cade nel diabolico<br />

inganno di pensare di<br />

poter disporre della vita fino a<br />

chiedere che si possa legittimarne<br />

l’interruzione con l’eutanasia,<br />

magari mascherandola<br />

con un velo di umana pietà.<br />

Nei momenti estremi della sofferenza<br />

si ha il diritto di avere<br />

la solidale vicinanza di quanti<br />

amano davvero la vita e se ne<br />

prendono cura, non di chi pensa<br />

di servire le persone procurando<br />

loro la morte.<br />

Nel loro messaggio i Vescovi<br />

italiani pongono l’attenzione<br />

anche su altri problemi,<br />

quali la selezione eugenetica,<br />

la sperimentazione sugli<br />

embrioni e la fecondazione artificiale,<br />

affermando che nessuna vita umana,<br />

fosse anche alla sua prima scintilla,<br />

può essere ritenuta di minor valore<br />

o disponibile per la ricerca scientifica.<br />

Il desiderio di un figlio non dà diritto<br />

ad averlo ad ogni costo.<br />

L’invito ad amare e desiderare la<br />

vita è rivolto in modo speciale ai giovani,<br />

i quali possono talora sprofondare<br />

in drammatiche crisi di disamore e di<br />

non senso fino al punto di mettere a repentaglio<br />

la loro vita, o di ritenerla un<br />

peso insopportabile, preferendole l’eb-<br />

brezza di giochi mortali, come le droghe<br />

o le corse del sabato sera. La Chiesa<br />

di Pompei, in continuità con l’opera<br />

del beato Bartolo Longo, viene incontro<br />

a queste nuove povertà di oggi: ne<br />

è prova la realizzazione di una sede<br />

della Comunità “Incontro” di Don Pierino<br />

Gelmini, finalizzata al recupero<br />

dei tossicodipendenti e degli psicolabi-<br />

li, dove tanti giovani ritrovano la speranza<br />

e l’amore alla vita guardando al<br />

futuro con fiducia.<br />

L’attenzione per i giovani è testimoniata<br />

anche da altre opere caritative<br />

della Chiesa di Pompei: un Centro Polifunzionale<br />

Diurno che, grazie alla<br />

dedizione dei Fratelli delle Scuole Cristiane,<br />

accoglie più di cento ragazzi<br />

provenienti da famiglie con gravi problemi<br />

sociali, ragazzi che sono ben integrati<br />

nelle classi del Polo Scolastico<br />

della Chiesa di Pompei; il Centro “Cre-<br />

scere Insieme” che, grazie alla premura<br />

delle Suore Domenicane Figlie del<br />

Santo Rosario di Pompei, accoglie preadolescenti<br />

e adolescenti in regime di<br />

semiconvitto; il Centro di Ascolto “Myriam”,<br />

aperto all’orientamento e all’accompagnamento<br />

di persone afflitte da<br />

varie emergenze sociali.<br />

Tra le opere caritative della Chiesa<br />

di Pompei a difesa della vita<br />

va ricordata l’esistenza di una<br />

sede del Movimento per la<br />

vita e del Centro di Aiuto alla<br />

Vita, dove, grazie all’apporto<br />

generoso e alla competenza<br />

dei volontari, si aiutano donne<br />

in difficoltà che decidono di<br />

non abortire, sicure di poter<br />

contare su un’assistenza che va<br />

dal momento della nascita fino<br />

ai primi anni di vita del loro<br />

bambino (dall’ottobre 2003 sono<br />

nati 22 bambini, sono stati<br />

aiutati 28 mamme e 33 neonati);<br />

la “Casa Emanuel” per l’accoglienza<br />

di gestanti, ragazzemadri<br />

e bambini in difficoltà,<br />

presso la quale, negli ultimi<br />

tre anni, sono nati 4 bambini,<br />

sono stati accolti 20 figli<br />

di mamme in difficoltà (di cui<br />

4 dati in affido) e 20 mamme,<br />

di cui 6 ragazze madri (nella<br />

foto, alcune ospiti con i loro<br />

bambini); la comunità di tipo<br />

familiare “Giardino del sorriso”<br />

per l’accoglienza residenziale<br />

di bambini da 0 a 10 anni.<br />

La XXIX Giornata per la Vita è stata<br />

anche l’occasione per invocare la protezione<br />

della Vergine, con la preghiera<br />

del Rosario animata dal Centro di Aiuto<br />

alla Vita, nella basilica gremita di fedeli,<br />

su tutte queste opere caritative che<br />

testimoniano come la Chiesa di Pompei<br />

accoglie la vita, a partire dal concepimento<br />

fino al suo tramonto, come un<br />

dono da custodire e fare crescere.<br />

Amare e desiderare la vita è l’impegno<br />

primario della nostra Chiesa.<br />

■ di GENNARO GARGIULO<br />

IL ROSARIO E LA NUOVA POMPEI – 27 –<br />

ANNO <strong>123</strong> - N. 3 - <strong>2007</strong> [<strong>123</strong>]


POMPEI RICORDA BARTOLO LONGO<br />

Festainsieme<br />

per il Beato<br />

e la famiglia<br />

Per il terzo anno consecutivo il Santuario<br />

di Pompei e l’Associazione<br />

“Amici di Bartolo Longo” hanno<br />

organizzato “Festainsieme con il beato<br />

Bartolo Longo” per celebrare l’anniversario<br />

della nascita del Fondatore della città<br />

mariana (Latiano, 10 febbraio 1841).<br />

Alla manifestazione è intervenuto il Vescovo<br />

di Pompei, Mons. Carlo Liberati,<br />

che nel salutare gli artisti ed i partecipanti<br />

ha ricordato loro che la preghiera e la<br />

carità sono le due dimensioni portanti della<br />

particolare missione della Chiesa di<br />

Pompei nel mondo. Erano presenti anche<br />

il Vicario Generale, Mons. Pasquale Mocerino<br />

e l’Assessore alla Cultura della Città<br />

di Pompei, Dott. Antonio Ebreo.<br />

La serata in onore del Beato, svoltasi<br />

al Teatro “Di Costanzo-Mattiello” di<br />

Pompei, è scivolata via, con visibile gradimento<br />

dei partecipanti, tra brani musicali<br />

e canti, così come piaceva a don<br />

Bartolo. Il Soprano Rosa Florentino, accompagnata,<br />

al pianoforte, dal M° Lorenzo<br />

Raucci e, al violino, dal M° Gaetano<br />

Ambrosino, ha eseguito un concerto<br />

molto apprezzato, con brani tratti da<br />

musical, operette e canzoni napoletane,<br />

risalenti al tempo di Bartolo Longo.<br />

La serata è iniziata, come è ormai<br />

piacevole tradizione, con l’esecuzione<br />

della “Serenata a Bartolo Longo”, composta<br />

da Mons. Baldassarre Cuomo e musicata<br />

dal M° Giuseppe De Honestis. Molto<br />

gradita e applaudita è stata la proposta<br />

canora dei bambini del “Coro della Città<br />

di Pompei” diretto dalle sorelle Anna e<br />

Olga Vaiano e dal M° Giovanni Villano,<br />

che hanno eseguito celebri melodie napoletane.<br />

Nel corso della manifestazione Anna<br />

Limodio, Maria Grazia Sorrentino, Maria<br />

■ di VINCENZO LAUS<br />

Elena e Raffaella Laus hanno declamato<br />

brani tratti dagli scritti del Beato inerenti<br />

il valore e l’importanza della famiglia.<br />

Insieme alla commemorazione del 166°<br />

anniversario della nascita di Bartolo Longo,<br />

era questo il secondo obiettivo della<br />

festa: offrire una testimonianza di fiducia<br />

e di speranza per il ruolo che la famiglia<br />

Il soprano Rosa Florentino, con il Vescovo di Pompei, Mons. Carlo Liberati, ha eseguito un concerto<br />

accompagnata dal M° Gaetano Ambrosino, al centro, e dal M° Lorenzo Raucci, a destra.<br />

può svolgere nel mondo, come ha ricordato<br />

Mons. Raffaele Matrone, Vice Postulatore<br />

della causa di canonizzazione<br />

del Beato e Presidente dell’Associazione<br />

“Amici di Bartolo Longo”.<br />

Bartolo Longo - come tramanda il biografo<br />

Pier Marino Frasconi che lo ha conosciuto<br />

personalmente - soleva dire che<br />

anziché festeggiare la data di nascita era<br />

da festeggiare quella del battesimo, che<br />

nel caso del Beato fu celebrato il 13 febbraio<br />

1841. «Eccellenti i genitori, - scrive<br />

il Frasconi - caratteristica di quella casa...<br />

una tenera speciale devozione alla<br />

Madonna, da Bartolo succhiata, si può dire,<br />

con il latte materno e che fu il primo<br />

IL ROSARIO E LA NUOVA POMPEI – 28 –<br />

ANNO <strong>123</strong> - N. 3 - <strong>2007</strong> [124]<br />

alimento sostanziale della sua anima... devozione<br />

che dovette fargli da arcano richiamo<br />

per il suo ritorno alla fede, negli<br />

smarrimenti tempestosi della giovinezza».<br />

Una mamma, un padre salvano il figlio<br />

con l’esempio e la preghiera. Così fu<br />

per Bartolo Longo che, perso nell’illu-<br />

sione del male, porterà sempre in sé il germe,<br />

il richiamo per il ritorno alla fede.<br />

Questo ideale di famiglia, scuola di<br />

amore e di umanità, spingerà don Bartolo<br />

a dare una famiglia a chi non aveva<br />

avuto la fortuna di averla. Nasceranno<br />

sotto questo auspicio le sue opere di carità,<br />

nelle quali la parola amore non signi-<br />

ficherà mai elemosina: « ... no, la carità<br />

vuol dire amore perfetto, amore divino,<br />

amore che parte da Dio, involge la creatura<br />

e ritorna al suo principio». Questo<br />

«amore, puro, disinteressato, misericordioso,<br />

divino» finisce per conquistare il<br />

fanciullo e toglierlo dalle vie della perdizione.<br />

In un articolo del 1909, pubblicato su<br />

«Il Rosario e la Nuova Pompei», Bartolo<br />

Longo individuava i «profondi mali»<br />

dell’uomo moderno ed osservava: « ... oggi<br />

vi sono culle intorno alle quali più non<br />

si prega, vi sono talami sui quali più non<br />

si spiegano le ali di un angelo, né si disegna<br />

il sorriso di una Madonna... vi sono<br />

sposi che non invocano più la Grazia di<br />

Dio sulla famiglia... Gli effetti spaventevoli<br />

di questa indifferenza religiosa nella<br />

vita domestica noi li conosciamo: quando<br />

Dio si allontana, si ritirano pure i suoi<br />

Angioli e andando via gli Angeli vanno<br />

via tutti gli antichi e gloriosi ideali della<br />

famiglia cristiana, cioè l’affetto, la fedeltà,<br />

l’onore, il rispetto reciproco, la pace».<br />

Alla festa di don Bartolo e della famiglia,<br />

non poteva, ovviamente, mancare il<br />

I bambini del “Coro Città di Pompei”, hanno eseguito, con visibile gradimento dei partecipanti alla manifestazione, celebri melodie napoletane.<br />

In alto, la sala del Teatro Di Costanzo-Mattiello”, quasi al completo per la terza edizione di “Festainsieme” in onore del Fondatore di Pompei.<br />

ricordo della consorte: Donna Marianna<br />

Farnararo ved. De Fusco. Nasceva con<br />

loro la nuova Città di Pompei, attorno al<br />

Santuario che custodisce il Trono della<br />

Vergine del Rosario, cui guarda la famiglia<br />

degli oranti di tutto il mondo, uniti<br />

dalla catena del Rosario, preghiera per la<br />

pace e della famiglia per la famiglia.<br />

IL ROSARIO E LA NUOVA POMPEI – 29 –<br />

ANNO <strong>123</strong> - N. 3 - <strong>2007</strong> [125]


Eventi,<br />

testimonianze,<br />

celebrazioni<br />

e curiosità<br />

dal mondo<br />

■ a cura di GIUSEPPINA STRIANO<br />

ROSARIO NEWS<br />

ROSARIO NEWS<br />

AD EBOLI UN INTERO PARCO SI MOBILITA PER LA MADONNA DI POMPEI<br />

Spesso una piccola idea, nata quasi<br />

per caso, e sgorgata da una suggestione<br />

individuale o di poche persone, riesce ad<br />

entusiasmare e a contagiarne altre, creando<br />

sempre più consenso intorno ad essa a<br />

tal punto che un numero di persone sempre<br />

più crescente ritiene di doverla realizzare<br />

compiutamente.<br />

È quello che è accaduto ad Eboli (SA),<br />

cittadina della Campania meridionale, di<br />

origine antichissime, dove alcuni cittadini<br />

hanno promosso l’iniziativa di erigere<br />

un’edicola votiva alla Madonna del Rosario<br />

di Pompei, all’interno del Parco dove<br />

risiedono.<br />

Il progetto ha coinvolto subito numerose<br />

altre persone che, con grande entusiasmo,<br />

hanno contribuito in “denaro o<br />

lavoro” alla realizzazione dell’edicola. Un<br />

particolare riconoscimento è stato dato all’Ing.<br />

Genoveffa Cerruti di Matinella (SA),<br />

che ha progettato l’edicola votiva, e all’impresa<br />

edile del Geom. Pietro Maglio,<br />

con sede in Località Casarsa, che ha eseguito<br />

i lavori di costruzione.<br />

Il risultato è stato stupefacente: non<br />

un semplice alloggio per un quadro, ma<br />

molto di più: un piccolo luogo di culto dove<br />

ognuno può dialogare con la Madonna,<br />

pregarla e invocarla per le proprie difficoltà<br />

e prove della vita.<br />

Molto partecipata è stata, infine, la cerimonia<br />

di domenica 17 dicembre 2006,<br />

quando, alla presenza del Sindaco della<br />

Città, Avv. Martino Melchionda, di alcuni<br />

componenti dell’Amministrazione Comunale<br />

e di numerosi cittadini, il quadro<br />

della Madonna, esposto nell’edicola votiva,<br />

è stato benedetto da Don Fernando<br />

Sparano, parroco della comunità parrocchiale<br />

“San Bartolomeo Apostolo”.<br />

Il rito della benedizione è terminato<br />

con la recita della “Supplica alla Vergine<br />

di Pompei”.<br />

LA DEVOZIONE MARIANA DEI NERETESI<br />

Il Sig. Luigi Grilli di Nereto (TE),<br />

ci ha inviato la foto di una tela raffigurante<br />

la Madonna del Santo Rosario di<br />

Pompei esposta nella chiesa parrocchiale<br />

intitolata a “San Martino Vescovo”.<br />

La devozione alla Vergine di Pompei<br />

della comunità neretese risale alle<br />

origini della storia del santuario mariano.<br />

Tramandato di generazione in generazione,<br />

ancora oggi l’affetto che lega<br />

i neretesi alla Madonna di Pompei è<br />

molto sentito e vissuto.<br />

Quella di Nereto, infatti, come spiega<br />

lo stesso Signor Luigi Grilli, è una<br />

comunità che ha conservato, nel tempo,<br />

una particolare devozione ultra centenaria<br />

alla cara Madonna del Santuario<br />

di Pompei. Il loro è un profondo e<br />

devoto legame filiale che non conosce<br />

tramonto.<br />

IL ROSARIO E LA NUOVA POMPEI – 30 –<br />

ANNO <strong>123</strong> - N. 3 - <strong>2007</strong> [126]<br />

LA TESTIMONIANZA DI SAN CHARBEL MAKHLOUF, UN INNAMORATO DI MARIA<br />

Un innamorato della Madre di Dio e<br />

del Santo Rosario. Così si può descrivere<br />

San Charbel Makhlouf, uomo di grande<br />

fede e spiritualità che, fedele alla tradizione<br />

dei Padri del deserto, amava vivere<br />

nella solitudine e dedicarsi al colloquio<br />

intimo con Dio. Appartenente all’Ordine<br />

Libanese Maronita, visse nella povertà<br />

più assoluta e rispettò sempre in modo<br />

eroico i voti pronunciati. La corona del<br />

Rosario e un’immagine della Madonna di<br />

Pompei furono le uniche sue ricchezze.<br />

Charbel nacque nel 1828 e fin da piccolo<br />

amò la solitudine e la preghiera. Ragazzino,<br />

ai suoi coetanei disputava non solamente<br />

il privilegio di stare al leggìo durante<br />

le funzioni religiose, ma anche quello,<br />

ambitissimo dai ragazzi, di suonare le<br />

campane.<br />

Il Libano, la sua patria, è tutto un immenso<br />

coro di invocazioni e di lodi a Maria;<br />

in ogni angolo del paese, chiese, santuari,<br />

cappelle ed edicole votive sono dedicate<br />

alla Vergine. E così fu anche la vita<br />

di sua madre e dei suoi fratelli che, costantemente,<br />

recitavano il Rosario.<br />

Ma, per lui, esempi di profonda religiosità<br />

furono anche lo zio paterno e il<br />

patrigno, ordinati diaconi, e due zii materni,<br />

monaci eremiti appartenenti all’Ordine<br />

Libanese Maronita, con i quali trascorreva<br />

molte ore in conversazioni riguardanti<br />

la vocazione religiosa e il monacato,<br />

che così si fece sempre più significativo<br />

per lui.<br />

All’età di 14 anni, curando un gregge<br />

di pecore, il giovane Charbel casualmente<br />

scoprì una caverna, che divenne il primo<br />

luogo privilegiato dei suoi momenti<br />

di preghiera e meditazione solitaria. Compiuti<br />

i 20 anni, trascorse un lungo periodo<br />

di solitudine, durante il quale maturò<br />

l’importante decisione di prendere l’abito<br />

di novizio e di rinunziare al suo nome<br />

di battesimo, Youssef, per scegliere quello<br />

di Charbel, un martire di Edessa, vissuto<br />

nel secondo secolo. Nel 1859 fu ordinato<br />

sacerdote e fu sempre un esempio<br />

per tutti i suoi confratelli.<br />

Charbel non pranzava mai prima d’aver<br />

recitato tutto il Rosario, con grande<br />

fervore e con accenti d’amore e confidenza<br />

filiali nella Santissima Vergine di<br />

Pompei per la quale provava un amore<br />

ardente ed appassionato ed aveva una fervente<br />

devozione. Ne era invaghito. Ripeteva<br />

continuamente il Suo nome benedetto,<br />

invocandoLa giorno e notte, con<br />

gemiti e sospiri. Ogni volta che entrava o<br />

usciva dalla cella, recitava in ginocchio il<br />

saluto angelico davanti all’immagine che<br />

aveva sul letto e i suoi passi erano scanditi<br />

sempre dalle Ave Maria del Rosario.<br />

In solitudine, accompagnato sempre<br />

dalla sua grande devozione alla Vergine<br />

di Pompei, rimase fino al giorno in cui si<br />

spense, il Natale del 1898. Padre Charbel<br />

raggiunse la fama solo dopo la morte. Il<br />

corpo incorrotto che trasudava sangue ed<br />

acqua e le membra rimaste mobili, fecero<br />

sì che fosse venerato come Santo, anche<br />

quando la gerarchia ed i superiori ne<br />

avevano proibito il culto, in attesa che la<br />

Chiesa pronunciasse il suo verdetto.<br />

Intanto si diffondeva sempre di più il<br />

culto alla sua persona e la fama di taumaturgo.<br />

Fu beatificato da Paolo VI il 5 dicembre<br />

1965, e, successivamente, canonizzato,<br />

il 19 ottobre 1977 dallo stesso Papa.<br />

A TORINO UNA CHIESA ALLA VERGINE DI POMPEI<br />

«... Bisogna rifarsi indietro, a circa<br />

trent’anni fa. La zona che oggi costituisce<br />

la nuova parrocchia era molto diversa...».<br />

Così recita un testo senza firma<br />

tratto dal bollettino “Nuova Parrocchia<br />

Madonna di Pompei”, datato settembre<br />

1968, che narra della fondazione<br />

della stessa parrocchia, sorta nella<br />

città di Torino.<br />

L’inaugurazione, avvenuta nell’ottobre<br />

del 1966, culminò con un evento<br />

inaspettato e prodigioso, quello che viene<br />

ricordato come “il primo miracolo<br />

della Madonna di Pompei a Torino”: due<br />

dei grandi lampadari che ornavano l’aula<br />

sacra caddero al suolo, non appena il<br />

Vescovo chiuse le porte della chiesa, al<br />

termine della prima funzione religiosa.<br />

Se ciò fosse accaduto pochi minuti prima,<br />

quando la gente ancora gremiva la<br />

chiesa, sarebbe stato un disastro.<br />

Negli anni, la chiesa parrocchiale<br />

“Madonna di Pompei” ha assunto un’<br />

importanza sempre maggiore per i fedeli<br />

del quartiere della Crocetta, in cui<br />

è sorta, divenendone il fulcro delle attività<br />

e della vita cristiana.<br />

L’edificio all’esterno si è conservato<br />

così come era in origine, mentre all’interno<br />

ha subito alcuni cambiamenti.<br />

Nel 1990, poi, è stata arricchita di numerose<br />

vetrate. Quelle colorate, poste<br />

sulla facciata, all’altezza del matroneo,<br />

e quelle poste lungo le pareti laterali,<br />

riassumono alcuni dei misteri del Rosario.<br />

Al di sopra, sempre sulla facciata,<br />

vi è una vetrata raffigurante la Madonna<br />

di Pompei, realizzata dalla famosa<br />

vetreria Mellini di Firenze.<br />

La chiesa parrocchiale conserva anche<br />

una statua lignea della Vergine del<br />

Rosario con in braccio il Bambino, alla<br />

quale i fedeli sono particolarmente devoti<br />

e che è stata posta sul presbiterio<br />

della chiesa, nel 1988, al termine dell’<strong>Anno</strong><br />

Mariano.<br />

IL ROSARIO E LA NUOVA POMPEI – 31 –<br />

ANNO <strong>123</strong> - N. 3 - <strong>2007</strong> [127]


Carissimi Amici,<br />

un giorno Gesù disse ai suoi discepoli:<br />

“Vi do un comandamento nuovo: che<br />

vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho<br />

amato, così amatevi anche voi gli uni<br />

gli altri” (Gv 13, 34).<br />

È questa la frase evangelica sulla quale<br />

siamo invitati a confrontarci e a<br />

riflettere durante la XXI edizione del<br />

Meeting dei Giovani a Pompei. Con<br />

questa esortazione Gesù di Nazareth<br />

vuole indicarci l’essenzialità<br />

dell’esperienza cristiana: essere, cioè,<br />

persone che s’impegnano ad amare il<br />

prossimo con l’amore con cui Dio ci<br />

ama in Cristo. Incarnare questo modo<br />

d’amare nella nostra esistenza è per noi<br />

fonte di vera gioia.<br />

Carissimi, è opinione comune tra i<br />

giovani credere che sia possibile<br />

sperimentare l’amore solo se<br />

s’incontra qualcuno con delle qualità<br />

tali da attirare la nostra attenzione.<br />

L’amore vero, tuttavia, quello che<br />

nasce dalla fede in Cristo, supera ogni<br />

nostra prospettiva, che al confronto si<br />

rivela molto limitata.<br />

Questo amore “fondato nella fede<br />

e da essa plasmato”, se ben coltivato,<br />

conduce l’uomo a perdonare coloro<br />

dai quali riceve il male, a rispondere<br />

al male col bene, ad essere,<br />

in poche parole, una persona<br />

“cristificata” capace, cioé, di fare della<br />

sua vita un dono per l’altro.<br />

Nel matrimonio cristiano questa verità<br />

s’esprime nell’unità che deve stabilirsi<br />

tra l’eros e l’agape, imitando in tal<br />

modo l’amore col quale Dio ama il suo<br />

popolo. Non dimentichiamo, cari<br />

amici, che siamo figli di Dio, creati a<br />

sua immagine in Cristo e che, quindi,<br />

siamo chiamati a somigliare sempre di<br />

più a Dio nel suo modo d’amare.<br />

Facciamo attenzione al falso concetto<br />

d’amore che i media ci propongono:<br />

l’amore egocentrico. L’amore cristiano<br />

è esattamente l’opposto: è uscita da sé<br />

per andare verso Dio e verso il<br />

prossimo.<br />

Papa Benedetto XVI c’insegna che<br />

“l’amore è gratuito; non viene<br />

esercitato per raggiungere altri scopi”<br />

(Deus Caritas est, 31). La Sacra<br />

Scrittura, infatti, c’invita ad “amare” il<br />

nostro prossimo non a “sfruttarlo”.<br />

Carissimi, Gesù ci ha amati per primo<br />

e noi dobbiamo attingere al suo amore<br />

infinito per amare i nostri fratelli.<br />

La nostra vita deve essere una<br />

testimonianza della nostra fede in<br />

Cristo. È questo il concetto che chiude<br />

l’insegnamento dell’Enciclica.<br />

“L’attività caritativa cristiana deve<br />

essere indipendente da partiti e<br />

ideologie” afferma, infatti, il Papa. La<br />

carità promossa dalla Chiesa, si legge<br />

ancora nel testo, “non è un mezzo per<br />

cambiare il mondo in modo ideologico<br />

e non sta al servizio di strategie<br />

mondane, ma è attualizzazione, qui ed<br />

ora, dell’amore di cui l’uomo ha<br />

sempre bisogno”. E poco prima il<br />

Pontefice spiega: “Quanti operano<br />

nelle istituzioni caritative della Chiesa<br />

devono distinguersi per il fatto che non<br />

si limitano ad eseguire in modo abile la<br />

cosa conveniente al momento, ma si<br />

dedicano all’altro con le attenzioni<br />

suggerite dal cuore, in modo che questi<br />

sperimenti la loro ricchezza di<br />

umanità” (Deus Caritas est, 31).<br />

Carissimi amici, non è necessaria solo<br />

un’alta professionalità nell’agire<br />

caritativo, ma anche e soprattutto una<br />

profonda formazione del cuore: solo<br />

così si può condurre la persona aiutata<br />

all’incontro con Dio.<br />

Il nostro incontro, al Meeting dei<br />

Giovani del 1° maggio <strong>2007</strong>, si muove<br />

proprio in questa direzione: formare il<br />

cuore dei giovani all’amore vero,<br />

quello che viene da Cristo.<br />

Consegniamo questo auspicio alla<br />

Vergine Maria, affidiamoci alle sue<br />

cure materne e mettiamoci alla sua<br />

scuola, per imparare da lei, donna del<br />

bell’amore, cosa significa amare.<br />

Carissimi, vi aspetto numerosi per<br />

cantare, gioire e pregare insieme.<br />

■ di GIOVANNI RUSSO<br />

IL ROSARIO E LA NUOVA POMPEI – 32 – ANNO <strong>123</strong> - N. 3 - <strong>2007</strong> [128]<br />

IL ROSARIO E LA NUOVA POMPEI – 33 –<br />

ANNO <strong>123</strong> - N. 3 - <strong>2007</strong> [129]


LATINA<br />

Parrocchie:<br />

Ss. Pietro e Paolo Apostoli<br />

S. Carlo Borromeo<br />

10-14 Gennaio <strong>2007</strong><br />

All’inizio del nuovo anno, l’icona pellegrina<br />

della Vergine del Rosario di<br />

Pompei riprende il suo viaggio, raggiungendo<br />

Latina, una città del basso Lazio,<br />

chiamata inizialmente Littoria, che vide<br />

il suo nascere ufficiale il 18 dicembre<br />

1932.<br />

Da semplice borgo di servizio per la<br />

bonifica di quell’area dell’agro pontino,<br />

Littoria diventò centro rurale nel 1932,<br />

comune nel 1933 e capoluogo di provin-<br />

IN CAMMINO CON LA MADONNA PELLEGRINA<br />

Latina e Striano<br />

accolgono la Madre<br />

■ di ANTONIO MARRESE<br />

IL ROSARIO E LA NUOVA POMPEI – 34 –<br />

ANNO <strong>123</strong> - N. 3 - <strong>2007</strong> [130]<br />

cia nel 1934. Nel 1946 l’originario nome<br />

di Littoria venne mutato in Latina. A tentare<br />

altre opere di bonifica parziale furono<br />

i religiosi, in particolare i monaci cluniacensi<br />

e cistercensi.<br />

Dal 10 al 13 gennaio, la missione mariana<br />

ha visitato la comunità parrocchiale<br />

dei Ss. Pietro e Paolo Apostoli, e, dal 13<br />

mattina al 14 mattina, quella di San Carlo<br />

Borromeo. Entrambe le comunità hanno<br />

accolto l’immagine della Vergine e i missionari<br />

con semplicità disarmante e affetto<br />

fraterno, frutto di un’umanità calorosa<br />

e gentile, e, soprattutto, di una devozione<br />

molto sentita.<br />

Ad aprire e a concludere la missione,<br />

il Vescovo di Latina, Mons. Giuseppe Petrocchi,<br />

che ha voluto dare un chiaro<br />

segno del suo amore personale e della<br />

sua devozione alla Madonna di Pompei<br />

(foto in basso, pagina precedente).<br />

Le veglie di preghiera, i momenti di<br />

riflessione comunitaria, il concerto-meditazione<br />

di don Giosy Cento, gli incontri<br />

con i ragazzi e le Celebrazioni Eucaristiche<br />

hanno contribuito a rendere la missione<br />

mariana di Latina un’esperienza unica<br />

e indimenticabile (a destra un momento<br />

del concerto).<br />

Per questo motivo desideriamo ringraziare,<br />

da queste pagine, per la collaborazione<br />

e il sostegno, innanzitutto, don<br />

Giovanni Laudadio, parroco della Parrocchia<br />

Ss. Pietro e Paolo Apostoli, sacerdote<br />

di spiccata devozione mariana e<br />

vero pastore della sua comunità, alla qua-<br />

le ha trasmesso il suo amore filiale per<br />

Cristo e per la Vergine Maria. Segno visibile<br />

di questa esperienza è stata la numerosa<br />

presenza dei giovani a tutti i momenti<br />

di preghiera. Alla cordiale disponibilità<br />

di don Giovanni si è unita quella di<br />

don Patrizio Di Pinto, parroco della chiesa<br />

di San Carlo Borromeo e Vicario Fo-<br />

raneo, che con grande affetto e simpatia<br />

ha voluto condividere l’ospitalità e l’accoglienza<br />

della Madre del Signore. Al termine<br />

della missione un fiume di persone<br />

ha accompagnato in processione la Madonna<br />

del Rosario per un tratto di strada,<br />

verso l’uscita della città, per salutare Maria<br />

che faceva ritorno nella Sua Pompei.<br />

STRIANO (NA)<br />

Parrocchia:<br />

S. Giovanni Battista<br />

18-21 Gennaio <strong>2007</strong><br />

Da giovedì 18 a domenica 21, l’immagine<br />

della Madonna del Rosario<br />

di Pompei ha fatto il suo grande ritorno a<br />

Striano, piccolo paese ai piedi del Vesuvio,<br />

a poca distanza da Pompei. È stato<br />

un grande ritorno, proprio nei giorni in<br />

cui 51 anni fa, come raccontano le cronache,<br />

l’icona sostava nella comunità parrocchiale<br />

di San Giovanni Battista.<br />

È stato per Striano un vero evento di<br />

massa, ma soprattutto un grande momento<br />

di grazia come ha ricordato, nel suo<br />

saluto, il giovane sindaco, Antonio Del<br />

Giudice: “Mi sento privilegiato come sindaco<br />

a dover accogliere la Madonna e prego<br />

perché ci sia una discesa abbondante<br />

di grazie su questa comunità civile ed ecclesiale”.<br />

IL ROSARIO E LA NUOVA POMPEI – 35 –<br />

ANNO <strong>123</strong> - N. 3 - <strong>2007</strong> [131]


Il popolo ha partecipato in massa. La<br />

Chiesa non è mai stata vuota, dal mattino<br />

fino a sera, la Madre ha raccolto le suppliche<br />

e le preghiere dei fedeli.<br />

Grazie al parroco, don Michele Fusco,<br />

ad Antonio Gravetti, Presidente dell’Azione<br />

Cattolica parrocchiale, e ad altri<br />

collaboratori della comunità, la missione<br />

è stata ricca di impegni e di significative<br />

celebrazioni. Don Michele ha contagiato<br />

tutta la comunità parrocchiale con la sua<br />

personale testimonianza e ha avuto parole<br />

di elogio e di gratitudine per l’equipe<br />

missionaria per essere stata segno tangibile<br />

della Divina Grazia, spinta alla nuova<br />

evangelizzazione, stimolo alla carità e<br />

guida nella preghiera.<br />

Numerose famiglie hanno aperto le<br />

porte delle loro case per accogliere i missionari<br />

che hanno portato parole di conforto<br />

agli ammalati, alle persone sole e<br />

bisognose.<br />

Molto commovente è stato il concer-<br />

I giovani splendidi protagonisti dell’incontro con Maria<br />

DA STRIANO<br />

Caro Don Antonio, poche parole per esprimerti il mio grazie,<br />

per essere riuscito, con i tuoi ragazzi, con la forza della<br />

vostra testimonianza e l’amore immenso che i vostri occhi<br />

esprimono verso la nostra cara Mamma, come la chiami tu, a<br />

creare e farci vivere in un clima di fraternità facendoci riscoprire<br />

ancora una volta la bellezza delle relazioni come dono<br />

e benedizione.<br />

Dio lascia sempre un segno, quando chiama, quando si<br />

rivela, quando cerca di far capire all’uomo che può fidarsi di<br />

lui. Elisabetta diventa un segno per Maria, diventa chiamata<br />

ad affidarsi, a credere in quello che gli è stato detto.<br />

È ciò che accade spesso: l’incontro con una persona, in<br />

un momento particolare, una parola, un gesto, possono cambiare<br />

la vita. Sì, ci sono incontri che sono come vere benedizioni<br />

celesti senza le quali le nostre giornate non sarebbero<br />

le stesse.<br />

Quante volte anche noi diventiamo segno di una promessa<br />

per gli altri; quante volte con la nostra vita, la nostra fede,<br />

il nostro saper accogliere diveniamo per gli altri segno di speranza?<br />

Tante!<br />

Come Cristo è speranza e dono gratuito per tutti noi,<br />

allo stesso modo anche noi dobbiamo essere per gli altri segni<br />

di speranza, una speranza da portare, annunciare, gridare,<br />

renderne ragione agli altri, come dice San Pietro.<br />

Maria ci accompagnerà e ci aiuterà a testimoniare con<br />

gioia!<br />

Grazie a tutti voi. Un abbraccio forte a te, Don Antonio,<br />

per la semplicità della tua persona e lo sguardo amorevole; a<br />

te, Mimmo, per aver un sorriso che parla; a te, Ippolito, per<br />

aver testimoniato la gioia di un cammino; a te, Mario, per<br />

il tuo cuore accogliente; a voi sorelle per i vostri gesti d’affetto,<br />

siete state molto care, dolci e premurose, come delle vere<br />

mamme.<br />

Che la Vergine Santa ci custodisca. Buon Cammino!!!<br />

A presto.<br />

Raffaella<br />

***<br />

DA MESAGNE<br />

Caro don Antonio, forse non ti ricorderai di me..., io sono<br />

Pierluigi Iaia, della parrocchia Santa Maria in Betlem<br />

di Mesagne dove siete stati con la missione mariana l'anno<br />

scorso.<br />

Da quei giorni la mia vita è cambiata. Ho scoperto la mia<br />

devozione alla Madonna, particolarmente quella che veneriamo<br />

con il titolo di Vergine del Rosario di Pompei. In qualsiasi<br />

momento l'ho cercata, lei mi ha sempre ascoltato e mi è<br />

stata vicina.<br />

Ricordo ancora con gioia quei giorni passati insieme, ma<br />

anche con un po' di malinconia. Spero, un giorno, che l'esperienza<br />

della missione mariana si possa ripetere. Sappiate voi<br />

missionari che vi porto sempre nel mio cuore e che non vi dimenticherò<br />

mai.<br />

Vorrei dirti, don Antonio, un forte GRAZIE. Se è possibile<br />

salutami tutti i missionari che sono venuti da noi.<br />

Appena verrò a Pompei, spero di farlo di persona.<br />

Pierluigi<br />

IL ROSARIO E LA NUOVA POMPEI – 36 –<br />

ANNO <strong>123</strong> - N. 3 - <strong>2007</strong> [132]<br />

to tenuto da Don Giosy Cento, durante il<br />

quale i giovani missionari laici hanno offerto<br />

la loro testimonianza di fede. Ricca<br />

di contenuti è stata la veglia di preghiera<br />

per le famiglie e con le famiglie. In queste<br />

due occasioni, in modo particolare, la<br />

bella e grande chiesa parrocchiale è stata<br />

gremita fino all’inverosimile.<br />

Il momento più intenso e partecipato,<br />

tuttavia, è stato quello del saluto finale a<br />

conclusione della missione. Il prelato di<br />

Pompei, Mons. Carlo Liberati (foto a destra),<br />

ha presieduto la Celebrazione Eucaristica<br />

e, nell’omelia, ha incoraggiato la<br />

folla ad essere accogliente e disponibile alla<br />

parola del Signore, alla scuola di Maria.<br />

Anche questa missione mariana è stata<br />

vissuta e partecipata intensamente e<br />

quando il quadro della Vergine è stato sistemato<br />

sull’autocappella una folla emozionata<br />

ha salutato la Vergine con canti<br />

e fuochi pirotecnici, impegnandosi a ricambiare<br />

al più presto la visita.<br />

LE PROSSIME MISSIONI MARIANE DEL ROSARIO<br />

1-4 MARZO - ABBADIA SS. SALVATORE (SI)<br />

Arcipretura “Santa Croce”<br />

Nel pomeriggio del 1°, arrivo dell’Icona della Madonna; saluto<br />

del Sindaco e del Vescovo con la celebrazione della Santa Messa.<br />

Al mattino del 4, recita del Santo Rosario e Celebrazioni Eucaristiche<br />

con Supplica alla Madonna, alle ore 12.00. A seguire partenza<br />

dell’Icona della Madonna.<br />

Per ulteriori informazioni rivolgersi al Parroco: Don Francesco<br />

Monachini - Tel. 0577/778225-778310.<br />

15-18 MARZO - TITO (PZ)<br />

Parrocchia “San Laniero Martire”<br />

Nel pomeriggio del 15, arrivo dell’Icona della Madonna; saluto<br />

del Sindaco e del Vescovo con la celebrazione della Santa Messa.<br />

Al mattino del 18, recita del Santo Rosario e Celebrazioni Eucaristiche<br />

con Supplica alla Madonna, alle ore 12.00. A seguire partenza<br />

dell’Icona della Madonna.<br />

Per ulteriori informazioni rivolgersi al Parroco: Mons. Nicola Laurenzana<br />

- Tel. 0971/794022.<br />

22-25 MARZO - CAPUA (CE)<br />

Parrocchia “San Prisco”<br />

Nel pomeriggio del 22, arrivo dell’Icona della Madonna; saluto<br />

del Sindaco e del Vescovo con la celebrazione della Santa Messa.<br />

Al mattino del 25, recita del Santo Rosario e Celebrazioni Eucaristiche<br />

con Supplica alla Madonna, alle ore 12.00. A seguire partenza<br />

dell’Icona della Madonna.<br />

Per ulteriori informazioni rivolgersi al Parroco: Don Vincenzo Di<br />

Lello - Tel. 0823/797887 - Cell. 360/934383.<br />

19-22 APRILE - ALTAMURA (BA)<br />

Parrocchia “SS. Rosario di Pompei”<br />

Nel pomeriggio del 19, arrivo dell’Icona della Madonna; saluto<br />

del Sindaco e del Vescovo con la celebrazione della Santa Messa.<br />

Al mattino del 22, recita del Santo Rosario e Celebrazioni Eucaristiche<br />

con Supplica alla Madonna, alle ore 12.00. A seguire partenza<br />

dell’Icona della Madonna.<br />

Per ulteriori informazioni rivolgersi al Parroco: Don Giuseppe<br />

Creanza - Tel. 080/3111797 - Cell. 328/9781657<br />

26-29 APRILE - SATRIANO DI LUCANIA (PZ)<br />

Parrocchia “San Pietro Apostolo”<br />

Nel pomeriggio del 26, arrivo dell’Icona della Madonna; saluto<br />

del Sindaco e del Vescovo con la celebrazione della Santa Messa.<br />

Al mattino del 29, recita del Santo Rosario e Celebrazioni Eucaristiche<br />

con Supplica alla Madonna, alle ore 12.00. A seguire partenza<br />

dell’Icona della Madonna.<br />

Per ulteriori informazioni rivolgersi al Parroco: Don Antonio Petrone<br />

- Tel. 0975/385023 - Cell. 333/3332268.<br />

7-10 GIUGNO - SOLOFRA (AV)<br />

Parrocchia “San Michele Arcangelo”<br />

Nel pomeriggio del 7, arrivo dell’Icona della Madonna; saluto<br />

del Sindaco e del Vescovo con la celebrazione della Santa Messa.<br />

Al mattino del 10, recita del Santo Rosario e Celebrazioni Eucaristiche<br />

con Supplica alla Madonna, alle ore 12.00. A seguire partenza<br />

dell’Icona della Madonna.<br />

Per ulteriori informazioni rivolgersi al Parroco: Don Michele Alfano<br />

- Tel. 0825/583330.<br />

14-17 GIUGNO - MOLFETTA (BA)<br />

Parrocchia “San Pio X”<br />

Nel pomeriggio del 14, arrivo dell’Icona della Madonna; saluto<br />

del Sindaco e del Vescovo con la celebrazione della Santa Messa.<br />

Al mattino del 17, recita del Santo Rosario e Celebrazioni Eucaristiche<br />

con Supplica alla Madonna, alle ore 12.00. A seguire partenza<br />

dell’Icona della Madonna.<br />

Per ulteriori informazioni rivolgersi al Parroco: Don Pino Magarelli<br />

- Tel. 080/3341174.<br />

Per informazioni: UFFICIO PER LA MISSIONE MARIANA - Tel. 081/8577486 - Fax 081/8577487 - missionemariana@libero. it<br />

IL ROSARIO E LA NUOVA POMPEI – 37 –<br />

ANNO <strong>123</strong> - N. 3 - <strong>2007</strong> [133]


Gennaio <strong>2007</strong><br />

◆ Dalla chiesa parrocchiale “Sacro<br />

Cuore di Gesù” di Bellizzi, in provincia<br />

di Salerno, centodieci pellegrini sono<br />

partiti alla volta di Pompei, martedì<br />

2 gennaio, per vivere, nel periodo natalizio,<br />

un momento di intensa spiritualità.<br />

Al pellegrinaggio erano presenti anche<br />

tre sacerdoti stimmatini: Padre Vincenzo<br />

Sirignano, Padre Nicola Mangino<br />

e Padre Giovanni Cignoli, già venuti<br />

in passato nella città mariana. Durante<br />

il cammino verso il Santuario, i tre<br />

sacerdoti hanno guidato la preghiera<br />

dei fedeli per chiedere a Maria la grazia<br />

di poter incarnare il Vangelo nella<br />

vita di ogni giorno. Tutta la comunità<br />

ha vissuto con entusiasmo la visita a<br />

Pompei, anche grazie alla vivacità di<br />

questi tre giovani religiosi che, da due<br />

anni, prestano il loro servizio sacerdotale<br />

presso la parrocchia. Tutti i fedeli<br />

attendevano con ansia l’incontro con la<br />

Pellegrini<br />

del<br />

Rosario<br />

■ a cura di MARIDA D’AMORA<br />

Vergine del Rosario, alla quale sono profondamente<br />

legati da sentimenti di gratitudine<br />

e di riconoscenza filiale. Il pellegrinaggio<br />

è stato l’espressione di una<br />

devozione viva, resa concreta dalla recita<br />

corale, quotidiana del Santo Rosario.<br />

Percorrendo insieme la strada verso<br />

il tempio mariano, pregando e invocando<br />

Maria, i fedeli hanno riscoperto<br />

la gioia di vivere, nella consapevolezza<br />

che la vita ogni giorno presenta affanni,<br />

preoccupazioni e tante altre difficoltà.<br />

Qui a Pompei, hanno consolidato<br />

questi sentimenti e questo progetto<br />

di vita alla scuola della Vergine Santissima,<br />

nel cui Santuario hanno promesso<br />

di ritornare anche in futuro. Dopo<br />

aver preso parte alla Santa Messa, i<br />

sacerdoti e i pellegrini hanno visitato la<br />

Basilica e il Presepe, allestito presso il<br />

Centro Educativo “Bartolo Longo”. Prima<br />

di ritornare a Bellizzi, il gruppo ha<br />

posato per una foto ricordo (foto in basso).<br />

Prenota in tempo il tuo<br />

pellegrinaggio a Pompei<br />

presso l’Ufficio Rettorato:<br />

Tel. + 39 0818577362<br />

+ 39 0818577379<br />

Fax + 39 1782238781<br />

+ 39 0818577482<br />

rettorato@santuariodipompei.it<br />

◆ L’Associazione “Famiglia del Clero<br />

Campania”, della Diocesi Nocera-<br />

Sarno (SA), ha visitato il Santuario di<br />

Pompei, il 4 gennaio, per vivere insieme<br />

un’esperienza comunitaria di riflessione<br />

e di preghiera. Il gruppo, composto<br />

da trentadue fedeli, era accompagnato<br />

dalla Presidente, Concetta Gioia<br />

Di Bernardo, e da don Mario Ceneri,<br />

Assistente Regionale (foto in alto, pagina<br />

a fianco). Qui, nella città mariana,<br />

il gruppo ha partecipato ad un ritiro<br />

spirituale guidato dal Rettore del Santuario,<br />

Mons. Francesco Paolo Soprano,<br />

sul tema: “Maria, esemplare della<br />

familiare del clero”. Al termine dell’incontro<br />

di spiritualità, i fedeli hanno preso<br />

parte alla Santa Messa celebrata da<br />

don Mario. È la terza volta che la “Famiglia<br />

del Clero Campania” si riunisce<br />

nella città mariana. Circa quindici anni<br />

fa, infatti, ha celebrato qui il proprio<br />

decennale e, nel 1998, dopo aver partecipato<br />

all’annuale convegno, tenutosi<br />

IL ROSARIO E LA NUOVA POMPEI – 38 –<br />

ANNO <strong>123</strong> - N. 3 - <strong>2007</strong> [134]<br />

per l’occasione a Pacognano, frazione<br />

di Vico Equense (NA), ha concluso i<br />

propri lavori a Pompei. L’Associazione,<br />

nata 25 anni fa, a livello nazionale,<br />

diramandosi, poi, nelle varie regioni d’Italia,<br />

è formata dai genitori, dai parenti,<br />

dai collaboratori e dalle collaboratrici<br />

dei sacerdoti che si dedicano alla loro<br />

assistenza domestica e ad altre attività,<br />

partecipando, così, indirettamente al loro<br />

servizio ministeriale nella comunità<br />

cristiana. Possono aderire all’Associazione<br />

anche le mogli dei diaconi permanenti,<br />

associate al ministero dei loro sposi<br />

tramite il sacramento nuziale. Annualmente,<br />

gli aderenti si riuniscono per<br />

approfondire e maturare con più consapevolezza<br />

le modalità con cui realizzare<br />

il loro particolare impegno attraverso<br />

percorsi di formazione spirituale, ecclesiale,<br />

ministeriale e vocazionale. Gli<br />

scopi dell’Associazione sono molteplici:<br />

aiutare i familiari del Clero a comprendere<br />

sempre meglio l’identità della<br />

propria missione; a vivere il loro lavoro<br />

come servizio al Signore e alla Chiesa;<br />

ad impegnarsi a crescere nell’equilibrio<br />

umano, nella rettitudine morale e<br />

nella spiritualità che tale servizio richiede;<br />

favorire l’amicizia cristiana tra<br />

gli associati, valorizzando la ricchezza<br />

dei carismi personali; ricercare e preparare<br />

persone idonee e disponibili ad<br />

assistere i sacerdoti nella loro vita domestica<br />

e di ministero.<br />

◆ Nella stessa giornata, da Fermo, ha<br />

fatto visita a Pompei la Corale “Santa<br />

Lucia”, che presta il proprio servizio<br />

liturgico nella Cappella del Duomo della<br />

città. Per la seconda volta nella cittadina<br />

vesuviana, dopo circa quindici anni,<br />

la Corale ha voluto dedicare alla Vergine<br />

del Rosario canti mariani e natalizi<br />

per cominciare il nuovo anno con la<br />

Sua benedizione materna. Il gruppo nacque,<br />

nel 1976, per volontà di appassionati<br />

di musica che avevano cominciato<br />

a cimentarsi in canti tratti da un vasto<br />

repertorio di musica sacra e profana,<br />

classica e contemporanea. Nel 1986,<br />

divenne ufficialmente “Cappella del<br />

Duomo” di Fermo, carica che tuttora<br />

ricopre. La corale si esibisce sia in ambito<br />

regionale che nazionale ed internazionale.<br />

Il repertorio è costituito prevalentemente<br />

da musica sacra, scelta tra<br />

autori come Palestrina, Bach, Mozart,<br />

Vivaldi. L’organico, composto da 38<br />

elementi, è diretto dal M° Nicola Marucci.<br />

Nella città di Maria, diretta dal<br />

M° don Ginesio Cardelli, Direttore artistico,<br />

e accompagnata dalla Presidente,<br />

Alduina Simonelli, ha animato la<br />

Santa Messa delle 17.00, eseguendo canti<br />

natalizi. Il gruppo è stato entusiasta<br />

dell’accoglienza ricevuta e ha espresso<br />

il desiderio di ritornare nuovamente a<br />

Pompei.<br />

◆ Il 30 gennaio, sono stati in visita alla<br />

Basilica mariana undici alunni del “Seminario<br />

Diocesano di Concordia-Pordenone”,<br />

accompagnati dal Rettore del<br />

Seminario, don Maurizio Girolami, dal<br />

Padre Spirituale, Mons. Sergio Deison,<br />

e dall’animatore della comunità vocazionale,<br />

don Giuseppe Grillo. Tra i giovani<br />

seminaristi, anche il diacono Pasquale<br />

Rea, che presto sarà ordinato sacerdote.<br />

Alcuni componenti del gruppo<br />

erano già stati in pellegrinaggio a Pompei,<br />

ma è la prima volta che vengono<br />

qui in veste di seminaristi. Partiti domenica<br />

28 gennaio da Pordenone, i pellegrini<br />

hanno visitato anche altri luoghi<br />

di culto campani. Significativo è stato<br />

l’incontro con il Cardinale Crescenzio<br />

Sepe, Arcivescovo del capoluogo campano,<br />

avvenuto durante la loro visita al<br />

Duomo di Napoli, dove hanno reso omaggio<br />

alle reliquie di San Gennaro, patrono<br />

della città, custodite nella omonima<br />

cappella. A Pompei, invece, come<br />

ha spiegato Mons. Deison, sono venuti<br />

per pregare la Vergine del Rosario e implorare<br />

la sua intercessione presso il Signore<br />

per nuove vocazioni sacerdotali,<br />

come Gesù stesso dice: “La messe è<br />

molta, ma gli operai sono pochi. Pregate<br />

dunque il padrone della messe per-<br />

ché mandi operai nella sua messe” (Mt<br />

9,38). Subito dopo aver partecipato alla<br />

Santa Messa, concelebrata da don Girolami,<br />

da Mons. Deison e da don Grillo,<br />

i seminaristi della diocesi Concordia-Pordenone<br />

hanno salutato la Madonna<br />

con la recita della Supplica, per<br />

proseguire alla volta degli Scavi Archeologici.<br />

Nello stesso periodo abbiamo registrato<br />

altri pellegrinaggi provenienti<br />

da: Alvignano, Angri, Arco Felice,<br />

Battipaglia, Capaccio Scalo, Casal di<br />

Principe, Caserta, Casoria, Cerva, Gaggi,<br />

Gagliano del Capo, Grumo Nevano,<br />

Melfi, Milano, Montaquila, Monteroduni,<br />

Napoli, Pietravairano, Pomigliano d’Arco,<br />

Rho, Roma, Sant’Antonio Abate,<br />

San Martino Valle Caudina, San Nicola<br />

La Strada, Santa Maria la Carità, Sant’<br />

Angelo a Cupolo, Tito.<br />

***<br />

Sono passati da Pompei anche rappresentanti<br />

dei seguenti gruppi, associazioni<br />

e congregazioni: 10ª Delegazione<br />

Regionale dell’I.P.A. Campania;<br />

Abbazia di Fossanova di Priverno<br />

(LT); Associazione mariana “Antonio<br />

Albanese” di Lauria (PZ); Associazione<br />

“Radioamatori Italiani” di Pompei (NA);<br />

Comunità “Opera Don Calabria” di Napoli;<br />

Convento “San Pasquale” di Airola<br />

(BN); Corale SS.ma Annunziata di<br />

Angri (SA); Gruppo di Preghiera “Padre<br />

Pio” di San Gennaro Vesuviano<br />

(NA); Gruppo “Elettra Gravina” di Napoli;<br />

Gruppo “Il Cenacolo” di Cassazza<br />

(BG); Scuola Primaria “Matteo Mari” di<br />

Salerno; Unitalsi Campana di Napoli.<br />

IL ROSARIO E LA NUOVA POMPEI – 39 –<br />

ANNO <strong>123</strong> - N. 3 - <strong>2007</strong> [135]


Tre amici della comunità pompeiana<br />

sono ritornati recentemente alla<br />

Casa del Padre, dopo una lunga<br />

vita spesa al servizio del Vangelo, nella<br />

condivisone più radicale con i poveri<br />

della terra e nell’educazione dell’infanzia<br />

e della gioventù.<br />

I loro nomi scritti nei cieli, nell’albo<br />

d’oro della vita, sono quelli dell’Abbé<br />

Pierre e di due fratelli delle Scuole Cristiane:<br />

Fratel Martino Giuliani e di Fratel<br />

Pasquale Sorge.<br />

L’Abbé Pierre<br />

Fondatore delle comunità Emmaus e<br />

gigante della carità del XX secolo, l’Abbé<br />

Pierre è stato a Pompei in occasione<br />

della XIª edizione del Meeting dei Giovani<br />

(1° maggio 1997). Attraverso Franco<br />

Bettoli, responsabile di “Emmaus Italia”,<br />

riuscimmo ad incontrarlo durante<br />

uno dei suoi impegni in Italia, per invitarlo<br />

a nome del Vescovo del tempo, alla<br />

kermesse giovanile che ogni anno si<br />

svolge nella città mariana.<br />

Insieme a Rita Borsellino, sorella del<br />

giudice Paolo, vittima di un agguato di<br />

mafia nel 1992, furono i fantastici protagonisti<br />

di quella edizione del meeting<br />

(foto in alto). Migliaia di giovani ascoltarono<br />

i loro interventi in religioso silenzio.<br />

L’Abbé Pierre rispose, con l’aiuto<br />

dell’interprete, ad alcune domande. Le<br />

sue parole profumate di credibilità arrivavano<br />

diritte al cuore dei presenti. Quel<br />

giorno, davanti a tutti, c’era un testimone<br />

vero, un uomo che aveva cambiato la<br />

vita e la storia di tanti uomini e donne da<br />

lui accolti in nome dell’Amore. Tutti ascoltarono<br />

le sue scomode verità e l’invito<br />

a porsi in ottica diversa da quella<br />

del mondo, e tutti capirono!<br />

L’Abbé Pierre, al secolo Henry Groués,<br />

nato a Lione il 5 agosto 1912, è morto a<br />

Parigi il 22 gennaio <strong>2007</strong>, a circa 95<br />

anni. Le massime autorità politiche e religiose<br />

francesi, i confratelli di Emmaus<br />

e, soprattutto, un’immensa folla silenziosa<br />

assiepata in gran parte all’esterno<br />

della Cattedrale di Notre Dame, hanno<br />

partecipato ai suoi funerali per rendere<br />

omaggio all’apostolo dei senzatetto, a colui<br />

che in vita non aveva mai rinunciato<br />

a tendere la mano agli esclusi.<br />

Anche il Papa si è reso presente inviando<br />

un telegramma al Presidente dei<br />

Vescovi francesi, l’Arcivescovo di Bordeaux,<br />

Pierre Ricard. Benedetto XVI<br />

“rende grazie” per l’azione dell’Abbé<br />

Pierre a favore dei più poveri con la quale<br />

- si legge - “ha dato una chiara testi-<br />

L’ABBÉ PIERRE, FRATEL MARTINO GIULIANI E FRA ATEL PASQUALE SORGE NELLA CASA DEL PADRE<br />

I loro nomi sono o scritti nei cieli<br />

monianza della carità che ci viene da<br />

Cristo” lottando per tutta la vita contro<br />

la povertà.<br />

“Con questa scomparsa tutta la Francia<br />

è toccata al cuore. Essa perde un’immensa<br />

figura, una coscienza, un’incarnazione<br />

della bontà”, ha detto il presidente<br />

Jacques Chirac. A scomparire, per<br />

il capo dell’Eliseo, è colui che ha mostrato<br />

a tutti “la via del cuore, della<br />

generosità, dello spirito di rivolta al servizio<br />

dei più vulnerabili”. Per l’ex-presidente<br />

Valéry Giscard d’Estaing, dopo<br />

la morte dell’Abbé Pierre “la Francia<br />

non sarà più la stessa”.<br />

Nel fondare Emmaus, l’Abbé Pierre<br />

ha realizzato un piccolo e grande miracolo:<br />

quello di donne e uomini considerati<br />

“scarti della società”, al pari dei<br />

cartoni e dei vestiti che da oltre mezzo<br />

secolo vanno raccogliendo per le strade,<br />

restituiti alla gioia di vivere. Oggi Emmaus<br />

conta circa 115 comunità solo in<br />

Francia e 400 gruppi in una quarantina<br />

di Paesi del mondo. Il ramo internazionale<br />

di Emmaus, fondato nel 1971,<br />

opera soprattutto in Africa e America Latina.<br />

Nel 1987 è nata poi la “Fondazione<br />

Abbé Pierre”, specializzata nella costruzione<br />

e gestione di alloggi popolari, in<br />

parte anche grazie a sovvenzioni pubbliche.<br />

L’intero parco di alloggi della fondazione<br />

ha di recente superato le diecimila<br />

unità.<br />

Fratel Martino Giuliani<br />

Gli altri due amici del Santuario, Fratel<br />

Martino (foto a sinistra) e Fratel Pasquale,<br />

fanno parte a pieno titolo della<br />

storia di Pompei per aver offerto il loro<br />

contributo di educatori nell’Istituto per i<br />

figli dei carcerati.<br />

Hanno lasciato questo mondo a breve<br />

distanza l’uno dall’altro; il 1° e il 3<br />

febbraio. La loro dipartita è avvenuta<br />

- coincidenza provvidenziale - nei giorni<br />

del convegno per il Centenario della pre-<br />

IL ROSARIO E LA NUOVA POMPEI – 40 –<br />

ANNO <strong>123</strong> - N. 3 - <strong>2007</strong> [136]<br />

senza dei Fratelli delle Scuole Cristiane<br />

a Pompei celebratosi proprio nel pomeriggio<br />

del 3 febbraio (cfr. pp. 6-9).<br />

Evaristo Giuliani, in religione Fratel<br />

Martino di Maria, nacque a Farnese (VT),<br />

il 18 aprile 1909 da Giacomo e Maria<br />

Biagini. A 11 anni, entrò nell’Aspirantato<br />

dei Fratelli di Albano Laziale, dando<br />

inizio al suo percorso di discernimento<br />

vocazionale conclusosi con la Professione<br />

religiosa il 15 agosto 1934, a Castel<br />

Gandolfo. Intanto, aveva conseguito<br />

la Laurea in Lettere e l’abilitazione all’Educazione<br />

Musicale nella scuola media.<br />

Il suo apostolato inizia nella Scuola<br />

Elementare dell’Istituto San Luigi di<br />

Acireale (CT) nel 1928. Dal 1929 al<br />

1933, fu inviato dai Superiori, per la prima<br />

volta, all’Istituto “Bartolo Longo“ di<br />

Pompei. Seguirono le esperienze di Kos<br />

nell’Egeo, al Collegio Sant’Arcangelo<br />

di Fano nelle Marche, all’Istituto “A.<br />

Mai” in Roma, al Seminario minore di<br />

Albano Laziale e all’Istituto “San Luigi”<br />

di Acireale, al Collegio San Giuseppe<br />

di Roma, al Centro medico sociale,<br />

rivolto alla riabilitazione e all’educazione<br />

dei “Mutilatini”, di Salerno.<br />

L’ultimo tratto del suo intenso e proficuo<br />

apostolato educativo fu a Pompei<br />

(1979-1999), dove ebbe modo di far<br />

apprezzare le sue straordinarie virtù di<br />

educatore cristiano a servizio di Dio e<br />

della Chiesa, animato da un profondo<br />

impegno di preghiera, di studio e di ascolto<br />

della Parola di Dio.<br />

Fratel Martino era un religioso dall’intelligenza<br />

vivace, dotato di fine umorismo,<br />

ricco d’entusiasmo e di generosità,<br />

amante della cultura e disponibile<br />

con tutti. Era di una delicatezza d’animo<br />

particolare. Nasceva qui la sua passione<br />

per la musica, che riteneva armonia<br />

interiore dello spirito e pace dell’anima,<br />

strumento essenziale per elevarsi<br />

al di sopra di tutto ciò che è caduco<br />

e mortale e per proiettarsi nell’inti-<br />

mità di Dio. È tornato alla Casa del Padre<br />

il 1° febbraio nella Comunità “Santa<br />

Famiglia” del Colle La Salle a Roma.<br />

Fratel Pasquale Sorge<br />

Di alcuni anni più giovane, Antonio<br />

Sorge, in religione Fratel Pasquale di Gesù<br />

(foto in basso), nacque a Strangolagalli<br />

(FR) il 18 marzo 1924 da Pietro e<br />

Margherita Sementilli. All’età di 12 anni<br />

entrò nell’Aspirantato dei Fratelli ad<br />

Albano Laziale e proseguì il suo cammino<br />

vocazionale nel noviziato di Torre<br />

del Greco (NA) e poi nel Collegio di<br />

San Giuseppe di Roma, conclusosi con<br />

la Professione perpetua, il 25 agosto<br />

1949. Nel 1943 iniziò il suo apostolato<br />

presso la Scuola Elementare dell’Istituto<br />

“A. Mai” di Roma, cui seguirono gli<br />

impegni di educatore e di docente alla<br />

Scuola “San Giovanni” in Roma, all’Aspirantato<br />

dei Fratelli presso la Casa Generalizia,<br />

al Collegio “Sant’Arcangelo”<br />

di Fano nelle Marche, al Collegio San<br />

Giuseppe di Roma, all’Aspirantato Maggiore<br />

del Colle La Salle, allo Scolasticato.<br />

Nel frattempo aveva conseguito la<br />

Laurea in Scienze Naturali presso l’Università<br />

di Catania.<br />

Dopo aver partecipato ad un corso di<br />

aggiornamento e di riqualificazione sulla<br />

vita consacrata e sulla spiritualità ed<br />

il carisma lasalliano, ebbe l’incarico di<br />

Direttore dell’Aspirantato Maggiore del<br />

Colle La Salle e, dal 1963 al 1970, quello<br />

di Direttore dell’Istituto “Bartolo Longo”<br />

in Pompei, dove ha lasciato uno stupendo<br />

ricordo per il suo fecondo apostolato<br />

al servizio dei figli dei carcerati<br />

e di altri ragazzi meno fortunati.<br />

Fu successivamente nominato Direttore<br />

dell’Istituto “Leonardo da Vinci”<br />

di Catania e nel 1972 Visitatore dell’ex<br />

Provincia di Roma fino al 1981. Seguirono<br />

il mandato di Economo e di Presidente<br />

della Casa di accoglienza “Jesus<br />

Magister”, di Direttore della Comunità<br />

“Santa Famiglia” del Colle La Salle e, dal<br />

2004, di Direttore della seconda Comunità<br />

dei Fratelli avanti negli anni in Grottaferrata,<br />

dove è morto il 3 febbraio.<br />

Fratel Pasquale, come religioso ed<br />

educatore, lascia una luminosa, fedele e<br />

docile testimonianza di sequela del Signore<br />

Gesù nei diversi incarichi che gli<br />

sono stati affidati. Di lui si ricordano la<br />

prudenza e il coraggio nell’affrontare i segni<br />

dei tempi, e più ancora le virtù di<br />

fedele laboriosità e di cordiale apertura,<br />

unite alla fermezza necessaria.<br />

■ di FRANCESCO MARIANO<br />

IL ROSARIO E LA NUOVA POMPEI – 41 –<br />

ANNO <strong>123</strong> - N. 3 - <strong>2007</strong> [137]


◆ Voglio ringraziare la Vergine<br />

di Pompei per aver ascoltato<br />

le mie preghiere ed<br />

anche il beato Bartolo Longo<br />

che prego tutti i giorni.<br />

Sono stata affetta da forti<br />

emorragie nasali a causa delle<br />

quali sono stata da tanti medici<br />

ed in tanti ospedali, ma senza<br />

aver alcun risultato.<br />

Ho incominciato a pregare<br />

la Mamma Celeste e, Bartolo<br />

Longo e, grazie a loro,<br />

da quasi un anno, non sono<br />

stata più costretta alle cure di<br />

urgenza del pronto soccorso.<br />

Ora prego e continuerò a<br />

pregare continuamente, tutti i<br />

giorni, la Madonna di Pompei,<br />

cui devo tutta la mia gratitudine<br />

per le migliorate condizione<br />

di salute.<br />

Anna Marinaro<br />

Waltham - Massachusetts (USA)<br />

***<br />

◆ Gent.mo Direttore, sono<br />

un miracolato del beato Bartolo,<br />

o almeno credo d’esserlo.<br />

Vado per i quarantuno anni,<br />

sono un giornalista e vivo<br />

con mia moglie nella campagna<br />

toscana.<br />

Il fatto che desidero narrarvi<br />

risale al settembre/ottobre,<br />

del 1980. Avevo quindici<br />

anni e vivevo, a quel tempo,<br />

con i miei genitori ed i miei<br />

fratelli a Catanzaro, la mia città<br />

d’origine, su un viale a grande<br />

scorrimento.<br />

Un mattino, credo di domenica,<br />

mio padre, ora defunto,<br />

mi mandò a comprare<br />

il pane presso un forno che si<br />

trovava dall’altro lato del viale.<br />

Guardai in su ed in giù e<br />

vidi scendere solo una macchina,<br />

ancora lontana, sulla<br />

corsia opposta, diedi uno scatto<br />

confidando nei miei quindici<br />

anni e mi lanciai all’attra-<br />

GRATI ALLA MADONNA<br />

E AL BEATO BARTOLO LONGO<br />

versamento del veloce stradone.<br />

Avevo calcolato male,<br />

perché giunto al centro della<br />

corsia opposta, mi ritrovai paurosamente<br />

il muso della macchina<br />

a mezzo metro da me<br />

che tentavo disperatamente di<br />

raggiungere il marciapiede. Però,<br />

me la sentii passare dietro.<br />

Saltai al sicuro e, ancora spaventato<br />

feci in tempo a vedere<br />

il conducente che si metteva<br />

le mani nei capelli. Però ero<br />

sano e salvo.<br />

Al momento di riattraversare<br />

vidi i miei genitori al balcone,<br />

fortemente allarmati, che<br />

mi facevano segno di stare attento.<br />

Giunto a casa fui accolto<br />

da un’atmosfera di sgomento<br />

e venni rimproverato da<br />

mio padre che, bianco come un<br />

cencio, mi disse: “Ti abbiamo<br />

visto uscire da sotto la macchina”.<br />

■ a cura di CIRO COZZOLINO<br />

◆Sono figlia di Angelo Brizi, che fino all’età<br />

di ventisei anni è stato ospite dell’Istituto<br />

Bartolo Longo, e mia madre Rosa Mazzetti<br />

è nata e vissuta a Pompei fino al giorno<br />

del suo matrimonio.<br />

Mi sono sposata nel mese di giugno e<br />

dopo alcuni mesi sono rimasta incinta, ma<br />

purtroppo la gravidanza non è andata a buon<br />

fine. Nei quattro anni successivi ho subito<br />

diversi interventi chirurgici ed il sogno di<br />

avere un bambino svaniva sempre di più.<br />

Dopo diversi anni sono rimasta di nuovo<br />

incinta ma ho perso di nuovo il bambino,<br />

probabilmente a causa del forte trauma e dispiacere<br />

per la perdita prematura di mia cognata<br />

Laura, morta a soli 37 anni, la mia<br />

stessa età! Ho sofferto tantissimo. Ero<br />

disperata per tutto ciò che era accaduto negli<br />

ultimi mesi ma non mi sono arresa, anche se<br />

ho ricevuto tante mortificazioni da quanti<br />

mi ritenevano incapace di portare a compimento<br />

una maternità a causa della mia conformazione<br />

corporea.<br />

Ristabilitasi la calma, notai<br />

mio padre, ancora pallido,<br />

che fissava la strada su cui il<br />

traffico era andato intensificandosi.<br />

Dopo un po’ distolse<br />

lo sguardo e disse: «Ho fatto<br />

un sogno stanotte. Mi è apparso<br />

uno che mi ha detto di<br />

essere un beato, che mi diceva<br />

“Domani mattina te lo salvo<br />

io...”. Adesso capisco tutto...».<br />

Quale beato? Chiedemmo.<br />

«Non mi ricordo bene...<br />

qualcosa come Bortolo... Bartolo...<br />

o Alberto... insomma<br />

non mi ricordo più. Aveva un<br />

barbone...»!<br />

La scorsa estate, è avvenuta<br />

una svolta importate nella<br />

vita spirituale mia e di mia<br />

moglie, vita che non era stata<br />

mai particolarmente fervorosa.<br />

Non abbiamo avuto bambini<br />

e questo aveva condotto<br />

mia moglie in uno stato di pro-<br />

fonda frustrazione. Attraverso<br />

mia sorella, durante il mese<br />

di agosto abbiamo deciso<br />

di recarci a rendere visita alla<br />

cappella dell’Associazione<br />

«Cuore Immacolato di Maria,<br />

Rifugio delle anime» a Paravati,<br />

in provincia di Vibo Valentia,<br />

struttura voluta da Natuzza<br />

Evolo. Là abbiamo recitato<br />

una corona del Rosario,<br />

e dopo aver mangiato qualcosa,<br />

siamo tornati a Catanzaro.<br />

Terminata l’estate e rientrati<br />

in Toscana, mia moglie,<br />

inaspettatamente, manifesta la<br />

volontà di pregare con me una<br />

corona del Rosario, ogni<br />

sera prima di cena.<br />

La cosa mi sorprende molto,<br />

considerando che, anche<br />

se cattolica, mia moglie è tedesca,<br />

figlia di una luterana e<br />

quindi il Rosario non rientra<br />

propriamente nella sua men-<br />

Mi sono affidata a Dio ed alla Madonna<br />

di Pompei, recitando ogni giorno il Rosario.<br />

Ho invocato la Madonna chiedendo a Lei,<br />

Mamma di tutte le mamme, di darmi la possibilità<br />

di diventare madre. Dopo tre mesi<br />

ero di nuovo in attesa di un bambino!<br />

Ho trascorso la gravidanza a letto. Ho<br />

fatto le analisi ogni settimana e sono stata<br />

assistita giorno dopo giorno dal mio ginecologo.<br />

Ringrazio, anche, le mie amiche Nadia,<br />

Silvia e Barbara per essermi state vicine<br />

sempre!<br />

Ho sofferto tanto nei nove mesi di gravidanza,<br />

ma ho fatto il possibile affinché il mio<br />

bambino nascesse. Infatti è nato Manuel con<br />

parto cesareo.<br />

Ringrazio Dio e la Madonna di Pompei<br />

per avermi dato la gioia di avere il mio dolce<br />

e tenero bambino, ma desidero inviare un<br />

messaggio a tutte le donne che hanno vissuto<br />

e vivono la mia stessa sofferenza e attesa:<br />

non vi arrendete, pregate e pregate ancora!<br />

Maria Brizi - Roma<br />

IL ROSARIO E LA NUOVA POMPEI – 42 –<br />

ANNO <strong>123</strong> - N. 3 - <strong>2007</strong> [138]<br />

PREGHIERA<br />

PER LA<br />

CANONIZZAZIONE<br />

DEL BEATO<br />

BARTOLO<br />

LONGO<br />

talità. Anch’io però, non avevo<br />

mai recitato il Rosario, se<br />

non una o due volte con mia<br />

madre da ragazzo.<br />

Aderisco con entusiasmo<br />

all’iniziativa e da allora lo recitiamo<br />

ogni sera.<br />

Durante l’autunno, mia moglie<br />

ha un sogno in cui viene<br />

invitata a pregare un ... Bartolo...<br />

San Bartolo..., o qualcosa<br />

del genere, ma nessuno<br />

dei due ha idea di chi sia o<br />

dove sia venerato un eventuale<br />

Bartolo, santo o meno.<br />

Compio alcune ricerche in<br />

Internet e trovo un sito «Santi,<br />

beati e testimoni», in cui<br />

c’è la descrizione della vita e<br />

dell’opera di moltissimi santi.<br />

Di Bartolo ce ne sono due:<br />

San Bartolo, che si venera a<br />

San Gimignano, non lontano<br />

da noi, ed il beato Bartolo<br />

Longo, che scopro essere il<br />

fondatore del santuario della<br />

Madonna di Pompei, nonché<br />

un fervente “apostolo” del Santo<br />

Rosario.<br />

Ho come un trasalimento,<br />

i ricordi mi affiorano alla<br />

mente e sento qualcosa che mi<br />

suggerisce di scavare nel passato.<br />

In breve, da chissà quale<br />

cassetto della memoria, recupero<br />

quella rocambolesca mattinata<br />

di venticinque anni fa.<br />

E poco tempo dopo, un’amica<br />

di mia sorella molto vicina<br />

a Natuzza, in quanto responsabile<br />

di un gruppo di preghiera,<br />

mi fa avere un oggetto<br />

particolare: è un Rosario<br />

benedetto. Guardo la catenina<br />

e rimango a bocca aperta: la<br />

congiunzione è costituita da<br />

un’immagine della Madonna<br />

di Pompei.<br />

Ho esposto i fatti così come<br />

sono avvenuti. Personalmente,<br />

da tanti mesi ormai,<br />

Dio, Padre di misericordia,<br />

noi ti lodiamo per aver donato<br />

alla storia degli uomini<br />

il beato Bartolo Longo,<br />

ardente apostolo del Rosario<br />

e luminoso esempio di laico<br />

impegnato nella testimonianza<br />

evangelica della fede<br />

e della carità.<br />

ho incluso Bartolo Longo fra<br />

i santi che invoco quotidianamente,<br />

rimanendo a totale disposizione<br />

per qualsiasi chiarimento.<br />

Mario Sapia<br />

Cesa (AR)<br />

***<br />

◆ Voglio esprimere la mia riconoscenza<br />

alla SS. ma Vergine<br />

di Pompei per una grazia<br />

ricevuta da mio padre. Difatti<br />

in seguito a problemi respiratori<br />

lo ricoverammo all’ospedale<br />

della nostra città, dove<br />

gli fu diagnosticato un edema<br />

polmonare. Passate alcune<br />

ore, però, la situazione peggiorò<br />

per cui fu necessario intubarlo<br />

perché non riusciva<br />

più a respirare da solo.<br />

La situazione diventava<br />

sempre più grave ed i medici<br />

decisero di trasferirlo nel reparto<br />

di rianimazione di un ospedale<br />

di Napoli, dove fu posto<br />

in coma farmacologico.<br />

La diagnosi era estrema-<br />

Noi ti ringraziamo per il suo<br />

straordinario cammino spirituale,<br />

le sue intuizioni profetiche,<br />

il suo instancabile prodigarsi<br />

per gli ultimi e gli emarginati,<br />

la dedizione con cui servì<br />

filialmente la tua Chiesa<br />

e costruì la nuova città<br />

dell’amore a Pompei.<br />

◆ O dolce Madre, sono un tuo figliolo e ti scrivo per dichiararti<br />

quello che sento nel mio cuore per te. Ho sperimentato<br />

che Tu non trascuri chiunque ti invochi in segno di aiuto<br />

e che ami teneramente i tuoi devoti.<br />

Uno di questi sono io. Ti ho invocato non poche volte<br />

per chiedere la tua protezione. Ricordo quando sono stato<br />

sottoposto alla chemioterapia per un tumore ai polmoni.<br />

Ero pieno di paura. Trepidando pensavo a te e mi chiedevo:<br />

O dolce Madre dove sei? Che cosa mi succederà durante la<br />

terapia prescrittami dai dottori? Non facevo altro che piangere<br />

ed avere il tuo nome sulle labbra, anche se non avevo<br />

forza per pronunziarlo.<br />

Quando, quasi dopo tre mesi, il dottore terapista mi riferì<br />

la bella notizia che l’infezione cancerosa era scomparsa,<br />

così come risultava dalle radiografie, allora mi resi conto<br />

che mi eri stata sempre vicina. Così, come in tante altre circostanze<br />

non liete della mia vita.<br />

La fiducia in te non è mai venuta meno, o dolce Madre.<br />

A te la mia gratitudine per sempre.<br />

Matteo Del Grosso<br />

Brooklyn - New York (USA)<br />

mente grave: infarto acuto al<br />

miocardio con edema polmonare.<br />

Le speranze di sopravvivenza<br />

erano nulle.<br />

La notizia arrivò subito alla<br />

parrocchia che i miei genitori<br />

frequentano quotidianamente.<br />

Gli amici non vedendoli<br />

alla Messa serale seppero<br />

della situazione grave in<br />

cui versava mio padre. E già<br />

da quella sera le nostre care<br />

Noi ti preghiamo,<br />

fa’ che il beato Bartolo Longo,<br />

sia presto annoverato<br />

tra i Santi della<br />

Chiesa universale,<br />

perché tutti possano<br />

seguirlo come modello<br />

di vita e godere della sua<br />

intercessione.<br />

Suore Figlie del Santo Rosario<br />

di Pompei, che hanno a<br />

Santa Maria Capua Vetere una<br />

bella comunità, e che in<br />

chiesa animavano il Santo Rosario,<br />

durante il mese di maggio<br />

dedicato alla Madonna,<br />

hanno iniziato a pregare per<br />

lui.<br />

Ogni sera tornavamo a casa<br />

sempre più sconfitti, ma<br />

con tanta fede, l’unica forza<br />

che ci faceva andare avanti e<br />

sperare in un miracolo.<br />

Dopo circa 15 giorni, mio<br />

padre iniziò a respirare da solo.<br />

Una sorpresa non solo per<br />

noi ma anche per i medici, che<br />

non ebbero difficoltà ad ammettere<br />

che solo un intervento<br />

divino avrebbe potuto, all’improvviso,<br />

risolvere una situazione<br />

così grave.<br />

Dopo alcuni giorni di degenza<br />

nel reparto di cardiochirurgia<br />

mio padre è tornato<br />

finalmente a casa.<br />

Ringrazio, a nome mio e<br />

della mia famiglia, la Santissima<br />

Vergine del Rosario di<br />

Pompei, perché, nonostante la<br />

nostra piccolezza, non ci ha<br />

lasciato soli, e, come dice mio<br />

padre, continuerà a proteggerci<br />

e ad amarci. Lina Prodromo<br />

Santa Maria Capua Vetere (CE)<br />

Chiunque ricevesse grazie per intercessione del beato<br />

Bartolo Longo, fondatore del Santuario, delle Opere<br />

annesse e della città di Pompei, è vivamente pregato di<br />

darne comunicazione al Vice Postulatore della causa di<br />

canonizzazione:<br />

MONS. RAFFAELE MATRONE<br />

Piazza Bartolo Longo, 1 - 80045 Pompei (Napoli)<br />

Tel.: 081 8577275 - 081 8638366 - Fax: 081 8503357<br />

N.B. Le comunicazioni devono essere corredate di indiriz-<br />

zo completo e numero telefonico.<br />

IL ROSARIO E LA NUOVA POMPEI – 43 –<br />

ANNO <strong>123</strong> - N. 3 - <strong>2007</strong> [139]


Alla Vergine Maria una supplica struggente ricca di sentimenti<br />

Sono un pensionato di sessant’otto<br />

anni, abito a Santarcangelo di Romagna.<br />

Vedovo dal 1994, per passare il<br />

tempo mi diletto a scrivere articoletti<br />

nelle rubriche “lettere al direttore” sui<br />

quotidiani “Il Resto del Carlino”, “La<br />

Voce di Romagna” e tempi addietro anche<br />

su “Panorama”. In tutto mi sono<br />

stati pubblicati più di mille articoli che<br />

riguardano in parte la politica, in parte il<br />

costume oltre ad articoli di protesta riguardanti<br />

le cose quotidiane. Ho due figli,<br />

maschio e femmina, che mi hanno<br />

dato sei nipoti, tre ciascuno. Il maschio<br />

è diventato Diacono Permanente presso<br />

la Chiesa di Montalbano, frazione di San<br />

Giovanni in Marigliano (RN).<br />

Come dicevo, ho l’hobby di scrive-<br />

I nostri<br />

lettori<br />

ci scrivono<br />

■ a cura di AUGUSTO DI VITTORIO<br />

re e ora, invece di scrivere articoli di<br />

politica, ho pensato a Gesù e Maria dedicando<br />

loro delle invocazioni che allego<br />

alla presente e che vorrei tanto che<br />

venissero pubblicate su qualche pubblicazione<br />

religiosa. Sarei l’uomo più felice<br />

del mondo.<br />

Albino Orioli<br />

Santarcangelo di Romagna (RN)<br />

Caro signor Albino, pubblichiamo<br />

nella colonna a destra il suo scritto convinti<br />

della sincerità del suo animo e del<br />

suo confidente e filiale abbandono alla<br />

Madre di Gesù, che lei, come la maggior<br />

parte del popolo cristiano, sperimenta<br />

nella sua funzione di madre, guida,<br />

compagna e aiuto nelle difficoltà della<br />

vita.<br />

Dalla Spagna in pellegrinaggio a Pompei?<br />

Gentilissimo Direttore, siamo religiose impegnate nell’assistenza in un collegio<br />

per bambini e da tempo riceviamo “Il Rosario e la Nuova Pompei”, in lingua<br />

spagnola. È una rivista stupenda e ci aiuta molto nella preghiera del Rosario.<br />

Ogni anno, con la nostra congregazione, compiamo un pellegrinaggio a un santuario<br />

mariano, che prepariamo tutto l’anno. Il prossimo è già stato organizzato.<br />

Ci piacerebbe venire anche al vostro Santuario, ma non abbiamo sufficienti<br />

mezzi economici per realizzare questo desiderio, anche se non manca il nostro<br />

impegno a cercare e raccogliere i fondi necessari. Avremmo pensato che forse un<br />

fine settimana nel mese di maggio o il periodo di agosto, visto che in quel mese<br />

siamo libere da impegni di lavoro, potrebbero andare bene. Pregate per noi.<br />

Suor Nuria<br />

Istituto Maria Teresa - Alcobendas - Madrid (Spagna)<br />

Reverenda Suor Nuria, la ringraziamo per il lusinghiero giudizio sulla nostra<br />

rivista. Siamo davvero contenti del vostro progetto di venire in pellegrinaggio al<br />

nostro Santuario, anche se non mancano difficoltà operative e finanziarie.<br />

Per la vostra ospitalità e permanenza a Pompei, è opportuno che scriviate<br />

al Vescovo di Pompei, persona squisita e sensibile, affinché si possa ipotizzare<br />

con più realismo il tutto.<br />

Spett.le Redazione R.N.P.<br />

Santuario Beata Vergine<br />

del Rosario<br />

80045 Pompei (Na)<br />

INVOCAZIONE<br />

A MARIA<br />

Tu o Maria, che sei la madre di Gesù<br />

e madre nostra, madre di tutte le madri<br />

del mondo. Tu che hai visto morire<br />

Tuo figlio sulla croce. Tu che hai pianto<br />

e sofferto un grande dolore nel vederlo<br />

patire, sanguinare, oltre ad essere<br />

deriso dai suoi carnefici. Tu, o Vergine<br />

Santa, che sei in Paradiso assieme ai<br />

santi e a tutti i buoni di questa terra,<br />

intercedi per noi peccatori e chiedi al<br />

Signore di volerci aiutare nel cammino<br />

delle nostra vita, irto di spine, di mali<br />

che affliggono e tante volte ci portano<br />

via prematuramente i nostri cari.<br />

O Vergine, avvolta nel Tuo azzurro<br />

mantello profumato di rose, vieni tra<br />

noi, per consolarci, per darci la forza di<br />

guardare verso il cielo, di pregare, Te e<br />

Tuo figlio Gesù affinché ci faccia guarire<br />

da tutta l’invidia, la superbia, la lussuria<br />

che ci circonda. Che ci faccia diventare<br />

più buoni, più socievoli alfine<br />

di poter convivere in santa pace con le<br />

nostre famiglie e con il nostro prossimo.<br />

Vieni tra noi, o Maria Santissima, per<br />

guarire la nostra ipocrisia, la nostra miscredenza,<br />

le nostre debolezze, la nostra<br />

avarizia.<br />

Ti preghiamo o Vergine Santissima,<br />

madre nostra, aiutaci perché ne abbiamo<br />

veramente bisogno, altrimenti, noi<br />

da soli non siamo capaci di credere e ci<br />

allontaniamo sempre più dalla retta via.<br />

Ti preghiamo con il cuore in mano: fai<br />

in modo che noi, Tuoi figli, ritorniamo<br />

ai valori della vita che ha insegnato alle<br />

genti Tuo figlio Gesù.<br />

Ti invochiamo o Maria: esaudisci le<br />

nostre suppliche. O Maria madre nostra,<br />

non ci abbandonare.<br />

IL ROSARIO E LA NUOVA POMPEI – 44 –<br />

ANNO <strong>123</strong> - N. 3 - <strong>2007</strong> [140]<br />

Dio non lascia mai soli quelli che sono gravati dal peso delle prove<br />

Spett.le direzione del Santuario di<br />

Pompei, sono una devota della Madonna<br />

anche se non sono una brava cristiana.<br />

Noto, infatti, che quando sono in difficoltà<br />

prego la Madonna per ricevere il<br />

suo aiuto. Una volta superate le difficoltà,<br />

però, non la penso come dovrei.<br />

Ho vissuto una vita molto dura sin<br />

dall’infanzia. Mi sono sposata a 17 anni<br />

con un militare americano nella speranza<br />

di migliorare la mia vita. Ho avuto<br />

quattro bellissimi figli grazie a Dio, nati<br />

tutti a Napoli, che bello!<br />

Però, nel 1980, dopo la morte di mio<br />

padre, mio marito ha deciso che era il<br />

momento di tornare in America, nella<br />

Carolina del Sud, dove è iniziato il mio<br />

calvario. Ci siamo ritrovati ben presto<br />

senza soldi. Mio marito ha iniziato a bere<br />

e a lavorare saltuariamente.<br />

Ho dovuto, così, cominciare a lavorare<br />

anch’io, facendo le pulizie e quel<br />

poco che riuscivo a fare non sapendo né<br />

leggere, né scrivere in inglese. All’inizio<br />

sembrava l’inferno, ma ho trovato<br />

delle persone meravigliose ed ho notato<br />

che quando si chiudeva una porta se ne<br />

riaprivamo due e questo mi ha incorag-<br />

In Santuario la preghiera per tutti i devoti<br />

Esimio Direttore, sono una signora<br />

che scrive da tanto lontano, dal Canada.<br />

L’anno scorso, mi trovavo nello studio<br />

del dottore di famiglia e, mentre aspettavo<br />

il turno della mia visita, ho frugato<br />

tra le riviste che erano sul tavolo<br />

della sala di attesa. Scorsi la vostra e<br />

con grandissima curiosità la sfogliai. Sono<br />

stata affascinata dall’immagine della<br />

Madonna di Pompei, che mi è sembrata<br />

la Mamma più dolce e più bella<br />

del mondo. Con slancio filiale le chiesi<br />

di aiutarmi a pregare come piace a Lei,<br />

con il Rosario, ed il suo Divino Figliolo,<br />

Nostro Signore Gesù Cristo.<br />

Vi chiedo se è possibile che durante<br />

la recita del Rosario a Pompei, davanti<br />

all’icona della Vergine, si possa pregare<br />

per le mie intenzioni. La Vergine conosce<br />

bene i miei bisogni e le mie difficoltà.<br />

Grazie.<br />

Maria Luisa Lamanna<br />

North York - Ontario (Canada)<br />

È tradizione consolidata, che risale<br />

all’origine della storia di Pompei, l’im-<br />

giato fortemente dandomi la spinta a<br />

proseguire.<br />

Ho ancora risentimento verso mio<br />

marito che non ha fatto tutto quello che<br />

poteva per dare alla famiglia un futuro<br />

più sereno e dignitoso. Da parte mia<br />

faccio il possibile per aiutare i miei figli.<br />

Il mio sogno è quello di possedere<br />

un appartamento anche piccolissimo però<br />

mio, chissà che con l’aiuto della Madonna<br />

e prima che muoia ciò si possa<br />

realizzare.<br />

Mi auguro di aver salute e forza sufficiente<br />

per tagliare questo traguardo,<br />

visto che alcuni anni fa ho dovuto superare<br />

anche l’asportazione di un piccolo<br />

tumore al seno, che grazie a Dio non ha<br />

avuto conseguenze letali.<br />

Desidero, infine, che sappiate che uno<br />

dei motivi che mi hanno spinto a scrivervi<br />

questa lettera è il fatto, e non è capitato<br />

una sola volta, che quando mi sento<br />

giù e sento la nostalgia della mia famiglia,<br />

ecco che arriva la vostra Rivista.<br />

Non so se è solo pura coincidenza, ma<br />

la verità è che ricevo il vostro giornale<br />

sempre al momento giusto e di questo vi<br />

ringrazio di cuore.<br />

pegno di preghiera, ogni giorno, rivolto<br />

alla Vergine del Rosario per tutti quelli<br />

che, devoti e benefattori, sono legati<br />

al nostro Santuario.<br />

Pregheremo volentieri anche per lei,<br />

cara signora Maria Luisa, per le sue necessità,<br />

soprattutto, perché la Madonna<br />

e il suo Rosario possano diventare<br />

per Lei occasione di crescita spirituale<br />

e di conoscenza del figlio, il Signore<br />

Gesù.<br />

La Vergine Maria c’indica di essere<br />

discepoli del Figlio, di ascoltare le sue<br />

parole e di vivere secondo i suoi insegnamenti.<br />

Auguri.<br />

Vi chiedo di fare una preghiera speciale<br />

per me e per i miei figli. Accendete<br />

una candela alla Madonna da parte mia.<br />

Un giorno, quando tornerò a Napoli verrò<br />

certamente a Pompei.<br />

Vi ringrazio di avermi ascoltata e vi<br />

ringrazio per le preghiere che farete per<br />

me.<br />

A. B. - USA<br />

Cara Signora, ci riempie il cuore sapere<br />

che la nostra rivista è per lei come<br />

un viatico che l’aiuta a ritrovare pace, serenità<br />

e consolazione.<br />

È per noi motivo di orgoglio ma anche<br />

di responsabilità sapere quanto essa<br />

sia attesa e il bene che può produrre<br />

negli animi, accedendo una fiamma di<br />

speranza nel cuore e nella vita di tante<br />

persone e di tante famiglie, come testimoniano<br />

altre esperienze analoghe.<br />

Desideriamo esprimerle tutta la nostra<br />

condivisione per il suo calvario personale<br />

e familiare e l’apprezzamento per<br />

la sua fortezza d’animo che l’ha aiutata<br />

nei momenti più difficili.<br />

Non dimentichi che anche nelle circostanze<br />

più delicate della vita Dio non<br />

ci abbandona mai, non lascia da soli<br />

i suoi figli. Lei lo ha sperimentato - come<br />

ha scritto nella sua lunga lettera -<br />

nell’incontro di persone meravigliose,<br />

nella soluzione improvvisa e positiva di<br />

tanti piccoli problemi, nella presenza<br />

materna della Vergine di Pompei, di cui<br />

la nostra rivista non è che una piccola<br />

voce.<br />

Noi pregheremo per lei e per le sue<br />

necessità familiari, ma ricordi che il sogno<br />

di una vita non è solo possedere legittimamente<br />

una dimora dignitosa, ma<br />

anche quello di offrire, come ha ricordato<br />

il santo Natale, una bella dimora<br />

al Signore Gesù che chiede di incarnarsi,<br />

di essere accolto nella nostra vita<br />

personale e in quella delle nostre comunità.<br />

In relazione alla normativa sulla tutela delle persone e di altri soggetti rispetto<br />

al trattamento dei dati personali (D. Lgsl 30-06-2003 n. 196), ci è gradito comunicarLe<br />

che il Suo nome è stato inserito nel nostro indirizzario, esclusivamente allo scopo di<br />

informarLa sulle iniziative del nostro Santuario.<br />

Le garantiamo, pertanto, che tali dati sono utilizzati esclusivamente per l’invio<br />

di comunicazioni inerenti le nostre opere e sono trattati con la massima riservatezza.<br />

Le ricordiamo che, qualora queste informazioni non fossero di Suo gradimento,<br />

è Sua facoltà richiedere la cancellazione dei dati relativi alla Sua persona dal nostro<br />

indirizzario, ai sensi dell’art. 7 del D. Lgsl sopra citato.<br />

IL ROSARIO E LA NUOVA POMPEI – 45 –<br />

ANNO <strong>123</strong> - N. 3 - <strong>2007</strong> [141]


EDIZIONI DEHONIANE BOLOGNA<br />

Via Nosadella, 6 - 40<strong>123</strong> BOLOGNA<br />

Tel. 051 4290011 - Fax 051 4290099<br />

ced-amm@dehoniane.it<br />

Ben lontano dal pretendere di sostituire<br />

i dizionari esistenti o in preparazione,<br />

“Maria. Nuovissimo dizionario”,<br />

in due volumi, si distingue dai precedenti<br />

in quanto fatica trentennale di un solo<br />

autore. Ad allestirlo è il maggior rappresentante,<br />

oggi, della scuola mariologica<br />

italiana, Stefano De Fiores, che<br />

nella premessa fa intuire anche i percorsi<br />

seguiti nel definire le voci, dove primario<br />

è il riferimento alla Bibbia e alla<br />

tradizione ecclesiale, alle quali si accostano<br />

la riflessione teologica, la liturgia,<br />

il culto e la spiritualità. Non manca, tuttavia,<br />

un preciso rimando ai problemi<br />

dell’inculturazione e all’oggi ecclesiale<br />

e sociale, ambiti nei quali la devozione<br />

mariana acquista significati specifici.<br />

L’Autore ha tenuto fede in questo<br />

modo al mandato ricevuto, molti anni<br />

prima, da Padre Gabriele Roschini, all’indomani<br />

della pubblicazione del suo<br />

primo volume “Maria nel mistero di Cristo<br />

e della Chiesa” (1968): “Padre De<br />

ANCORA EDITRICE<br />

Via G.B. Niccolini, 8 - 20154 MILANO<br />

Tel. 02 345608 - www.ancoralibri.it<br />

editrice@ancoralibri.it<br />

Pietro di Bethsaida, oscuro pescatore<br />

di Galilea, dopo l’incontro con Gesù<br />

di Nazareth, è diventato una figura<br />

preminente nella letteratura e nella storia<br />

del Nuovo Testamento.<br />

Così, ad esempio, i quattro Vangeli<br />

ce lo presentano come il discepolo più<br />

intraprendente nel gruppo dei Dodici,<br />

più capace degli altri di entrare in sintonia,<br />

o anche in contrasto, con il Maestro;<br />

gli Atti degli Apostoli concordano<br />

nel presentarcelo come animatore della<br />

primitiva comunità di Gerusalemme<br />

e iniziatore della missione, prima fra i<br />

Giudei a incominciare da Gerusalemme,<br />

e poi anche fra i pagani; Paolo<br />

stesso, in alcuni riferimenti delle sue lettere,<br />

ne riconosce l’autorevolezza o, comunque,<br />

il particolare rilievo nel determinare<br />

gli orientamenti, sia pastorali che<br />

teologici, della primitiva comunità cristiana.<br />

Come spiegare questo «eccellere»<br />

di Pietro sopra tante altre figure che cir-<br />

IN LIBRERIA<br />

Fiores, le consegno la fiaccola della<br />

mariologia!”. Nasce così il nuovissimo<br />

dizionario, come consegna di tutto questo<br />

materiale riguardante colei che ha<br />

rappresentato il centro d’interesse di tut-<br />

condano il Cristo? L’autore, passando<br />

in rassegna i testi neo-testamentari, descrive,<br />

anzi scolpisce, la vivace figura<br />

del «Simone della storia» che la chiamata<br />

di Gesù trasforma gradualmente<br />

■ a cura di LUCIO GIACCO<br />

ta la sua vicenda di studioso e di docente<br />

alla Pontificia Università Gregoriana<br />

e alla Pontificia Facoltà Teologica<br />

“Marianum”: articoli di un certo impegno,<br />

preparati per convegni, colloqui e<br />

congressi anche internazionali, che rimanevano<br />

sparsi in libri e riviste, talora<br />

difficili da rintracciare. Non è, tuttavia,<br />

un’opera composta a tavolino, ma un<br />

discorso sorto progressivamente dalla<br />

vita e dalle esigenze teologico-pastorali.<br />

Diverse voci sono state rielaborate<br />

e opportunamente aggiornate, altre sono<br />

state create ex novo.<br />

Il Nuovissimo dizionario si pone al<br />

servizio di teologi e studiosi, di parroci e<br />

operatori pastorali, di religiosi e laici, di<br />

cattolici e ortodossi, di ebrei e musulmani,<br />

di appartenenti ad altre religioni...<br />

Ognuno potrà trarre le nozioni o gli input<br />

per conoscere, trasmettere e vivere<br />

il messaggio mariano nelle sue dimensioni<br />

teologica, spirituale e culturale.<br />

Diceva Karl Rahner che la mariologia<br />

si trova di fronte un compito storico,<br />

se vuole continuare a giocare un ruolo<br />

nell’esistenza di fede del cristiano di oggi<br />

e non ridursi a uno sterile relitto da<br />

museo. È in questa prospettiva che l’autore<br />

ha costruito il suo dizionario.<br />

in «Pietro (roccia) della fede». Pagine<br />

scritte con chiarezza e competenza che<br />

presentano la grandezza e la fragilità<br />

di quest’uomo chiamato a diventare apostolo.<br />

L’abbondanza delle citazioni e dei testi<br />

biblici che riguardano Pietro, lo rendono<br />

«protagonista» del racconto, e non<br />

semplicemente oggetto di studio dell’autore.<br />

In tal modo il personaggio sembra<br />

più vicino ai lettori e anche simpatico.<br />

Settimio Cipriani è uno dei più conosciuti<br />

e apprezzati biblisti italiani. Ha insegnato<br />

Esegesi del Nuovo Testamento<br />

presso la Pontificia Università Lateranense<br />

di Roma e la Facoltà Teologica<br />

dell’Italia Meridionale di Napoli, di<br />

cui è stato più volte preside. Ha sempre<br />

accompagnato lo studio all’attività<br />

pastorale, soprattutto alla predicazione.<br />

Dal 1980 è membro dell’associazione<br />

internazionale “Studiorum Novi<br />

Testamenti Societas” di Cambridge.<br />

È autore di molti libri, oltre che di<br />

articoli scientifici in riviste e dizionari.<br />

Con Àncora ha pubblicato “Per una Chiesa<br />

viva» (1985) e “Il messaggio spirituale<br />

di san Paolo” (2001). Collabora<br />

da diversi anni con la nostra rivista.<br />

IL ROSARIO E LA NUOVA POMPEI – 46 –<br />

ANNO <strong>123</strong> - N. 3 - <strong>2007</strong> [142]<br />

PER RAGGIUNGERE POMPEI<br />

◆ In aereo: Aeroporto di Capodichino-Napoli.<br />

◆ In auto: Autostrada A3 Napoli-Salerno, uscite Pompei Ovest<br />

(da Nord) e Pompei Est-Scafati (da Sud).<br />

◆ In pullman: Autolinee SITA tel. (+ 39) 199730749; Autolinee<br />

CSTP tel. (+ 39) 089 487286; Autolinee Circumvesuviana<br />

tel. (+ 39) 081 7722444.<br />

◆ In treno: Trenitalia - Stazione di Pompei tel. (+ 39) 081<br />

8506176; Circumvesuviana - linea Napoli-Sorrento Stazione<br />

Pompei-Villa dei Misteri; linea Napoli-Poggiomarino (via<br />

Scafati) Stazione Pompei-Santuario; tel. (+ 39) 081 7722444.<br />

◆ In nave: Stazione Marittima di Napoli.<br />

CELEBRAZIONI<br />

ALTARE DELLA MADONNA<br />

SS. Messe Festive: ore 6.00 - 7.00 - 8.00 - 9.00 (anche in altre<br />

lingue) - 10.00 - 11.00 - 13.00 - 16.00 - 17.00 - 19.00 - 20.00<br />

SS. Messe Feriali: ore 7.00 - 8.00 - 9.00 (anche in altre lingue)<br />

- 10.00 - 11.00 - 16.00 - 17.00 - 19.00<br />

Angelus, Adorazione Eucaristica e Rosario: ore 18.00<br />

CAPPELLA BARTOLO LONGO<br />

SS. Messe Festive: ore 8.30 - 9.30 - 10.30 - 11.30 - 12.30 - 17.30<br />

SS. Messe Feriali: ore 6.30 - 8.30 - 9.30 - 10.30 - 11.30 -<br />

12.30 - 17.30<br />

CAPPELLA SANTA FAMIGLIA<br />

S. Messa in lingua inglese: domenica e giorni festivi ore 8.00<br />

S. Messa in lingua spagnola: domenica e giorni festivi ore 9.00<br />

CAPPELLA SAN GIUSEPPE MOSCATI<br />

S. Messa in lingua ucraina: domenica e giorni festivi ore 10.00<br />

CRIPTA<br />

S. Messa in lingua francese: domenica e giorni festivi ore 8.30<br />

S. Messa in rito Siro-Malabarese: 2 a domenica di ogni mese<br />

ore 11.30.<br />

SALA CONFESSIONI: dalle 7.00 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19.00<br />

PER COMUNICARE CON IL SANTUARIO<br />

CENTRALINO: Tel. (+ 39) 081 8577111<br />

Fax: (+ 39) 081 8503357<br />

www.santuario.it - info@santuariodipompei.it<br />

RETTORATO (Informazioni, celebrazione dei Sacramenti e<br />

accoglienza dei pellegrinaggi):<br />

Tel. (+ 39) 081 8577362 - (+ 39) 081 8577379<br />

Fax: (+ 39) 1782238781 - (+ 39) 081 8577482<br />

rettorato@santuariodipompei.it<br />

SEGRETERIA GENERALE<br />

(Corrispondenza devoti e abbonamenti Rivista):<br />

Tel. (+ 39) 081 8577321 - info@santuariodipompei.it<br />

Dall’Estero: Tel. (+ 39) 081 8577328<br />

UFFICIO PER LA MISSIONE MARIANA<br />

Tel. (+ 39) 081 8577486 - missionemariana@libero.it<br />

PASTORALE VOCAZIONALE<br />

Tel. (+ 39) 081 8577460 - info@santuariodipompei.it<br />

PASTORALE GIOVANILE<br />

Tel. (+ 39) 081 8577457 - giovani@santuariodipompei.it<br />

UFFICI AMMINISTRATIVI<br />

Tel. (+ 39) 081 8577284 - ragioneria@santuariodipompei.it<br />

SUORE DOMENICANE FIGLIE DEL SANTO ROSARIO DI POMPEI<br />

Tel. (+ 39) 081 8632579<br />

INFORMAZIONI UTILI<br />

OPERE SOCIALI<br />

CENTRO EDUCATIVO BEATA VERGINE DEL ROSARIO<br />

CENTRO DIURNO POLIFUNZIONALE “CRESCERE INSIEME”<br />

Tel. (+ 39) 081 8577401<br />

CENTRO DI ASCOLTO “MYRIAM”<br />

Tel. (+ 39) 081 8577418 - centroascoltopompei@libero.it<br />

MOVIMENTO PER LA VITA E CENTRO DI AIUTO ALLA VITA<br />

Tel. Fax e Segreteria (+ 39) 081 8577458<br />

movimentovita.pompei@libero.it<br />

“CASA EMANUEL” PER GESTANTI, MADRI E BAMBINI<br />

Tel. (+ 39) 081 8577404 - casaemanuel@libero.it<br />

GRUPPO APPARTAMENTO<br />

Tel. (+ 39) 081 8577402 - g.appartamento@libero.it<br />

COMUNITÀ DI TIPO FAMILIARE PER BAMBINI<br />

“GIARDINO DEL SORRISO”<br />

Tel. (+ 39) 081 8633103 - giardinodelsorriso@alice.it<br />

CENTRO EDUCATIVO BARTOLO LONGO<br />

CENTRO DIURNO POLIFUNZIONALE<br />

Tel. (+ 39) 081 8577700 - bartololongo@virgilio.it<br />

OFFERTE AL SANTUARIO<br />

Da più parti ci chiedono di precisare le modalità attraverso<br />

cui si possono inviare offerte al Santuario. Lo facciamo volentieri<br />

suggerendo queste soluzioni:<br />

dall’Italia utilizzando:<br />

a) il Conto Corrente Postale prestampato inviato dal Santuario,<br />

oppure quello in bianco da compilare personalmente<br />

intestando l’offerta al Santuario della Beata Vergine di Pompei,<br />

c.c.p. n. 6817;<br />

b) l’Assegno non trasferibile (a mezzo assicurata) intestato<br />

al Santuario della Beata Vergine di Pompei;<br />

c) Bonifico bancario intestato al Santuario della Beata<br />

Vergine di Pompei, ad uno dei seguenti Istituti Bancari:<br />

Banca Intesa c/c n. 000000116286 - CIN: Y-ABI: 03069<br />

- CAB: 40080; Monte Paschi di Siena c/c n. 000000000166<br />

- CIN: G - ABI: 01030 - CAB: 40080; San Paolo Banco di<br />

Napoli c/c n. 000027000216 - CIN: B - ABI: 01010 - CAB:<br />

40080; Banca di Roma c/c n. 000000000230 - CIN: W -<br />

ABI: 03002 - CAB: 40080; Banca Intesa- Pompei per la<br />

pace e i bambini c/c n. 000000996648 - CIN: X - ABI:<br />

03069 - CAB: 40080; Banca di Roma - restauro Basilica<br />

c/c n. 000001364031 - CIN: Q - ABI: 03002 - CAB: 40080.<br />

dall’Estero utilizzando:<br />

a) Assegno non trasferibile intestato al Santuario della<br />

Beata Vergine di Pompei.<br />

b) Bonifico bancario o Vaglia internazionale bancario intestato<br />

al Santuario della Beata Vergine di Pompei, ad<br />

uno dei seguenti Istituti Bancari: Banca Intesa IBAN: IT34<br />

Y0306940080000000116286 - BIC: BCITITMM958; Banca<br />

di Roma IBAN: IT19W0300240080000000000230 - BIC:<br />

BROMITR1N98; Banca Intesa - Pompei per la pace e i<br />

bambini IBAN: IT09X030694008000000996648 - BIC:<br />

BCITITMM958; Banca di Roma - restauro Basilica IBAN:<br />

IT23Q0300240080000001364031 - BIC: BROMITR1N98.<br />

c) la Western Union (trasferimento rapido) indicando,<br />

come persona incaricata di riscuotere l’offerta, il nome del<br />

Dr. Eduardo Romano.<br />

d) la Carta di credito, comunicando al Santuario, attraverso<br />

e-mail, fax, lettera, il tipo, il numero, la scadenza della carta<br />

e l’importo dell’offerta.


Buon compleanno<br />

San Pietro!

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!