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LA CHIESA DI SAN MARCO “IN SYLVIS” - Istituto studi atellani

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Napoli. L’importanza del luogo, incrocio di due antiche strade, una verso Acerra<br />

e l’altra verso Arcore, a 24,6mslm, su un piccolo poggio dominante rispetto alla<br />

strada per Casalnuovo-Acerra. L’edificio si trova sul versante sud-orientale del<br />

territorio cittadino, a circa 1 km da Casalnuovo; per questo motivo il toponimo<br />

di “selvetella” attribuito alla Chiesa di san marco sta ad indicare che il luogo,<br />

allora come oggi terra di confine, era ricco di boschi. Lo dimostrano anche i<br />

ritrovamenti di via Arena, i quali a partire dall’epoca tardoromana attestano<br />

stratificazioni riferibili a periodi di abbandono (probabilmente<br />

nell’altomedioevo), con tracce di “pedosuoli” ricchissimi 24 .<br />

Ipotizzata la formazione dell’insediamento di Afragola in epoca molto<br />

antica e “consolidata” in epoca normanna (pur mancando assolutamente le fonti),<br />

sappiamo che lo storico Giuseppe Castaldi, nel 1830, cita una carta del<br />

monastero napoletano di S. Sebastiano, del 5 dicembre 1258, in cui viene<br />

documentato un fondo nel territorio di Afragola ubi dicitur ad S. Marcum et est<br />

iuxta viam publicam: effettivamente ancora oggi la chiesa è ubicata lungo la via<br />

San Marco, denominazione associata naturalmente alla chiesa e che indicherebbe<br />

una via percorsa e non protetta da mura, quindi pubblica; un secondo<br />

documento, datato 9 marzo 1309, si riferisce a monastero di S. Patrizia di<br />

Napoli, che cita alcuni fondi rustici di Afragola in un luogo ubi dicitur ad<br />

Bagnare, iuxta ecclesiam Sancti Marci dicti loci. Il Pasinetti ipotizza che la<br />

Chiesa di san Marco fosse sempre stata proprietà delle monache del monastero<br />

dei SS. Marcellino e Desiderio di Napoli, cui spettava il diritto di scelta prima<br />

del rettore; tuttavia, dal 1356, dovettero sorgere alcuni problemi di competenze<br />

in quanto il 18 settembre del 1369 la Corte Arcivescovile Napoletana, sotto<br />

Bernardo Il de Bouquert (1365-1370) decretò che la nomina del rettore di S.<br />

Marco spettasse alle monache ma con il consenso degli abitanti di Casavico,<br />

ovvero gli abitanti della contrada di san Marco, con il consenso suppletivo<br />

dell’Arcivescovo di Napoli 25 . Vedremo nelle pagine successive come la forma<br />

architettonica dell’edificio sarà peculiare nella ricostruzione topografica della<br />

zona.<br />

24 Gli scavi di via Arena, eseguiti per realizzare la Stazione-Fermata di Napoli per il treno<br />

dell’Alta Velocità, attestano un insediamento sparso dell’età del Bronzo associato ad una foresta<br />

di querce, cui si collega un’antica eruzione del Vesuvio, seguito da un intensa attività agricola di<br />

epoca romana e tardoromana, con potenti livelli seriori riferibili ad un bosco esteso; a queste<br />

stratificazioni, segue un’intensa attività di livelli riferibili a partire dal XVIII secolo d.C. (per le<br />

notizie, cfr. nota 19).<br />

25 C. PASINETTI, Le due chiese di San Marco, Afragola 1991, p. 5.

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