LA CHIESA DI SAN MARCO “IN SYLVIS” - Istituto studi atellani
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3.1. Premessa<br />
CAPITOLO TERZO<br />
IL COMPLESSO PITTORICO<br />
Per comprendere pienamente lo sviluppo del gruppo pittorico della Chiesa<br />
di San Marco della Selvetella è necessario operare una distinzione tra frammenti<br />
presenti all’esterno dell’edificio e frammenti ubicati all’interno. Tale scelta<br />
operativa è evidenziata non solo dalla differenza stilistica, ma anche dal tipo di<br />
messaggio che era necessario dare per l’espressione liturgica dell’edificio e dei<br />
frammenti in esso contenuti. Il complesso degli affreschi presenti sia all’interno<br />
che all’esterno della Chiesa rappresentano una tecnica mista di realizzazione,<br />
usando per le grosse campiture la tecnica ad affresco e per le rifiniture il colore<br />
stemperato nel bianco di calce, che presentava grossi problemi di distacco della<br />
pellicola pittorica. L’umidità di risalita dovuta ad una cattiva esposizione delle<br />
pareti, unitamente al cattivo stato di coibentazione della pavimentazione del<br />
cortile, ha favorito la quasi totale perdita del colore dipinto a bianco di calce.<br />
Analoghi problemi di conservazione si potevano riscontrare per le epigrafi<br />
dipinte (una anche in forma frammentaria, spesso quasi interamente ricoperte da<br />
residui di scialbatura. Tutte la superfici era coperta da uno strato di sali che<br />
risultavano carbonatati nella parte bassa dell'affresco e che rendevano poco<br />
leggibili le opere, che anche tuttora risultano interpretabili con difficoltà.<br />
Vecchie stuccature cementizie deturpavano alcune zone, e le superfici murarie<br />
circostanti i prodotti artistici si presentavano degradate con residui di vecchi<br />
strati di pittura e in condizioni tali da dover necessariamente intervenire anche su<br />
di esse in quanto contorno del dipinto stesso. La metodologia d’intervento ha<br />
previsto una pulitura della superficie da efflorescenze saline, effettuata<br />
utilizzando Carbonato di Ammonio in soluzione satura, usando come<br />
supportante la Carbossimetilcellulosa con interposizione di carta giapponese. La<br />
riadesione della pellicola pittorica delle zone lacunose richiedevano operazioni<br />
eseguite con resina acrilica in emulsione a bassa percentuale. La risoluzione dei<br />
difetti di adesione tra intonaco e intonachino, anch’essi presenti, è stata ottenuta<br />
con infiltrazioni di resina acrilica in emulsione e con malta idraulica tipo<br />
“Lafarge”, addizionata ad una percentuale di resina in emulsione. La rimozione<br />
delle vecchie stuccature a cemento è stata effettuata con l’ausilio di mezzi<br />
meccanici di precisione, mentre la stuccatura delle lacune é stata eseguita con<br />
calce e sabbia setacciata e lavata. Il ritocco pittorico è stato eseguito in sottotono<br />
a velature con colori reversibili (acquerelli) e la superficie muraria circostante gli<br />
affreschi è stata ripulita dai vecchi strati di pittura e l'intera superficie è stata<br />
stuccata, dipinta e patinata con un colore che si integrasse con i toni<br />
dell’affresco. In seguito saranno evidenziati i fenomeni pittorici e lo <strong>studi</strong>o dei<br />
pigmenti, ai fini della segnalazione dei diversi interventi di restauro che sono<br />
stati necessari al ripristino degli affreschi della chiesa.<br />
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