LA CHIESA DI SAN MARCO “IN SYLVIS” - Istituto studi atellani
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3.2. L’edificio esterno<br />
Il ciclo di affreschi e residui afferenti l’arredo pittorico e liturgico della<br />
chiesa di San Marco sono essenzialmente sei e comprendono due affreschi, un<br />
arco ghierato, una nicchia e due croci in pietra 1 .<br />
L’affresco principale, oggi quasi del tutto invisibile, si trova nel nicchione<br />
posto al secondo livello, subito dopo il marcapiano, della facciata principale.<br />
L’affresco (misure 4,40x3,08 m) è soprattutto conservato nella parte centrale e<br />
superiore e mostra una campitura dello sfondo come un insieme di nuvole<br />
scialbate, sotto le quali si staglia la figura della Madonna in trono con il<br />
Bambino. Lo stato di conservazione è pessimo e dai residui visibili è possibile<br />
affermare che la datazione non si discosta tanto dagli affreschi che di seguito<br />
analizzeremo. Purtroppo non si può dire altro su questo brano, in quanto esso è<br />
stato per almeno tre secoli esposto alle intemperie e su di esso non è stata fatta<br />
nessuna analisi stilistica. E’ probabile che esso sia stato ritoccato intorno al<br />
1897, quando furono e commissionate dall’allora sacerdote Luigi M. Jazzetta,<br />
anche quelle piccole opere di consolidamento ed abbellimento della chiesa, di<br />
cui fa parte il secondo brano di affresco situato all’esterno, quello che si riferisce<br />
alla “pietra di San Marco” nell’area esterna all’edificio 2 . L’opera è realizzata in<br />
una arco a tutto sesto, aggettante e poggiante su piccole mensole, e si trova sui<br />
resti di una pietra che, a differenza di quanto è riportato dalla tradizione, è da<br />
considerarsi un’acquasantiera di tipo calcarenitico.<br />
Diversa considerazione è da fare a proposito dell’arco ghierato posto sempre<br />
all’esterno dell’edificio, alla base del campanile, datato erroneamente al XII<br />
secolo e, precisamente al 1179 3 .<br />
L’arco ghierato presenta un motivo a tutto sesto, con conci regolari e ben<br />
squadrati. Esso si confonde con gli archi di tipo “romanico”, cioè risalenti al XII<br />
e XIII secolo, tuttavia a precisarne la datazione è la ghiera esterna, che si chiude<br />
sui piedritti e che ricorda lontanamente l’architettura “catalana” del XV secolo,<br />
periodo in cui, nel Capitolo Secondo, abbiamo grosso modo proposto la<br />
datazione e fondazione credibile del tempio. Allo stesso periodo dovrebbe<br />
ascriversi sia la piccola nicchia dipinta in epoca recente (XIX secolo) nella prima<br />
cappella di destra, che le due croci esterne (anch’esse datate al 1179 4 ); si tratta di<br />
due croci di “consacrazione” frequenti nell’antichità e che forse sono il residuo<br />
di antiche tradizioni legate al pellegrinaggio nei pressi dell’edificio, di cui non<br />
resta alcune traccia.<br />
3.3. L’edificio interno<br />
La struttura architettonica della chiesa, seppur rimaneggiata, permette,<br />
tramite gli affreschi, di datare alcune parti architettoniche. In primo luogo la<br />
1<br />
Cfr. le considerazioni fornite dal volume di L. CATA<strong>LA</strong>NO, Della storia di Afragola, Afragola<br />
2000, p. 26.<br />
2<br />
L. M. JAZZETTA, Notizie storiche della Chiesa…, cit., pp. 38-39.<br />
3<br />
La notizia è fornita nella scheda della Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici di Napoli,<br />
num. cat. generale 0505241, che risulta essere erronea come le altre che verranno citate.<br />
4<br />
Tra l’altro, sarebbe la prima volta, in architettura, che si conosce la perfetta datazione di un<br />
reperto scultoreo così generico come le croci.<br />
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