CONGRESSO NAZIONALE - Avenue media
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a b s t r a c t b o o k<br />
R.SILVESTRI<br />
Insonnia e pseudo insonnia nell’OSAS<br />
Nonostante l’OSA sia più tipicamente<br />
associata ad ipersonnia con eccessiva<br />
sonnolenza diurna, in una minoranza di casi, i<br />
pazienti affetti riferiscono una comorbidità<br />
con insonnia. Il sintomo è di più frequente<br />
riscontro nel sesso femminile e correla con<br />
l’età più avanzata, la presenza di disturbo<br />
dell’umore, una peggiore qualità della vita e<br />
la presenza di co-morbidità quali il diabete e<br />
la sindrome delle gambe senza riposo (RLS).<br />
Quest’ultima condiziona più spesso una<br />
insonnia di tipo iniziale, refrattaria ai comuni<br />
ipnotici ed additiva agli effetti dell’OSAS per<br />
quanto concerne il rischio cardio-vascolare e<br />
di ipertensione. L’insonnia da mantenimento<br />
associata all’OSAS è invece espressione di<br />
una più bassa soglia al risveglio che<br />
interviene al momento dell’arousal tipico<br />
della frammentazione notturna da OSA. È più<br />
M. SAVARESE<br />
Comorbidità psicopatologica nelle insonnie ed ipersonnie<br />
Introduzione:<br />
L’insonnia, specie se cronica, è<br />
frequentemente associata con disturbi<br />
psichici. Sebbene l’insonnia cronica venga<br />
generalmente interpretata come una<br />
insonnia secondaria ad un disturbo psichico,<br />
nella maggior parte dei casi è difficile stabilire<br />
se il disturbo del sonno sia secondario o se si<br />
tratti di una insonnia primaria in comorbidità<br />
con essi. In realtà, spesso il disturbo psichico<br />
ha il ruolo di un fattore precipitante ed<br />
acquista importanza nella fase acuta<br />
dell’insonnia piuttosto che nella sua<br />
cronicizzazione. I fattori perpetuanti nel<br />
tempo l’insonnia cronica che è molto spesso<br />
una insonnia psicofisiologica sono infatti da<br />
ricercare nell’adozione di comportamenti<br />
errati con conseguente difficoltà<br />
condizionata nel sonno ed in un elevato stato<br />
di allertizzazione nel letto.<br />
“per una medicina del sonno sostenibile”<br />
frequente nel diabete e nell’ipertensione<br />
grave, entrambi cause singole di insonnia da<br />
mantenimento. Un risveglio precoce è invece<br />
più spesso associato a disturbo dell’umore o<br />
ad apnee della fase REM. La terapia<br />
ventilatoria non invasiva del disturbo<br />
respiratorio va in questi casi associata a<br />
farmaci psicotropi che non peggiorano il<br />
driving respiratorio. La pseudo insonnia<br />
dell’OSA è quella dei soggetti letargici che<br />
riposano a più riprese nel corsoo della<br />
giornata e si riaddormentano spesso alla TV<br />
in situazioni inappropriate, causa anche una<br />
cattiva igiene del sonno. Gli stessi soggetti<br />
spesso svegliati dopo il primo sonno sul<br />
divano, hanno difficoltà a riaddormentarsi<br />
nel proprio letto e la stessa può essere<br />
aggravata dall’uso del CPAP specie nel primo<br />
periodo di aderenza alla terapia.<br />
Al fine di stabilire se l’insonnia sia realmente<br />
secondaria ad un disturbo mentale, la attuale<br />
classificazione internazionale dei disturbi del<br />
sonno (ICSD-2=International Classification of<br />
Sleep Disorders), propone dei criteri<br />
diagnostici restrittivi. Nella Conferenza del<br />
2005 dei National Institutes for Health sullo<br />
Stato della Scienza riguardo alle<br />
manifestazioni e al trattamento dell’insonnia<br />
cronica negli adulti, sono emerse delle<br />
considerazioni molto importanti ed<br />
applicabili alla gestione dell’insonnia<br />
associata ad aspetti psicopatologici: in primo<br />
luogo, la conoscenza ancora incompleta dei<br />
modelli fisiopatologici dell’insonnia cronica<br />
impedisce di trarre conclusioni sulla natura di<br />
queste associazioni o sulla direzione della<br />
causalità.; inoltre c’è la temibile eventualità<br />
che il termine secondaria possa indurre un<br />
“sotto-trattamento” dell’insonnia; pertanto il<br />
termine “insonnia in comorbidità” viene<br />
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