area aritmie: il bilancio di due anni di attività aneurismi dell ... - Anmco
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ut<strong>il</strong>izzate per curare i loro pazienti<br />
con fibr<strong>il</strong>lazione atriale. Perché si<br />
è scelto <strong>di</strong> coinvolgere i Me<strong>di</strong>ci <strong>di</strong><br />
Me<strong>di</strong>cina Generale per raccogliere<br />
i dati? Fondamentalmente per<br />
<strong>due</strong> motivi: primo perché sono<br />
<strong>di</strong>stribuiti in modo omogeneo<br />
su tutto <strong>il</strong> territorio nazionale,<br />
in secondo luogo perché spesso<br />
sono spettatori neutrali e quin<strong>di</strong><br />
obiettivi <strong>dell</strong>a scelta <strong>dell</strong>e <strong>di</strong>fferenti<br />
strategie terapeutiche e dei risultati<br />
<strong>dell</strong>e stesse. In una popolazione<br />
<strong>di</strong> 295.906 soggetti, 6.036 avevano<br />
una <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> fibr<strong>il</strong>lazione atriale:<br />
nel 20.2% parossistica, nel 24.3%<br />
persistente e nel 55.5% permanente.<br />
Il campione <strong>di</strong> popolazione è risultato<br />
rappresentativo <strong>dell</strong>a popolazione<br />
italiana con una <strong>di</strong>stribuzione<br />
relativamente a sesso e a età sim<strong>il</strong>e ai<br />
dati ISTAT (Figura 2). La percentuale<br />
<strong>di</strong> pazienti affetti da fibr<strong>il</strong>lazione<br />
atriale aumentava con l’età, essendo<br />
26.8% nel sottogruppo con età<br />
compressa tra 66 e 75 <strong>anni</strong> e 37.5%<br />
nel sottogruppo tra 76 e 85 <strong>anni</strong>. La<br />
prevalenza <strong>dell</strong>a fibr<strong>il</strong>lazione atriale<br />
in Italia è stata calcolata pari a 1.85%,<br />
estrapolando alla popolazione italiana<br />
quanto osservato nei sottogruppi<br />
<strong>dell</strong>o stu<strong>di</strong>o ISAF. La fibr<strong>il</strong>lazione<br />
atriale era sintomatica nonostante<br />
la terapia nel 74.6% dei pazienti.<br />
Per quanto riguarda le patologie<br />
associate: <strong>il</strong> 24.8% dei pazienti<br />
presentavano scompenso car<strong>di</strong>aco,<br />
<strong>il</strong> 26.8% insufficienza renale, <strong>il</strong> 18%<br />
avevano avuto un TIA o un ictus. La<br />
strategia del controllo <strong>dell</strong>a frequenza<br />
è stata adottata nel 55% dei pazienti.<br />
Nella totalità <strong>dell</strong>a popolazione, <strong>il</strong><br />
punteggio CHADS2 era 0 nel 12.1%<br />
dei pazienti, 1 nel 25.3% e >2 nel<br />
A ReA A RiTMie<br />
Figura 1 - Rappresenta la locan<strong>di</strong>na <strong>di</strong> un congresso organizzato<br />
dall’Area Arimie <strong>dell</strong>’ANMCO<br />
62.6%. Per quanto riguarda la terapia<br />
antitrombotica, soltanto <strong>il</strong> 46% dei<br />
pazienti era in terapia anticoagulante<br />
orale, <strong>il</strong> 37.5% assumeva uno o più<br />
farmaci antiaggreganti piastrinici<br />
e <strong>il</strong> 16.5% non assumeva alcuna<br />
prof<strong>il</strong>assi. L’ablazione transcatetere<br />
del substrato <strong>dell</strong>a fibr<strong>il</strong>lazione<br />
atriale è stata effettuata nel 2.9%<br />
<strong>dell</strong>a popolazione; la percentuale<br />
<strong>di</strong> successo è risultata pari al 50%.<br />
Le conclusioni principali <strong>dell</strong>o<br />
Stu<strong>di</strong>o sono che la prevalenza <strong>dell</strong>a<br />
fibr<strong>il</strong>lazione atriale è circa <strong>il</strong> doppio<br />
<strong>di</strong> quella riportata fino ad ora, che <strong>il</strong><br />
controllo <strong>dell</strong>a frequenza car<strong>di</strong>aca è<br />
la strategia terapeutica più ut<strong>il</strong>izzata,<br />
che la terapia anticoagulante orale<br />
è tuttora sottout<strong>il</strong>izzata rispetto a<br />
quanto stab<strong>il</strong>ito dalle Linee Guida<br />
e che <strong>il</strong> successo <strong>dell</strong>’ablazione nel<br />
mondo reale è minore rispetto a<br />
quanto pubblicato dai centri ad alto<br />
volume. Questo Stu<strong>di</strong>o rappresenta<br />
un importante successo per l’ANMCO<br />
e per tutta l’Area Aritmie.<br />
cosa lasciamo in ere<strong>di</strong>tà a<br />
chi ci seguirà<br />
Come sempre capita, non tutto ciò<br />
che si inizia viene terminato durante<br />
<strong>il</strong> biennio <strong>di</strong> <strong>attività</strong>; pertanto, restano<br />
da attuare alcuni progetti già avviati.<br />
L’Area Aritmie ha proposto una<br />
raccolta dati mirata a valutare gli<br />
orientamenti clinico - terapeutici<br />
<strong>dell</strong>e Car<strong>di</strong>ologie italiane riguardo<br />
al trattamento <strong>dell</strong>e tachicar<strong>di</strong>e<br />
ventricolari stab<strong>il</strong>i. In particolare,<br />
ci prefiggiamo lo scopo <strong>di</strong> valutare<br />
l’atteggiamento dei Car<strong>di</strong>ologi<br />
italiani nei confronti <strong>dell</strong>’ut<strong>il</strong>izzo<br />
del defibr<strong>il</strong>latore impiantab<strong>il</strong>e<br />
rispetto all’ablazione transcatetere<br />
per <strong>il</strong> trattamento <strong>dell</strong>e tachicar<strong>di</strong>e<br />
ventricolari stab<strong>il</strong>i in <strong>di</strong>fferenti<br />
tipologie cliniche <strong>di</strong> pazienti. In<br />
un’epoca in cui la me<strong>di</strong>cina basata<br />
sull’evidenza è <strong>di</strong>ventata la base<br />
www.anmco.it/aree/elenco/<strong>aritmie</strong><br />
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