Il Cavaliere d'Africa, Ilaria Goffredo - Quelli di ZEd

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«Io sono sicura di accettare» risposi prontamente. Era un’opportunità che capitava una volta nella vita. Non mi facevo il problema dell’autorizzazione dei miei, perché fino a quel momento avevo sempre partecipato a tutte le gite. «Benissimo!» rispose il preside tra il sorpreso e lo scettico, data la mia risposta immediata. «Voialtri non siete obbligati a rispondere ora. Passate dalla segreteria e il vicepreside vi consegnerà il materiale informativo. Parlatene a casa e fatemi sapere.» «Grazie signor preside!» risposero quasi in coro le due ragazze… già non ricordavo i loro nomi. Si scambiavano occhiate e risatine, sembravano molto infantili. «Salve» salutai. Mentre il ragazzo si congedò con un saluto militare.
“Cretino!” pensai. Forse all’epoca ero un po’ dura, ma odiavo i pagliacci. Mentre quei tre socializzavano fuori dalla presidenza, andai subito dal vicepreside. La segreteria era proprio accanto alla presidenza, nel piccolo atrio d’ingresso della scuola. Ero già pronta ad ascoltare le lodi del vicepreside, il professor Miccolis, che in realtà era anche il mio professore di italiano e stravedeva per me. Era un uomo di media altezza, oltre i sessant’anni, capelli completamente bianchi, baffi ingialliti dal fumo del sigaro, occhi azzurro cristallino. Sempre elegante, molto colto e amante della sua terra, adorava i miei temi e il mio modo di scrivere, la mia passione per la storia e la letteratura. «Salve, prof.!» esordii sorridente entrando in segreteria. La porta era
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profumo d’incenso. Tornai a guard
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«Allora non puoi perdertelo» cont
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«Sì, come te» mi disse con voce
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Davis e saltava euforica intorno ad
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I’ve kissed your lips and held yo
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«Scusa, Edward» richiamai la sua
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