Il Cavaliere d'Africa, Ilaria Goffredo - Quelli di ZEd
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«Ok, scherzavo!» Stava già<br />
scendendo le scale.<br />
All’interno la scuola era semplice<br />
e lineare. <strong>Il</strong> pavimento in ceramica<br />
era chiaro e il muro era <strong>di</strong>pinto <strong>di</strong><br />
azzurro, qua e là qualche finestra<br />
con zanzariera.<br />
La mensa si trovava dall’altra parte<br />
dell’atrio. Mentre lo<br />
attraversavamo, qualche studente<br />
kenyota ci raggiunse e si unì a noi.<br />
«Jambo!» mi <strong>di</strong>sse Jante<br />
camminando al mio fianco.<br />
«Jambo!» risposi io: ormai avevo<br />
capito che jambo significava ciao<br />
in swahili, la lingua del Kenya.<br />
Comunque tutti parlavano inglese<br />
e nella zona <strong>di</strong> Malin<strong>di</strong> anche<br />
l’italiano. Ed erano così cor<strong>di</strong>ali!<br />
Entrai in mensa sperando <strong>di</strong><br />
trovare un po’ <strong>di</strong> frescura ma i<br />
ventilatori accesi appesi al soffitto<br />
non facevano altro che rimandare a<br />
terra l’aria bollente che usciva dai