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Benjamin Britten Cantata Saint Nicolas op. 42 - ArteVarese

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suddividere il brano in due parti. Nella prima, Nicola esprime ciò che ha visto dell’uomo in<br />

seguito alle sue esperienze: un essere empio, fragile, destinato a morire, senza speranza. Le<br />

aspre dissonanze musicali crescono sino al culmine di questa prima parte: la follia<br />

dell’uomo che sfida Dio, espressa con un fortissimo.<br />

D<strong>op</strong>o un breve intermezzo strumentale segue la narrazione del tormento interiore di<br />

Nicola, che sente di avere difficoltà nell’adeguare il suo animo alla volontà divina. Sono<br />

distinte tre fasi, che corrispondono a tre frasi musicali simili. Dapprima, Nicola vende le sue<br />

terre, nella speranza di aiutare i poveri; ma ciò non è sufficiente. Il Santo, dunque, vende<br />

ogni cosa in suo possesso, si dà alla devozione ed alla mortificazione: ma Dio non è ancora<br />

appagato. Solo allora Nicola capisce l’essenza della fede cristiana: l’umiltà; finalmente<br />

l’Amore di Dio è soddisfatto. La continua inquietudine che pervade la musica si risolve nella<br />

serenità del finale (un pianissimo), che simboleggia la cessazione del tormento di Nicola.<br />

4. He Journeys to Palestine (Il viaggio verso la Palestina)<br />

di Maddalena Andreoli Andreoni<br />

Questo numero è forse uno dei più complessi della cantata: la rappresentazione del viaggio<br />

verso la Palestina e della tempesta è impressionistica, e coinvolge l'intero coro, i due<br />

pianoforti, le percussioni e gli archi. Il numero può essere diviso in tre macrosezioni<br />

principali e ciascuna di esse ha le sue caratteristiche peculiari: la prima è la descrizione in<br />

medias res del viaggio, la seconda è la tempesta e la terza, infine, l'intervento e la<br />

preghiera di Nicola. In generale, nel brano si verifica un climax drammatico ascendente<br />

nella prima parte, fino allo sc<strong>op</strong>pio della tempesta, poi la musica torna a placarsi<br />

lentamente quando canta il tenore solista.<br />

Nella prima parte, il canto è riservato alle sole sezioni maschili del coro, accompagnate da<br />

pianoforti e timpani. Tenori e bassi rappresentano i marinai, che raccontano il viaggio: si<br />

riscontra uno scarto netto tra le parole pronunciate dal coro (“All dangers were now past”)<br />

e la musica tesa, caratterizzata da un andamento spezzato della linea melodica e da colpi<br />

di timpano. L'inquietudine della musica si spiega poi con un crescendo (aiutato anche<br />

dall'intervento degli archi a supporto dei pianoforti) che sale di volume fino al “lost!” finale<br />

cantato dal coro maschile diviso in quattro voci, che introduce poi la seconda parte del<br />

numero.<br />

Nella seconda parte, l'atmosfera musicale cambia e si inseriscono anche le voci femminili<br />

che, cantando insieme, rappresentano la tempesta con i movimenti improvvisi del vento e<br />

il rumore delle onde. Durante gli interventi di s<strong>op</strong>rani e contralti l'orchestra tace, ad<br />

eccezione degli archi che mantengono il vibrato. I momenti in cui sono le sezioni maschili a<br />

cantare sono invece concitate, con ritmi veloci e nervosi: la situazione cambia soltanto<br />

quando la ciurma decide di pregare Dio, introducendo con valori più lunghi e pacati<br />

l'ingresso di Nicola e quindi la terza ed ultima parte: il tempo diventa Più tranquillo e anche<br />

la tempesta (s<strong>op</strong>rani e contralti) si placa.<br />

La terza ed ultima parte del numero esordisce con il canto solistico di Nicola,<br />

accompagnato dal solo rullo di timpani; si tratta di una preghiera a Dio, che termina con

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