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POSTE ITALIANE S.P.A. SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE D. L. 353/2003 (CONV. IN LEGGE 27/02/2004 N° 46) ART. 1, COMMA 2, DCB - NA - TASSA PAGATA TAXE PERÇUE<br />
Il Rosario<br />
e la Nuova Pompei<br />
Anno 127 - N. 6 - <strong>Giugno</strong> 2011<br />
XXV Meeting dei Giovani<br />
"Ragazzi,<br />
abbiate il coraggio<br />
di cambiare il mondo!"
Il RosaRIo<br />
E la Nuova PomPEI<br />
Fondata nel 1884, è dono del Beato Bartolo Longo<br />
a quanti diffondono la devozione<br />
alla Vergine del Rosario e ai sostenitori<br />
dei progetti di Carità del Santuario di Pompei<br />
Anno 127 - N. 6 - <strong>Giugno</strong> 2011<br />
Piazza Bartolo Longo, 1<br />
80045 Pompei (NA)<br />
Tel. +39 081 8577321<br />
Fax +39 081 8503357<br />
e-mail: rnp@santuario.it<br />
www.santuario.it<br />
Direttore: Carlo Liberati<br />
Direttore Responsabile: Francesco Rosso<br />
Caporedattore: Giuseppe Pecorelli<br />
Redazione: C. Cozzolino, M. D’Amora<br />
Collaboratori:<br />
D. Arcaro, L. Casale, S. Casciello, G. Cento,<br />
K. Di Ruocco, C. Fabbricatore, A. Fontanella,<br />
N. Improta, T. Lasconi, G. Lungarini,<br />
A. Matteo, M. R. Mauriello, M. Menna,<br />
D. Romano, G. Sannino, M. d. R. Steardo<br />
Realizzazione Grafica:<br />
Ettore Palermo, Mario Curtis,<br />
Salvatore Casciello<br />
Fotografie:<br />
G. Angellotto, D. Romano<br />
Stampa: Mediagraf S.p.A. - Padova<br />
Di questo numero sono state stampate<br />
252.000 copie<br />
Registrazione presso il Tribunale di Torre<br />
Annunziata - N. 32 del 15/07/1996<br />
Associato USPI<br />
(Unione Stampa Periodica Italiana)<br />
ISNN 0035 - 8282<br />
Di questa Rivista vengono pubblicate le edizioni in<br />
lingua inglese e spagnola. Possono essere richieste alla<br />
Segreteria Generale - Ufficio estero del Santuario<br />
Tel. +39 081 8577328 - Fax +39 081 8503357<br />
ForeignOffice@santuariodipompei.it<br />
Sommario<br />
3 Gesù è l'unica via per arrivare<br />
all'Amore<br />
✠ Carlo Liberati<br />
6 Don Giustino Russolillo,<br />
un nuovo beato nel cielo di Napoli<br />
Giuseppe Sannino<br />
10 Giovani, riprendetevi il futuro!<br />
Marida D'Amora<br />
12 Crocifisso in classe<br />
simbolo d'amore per tutti<br />
Salvatore Casciello<br />
14 La sofferenza e la croce,<br />
scandalo per l'uomo di oggi<br />
Giuseppe Pecorelli<br />
16 I minori irrecuperabili<br />
non esistono<br />
Domenico Arcaro<br />
18 La famiglia, prima scuola<br />
di vita<br />
Giuseppe Lungarini<br />
20 Il Convegno Nazionale degli<br />
ex alunni<br />
Nunzia Improta<br />
22 Il culto al Sacro Cuore di Gesù<br />
nel Santuario<br />
Katia Di Ruocco<br />
23 Il Beato Bartolo Longo,<br />
matita nelle mani di Dio<br />
Concetta Fabbricatore<br />
24 Giovani, non deludete le<br />
nostre speranze<br />
Marida D'Amora<br />
28 Notizie dal Santuario<br />
a cura di Marida D'Amora<br />
POSTE ITALIANE S.P.A. SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE D. L. 353/2003 (CONV. IN LEGGE 27/02/2004 N° 46) ART. 1, COMMA 2, DCB - NA - TASSA PAGATA TAXE PERÇUE<br />
Il Rosario<br />
e la Nuova Pompei<br />
Anno 127 - N. 6 - <strong>Giugno</strong> 2011<br />
"Giovani,<br />
abbiate il coraggio<br />
di cambiare il mondo!"<br />
30 La speranza di ritrovare un<br />
padre<br />
Giosy Cento<br />
32 Mons. Ciro Cozzolino dona il<br />
calice della sua prima Messa<br />
Salvatore Casciello<br />
34 Cultura e Comunicazione<br />
Luigi Casale<br />
35 Pregare è importante<br />
Tonino Lasconi<br />
36 In cammino con la<br />
Madonna Pellegrina<br />
a cura di Andrea Fontanella<br />
38 Tra i tanti pellegrini del Rosario<br />
a cura di Marida D'Amora<br />
40 La mensa per i poveri<br />
di Maria del Rosario Steardo<br />
41 Fiori d'arancio per Angela e<br />
Raffaele<br />
di Maria Menna<br />
42 La parola ai lettori<br />
a cura di Katia Di Ruocco<br />
44 Grati alla Madonna<br />
e al Beato Bartolo Longo<br />
a cura di Ciro Cozzolino<br />
Omelia di S. E.<br />
Mons. Carlo Liberati<br />
in occasione della<br />
celebrazione Eucaristica<br />
del 22 maggio,<br />
V domenica<br />
dopo Pasqua.<br />
La cerimonia è stata<br />
trasmessa in diretta<br />
dalle telecamere di<br />
Retequattro, seguita<br />
da centinaia di migliaia<br />
di persone, un’ulteriore<br />
prova di quanto<br />
il Santuario sia amato<br />
in tutto il mondo.<br />
Gesù è l’unica via<br />
per arrivare all’Amore<br />
Premessa<br />
di ✠ Carlo Liberati*<br />
- Saluto ai telespettatori,<br />
- ai milioni di cattolici che recitano il S. Rosario in tutto il mondo; sono<br />
centinaia di milioni,<br />
- ai 4 milioni di credenti che, ogni anno, frequentano questo Santuario,<br />
- ai malati, alle persone sole, agli anziani, ai giovani distrutti dalle droghe,<br />
- a tutti i sofferenti,<br />
- ai bimbi e ai giovani abbandonati a sé stessi, sulle strade.<br />
Il Rosario e la Nuova Pompei<br />
Anno 127 - N. 6 - 2011 [243]<br />
3
1) Anche noi, come gli uomini<br />
e le donne di questo tempo, conosciamo<br />
il tormento della ricerca<br />
di Dio: Dio esiste, si o no?<br />
2) La natura umana, da sola,<br />
non riesce ad afferrare Dio né a capirlo.<br />
Questa nostra debolezza e fragilità<br />
offre a Gesù l’occasione di<br />
rispondere a Tommaso: “Io sono<br />
la via, la verità e la vita”.<br />
Di fronte a Pilato che, nel processo,<br />
gli fece una domanda impegnativa,<br />
Gesù non rispose.<br />
Forse perché era una domanda<br />
superba, del diplomatico incallito<br />
e scettico, del politico furbacchione<br />
e trasformista. Gli interessava<br />
la sua carriera, non di scoprire se<br />
Gesù fosse innocente o colpevole:<br />
quale fosse la verità.<br />
Qui Gesù risponde perché la<br />
domanda è profondamente sincera<br />
e umile; sì, dice: “Io sono la<br />
via”.<br />
Egli è la mèta e nello stesso<br />
tempo il mezzo per raggiungerla;<br />
Egli è il fine e la strada per arrivarci.<br />
A chi cerca la strada Gesù<br />
propone sé stesso.<br />
3) Così comprendiamo che la<br />
via non è solo un sentiero da percorrere,<br />
ma una Persona da seguire,<br />
da ascoltare, da accogliere,<br />
da amare.<br />
La verità non è un concetto da<br />
apprendere, ma una Persona da<br />
conoscere, Gesù, perché ci mostra<br />
Dio.<br />
Soltanto Gesù ci libera dal<br />
male e ci riempie di gioia, infondendoci<br />
la pace dentro: nel cuore.<br />
Noi, figli di Dio, salvati dal Fi-<br />
glio Gesù che muore sulla croce,<br />
conosciamo una sola guerra,<br />
quella contro il male che si annida<br />
dentro di noi.<br />
Questa è la nostra unica e sola<br />
guerra di liberazione.<br />
Se altri, anche di altre religioni,<br />
camminano accanto e insieme<br />
con noi in questa direzione ne<br />
siamo profondamente lieti.<br />
I Santi della Chiesa sono questi<br />
meravigliosi testimoni e propagatori<br />
dell’amore e del bene. Per<br />
esempio oggi: Santa Rita da Cascia.<br />
4) Cristo, quando entrò fra gli<br />
uomini, avrebbe potuto trovare<br />
il suo posto fra i dottori, se avesse<br />
voluto. Egli, invece, fu condotto<br />
a morire in Croce perché accettò<br />
fino in fondo la sorte della<br />
pietra scartata, svelando, così, la<br />
diversità del nuovo edificio che<br />
Dio costruisce.<br />
Partendo da Cristo, pietra<br />
rigettata dagli uomini, noi cristiani<br />
dobbiamo annunciare alle<br />
potenze del mondo e ai potenti<br />
della terra che le pietre scartate<br />
dai costruttori sono quelle che<br />
fanno la storia e le sorti dell’uomo.<br />
“Io sono la via, la verità e la<br />
vita: nessuno viene al Padre se non<br />
per mezzo di me”. Sembra essere<br />
un po’ altisonante questa presentazione<br />
che Gesù fa di sé. Forse che<br />
diversamente è impossibile arrivare<br />
a Dio? Solo l’esperienza cristiana<br />
è capace di introdurre nell’esperienza<br />
della salvezza? Anche altre<br />
religioni pretendono, con più audacia,<br />
di essere le uniche vere. Noi<br />
cristiani siamo chiamati a cammi-<br />
Nella pagina precedente, Mons. Liberati celebra l'Eucaristia.<br />
Nelle due immagini sopra, l'Arcivescovo amministra i Sacramenti del Battesimo<br />
e della Cresima. È proprio nel pane e nel vino che diventano Corpo e Sangue di<br />
Cristo e nell'incontro sacramentale che si fa esperienza dell'amore di Dio.<br />
nare fianco a fianco piuttosto che<br />
l’uno contro l’altro. Le guerre in<br />
nome di Dio hanno causato danni<br />
imprevedibili. Come uscire da<br />
questo vicolo cieco?<br />
Per capire la riflessione di<br />
Gesù bisogna ascoltare la completezza<br />
della sua Parola: “Vado<br />
a prepararvi un posto, verrò<br />
di nuovo e vi prenderò con me,<br />
perché dove sono io siate anche<br />
voi”. Dove Gesù va non c’è che<br />
amore. Gesù è la presenza visibile<br />
dell’amore di Dio in mezzo<br />
agli uomini; se non ci facciamo<br />
suoi compagni di viaggio è difficile<br />
entrare nella vera e completa<br />
esperienza di amore; la pienezza<br />
della vita si trova nell’esperienza<br />
dell’amore divino. Solo Cristo<br />
può dire in verità: “Io sono<br />
la via” perché Lui per primo ha<br />
vissuto il percorso esigente, ma<br />
liberante dell’amore. Seguendolo<br />
siamo certi di non sbagliare<br />
strada.<br />
Il percorso dell’amore, per<br />
manifestarsi, non può far altro<br />
che una cosa: amare, amare<br />
sempre e di più, amare sempre<br />
per primi. È quanto, del resto,<br />
ha fatto Gesù fino alla fine. Inchiodato<br />
sulla croce ha pregato:<br />
“Padre, perdona loro, non sanno<br />
quello che fanno”. Questa frase<br />
testimonia che, per entrare nella<br />
casa del Padre, non c’è che un<br />
solo cammino, quello dell’amore<br />
umile, paziente, misericordioso,<br />
lo stesso amore di Gesù per noi.<br />
Lo stile di Gesù esprime la pienezza<br />
di un amore che solo Cristo<br />
ha totalmente vissuto qui in<br />
terra. E per fortuna! Un simile<br />
amore non rivendica alcun potere<br />
sulle coscienze. È piuttosto un<br />
richiamo credibile alla libertà<br />
che deve animare la nostra risposta<br />
di amore.<br />
*Arcivescovo Prelato di Pompei<br />
Delegato Pontificio<br />
Il Rosario e la Nuova Pompei<br />
Il Rosario e la Nuova Pompei<br />
4 5<br />
Anno 127 - N. 6 - 2011 [244] Anno 127 - N. 6 - 2011 [245]
Con il rito della Beatificazione, avvenuto il 7<br />
maggio 2011, la Chiesa ha proclamato Beato<br />
il Venerabile Giustino Maria Russolillo, parroco<br />
e fondatore della Società Divine Vocazioni. Un<br />
dono grande! La Chiesa riconosce che la sua<br />
vita e il suo messaggio sono una luce anche<br />
per l’uomo contemporaneo.<br />
Don Giustino Russolillo,<br />
un nuovo beato nel cielo di Napoli<br />
di Giuseppe Sannino<br />
Un tripudio di gioia<br />
ecclesiale<br />
Una beatificazione è sempre evento<br />
di gioia ecclesiale, ricco<br />
di significato, dato il vissuto virtuoso<br />
di chi, coerentemente, si è rivelato<br />
testimone del Vangelo. Una beatificazione<br />
è anche una sfida, in linea<br />
con quella intuizione carismatica che<br />
il testimone ha ricevuto dallo Spirito,<br />
e che si prolunga nella storia in chiave<br />
di continuità e di sviluppo.<br />
Vale anche per la figura di Don<br />
Giustino Russolillo, vera perla sacerdotale<br />
che la Trinità ha disseminato<br />
nel tessuto storico del Meridione; figura<br />
umile e silenziosa che, con il suo luminoso<br />
stile di vita, impreziosisce e sollecita<br />
la santità nella vita della Chiesa.<br />
La comunità religiosa dei Padri<br />
Vocazionisti, presente nel Santuario<br />
di Pompei, aperta spiritualmente all’alta<br />
protezione, alla materna cura e<br />
al regale superiorato che la Vergine<br />
Maria esercita nella Società Divine<br />
Vocazioni, con lei e per lei, eleva al<br />
Signore Dio Trinità il suo inno di ringraziamento<br />
e di lode.<br />
Profilo di personalità<br />
Due le date che riassumono l’esistenza<br />
del nuovo Beato: il 18 gennaio<br />
1891, giorno della nascita a Pianura<br />
di Napoli e il 2 agosto 1955, giorno<br />
della nascita al Cielo.<br />
Terzogenito di dieci figli, si rivela<br />
dotato di ottime qualità morali, spirituali<br />
e culturali. Entra nel Seminario<br />
di Pozzuoli con il fermo proposito<br />
di rispondere al dono della vocazione<br />
e si distingue per pietà, studio e disciplina.<br />
Frequenta il Regionale Campano<br />
di Posillipo dove, sotto la direzione<br />
dei PP. Gesuiti, coltiva e matura in sé<br />
l’ardito progetto che lo Spirito ha già<br />
deposto in lui. Ordinato sacerdote<br />
nella Cattedrale di Pozzuoli il 20 settembre<br />
1913, è assegnato in Seminario<br />
come prefetto di disciplina e insegnante.<br />
Nominato parroco, inaugura il suo<br />
servizio pastorale il 20 settembre<br />
1920, mettendo in atto tutte le energie<br />
di mente e di cuore in un’azione<br />
pastorale a largo raggio e ricca di iniziative:<br />
predicazione, catechesi, liturgia,<br />
carità, confessione, direzione<br />
spirituale, visita alle famiglie. I suoi<br />
parrocchiani, attratti dal-l’esemplarità<br />
di don Giustino, guardano a lui<br />
come a un santo e ne apprezzano scienza,<br />
saggezza e carità verso tutte le povertà<br />
emergenti.<br />
Niente e nessuno, però, riesce a<br />
distoglierlo da quella fiamma che gli<br />
arde dentro: le divine vocazioni. Un<br />
salutare tormento: proprio al momento<br />
della sua ordinazione sacerdotale<br />
emette il voto di carità per il servizio<br />
delle divine vocazioni. Così, tutta la<br />
sua azione ministeriale porta impresso<br />
il sigillo della “vocazione”, ritenuta<br />
il frutto più maturo di ogni autentico<br />
cammino pastorale.<br />
A riguardo, non gli sono risparmiate<br />
prove e umiliazioni, perfino dalle<br />
supreme autorità religiose. Tutto<br />
sopporta con umiltà e spirito di obbedienza.<br />
La parrocchia di Pianura trova<br />
così la sua vitalità, proprio nel vissuto<br />
esemplare del suo pastore, vivendo<br />
quell’intimo rapporto che intercorre<br />
tra Parola, Eucarestia e Carità, in dimensione<br />
prettamente vocazionale.<br />
Trovarsi davanti alla figura sacerdotale<br />
di Don Giustino, letta nei pro-<br />
fili della sua personalità: animatore,<br />
educatore, consigliere spirituale, conferenziere,<br />
teologo, poeta, parroco,<br />
mistico, asceta, fondatore..., è lasciarsi<br />
coinvolgere dal fascino della sua<br />
profondità spirituale. Ecco perché la<br />
Diocesi di Pozzuoli, unita a tutte le<br />
diocesi sorelle, formanti l’intera Chiesa<br />
Campana, che si è apprestata a celebrare<br />
gioiosamente l’evento della<br />
beatificazione, eleva singolare gratitudine<br />
alla Trinità per il dono di questa<br />
gemma sacerdotale, gloria e vanto<br />
di tutta la Chiesa.<br />
Un carisma particolare:<br />
“il chiamato per chiamare”<br />
Don Giustino Russolillo fu definito<br />
il parroco preoccupato primariamente<br />
di annunciare il Vangelo<br />
della vocazione. È il distintivo<br />
che più gli si addice. È l’aspetto caratteristico<br />
di tutto il suo ministero.<br />
Il suo carisma, infatti, trova luminoso<br />
punto di riferimento proprio nelle<br />
pagine del Vangelo dove Gesù, chiamato<br />
e mandato dal Padre, a sua volta<br />
poi, chiama, forma e manda i discepoli<br />
con amore e premura.<br />
Quest’arte di promuovere e curare<br />
le vocazioni, propria del Maestro,<br />
trova continuità anche nei suoi. Ecco<br />
Andrea che contagia entusiasticamente<br />
suo fratello Pietro. Ecco Filippo<br />
che conquista Bartolomeo. Ecco anche<br />
Don Giustino che, con la sua dinamica<br />
vocazionale, passa a caratterizzarsi<br />
come “il chiamato per chiamare”.<br />
Egli, infatti, con intuito profetico<br />
e geniale, legge come la parola “vocazione”<br />
è un termine riservato non<br />
solo ad alcuni, ma è una realtà-dono<br />
inscritta nel cuore di ogni uomo.<br />
Non è l’uomo a procurarsi l’esisten-<br />
Don Giustino Russolillo<br />
in una foto d'epoca<br />
con i suoi ragazzi<br />
Il Rosario e la Nuova Pompei<br />
Il Rosario e la Nuova Pompei<br />
6 7<br />
Anno 127 - N. 6 - 2011 [246] Anno 127 - N. 6 - 2011 [247]
za. L’uomo, infatti, esiste perché Dio<br />
stesso lo chiama; ecco perché la sua<br />
venuta alla vita, porta già l’impronta<br />
di quella “vocazione” che è il vero<br />
volto dell’uomo. Ecco dunque la vocazione<br />
alla vita, alla fede, alla santità<br />
in uno sviluppo teologicamente<br />
consequenziale. Dalla chiamata alla<br />
fede poi, si articola una serie di ulteriori<br />
chiamate: quella al sacerdozio,<br />
alla vita consacrata….<br />
Per Don Giustino tutte le vocazioni,<br />
specie queste ultime, costituiscono<br />
la preziosa eredità consegnatagli<br />
dal Signore nel cuore della Chiesa.<br />
Un vero dono!<br />
Un carisma di fuoco che, muovendosi<br />
in un unico triplice asse, si caratterizza<br />
come “logica delle tre opere”:<br />
l’opera dell’Unione Divina con<br />
la Trinità, in relazione sponsale; l’opera<br />
della santificazione universale,<br />
in linea ascensionale; l’opera delle vocazioni<br />
sacerdotali e religiose in dimensione<br />
di servizio alla Chiesa.<br />
È da questo legame, profondo e<br />
inscindibile, che trae forza e ispirazione<br />
tutto il progetto carismatico di<br />
Don Giu-stino; progetto mirato tendenzialmen-te<br />
al servizio delle vocazioni,<br />
specie tra le classi umili del popolo,<br />
ma anche provvidenzialmente<br />
aperto al recupero paziente e misericordioso<br />
di tutte le “vocazioni non<br />
bene coltivate, perdute, tradite, perché<br />
riconquistino il loro fine”.<br />
La Società Divine Vocazioni<br />
Azione carismatica che, letta sapientemente,<br />
possiede in sé l’ardore<br />
di un’autentica carità, con positivi<br />
risvolti ecclesiali e sociali. Un<br />
servizio vocazionale che costituisce<br />
il più grande contributo all’evangelizzazione<br />
del mondo, ai fini di una<br />
crescita in chiave di autentica civiltà.<br />
Per l’attuazione di questo carisma,<br />
definito come “l’opera delle opere”,<br />
Don Giustino Russolillo fonda<br />
“la Società Divine Vocazioni” nel<br />
ramo maschile e nel ramo femmini-<br />
le, affiancando anche l’Istituto Secolare<br />
delle Apostole della Santificazione<br />
Universale. Di qui la geniale<br />
invenzione anche del nome “Vocazionisti/e”,<br />
nome proprio di coloro<br />
che nella Chiesa, per carisma fondazionale,<br />
offrono il servizio umile e<br />
disinteressato alle divine vocazioni,<br />
proprio come corsia preferenziale di<br />
tutta la loro missionarietà.<br />
Il segreto per vivere questo servizio<br />
d’amore? Don Giustino lo coglie e<br />
lo addita nella imitazione della Santa<br />
Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe.<br />
Uno sguardo di contemplazione<br />
perché essa è modello perfetto di relazione<br />
con la Trinità e uno sguardo<br />
di azione, perché essa è modulo edu-<br />
cativo di amorevolezza e di laboriosità,<br />
per la crescita di Gesù fanciullo,<br />
di Gesù adolescente, di Gesù giovane,<br />
contemplato e servito nei singoli<br />
eletti delle divine vocazioni.<br />
Assaporare il carisma fondazionale<br />
di Don Giustino è subire “il tormento<br />
d’amore” per le vocazioni, con<br />
la convinzione che, anche nelle frontiere<br />
delle nuove generazioni, anche<br />
di fronte alle reti deboli e vuote della<br />
moderna pastorale vocazionale, le vocazioni<br />
ci sono ancora; mancano solo<br />
gli animatori-coltivatori.<br />
Perché ci sono ancora? Perché esse,<br />
per Don Giustino, prima di essere<br />
un tormento d’amore da parte della<br />
comunità cristiana, sono passione d’a-<br />
more da parte di Dio Trinità e, come<br />
tali, sono sempre assicurate. Esigono<br />
solo di interpretare il loro nuovo<br />
codice di linguaggio e soprattutto esigono<br />
il contagio della nostra testimonianza.<br />
Un messaggio sempre<br />
attuale e urgente<br />
In un tempo come il nostro, tutto<br />
permeato dal consumismo e dal relativismo<br />
che minaccia i fondamenti<br />
stessi della nostra società, ma anche<br />
tutto nascostamente affascinato dal<br />
sacro, c’è un impellente bisogno di<br />
uomini che, toccati da Dio, sanno riportare<br />
Dio all’uomo e l’uomo a Dio,<br />
con la testimonianza.<br />
Occorrono, cioè, persone che, testimoniando<br />
il primato di Dio, ne rendano<br />
percepibile la presenza, a partire<br />
dal loro stile di vita.<br />
Don Giustino Russolillo, col suo<br />
messaggio, ci ricorda che, quali uomini<br />
e donne creati ad immagine e<br />
somiglianza di Dio, siamo stati anche<br />
invitati a modellarci sulla sua stessa<br />
santità: “Siate santi perché io sono<br />
santo” (Lc 19,2).<br />
Per Don Giustino infatti, creazione<br />
e santificazione vanno insieme, sia<br />
prima del peccato e, grazie alla redenzione,<br />
anche dopo il peccato. Santità e<br />
creazione, per lui, sono sinonimi in<br />
dimensione personale. Infatti Don Giustino,<br />
attratto e sedotto dall’imperativo<br />
divino, accetta di vivere in sé la<br />
formidabile scommessa della santità,<br />
tanto da affermare decisamente: “Poiché<br />
lo esige la tua gloria, lo chiede il<br />
tuo amore, lo impone la tua volontà,<br />
oggi, mi voglio fare santo”.<br />
I vocazionisti,<br />
aperti all’universalità<br />
E cco il Vangelo della vita come<br />
dono, come risposta all’amore<br />
creativo di Dio. Provvidenzialmente,<br />
oggi, la Società Divine Vocazioni, nella<br />
sua espansione missionaria ha varcato<br />
i confini geografici originari dell’esperienza<br />
del Fondatore. Infatti, il<br />
carisma fondazionale, partendo dall’Italia,<br />
ha raggiunto tutti i continenti,<br />
toccando decine di paesi: Stati Uniti,<br />
Regno Unito, Francia, Argentina, Brasile,<br />
Cile, Ecuador, Colombia, India,<br />
Filippine, Madagascar, Nigeria, Sudafrica<br />
e Indonesia.<br />
Così, aperto all’universalità e in<br />
servizio vocazionale disinteressato,<br />
esso trova il suo peculiare modo di<br />
essere-operare nel mondo e di fronte<br />
al mondo: portare ogni essere umano<br />
a scoprire nella parola “vocazione” il<br />
suo vero nome, la sua identità, la sua<br />
originale libertà.<br />
Una vera promozione umana e sociale,<br />
che esige primariamente la cura<br />
di quelle vocazioni particolari che,<br />
nel dono totale di sé, rendono la Chiesa<br />
fruttuoso giardino nella varietà dei<br />
doni, carismi e ministeri.<br />
La figura del nuovo Beato, raggiungendoci<br />
in tempo di emergenza educativa,<br />
come momento di grazia, consegna<br />
un messaggio sempre attuale ed<br />
urgente: la vera risorsa educativa parte<br />
dalla fondamentale premessa che<br />
la vita è vocazione.<br />
Una sfida a tutto campo! Uno stile<br />
di autentica bellezza! Un compito<br />
al quale nessuno può sottrarsi.<br />
Il Rosario e la Nuova Pompei<br />
Il Rosario e la Nuova Pompei<br />
8 9<br />
Anno 127 - N. 6 - 2011 [248] Anno 127 - N. 6 - 2011 [249]
Giovani, riprendetevi il futuro!<br />
Secondo una ricerca<br />
della Commissione<br />
Europea, nel nostro<br />
continente, l’Italia<br />
è il Paese con la<br />
percentuale più alta<br />
di giovani inattivi:<br />
oltre due milioni non<br />
studiano, non lavorano,<br />
non si aggiornano.<br />
A costoro, si aggiungono<br />
i giovani disoccupati<br />
e quelli precari.<br />
di Marida D'Amora<br />
Il regista Massimo Venier,<br />
in una pellicola cinematografica<br />
del 2008, li descrive<br />
come la “Generazione 1000<br />
euro”. Il suo collega Paolo Virzì,<br />
nello stesso anno, ironicamente li<br />
consola intitolando il suo film “Tutta<br />
la vita davanti”. Ma chi sono?<br />
Sono i giovani che si muovono oggi<br />
sul mercato del lavoro.<br />
Tutto nasce da un’inchiesta condotta<br />
qualche tempo fa dal quotidiano<br />
spagnolo ‘El País’ che li ha soprannominati<br />
“La Generación de los Mil<br />
Euros” (quelli che vivono con 1000<br />
euro al mese).<br />
Entrambi i film narrano la storia<br />
di giovani neolaureati che galleggiano<br />
nell’orbita dell’instabilità<br />
esistenziale e che, pur di staccarsi<br />
dalla famiglia di origine e conquistare<br />
l’indipendenza economica,<br />
si ‘arrangiano’ in mestieri che non<br />
rispondono alle loro aspettative e<br />
non li gratificano economicamente.<br />
Questo lo scotto della crisi economica<br />
che ha danneggiato principalmente<br />
i giovani in cerca della prima<br />
occupazione. Più nero ancora, però,<br />
appare il futuro di chi viene oggi<br />
inglobato nella categoria dei ‘giovani<br />
inattivi’, la ‘generazione grigia’,<br />
ragazzi tra i 15 e i 29 anni che non<br />
fanno nulla, non studiano, non<br />
lavorano, né cercano un impiego.<br />
Insomma disoccupati e rassegnati.<br />
Secondo le stime della Commissione<br />
Europea, l’Italia è il Paese con<br />
la percentuale più alta di giovani<br />
NEET, ovvero “Not in Education,<br />
Employment or Training” (in italiano,<br />
“Non lavora, non studia, non<br />
si aggiorna”). La maggiore percentuale<br />
si ha tra i giovani al di sotto<br />
dei 24 anni, livello superato solo da<br />
Romania e Bulgaria. Sono, infatti,<br />
2 milioni i di giovani Neet diffusi<br />
sul territorio nazionale e prevalentemente<br />
concentrati nelle regioni del<br />
Sud. La maggior parte sono donne,<br />
le più colpite da questo fenomeno,<br />
così come evidenziato dal rapporto<br />
Istat “Noi Italia”, dal quale risulta<br />
che nel nostro Paese quasi 1 donna<br />
su 2 non ha un’occupazione, né è<br />
impegnata a cercarla. Ed è proprio<br />
questo il punto focale della questione:<br />
la ricerca di un lavoro.<br />
Differente è, infatti, l’essere disoccupati<br />
rispetto all’essere “inattivi”.<br />
Inattivi sono i giovani che non cercano<br />
attivamente un lavoro, che non<br />
sono registrati presso un centro per<br />
l’impiego, che non usufruiscono dei<br />
tradizionali servizi che garantiscono<br />
l’incontro tra domanda e offerta<br />
di lavoro. Molti di questi probabilmente<br />
lavorano in nero o con<br />
contratti atipici, di breve durata e<br />
che offrono loro compensi minimi.<br />
Da qui l’impossibilità di ottenere<br />
dati certi sull’ampiezza del fenome-<br />
no in esame.<br />
Ma sull’‘inattività’ dei giovani<br />
non pesano solo crisi economica e<br />
disoccupazione, quello che influisce<br />
in gran parte è la formazione e il<br />
background culturale.<br />
La psicoterapeuta Anna Oliviero<br />
Ferraris, Professoressa Ordinaria di<br />
Psicologia dello sviluppo all’Università<br />
La Sapienza di Roma, dice<br />
a tal proposito: “se il modello è<br />
quello di reality show come il Grande<br />
Fratello (basta andare in tv per<br />
guadagnare), passa il concetto che<br />
per riuscire non serve impegnarsi,<br />
e ci si lascia vivere fino a 30 anni<br />
senza un progetto”. Mentre, aspetto<br />
fondamentale, sostiene la Ferraris,<br />
“le motivazioni si coltivano fin<br />
dall’infanzia, insieme al concetto<br />
che la realtà è anche lotta e sacrificio,<br />
per questo è bella!”.<br />
Preoccupante, dunque, l’immediato<br />
futuro di questi giovani: solo il<br />
65,8% cerca attivamente un lavoro,<br />
il restante 34,2% è assolutamente<br />
passivo al riguardo. Manca in essi<br />
la voglia di studiare, di impegnarsi,<br />
di lavorare, non hanno passioni,<br />
interessi. Ciò che più li attrae è<br />
guardare la tv, giocare ai video<br />
games, curiosare tra le pagine di un<br />
social network e tramite questo fare<br />
nuove amicizie ‘virtuali’, trascurando<br />
i rapporti sociali diretti, l’attività<br />
all’aria aperta, lo sport.<br />
In Italia, ormai, 1 giovane su 5 non<br />
studia né lavora, 1 precario su 4<br />
diventa inattivo, e 7 giovani precari<br />
su 10 vivono in famiglia. Nel nostro<br />
Paese si registrano i dati più alti di<br />
‘inattività’ dei giovani rispetto agli<br />
altri Paesi Ocse (Organizzazione<br />
per la Cooperazione e lo Sviluppo<br />
Economico).<br />
I motivi di tutto questo sono da<br />
ricondurre principalmente al fatto,<br />
spiega l’Istat, che l’inserimento dei<br />
giovani nel mondo del lavoro è più<br />
facile in altri Paesi che in Italia,<br />
dove è forte anche la piaga del<br />
lavoro nero, soprattutto nel Mezzogiorno.<br />
La quinta edizione del “Rapporto<br />
Italiani nel Mondo 2010” della Fondazione<br />
Migrantes dice che degli<br />
oltre 4 milioni di Italiani residenti<br />
all’estero, il 54,3% è di origine meridionale,<br />
mentre il 30,6% proviene<br />
dalle regioni settentrionali e solo<br />
il 15,2% da quelle centrali. Molto<br />
probabilmente ciò che spinge gli<br />
Italiani a lasciare il proprio Paese è<br />
la ricerca di quel lavoro che in Italia<br />
non si trova, cosa che si può ben<br />
supporre, considerato che, sempre<br />
secondo Migrantes, più della metà<br />
degli Italiani all’estero sono giovani<br />
al di sotto dei 35 anni.<br />
Nonostante la legge 30 dicembre<br />
2010, n. 238, in tema di “Incentivi<br />
fiscali per il rientro dei lavoratori in<br />
Italia”, varata per cercare di invertire<br />
questa tendenza, sempre più giovani<br />
ad alto potenziale lavorativo<br />
lasciano il Paese per la mancanza di<br />
opportunità occupazionali.<br />
Questi stessi dati emergono anche<br />
dal rapporto Manageritalia il quale<br />
mette in luce che l’Italia è il Paese<br />
in Europa con la più bassa percentuale<br />
di ragazzi al di sotto dei 25<br />
anni. Secondo il rapporto, inoltre,<br />
non è esatto nemmeno parlare di<br />
fuga di cervelli all’estero. I nostri<br />
giovani laureati, infatti, lasciano il<br />
Paese in proporzioni simili a quelle<br />
degli altri giovani europei. Diversamente<br />
dagli altri Paesi, però, l’Italia<br />
non è in grado di attirare giovani<br />
dall’estero e dunque il numero di<br />
quelli che lasciano il Paese supera<br />
quello di chi decide di stabilirvisi.<br />
Siamo di fronte a un enorme capitale<br />
umano che il Paese non utilizza e<br />
rischia di perdere in misura sempre<br />
più considerevole, un capitale prezioso<br />
che nessuna nazione dovrebbe<br />
permettersi di perdere.<br />
Meeting dei Giovani 2008. L'evento,<br />
organizzato dall'Ufficio per la Pastorale<br />
Giovanile di Pompei, coinvolge ogni anno<br />
migliaia di giovani, cui sono proposti un<br />
ricco programma di eventi ludici e momenti<br />
di riflessione e preghiera, perché si<br />
preparino a costruire il proprio futuro.<br />
Il Rosario e la Nuova Pompei<br />
Il Rosario e la Nuova Pompei<br />
10 11<br />
Anno 127 - N. 6 - 2011 [250] Anno 127 - N. 6 - 2011 [251]
Crocifisso<br />
in classe,<br />
simbolo<br />
d'amore<br />
per tutti<br />
di Salvatore Casciello<br />
“Se è<br />
vero che il Crocifisso è<br />
prima di tutto un simbolo<br />
religioso, non sussistono tut-<br />
tavia nella fattispecie ele-<br />
menti attestanti l’eventuale influenza che l’esposizione<br />
di un simbolo di questa natura sulle<br />
mura delle aule scolastiche potrebbe avere sugli<br />
alunni”. È un passo delle motivazione della sentenza<br />
inappellabile della Grande Camera della<br />
Corte Europea dei Diritti dell’Uomo che, venerdì<br />
18 gennaio, ha dato ragione all’Italia nella causa<br />
“Lautsi e altri contro Italia” sulla presenza del<br />
Crocifisso nelle aule delle scuole pubbliche.<br />
L’Europa, che, almeno finora, si è guardata bene<br />
dal riconoscere le proprie radici cristiane, ha fatto<br />
marcia indietro e, sul Crocifisso esposto nelle aule<br />
delle scuole pubbliche, ha dato ragione all’Italia,<br />
cancellando la condanna precedentemente comminata.<br />
Per i giudici, dunque, non c’è stata alcuna violazione<br />
delle norme a tutela dei diritti umani. La<br />
decisione è stata approvata con 15 voti favorevoli e<br />
2 contrari. Si chiude così il procedimento aperto il<br />
27 luglio 2006 dal ricorso di Soile Lautsi, cittadina<br />
italiana di origini finlandesi, che riteneva la presenza<br />
del Crocifisso nella scuola pubblica di Abano Terme<br />
(in provincia di Padova), all’epoca frequentata<br />
dai figli, un’ingerenza incompatibile con la libertà<br />
di pensiero, di convinzione e di religione. La donna<br />
riteneva leso anche il suo “diritto all’istruzione”, in<br />
particolare, il diritto dei ragazzi ad un’educazione e ad<br />
un insegnamento conformi alle convinzioni religiose e<br />
filosofiche dei genitori.<br />
Nella motivazione del provvedimento, si legge che<br />
Non si è ancora spenta l'eco della sentenza della Corte<br />
Europea dei Diritti dell'Uomo, che ha assolto l'Italia<br />
dall'accusa di violazione dei diritti umani per l'esposizione<br />
del simbolo religioso nelle aule scolastiche.<br />
"l’obbligo degli Stati membri del Consiglio<br />
d’Europa di rispettare le convinzioni<br />
religiose e filosofiche dei genitori<br />
non riguarda solo il contenuto dell’istruzione<br />
e le modalità in cui viene essa dispensata:<br />
tale obbligo compete loro nell’esercizio<br />
dell’insieme delle “funzioni”<br />
che gli Stati si assumono in materia di<br />
educazione e di insegnamento". Il che<br />
"comprende l’allestimento degli ambienti<br />
scolastici qualora il diritto interno<br />
preveda che questa funzione incomba<br />
alle autorità pubbliche".<br />
Poiché la decisione riguardante la<br />
presenza del Crocifisso nelle aule scolastiche<br />
"attiene alle funzioni assunte dallo<br />
Stato italiano, essa rientra nell’ambito<br />
di applicazione dell’articolo 2 del<br />
protocollo 1". Questa disposizione, prosegue<br />
il provvedimento, "attribuisce allo<br />
Stato l’obbligo di rispettare, nell’esercizio<br />
delle proprie funzioni in materia di<br />
educazione e d’insegnamento, il diritto<br />
dei genitori di garantire ai propri figli<br />
una educazione e un insegnamento conformi<br />
alle loro convinzioni religiose e<br />
filosofiche".<br />
La Corte "constata che nel rendere<br />
obbligatoria la presenza del Crocifisso<br />
nelle aule delle scuole pubbliche,<br />
la normativa italiana attribuisce alla<br />
religione maggioritaria del paese una<br />
visibilità preponderante nell’ambiente<br />
scolastico" e sottolinea, altresì, che<br />
"un Crocifisso apposto su un muro è<br />
un simbolo essenzialmente passivo, la<br />
cui influenza sugli alunni non può essere<br />
paragonata a un discorso didattico<br />
o alla partecipazione ad attività<br />
religiose".<br />
Ciò premesso la Corte rileva che "il<br />
diritto della ricorrente, in quanto genitrice,<br />
di spiegare e consigliare i suoi figli<br />
e orientarli verso una direzione conforme<br />
alle proprie convinzioni filosofiche è<br />
rimasto intatto". Sulla scorta di quanto<br />
detto, l’ulteriore corollario: "decidendo<br />
di mantenere il Crocifisso nelle aule delle<br />
scuole pubbliche frequentate dai bambini<br />
della ricorrente, le autorità hanno agito<br />
entro i limiti dei poteri di cui dispone l’Italia<br />
nel quadro del suo obbligo di rispettare,<br />
nell’esercizio delle proprie funzioni<br />
in materia di educazione e d’insegnamento,<br />
il diritto dei genitori di garantire<br />
tale istruzione secondo le loro convinzioni<br />
religiose e filosofiche".<br />
La sentenza è stata accolta con comprensibile<br />
soddisfazione dalla Santa Sede.<br />
Il portavoce vaticano, padre Federico<br />
Lombardi, ha sottolineato che si<br />
tratta di "una sentenza assai impegnativa<br />
e che fa storia, come dimostra il<br />
risultato a cui è pervenuta la Grande<br />
Chambre al termine di un esame approfondito<br />
della questione".<br />
Il card. Camillo Ruini, intervistato da<br />
La Stampa ha così commentato la sentenza:<br />
"Il Crocifisso ha valore universale,<br />
esprime certamente valori universali<br />
da tutti condivisibili e già per questo la<br />
sentenza si giustifica ampiamente". Anche<br />
Mons. Aldo Giordano, osservatore<br />
permanente della Santa Sede presso il<br />
Consiglio d’Europa ha voluto commentare<br />
- in una nota scritta per Sir Europa<br />
- la sentenza sul Crocifisso: "Il fatto che<br />
la Grande Chambre della Corte europea<br />
dei diritti dell’uomo abbia voluto fondamentalmente<br />
ribaltare una sentenza adottata<br />
in precedenza da una Camera all’unanimità,<br />
è un segno di buon senso, di<br />
saggezza e di libertà".<br />
Per padre Gonzalo Miranda, teologo<br />
moralista dell’Ateneo Pontificio Regina<br />
Apostolorum, "anche a partire da<br />
una visione laica della vita, non necessariamente<br />
religiosa, si può difendere il<br />
Crocifisso perché, in realtà, è in atto un<br />
tentativo di aggressione ad un simbolo<br />
che ha una valenza identitaria anche<br />
dal punto di vista culturale e sociale".<br />
Ai tempi di Bartolo Longo,<br />
la Scuola Pubblica sembrava<br />
aver escluso il Crocifisso<br />
Alla fine dell’Ottocento, alcune correnti<br />
liberali erano riuscite a condizionare<br />
l'insegnamento nella Scuola Pubblica a tal<br />
punto che parlare del Crocifisso era considerato<br />
quasi vietato. Ci riferiamo al Crocifisso<br />
in quanto Persona e non al simbolo,<br />
che nemmeno i più acerrimi nemici della<br />
religione ebbero il coraggio di rimuovere<br />
dalle mura delle aule scolastiche. Dell'argomento,<br />
Bartolo Longo parlò con Ruggero<br />
Bonghi, ministro dell’istruzione dal<br />
1874 al 1876. Nel testo “Il triplice trionfo<br />
della Istituzione a pro dei figli dei carcerati<br />
– Discorso pronunziato dall’Avv.<br />
Comm. Bartolo Longo il 23 maggio 1895,<br />
terzo anniversario della benefica istituzione”<br />
(seconda ed. del 1905), il futuro<br />
Beato ricordava una delle “confidenze” che<br />
il Bonghi, in visita a Pompei, gli fece. Gli<br />
disse: “Si è tolto il Crocifisso dalle scuole, e<br />
dove manca il Crocifisso sottentra il disordine.<br />
Sappiatelo, io spero di non morire prima<br />
che non avrò fatto rientrare il Crocifisso nelle<br />
scuole d’Italia”. Più avanti, lo stesso Fondatore<br />
di Pompei ammoniva: “È facile toglier<br />
Cristo dalle Scuole, dai Licei, dalle Università<br />
di una nazione, ma rimettervelo, non è cosa<br />
agevole e da poco; si richiede un eroe”.<br />
Il Rosario e la Nuova Pompei<br />
Il Rosario e la Nuova Pompei<br />
12 13<br />
Anno 127 - N. 6 - 2011 [252] Anno 127 - N. 6 - 2011 [253]
Pompei. Giovani portano una croce durante il Meeting del 2008<br />
Una dirigente scolastica di Catanzaro esclude dalla gita<br />
un ragazzo affetto dalla sindrome di Down. I suoi compagni<br />
si ribellano: “Se non può venire lui, non verremo<br />
neanche noi”. L’uomo moderno, ormai abituato ad esaltare<br />
valori finti come la bellezza fisica o il piacere, cerca<br />
di emarginare i sofferenti, di far finta che non esistano.<br />
Ma proprio Gesù crocifisso c’insegna quanto sia fecondo<br />
il legno della croce.<br />
di Giuseppe Pecorelli<br />
Spesso descritti come superficiali<br />
ed egoisti, i giovani<br />
italiani sanno anche<br />
sorprendere per generosità<br />
e altruismo, per umanità e senso<br />
dell’amicizia.<br />
Il fatto che vogliamo raccontar-<br />
vi è stato reso noto qualche giorno<br />
fa. In una scuola media inferiore di<br />
Catanzaro, una delle classi dell’ultimo<br />
anno è a pochi giorni da una<br />
gita.<br />
S’immagina bene l’attesa che<br />
anima gli studenti quando sono vicini<br />
ad una tradizionale uscita fuori<br />
porta. Tutto è programmato nei<br />
La sofferenza e la croce,<br />
scandalo per l’uomo di oggi<br />
dettagli, ma a qualche giorno dalla<br />
partenza, la dirigente scolastica<br />
decide di escludere un alunno dalla<br />
lista dei partecipanti. È stato indisciplinato?<br />
Ha combinato guai?<br />
Non studia come dovrebbe? Nulla<br />
di tutto questo. Tommaso, questo il<br />
nome di fantasia che alcuni giornali<br />
gli hanno dato, è affetto dalla<br />
sindrome di Down.<br />
La dirigente si nasconde dietro<br />
la legge: manca, dice, un insegnante<br />
di sostegno che possa stargli vicino<br />
durante il tragitto. In realtà, la<br />
normativa non prescrive l’obbligo<br />
della presenza di un educatore che<br />
accompagni lo studente bisognoso<br />
di sostegno. Chiunque, anche<br />
un altro professore, può assumersi<br />
tale responsabilità. La motivazione<br />
non regge.<br />
Ancora più grave quel che accade<br />
dopo. La mamma di Tommaso<br />
protesta con decisione, tentando<br />
di occupare la presidenza e costringendo<br />
all’intervento le forze<br />
dell’ordine. La dirigente scolastica<br />
non si ferma. Convoca i professori<br />
e comunica loro l’intenzione di<br />
non autorizzare in futuro alcuna<br />
uscita dello studente affetto dalla<br />
sindrome di Down.<br />
Nei giorni seguenti, va nella<br />
classe di Tommaso e chiede agli<br />
studenti di non far sapere al compagno<br />
le date delle gite future. È<br />
inaccettabile la motivazione con<br />
cui spiega la propria decisione:<br />
“la scarsa capacità del ragazzo ad<br />
apprendere a causa della sua infermità<br />
genetica”. A questo punto, i<br />
compagni di Tommaso, tutti tra i<br />
tredici e i quattordici anni, si ribellano:<br />
“Se non può venire lui alla<br />
gita, non verremo neanche noi”. E,<br />
per questa volta, sono loro a dare<br />
una lezione all’insegnante.<br />
L’episodio, apparentemente minimo,<br />
ha fatto clamore ed è stato<br />
riportato da tutti i maggiori organi<br />
di stampa italiani. Non è nostra intenzione<br />
giudicare.<br />
D’altra parte, è chiarissimo dove<br />
sia la ragione e dove sia il torto.<br />
Vogliamo, però, riflettere sull’umanità<br />
di oggi, che non ha più nemmeno<br />
il coraggio di guardare la<br />
sofferenza e cerca di emarginarla,<br />
d’imprigionarla, di rinchiuderla in<br />
una stanza, quasi per evitare che contagi<br />
tutti.<br />
L’uomo mette da parte Dio, lo<br />
esclude dalla propria vita, lo sostituisce<br />
con gli idoli materiali delle<br />
gioie apparenti e del tutto terrene.<br />
Salvo poi accorgersi, ad un tratto<br />
della propria vita, che esistono la<br />
malattia e la morte.<br />
Non solo si staccano i crocifissi<br />
dai muri, ma si vogliono escludere<br />
finanche dalla propria vista coloro<br />
che portano i segni della sofferenza<br />
sulla propria pelle. La croce dà<br />
fastidio e scandalizza.<br />
Eppure, ogni uomo, già quando<br />
nasce, nasconde in sé il germe del<br />
proprio dolore fisico e morale. Appena<br />
acquista consapevolezza, può<br />
comprendere che non sarà immune<br />
dalla sofferenza. E non lo diciamo<br />
con la stessa tristezza senza speranza<br />
del poeta Giacomo Leopardi, che<br />
riteneva “funesto” per ogni uomo il<br />
giorno della nascita. Non c’è nulla,<br />
infatti, che renda più simili a Gesù<br />
della sofferenza. Pensiamo a Gesù<br />
in croce: non poteva più muoversi,<br />
inchiodato a quel legno, che bagnò<br />
del suo sangue, trasformandolo da<br />
simbolo di morte a simbolo d’amore.<br />
Gesù era bloccato alla croce da<br />
grandi chiodi, il dolore estremo gli<br />
rendeva difficoltoso il respiro, la<br />
parola era interrotta dall’affanno.<br />
Eppure, Gesù amò anche nell’estremo<br />
di quel momento, affidando Giovanni<br />
e l’umanità tutta a Maria, sua<br />
madre: “Donna, ecco tuo figlio”, le<br />
disse. La sofferenza non può impedire<br />
l’amore.<br />
Nel suo patimento, Gesù diventa<br />
il più bisognoso tra i bisognosi.<br />
E sono proprio i sofferenti quelli più<br />
ascoltati da Dio. Sono gli ultimi secondo<br />
le regole del mondo, ma saranno<br />
i primi nel Regno dei Cieli.<br />
È ovvio che non vogliamo sostenere<br />
che la sofferenza sia desiderabile.<br />
Sul Monte degli Ulivi,<br />
Gesù stesso chiede al Padre di allontanare<br />
da sé “questo calice”.<br />
Vogliamo, però, dire che anche il<br />
dolore va vissuto, come ogni cosa,<br />
tenendo gli occhi fissi verso il cielo<br />
e accogliendo la volontà di Dio. Va<br />
vissuto con coraggio.<br />
E, quando siamo forti e sani, dobbiamo<br />
avere un amore così grande<br />
da saper riconoscere lo sguardo di<br />
Gesù nello sguardo degli ammalati.<br />
Cristo è presente in quei corpi afflitti<br />
dalla malattia. È proprio lì che<br />
lo incontriamo.<br />
Ed è proprio la sofferenza che<br />
rende uguali gli uomini, li rende fratelli.<br />
In proposito, ci piace citare<br />
Andrea Riccardi, Fondatore della<br />
Comunità di Sant’Egidio: “Siamo<br />
tutti poveracci, tutti deboli, tutti fragili.<br />
Tutti siamo chiamati alla comunione<br />
e al mutuo sostegno”.<br />
L'UNITALSI in un pellegrinaggio a Pompei<br />
Il Rosario e la Nuova Pompei<br />
Il Rosario e la Nuova Pompei<br />
14 15<br />
Anno 127 - N. 6 - 2011 [254] Anno 127 - N. 6 - 2011 [255]
■ di Domenico Arcaro<br />
Per quanto gravi<br />
possano essere<br />
i loro reati, è sempre<br />
possibile riportarli<br />
sulla strada del bene.<br />
Ma occorre l’impegno<br />
di tutti e l’azione deve<br />
seguire il tracciato segnato<br />
dal Beato Bartolo Longo,<br />
da San Giovanni Bosco<br />
e da Padre Pino Puglisi.<br />
Nelle foto a destra,<br />
in alto, l'inaugurazione<br />
dell'Anno Giudiziario 2011 a Napoli.<br />
In basso, Padre Pino Puglisi,<br />
ucciso dalla mafia nel 1993.<br />
Politiche sociali e scienze dell’educazione<br />
per l’infanzia e l’adolescenza<br />
I minori irrecuperabili non esistono<br />
Le intuizioni di grandi<br />
uomini di fede<br />
Nella storia del XIX e XX secolo,<br />
oltre al grande contributo di autori<br />
ecclesiastici della tarda antichità<br />
sul versante educativo, provvida si<br />
è rivelata la geniale intuizione di S.<br />
Giovanni Bosco, del Beato Bartolo<br />
Longo e di Padre Pino Puglisi per<br />
l’impegno pastorale nella prevenzione<br />
e nel recupero dei minori deviati<br />
e a rischio di devianza.<br />
Oggi, sulla scia di quanti ci hanno<br />
preceduto nell’opera di aiuto e<br />
di recupero, leggendo i “segni dei<br />
tempi” nell’attuale società, alla luce<br />
del Vangelo e dell’ordinamento pedagogico<br />
penitenziario per i minori,<br />
è necessario continuare quest’azione<br />
educativa per gli adolescenti sottoposti<br />
alla misura penale.<br />
Il Dipartimento giustizia minorile<br />
ha sempre rilevato che l’azione<br />
pastorale e sociale verso i minori<br />
deviati e a rischio di devianza è uno<br />
degli aspetti più complessi per le<br />
diverse problematiche esistenti nell’attuale<br />
società, non solo per chi<br />
deve scontare la pena inflitta dalla<br />
giustizia, ma anche per i familiari e<br />
per quanti si adoperano per il recupero<br />
del minorenne.<br />
Un’azione su più fronti<br />
per recuperare i minori<br />
alla vita buona<br />
Il Presidente della Corte d’Appello<br />
di Napoli, Antonio Buonajuto,<br />
in occasione dell’inaugurazione<br />
dell’anno giudiziario, il 29 gennaio<br />
scorso, ha evidenziato che in Campania<br />
i reati registrati dal Tribunale<br />
per i minorenni sono legati soprat-<br />
tutto allo spaccio di stupefacenti, ai<br />
furti, alle rapine, alle estorsioni e ai<br />
reati di violenza sessuale. Lo stesso<br />
Presidente ha analizzato che alcune<br />
tipologie di reati sono favoriti da<br />
situazioni ambientali e influenzati<br />
dai condizionamenti delle figure di<br />
riferimento abituali (genitore violento<br />
e abusante, leader all’interno<br />
dei gruppi) cui il giovane tende ad<br />
uniformarsi.<br />
Dal testo della prolusione dell’inaugurazione<br />
dell’anno giudiziario,<br />
emerge un’esigenza primaria: la<br />
nostra Regione deve promuovere,<br />
con il supporto degli Organi Istituzionali<br />
delle politiche sociali, iniziative<br />
solidali per arginare il fenomeno<br />
della criminalità minorile.<br />
Per questo, al fine di fronteggiare<br />
il rischio di coinvolgimento dei<br />
minori in attività criminose, sulla<br />
base di un piano di legge approvato<br />
dalla Camera dei Deputati e dal<br />
Senato della Repubblica in favore<br />
dei soggetti deviati di età minore,<br />
il Tribunale per i minorenni sostiene<br />
iniziative volte a tutelare i minori<br />
anche se privi di un supporto<br />
familiare, per favorire la crescita,<br />
la maturazione individuale e la socializzazione.<br />
E non si deve nemmeno sottovalutare<br />
la linea psico-pedagogico<br />
e pastorale che gli operatori devono<br />
adottare con i minorenni, nonché<br />
i contatti che gli stessi devono<br />
avere con le loro famiglie, specie<br />
quelle in difficoltà.<br />
La questione della devianza minorile<br />
non riguarda solo gli organi<br />
della giustizia minorile, ma anche<br />
alle agenzie socio-educative, come<br />
la famiglia, la scuola, la parrocchia,<br />
cercando di promuovere iniziative volte<br />
ad un intervento di prevenzione.<br />
Una missione difficile,<br />
ma possibile<br />
Non è un compito semplice, ma<br />
si può affrontare nella collaborazione<br />
di ogni ente o istituzione attiva<br />
sul territorio e nella volontà di risolvere<br />
i problemi psicologici di un<br />
minorenne che vive in detenzione<br />
o in una comunità educativa. È importante,<br />
poi, l’approccio singolo<br />
che l’educatore deve avere con l’adolescente<br />
deviato, perché ogni soggetto<br />
è un mondo a sé, che va aiutato<br />
a valorizzare le sue capacità e attitudini.<br />
È necessario, poi, instaurare<br />
con il minore un dialogo che lo<br />
porti ad un’apertura verso l’educatore,<br />
il quale deve aiutarlo a rientrare<br />
in se stesso facendogli capire<br />
con modi appropriati la gravità del<br />
reato commesso. Questo avviene<br />
se si crea un rapporto di fiducia con il<br />
soggetto che si ha di fronte. Non è<br />
semplice sia per le diversità di reati<br />
sia per le varie espressioni comportamentali<br />
del minore.<br />
L’esempio di Bartolo Longo<br />
Bartolo Longo s’impegnò a favore<br />
degli adolescenti a rischio di devianza<br />
con grandi risultati, tanto che<br />
il suo pensiero pedagogico resta attuale:<br />
“All’adolescente, fategli comprendere<br />
che lo amate, perché è sven-<br />
turato; che lo educate solo perché lo<br />
amate; ed egli vi amerà, e per amore<br />
si sforzerà di corrispondere alle assidue<br />
ed amorevoli cure che voi spendete<br />
per educarlo. E voi troverete nei<br />
fatti che la Carità supera tutti i mezzi<br />
suggeriti dalla Pedagogia e dalla<br />
Scienza; e nel campo didattico, come<br />
in qualsiasi altro, assicura vittorie<br />
certe, grandi e definitive”.<br />
Educare alla legalità<br />
e non emarginare<br />
Oggi come ieri, di fronte alle problematiche<br />
legate al disagio giovanile,<br />
c’è un'ideologia che, a mio parere,<br />
merita di essere confutata: quella<br />
consistente in atti di emarginazione<br />
verso il minorenne deviato per<br />
crimini e i reati commessi. Nulla di<br />
più errato: anche il minorenne deviato,<br />
come gli altri, è capace nel suo<br />
piccolo delle cose più sublimi (quindi<br />
anche di redimersi). Un ulteriore<br />
problema è che spesso anche i familiari<br />
vengono mal considerati dalla<br />
società.<br />
Pertanto, è necessario che nella<br />
pastorale della carità e nell’azione<br />
sociale, ci sia una politica di intervento<br />
e di prevenzione volta ad<br />
eliminare i molteplici disagi che caratterizzano<br />
la nostra società postmoderna<br />
e supertecnologica.<br />
Anche il documento della Conferenza<br />
Episcopale Italiana, “Educare<br />
alla legalità”, evidenzia l’importanza<br />
di sviluppare una rinnovata cultura<br />
della legalità che porti l’adolescente<br />
a rispettare tutte quelle norme<br />
che ci siamo dati per una convivenza<br />
dignitosa.<br />
Sulla base di quanto appena detto,<br />
sorge un interrogativo che meriterebbe<br />
una risposta: Bartolo Longo<br />
cosa farebbe oggi, di fronte alle<br />
nuove emergenze sociali legate al<br />
problema della devianza minorile<br />
con il suo spirito di solidarietà illimitata?<br />
Il Rosario e la Nuova Pompei<br />
Il Rosario e la Nuova Pompei<br />
16 17<br />
Anno 127 - N. 6 - 2011 [256] Anno 127 - N. 6 - 2011 [257]
La famiglia,<br />
prima scuola<br />
di vita<br />
Sono i genitori a formare i propri figli nei valori<br />
umani e cristiani, a costruire le basi per una società<br />
che sappia riconoscere l’amore e la giustizia come<br />
sue fondamenta. Nel prossimo numero, proporremo<br />
un approfondimento sul Convegno degli Sposi<br />
Cristiani, che si svolgerà il 4 e il 5 giugno e avrà<br />
come tema “Educare alla pienezza della vita”.<br />
Sono passati oltre due anni<br />
dal VI Incontro Mondiale<br />
delle Famiglie, svoltosi a<br />
Città del Messico nel gennaio<br />
2009. I partecipanti all’evento<br />
si confrontarono con una palpabile<br />
realtà che immergeva ed immerge<br />
la società in ciò che, da più parti,<br />
si definisce essere una “emergenza<br />
educativa”, ribadendo il ruolo educatore<br />
della famiglia.<br />
Il Papa Benedetto XVI, già nel<br />
discorso al Convegno Ecclesiale<br />
della Diocesi di Roma dell’11 giugno<br />
2007, affrontava questa crisi<br />
esortando la famiglia alla propria<br />
responsabilità in quanto nucleo primario<br />
di apprendimento ai valori<br />
della fede, della verità e della dignità<br />
della persona umana. Una esortazione<br />
perfettamente in linea con<br />
quella del suo predecessore Papa<br />
Giovanni Paolo II quando affer-<br />
Il Rosario e la Nuova Pompei<br />
Il Rosario e la Nuova Pompei<br />
18 19<br />
Anno 127 - N. 6 - 2011 [258]<br />
di Giuseppe Lungarini<br />
mava con forza: “Famiglia, credi<br />
in ciò che sei!”.<br />
La famiglia, dunque, è la prima<br />
scuola di vita. È nella famiglia che<br />
si sviluppano le prime capacità di<br />
autonomia, dove s’impara a conoscerci<br />
e a relazionarci.<br />
In seno alla famiglia si scoprono<br />
la nostra identità e il nostro essere<br />
uomini e donne: la famiglia è<br />
la prima scuola di valori umani.<br />
Nel focolare domestico illuminiamo<br />
il nostro carattere, il nostro<br />
modo di essere; lì incominciamo la<br />
nostra storia personale, impariamo<br />
ad amare, a rispettare, a condividere,<br />
a perdonare.<br />
Nel suo messaggio per la Giornata<br />
Mondiale della Pace dell’anno<br />
2008, il Papa Benedetto XVI<br />
riaffermava questa ricchezza indicando<br />
la famiglia come “luogo<br />
primario di umanizzazione della<br />
persona e della società”. “In una<br />
vita familiare sana - continuava il<br />
Pontefice - si esperimentano alcuni<br />
elementi essenziali della pace:<br />
la giustizia e l’amore tra fratelli e<br />
sorelle, la funzione della autorità<br />
che esercitano i genitori, il servizio<br />
affettuoso ai componenti più<br />
deboli, perché piccoli, anziani o malati,<br />
il reciproco aiuto nelle necessità<br />
della vita, la disponibilità ad<br />
accogliere l’altro e, se fosse necessario,<br />
a perdonarlo”.<br />
E aggiungeva: “La Comunità sociale,<br />
per vivere nella pace, è chiamata<br />
a inspirarsi anche ai valori<br />
sui quali si regge la comunità familiare.<br />
Questo è valido sia per le<br />
comunità locali sia per quelle nazionali;<br />
più ancora, è valido per la<br />
comunità stessa dei popoli, per la<br />
famiglia umana, che vive in questa<br />
casa comune che è la terra”.<br />
Educare significa allora svolge-<br />
re un servizio alla persona, aiutarla<br />
a crescere nell’equilibrio delle dimensioni<br />
personali ed etiche. Solo<br />
in questo equilibrio c’è la responsabilità<br />
della libertà. Educazione<br />
significa mettere in pratica un<br />
progetto. L’intenzione di educare<br />
impone il progetto e un fine di coerenza.<br />
Maritain diceva: “Si parla<br />
di educazione e si dimentica quale<br />
sia il fine (il misconoscimento dei<br />
fini, ndr)”.<br />
Promuovere un’educazione familiare<br />
di qualità significa proteggere<br />
la prima scuola della vita nella formazione<br />
dei valori e renderà manifesta<br />
a tutti la viva presenza del<br />
Salvatore nel mondo e la genuina<br />
natura della Chiesa (Gaudium et<br />
Spes, 48)”, deve essere impregnato<br />
della presenza di Dio, ponendo<br />
nelle sue mani il nostro quotidiano<br />
e chiedendo il suo aiuto per adempiere<br />
il suo disegno di salvezza per<br />
ciascuno di noi.<br />
Ed è per la sua funzione sociale<br />
essenziale che la famiglia ha il diritto<br />
ad essere riconosciuta nella<br />
sua identità e a non essere confunsa<br />
con altre forme di convivenza,<br />
così come deve poter contare, nelle<br />
forme dovute, della protezione culturale,<br />
guridica, economica, sociale,<br />
sanitaria e, in modo particolare,<br />
su un aiuto sufficiente che tenga<br />
conto del numero dei figli e delle<br />
risorse economiche disponibili.<br />
È sempre più necessario, pertanto,<br />
promuovere ed attuare una cultura<br />
e una politica della famiglia,<br />
in uno sviluppo concreto e non solo<br />
pieno di buone intenzioni, che la<br />
coinvolga anche nelle scelte e nei<br />
programmi. Sono da apprezzare, per<br />
questo, le Associazioni che operano<br />
in questa direzione promuovendo<br />
l’identità e i diritti della famiglia,<br />
secondo una visione antropologica<br />
coerente con il Vangelo.<br />
Anno 127 - N. 6 - 2011 [259]
Il Convegno Nazionale<br />
degli ex alunni<br />
Si è svolto a Pompei<br />
il tradizionale evento, curato<br />
dall’Associazione ex alunni<br />
delle Opere Pompeiane.<br />
Al centro del dibattito una<br />
riflessione sul senso del<br />
volontariato. Al tradizionale<br />
appuntamento hanno<br />
partecipato in centinaia.<br />
“Il volontario<br />
non è colui<br />
che dedica agli altri il<br />
proprio tempo libero,<br />
ma chi per gli altri li-<br />
bera il suo tempo, perché ritiene<br />
che siano più gli altri a meritare la<br />
sua attenzione che le tante attività<br />
a cui pure tiene perché lo interessano”.<br />
Così Fra Filippo, coordinatore<br />
del Centro Educativo “Bartolo<br />
Longo”, ha avviato il Convegno Nazionale<br />
dell’Associazione ex alunni<br />
delle Opere Pompeiane, svoltosi il<br />
21 e 22 maggio nella sede dell’Istituto<br />
a Pompei. Il tema di questo<br />
anno: “Il volontariato cristiano<br />
promuove evangelizzazione nella<br />
società contemporanea a sostegno<br />
dei deboli e dei bisognosi”,<br />
in sintonia con il Parlamento Europeo,<br />
che ha proclamato il 2011 “Anno<br />
Europeo del Volontariato”, per<br />
sottolineare l’importanza rivestita<br />
da queste attività che coinvolgono,<br />
secondo i dati europei, 3 cittadini<br />
su 10 dell’Unione, circa 100 milioni<br />
di persone.<br />
Dopo l’indirizzo di saluto ai convenuti<br />
da parte del Vicario Generale<br />
della Prelatura di Pompei, Mons.<br />
■ di Nunzia Improta<br />
Giuseppe Adamo, Fr. Giovanni Decina,<br />
dei F.lli delle Scuole Cristiane,<br />
Direttore del Centro Educativo,<br />
ha ringraziato tutti della partecipazione<br />
augurando il sereno svolgimento<br />
del Convegno, che il suo confratello<br />
Fr. Celestino, intervenuto<br />
da Roma, ha avviato con un’articolata<br />
relazione.<br />
Partendo da un breve excursus storico<br />
e giuridico, egli ha ben ravvisato<br />
che il “volontariato cristiano affonda<br />
le sue radici nel messaggio<br />
evangelico”, mentre il volontariato<br />
laico nella solidarietà umana e nel<br />
rispetto della natura. Le motivazioni,<br />
il campo d’azione e l’ispirazione<br />
non sono contrapposti: dialogo<br />
e collaborazione sono possibili e auspicabili.<br />
Pur condividendo valori,<br />
tuttavia, non tutti promuovono<br />
evangelizzazione, ed è qui che acquista<br />
la sua specificità il volontariato<br />
cristiano che diventa, con la<br />
testimonianza senza parole, con la<br />
comunione di vita e di destino con<br />
gli altri, con la solidarietà, con la<br />
capacità di comprensione e accettazione,<br />
credibile strumento di fede.<br />
Se la testimonianza è valida l’annuncio<br />
diventa credibile.<br />
Il Volontariato cristiano aggiunge<br />
all’idea filantropica e umanitaria,<br />
che muove dalla coscienza,<br />
quella di avere Dio come causa<br />
esemplare. Gesù, nel Vangelo, ci insegna<br />
ad essere misericordiosi come<br />
lo è il Padre che è nei cieli (Lc<br />
6,36).<br />
La misericordia, che nasce dalla<br />
compassione, non si ferma a considerazioni<br />
di commiserazioni, ma<br />
si concretizza in tanti gesti ed azio-<br />
ni verso il prossimo, soprattutto se<br />
più debole e bisognoso, condivide<br />
e paga di persona.<br />
La storia ci offre tanti esempi di<br />
eroiche figure di santi e laici impegnati<br />
nel servizio della carità, tra<br />
essi il Beato Bartolo Longo che costruì<br />
a Pompei la città della carità<br />
con asili, orfanotrofi, ospizi e scuole<br />
sorte all’ombra della Vergine di<br />
Pompei per i bambini bisognosi e<br />
gli orfani della legge. Alla figura del<br />
Beato è stato dedicato l’intervento<br />
del prof. Claudio Spina, che, nella<br />
mattinata di domenica, ha ben illustrato<br />
l’approfondito studio condotto<br />
in collaborazione con la dott.ssa<br />
Antonella Bianchi, e pubblicato nel<br />
volume: “Bartolo Longo, un manager<br />
tra organizzazione e santità” edito<br />
dalle Edizioni del Santuario nel 2007.<br />
Anche il suo è un impegno di studio<br />
volontario sulla figura del Beato, al<br />
solo scopo di divulgarne la vita e le<br />
opere, affinché ne avvenga presto la<br />
santificazione.<br />
Con lo stesso spirito di volonta-<br />
riato e lo stesso entusiasmo, il dott.<br />
Raffaele Vitagliano ha partecipato ai<br />
convenuti il progetto di una fiction<br />
sul Beato, perché esempio di laico illuminato<br />
per i tempi, lungimirante,<br />
moderno, soprattutto dotato di amore<br />
cristiano nell’educazione dei fanciulli<br />
in grave disagio.<br />
Rosa Improta, ex alunna delle<br />
Opere di Pompei, in quanto orfana<br />
di padre e madre di un ragazzo<br />
diversamente abile, nato con la sindrome<br />
di Down, ha riconosciuto<br />
che i valori cristiani ricevuti durante<br />
l’infanzia e coltivati in famiglia,<br />
l’hanno sostenuta nel suo ruolo di<br />
giovane genitore, soprattutto nella<br />
difesa e nell’educazione della vita di<br />
suo figlio, Nando, oggi diciannovenne<br />
con tante passioni e interessi, che<br />
ha chiesto simpaticamente a Fratel<br />
Filippo la parola presentandosi ai<br />
Nella foto in alto, foto di gruppo degli ex alunni intervenuti al convegno.<br />
In basso, il momento del tradizionale pranzo in comune.<br />
convenuti. Con l’Associazione delle<br />
Persone con Sindrome di Down<br />
partecipa alle numerose iniziative<br />
di sensibilizzazione in difesa della<br />
vita e rispetto delle diversità in quanto<br />
tutti sono figli di Dio: “uguali ai<br />
suoi occhi e quindi anche a quelli<br />
degli uomini”.<br />
Anche il vicepresidente dell’Associazione<br />
ex alunni, Ciro Montuori,<br />
ha riconosciuto l’efficacia dell’educazione<br />
dei F.lli delle Scuole Cristiane,<br />
che prepara alla vita fornendo<br />
validi strumenti per superare<br />
difficoltà e smarrimenti ed ha invitato<br />
a non disperdere il patrimonio<br />
di valori tenendo viva questa esperienza<br />
associativa che vede coinvolti<br />
tanti giovani volontari.<br />
Infine il partecipato tributo di riconoscenza<br />
al Beato Bartolo Longo<br />
del prof. Alfonso Carotenuto, che ha<br />
voluto ricordare che un giornalista<br />
inglese chiamò l’Opera del Beato<br />
Bartolo Longo “l’Oxford d’Italia”,<br />
come dire, una garanzia!<br />
Dal Piemonte alla Calabria, ex<br />
alunni che negli anni, dall’infanzia<br />
alla giovinezza, hanno vissuto nelle<br />
Opere di Pompei e frequentato<br />
le scuole rette dai Fratelli delle<br />
Scuole Cristiane e dalle Suore del<br />
S. Rosario di Pompei, si sono ritrovati<br />
con i loro vecchi compagni ed<br />
educatori religiosi e laici, allietati<br />
dalle musiche dei componenti del<br />
Complesso Bandistico del Bartolo<br />
Longo, guidati dal M° Federico e<br />
dallo spettacolo teatrale realizzato<br />
dagli alunni del Bartolo Longo, dal<br />
titolo “NON CI PENSARE..TANT<br />
E’ COSA E NIENTE” scritto dal<br />
prof. Tommaso Oropallo. Il lavoro<br />
è andato in scena sabato sera nel<br />
Teatro Mattiello ed è stato rappresentato<br />
dagli studenti della Media e<br />
del Professionale IPIA - Professionale<br />
S.Caterina.<br />
Ulteriori informazioni e foto<br />
sul convegno sono disponibili visitando<br />
il sito: www.vivalasalle.it<br />
Il Rosario e la Nuova Pompei<br />
Il Rosario e la Nuova Pompei<br />
20 21<br />
Anno 127 - N. 6 - 2011 [260] Anno 127 - N. 6 - 2011 [261]
Il culto al Sacro Cuore<br />
di Gesù nel Santuario<br />
La festa, particolarmente sentita dal popolo di<br />
Dio, si celebra nel venerdì successivo alla solennità<br />
del Corpus Domini. Il Cuore Sacratissimo<br />
del Redentore rivelò a Suor Margherita<br />
M. Alacoque, religiosa francese, oggi santa,<br />
tutto il proprio amore per l’uomo. Nel prossimo<br />
numero, proporremo un testo del Beato<br />
Bartolo Longo: era devotissimo al Cuore di<br />
Gesù e chiese il Suo aiuto quando una grave<br />
malattia sembrò impedirgli di portare a termine<br />
la costruzione del Santuario.<br />
Il 23 giugno 1900, la signora Luigina Agostini Coleschi, residente<br />
a Pompei in un villino di proprietà dell'Avvocato<br />
Bartolo Longo, fu guarita perfettamente ed istantaneamente<br />
dal Sacro Cuore di Gesù, per intercessione dell’allora<br />
beata Margherita M. Alacoque, suora Visitandina della<br />
famiglia di San Francesco di Sales. Questo miracolo valse la<br />
canonizzazione della mistica suora francese, avvenuta il 13<br />
maggio 1920, due secoli dopo la morte, durante il pontificato<br />
di papa Benedetto XV.<br />
Il culto al Sacro Cuore di Gesù, già proveniente da alcuni<br />
mistici medievali, ebbe grande fioritura fra il Seicento e il<br />
Settecento, proprio in seguito alle rivelazioni di questa religiosa,<br />
suor Margherita Maria Alacoque. Da allora, infatti,<br />
questo culto ebbe un notevole impulso: la festa del Sacro<br />
Cuore divenne universale, per tutta la Chiesa cattolica, e<br />
ancora oggi viene tradizionalmente fissata il venerdì successivo<br />
alla solennità del Corpus Domini.<br />
Nata in Borgogna nel 1647, Margherita Maria Alacoque<br />
sin da piccola avversava ogni cosa che sembrasse offesa<br />
di Dio e fece il suo voto di verginità a soli quattro anni,<br />
senza intenderne il pieno significato. Ma la sua attrazione<br />
verso la preghiera, il ritiro e il silenzio, nonostante la sua indole<br />
vivacissima, il suo amore verso l’Eucarestia, il suo interessamento<br />
per i poveri e i sofferenti, dei quali cercava di<br />
alleviare le pene con ogni mezzo a sua disposizione, manifestavano<br />
la strada scelta per lei dal Signore. Seguì la sua<br />
vocazione in seguito ad una visita presso il Monastero di Paray-le-Monial,<br />
nel 1671. All’età di 23 anni volle entrare in<br />
quel Convento, nonostante le forti contrarietà dei genitori.<br />
E lì suor Margherita, nei successivi 17 anni, ebbe il privilegio<br />
di ricevere le confidenze del Signore Gesù nelle grandi<br />
rivelazioni del Sacro Cuore, che la sceglie per una speciale<br />
missione sulla Terra, consegnandole un messaggio di amore<br />
e di misericordia destinato alla Chiesa e a tutti gli uomini<br />
di ogni tempo.<br />
Era nei disegni di Dio che dovesse sorgere nella Chiesa<br />
un Ordine religioso designato e scelto dal Signore stesso per<br />
diffondere nel mondo la conoscenza e il culto al Cuore Sacratissimo<br />
del Redentore. Quest’Ordine è la Visitazione di<br />
Santa Maria e la prima prescelta tra le Visitandine per le<br />
rivelazioni divine è S. Margherita Maria Alacoque che fu la<br />
grande apostola del Sacro Cuore, senza essere mai uscita dalla<br />
clausura monastica.<br />
Quando fu nominata Maestra delle Novizie, il 31 dicembre<br />
1684, ella le fece convergere all’imitazione delle principali<br />
virtù del Sacro Cuore: l’umiltà e la mansuetudine, inculcandone<br />
la devozione. Così, quest’umile Visitandina, amante del<br />
nascondimento, dell’annientamento e del disprezzo di sé, è<br />
divenuta, a sua insaputa, maestra e modello per la Chiesa universale,<br />
per l’avvento del Regno d’Amore del Sacro Cuore<br />
di Gesù. Ella visse per 19 anni nel Monastero di Paray-le-Monial,<br />
fino alla morte, avvenuta il 17 ottobre dell’anno 1690,<br />
a 43 anni.<br />
Katia Di Ruocco<br />
Il Beato Bartolo Longo,<br />
matita nelle mani di Dio<br />
Il Fondatore del Santuario e della città di<br />
Pompei fu strumento della Provvidenza,<br />
che volle ricolmare d’amore questa terra.<br />
Con questo numero, completiamo il profilo biografico del Beato<br />
Bartolo Longo, che abbiamo cominciato a pubblicare sul<br />
nostro numero di marzo. Eccone la quarta ed ultima parte.<br />
Per opera del Beato Bartolo Longo sorse una nuova<br />
città accanto all’antica Pompei, ch’era di “morta fede e<br />
di empietà trionfante”.<br />
Il Fondatore propose, come data per la posa della prima<br />
pietra dell’attuale Santuario, l’8 maggio, festa di S. Michele<br />
Arcangelo, ma l’inizio dell’edificazione tardò perché<br />
si faticava a trovare validi architetti. La Divina Provvidenza,<br />
però, aprì presto una strada: l’Architetto Antonio Cua, uomo<br />
di santa vita, si offrì per il progetto e lo diresse gratuitamente.<br />
La tela meravigliosa, restaurata, fu collocata nel nuovo<br />
erigendo Tempio. Il beato Bartolo Longo così la descrisse:<br />
“Da quel giorno cominciò nella fisionomia della celeste Regina<br />
a ravvisarsi una bellezza, una maestà, una dolcezza singolare,<br />
da far piegare il ginocchio e battere il cuore a quanti si accostavano,<br />
in questo Santuario, a quella ‘Vecchia tela’. Io sono<br />
convinto che con un visibile portento la Vergine abbia abbellito<br />
la Sua figura”.<br />
Oggi, Pompei, divenuta città, chiama ai piedi di Maria,<br />
ogni anno, specie nei mesi di maggio e ottobre e il 13 novembre,<br />
milioni di persone a pregare, a recitare il S. Rosario,<br />
divenendo, nello stesso tempo, centro di religione, di<br />
civiltà e di gloria.<br />
Quante mamme invocano l’aiuto di Maria per qualche<br />
figlio ammalato, drogato, lontano da Dio! O si rivolgono<br />
per telefono o per lettera, a chi può ridare loro la serenità con<br />
una parola di conforto, di speranza! Tanti pellegrini, oggi,<br />
riempiono i locali del Santuario, specie la domenica, accolti<br />
con grazia e competenza dalle nostre suore. Essi, dopo aver<br />
pregato e salutato la Vergine Maria, raggiungono le sale per<br />
acquistare qualche ricordino benedetto o si recano alla sala-offerte,<br />
definita “Salvadanaio della Provvidenza”, dove,<br />
secondo le possibilità di ciascuno, la carità diventa “gesto<br />
concreto”. Tutto il mondo corre a Pompei per offrire alla<br />
Vergine le proprie suppliche ardenti, ma anche l’obolo della<br />
gratitudine: da Malta, Madrid, Liverpool, Bruxelles, Vienna,<br />
dalla Svizzera, dall’Africa, dall’Australia. E citiamo solo<br />
L'interno della Basilica di Pompei nel 1930<br />
Il Rosario e la Nuova Pompei<br />
Il Rosario e la Nuova Pompei<br />
22 23<br />
Anno 127 - N. 6 - 2011 [262] Anno 127 - N. 6 - 2011 [263]<br />
(4 a parte)<br />
■ di Concetta Fabbricatore<br />
alcune delle provenienze dei pellegrini.<br />
Le missioni della Madonna di Pompei sono frequenti in<br />
vari luoghi dell’Italia, ma anche negli Stati Uniti e in Australia.<br />
La Vergine del Rosario è accolta con tanta festa da tutti.<br />
Oggi, sotto l’incalzare dei tempi e di nuove norme legislative,<br />
le Opere sociali del Beato Fondatore sono state<br />
rivisitate e il Santuario, fedele allo spirito di Bartolo Longo,<br />
le ha riformulate in altri “progetti di carità e di accoglienza”<br />
per far fronte alle povertà emergenti. Sono attivi il “Movimento<br />
per la Vita e Centro di Aiuto alla Vita”, la “Casa Famiglia<br />
Giardino del Sorriso”, il “Centro di Ascolto Myriam”,<br />
la “Comunità Incontro” per il recupero di tossicodipendenti e<br />
alcolisti, il “Centro di accoglienza oratoriale semiresidenziale<br />
Bartolo Longo”, il “Polo Scolastico Bartolo Longo” e “Crescere<br />
Insieme”, la “Casa Albergo per anziane M. De Fusco”, il “Consultorio<br />
Familiare Diocesano di ispirazione cristiana S. Giuseppe<br />
Moscati”. Per quanto ci riguarda, noi, suore del Beato Bartolo<br />
Longo, nel piccolo, ogni giorno, poniamo i “sospiri universali”<br />
del mondo nel grande Cuore di Maria, con la speranza che Ella<br />
li guardi e li accetti maternamente.<br />
Anche nelle domeniche fredde, col vento e con la pioggia,<br />
c’è una folla che assedia il Santuario, e prega, curva e<br />
raccolta o incantata, come se realmente t’avesse dinanzi, oh<br />
Maria, nella casa di Nazareth. A Te basta questo luogo di famiglia,<br />
per ritrovarti quale sei, per riconoscerti “madre” nel<br />
volto, nei gesti, nella parola. È una sensazione che ognuno si<br />
porta dentro finché vive.<br />
(4 - fine)
Don Tonino Palmese<br />
Giovani, non deludete<br />
le nostre speranze<br />
Il XXV Meeting dei Giovani<br />
a Pompei è stato ancora una<br />
volta occasione di incontro<br />
fra i giovani e Gesù. Musica,<br />
spettacolo e ospiti d’eccezione<br />
è stato come sempre il mix vincente<br />
che ha solleticato l’entusiasmo<br />
dei numerosissimi ragazzi<br />
giunti da ogni parte d’Italia per<br />
vivere, con i loro beniamini,<br />
una giornata indimenticabile.<br />
“Radicati e fondati in Cristo,<br />
saldi nella Fede” (Col 2,7),<br />
messaggio di Papa Benedetto XVI<br />
per la prossima Giornata Mondiale<br />
della Gioventù, che si terrà a Madrid<br />
dal 16 al 21 agosto, è stato il tema<br />
Walter Nudo Tony Tammaro<br />
del Meeting 2011. Sono state, infatti,<br />
proprio le parole che San Paolo<br />
rivolge alla comunità dell’antica città<br />
di Colossi, il leitmotiv che ha guidato<br />
le riflessioni del 21 maggio.<br />
Ma protagonista indiscussa della<br />
prima parte della kermesse giovanile<br />
è stata la legalità. A conclusione del<br />
percorso affrontato durante l’intero<br />
anno scolastico, i ragazzi, durante la<br />
mattinata, hanno, infatti, partecipato<br />
al dibattito “Educare alla legalità:<br />
un gioco di squadra”, al quale hanno<br />
partecipato don Tonino Palmese, referente<br />
per la Campania dell’Associazione<br />
Libera, Alessandra Clemente e<br />
Bruno Vallefuoco, rispettivamente fi-<br />
glia e padre di vittime della camorra,<br />
Ignazio Gasperini, educatore presso<br />
il Penitenziario Minorile di Nisida, e<br />
Daniele, giovane ospite della struttura.<br />
"Le mafie ammettono, se i giovani<br />
stanno bene, noi siamo perdenti",<br />
ha urlato alla folla di giovani<br />
don Tonino Palmese. "L’indifferenza<br />
è la droga della mafia - ha poi<br />
aggiunto il referente di Libera - perciò<br />
non siate indifferenti, lottate!".<br />
Commozione e rabbia si sono<br />
mescolate alle parole di Alessandra<br />
Clemente e Bruno Vallefuoco. Alessandra<br />
ha perso la mamma Silvia 14<br />
anni fa, quando, due clan rivali che<br />
si stavano scontrando tra le strade di<br />
Napoli per la lotta al potere, hanno<br />
colpito Silvia per errore. Bruno ha<br />
perso suo figlio Alberto, 24 anni,<br />
semplicemente<br />
Mons. Liberati con il cantautore Amedeo Minghi.<br />
Sullo sfondo don Giovanni Russo, organizzatore del Meeting.<br />
perché nella sua pausa pranzo il<br />
giovane era andato a prendere un<br />
caffè con tre suoi colleghi nel “posto<br />
sbagliato”. I quattro ragazzi sono<br />
stati trucidati perché scambiati<br />
per affiliati ad un clan rivale.<br />
Tra queste tristi storie,<br />
una di<br />
riscatto, quella di Daniele, giovane<br />
ospite dell’Istituto Penitenziario Minorile<br />
di Nisida, che, accompagnato<br />
da un educatore, Ignazio Gasperini,<br />
ha parlato della sua voglia di riscatto<br />
da un futuro che, fino all’arrivo a<br />
Nisida, aveva solo due possibilità:<br />
la morte o il carcere a vita.<br />
A concludere la mattinata, il<br />
musical “È n’atu<br />
juorne”, della<br />
compagnia<br />
Nonsologiovani.<br />
Tanti i personaggi<br />
del mondo<br />
della politica, della<br />
musica e dello<br />
spettacolo che hanno<br />
offerto la loro testimonianza<br />
durante<br />
la seconda parte del<br />
Meeting.<br />
Salvatore Martinez,<br />
Il Rosario e la Nuova Pompei<br />
24 25<br />
Anno 127 - N. 6 - 2011 [264] Anno 127 - N. 6 - 2011 [265]
Fra Pietro e i "Danzando Canteranno"<br />
Loredana Errore con Alfonso Benevento<br />
Presidente Nazionale del Rinnovamento<br />
nello Spirito, ha invitato<br />
i giovani a "non trattare la vita<br />
come un gioco, perché è in gioco il<br />
futuro". "La vita non è bella o brutta,<br />
la vita è originale - ha esclamato<br />
Martinez - e questa originalità gliela<br />
conferisce Cristo".<br />
Molti, dunque, i momenti dedicati<br />
alla riflessione, ma il Meeting è anche<br />
solidarietà e quest’anno ha riservato<br />
parte del ricavato per stanziare una<br />
Il corpo di ballo della Scuola di danza "Le Divine"<br />
borsa di studio a Ludovica, figlia del<br />
giovane Giuseppe Veropalumbo, morto<br />
nel 2007 a causa di un proiettile vagante<br />
esploso fuori della sua abitazione<br />
mentre festeggiava il Capodanno<br />
con i suoi familiari. A ritirare la borsa<br />
di studio, Carmela Sermino, mamma<br />
della piccola Ludovica. L’altra<br />
parte del ricavato sarà utilizzata per<br />
l’acquisto di attrezzature per il Penitenziario<br />
minorile di Nisida.<br />
Tra gli ospiti del pomeriggio, anche<br />
Diego Marmo, procuratore generale<br />
presso il tribunale di Torre<br />
Annunziata, Amleto Frosi, presidente<br />
dell’Alilacco Campania, e Giosuè Starita,<br />
Sindaco di Torre Annunziata.<br />
L’atmosfera si è, poi, fatta calda<br />
quando a salire sul palco è stato Luca<br />
Sepe, cantautore napoletano, speaker<br />
di Radio Kiss Kiss Napoli, che<br />
ha regalato ai ragazzi un piccolo concerto<br />
con i suoi brani più famosi e<br />
divertenti.<br />
Infine, la testimonianza di Walter<br />
Nudo che, dopo aver attraversato<br />
momenti difficili sia nel cammino<br />
di attore che nella vita privata, ha<br />
“alzato gli occhi al cielo e trovato<br />
Dio”.<br />
La terza parte del Meeting è sta-<br />
ta dedicata al beato Giovanni Paolo<br />
II. Uno spettacolo con protagonisti<br />
Amedeo Minghi, Loredana Errore e<br />
Tony Tammaro, che ha regalato alla<br />
platea del Meeting tantissime emozioni.<br />
"La musica è al di sopra di<br />
tutte le parti, la musica non guarda<br />
al colore della pelle - ha detto<br />
Minghi dopo aver eseguito il suo "Un<br />
uomo venuto da lontano" - spero davvero<br />
che i giovani possano capire<br />
che nel mondo la pace è possibile".<br />
Affettuoso, carico di energia e di<br />
spirito positivo è stato il saluto rivolto<br />
ai giovani dall’Arcivescovo di<br />
Pompei, Mons. Carlo Liberati, che<br />
ha spronato i ragazzi a “costruire un<br />
mondo diverso da quello che hanno<br />
trovato”. "Cercate e promuovete il bene<br />
- ha gridato con forza l’Arcivescovo<br />
-, seminatelo, non deludete le<br />
nostre speranze, voi che siete la nostra<br />
vita, il nostro futuro!".<br />
Poi ancora musica sul palco del<br />
Meeting fino a tarda sera. La manifestazione<br />
è stata presentata da Alfonso<br />
Benevento di Radio Punto Zero.<br />
Il Meeting è stato trasmesso in<br />
diretta streaming dal sito internet:<br />
www.santuario.it.<br />
Marida D'Amora<br />
L’Italia non è un Paese per giovani<br />
La parola “giovane” potrebbe, secondo alcuni studiosi, derivare dal<br />
verbo latino iuvare, che significa “essere d’aiuto, di sostegno, di giovamento”.<br />
E tale etimologia ben si addice a coloro che hanno tra i venti e i<br />
trent’anni, in quanto proprio a quell’età un ragazzo e una ragazza possiedono<br />
il meglio della forza fisica, il meglio della forza riproduttiva e il meglio<br />
della forza intellettiva. Potremmo dire che sono energia allo stato puro:<br />
ed è sicuramente un momento magico, quel decennio tra i 20 e i 30 anni,<br />
nella vita di uomo e di una donna che rende poi ragione del mito della giovinezza<br />
che oggi tanto spazio si è affermato nella nostra società.<br />
Ora proprio in virtù di questa tensione energetica che li pervade da<br />
cima a fondo, i giovani sono naturalmente portati a entrare in scena, a<br />
impegnarsi, a darsi da fare. Il dato più bello ed evidente è sicuramente il<br />
grande lavoro che essi svolgono soprattutto nel campo del volontariato,<br />
nelle attività educative (si pensi agli educatori e ai catechisti parrocchiali),<br />
nelle fila dei movimenti ambientalisti, nella costruzione e diffusione di una<br />
cultura della legalità e della pace e così via...<br />
Anzi, chiunque si trova a lavorare a contatto con i giovani sa pure quanto<br />
essi sono attratti dal desiderio naturale di mettere un po’ di ordine nel<br />
nostro mondo e quanto il loro cuore sia oltre misura sensibile alle mille<br />
ingiustizie, nazionali o planetarie, che ogni giorno vengono scoperte.<br />
Di fronte a tutto ciò, resta l’amarezza di dover constatare che il nostro<br />
Paese, aggredito dalla gerontocrazia, non riesca a far spazio a questa bella<br />
energia che vi è nei nostri giovani, con un duplice grave danno. Alla nazione<br />
intera, appunto, che diventa sempre più vecchia, più lenta e più restia<br />
al cambiamento; agli stessi giovani - vere cellule staminali dell’organismo<br />
società - i quali debbono di continuo assaporare il gusto di una società che<br />
sancisce la loro inutilità.<br />
A noi adulti, dunque, è richiesto, un sussulto di amore: meno amore<br />
per la giovinezza e più amore per i giovani, ricordandoci che il mondo non<br />
ci viene dato in eredità da chi ci ha preceduto, ma più in verità ci viene<br />
dato in prestito da chi viene dopo di noi.<br />
Armando Matteo<br />
Il Rosario e la Nuova Pompei<br />
Il Rosario e la Nuova Pompei<br />
26 27<br />
Anno 127 - N. 6 - 2011 [266] Anno 127 - N. 6- 2011 [267]<br />
Luca Sepe
➥ Notizie dal Santuario ■ a cura di Marida D'Amora<br />
➥ Notizie dal Santuario<br />
Il Carnevale della Casa Albergo<br />
“Marianna De Fusco”<br />
Un Carnevale davvero entusiasmante<br />
quello delle ospiti della Casa<br />
Albergo “Marianna De Fusco” del<br />
Santuario. A renderlo così emozionante<br />
e divertente sono stati i giovani<br />
del Gruppo Scout di Sant’Antonio<br />
Abate che con palloncini colorati,<br />
scenette comiche, musica e divertenti<br />
coreografie hanno animato e allietato<br />
la festa del Carnevale delle simpatiche<br />
signore ospiti della struttura.<br />
Grazie alla creatività di Suor Ma-<br />
Lavori in mostra al Bartolo Longo<br />
Taglio del nastro, il 6 aprile scorso, per la XV edizione della Mostra<br />
Interscolastica organizzata dal Centro di Accoglienza Oratoriale<br />
semiresidenziale “Bartolo Longo” del Santuario di Pompei e<br />
realizzata dagli studenti delle scuole di ogni ordine e grado della<br />
città. In mostra centinaia di lavori: manufatti artistici, sculture, disegni,<br />
collage, lavori realizzati con la tecnica del decoupage e con<br />
materiali riciclati. Tantissimi i temi trattati, dall’emergenza rifiuti<br />
alla raccolta differenziata, dai 150 anni dell’Unità d’Italia alla storia<br />
della nascita di Pompei, dalle caricature di artisti famosi al Natale.<br />
Tutte opere dai notevoli contenuti tecnici e qualitativi, attraverso<br />
le quali i ragazzi hanno dato grande prova di impegno e sensibilità<br />
verso temi attuali e importanti per il nostro Paese e la nostra<br />
Regione.<br />
ria Vanna e Suor Maria Arcangela<br />
gli addobbi sono stati preparati in<br />
“Casa” rendendo il tutto ancora più<br />
divertente e coinvolgente. “I preparativi,<br />
e poi la festa, ci hanno fatto<br />
sentire protagoniste e ci hanno dato<br />
quella carica di vitalità che nella nostra<br />
età va pian piano affievolendosi”,<br />
hanno detto le ospiti della Casa<br />
Albergo, che di cuore ringraziano i<br />
giovani scout che hanno realizzato<br />
per loro questa festa straordinaria.<br />
Una Pasqua<br />
colorata d’azzurro<br />
Sono state le uova ufficiali<br />
della Società Sportiva Calcio<br />
Napoli a colorare d’azzurro<br />
la Pasqua dei “nostri” ragazzi.<br />
Il 13 e il 14 aprile, durante una<br />
festa organizzata per i piccoli<br />
ospiti delle comunità del Santuario<br />
da Fratel Filippo Rizzo,<br />
coordinatore delle attività del<br />
Centro di Accoglienza oratoriale<br />
semiresidenziale “Bartolo<br />
Longo”, da don Giovanni Russo,<br />
Delegato per la Pastorale<br />
Giovanile diocesana, e da Suor<br />
Maria Neve Cuomo, Responsabile<br />
del Centro Educativo “Beata<br />
Vergine del Rosario”, i ragazzi<br />
hanno porto i loro affettuosi auguri<br />
all’Arcivescovo, Mons. Carlo<br />
Liberati, e ricevuto in dono le<br />
uova del Calcio Napoli, donate<br />
dal Presidente, Aurelio De<br />
Laurentiis, dalla Crispo, locale<br />
azienda produttrice di confetti,<br />
e dall’Hotel Imperiale di Boscotrecase<br />
(Na).<br />
Un treno carico di speranza<br />
In marcia per la pace<br />
Sabato 14 maggio si è rinnovato l’appuntamento<br />
con la Marcia della Pace (nella foto),<br />
organizzata dal Centro di Accoglienza Oratoriale<br />
Semiresidenziale Bartolo Longo del<br />
Santuario.<br />
Lo slogan scelto per questa XVI edizione<br />
è stato “Se vuoi la pace difendi il creato”.<br />
Partendo da diversi punti della città, gli<br />
alunni delle scuole di ogni ordine e grado<br />
di Pompei e dei comuni limitrofi hanno<br />
marciato per le strade della città inneggiando<br />
alla pace e chiedendo più rispetto<br />
per l’ambiente. Al ritmo delle musiche dei<br />
numerosi complessi bandistici che hanno<br />
preso parte alla manifestazione, gli studenti<br />
si sono ritrovati presso l’Area Meeting<br />
del Santuario per fare festa insieme.<br />
Poi, di nuovo in marcia verso Piazza Bartolo<br />
Longo, dove si è svolta la tradizionale apposizione,<br />
da parte del Comando Provinciale<br />
dei Vigili del Fuoco di Napoli, della corona di<br />
rose rosse ai piedi della statua della Vergine<br />
che sovrasta la Facciata della Basilica.<br />
Anche quest’anno, l’Unitalsi Campana ha regalato ai<br />
bambini ospiti delle Opere di Carità del Santuario, un<br />
viaggio a Lourdes. Dal 3 al 9 aprile, i bambini del Centro<br />
Diurno “Crescere Insieme”, della Comunità a dimensione<br />
familiare “Giardino del Sorriso” e di “Casa Emanuel”<br />
hanno visitato la Basilica e la grotta della città francese,<br />
in cui la Madonna è apparsa a Bernadette.<br />
Un viaggio lungo più di 20 ore senza sentirsi stanchi, un<br />
susseguirsi di emozioni, il sentirsi uniti nella preghiera,<br />
la gioia di fare qualcosa per chi è meno fortunato, questo<br />
il vero miracolo di Lourdes. Accompagnati da Suor<br />
Maria Neve Cuomo, responsabile del Centro Educativo<br />
“Beata Vergine del Rosario”, da Suor Alessandra Adornato,<br />
responsabile della Casa “Giardino del Sorriso”, da<br />
una delle educatrici, Marika Apuzzo, e da Assunta Ferraro,<br />
cresciuta proprio nelle Opere del Santuario, i bambini<br />
hanno vissuto questa meravigliosa esperienza grazie alle<br />
quale, come ha raccontato Assunta: “siamo tornati carichi<br />
di speranza e di forza nell’affrontare le difficoltà<br />
della vita, desiderosi di mettere in pratica quella disponibilità<br />
carica di amore verso il prossimo che i volontari<br />
dell’Unitalsi hanno nei confronti dei diversamente abili<br />
che accompagnano”.<br />
Il Rosario e la Nuova Pompei<br />
Il Rosario e la Nuova Pompei<br />
28 29<br />
Anno 127 - N. 6 - 2011 [268] Anno 127 - N. 6 - 2011 [269]
■ di Giosy Cento<br />
La speranza di<br />
ritrovare un padre<br />
Gli adolescenti non sono<br />
un mondo da giudicare,<br />
sono persone da amare:<br />
con le loro contraddizioni,<br />
con la loro bellezza, con le paure<br />
e gli entusiasmi, con gli errori e le<br />
ingenuità. Essi sono commessi dalla<br />
società e dalla famiglia nelle quali vivono<br />
e hanno gioie e sofferenze per<br />
le loro situazioni.<br />
Avete mai visto e letto una lettera<br />
così?: “Ciao a tutti. Papà sono stufo<br />
di essere preso in giro da te e dal<br />
tuo inseparabile amico alcool. Quando<br />
ti decidi a fare sul serio, mi chiami al<br />
cellulare. Non voglio fare più il papà al<br />
mio papà. Quindi, se vuoi fare da papà<br />
a tuo figlio e dargli dei buoni insegnamenti,<br />
smettila di bere, altrimenti prenderò<br />
insegnamenti negativi. Ora do a<br />
te la scelta: 'O me o l’alcool'. Non ti<br />
devi preoccupare per me, sto bene e al<br />
sicuro al 100%. Arrivederci a un’altra<br />
Desidero corrispondere con i giovani, le famiglie,<br />
i nonni, i sacerdoti, le suore, gli educatori ecc. ...<br />
per curare la pagina insieme.<br />
realtà. Mamma, stavolta ho fatto una<br />
cosa di testa mia, stai tranquillissima<br />
e serena. Vi voglio bene. Anche a te,<br />
papà, è proprio per questo che me ne<br />
sono andato. Alberto”. Così è sparito<br />
un ragazzo di 14 anni. Con un grido<br />
dentro: “Non tornerò più a casa,<br />
papà, finché tu non ritorni in te stesso<br />
e non torni a casa da papà”. Ho<br />
incontrato Alberto e siamo tornati<br />
a casa con il papà in lacrime e una<br />
mamma a pezzi.<br />
Troppi bambini e giovani aspettano<br />
papà che se n’è andato con<br />
un’altra persona. Hanno intuito che<br />
tra i genitori non c’era armonia, ma<br />
poi una notte hanno preso anche<br />
delle botte o hanno visto dare botte<br />
o di più e poi la notizia: papà se ne<br />
n’è andato o l’ho buttato fuori.<br />
Questa mia canzone nasce quasi<br />
totalmente da una lettera che un diciassettenne<br />
ha mandato al suo papà<br />
separato e che mi ha fatto leggere.<br />
Sono rimasto profondamente scosso<br />
e commosso. Per questo, ho scritto<br />
questa canzone e molti mi dicono<br />
“questa è la mia canzone” o “ogni sera<br />
la metto nello stereo in macchina<br />
altrimenti non tornerei a casa” o, ancora,<br />
“questa è la situazione dei miei<br />
figli”.<br />
È una provocazione forte: torna a<br />
casa papà, non hai diritto di stare là, di<br />
stare altrove. Casa tua, casa nostra,<br />
è questa dove mi avete concepito. È<br />
forte questo legame di un figlio alla<br />
stanza nuziale dove pensa che abiti<br />
l’amore che unisce e che fa nascere.<br />
E non può capire che quell’amore di<br />
carne e di sangue possa essere separato<br />
soltanto da una litigata, da un<br />
capriccio, da un sentimento, da una<br />
emozione, da una sbandata. I genitori,<br />
per i figli, sono un assoluto: sono<br />
tutto, sono come…Dio.<br />
La nostra casa, papà: le cose semplici<br />
che parlano di te e di noi. Ricordi<br />
il profumo del dopobarba? Io lo<br />
ricordo bene perché mi prendevi in<br />
braccio e ti baciavo e tu mi coccolavi<br />
pelle a pelle, immersi in quel profumo<br />
che a te piaceva tanto. E poi<br />
ci abbracciavamo in tre e tu baciavi<br />
mamma e me. Queste cose le ho scritte<br />
sulla carne: chi me le può cancellare?<br />
Non puoi papà, torna a casa. C’è<br />
ancora quella bici giù in garage per una<br />
passeggiata in tandem.<br />
Sei andato via di notte perché spe-<br />
ravi che io non me ne accorgessi e<br />
forse per farmi soffrire di meno. Ma<br />
si è fatto giorno troppo presto e la<br />
sera non ho più trovato le tue braccia<br />
forti. E conto le sere: una, due<br />
e poi… non so. Mi chiamavi sempre<br />
“amore”, e non mi basta mamma. È<br />
passato un po’ di tempo, sto crescendo<br />
e senza di te mi sento perduto.<br />
Ma tu non senti niente, non ti manco?<br />
Quale amore è più grande: quello<br />
che hai trovato ora o io che sono<br />
la tua vita? Dai, l’altra è una piccola<br />
parte della tua vita.<br />
Ti posso confidare un problema:<br />
non andrei mai a scuola e, quando ci<br />
vado, non combino niente. Mi dicono<br />
che sono un ragazzo disturbato.<br />
Vedi, ho un sogno: trovarmi all’uscita<br />
di scuola e incontrarti, sentire la<br />
tua mano sulla spalla. Quanta sicurezza<br />
mi daresti. Io sto male quando<br />
i miei amici parlano dei loro papà e<br />
mi dicono che sono andati a mangiare<br />
una pizza, a sciare o solo che hanno<br />
litigato di brutto (potessi almeno<br />
litigare con te, ma non ci sei!).<br />
Ora io sono grande. Potrei essere<br />
per te come un fratello. Ti potresti<br />
confidare su quello che stai vivendo,<br />
sull’amore, sulle solitudini, sui problemi<br />
economici. Io, papà, ti capirei. Penso<br />
che spesso anche tu stia male e<br />
mi dispiace.<br />
Ho deciso però che un giorno ti<br />
vengo a cercare e te lo dico in faccia:<br />
sei un vigliacco. Perché avete e hai<br />
preso decisioni anche per me e …<br />
contro di me? Voglio un confronto<br />
da uomini. Perché non telefoni mai?<br />
Perché mi dici solo che dai i soldi a<br />
mamma per me. Io lo so che il problema<br />
è tra voi due, ma ho una speranza<br />
e prego Dio tutte le sere: sì, potreste<br />
ricominciare, vi vedo ancora bene<br />
insieme. Butta lontano l’orgoglio e diamoci<br />
la mano da padre a figlio, da uomini<br />
veri. La tua famiglia siamo noi,<br />
non lo dimenticare mai. A casa nostra<br />
è sempre sera: ci manchi tu, papà, la<br />
luce vera. Torna a ridarmi, a ridarci,<br />
vita. Anche i sogni si realizzano. Io ci<br />
credo e ti aspetto.<br />
Torna a casa, papà<br />
Testo e musica<br />
di Giosy Cento<br />
Torna a casa, papà, non hai diritto di stare là.<br />
È questa casa tua, è questa casa nostra<br />
dove m’avete concepito.<br />
Torna a casa, papà, qui tutto parla di te e di noi:<br />
il profumo del dopobarba, i baci a mamma<br />
e la bici giù in garage.<br />
Sei andato via di notte dopo avermi preso a botte.<br />
Non lasciarmi per favore, m’hai chiamato sempre amore.<br />
Ora io sono cresciuto, senza te sono perduto.<br />
Lascia stare il nuovo amore che ti porti dentro il cuore.<br />
La tua famiglia siamo noi, non lo dimenticare mai.<br />
A casa nostra è sempre sera ci manchi tu, la luce vera.<br />
Torna a casa papà, io non riesco più ad andare a scuola,<br />
la mamma crede che sono un bambino.<br />
Vorrei sentire adesso la mano tua sulla mia spalla.<br />
Io sto male se i miei amici parlano ovunque che hanno un padre<br />
per litigare o da ignorare, ma che è presente nel loro cuore.<br />
Ma non ci pensi che hai un figlio che ora può essere tuo fratello<br />
che può capirti, ti puoi confidare,<br />
penso che spesso anche tu stai male.<br />
La tua famiglia siamo noi…<br />
Torna a casa papà io ti verrò a cercare per dirti con amore<br />
o con la rabbia di un figlio: sei soltanto un gran vigliacco.<br />
Perché non ti confronti mai e non telefoni,<br />
perché ce l’hai con mamma, ora lo so, ma forse può ricominciare.<br />
Con me non devi vergognarti ho tante cose ormai da dirti.<br />
Getta il tuo orgoglio più lontano papà, dai, stringimi la mano,<br />
dai, stringimi la mano. (3 volte)<br />
Don Giosy Cento<br />
P.zza Regina Margherita,12 - 01010 Ischia di Castro (VT)<br />
giosycento@libero.it<br />
Il Rosario e la Nuova Pompei<br />
Il Rosario e la Nuova Pompei<br />
30 31<br />
Anno 127 - N. 6 - 2011 [270] Anno 127 - N. 6 - 2011 [271]
Mons. Ciro Cozzolino dona il calice<br />
della sua prima Messa alla Madonna<br />
Tenendo fede ad una promessa e ad un desiderio maturato da tempo, il 2<br />
febbraio scorso, Mons. Ciro Cozzolino ha donato alla Madonna di Pompei<br />
il calice della sua prima Messa, affidandolo nelle mani dell'Arcivescovo<br />
Mons. Carlo Liberati. Un doveroso e sentito ringraziamento, come ha precisato<br />
lo stesso don Ciro: ”per testimoniare la gratitudine alla Beata Vergine di Pompei,<br />
per i tanti doni ricevuti in tutta la mia vita trascorsa all’ombra del suo Santuario”. Il<br />
calice, che all’epoca fu donato al sacerdote dai coniugi americani Pasquale e Carolina<br />
De Angelis, celava in realtà, ben altro segreto, di cui il giovane sacerdote<br />
venne a conoscenza soltanto alla fine del suo cammino seminariale: i coniugi<br />
non solo gli avevano donato il suo primo calice, ma, con la loro beneficenza lo<br />
avevano mantenuto agli studi in tutti quegli anni. Dopo qualche tempo don<br />
Ciro volle ringraziare personalmente la coppia benefattrice, recandosi in visita<br />
negli Stati Uniti. Accolto nell’agosto del 1946 presso l’Istituto Bartolo Longo, ne<br />
uscì nel 1953, per entrare nel Seminario di Pompei. Successivamente passò in<br />
quello di Salerno, per completare gli studi di liceo e di teologia. Nel 1965 venne<br />
ordinato sacerdote da S.E. Mons. Aurelio Signora e nell’anno successivo, il suo<br />
Arcivescovo gli diede l’incarico di vice parroco, ruolo che ricoprì fino al 1970. Il<br />
21 settembre dello stesso anno diventò vice-rettore del seminario fino al 1975,<br />
anno della sua nomina a rettore. Lasciò questo incarico nel dicembre del 1982,<br />
per divenire parroco dell’arcipretura del SS. Salvatore di Pompei. Il 18 maggio<br />
del 1998, gli venne conferito, per concessione speciale della Santa Sede, il titolo<br />
onorifico di Cappellano di Sua Santità, a coronamento di una vita interamente<br />
dedicata a Dio e alla Madonna di Pompei.<br />
Invochiamo su di lui la materna benedizione di Maria nel suo impegno a servizio<br />
del Santuario. Il Beato Bartolo Longo che egli ama più di un padre, gli<br />
ottenga la splendida gioia di un lungo ed entusiasmante servizio sacerdotale.<br />
Salvatore Casciello<br />
Una raccolta poetica<br />
per Papa Wojtyla<br />
“N egli occhi di un giorno”<br />
(Loffredo Editore)<br />
è il titolo dell’ultima opera in<br />
versi di Ciro Ridolfini, attore<br />
e poeta napoletano, da sempre<br />
cantore degli ultimi.<br />
Il testo, suddiviso in tre canti, è<br />
un atto d’amore per Giovanni<br />
Paolo II, il Papa che fu drammaturgo<br />
e poeta e che il 4<br />
aprile del 1999, Pasqua di Risurrezione,<br />
si rivolse così agli<br />
artisti: “A ciascuno vorrei ricordare<br />
che l’alleanza stretta da<br />
sempre tra Vangelo e arte, al<br />
di là delle esigenze funzionali,<br />
implica l’invito a penetrare con<br />
intuizione creativa nel mistero del<br />
Dio incarnato e, al contempo,<br />
nel mistero dell’uomo”.<br />
Karol Wojtyla abbatté ogni divisione<br />
che lo separava dagli uomini<br />
e le donne del suo tempo.<br />
Parlò alla vita di ognuno con<br />
la stessa intimità e familiarità<br />
che ha un padre con i suoi figli.<br />
Ridolfini, nel suo fiume in<br />
piena di versi brevi, ci racconta<br />
del suo personale e continuo dialogo<br />
con le parole, i gesti, gli<br />
sguardi, i silenzi di Giovanni<br />
Paolo II.<br />
Rispetto allo smarrimento del<br />
mondo, fatto di divisione, odio,<br />
prevaricazione, il grande Papa<br />
gli ha insegnato ad avere fede, a<br />
sperare.<br />
Scrive Ridolfini nel canto III:<br />
“Noi abbiamo bisogno / di tenerezza<br />
/ parlaci ancora / noi benedici<br />
/ nell’orientarci / con una<br />
carezza / alla Divina Misericordia”.<br />
Giuseppe Pecorelli<br />
Per informazioni:<br />
SEGRETERIA GENERALE<br />
Piazza Bartolo Longo, 1<br />
80045 POMPEI (NA)<br />
Tel. (+39) 081 8577321<br />
www.santuario.it<br />
Via Lucis per la Famiglia di Sabino Palumbieri – Questo piccolo, ma prezioso<br />
sussidio ha come obiettivo la promozione, nei coniugi cristiani, di un itinerario di<br />
spiritualità pasquale, facendo loro assaporare la bellezza dell’esperienza sponsale e<br />
familiare. Il volume propone un formulario della Via Lucis frutto della collaborazione<br />
di coppie più o meno giovani del Movimento Testimoni del Risorto, di cui tra<br />
l’altro è fondatore proprio l’autore, professore di Antropologia e Filosofia all’Università<br />
Pontificia Salesiana di Roma.<br />
Sabino Palumbieri, Via Lucis per la Famiglia,<br />
Edizioni Santuario di Pompei,<br />
pp.80, € 3,00<br />
In cammino con Maria e Bartolo Longo. Vademecum del Pellegrino a Pompei<br />
– Nuova versione del sussidio la cui prima edizione fu voluta da Bartolo Longo<br />
nel lontano 1895. Il pellegrinaggio al Santuario di Pompei è presentato e accompagnato<br />
in tutte le sue fasi: dalla partenza dal proprio luogo di origine, all’arrivo<br />
nella città mariana; dall’accoglienza dei pellegrini nell’area interna del Santuario,<br />
alle varie celebrazioni qui proposte; dalla preghiera di ritorno alle proprie abitazioni,<br />
alla continuazione della personale esperienza spirituale propria del Santuario<br />
pompeiano. Nelle varie sezioni, oltre a validi consigli per arricchire il proprio pellegrinaggio,<br />
sono presenti anche una pratica guida alla visita della città, gli orari<br />
delle celebrazioni, i testi delle preghiere e varie informazioni utili ai pellegrini.<br />
In cammino con Maria e Bartolo Longo, Edizioni Santuario di Pompei,<br />
pp.408, € 5,00<br />
Il Rosario e la Nuova Pompei<br />
Il Rosario e la Nuova Pompei<br />
32 33<br />
Anno 127 - N. 6 - 2011 [272] Anno 127 - N. 6 - 2011 [273]
Di Beatrice Immediata,<br />
dopo il suo pezzo forte, la<br />
sua opera prima [“Dicci<br />
chi sei. Riflessioni sulla figura<br />
del Cristo e dintorni”; Edizioni<br />
Paoline; 2001]; e più recentemente<br />
dopo la pubblicazione della vita<br />
e l’opera di S. Giuseppe Moscati<br />
[“Giuseppe Moscati. Un uomo,<br />
un medico, un santo”; Edizioni<br />
Paoline; 2009, di cui quest’anno<br />
si è esaurita la terza ristampa]<br />
aspettavamo di leggere la vita<br />
della coppia di sposi Marianna e<br />
Bartolo Longo, artefici della diffusione<br />
del Rosario che si irradia<br />
da Pompei, e fondatori, essi stessi,<br />
del celeberrimo Santuario mariano<br />
e dell’annessa opera caritativa.<br />
Puntuale, il libro [“Marianna e<br />
Bartolo Longo. Pompei e le opere<br />
pompeiane”; Paoline, 2011] fresco<br />
di stampa, è arrivato in libreria,<br />
nella collana “Uomini e donne”.<br />
Di santi, anche grandi, ne sono<br />
nati in ogni secolo della Cristianità.<br />
Ma “il ruolo dei laici nella<br />
Chiesa” come definizione apostolica<br />
è un frutto maturato col<br />
Concilio Vaticano II.<br />
In quest’opera agiografica l’Autrice<br />
si è proposta di rivisitare la<br />
santità di un laicato maturo “ante<br />
litteram” come si dice; mostrando<br />
come, anche tra difficoltà e<br />
contrasti, la vocazione alla santità<br />
si faccia strada nella coscienza<br />
attraverso quei miracoli (cose<br />
meravigliose) che solo chi è in<br />
atteggiamento di profonda fede<br />
sa riconoscere nell’esperienza<br />
Il Rosario e la Nuova Pompei<br />
Il Rosario e la Nuova Pompei<br />
34 35<br />
Anno 127 - N. 6 - 2011 [274]<br />
personale, storica ed esistenziale.<br />
Sono le persone che della loro vita<br />
fanno un dono: alla volontà di Dio<br />
e ai bisogni dei fratelli. Quindi:<br />
fedeltà alla vocazione personale,<br />
spirito di preghiera e carità. Verso<br />
la Chiesa e verso l’umanità che<br />
soffre.<br />
Una lezione di ascesi e nello<br />
stesso tempo una testimonianza di<br />
amore.<br />
Il libro presenta delle storie<br />
personali che, nel contesto di una<br />
provincia e di un’epoca, si incontrano,<br />
si incrociano, si legano, e<br />
si intrecciano, impegnandosi sul<br />
senso da dare alla vita spirituale.<br />
Così facendo si aprono alla carità<br />
e al bene del prossimo.<br />
Chi le racconta, per sua formazione,<br />
è particolarmente attenta alla<br />
BEATRICE IMMEDIATA<br />
“Marianna e Bartolo Longo.<br />
Pompei e le opere pompeiane”<br />
Edizioni Paoline [2011]<br />
Pagg. 206 (Prezzo: € 15,50)<br />
presenza femminile conoscendone<br />
la condizione. Presenza che tante<br />
altre volte si è voluta lasciare<br />
nell’ombra, specialmente quando<br />
le donne si trovano ad agire al<br />
fianco degli uomini o entrano in<br />
una vicenda narrata poi da uomini.<br />
Questa volta, grazie a Dio, è una<br />
donna a presentarci fatti e personaggi,<br />
con una sensibilità in grado<br />
di coglierne le sfumature ideali e<br />
sentimentali, compresi i tormenti<br />
dello spirito. Così, anche in<br />
situazioni delicate o problematiche,<br />
causa proprio i temperamenti<br />
umani e la loro componente psicologica,<br />
lo splendore della “virtù<br />
muliebre” (Strano ossimoro che la<br />
storia della lingua in parallelo con<br />
la storia degli uomini ci costringe<br />
ad usare! Laddove la “virtus” sul<br />
piano nominale mostrerebbe di<br />
essere propriamente appannaggio<br />
del “vir”: l’uomo, il marito) si<br />
riflette e illumina anche lo sposo<br />
che l’accompagna. Un po’ è anche<br />
questa la tesi del libro.<br />
Il 28 aprile alla presenza dell’Autrice<br />
l’opera è stata presentata<br />
a Battipaglia, a cura della<br />
F.I.D.A.P.A. (Organizzazione<br />
culturale femminile).<br />
Nei programmi della Casa Editrice,<br />
le Librerie S. Paolo, seguiranno<br />
altre presentazioni a Salerno,<br />
Napoli e Milano.<br />
Mentre a Pompei ci sarà una manifestazione<br />
pubblica organizzata<br />
dal Santuario della Beata Vergine<br />
del Rosario.<br />
Luigi Casale<br />
è<br />
Pregare importante<br />
di Tonino Lasconi*<br />
Nonni moderni evviva evviva<br />
Carissimo don Tonino, sono una nonna che legge volentieri la tua corrispondenza<br />
con i ragazzi. Non mi ha soddisfatto la risposta che desti in Quaresima<br />
al mio nipotino che ti chiedeva se doveva fare i fioretti come gli<br />
suggerivo io, o no, come invece gli diceva la sua catechista. Ci rimasi male,<br />
perché mi sentii squalificata, e oggi sono mortificata perché intuisco che<br />
il mio nipotino mi ritiene di idee antiquate e quindi da mettere da parte.<br />
Comunque, da nonna vecchia e brontolona resto della mia opinione e cioè:<br />
che sì, ci laviamo tutti i giorni (ci mancherebbe…), però in circostanze particolari<br />
(un compleanno, la festa di un amico…) ci curiamo di più. Perché,<br />
allora, non dovrò darmi da fare nel preparare un regalo per ricambiare il<br />
Dono grande del Signore? Scusami e tanti saluti di vero cuore.<br />
Nonna Maria<br />
Carissima nonna Maria, una volta o due<br />
all’anno, la redazione, attentissima a non<br />
far rubare spazio ai ragazzi, mi concede<br />
la possibilità di rispondere agli adulti<br />
- non pochi! - che vorrebbero inserirsi<br />
nel dialogo tra me e i lettori. Ne approfitto<br />
per rispondere a te «vecchia e<br />
brontolona», ma anche furbacchiona. La<br />
nonna del bambino che mi scrisse non si<br />
chiamava Maria…Non però per tornare<br />
sui fioretti. Questa storia ha provocato<br />
Buon Compleanno<br />
Italia<br />
Wilma Peruzzi<br />
tante reazioni di adulti sdegnati per…<br />
non aver letto bene la mia risposta, che<br />
voleva dire esattamente ciò che dici tu:<br />
attenzione a non lavarci soltanto in situazioni<br />
particolari, come un uso poco<br />
accorto dei fioretti potrebbe inoculare.<br />
Allora perché ti rispondo? Tu mi dai<br />
l’occasione per un omaggio ai nonni e<br />
alle nonne, così importanti, oggi, per i nipotini.<br />
È bellissimo vedere nonne e nonni<br />
(fino a non molti anni fa sarebbe stato<br />
* Sacerdote, educatore e scrittore<br />
impensabile!) che spingono carrozzelle,<br />
che giocano con i nipotini, che li accompagnano<br />
a scuola o al catechismo. Praticamente<br />
i bambini crescono con loro.<br />
È una fatica fisica notevole che nonni e<br />
nonne accettano volentieri, ma che non<br />
deve far dimenticare quella psicologica e<br />
morale. I sessantenni e i settantenni – e<br />
anche più in su! – hanno a che fare con<br />
bambini diversissimi da quando lo erano<br />
loro, da preparare comunque non<br />
al passato, ma al presente e al futuro.<br />
Questo impone ai nonni di imparare un<br />
sacco di cose nuove a livello di tecnologia,<br />
di linguaggio, di mentalità…Questa<br />
fatica le nonne e i nonni la fanno. E molto<br />
bene! Perciò mi pare giusto che anche<br />
da questa rubrica almeno una volta<br />
si possa dire: W I NONNI!<br />
Buon compleanno Italia<br />
L’associazione onlus “Mondo Nuovo” di Civitavecchia (Roma) ha lanciato il progetto<br />
“Buon compleanno Italia”, che, guidato dalla dottoressa Wilma Peruzzi,<br />
intende celebrare il centocinquantesimo dell’Unità del nostro Paese. L’idea, molto<br />
semplice, è stata quella di pubblicare un volume dedicato alle singole regioni<br />
italiane, fornendone un identikit culturale, costituito da citazioni, uomini illustri,<br />
proverbi, tradizioni, feste e prodotti tipici. Il testo è accompagnato da un dvd,<br />
in cui si presenta ogni regione nella propria specificità naturalistica e artistica.<br />
L’obiettivo da realizzare è raggiungere i nostri connazionali, anche di seconda o<br />
terza generazione, in ogni parte del mondo, perché possano sentirsi ancora legati<br />
alla loro terra d’origine.<br />
Per chi volesse saperne di più è possibile visitare il sito:<br />
www.italiabuoncompleanno.it, da cui si può prenotare il testo e il dvd. Per l’importante<br />
anniversario del 17 marzo, fu Papa Benedetto XVI a rilevare “l’apporto<br />
di pensiero e talora di azione dei cattolici alla formazione dello Stato unitario”.<br />
Anno 127 - N. 6 - 2011 [275]
In cammino con la Madonna Pellegrina<br />
■ a cura di Andrea Fontanella<br />
Il significato della Missione Mariana negli Stati Uniti<br />
Nella primavera del 2010, l'Arcivescovo-Prelato<br />
di Pompei,<br />
Mons. Carlo Liberati, mi ha<br />
chiesto di fare da coordinatore nell’organizzazione<br />
del viaggio che avrebbe<br />
portato l’Immagine della Madonna di<br />
Pompei fino alla costa orientale degli<br />
Stati Uniti.<br />
Con l’aiuto di Dio, questo programma<br />
diventerà realtà nel giugno 2011,<br />
con l’arrivo dell’icona in America. Sarà<br />
accompagnata da una delegazione,<br />
guidata dall’Arcivescovo, di diversi<br />
sacerdoti diocesani della Basilica Pontificia<br />
della Madonna di Pompei in Italia.<br />
Nel corso di questi ultimi mesi,<br />
abbiamo preparato la Missione e gli<br />
orari degli arrivi e delle partenze da<br />
una diocesi all’altra: nella vasta area<br />
di New York, a Philadelphia, nel Connecticut<br />
e nella Basilica del Santuario<br />
Nazionale dell’Immacolata Concezione<br />
di Washington, DC.<br />
Molte volte mi è stato chiesto qual<br />
è il significato della visita dell’Immagine<br />
della Madonna di Pompei negli<br />
Stati Uniti. Io rispondo sempre che<br />
essa ha un duplice significato.<br />
In primo luogo, quella di Pompei<br />
è una storia di conversione. Siamo<br />
tutti bisognosi di conversione,<br />
Da destra, don Andrea Fontanella,<br />
delegato per la Missione Mariana del Rosario,<br />
don Matthew R. Mauriello, Mons. Joseph Ambrosio,<br />
don Giuseppe Ruggiero e Domenico Romano.<br />
36 Anno 127 - N. 6 - 2011 [276]<br />
Il Rosario e la Nuova Pompei<br />
non solo durante il tempo forte della<br />
Quaresima, ma ogni giorno siamo chiamati<br />
a “evitare il male e fare il bene”<br />
(cf. 1 Pt 3,11).<br />
La vita del Beato Bartolo Longo<br />
(1841-1926) è la dimostrazione<br />
della misericordia del Signore che si<br />
china su un peccatore perduto. Gesù<br />
ci dice: “Non sono i sani che hanno<br />
bisogno del medico, ma i malati. Andate<br />
dunque e imparate che cosa significhi,<br />
Misericordia io voglio e non<br />
sacrificio. Infatti non sono venuto<br />
a chiamare i giusti, ma i peccatori”<br />
(Mt 9,12-13). Sebbene fosse cresciuto<br />
in una famiglia profondamente cattolica,<br />
abbandonò la sua fede e fu finanche<br />
ordinato sacerdote di Satana.<br />
Ma la misericordia del Signore e<br />
il tenero amore della Santa Madre del<br />
Cielo toccarono il suo cuore. Non solo<br />
si convertì, ma lavorò con zelo per promuovere<br />
la devozione al Rosario.<br />
Quando si tormentava che avrebbe<br />
perso la sua anima, Maria parlò al<br />
suo cuore, facendogli sentire questa<br />
ispirazione: “Se diffonderai il mio<br />
Rosario, sarai salvo!”.<br />
Quando la sua vita terrena si avvicinava<br />
alla fine, disse: "Il mio unico<br />
desiderio è quello di vedere Maria,<br />
che mi ha salvato e mi salverà<br />
dalle grinfie di Satana".<br />
Bartolo Longo fu beatificato da Papa<br />
Giovanni Paolo II, ora beato, il 26<br />
ottobre 1980. Il Papa lo definì “l’Apostolo<br />
del Rosario” e scrisse che la sua<br />
beatificazione è un trionfo della misericordia<br />
di Dio e della potenza del Rosario<br />
nell’istruire i cuori di tutti nella<br />
verità del messaggio del Vangelo.<br />
Il secondo significato della Missione<br />
Mariana negli Stati Uniti è quello<br />
di aiutarci a ri-orientare il nostro<br />
sguardo verso Maria, la nostra celeste<br />
Madre, e verso il Figlio, nostro Signore<br />
e Salvatore Gesù Cristo. Maria disse<br />
queste parole a sua cugina Elisabetta nel<br />
Magnificat, “L’anima mia magnifica il<br />
Signore... perché ha guardato l’umiltà<br />
della sua serva. D’ora in poi tutte le<br />
generazio-ni mi chiameranno beata...<br />
ha rove-sciato i potenti dai troni, ha<br />
innalza-to gli umili” (Lc 1,46.48-52).<br />
La storia dell’arrivo dell’immagine di<br />
Maria a Pompei è davvero la dimostrazione<br />
di tutto ciò.<br />
Dopo la sua conversione, il beato<br />
Bartolo Longo cominciò a restaurare<br />
la chiesa fatiscente nel mese di ottobre<br />
1873, e sponsorizzò una festa<br />
annuale in onore della Madonna del<br />
Rosario. Nel 1875, ottenne un dipinto<br />
logoro della Madonna del Rosario<br />
da un convento di Napoli e raccolse<br />
fondi per far restaurare l’immagine ed<br />
esporla in chiesa.<br />
L’unico modo per trasportare l'immagine<br />
fino a Pompei fu caricarla su<br />
un carro carico di letame: un modo<br />
molto umile di arrivare per la Regina<br />
del Cielo. Presto cominciarono i<br />
miracoli di guarigione e tanta gente<br />
accorreva presso la chiesa a Pompei.<br />
Il Vescovo di Nola incoraggiò Bartolo<br />
Longo a costruire una chiesa più<br />
grande che fu consacrata nel 1891.<br />
Essa fu ampliata nel 1939, ed è conosciuta<br />
oggi come la Basilica Pontificia<br />
della Beata Vergine del Santissimo<br />
Rosario di Pompei.<br />
L’icona ha un’importanza speciale<br />
proprio per gli Stati Uniti, terra di immigrati.<br />
Coloro che avevano lasciato<br />
la loro Patria per iniziare una nuova<br />
vita in America, portarono con loro<br />
l’amore e la devozione verso di Lei.<br />
È possibile sostenere la Missione in America inviando offerte sul Conto BancoPosta intestato a:<br />
Pontificio Santuario della Beata Maria Vergine del Rosario - IBAN: IT50 A076 0103 4000 0006 1288 270<br />
Per inviare offerte dall'estero: IT50 A076 0103 4000 0006 1288 270<br />
Codice BIC/SWIFT: BPPIITRRXXX NAZ IT CHECK 50 CIN A ABI 07601 AB 03400<br />
L<br />
’Icona della Madonna del Santo<br />
Rosario di Pompei tornerà in Australia<br />
visitando le città di Adelaide, di<br />
Melbourne e di Sydney.<br />
Nel prossimo mese di Novembre,<br />
la Delegazione della Missione<br />
Mariana del Rosario, guidata da don<br />
Andrea Fontanella e composta da<br />
don Giuseppe Ruggiero responsabile<br />
dell’edizione inglese della rivista<br />
RNP, da Domenico Romano, Segretario<br />
della Missione, e da altri sacerdoti,<br />
partirà prima per Adelaide, poi<br />
per Melbourne ed infine per Sydney,<br />
dove in Cattedrale si concluderà il<br />
tour della Madonna di Pompei.<br />
Ad accogliere la Delegazione ci<br />
saranno Domenico Moio e Felice Montrone,<br />
promotori della precedente<br />
Missione a Sydney, assieme al Comitato<br />
di Adelaide e di Melbourne e a<br />
tutti i nostri connazionali che hanno<br />
desiderato fortemente che l’Icona pellegrina<br />
della Madonna del Rosario di<br />
Pompei ritornasse in Australia.<br />
Già dopo il ritorno del Delegato<br />
e del Segretario dell’Ufficio della<br />
Missione, sono cominciati i preparativi.<br />
La notizia, già annunciata in tutta<br />
l’Australia attraverso Rete Italia e dal<br />
quotidiano “La Fiamma”, ha risvegliato<br />
i cuori e l’entusiasmo di tanti che<br />
in tempi remoti hanno lasciato l’Italia<br />
alla ricerca di un lavoro e di fortuna.<br />
Si prospetta un grande evento di<br />
fede, nel quale si desidera diffondere<br />
ed irradiare la spiritualità del S. Rosario.<br />
La venerata Icona sosterà prima<br />
Nel 1892, ancora vivente Bartolo<br />
Longo, nella vasta area di New York,<br />
fu costruita la prima delle molte chiese<br />
dedicate alla Madonna di Pompei in<br />
America. Ella è la Madre degli im-<br />
migrati e di tutti noi e con amore ci<br />
guida nel nostro pellegrinaggio terreno<br />
e ci conduce al Figlio, che è la<br />
Via, la Verità e la Vita.<br />
P. Matthew R. Mauriello<br />
E a novembre la Missione<br />
partirà per l’Australia<br />
ad Adelaide, nella Parrocchia di S.<br />
Francesco d’Assisi, poi a Melbourne,<br />
nella Parrocchia di S. Antonio, in seguito<br />
a Sydney, nella Cattedrale di<br />
St. Mary.<br />
Le comunità accoglienti prepareranno<br />
la Missione Mariana attraverso<br />
una serie d’incontri di meditazione<br />
e preghiera. A tutti i partecipanti ad<br />
ogni S. Messa di chiusura missione<br />
sarà data la possibilità di baciare la<br />
venerata Icona della Madonna del<br />
Rosario, proprio come avviene il 13<br />
novembre di ogni anno a Pompei.<br />
Sidney. La Cattedrale di St. Mary.<br />
Nei giorni di permanenza, l’equipe<br />
dei missionari, visiterà le comunità<br />
italiane presenti ad Adelaide, Melbourne<br />
e Sydney.<br />
L’Ufficio della Missione Mariana<br />
e il Santuario ringraziano di cuore quanti<br />
hanno voluto fortemente e permesso<br />
questo Tour in Terra Australiana:<br />
il comitato centrale e i vari comitati di<br />
accoglienza, i Club, gli organi di stampa<br />
locale che ne hanno parlato e ne<br />
parleranno.<br />
Ufficio Missione<br />
Mariana del Rosario<br />
Il Rosario e la Nuova Pompei<br />
Anno 127 - N. 6 - 2011 [277]<br />
37
Tra i tanti pellegrini del Rosario<br />
a cura di Marida D'Amora<br />
1. Al termine della pratica dei Venti<br />
Sabati del Santo Rosario, i fedeli della<br />
parrocchia “Sacro Cuore di Gesù”<br />
di Mola di Bari sono venuti in visita nella<br />
città mariana il 3 maggio scorso. Guidati<br />
dal parroco, don Franco Fanizza, i<br />
fedeli molesi tornano in pellegrinaggio<br />
a Pompei ogni anno per ringraziare la<br />
Madonna e affidarsi a Lei.<br />
2. Il 6 maggio, hanno pregato nel nostro<br />
Santuario tredici pellegrini degli<br />
Stati di Bahia e del Sergipe in Brasile.<br />
Guidati da don Roberto Silva e da<br />
padre Jose Carlos Lima, Provinciale<br />
della comunità religiosa dei Vocazionisti,<br />
provenivano da quattro parrocchie:<br />
Nostra Signora da Conceição e S.<br />
Caetano di Salvador de Bahia, Nostra<br />
Signora Apparecida di Victoria da Conquista<br />
e Nostra Signora da Boa Hora<br />
di Campo do Brito. Il 7 maggio, hanno<br />
partecipato alla cerimonia di beatificazione<br />
di don Giustino Russolillo a Pianura<br />
di Napoli.<br />
3. Anche quest’anno, la Parrocchia dell’Immacolata,<br />
nel quartiere Tiburtino a<br />
Roma, è venuta pellegrina a Pompei<br />
per venerare la Beata Vergine del Ro-<br />
1<br />
2<br />
3<br />
sario. A guidare il gruppo numeroso,<br />
accolto nella città mariana giovedì 12<br />
maggio, Domenico Cassano e Rita<br />
Spirito.<br />
4. “Camminiamo con gioia incontro<br />
al Signore”. Questo il tema scelto<br />
per il pellegrinaggio a piedi da Napoli<br />
a Pompei che si è tenuto sabato 29<br />
maggio, promosso dall’Azione Cattolica<br />
di Napoli. L’appuntamento è<br />
stato fissato alle 12.30, presso la Basilica<br />
del Carmine Maggiore a Napoli.<br />
Dopo una breve liturgia iniziale, i<br />
fedeli si sono messi in cammino verso<br />
la città mariana, toccando i centri<br />
della zona vesuviana. In 40 mila hanno<br />
affrontato i 30 km che li separavano<br />
dal Santuario della Madonna di<br />
Pompei, alla quale ogni anno, a chiusura<br />
del mese mariano, esprimono la<br />
propria fede e la propria gratitudine.<br />
Tra i fedeli che hanno marciato verso<br />
Pompei, c’erano anche i familiari<br />
di chi sta lottando per non perdere<br />
il proprio lavoro, come gli operai<br />
della Fincantieri. Proprio a loro si è<br />
rivolto il Cardinale Crescenzio Sepe<br />
(nella foto) che li ha accolti al loro<br />
arrivo in Area Meeting: "Con Maria<br />
costruiamo la speranza per le nostre<br />
città, invocate Maria affinché vi accompagni<br />
e vi incoraggi nel cammino<br />
quotidiano, per contribuire a costruire<br />
città più giuste e solidali". "A Maronna<br />
c’accumpagna" li ha, poi, incoraggiati<br />
Sepe. "La voglia di ripresa e rinascita<br />
è tanta perché la Chiesa non si rassegnerà<br />
mai a considerare Napoli, e le<br />
città napoletane, una storia finita male".<br />
"La speranza - ha aggiunto il cardinale<br />
- ha oggi bisogno di invadere, di<br />
contaminare a fondo ogni palmo della<br />
nostra città. E alla sua luce dovrà alimentarsi<br />
la fiaccola di un percorso verso<br />
un autentico riscatto morale, culturale<br />
e civile, di cui la città ha un disperato<br />
bisogno".<br />
Il Rosario e la Nuova Pompei<br />
Il Rosario e la Nuova Pompei<br />
38 39<br />
Anno 127 - N. 6 - 2011 [278] Anno 127 - N. 6 - 2011 [279]<br />
4
La Mensa per i poveri,<br />
dove opera la Provvidenza<br />
Ogni sabato, a Pompei, nel vecchio ospizio di<br />
via Sacra, il Sovrano Ordine Militare dei Cavalieri<br />
di Malta e il Santuario della Beata Vergine<br />
danno da mangiare ad oltre 150 fratelli, che<br />
vivono situazioni di disagio economico.<br />
Il 23 aprile, nel giorno di Sabato Santo, la Mensa dei Poveri ha organizzato<br />
il tradizionale pranzo pasquale. Nell'occasione, l'Arcivescovo, Mons. Carlo<br />
Liberati, ha voluto condividere la mensa con i più bisognosi.<br />
Alla luce dello spirito di carità<br />
cristiana che ne ha costantemente<br />
orientato il percorso e<br />
ispirato la storia, il Sovrano Ordine Militare<br />
dei Cavalieri di Malta e il Santuario<br />
della Beata Vergine di Pompei<br />
hanno organizzato unitamente, da oltre<br />
un anno, una Mensa per i Poveri.<br />
Tale iniziativa, voluta e coordinata<br />
dalla Dr. Steardo, Dama dell’Ordine<br />
Melitense, e dal Santuario Mariano, si<br />
tiene ogni sabato nelle strutture del<br />
vecchio ospizio di via Sacra a Pompei.<br />
Proprio dove, alla fine dell’Ottocento,<br />
il Beato Bartolo Longo diede<br />
accoglienza ai reietti del tempo, rappresentati<br />
dai figli dei carcerati.<br />
In una continuità ideale essa accoglie<br />
indigenti di ogni età, ma soprattutto<br />
giovani ed extracomunitari,<br />
espressioni di vecchie e nuove<br />
povertà provenienti da ogni parte<br />
della provincia napoletana. Il loro numero<br />
(oltre 150) è in costante aumento:<br />
s’è più che quintuplicato negli<br />
ultimi mesi, ma così come il loro<br />
numero si accresce, parimenti aumenta<br />
il numero dei volontari che, con i<br />
loro sforzi, rendono possibile l’attività<br />
della mensa. Quando si dice la Divina<br />
Provvidenza!<br />
Quest’esperienza è stata molto favorevolmente<br />
accolta, non solo da<br />
chi trova quel tanto di amorevole attenzione,<br />
ma anche dagli altri che<br />
contribuiscono, come possono, con<br />
opere o cose. E questo è molto confortante<br />
perché conferma il convincimento<br />
che iniziative del genere servono<br />
a rompere l’indifferenza verso<br />
l’altro bisognevole, che è l’essenza<br />
del male che caratterizza il nostro tempo,<br />
e fanno capire che solo ripartendo<br />
dai poveri possiamo muoverci nella<br />
direzione di Cristo.<br />
Maria del Rosario Steardo<br />
Fiori d’arancio per<br />
Angela e Raffaele<br />
La ragazza, cresciuta nel Centro Educativo<br />
“Beata Vergine del Rosario”, ha fatto parte per<br />
anni del Gruppo Appartamento. Laureatasi in<br />
Medicina, ora è felice sposa di Raffaele.<br />
Il 29 di aprile le ragazze del<br />
“Gruppo Appartamento” hanno<br />
partecipato con sentita e condivisa<br />
commozione al matrimonio<br />
di Angela Ruggieri. In passato<br />
abbiamo parlato di lei in occasione<br />
della Laurea in Medicina e Chirurgia,<br />
conseguita con il massimo dei<br />
voti. Angela è stata accolta nelle<br />
opere del Santuario insieme alle sue<br />
due sorelle quando ancora era una<br />
bimba di tenera età.<br />
Diventata una giovane adolescente<br />
inizia a maturare in lei il desiderio<br />
di voler aiutare il prossimo. Questo,<br />
qualche anno più tardi, la spinse<br />
ad intraprendere il lungo e faticoso<br />
cammino della medicina. Realizza<br />
il suo primo sogno con il conseguimento<br />
del titolo di Dott.ssa in Medicina<br />
e Chirurgia, ma nel cassetto<br />
da tempo custodiva un sogno altrettanto<br />
importante: sposare Raffaele,<br />
innanzi all’altare della Madonna del<br />
Rosario di Pompei e godere della<br />
sua benedizione.<br />
Già dalle prime ore del mattino<br />
presso il Centro Educativo “Beata<br />
Vergine del Rosario” si respirava<br />
un’aria movimentata, in vista<br />
dell’intensa giornata di festa. Erano<br />
presenti tutti coloro che l’hanno<br />
accompagnata in questo percorso<br />
di vita, in modo particolare le suore<br />
domenicane di Pompei. Ad aiutare<br />
Angela negli ultimi momenti prima<br />
del matrimonio sono arrivate in<br />
sostegno anche le altre compa-<br />
gne del “Gruppo Appartamento”.<br />
Insieme alle suore si sono occupate<br />
di rendere più bello ed accogliente<br />
il Centro Educativo che ha fatto da<br />
degna cornice all’evento. Angela,<br />
accompagnata dalla responsabile<br />
del Centro, Suor Maria Neve Cuomo,<br />
che in questi anni ha seguito<br />
l’educazione e la formazione della<br />
“Dottoressa” Ruggieri, assieme<br />
ai benefattori e alla sua famiglia,<br />
ha attraversato il Piazzale Beato<br />
Giovanni XXIII in direzione della<br />
Basilica con un lungo corteo nuziale<br />
composto da tantissime persone.<br />
Arrivata in piazza Bartolo Longo in<br />
perfetto orario, Angela si è incamminata<br />
lungo la navata centrale<br />
della Basilica arrivando ai piedi<br />
dell’Altare della Mamma Celeste,<br />
che in tutti questi anni l’ha guidata<br />
e protetta nelle sue scelte di vita. Ad<br />
attendere Angela lo sposo, Raffaele,<br />
e Mons. Salvatore Acampora, Rettore<br />
del Santuario, che ha benedetto<br />
le nozze. L’Arcivescovo Prelato<br />
Mons. Carlo Liberati non potendo<br />
presenziare alla funzione religiosa<br />
a causa di impegni già presi da<br />
tempo, ha fatto inviare ai novelli<br />
sposi la benedizione Apostolica del<br />
Santo Padre Benedetto XVI, letta<br />
dal Rettore.<br />
Al termine della funzione, i novelli<br />
sposi si sono recati nei giardini<br />
dell’istituto dove hanno fatto qualche<br />
foto e salutato le suore. La festa<br />
è poi continuata al ristorante, dove<br />
hanno festeggiato l’evento insieme<br />
a parenti ed amici. In serata si sono<br />
unite ai festeggiamenti anche le<br />
suore ed il Rettore del Santuario.<br />
La giornata si è conclusa con il<br />
taglio della torta nuziale e il brindisi<br />
per gli sposi.<br />
Auguri ad Angela ed al suo sposo<br />
Raffaele!<br />
Maria Menna<br />
Il Rosario e la Nuova Pompei<br />
Il Rosario e la Nuova Pompei<br />
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Anno 127 - N. 6 - 2011 [280] Anno 127 - N. 6 - 2011 [281]
LA PAROLA AI LETTORI<br />
Invitiamo i nostri lettori a condividere con noi esperienze, riflessioni,<br />
idee sul proprio cammino spirituale, in qualche modo legate alla<br />
venerazione della Vergine del Rosario di Pompei e del suo fedele Apostolo<br />
il Beato Bartolo Longo. Potete contattarci, ai recapiti del Santuario.<br />
■ a cura di Katia Di Ruocco<br />
Mia madre Felicia, donna di fede profonda<br />
Carissimo Mons. Liberati,<br />
in questo mese di maggio, dedicato<br />
alla Madonna, ho sentito il desiderio<br />
di parlarle della mia mamma che<br />
non c’è più.<br />
La mia mamma, Felicia, ha avuto<br />
una vita molto difficile: rimasta<br />
orfana a 4 anni, è cresciuta con la<br />
nonna; si è sposata, ma anche la vita<br />
matrimoniale è stata tribolata perché<br />
mio padre aveva problemi di alcool.<br />
Anche negli ultimi tempi della sua<br />
vita ha sofferto; è stata in ospedale<br />
per otto anni, paralizzata a letto e poi<br />
su una sedia a rotelle, con piaghe di<br />
ogni genere, enormi. Mi domando,<br />
a volte, perché persone così devote<br />
devono soffrire più degli altri.<br />
La mamma aveva 93 anni ed era una<br />
donna di preghiera: prima di ammalarsi<br />
recitava il Rosario tutti i giorni<br />
per i defunti, per le persone ammalate<br />
e bisognose; mi diceva sempre di<br />
fare opere buone, di fare la carità, di<br />
andare tutte le domeniche a Messa e<br />
rispettare le persone anziane.<br />
Caro Mons. Carlo Liberati, mi scusi<br />
se ho parlato troppo della mamma,<br />
ma mi sentivo di farlo, anzi potrei<br />
scrivere una lunga storia per le esperienze<br />
che ho fatto in questi otto anni<br />
di ospedale. Una volta la mamma<br />
aveva una piaga che da sotto il piede<br />
arrivava alla gamba, era enorme:<br />
un dottore mi disse che si doveva<br />
tagliare la gamba fino al ginocchio.<br />
Data l’età avanzata, non volevo<br />
darle altre sofferenze, per cui dissi<br />
al medico di non operare e di lasciar<br />
fare alla volontà di Dio. La piaga si<br />
risanò da sola, senza l’amputazione<br />
della gamba.<br />
Qualche tempo fa io stesso ho sperimentato<br />
l’aiuto della Vergine di Pompei,<br />
uscendo salva da un gravissimo<br />
incidente d’auto: la mia macchina è<br />
andata distrutta e io ne sono uscita<br />
salva, senza un graffio. Questi sono<br />
veramente miracoli!<br />
Le prime parole che ho gridato in<br />
quel tragico momento sono state: “O<br />
Madonna del Rosario, aiutami”. Sono<br />
convinta che, per quanti siano i momenti<br />
difficili, persino disperati, c’è<br />
sempre il sostegno del Signore Gesù<br />
e della Sua Santissima Madre. Devo<br />
dire che non sapevo molto della Beata<br />
Vergine di Pompei finché non è<br />
venuta in Canada, in Missione Mariana<br />
nella chiesa di Santa Margherita<br />
Maria Alacoque di Woodbridge.<br />
Non sapevo che la sua immagine<br />
fosse così bella, pensavo di vedere<br />
una statua, e non sapevo assolutamente<br />
niente nemmeno del Beato Bartolo<br />
Longo, di cui sono venuta a conoscenza<br />
leggendo le vostre Riviste che sono<br />
bellissime.<br />
Fedora De Grandis<br />
Woodbridge (Ontario) - Canada<br />
Sono una vostra affezionatissima e devota abbonata e sostenitrice<br />
di 78 anni, Vi mando una foto della mia pronipote Agnese, ritratta in<br />
foto con i suoi 6 bisnonni. Vi sarei immensamente grata di vederla<br />
pubblicata sul Vostro mensile.<br />
Angela Spennato<br />
Un tenero e commosso ricordo<br />
del proprio papà<br />
All’Editore de Il Rosario e la Nuova Pompei,<br />
invio in allegato copia della lettera che desidererei far<br />
pubblicare sulla vostra Rivista, avvicinandosi la data<br />
del compleanno del mio papà. Ci tengo a sottolineare<br />
che mio padre è stato, sin dalla gioventù, un grande devoto<br />
della Madonna di Pompei nonché del Beato Bartolo<br />
Longo e dei Santi tutti e spero, in cuor mio, che questo<br />
gli abbia concesso l’entrata nel Santo Paradiso. Certa<br />
che comprenderete il mio stato d’animo attuale e ringraziando<br />
per quanto potrete fare.<br />
Ciao papà, ti chiedo oggi di ascoltare quanto non ho<br />
saputo mai dirti. Forse, un giorno, un inconsapevole<br />
tuo sorriso tornerà a dare misura accettabile anche al<br />
tempo della mia vita che è stato stretto dalla tristezza e<br />
da tanta profonda amarezza: in fondo anche tu dicevi<br />
che non v’è nulla che sia solo felicità. Mi rasserena<br />
nell’immediato presente che un abbraccio ti abbia<br />
preso, avvolgendoti morbidamente, come se una soffice<br />
manta di lana fosse stata posta sul tuo cuore stanco,<br />
che oramai temeva il freddo […]. Nell’ultimo decennio<br />
della tua esistenza, i tuoi pensieri non sono stati più<br />
uguali ai miei, i tuoi confusi, privi di sensazioni, non<br />
sono riusciti più a regalarti vere emozioni. Anche per<br />
un solo istante, avrei voluto saperli penetrare, toccare<br />
il tuo cuore […], avrei vissuto quell’attimo di pace<br />
ricominciando a sperare che la realtà viene prima dei<br />
sogni a riempire i giorni del nostro domani. Forse oggi<br />
è troppo tardi per dirti le cose che sento, ma si affolla<br />
nella mia memoria, invano, l’istante in cui il tuo corpo<br />
inerme giaceva su un pavimento tinto del tuo rosso<br />
coraggio […]. Non trascorrono istanti senza che io sfogli<br />
le pagine dei miei ricordi alla ricerca affannosa dei<br />
momenti più felici, frammenti di tempo, istanti per me<br />
veramente importanti; di quei giorni gai e sereni che<br />
abbiamo trascorso assieme a cercare piccoli sassi colorati<br />
lungo la riva del mare oppure funghi e castagne per<br />
boschi e montagne. […]. Sappi che tu non fuggirai mai<br />
dai miei pensieri, dai ricordi del mio cuore…, fammi<br />
solo capire che continuerai ad amarmi, a sostenermi e a<br />
guidarmi come hai sempre fatto, così continuerò a dissetarmi<br />
alla fonte dei tuoi respiri, anche se non sono più<br />
vivi, e, nella dolce sensazione di quell’istante sì vano,<br />
scioglierò e annegherò le mie paure, la mia tristezza.<br />
Oggi voglio dirti grazie, papà. Per vivere ancora fra<br />
noi. Grazie papà, per essere stato uno di quei raggi di<br />
sole che ogni giorno scendeva dal cielo penetrando la<br />
Georges De La Tour. "San Giuseppe carpentiere". 1640<br />
mia anima, riuscendo a riscaldarmi col calore della tua<br />
vita che sembrava apparentemente indifesa e disarmata,<br />
ogni giorno uguale ad un altro, ma di sicuro non lo era!<br />
L’onestà, la generosità, la dedizione, il sacrificio e<br />
la sincerità ti hanno reso vulnerabile, non importa,<br />
perché in questo modo sei rimasto onesto, lasciandoci<br />
in eredità un bagaglio pieno dei tuoi valori: correttezza<br />
ed altruismo, che sono doti ben più grandi di qualsiasi<br />
tesoro. […]. Anche se ci hai lasciato, non sei assente;<br />
sei invisibile, ma continui a tenere i tuoi occhi fissi nei<br />
nostri per continuare ad amarci e, quel che conta, è che<br />
tu sia stato nostro padre, il nostro papà. E vivrò questi<br />
giorni che verranno con la consapevolezza che sarai lì<br />
ad aspettarmi senza mai stancarti, magari sarai riuscito<br />
a costruire una nuova tipografia accanto alla casa<br />
di Dio e stamperai i miei libri fatti di sogni e poesie a<br />
caratteri di piombo e con un inchiostro indelebile che<br />
nulla, nemmeno il tempo, potrà mai cancellare […].<br />
Noi tutti continueremo a volerti bene. Ti prego, veglia<br />
su di noi, tua moglie, i tuoi figli, generi e nuore, ma<br />
soprattutto sui tuoi cari nipotini.<br />
Francesca Milite<br />
Nocera Superiore (Salerno)<br />
Il Rosario e la Nuova Pompei<br />
Il Rosario e la Nuova Pompei<br />
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Anno 127 - N. 6 - 2011 [282] Anno 127 - N. 6 - 2011 [283]
Grati alla Madonna<br />
e al Beato Bartolo Longo<br />
a cura di Ciro Cozzolino<br />
Assolvo oggi, con molto ritardo, a un debito di riconoscenza<br />
e gratitudine che tutta la mia famiglia<br />
ha con la Vergine di Pompei e il Beato Bartolo Longo.<br />
Sono la quinta di otto figli, ho due sorelle gemelle che<br />
si chiamano Maria e Rosaria e penso che mamma e<br />
papà abbiano trasmesso un affetto veramente grande<br />
alla Madonna di Pompei. Bartolo Longo è un volto amico<br />
col quale sono cresciuta e insieme al quale si recitava<br />
il Santo Rosario in famiglia. Mi piacevano le sue mani<br />
rugose che stringevano il Rosario e la sua barba bianca;<br />
a quei tempi era in voga questa immagine di lui,<br />
ora invece lo si ritrae quasi sempre più giovane. Tante<br />
volte papà, negli ultimi anni della sua vita, aveva detto<br />
che doveva scrivervi per ringraziare la Madonna di<br />
averlo salvato da una grossa sciagura economica. Io non<br />
ricordo bene i dettagli di tutta la storia, ma sono sicura<br />
di fare felice il mio papà scrivendovi questa lettera a<br />
nome suo e ringraziando pubblicamente la Madonna e<br />
il Beato Bartolo Longo per averlo aiutato, dopo che li<br />
Chi riceve grazie per intercessione del Beato Bartolo Longo<br />
è vivamente pregato di darne comunicazione al Vice Postulatore<br />
della causa di canonizzazione<br />
Mons. Raffaele Matrone<br />
Piazza Bartolo Longo, 1 - 80045 Pompei (NA)<br />
Tel. (+39) 081 8577275 - (+39) 081 863 8366<br />
Fax (+39) 081 850 3357<br />
aveva implorati con la “Novena per i casi disperati”<br />
per 27 giorni. Il 28° giorno la persona con cui papà<br />
aveva contratto un grosso debito di gioco, strappò<br />
la cambiale e da quel giorno papà non giocò mai<br />
più al totocalcio.<br />
Io personalmente ho sperimentato tante volte la<br />
potenza di questa Novena per problemi personali<br />
e di famiglia che mi riservo di raccontare in un’altra<br />
lettera. Ringrazio con tutto il cuore delle grandi<br />
grazie ricevute! Papà è morto tra le mie braccia,<br />
con l’immagine di Bartolo Longo, della Madonna<br />
di Pompei e di Gesù Misericordioso sul cuore e la<br />
Corona del Rosario in mano, con il conforto dei<br />
Sacramenti e la presenza di un sacerdote, alle ore<br />
15 esatte di domenica 9 dicembre 2007. Non dimenticherò<br />
mai l’ultimo suo sguardo così pieno di<br />
luce! Sono sicura che intorno a quel letto, insieme a<br />
me, c’erano la Madonna e Bartolo Longo e che loro<br />
lo hanno accompagnato in Paradiso e dal Paradiso<br />
papà mi sorride. Con affetto.<br />
Costanza Cavallaro<br />
Maranello (Modena)<br />
Sono di Sarno (Sa) e vivo a Roma. Nel 2009 sono<br />
stata ricoverata per un intervento al colon e l’8<br />
Maggio, giorno della Supplica, sono stata operata.<br />
Con grande fede ringrazio la Vergine di Pompei che<br />
mi ha tanto aiutata, ho fatto una buona offerta e ogni<br />
volta che vengo al mio paese vado a Pompei. Desidero<br />
far scrivere questa grazia sul vostro periodico.<br />
Angela Ricupito<br />
Roma<br />
Nel luglio 2009, mio figlio ha superato un difficile<br />
concorso, nonostante non avesse un diploma<br />
adeguato alle mansioni che doveva svolgere, ma<br />
grazie alle tante preghiere e alla recita costante del<br />
Rosario e alla Novena, la Vergine Santissima ci ha<br />
esaudito! Nel 2010, sperando di migliorare tenta un<br />
altro concorso, ma nonostante avesse superato tutte<br />
le prove, rimase fuori dalla graduatoria: fu grande la<br />
mia delusione! Mi ripetevo, la Madonna ci ha aiutato<br />
una volta, perché non può aiutarci ancora? Mio figlio<br />
decide allora di rifare la domanda nella vecchia<br />
azienda. Ma io ero sfiduciata. Visto il momento difficile<br />
per il mondo del lavoro, come potevano riassumerlo?<br />
Continuavo a pregare e speravo ripensando<br />
alle tante volte che insieme alla mia mamma (grande<br />
devota della Vergine) mi recavo al Santuario di<br />
Pompei per ringraziare la Mamma Celeste delle tante<br />
grazie che ci faceva e continuavo a pregare. Il 13 novembre<br />
mi sono recata dalla Vergine di Pompei per il<br />
rito del bacio e anche in quella occasione ho chiesto<br />
il Suo aiuto che è giunto puntuale: ancora una volta<br />
indegnamente ho ricevuto il suo sì. Oggi mio figlio<br />
lavora con un contratto a termine in una nota azienda.<br />
Grazie Mamma celeste.<br />
Una mamma<br />
Desidero ringraziare il Signore e la Madonna di<br />
Pompei per una grazia ricevuta da mia figlia e<br />
mia nipote, che sono state salvate da un incidente stradale<br />
gravissimo (causato da una persona drogata). Ci<br />
mettiamo sotto la protezione della Madonna di Pompei<br />
e ci uniamo alle vostre preghiere. Grazie.<br />
Antonietta, Maria e Anna Diolallevi<br />
New Hyde Park (New York) – USA<br />
Da tempo desideravo comunicarvi questa grazia ricevuta<br />
dal Beato Bartolo Longo in coincidenza della<br />
sua beatificazione, il 26 Ottobre 1980. Mio marito, Andrea<br />
Cimini ed io siamo stati educati dalle suore Domenicane<br />
dell’Istituto di Maiori e siamo stati sempre<br />
devoti della Madonna di Pompei. Eravamo in procinto<br />
di sposarci quando fummo colpiti dall'alluvione del<br />
1954: ci salvammo miracolosamente grazie alla recita<br />
del santo Rosario. Dopo varie vicissitudini, la perdita<br />
di familiari, vittime del crollo degli argini del fiume, la<br />
nostra vita cambiò radicalmente. Il 14 Febbraio 1955<br />
ci sposammo a Pompei, affidandoci alla protezione<br />
della Madonna. Siamo stati protetti sempre dalla sua<br />
materna benedizione. A 50 anni, mio marito fu colpito<br />
da un ictus che lo immobilizzò e compromise il nervo<br />
ottico: i medici si mostravano scettici circa il recupero<br />
della vista. Ricorreva la celebrazione della beatificazione<br />
del Beato Bartolo Longo, io pregavo intensamente;<br />
fui chiamata da mio marito presso il suo letto, perché<br />
lui, che prima non vedeva, aveva notato un nome scritto<br />
sul mio vestito e da quell'istante cominciò a migliorare.<br />
Subì altre operazioni che gli consentirono di<br />
giungere all’età di 80 anni, quando purtroppo il suo<br />
cuore non ha più retto ed il suo trapasso è stato vissuto<br />
con una viva fede e speranza cristiana, assistito sino<br />
all’ultimo dall'immagine della Madonna di Pompei<br />
posta proprio di fronte al suo letto, nel reparto in cui<br />
era ricoverato. Con devozione.<br />
Marianna Della Pietra Cimini<br />
Maiori (Salerno)<br />
Preghiera per la canonizzazione<br />
del Beato Bartolo Longo<br />
Dio, Padre di misericordia, noi ti lodiamo per aver donato<br />
alla storia degli uomini il Beato Bartolo Longo, ardente apostolo<br />
del Rosario e luminoso esempio di laico impegnato<br />
nella testimonianza evangelica della fede e della carità.<br />
Noi ti ringraziamo per il suo straordinario cammino spirituale,<br />
le sue intuizioni profetiche, il suo instancabile prodigarsi<br />
per gli ultimi e gli emarginati, la dedizione con cui servì<br />
filialmente la tua Chiesa e costruì la nuova città dell’amore<br />
a Pompei.<br />
Noi ti preghiamo, fa’ che il Beato Bartolo Longo sia presto<br />
annoverato tra i Santi della Chiesa universale, perché tutti<br />
possano seguirlo come modello di vita e godere della sua<br />
intercessione. Amen<br />
Sono una devota della Madonna di Pompei e faccio<br />
parte di questa grande famiglia da tanti anni. Oggi<br />
scrivo per dire grazie alla Mamma Celeste e al beato<br />
Bartolo Longo che ho pregato tanto di ottenermi la<br />
grazia di farmi avere una nipotina. C’erano tante difficoltà,<br />
ma non mi stancavo di pregare. Finalmente<br />
questa gioia l’abbiamo avuta: è arrivato un tesoro di<br />
bambina, una grande gioia in tutta la famiglia. Grazie<br />
a Dio. VIVA MARIA!<br />
M. C. J. C.<br />
Australia<br />
Ancora una volta la Madonna non mi ha abbandonato.<br />
E siccome si trattava di una giusta causa<br />
che stavo perdendo, mi sono rivolto anche al Beato<br />
Bartolo Longo (quale Avvocato migliore potevo scegliere?)<br />
e così ho vinto la causa. Riconoscente, ho inviato<br />
un’offerta per le orfanelle. Distinti saluti.<br />
Gaetano De Rupertis<br />
Roma<br />
S crivo questa lettera per ringraziare la Vergine di<br />
Pompei e il Beato Bartolo Longo per avermi concesso<br />
la grazia per cui ho tanto pregato: aver visto<br />
nascere sano e felice il mio amato nipote. Mi sono<br />
affidata a loro con fede e mi hanno aiutata.<br />
Maria<br />
Torino<br />
Il Rosario e la Nuova Pompei<br />
Il Rosario e la Nuova Pompei<br />
44 45<br />
Anno 127 - N. 6 - 2011 [284] Anno 127 - N. 6 - 2011 [285]
INFORMAZIONI UTILI<br />
Orario delle Celebrazioni Liturgiche<br />
Giorni feSTivi<br />
ALtAre DeLLA MADonnA<br />
Sante Messe: ore 06.00 - 07.00 - 08.00 - 09.00<br />
10.00 - 11.00 - 13.00 - 16.00 - 17.00 - 19.00 - 20.00<br />
Santo Rosario: ore 18.00<br />
CAPPeLLA BeAto BArtoLo LonGo<br />
Sante Messe: ore 08.30 - 09.30 - 10.30 - 11.30 - 12.30 - 17.30<br />
Giorni feriALi<br />
ALtAre DeLLA MADonnA<br />
Sante Messe: ore 07.00 (con Lodi) - 08.00 - 09.00<br />
10.00 - 11.00 - 16.00 - 17.00 - 19.00<br />
Santo Rosario: ore 18.00<br />
CAPPeLLA BeAto BArtoLo LonGo<br />
Sante Messe: ore 06.30 - 08.30 - 09.30 - 10.30<br />
11.30 - 12.30 - 17.30<br />
CAPPeLLA S. GIuSePPe MoSCAtI<br />
S. Messa in lingua ucraina: sabato ore 16.00,<br />
domenica e giorni festivi ore 10.00<br />
CAPPeLLA SAntA fAMIGLIA<br />
S. Messa in lingua polacca:<br />
1 a e 3 a domenica del mese ore 10.30<br />
S. Messa in rito Siro-Malabarese:<br />
2 a domenica di ogni mese ore 11.30<br />
CAPPeLLA ConfeSSIonI<br />
07.00-12.30 e 15.30-19.00 (20.00 festivi)<br />
Per comunicare<br />
con il Santuario<br />
CentrALIno:<br />
Tel. (+39) 081 8577370<br />
(+39) 081 8577371<br />
Fax: (+39) 081 8503357<br />
rettorAto:<br />
Informazioni, celebrazioni<br />
e accoglienza dei pellegrini<br />
Tel. (+39) 081 8507000<br />
(+39) 081 8577379<br />
Fax (+39) 081 8577482<br />
rettorato@santuariodipompei.it<br />
SeGreterIA GenerALe:<br />
Corrispondenza devoti<br />
e abbonamenti Rivista:<br />
Tel. (+39) 081 8577321<br />
Fax: (+39) 081 8503357<br />
info@santuariodipompei.it<br />
uffICIo eStero:<br />
Tel. (+39) 081 8577328<br />
ForeignOffice@santuariodipompei.it<br />
(+39) solo per chi chiama dall'estero<br />
BIBLIoteCA-ArCHIvIo:<br />
Tel. (+39) 081 8577336/325<br />
Per raggiungere Pompei<br />
In Aereo:<br />
Capodichino-Napoli aeroporto.<br />
Le Opere di Carità del Santuario di Pompei<br />
Centro PoLIfunzIonALe DIurno “CreSCere InSIeMe”<br />
Tel. (+39) 081 8577401<br />
Centro DI ASCoLto “MyrIAM”<br />
Tel. (+39) 081 8577418 - centroascoltopompei@libero.it<br />
In Auto: A3 Autostrada Napoli-Salerno,<br />
uscita Pompei Ovest (per chi viene dal Nord),<br />
e Pompei Est-Scafati (per chi viene dal Sud).<br />
In PuLLMAn: Sita: (+39) 199730749<br />
www.sitabus.it<br />
CSTP: Tel. (+39) 089 487286 - www.cstp.it<br />
Circumvesuviana: Tel. (+39) 081 7722444.<br />
In treno: Trenitalia - Pompei Stazione:<br />
Tel.(+39) 081 8506176;<br />
Circumvesuviana: linea Napoli-Sorrento<br />
con arrivo alla Stazione Pompei-Villa dei Misteri;<br />
Napoli-Poggiomarino (via Scafati) con arrivo<br />
alla Stazione Pompei-Santuario;<br />
Tel. (+39) 081 7722444 - www.vesuviana.it.<br />
In nAve: Stazione Marittima di Napoli<br />
Tel. (+39) 081 2283291<br />
www.porto.napoli.it<br />
MovIMento Per LA vItA e Centro DI AIuto ALLA vItA<br />
Tel. (+39) 081 8577458 - movimentovita.pompei@libero.it<br />
“CASA eMAnueL” Per GeStAntI, MADrI e BAMBInI<br />
Tel. (+39) 081 8577404 - casaemanuel@libero.it<br />
CoMunItà DI tIPo fAMILIAre Per BAMBInI “GIArDIno DeL SorrISo”<br />
Tel. (+39) 081 8633103 - giardinodelsorriso@alice.it<br />
Centro DI ACCoGLIenzA orAtorIALe SeMIreSIDenzIALe “BArtoLo LonGo”<br />
Tel. (+39) 081 8577700 - bartololongo@virgilio.it<br />
“CoMunItà InContro” - Per il recupero dei tossicodipendenti - Tel. (+39) 081 8599000<br />
PoLo SCoLAStICo<br />
Scuola Primaria - Tel. (+39) 081 8577311 - 329 - Scuola Secondaria - Tel. (+39) 081 8577700<br />
CASA ALBerGo Per SIGnore “MArIAnnA De fuSCo” - Tel. (+39) 081 8632712<br />
ConSuLtorIo fAMILIAre DIoCeSAno<br />
Tel. (+39) 081 8577501 - consultoriodiocesanopompei@gmail.com<br />
INFORMAZIONI UTILI<br />
Testamenti a favore del Santuario<br />
della Beata Vergine di Pompei<br />
e delle annesse Opere di Carità<br />
Il testamento è uno strumento a disposizione<br />
di ogni individuo per affermare<br />
la sua volontà in merito alla destinazione<br />
del proprio patrimonio proiettandola<br />
nel futuro. Il testamento è un<br />
atto assolutamente personale sempre<br />
modificabile e/o revocabile. La legge<br />
prevede due tipi di testamento:<br />
- il testamento pubblico, che va redatto<br />
alla presenza di un notaio,<br />
- il testamento olografo, che può essere<br />
predisposto senza la presenza di<br />
un notaio ma con l’obbligo di essere<br />
scritto, datato e sottoscritto per intero<br />
a mano dal testatore. La sottoscrizione<br />
(firma) deve essere posta alla fine delle<br />
disposizioni testamentarie e la data deve<br />
Per inviare offerte al Santuario<br />
DALL’ItALIA:<br />
Conto Corrente Postale prestampato inviato dal Santuario,<br />
oppure quello in bianco da compilare intestando l’offerta al<br />
Santuario della Beata Vergine di Pompei, c.c.p. n. 6817;<br />
Assegno non trasferibile (a mezzo assicurata) intestato al<br />
Santuario della Beata Vergine di Pompei;<br />
Bonifico bancario intestato al Santuario della Beata Vergine di<br />
Pompei, ad uno dei seguenti Istituti Bancari:<br />
CARIPARMA - IBAN: IT41S0623040080000056500729<br />
MONTe PASChI dI SIeNA - IBAN: IT80G0103040080000000000166<br />
BANCO dI NAPOLI - IBAN: IT32B0101040080000027000216<br />
UNICRedIT - IBAN: IT73D0200840081000400000465<br />
UNICRedIT - Restauro Basilica<br />
IBAN: IT70D0200840081000400459329<br />
BANCO POSTA - Offerte - IBAN: IT24R0760103400000000006817<br />
Ecco le offerte<br />
finora pervenute<br />
per il restauro della<br />
Basilica della<br />
Beata Vergine del<br />
Santo Rosario di<br />
Pompei<br />
Offerte per il Restauro della nostra Basilica<br />
Anno Cassa e/o banche C.C. Postale Totale<br />
2005<br />
2006<br />
2007<br />
2008<br />
2009<br />
2010<br />
2011<br />
Totale<br />
contenere l’indicazione di giorno, mese<br />
e anno. Se si sceglie il testamento olografo<br />
è consigliabile redigere sempre<br />
almeno due originali, inviandone uno<br />
al Santuario, in modo da limitare il rischio<br />
di smarrimento, corredandolo dei<br />
dati e dei recapiti personali.<br />
Se si intende beneficiare il Santuario<br />
destinandogli un bene particolare, a<br />
titolo di legato, la disposizione testamentaria<br />
potrà essere così formulata:<br />
“Lego al Santuario della Beata Maria<br />
Vergine di Valle di Pompei... (scrivere<br />
di seguito l’elenco dei beni)”. Firma e<br />
data.<br />
Se, invece, si desidera destinare al Santuario<br />
l’intero patrimonio, la formula<br />
da usare è la seguente:<br />
“Nomino il Santuario della Beata Maria<br />
Vergine di Valle di Pompei erede<br />
universale di tutti i miei beni mobili<br />
ed immobili... (eventuale elenco dei<br />
€ 70.295,00<br />
€ 134.225,84<br />
€ 18.072,62<br />
€ 23.315,13<br />
€ 50.379,73<br />
€ 32.918,63<br />
€ 55.043,00<br />
€ 384.249,95<br />
DALL’eStero:<br />
Assegno non trasferibile o Vaglia internazionale bancario<br />
intestato al Santuario della Beata Vergine di Pompei;<br />
Bonifico bancario intestato al Santuario della Beata Vergine di<br />
Pompei, ad uno dei seguenti Istituti Bancari:<br />
CARIPARMA - IBAN:<br />
IT41S0623040080000056500729 - BIC: CRPPIT2P555<br />
UNICRedIT - Restauro Basilica - IBAN:<br />
IT70D0200840081000400459329 - BIC: UNCRITM1F72<br />
Western union (trasferimento rapido) indicando, come persona<br />
incaricata di riscuotere l’offerta Caterina Di Ruocco;<br />
Carta di credito, comunicando al Santuario, attraverso e-mail,<br />
fax, lettera, il tipo, il numero, la scadenza della carta e l’importo<br />
dell’offerta.<br />
€ 510,00<br />
€ 69.412,28<br />
€ 27.699,18<br />
€ 31.806,00<br />
€ 28.767,27<br />
€ 18.948,44<br />
€ 10.180,98<br />
€ 187.324,15<br />
beni)”. Firma e data.<br />
Per evitare il rischio di errori che possano<br />
inficiarne la validità è possibile<br />
prendere contatti con l’Ufficio Legale<br />
del Santuario<br />
Tel (+39) 081 8577316<br />
Per ogni informazione e per eventuali<br />
offerte rivolgersi al:<br />
Santuario Beata Vergine<br />
del S. Rosario<br />
Piazza Bartolo Longo, 1<br />
80045 POMPEI (NA)<br />
Tel. (+39) 081 8577111<br />
Fax (+39) 081 8503357<br />
www.santuario.it<br />
info@santuariodipompei.it<br />
C/C N. 6817 SANTUARIO B.V.<br />
80045 POMPEI (NA)<br />
€ 70.805,00<br />
€ 203.638,12<br />
€ 45.771,80<br />
€ 55.121,13<br />
€ 79.147,00<br />
€ 51.867,07<br />
€ 65.223,98<br />
€ 571.574,10
La Missione Mariana in America<br />
31 maggio - 27 giugno 2011<br />
Programma:<br />
31 maggio - 1 giugno: Chiesa di San Rocco a Greenwich, CT.<br />
2 - 5 giugno: Chiesa del Sacro Cuore a Stamford, CT.<br />
5 giugno: Chiesa di Nostra Signora di Pompei a Paterson, NJ.<br />
6 giugno: Chiesa di Nostra Signora di Pompei a East Haven, CT.<br />
7 giugno: Cena di gala, in onore della Vergine del Rosario<br />
e dell'Arcivescovo di Pompei, Mons. Carlo Liberati.<br />
8 - 9 giugno: Cattedrale di San Patrizio a New York.<br />
10 - 12 giugno: Basilica dell’Immacolata Concezione<br />
a Washington, DC.<br />
13 giugno: Chiesa del Salvatore a Norristown, PA.<br />
14 - 15 giugno: Chiesa di San Rocco a Greenwich, CT.<br />
16 - 17 giugno: Parrocchia del Monte Carmelo,<br />
Parrocchia di Santa Lucia,<br />
Cattedrale del Sacro Cuore a Newark, NJ.<br />
18 - 19 giugno: Chiesa di San Luca a Whitestone, GA.<br />
20 - 22 giugno: Parrocchia Regina Pacis a Brooklyn, New York.<br />
23 giugno: Chiesa di San Rocco, Long Island, New York, PA.<br />
24 - 26 giugno: Parrocchia del Monte Carmelo<br />
nel Bronx, New York.<br />
È possibile sostenere la Missione in America inviando offerte sul Conto BancoPosta intestato a:<br />
Pontificio Santuario della Beata Maria Vergine del Rosario - IBAN: IT50 A076 0103 4000 0006 1288 270