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Giugno

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POSTE ITALIANE S.P.A. SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE D. L. 353/2003 (CONV. IN LEGGE 27/02/2004 N° 46) ART. 1, COMMA 2, DCB - NA - TASSA PAGATA TAXE PERÇUE<br />

Il Rosario<br />

e la Nuova Pompei<br />

Anno 127 - N. 6 - <strong>Giugno</strong> 2011<br />

XXV Meeting dei Giovani<br />

"Ragazzi,<br />

abbiate il coraggio<br />

di cambiare il mondo!"


Il RosaRIo<br />

E la Nuova PomPEI<br />

Fondata nel 1884, è dono del Beato Bartolo Longo<br />

a quanti diffondono la devozione<br />

alla Vergine del Rosario e ai sostenitori<br />

dei progetti di Carità del Santuario di Pompei<br />

Anno 127 - N. 6 - <strong>Giugno</strong> 2011<br />

Piazza Bartolo Longo, 1<br />

80045 Pompei (NA)<br />

Tel. +39 081 8577321<br />

Fax +39 081 8503357<br />

e-mail: rnp@santuario.it<br />

www.santuario.it<br />

Direttore: Carlo Liberati<br />

Direttore Responsabile: Francesco Rosso<br />

Caporedattore: Giuseppe Pecorelli<br />

Redazione: C. Cozzolino, M. D’Amora<br />

Collaboratori:<br />

D. Arcaro, L. Casale, S. Casciello, G. Cento,<br />

K. Di Ruocco, C. Fabbricatore, A. Fontanella,<br />

N. Improta, T. Lasconi, G. Lungarini,<br />

A. Matteo, M. R. Mauriello, M. Menna,<br />

D. Romano, G. Sannino, M. d. R. Steardo<br />

Realizzazione Grafica:<br />

Ettore Palermo, Mario Curtis,<br />

Salvatore Casciello<br />

Fotografie:<br />

G. Angellotto, D. Romano<br />

Stampa: Mediagraf S.p.A. - Padova<br />

Di questo numero sono state stampate<br />

252.000 copie<br />

Registrazione presso il Tribunale di Torre<br />

Annunziata - N. 32 del 15/07/1996<br />

Associato USPI<br />

(Unione Stampa Periodica Italiana)<br />

ISNN 0035 - 8282<br />

Di questa Rivista vengono pubblicate le edizioni in<br />

lingua inglese e spagnola. Possono essere richieste alla<br />

Segreteria Generale - Ufficio estero del Santuario<br />

Tel. +39 081 8577328 - Fax +39 081 8503357<br />

ForeignOffice@santuariodipompei.it<br />

Sommario<br />

3 Gesù è l'unica via per arrivare<br />

all'Amore<br />

✠ Carlo Liberati<br />

6 Don Giustino Russolillo,<br />

un nuovo beato nel cielo di Napoli<br />

Giuseppe Sannino<br />

10 Giovani, riprendetevi il futuro!<br />

Marida D'Amora<br />

12 Crocifisso in classe<br />

simbolo d'amore per tutti<br />

Salvatore Casciello<br />

14 La sofferenza e la croce,<br />

scandalo per l'uomo di oggi<br />

Giuseppe Pecorelli<br />

16 I minori irrecuperabili<br />

non esistono<br />

Domenico Arcaro<br />

18 La famiglia, prima scuola<br />

di vita<br />

Giuseppe Lungarini<br />

20 Il Convegno Nazionale degli<br />

ex alunni<br />

Nunzia Improta<br />

22 Il culto al Sacro Cuore di Gesù<br />

nel Santuario<br />

Katia Di Ruocco<br />

23 Il Beato Bartolo Longo,<br />

matita nelle mani di Dio<br />

Concetta Fabbricatore<br />

24 Giovani, non deludete le<br />

nostre speranze<br />

Marida D'Amora<br />

28 Notizie dal Santuario<br />

a cura di Marida D'Amora<br />

POSTE ITALIANE S.P.A. SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE D. L. 353/2003 (CONV. IN LEGGE 27/02/2004 N° 46) ART. 1, COMMA 2, DCB - NA - TASSA PAGATA TAXE PERÇUE<br />

Il Rosario<br />

e la Nuova Pompei<br />

Anno 127 - N. 6 - <strong>Giugno</strong> 2011<br />

"Giovani,<br />

abbiate il coraggio<br />

di cambiare il mondo!"<br />

30 La speranza di ritrovare un<br />

padre<br />

Giosy Cento<br />

32 Mons. Ciro Cozzolino dona il<br />

calice della sua prima Messa<br />

Salvatore Casciello<br />

34 Cultura e Comunicazione<br />

Luigi Casale<br />

35 Pregare è importante<br />

Tonino Lasconi<br />

36 In cammino con la<br />

Madonna Pellegrina<br />

a cura di Andrea Fontanella<br />

38 Tra i tanti pellegrini del Rosario<br />

a cura di Marida D'Amora<br />

40 La mensa per i poveri<br />

di Maria del Rosario Steardo<br />

41 Fiori d'arancio per Angela e<br />

Raffaele<br />

di Maria Menna<br />

42 La parola ai lettori<br />

a cura di Katia Di Ruocco<br />

44 Grati alla Madonna<br />

e al Beato Bartolo Longo<br />

a cura di Ciro Cozzolino<br />

Omelia di S. E.<br />

Mons. Carlo Liberati<br />

in occasione della<br />

celebrazione Eucaristica<br />

del 22 maggio,<br />

V domenica<br />

dopo Pasqua.<br />

La cerimonia è stata<br />

trasmessa in diretta<br />

dalle telecamere di<br />

Retequattro, seguita<br />

da centinaia di migliaia<br />

di persone, un’ulteriore<br />

prova di quanto<br />

il Santuario sia amato<br />

in tutto il mondo.<br />

Gesù è l’unica via<br />

per arrivare all’Amore<br />

Premessa<br />

di ✠ Carlo Liberati*<br />

- Saluto ai telespettatori,<br />

- ai milioni di cattolici che recitano il S. Rosario in tutto il mondo; sono<br />

centinaia di milioni,<br />

- ai 4 milioni di credenti che, ogni anno, frequentano questo Santuario,<br />

- ai malati, alle persone sole, agli anziani, ai giovani distrutti dalle droghe,<br />

- a tutti i sofferenti,<br />

- ai bimbi e ai giovani abbandonati a sé stessi, sulle strade.<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

Anno 127 - N. 6 - 2011 [243]<br />

3


1) Anche noi, come gli uomini<br />

e le donne di questo tempo, conosciamo<br />

il tormento della ricerca<br />

di Dio: Dio esiste, si o no?<br />

2) La natura umana, da sola,<br />

non riesce ad afferrare Dio né a capirlo.<br />

Questa nostra debolezza e fragilità<br />

offre a Gesù l’occasione di<br />

rispondere a Tommaso: “Io sono<br />

la via, la verità e la vita”.<br />

Di fronte a Pilato che, nel processo,<br />

gli fece una domanda impegnativa,<br />

Gesù non rispose.<br />

Forse perché era una domanda<br />

superba, del diplomatico incallito<br />

e scettico, del politico furbacchione<br />

e trasformista. Gli interessava<br />

la sua carriera, non di scoprire se<br />

Gesù fosse innocente o colpevole:<br />

quale fosse la verità.<br />

Qui Gesù risponde perché la<br />

domanda è profondamente sincera<br />

e umile; sì, dice: “Io sono la<br />

via”.<br />

Egli è la mèta e nello stesso<br />

tempo il mezzo per raggiungerla;<br />

Egli è il fine e la strada per arrivarci.<br />

A chi cerca la strada Gesù<br />

propone sé stesso.<br />

3) Così comprendiamo che la<br />

via non è solo un sentiero da percorrere,<br />

ma una Persona da seguire,<br />

da ascoltare, da accogliere,<br />

da amare.<br />

La verità non è un concetto da<br />

apprendere, ma una Persona da<br />

conoscere, Gesù, perché ci mostra<br />

Dio.<br />

Soltanto Gesù ci libera dal<br />

male e ci riempie di gioia, infondendoci<br />

la pace dentro: nel cuore.<br />

Noi, figli di Dio, salvati dal Fi-<br />

glio Gesù che muore sulla croce,<br />

conosciamo una sola guerra,<br />

quella contro il male che si annida<br />

dentro di noi.<br />

Questa è la nostra unica e sola<br />

guerra di liberazione.<br />

Se altri, anche di altre religioni,<br />

camminano accanto e insieme<br />

con noi in questa direzione ne<br />

siamo profondamente lieti.<br />

I Santi della Chiesa sono questi<br />

meravigliosi testimoni e propagatori<br />

dell’amore e del bene. Per<br />

esempio oggi: Santa Rita da Cascia.<br />

4) Cristo, quando entrò fra gli<br />

uomini, avrebbe potuto trovare<br />

il suo posto fra i dottori, se avesse<br />

voluto. Egli, invece, fu condotto<br />

a morire in Croce perché accettò<br />

fino in fondo la sorte della<br />

pietra scartata, svelando, così, la<br />

diversità del nuovo edificio che<br />

Dio costruisce.<br />

Partendo da Cristo, pietra<br />

rigettata dagli uomini, noi cristiani<br />

dobbiamo annunciare alle<br />

potenze del mondo e ai potenti<br />

della terra che le pietre scartate<br />

dai costruttori sono quelle che<br />

fanno la storia e le sorti dell’uomo.<br />

“Io sono la via, la verità e la<br />

vita: nessuno viene al Padre se non<br />

per mezzo di me”. Sembra essere<br />

un po’ altisonante questa presentazione<br />

che Gesù fa di sé. Forse che<br />

diversamente è impossibile arrivare<br />

a Dio? Solo l’esperienza cristiana<br />

è capace di introdurre nell’esperienza<br />

della salvezza? Anche altre<br />

religioni pretendono, con più audacia,<br />

di essere le uniche vere. Noi<br />

cristiani siamo chiamati a cammi-<br />

Nella pagina precedente, Mons. Liberati celebra l'Eucaristia.<br />

Nelle due immagini sopra, l'Arcivescovo amministra i Sacramenti del Battesimo<br />

e della Cresima. È proprio nel pane e nel vino che diventano Corpo e Sangue di<br />

Cristo e nell'incontro sacramentale che si fa esperienza dell'amore di Dio.<br />

nare fianco a fianco piuttosto che<br />

l’uno contro l’altro. Le guerre in<br />

nome di Dio hanno causato danni<br />

imprevedibili. Come uscire da<br />

questo vicolo cieco?<br />

Per capire la riflessione di<br />

Gesù bisogna ascoltare la completezza<br />

della sua Parola: “Vado<br />

a prepararvi un posto, verrò<br />

di nuovo e vi prenderò con me,<br />

perché dove sono io siate anche<br />

voi”. Dove Gesù va non c’è che<br />

amore. Gesù è la presenza visibile<br />

dell’amore di Dio in mezzo<br />

agli uomini; se non ci facciamo<br />

suoi compagni di viaggio è difficile<br />

entrare nella vera e completa<br />

esperienza di amore; la pienezza<br />

della vita si trova nell’esperienza<br />

dell’amore divino. Solo Cristo<br />

può dire in verità: “Io sono<br />

la via” perché Lui per primo ha<br />

vissuto il percorso esigente, ma<br />

liberante dell’amore. Seguendolo<br />

siamo certi di non sbagliare<br />

strada.<br />

Il percorso dell’amore, per<br />

manifestarsi, non può far altro<br />

che una cosa: amare, amare<br />

sempre e di più, amare sempre<br />

per primi. È quanto, del resto,<br />

ha fatto Gesù fino alla fine. Inchiodato<br />

sulla croce ha pregato:<br />

“Padre, perdona loro, non sanno<br />

quello che fanno”. Questa frase<br />

testimonia che, per entrare nella<br />

casa del Padre, non c’è che un<br />

solo cammino, quello dell’amore<br />

umile, paziente, misericordioso,<br />

lo stesso amore di Gesù per noi.<br />

Lo stile di Gesù esprime la pienezza<br />

di un amore che solo Cristo<br />

ha totalmente vissuto qui in<br />

terra. E per fortuna! Un simile<br />

amore non rivendica alcun potere<br />

sulle coscienze. È piuttosto un<br />

richiamo credibile alla libertà<br />

che deve animare la nostra risposta<br />

di amore.<br />

*Arcivescovo Prelato di Pompei<br />

Delegato Pontificio<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

4 5<br />

Anno 127 - N. 6 - 2011 [244] Anno 127 - N. 6 - 2011 [245]


Con il rito della Beatificazione, avvenuto il 7<br />

maggio 2011, la Chiesa ha proclamato Beato<br />

il Venerabile Giustino Maria Russolillo, parroco<br />

e fondatore della Società Divine Vocazioni. Un<br />

dono grande! La Chiesa riconosce che la sua<br />

vita e il suo messaggio sono una luce anche<br />

per l’uomo contemporaneo.<br />

Don Giustino Russolillo,<br />

un nuovo beato nel cielo di Napoli<br />

di Giuseppe Sannino<br />

Un tripudio di gioia<br />

ecclesiale<br />

Una beatificazione è sempre evento<br />

di gioia ecclesiale, ricco<br />

di significato, dato il vissuto virtuoso<br />

di chi, coerentemente, si è rivelato<br />

testimone del Vangelo. Una beatificazione<br />

è anche una sfida, in linea<br />

con quella intuizione carismatica che<br />

il testimone ha ricevuto dallo Spirito,<br />

e che si prolunga nella storia in chiave<br />

di continuità e di sviluppo.<br />

Vale anche per la figura di Don<br />

Giustino Russolillo, vera perla sacerdotale<br />

che la Trinità ha disseminato<br />

nel tessuto storico del Meridione; figura<br />

umile e silenziosa che, con il suo luminoso<br />

stile di vita, impreziosisce e sollecita<br />

la santità nella vita della Chiesa.<br />

La comunità religiosa dei Padri<br />

Vocazionisti, presente nel Santuario<br />

di Pompei, aperta spiritualmente all’alta<br />

protezione, alla materna cura e<br />

al regale superiorato che la Vergine<br />

Maria esercita nella Società Divine<br />

Vocazioni, con lei e per lei, eleva al<br />

Signore Dio Trinità il suo inno di ringraziamento<br />

e di lode.<br />

Profilo di personalità<br />

Due le date che riassumono l’esistenza<br />

del nuovo Beato: il 18 gennaio<br />

1891, giorno della nascita a Pianura<br />

di Napoli e il 2 agosto 1955, giorno<br />

della nascita al Cielo.<br />

Terzogenito di dieci figli, si rivela<br />

dotato di ottime qualità morali, spirituali<br />

e culturali. Entra nel Seminario<br />

di Pozzuoli con il fermo proposito<br />

di rispondere al dono della vocazione<br />

e si distingue per pietà, studio e disciplina.<br />

Frequenta il Regionale Campano<br />

di Posillipo dove, sotto la direzione<br />

dei PP. Gesuiti, coltiva e matura in sé<br />

l’ardito progetto che lo Spirito ha già<br />

deposto in lui. Ordinato sacerdote<br />

nella Cattedrale di Pozzuoli il 20 settembre<br />

1913, è assegnato in Seminario<br />

come prefetto di disciplina e insegnante.<br />

Nominato parroco, inaugura il suo<br />

servizio pastorale il 20 settembre<br />

1920, mettendo in atto tutte le energie<br />

di mente e di cuore in un’azione<br />

pastorale a largo raggio e ricca di iniziative:<br />

predicazione, catechesi, liturgia,<br />

carità, confessione, direzione<br />

spirituale, visita alle famiglie. I suoi<br />

parrocchiani, attratti dal-l’esemplarità<br />

di don Giustino, guardano a lui<br />

come a un santo e ne apprezzano scienza,<br />

saggezza e carità verso tutte le povertà<br />

emergenti.<br />

Niente e nessuno, però, riesce a<br />

distoglierlo da quella fiamma che gli<br />

arde dentro: le divine vocazioni. Un<br />

salutare tormento: proprio al momento<br />

della sua ordinazione sacerdotale<br />

emette il voto di carità per il servizio<br />

delle divine vocazioni. Così, tutta la<br />

sua azione ministeriale porta impresso<br />

il sigillo della “vocazione”, ritenuta<br />

il frutto più maturo di ogni autentico<br />

cammino pastorale.<br />

A riguardo, non gli sono risparmiate<br />

prove e umiliazioni, perfino dalle<br />

supreme autorità religiose. Tutto<br />

sopporta con umiltà e spirito di obbedienza.<br />

La parrocchia di Pianura trova<br />

così la sua vitalità, proprio nel vissuto<br />

esemplare del suo pastore, vivendo<br />

quell’intimo rapporto che intercorre<br />

tra Parola, Eucarestia e Carità, in dimensione<br />

prettamente vocazionale.<br />

Trovarsi davanti alla figura sacerdotale<br />

di Don Giustino, letta nei pro-<br />

fili della sua personalità: animatore,<br />

educatore, consigliere spirituale, conferenziere,<br />

teologo, poeta, parroco,<br />

mistico, asceta, fondatore..., è lasciarsi<br />

coinvolgere dal fascino della sua<br />

profondità spirituale. Ecco perché la<br />

Diocesi di Pozzuoli, unita a tutte le<br />

diocesi sorelle, formanti l’intera Chiesa<br />

Campana, che si è apprestata a celebrare<br />

gioiosamente l’evento della<br />

beatificazione, eleva singolare gratitudine<br />

alla Trinità per il dono di questa<br />

gemma sacerdotale, gloria e vanto<br />

di tutta la Chiesa.<br />

Un carisma particolare:<br />

“il chiamato per chiamare”<br />

Don Giustino Russolillo fu definito<br />

il parroco preoccupato primariamente<br />

di annunciare il Vangelo<br />

della vocazione. È il distintivo<br />

che più gli si addice. È l’aspetto caratteristico<br />

di tutto il suo ministero.<br />

Il suo carisma, infatti, trova luminoso<br />

punto di riferimento proprio nelle<br />

pagine del Vangelo dove Gesù, chiamato<br />

e mandato dal Padre, a sua volta<br />

poi, chiama, forma e manda i discepoli<br />

con amore e premura.<br />

Quest’arte di promuovere e curare<br />

le vocazioni, propria del Maestro,<br />

trova continuità anche nei suoi. Ecco<br />

Andrea che contagia entusiasticamente<br />

suo fratello Pietro. Ecco Filippo<br />

che conquista Bartolomeo. Ecco anche<br />

Don Giustino che, con la sua dinamica<br />

vocazionale, passa a caratterizzarsi<br />

come “il chiamato per chiamare”.<br />

Egli, infatti, con intuito profetico<br />

e geniale, legge come la parola “vocazione”<br />

è un termine riservato non<br />

solo ad alcuni, ma è una realtà-dono<br />

inscritta nel cuore di ogni uomo.<br />

Non è l’uomo a procurarsi l’esisten-<br />

Don Giustino Russolillo<br />

in una foto d'epoca<br />

con i suoi ragazzi<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

6 7<br />

Anno 127 - N. 6 - 2011 [246] Anno 127 - N. 6 - 2011 [247]


za. L’uomo, infatti, esiste perché Dio<br />

stesso lo chiama; ecco perché la sua<br />

venuta alla vita, porta già l’impronta<br />

di quella “vocazione” che è il vero<br />

volto dell’uomo. Ecco dunque la vocazione<br />

alla vita, alla fede, alla santità<br />

in uno sviluppo teologicamente<br />

consequenziale. Dalla chiamata alla<br />

fede poi, si articola una serie di ulteriori<br />

chiamate: quella al sacerdozio,<br />

alla vita consacrata….<br />

Per Don Giustino tutte le vocazioni,<br />

specie queste ultime, costituiscono<br />

la preziosa eredità consegnatagli<br />

dal Signore nel cuore della Chiesa.<br />

Un vero dono!<br />

Un carisma di fuoco che, muovendosi<br />

in un unico triplice asse, si caratterizza<br />

come “logica delle tre opere”:<br />

l’opera dell’Unione Divina con<br />

la Trinità, in relazione sponsale; l’opera<br />

della santificazione universale,<br />

in linea ascensionale; l’opera delle vocazioni<br />

sacerdotali e religiose in dimensione<br />

di servizio alla Chiesa.<br />

È da questo legame, profondo e<br />

inscindibile, che trae forza e ispirazione<br />

tutto il progetto carismatico di<br />

Don Giu-stino; progetto mirato tendenzialmen-te<br />

al servizio delle vocazioni,<br />

specie tra le classi umili del popolo,<br />

ma anche provvidenzialmente<br />

aperto al recupero paziente e misericordioso<br />

di tutte le “vocazioni non<br />

bene coltivate, perdute, tradite, perché<br />

riconquistino il loro fine”.<br />

La Società Divine Vocazioni<br />

Azione carismatica che, letta sapientemente,<br />

possiede in sé l’ardore<br />

di un’autentica carità, con positivi<br />

risvolti ecclesiali e sociali. Un<br />

servizio vocazionale che costituisce<br />

il più grande contributo all’evangelizzazione<br />

del mondo, ai fini di una<br />

crescita in chiave di autentica civiltà.<br />

Per l’attuazione di questo carisma,<br />

definito come “l’opera delle opere”,<br />

Don Giustino Russolillo fonda<br />

“la Società Divine Vocazioni” nel<br />

ramo maschile e nel ramo femmini-<br />

le, affiancando anche l’Istituto Secolare<br />

delle Apostole della Santificazione<br />

Universale. Di qui la geniale<br />

invenzione anche del nome “Vocazionisti/e”,<br />

nome proprio di coloro<br />

che nella Chiesa, per carisma fondazionale,<br />

offrono il servizio umile e<br />

disinteressato alle divine vocazioni,<br />

proprio come corsia preferenziale di<br />

tutta la loro missionarietà.<br />

Il segreto per vivere questo servizio<br />

d’amore? Don Giustino lo coglie e<br />

lo addita nella imitazione della Santa<br />

Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe.<br />

Uno sguardo di contemplazione<br />

perché essa è modello perfetto di relazione<br />

con la Trinità e uno sguardo<br />

di azione, perché essa è modulo edu-<br />

cativo di amorevolezza e di laboriosità,<br />

per la crescita di Gesù fanciullo,<br />

di Gesù adolescente, di Gesù giovane,<br />

contemplato e servito nei singoli<br />

eletti delle divine vocazioni.<br />

Assaporare il carisma fondazionale<br />

di Don Giustino è subire “il tormento<br />

d’amore” per le vocazioni, con<br />

la convinzione che, anche nelle frontiere<br />

delle nuove generazioni, anche<br />

di fronte alle reti deboli e vuote della<br />

moderna pastorale vocazionale, le vocazioni<br />

ci sono ancora; mancano solo<br />

gli animatori-coltivatori.<br />

Perché ci sono ancora? Perché esse,<br />

per Don Giustino, prima di essere<br />

un tormento d’amore da parte della<br />

comunità cristiana, sono passione d’a-<br />

more da parte di Dio Trinità e, come<br />

tali, sono sempre assicurate. Esigono<br />

solo di interpretare il loro nuovo<br />

codice di linguaggio e soprattutto esigono<br />

il contagio della nostra testimonianza.<br />

Un messaggio sempre<br />

attuale e urgente<br />

In un tempo come il nostro, tutto<br />

permeato dal consumismo e dal relativismo<br />

che minaccia i fondamenti<br />

stessi della nostra società, ma anche<br />

tutto nascostamente affascinato dal<br />

sacro, c’è un impellente bisogno di<br />

uomini che, toccati da Dio, sanno riportare<br />

Dio all’uomo e l’uomo a Dio,<br />

con la testimonianza.<br />

Occorrono, cioè, persone che, testimoniando<br />

il primato di Dio, ne rendano<br />

percepibile la presenza, a partire<br />

dal loro stile di vita.<br />

Don Giustino Russolillo, col suo<br />

messaggio, ci ricorda che, quali uomini<br />

e donne creati ad immagine e<br />

somiglianza di Dio, siamo stati anche<br />

invitati a modellarci sulla sua stessa<br />

santità: “Siate santi perché io sono<br />

santo” (Lc 19,2).<br />

Per Don Giustino infatti, creazione<br />

e santificazione vanno insieme, sia<br />

prima del peccato e, grazie alla redenzione,<br />

anche dopo il peccato. Santità e<br />

creazione, per lui, sono sinonimi in<br />

dimensione personale. Infatti Don Giustino,<br />

attratto e sedotto dall’imperativo<br />

divino, accetta di vivere in sé la<br />

formidabile scommessa della santità,<br />

tanto da affermare decisamente: “Poiché<br />

lo esige la tua gloria, lo chiede il<br />

tuo amore, lo impone la tua volontà,<br />

oggi, mi voglio fare santo”.<br />

I vocazionisti,<br />

aperti all’universalità<br />

E cco il Vangelo della vita come<br />

dono, come risposta all’amore<br />

creativo di Dio. Provvidenzialmente,<br />

oggi, la Società Divine Vocazioni, nella<br />

sua espansione missionaria ha varcato<br />

i confini geografici originari dell’esperienza<br />

del Fondatore. Infatti, il<br />

carisma fondazionale, partendo dall’Italia,<br />

ha raggiunto tutti i continenti,<br />

toccando decine di paesi: Stati Uniti,<br />

Regno Unito, Francia, Argentina, Brasile,<br />

Cile, Ecuador, Colombia, India,<br />

Filippine, Madagascar, Nigeria, Sudafrica<br />

e Indonesia.<br />

Così, aperto all’universalità e in<br />

servizio vocazionale disinteressato,<br />

esso trova il suo peculiare modo di<br />

essere-operare nel mondo e di fronte<br />

al mondo: portare ogni essere umano<br />

a scoprire nella parola “vocazione” il<br />

suo vero nome, la sua identità, la sua<br />

originale libertà.<br />

Una vera promozione umana e sociale,<br />

che esige primariamente la cura<br />

di quelle vocazioni particolari che,<br />

nel dono totale di sé, rendono la Chiesa<br />

fruttuoso giardino nella varietà dei<br />

doni, carismi e ministeri.<br />

La figura del nuovo Beato, raggiungendoci<br />

in tempo di emergenza educativa,<br />

come momento di grazia, consegna<br />

un messaggio sempre attuale ed<br />

urgente: la vera risorsa educativa parte<br />

dalla fondamentale premessa che<br />

la vita è vocazione.<br />

Una sfida a tutto campo! Uno stile<br />

di autentica bellezza! Un compito<br />

al quale nessuno può sottrarsi.<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

8 9<br />

Anno 127 - N. 6 - 2011 [248] Anno 127 - N. 6 - 2011 [249]


Giovani, riprendetevi il futuro!<br />

Secondo una ricerca<br />

della Commissione<br />

Europea, nel nostro<br />

continente, l’Italia<br />

è il Paese con la<br />

percentuale più alta<br />

di giovani inattivi:<br />

oltre due milioni non<br />

studiano, non lavorano,<br />

non si aggiornano.<br />

A costoro, si aggiungono<br />

i giovani disoccupati<br />

e quelli precari.<br />

di Marida D'Amora<br />

Il regista Massimo Venier,<br />

in una pellicola cinematografica<br />

del 2008, li descrive<br />

come la “Generazione 1000<br />

euro”. Il suo collega Paolo Virzì,<br />

nello stesso anno, ironicamente li<br />

consola intitolando il suo film “Tutta<br />

la vita davanti”. Ma chi sono?<br />

Sono i giovani che si muovono oggi<br />

sul mercato del lavoro.<br />

Tutto nasce da un’inchiesta condotta<br />

qualche tempo fa dal quotidiano<br />

spagnolo ‘El País’ che li ha soprannominati<br />

“La Generación de los Mil<br />

Euros” (quelli che vivono con 1000<br />

euro al mese).<br />

Entrambi i film narrano la storia<br />

di giovani neolaureati che galleggiano<br />

nell’orbita dell’instabilità<br />

esistenziale e che, pur di staccarsi<br />

dalla famiglia di origine e conquistare<br />

l’indipendenza economica,<br />

si ‘arrangiano’ in mestieri che non<br />

rispondono alle loro aspettative e<br />

non li gratificano economicamente.<br />

Questo lo scotto della crisi economica<br />

che ha danneggiato principalmente<br />

i giovani in cerca della prima<br />

occupazione. Più nero ancora, però,<br />

appare il futuro di chi viene oggi<br />

inglobato nella categoria dei ‘giovani<br />

inattivi’, la ‘generazione grigia’,<br />

ragazzi tra i 15 e i 29 anni che non<br />

fanno nulla, non studiano, non<br />

lavorano, né cercano un impiego.<br />

Insomma disoccupati e rassegnati.<br />

Secondo le stime della Commissione<br />

Europea, l’Italia è il Paese con<br />

la percentuale più alta di giovani<br />

NEET, ovvero “Not in Education,<br />

Employment or Training” (in italiano,<br />

“Non lavora, non studia, non<br />

si aggiorna”). La maggiore percentuale<br />

si ha tra i giovani al di sotto<br />

dei 24 anni, livello superato solo da<br />

Romania e Bulgaria. Sono, infatti,<br />

2 milioni i di giovani Neet diffusi<br />

sul territorio nazionale e prevalentemente<br />

concentrati nelle regioni del<br />

Sud. La maggior parte sono donne,<br />

le più colpite da questo fenomeno,<br />

così come evidenziato dal rapporto<br />

Istat “Noi Italia”, dal quale risulta<br />

che nel nostro Paese quasi 1 donna<br />

su 2 non ha un’occupazione, né è<br />

impegnata a cercarla. Ed è proprio<br />

questo il punto focale della questione:<br />

la ricerca di un lavoro.<br />

Differente è, infatti, l’essere disoccupati<br />

rispetto all’essere “inattivi”.<br />

Inattivi sono i giovani che non cercano<br />

attivamente un lavoro, che non<br />

sono registrati presso un centro per<br />

l’impiego, che non usufruiscono dei<br />

tradizionali servizi che garantiscono<br />

l’incontro tra domanda e offerta<br />

di lavoro. Molti di questi probabilmente<br />

lavorano in nero o con<br />

contratti atipici, di breve durata e<br />

che offrono loro compensi minimi.<br />

Da qui l’impossibilità di ottenere<br />

dati certi sull’ampiezza del fenome-<br />

no in esame.<br />

Ma sull’‘inattività’ dei giovani<br />

non pesano solo crisi economica e<br />

disoccupazione, quello che influisce<br />

in gran parte è la formazione e il<br />

background culturale.<br />

La psicoterapeuta Anna Oliviero<br />

Ferraris, Professoressa Ordinaria di<br />

Psicologia dello sviluppo all’Università<br />

La Sapienza di Roma, dice<br />

a tal proposito: “se il modello è<br />

quello di reality show come il Grande<br />

Fratello (basta andare in tv per<br />

guadagnare), passa il concetto che<br />

per riuscire non serve impegnarsi,<br />

e ci si lascia vivere fino a 30 anni<br />

senza un progetto”. Mentre, aspetto<br />

fondamentale, sostiene la Ferraris,<br />

“le motivazioni si coltivano fin<br />

dall’infanzia, insieme al concetto<br />

che la realtà è anche lotta e sacrificio,<br />

per questo è bella!”.<br />

Preoccupante, dunque, l’immediato<br />

futuro di questi giovani: solo il<br />

65,8% cerca attivamente un lavoro,<br />

il restante 34,2% è assolutamente<br />

passivo al riguardo. Manca in essi<br />

la voglia di studiare, di impegnarsi,<br />

di lavorare, non hanno passioni,<br />

interessi. Ciò che più li attrae è<br />

guardare la tv, giocare ai video<br />

games, curiosare tra le pagine di un<br />

social network e tramite questo fare<br />

nuove amicizie ‘virtuali’, trascurando<br />

i rapporti sociali diretti, l’attività<br />

all’aria aperta, lo sport.<br />

In Italia, ormai, 1 giovane su 5 non<br />

studia né lavora, 1 precario su 4<br />

diventa inattivo, e 7 giovani precari<br />

su 10 vivono in famiglia. Nel nostro<br />

Paese si registrano i dati più alti di<br />

‘inattività’ dei giovani rispetto agli<br />

altri Paesi Ocse (Organizzazione<br />

per la Cooperazione e lo Sviluppo<br />

Economico).<br />

I motivi di tutto questo sono da<br />

ricondurre principalmente al fatto,<br />

spiega l’Istat, che l’inserimento dei<br />

giovani nel mondo del lavoro è più<br />

facile in altri Paesi che in Italia,<br />

dove è forte anche la piaga del<br />

lavoro nero, soprattutto nel Mezzogiorno.<br />

La quinta edizione del “Rapporto<br />

Italiani nel Mondo 2010” della Fondazione<br />

Migrantes dice che degli<br />

oltre 4 milioni di Italiani residenti<br />

all’estero, il 54,3% è di origine meridionale,<br />

mentre il 30,6% proviene<br />

dalle regioni settentrionali e solo<br />

il 15,2% da quelle centrali. Molto<br />

probabilmente ciò che spinge gli<br />

Italiani a lasciare il proprio Paese è<br />

la ricerca di quel lavoro che in Italia<br />

non si trova, cosa che si può ben<br />

supporre, considerato che, sempre<br />

secondo Migrantes, più della metà<br />

degli Italiani all’estero sono giovani<br />

al di sotto dei 35 anni.<br />

Nonostante la legge 30 dicembre<br />

2010, n. 238, in tema di “Incentivi<br />

fiscali per il rientro dei lavoratori in<br />

Italia”, varata per cercare di invertire<br />

questa tendenza, sempre più giovani<br />

ad alto potenziale lavorativo<br />

lasciano il Paese per la mancanza di<br />

opportunità occupazionali.<br />

Questi stessi dati emergono anche<br />

dal rapporto Manageritalia il quale<br />

mette in luce che l’Italia è il Paese<br />

in Europa con la più bassa percentuale<br />

di ragazzi al di sotto dei 25<br />

anni. Secondo il rapporto, inoltre,<br />

non è esatto nemmeno parlare di<br />

fuga di cervelli all’estero. I nostri<br />

giovani laureati, infatti, lasciano il<br />

Paese in proporzioni simili a quelle<br />

degli altri giovani europei. Diversamente<br />

dagli altri Paesi, però, l’Italia<br />

non è in grado di attirare giovani<br />

dall’estero e dunque il numero di<br />

quelli che lasciano il Paese supera<br />

quello di chi decide di stabilirvisi.<br />

Siamo di fronte a un enorme capitale<br />

umano che il Paese non utilizza e<br />

rischia di perdere in misura sempre<br />

più considerevole, un capitale prezioso<br />

che nessuna nazione dovrebbe<br />

permettersi di perdere.<br />

Meeting dei Giovani 2008. L'evento,<br />

organizzato dall'Ufficio per la Pastorale<br />

Giovanile di Pompei, coinvolge ogni anno<br />

migliaia di giovani, cui sono proposti un<br />

ricco programma di eventi ludici e momenti<br />

di riflessione e preghiera, perché si<br />

preparino a costruire il proprio futuro.<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

10 11<br />

Anno 127 - N. 6 - 2011 [250] Anno 127 - N. 6 - 2011 [251]


Crocifisso<br />

in classe,<br />

simbolo<br />

d'amore<br />

per tutti<br />

di Salvatore Casciello<br />

“Se è<br />

vero che il Crocifisso è<br />

prima di tutto un simbolo<br />

religioso, non sussistono tut-<br />

tavia nella fattispecie ele-<br />

menti attestanti l’eventuale influenza che l’esposizione<br />

di un simbolo di questa natura sulle<br />

mura delle aule scolastiche potrebbe avere sugli<br />

alunni”. È un passo delle motivazione della sentenza<br />

inappellabile della Grande Camera della<br />

Corte Europea dei Diritti dell’Uomo che, venerdì<br />

18 gennaio, ha dato ragione all’Italia nella causa<br />

“Lautsi e altri contro Italia” sulla presenza del<br />

Crocifisso nelle aule delle scuole pubbliche.<br />

L’Europa, che, almeno finora, si è guardata bene<br />

dal riconoscere le proprie radici cristiane, ha fatto<br />

marcia indietro e, sul Crocifisso esposto nelle aule<br />

delle scuole pubbliche, ha dato ragione all’Italia,<br />

cancellando la condanna precedentemente comminata.<br />

Per i giudici, dunque, non c’è stata alcuna violazione<br />

delle norme a tutela dei diritti umani. La<br />

decisione è stata approvata con 15 voti favorevoli e<br />

2 contrari. Si chiude così il procedimento aperto il<br />

27 luglio 2006 dal ricorso di Soile Lautsi, cittadina<br />

italiana di origini finlandesi, che riteneva la presenza<br />

del Crocifisso nella scuola pubblica di Abano Terme<br />

(in provincia di Padova), all’epoca frequentata<br />

dai figli, un’ingerenza incompatibile con la libertà<br />

di pensiero, di convinzione e di religione. La donna<br />

riteneva leso anche il suo “diritto all’istruzione”, in<br />

particolare, il diritto dei ragazzi ad un’educazione e ad<br />

un insegnamento conformi alle convinzioni religiose e<br />

filosofiche dei genitori.<br />

Nella motivazione del provvedimento, si legge che<br />

Non si è ancora spenta l'eco della sentenza della Corte<br />

Europea dei Diritti dell'Uomo, che ha assolto l'Italia<br />

dall'accusa di violazione dei diritti umani per l'esposizione<br />

del simbolo religioso nelle aule scolastiche.<br />

"l’obbligo degli Stati membri del Consiglio<br />

d’Europa di rispettare le convinzioni<br />

religiose e filosofiche dei genitori<br />

non riguarda solo il contenuto dell’istruzione<br />

e le modalità in cui viene essa dispensata:<br />

tale obbligo compete loro nell’esercizio<br />

dell’insieme delle “funzioni”<br />

che gli Stati si assumono in materia di<br />

educazione e di insegnamento". Il che<br />

"comprende l’allestimento degli ambienti<br />

scolastici qualora il diritto interno<br />

preveda che questa funzione incomba<br />

alle autorità pubbliche".<br />

Poiché la decisione riguardante la<br />

presenza del Crocifisso nelle aule scolastiche<br />

"attiene alle funzioni assunte dallo<br />

Stato italiano, essa rientra nell’ambito<br />

di applicazione dell’articolo 2 del<br />

protocollo 1". Questa disposizione, prosegue<br />

il provvedimento, "attribuisce allo<br />

Stato l’obbligo di rispettare, nell’esercizio<br />

delle proprie funzioni in materia di<br />

educazione e d’insegnamento, il diritto<br />

dei genitori di garantire ai propri figli<br />

una educazione e un insegnamento conformi<br />

alle loro convinzioni religiose e<br />

filosofiche".<br />

La Corte "constata che nel rendere<br />

obbligatoria la presenza del Crocifisso<br />

nelle aule delle scuole pubbliche,<br />

la normativa italiana attribuisce alla<br />

religione maggioritaria del paese una<br />

visibilità preponderante nell’ambiente<br />

scolastico" e sottolinea, altresì, che<br />

"un Crocifisso apposto su un muro è<br />

un simbolo essenzialmente passivo, la<br />

cui influenza sugli alunni non può essere<br />

paragonata a un discorso didattico<br />

o alla partecipazione ad attività<br />

religiose".<br />

Ciò premesso la Corte rileva che "il<br />

diritto della ricorrente, in quanto genitrice,<br />

di spiegare e consigliare i suoi figli<br />

e orientarli verso una direzione conforme<br />

alle proprie convinzioni filosofiche è<br />

rimasto intatto". Sulla scorta di quanto<br />

detto, l’ulteriore corollario: "decidendo<br />

di mantenere il Crocifisso nelle aule delle<br />

scuole pubbliche frequentate dai bambini<br />

della ricorrente, le autorità hanno agito<br />

entro i limiti dei poteri di cui dispone l’Italia<br />

nel quadro del suo obbligo di rispettare,<br />

nell’esercizio delle proprie funzioni<br />

in materia di educazione e d’insegnamento,<br />

il diritto dei genitori di garantire<br />

tale istruzione secondo le loro convinzioni<br />

religiose e filosofiche".<br />

La sentenza è stata accolta con comprensibile<br />

soddisfazione dalla Santa Sede.<br />

Il portavoce vaticano, padre Federico<br />

Lombardi, ha sottolineato che si<br />

tratta di "una sentenza assai impegnativa<br />

e che fa storia, come dimostra il<br />

risultato a cui è pervenuta la Grande<br />

Chambre al termine di un esame approfondito<br />

della questione".<br />

Il card. Camillo Ruini, intervistato da<br />

La Stampa ha così commentato la sentenza:<br />

"Il Crocifisso ha valore universale,<br />

esprime certamente valori universali<br />

da tutti condivisibili e già per questo la<br />

sentenza si giustifica ampiamente". Anche<br />

Mons. Aldo Giordano, osservatore<br />

permanente della Santa Sede presso il<br />

Consiglio d’Europa ha voluto commentare<br />

- in una nota scritta per Sir Europa<br />

- la sentenza sul Crocifisso: "Il fatto che<br />

la Grande Chambre della Corte europea<br />

dei diritti dell’uomo abbia voluto fondamentalmente<br />

ribaltare una sentenza adottata<br />

in precedenza da una Camera all’unanimità,<br />

è un segno di buon senso, di<br />

saggezza e di libertà".<br />

Per padre Gonzalo Miranda, teologo<br />

moralista dell’Ateneo Pontificio Regina<br />

Apostolorum, "anche a partire da<br />

una visione laica della vita, non necessariamente<br />

religiosa, si può difendere il<br />

Crocifisso perché, in realtà, è in atto un<br />

tentativo di aggressione ad un simbolo<br />

che ha una valenza identitaria anche<br />

dal punto di vista culturale e sociale".<br />

Ai tempi di Bartolo Longo,<br />

la Scuola Pubblica sembrava<br />

aver escluso il Crocifisso<br />

Alla fine dell’Ottocento, alcune correnti<br />

liberali erano riuscite a condizionare<br />

l'insegnamento nella Scuola Pubblica a tal<br />

punto che parlare del Crocifisso era considerato<br />

quasi vietato. Ci riferiamo al Crocifisso<br />

in quanto Persona e non al simbolo,<br />

che nemmeno i più acerrimi nemici della<br />

religione ebbero il coraggio di rimuovere<br />

dalle mura delle aule scolastiche. Dell'argomento,<br />

Bartolo Longo parlò con Ruggero<br />

Bonghi, ministro dell’istruzione dal<br />

1874 al 1876. Nel testo “Il triplice trionfo<br />

della Istituzione a pro dei figli dei carcerati<br />

– Discorso pronunziato dall’Avv.<br />

Comm. Bartolo Longo il 23 maggio 1895,<br />

terzo anniversario della benefica istituzione”<br />

(seconda ed. del 1905), il futuro<br />

Beato ricordava una delle “confidenze” che<br />

il Bonghi, in visita a Pompei, gli fece. Gli<br />

disse: “Si è tolto il Crocifisso dalle scuole, e<br />

dove manca il Crocifisso sottentra il disordine.<br />

Sappiatelo, io spero di non morire prima<br />

che non avrò fatto rientrare il Crocifisso nelle<br />

scuole d’Italia”. Più avanti, lo stesso Fondatore<br />

di Pompei ammoniva: “È facile toglier<br />

Cristo dalle Scuole, dai Licei, dalle Università<br />

di una nazione, ma rimettervelo, non è cosa<br />

agevole e da poco; si richiede un eroe”.<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

12 13<br />

Anno 127 - N. 6 - 2011 [252] Anno 127 - N. 6 - 2011 [253]


Pompei. Giovani portano una croce durante il Meeting del 2008<br />

Una dirigente scolastica di Catanzaro esclude dalla gita<br />

un ragazzo affetto dalla sindrome di Down. I suoi compagni<br />

si ribellano: “Se non può venire lui, non verremo<br />

neanche noi”. L’uomo moderno, ormai abituato ad esaltare<br />

valori finti come la bellezza fisica o il piacere, cerca<br />

di emarginare i sofferenti, di far finta che non esistano.<br />

Ma proprio Gesù crocifisso c’insegna quanto sia fecondo<br />

il legno della croce.<br />

di Giuseppe Pecorelli<br />

Spesso descritti come superficiali<br />

ed egoisti, i giovani<br />

italiani sanno anche<br />

sorprendere per generosità<br />

e altruismo, per umanità e senso<br />

dell’amicizia.<br />

Il fatto che vogliamo raccontar-<br />

vi è stato reso noto qualche giorno<br />

fa. In una scuola media inferiore di<br />

Catanzaro, una delle classi dell’ultimo<br />

anno è a pochi giorni da una<br />

gita.<br />

S’immagina bene l’attesa che<br />

anima gli studenti quando sono vicini<br />

ad una tradizionale uscita fuori<br />

porta. Tutto è programmato nei<br />

La sofferenza e la croce,<br />

scandalo per l’uomo di oggi<br />

dettagli, ma a qualche giorno dalla<br />

partenza, la dirigente scolastica<br />

decide di escludere un alunno dalla<br />

lista dei partecipanti. È stato indisciplinato?<br />

Ha combinato guai?<br />

Non studia come dovrebbe? Nulla<br />

di tutto questo. Tommaso, questo il<br />

nome di fantasia che alcuni giornali<br />

gli hanno dato, è affetto dalla<br />

sindrome di Down.<br />

La dirigente si nasconde dietro<br />

la legge: manca, dice, un insegnante<br />

di sostegno che possa stargli vicino<br />

durante il tragitto. In realtà, la<br />

normativa non prescrive l’obbligo<br />

della presenza di un educatore che<br />

accompagni lo studente bisognoso<br />

di sostegno. Chiunque, anche<br />

un altro professore, può assumersi<br />

tale responsabilità. La motivazione<br />

non regge.<br />

Ancora più grave quel che accade<br />

dopo. La mamma di Tommaso<br />

protesta con decisione, tentando<br />

di occupare la presidenza e costringendo<br />

all’intervento le forze<br />

dell’ordine. La dirigente scolastica<br />

non si ferma. Convoca i professori<br />

e comunica loro l’intenzione di<br />

non autorizzare in futuro alcuna<br />

uscita dello studente affetto dalla<br />

sindrome di Down.<br />

Nei giorni seguenti, va nella<br />

classe di Tommaso e chiede agli<br />

studenti di non far sapere al compagno<br />

le date delle gite future. È<br />

inaccettabile la motivazione con<br />

cui spiega la propria decisione:<br />

“la scarsa capacità del ragazzo ad<br />

apprendere a causa della sua infermità<br />

genetica”. A questo punto, i<br />

compagni di Tommaso, tutti tra i<br />

tredici e i quattordici anni, si ribellano:<br />

“Se non può venire lui alla<br />

gita, non verremo neanche noi”. E,<br />

per questa volta, sono loro a dare<br />

una lezione all’insegnante.<br />

L’episodio, apparentemente minimo,<br />

ha fatto clamore ed è stato<br />

riportato da tutti i maggiori organi<br />

di stampa italiani. Non è nostra intenzione<br />

giudicare.<br />

D’altra parte, è chiarissimo dove<br />

sia la ragione e dove sia il torto.<br />

Vogliamo, però, riflettere sull’umanità<br />

di oggi, che non ha più nemmeno<br />

il coraggio di guardare la<br />

sofferenza e cerca di emarginarla,<br />

d’imprigionarla, di rinchiuderla in<br />

una stanza, quasi per evitare che contagi<br />

tutti.<br />

L’uomo mette da parte Dio, lo<br />

esclude dalla propria vita, lo sostituisce<br />

con gli idoli materiali delle<br />

gioie apparenti e del tutto terrene.<br />

Salvo poi accorgersi, ad un tratto<br />

della propria vita, che esistono la<br />

malattia e la morte.<br />

Non solo si staccano i crocifissi<br />

dai muri, ma si vogliono escludere<br />

finanche dalla propria vista coloro<br />

che portano i segni della sofferenza<br />

sulla propria pelle. La croce dà<br />

fastidio e scandalizza.<br />

Eppure, ogni uomo, già quando<br />

nasce, nasconde in sé il germe del<br />

proprio dolore fisico e morale. Appena<br />

acquista consapevolezza, può<br />

comprendere che non sarà immune<br />

dalla sofferenza. E non lo diciamo<br />

con la stessa tristezza senza speranza<br />

del poeta Giacomo Leopardi, che<br />

riteneva “funesto” per ogni uomo il<br />

giorno della nascita. Non c’è nulla,<br />

infatti, che renda più simili a Gesù<br />

della sofferenza. Pensiamo a Gesù<br />

in croce: non poteva più muoversi,<br />

inchiodato a quel legno, che bagnò<br />

del suo sangue, trasformandolo da<br />

simbolo di morte a simbolo d’amore.<br />

Gesù era bloccato alla croce da<br />

grandi chiodi, il dolore estremo gli<br />

rendeva difficoltoso il respiro, la<br />

parola era interrotta dall’affanno.<br />

Eppure, Gesù amò anche nell’estremo<br />

di quel momento, affidando Giovanni<br />

e l’umanità tutta a Maria, sua<br />

madre: “Donna, ecco tuo figlio”, le<br />

disse. La sofferenza non può impedire<br />

l’amore.<br />

Nel suo patimento, Gesù diventa<br />

il più bisognoso tra i bisognosi.<br />

E sono proprio i sofferenti quelli più<br />

ascoltati da Dio. Sono gli ultimi secondo<br />

le regole del mondo, ma saranno<br />

i primi nel Regno dei Cieli.<br />

È ovvio che non vogliamo sostenere<br />

che la sofferenza sia desiderabile.<br />

Sul Monte degli Ulivi,<br />

Gesù stesso chiede al Padre di allontanare<br />

da sé “questo calice”.<br />

Vogliamo, però, dire che anche il<br />

dolore va vissuto, come ogni cosa,<br />

tenendo gli occhi fissi verso il cielo<br />

e accogliendo la volontà di Dio. Va<br />

vissuto con coraggio.<br />

E, quando siamo forti e sani, dobbiamo<br />

avere un amore così grande<br />

da saper riconoscere lo sguardo di<br />

Gesù nello sguardo degli ammalati.<br />

Cristo è presente in quei corpi afflitti<br />

dalla malattia. È proprio lì che<br />

lo incontriamo.<br />

Ed è proprio la sofferenza che<br />

rende uguali gli uomini, li rende fratelli.<br />

In proposito, ci piace citare<br />

Andrea Riccardi, Fondatore della<br />

Comunità di Sant’Egidio: “Siamo<br />

tutti poveracci, tutti deboli, tutti fragili.<br />

Tutti siamo chiamati alla comunione<br />

e al mutuo sostegno”.<br />

L'UNITALSI in un pellegrinaggio a Pompei<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

14 15<br />

Anno 127 - N. 6 - 2011 [254] Anno 127 - N. 6 - 2011 [255]


■ di Domenico Arcaro<br />

Per quanto gravi<br />

possano essere<br />

i loro reati, è sempre<br />

possibile riportarli<br />

sulla strada del bene.<br />

Ma occorre l’impegno<br />

di tutti e l’azione deve<br />

seguire il tracciato segnato<br />

dal Beato Bartolo Longo,<br />

da San Giovanni Bosco<br />

e da Padre Pino Puglisi.<br />

Nelle foto a destra,<br />

in alto, l'inaugurazione<br />

dell'Anno Giudiziario 2011 a Napoli.<br />

In basso, Padre Pino Puglisi,<br />

ucciso dalla mafia nel 1993.<br />

Politiche sociali e scienze dell’educazione<br />

per l’infanzia e l’adolescenza<br />

I minori irrecuperabili non esistono<br />

Le intuizioni di grandi<br />

uomini di fede<br />

Nella storia del XIX e XX secolo,<br />

oltre al grande contributo di autori<br />

ecclesiastici della tarda antichità<br />

sul versante educativo, provvida si<br />

è rivelata la geniale intuizione di S.<br />

Giovanni Bosco, del Beato Bartolo<br />

Longo e di Padre Pino Puglisi per<br />

l’impegno pastorale nella prevenzione<br />

e nel recupero dei minori deviati<br />

e a rischio di devianza.<br />

Oggi, sulla scia di quanti ci hanno<br />

preceduto nell’opera di aiuto e<br />

di recupero, leggendo i “segni dei<br />

tempi” nell’attuale società, alla luce<br />

del Vangelo e dell’ordinamento pedagogico<br />

penitenziario per i minori,<br />

è necessario continuare quest’azione<br />

educativa per gli adolescenti sottoposti<br />

alla misura penale.<br />

Il Dipartimento giustizia minorile<br />

ha sempre rilevato che l’azione<br />

pastorale e sociale verso i minori<br />

deviati e a rischio di devianza è uno<br />

degli aspetti più complessi per le<br />

diverse problematiche esistenti nell’attuale<br />

società, non solo per chi<br />

deve scontare la pena inflitta dalla<br />

giustizia, ma anche per i familiari e<br />

per quanti si adoperano per il recupero<br />

del minorenne.<br />

Un’azione su più fronti<br />

per recuperare i minori<br />

alla vita buona<br />

Il Presidente della Corte d’Appello<br />

di Napoli, Antonio Buonajuto,<br />

in occasione dell’inaugurazione<br />

dell’anno giudiziario, il 29 gennaio<br />

scorso, ha evidenziato che in Campania<br />

i reati registrati dal Tribunale<br />

per i minorenni sono legati soprat-<br />

tutto allo spaccio di stupefacenti, ai<br />

furti, alle rapine, alle estorsioni e ai<br />

reati di violenza sessuale. Lo stesso<br />

Presidente ha analizzato che alcune<br />

tipologie di reati sono favoriti da<br />

situazioni ambientali e influenzati<br />

dai condizionamenti delle figure di<br />

riferimento abituali (genitore violento<br />

e abusante, leader all’interno<br />

dei gruppi) cui il giovane tende ad<br />

uniformarsi.<br />

Dal testo della prolusione dell’inaugurazione<br />

dell’anno giudiziario,<br />

emerge un’esigenza primaria: la<br />

nostra Regione deve promuovere,<br />

con il supporto degli Organi Istituzionali<br />

delle politiche sociali, iniziative<br />

solidali per arginare il fenomeno<br />

della criminalità minorile.<br />

Per questo, al fine di fronteggiare<br />

il rischio di coinvolgimento dei<br />

minori in attività criminose, sulla<br />

base di un piano di legge approvato<br />

dalla Camera dei Deputati e dal<br />

Senato della Repubblica in favore<br />

dei soggetti deviati di età minore,<br />

il Tribunale per i minorenni sostiene<br />

iniziative volte a tutelare i minori<br />

anche se privi di un supporto<br />

familiare, per favorire la crescita,<br />

la maturazione individuale e la socializzazione.<br />

E non si deve nemmeno sottovalutare<br />

la linea psico-pedagogico<br />

e pastorale che gli operatori devono<br />

adottare con i minorenni, nonché<br />

i contatti che gli stessi devono<br />

avere con le loro famiglie, specie<br />

quelle in difficoltà.<br />

La questione della devianza minorile<br />

non riguarda solo gli organi<br />

della giustizia minorile, ma anche<br />

alle agenzie socio-educative, come<br />

la famiglia, la scuola, la parrocchia,<br />

cercando di promuovere iniziative volte<br />

ad un intervento di prevenzione.<br />

Una missione difficile,<br />

ma possibile<br />

Non è un compito semplice, ma<br />

si può affrontare nella collaborazione<br />

di ogni ente o istituzione attiva<br />

sul territorio e nella volontà di risolvere<br />

i problemi psicologici di un<br />

minorenne che vive in detenzione<br />

o in una comunità educativa. È importante,<br />

poi, l’approccio singolo<br />

che l’educatore deve avere con l’adolescente<br />

deviato, perché ogni soggetto<br />

è un mondo a sé, che va aiutato<br />

a valorizzare le sue capacità e attitudini.<br />

È necessario, poi, instaurare<br />

con il minore un dialogo che lo<br />

porti ad un’apertura verso l’educatore,<br />

il quale deve aiutarlo a rientrare<br />

in se stesso facendogli capire<br />

con modi appropriati la gravità del<br />

reato commesso. Questo avviene<br />

se si crea un rapporto di fiducia con il<br />

soggetto che si ha di fronte. Non è<br />

semplice sia per le diversità di reati<br />

sia per le varie espressioni comportamentali<br />

del minore.<br />

L’esempio di Bartolo Longo<br />

Bartolo Longo s’impegnò a favore<br />

degli adolescenti a rischio di devianza<br />

con grandi risultati, tanto che<br />

il suo pensiero pedagogico resta attuale:<br />

“All’adolescente, fategli comprendere<br />

che lo amate, perché è sven-<br />

turato; che lo educate solo perché lo<br />

amate; ed egli vi amerà, e per amore<br />

si sforzerà di corrispondere alle assidue<br />

ed amorevoli cure che voi spendete<br />

per educarlo. E voi troverete nei<br />

fatti che la Carità supera tutti i mezzi<br />

suggeriti dalla Pedagogia e dalla<br />

Scienza; e nel campo didattico, come<br />

in qualsiasi altro, assicura vittorie<br />

certe, grandi e definitive”.<br />

Educare alla legalità<br />

e non emarginare<br />

Oggi come ieri, di fronte alle problematiche<br />

legate al disagio giovanile,<br />

c’è un'ideologia che, a mio parere,<br />

merita di essere confutata: quella<br />

consistente in atti di emarginazione<br />

verso il minorenne deviato per<br />

crimini e i reati commessi. Nulla di<br />

più errato: anche il minorenne deviato,<br />

come gli altri, è capace nel suo<br />

piccolo delle cose più sublimi (quindi<br />

anche di redimersi). Un ulteriore<br />

problema è che spesso anche i familiari<br />

vengono mal considerati dalla<br />

società.<br />

Pertanto, è necessario che nella<br />

pastorale della carità e nell’azione<br />

sociale, ci sia una politica di intervento<br />

e di prevenzione volta ad<br />

eliminare i molteplici disagi che caratterizzano<br />

la nostra società postmoderna<br />

e supertecnologica.<br />

Anche il documento della Conferenza<br />

Episcopale Italiana, “Educare<br />

alla legalità”, evidenzia l’importanza<br />

di sviluppare una rinnovata cultura<br />

della legalità che porti l’adolescente<br />

a rispettare tutte quelle norme<br />

che ci siamo dati per una convivenza<br />

dignitosa.<br />

Sulla base di quanto appena detto,<br />

sorge un interrogativo che meriterebbe<br />

una risposta: Bartolo Longo<br />

cosa farebbe oggi, di fronte alle<br />

nuove emergenze sociali legate al<br />

problema della devianza minorile<br />

con il suo spirito di solidarietà illimitata?<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

16 17<br />

Anno 127 - N. 6 - 2011 [256] Anno 127 - N. 6 - 2011 [257]


La famiglia,<br />

prima scuola<br />

di vita<br />

Sono i genitori a formare i propri figli nei valori<br />

umani e cristiani, a costruire le basi per una società<br />

che sappia riconoscere l’amore e la giustizia come<br />

sue fondamenta. Nel prossimo numero, proporremo<br />

un approfondimento sul Convegno degli Sposi<br />

Cristiani, che si svolgerà il 4 e il 5 giugno e avrà<br />

come tema “Educare alla pienezza della vita”.<br />

Sono passati oltre due anni<br />

dal VI Incontro Mondiale<br />

delle Famiglie, svoltosi a<br />

Città del Messico nel gennaio<br />

2009. I partecipanti all’evento<br />

si confrontarono con una palpabile<br />

realtà che immergeva ed immerge<br />

la società in ciò che, da più parti,<br />

si definisce essere una “emergenza<br />

educativa”, ribadendo il ruolo educatore<br />

della famiglia.<br />

Il Papa Benedetto XVI, già nel<br />

discorso al Convegno Ecclesiale<br />

della Diocesi di Roma dell’11 giugno<br />

2007, affrontava questa crisi<br />

esortando la famiglia alla propria<br />

responsabilità in quanto nucleo primario<br />

di apprendimento ai valori<br />

della fede, della verità e della dignità<br />

della persona umana. Una esortazione<br />

perfettamente in linea con<br />

quella del suo predecessore Papa<br />

Giovanni Paolo II quando affer-<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

18 19<br />

Anno 127 - N. 6 - 2011 [258]<br />

di Giuseppe Lungarini<br />

mava con forza: “Famiglia, credi<br />

in ciò che sei!”.<br />

La famiglia, dunque, è la prima<br />

scuola di vita. È nella famiglia che<br />

si sviluppano le prime capacità di<br />

autonomia, dove s’impara a conoscerci<br />

e a relazionarci.<br />

In seno alla famiglia si scoprono<br />

la nostra identità e il nostro essere<br />

uomini e donne: la famiglia è<br />

la prima scuola di valori umani.<br />

Nel focolare domestico illuminiamo<br />

il nostro carattere, il nostro<br />

modo di essere; lì incominciamo la<br />

nostra storia personale, impariamo<br />

ad amare, a rispettare, a condividere,<br />

a perdonare.<br />

Nel suo messaggio per la Giornata<br />

Mondiale della Pace dell’anno<br />

2008, il Papa Benedetto XVI<br />

riaffermava questa ricchezza indicando<br />

la famiglia come “luogo<br />

primario di umanizzazione della<br />

persona e della società”. “In una<br />

vita familiare sana - continuava il<br />

Pontefice - si esperimentano alcuni<br />

elementi essenziali della pace:<br />

la giustizia e l’amore tra fratelli e<br />

sorelle, la funzione della autorità<br />

che esercitano i genitori, il servizio<br />

affettuoso ai componenti più<br />

deboli, perché piccoli, anziani o malati,<br />

il reciproco aiuto nelle necessità<br />

della vita, la disponibilità ad<br />

accogliere l’altro e, se fosse necessario,<br />

a perdonarlo”.<br />

E aggiungeva: “La Comunità sociale,<br />

per vivere nella pace, è chiamata<br />

a inspirarsi anche ai valori<br />

sui quali si regge la comunità familiare.<br />

Questo è valido sia per le<br />

comunità locali sia per quelle nazionali;<br />

più ancora, è valido per la<br />

comunità stessa dei popoli, per la<br />

famiglia umana, che vive in questa<br />

casa comune che è la terra”.<br />

Educare significa allora svolge-<br />

re un servizio alla persona, aiutarla<br />

a crescere nell’equilibrio delle dimensioni<br />

personali ed etiche. Solo<br />

in questo equilibrio c’è la responsabilità<br />

della libertà. Educazione<br />

significa mettere in pratica un<br />

progetto. L’intenzione di educare<br />

impone il progetto e un fine di coerenza.<br />

Maritain diceva: “Si parla<br />

di educazione e si dimentica quale<br />

sia il fine (il misconoscimento dei<br />

fini, ndr)”.<br />

Promuovere un’educazione familiare<br />

di qualità significa proteggere<br />

la prima scuola della vita nella formazione<br />

dei valori e renderà manifesta<br />

a tutti la viva presenza del<br />

Salvatore nel mondo e la genuina<br />

natura della Chiesa (Gaudium et<br />

Spes, 48)”, deve essere impregnato<br />

della presenza di Dio, ponendo<br />

nelle sue mani il nostro quotidiano<br />

e chiedendo il suo aiuto per adempiere<br />

il suo disegno di salvezza per<br />

ciascuno di noi.<br />

Ed è per la sua funzione sociale<br />

essenziale che la famiglia ha il diritto<br />

ad essere riconosciuta nella<br />

sua identità e a non essere confunsa<br />

con altre forme di convivenza,<br />

così come deve poter contare, nelle<br />

forme dovute, della protezione culturale,<br />

guridica, economica, sociale,<br />

sanitaria e, in modo particolare,<br />

su un aiuto sufficiente che tenga<br />

conto del numero dei figli e delle<br />

risorse economiche disponibili.<br />

È sempre più necessario, pertanto,<br />

promuovere ed attuare una cultura<br />

e una politica della famiglia,<br />

in uno sviluppo concreto e non solo<br />

pieno di buone intenzioni, che la<br />

coinvolga anche nelle scelte e nei<br />

programmi. Sono da apprezzare, per<br />

questo, le Associazioni che operano<br />

in questa direzione promuovendo<br />

l’identità e i diritti della famiglia,<br />

secondo una visione antropologica<br />

coerente con il Vangelo.<br />

Anno 127 - N. 6 - 2011 [259]


Il Convegno Nazionale<br />

degli ex alunni<br />

Si è svolto a Pompei<br />

il tradizionale evento, curato<br />

dall’Associazione ex alunni<br />

delle Opere Pompeiane.<br />

Al centro del dibattito una<br />

riflessione sul senso del<br />

volontariato. Al tradizionale<br />

appuntamento hanno<br />

partecipato in centinaia.<br />

“Il volontario<br />

non è colui<br />

che dedica agli altri il<br />

proprio tempo libero,<br />

ma chi per gli altri li-<br />

bera il suo tempo, perché ritiene<br />

che siano più gli altri a meritare la<br />

sua attenzione che le tante attività<br />

a cui pure tiene perché lo interessano”.<br />

Così Fra Filippo, coordinatore<br />

del Centro Educativo “Bartolo<br />

Longo”, ha avviato il Convegno Nazionale<br />

dell’Associazione ex alunni<br />

delle Opere Pompeiane, svoltosi il<br />

21 e 22 maggio nella sede dell’Istituto<br />

a Pompei. Il tema di questo<br />

anno: “Il volontariato cristiano<br />

promuove evangelizzazione nella<br />

società contemporanea a sostegno<br />

dei deboli e dei bisognosi”,<br />

in sintonia con il Parlamento Europeo,<br />

che ha proclamato il 2011 “Anno<br />

Europeo del Volontariato”, per<br />

sottolineare l’importanza rivestita<br />

da queste attività che coinvolgono,<br />

secondo i dati europei, 3 cittadini<br />

su 10 dell’Unione, circa 100 milioni<br />

di persone.<br />

Dopo l’indirizzo di saluto ai convenuti<br />

da parte del Vicario Generale<br />

della Prelatura di Pompei, Mons.<br />

■ di Nunzia Improta<br />

Giuseppe Adamo, Fr. Giovanni Decina,<br />

dei F.lli delle Scuole Cristiane,<br />

Direttore del Centro Educativo,<br />

ha ringraziato tutti della partecipazione<br />

augurando il sereno svolgimento<br />

del Convegno, che il suo confratello<br />

Fr. Celestino, intervenuto<br />

da Roma, ha avviato con un’articolata<br />

relazione.<br />

Partendo da un breve excursus storico<br />

e giuridico, egli ha ben ravvisato<br />

che il “volontariato cristiano affonda<br />

le sue radici nel messaggio<br />

evangelico”, mentre il volontariato<br />

laico nella solidarietà umana e nel<br />

rispetto della natura. Le motivazioni,<br />

il campo d’azione e l’ispirazione<br />

non sono contrapposti: dialogo<br />

e collaborazione sono possibili e auspicabili.<br />

Pur condividendo valori,<br />

tuttavia, non tutti promuovono<br />

evangelizzazione, ed è qui che acquista<br />

la sua specificità il volontariato<br />

cristiano che diventa, con la<br />

testimonianza senza parole, con la<br />

comunione di vita e di destino con<br />

gli altri, con la solidarietà, con la<br />

capacità di comprensione e accettazione,<br />

credibile strumento di fede.<br />

Se la testimonianza è valida l’annuncio<br />

diventa credibile.<br />

Il Volontariato cristiano aggiunge<br />

all’idea filantropica e umanitaria,<br />

che muove dalla coscienza,<br />

quella di avere Dio come causa<br />

esemplare. Gesù, nel Vangelo, ci insegna<br />

ad essere misericordiosi come<br />

lo è il Padre che è nei cieli (Lc<br />

6,36).<br />

La misericordia, che nasce dalla<br />

compassione, non si ferma a considerazioni<br />

di commiserazioni, ma<br />

si concretizza in tanti gesti ed azio-<br />

ni verso il prossimo, soprattutto se<br />

più debole e bisognoso, condivide<br />

e paga di persona.<br />

La storia ci offre tanti esempi di<br />

eroiche figure di santi e laici impegnati<br />

nel servizio della carità, tra<br />

essi il Beato Bartolo Longo che costruì<br />

a Pompei la città della carità<br />

con asili, orfanotrofi, ospizi e scuole<br />

sorte all’ombra della Vergine di<br />

Pompei per i bambini bisognosi e<br />

gli orfani della legge. Alla figura del<br />

Beato è stato dedicato l’intervento<br />

del prof. Claudio Spina, che, nella<br />

mattinata di domenica, ha ben illustrato<br />

l’approfondito studio condotto<br />

in collaborazione con la dott.ssa<br />

Antonella Bianchi, e pubblicato nel<br />

volume: “Bartolo Longo, un manager<br />

tra organizzazione e santità” edito<br />

dalle Edizioni del Santuario nel 2007.<br />

Anche il suo è un impegno di studio<br />

volontario sulla figura del Beato, al<br />

solo scopo di divulgarne la vita e le<br />

opere, affinché ne avvenga presto la<br />

santificazione.<br />

Con lo stesso spirito di volonta-<br />

riato e lo stesso entusiasmo, il dott.<br />

Raffaele Vitagliano ha partecipato ai<br />

convenuti il progetto di una fiction<br />

sul Beato, perché esempio di laico illuminato<br />

per i tempi, lungimirante,<br />

moderno, soprattutto dotato di amore<br />

cristiano nell’educazione dei fanciulli<br />

in grave disagio.<br />

Rosa Improta, ex alunna delle<br />

Opere di Pompei, in quanto orfana<br />

di padre e madre di un ragazzo<br />

diversamente abile, nato con la sindrome<br />

di Down, ha riconosciuto<br />

che i valori cristiani ricevuti durante<br />

l’infanzia e coltivati in famiglia,<br />

l’hanno sostenuta nel suo ruolo di<br />

giovane genitore, soprattutto nella<br />

difesa e nell’educazione della vita di<br />

suo figlio, Nando, oggi diciannovenne<br />

con tante passioni e interessi, che<br />

ha chiesto simpaticamente a Fratel<br />

Filippo la parola presentandosi ai<br />

Nella foto in alto, foto di gruppo degli ex alunni intervenuti al convegno.<br />

In basso, il momento del tradizionale pranzo in comune.<br />

convenuti. Con l’Associazione delle<br />

Persone con Sindrome di Down<br />

partecipa alle numerose iniziative<br />

di sensibilizzazione in difesa della<br />

vita e rispetto delle diversità in quanto<br />

tutti sono figli di Dio: “uguali ai<br />

suoi occhi e quindi anche a quelli<br />

degli uomini”.<br />

Anche il vicepresidente dell’Associazione<br />

ex alunni, Ciro Montuori,<br />

ha riconosciuto l’efficacia dell’educazione<br />

dei F.lli delle Scuole Cristiane,<br />

che prepara alla vita fornendo<br />

validi strumenti per superare<br />

difficoltà e smarrimenti ed ha invitato<br />

a non disperdere il patrimonio<br />

di valori tenendo viva questa esperienza<br />

associativa che vede coinvolti<br />

tanti giovani volontari.<br />

Infine il partecipato tributo di riconoscenza<br />

al Beato Bartolo Longo<br />

del prof. Alfonso Carotenuto, che ha<br />

voluto ricordare che un giornalista<br />

inglese chiamò l’Opera del Beato<br />

Bartolo Longo “l’Oxford d’Italia”,<br />

come dire, una garanzia!<br />

Dal Piemonte alla Calabria, ex<br />

alunni che negli anni, dall’infanzia<br />

alla giovinezza, hanno vissuto nelle<br />

Opere di Pompei e frequentato<br />

le scuole rette dai Fratelli delle<br />

Scuole Cristiane e dalle Suore del<br />

S. Rosario di Pompei, si sono ritrovati<br />

con i loro vecchi compagni ed<br />

educatori religiosi e laici, allietati<br />

dalle musiche dei componenti del<br />

Complesso Bandistico del Bartolo<br />

Longo, guidati dal M° Federico e<br />

dallo spettacolo teatrale realizzato<br />

dagli alunni del Bartolo Longo, dal<br />

titolo “NON CI PENSARE..TANT<br />

E’ COSA E NIENTE” scritto dal<br />

prof. Tommaso Oropallo. Il lavoro<br />

è andato in scena sabato sera nel<br />

Teatro Mattiello ed è stato rappresentato<br />

dagli studenti della Media e<br />

del Professionale IPIA - Professionale<br />

S.Caterina.<br />

Ulteriori informazioni e foto<br />

sul convegno sono disponibili visitando<br />

il sito: www.vivalasalle.it<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

20 21<br />

Anno 127 - N. 6 - 2011 [260] Anno 127 - N. 6 - 2011 [261]


Il culto al Sacro Cuore<br />

di Gesù nel Santuario<br />

La festa, particolarmente sentita dal popolo di<br />

Dio, si celebra nel venerdì successivo alla solennità<br />

del Corpus Domini. Il Cuore Sacratissimo<br />

del Redentore rivelò a Suor Margherita<br />

M. Alacoque, religiosa francese, oggi santa,<br />

tutto il proprio amore per l’uomo. Nel prossimo<br />

numero, proporremo un testo del Beato<br />

Bartolo Longo: era devotissimo al Cuore di<br />

Gesù e chiese il Suo aiuto quando una grave<br />

malattia sembrò impedirgli di portare a termine<br />

la costruzione del Santuario.<br />

Il 23 giugno 1900, la signora Luigina Agostini Coleschi, residente<br />

a Pompei in un villino di proprietà dell'Avvocato<br />

Bartolo Longo, fu guarita perfettamente ed istantaneamente<br />

dal Sacro Cuore di Gesù, per intercessione dell’allora<br />

beata Margherita M. Alacoque, suora Visitandina della<br />

famiglia di San Francesco di Sales. Questo miracolo valse la<br />

canonizzazione della mistica suora francese, avvenuta il 13<br />

maggio 1920, due secoli dopo la morte, durante il pontificato<br />

di papa Benedetto XV.<br />

Il culto al Sacro Cuore di Gesù, già proveniente da alcuni<br />

mistici medievali, ebbe grande fioritura fra il Seicento e il<br />

Settecento, proprio in seguito alle rivelazioni di questa religiosa,<br />

suor Margherita Maria Alacoque. Da allora, infatti,<br />

questo culto ebbe un notevole impulso: la festa del Sacro<br />

Cuore divenne universale, per tutta la Chiesa cattolica, e<br />

ancora oggi viene tradizionalmente fissata il venerdì successivo<br />

alla solennità del Corpus Domini.<br />

Nata in Borgogna nel 1647, Margherita Maria Alacoque<br />

sin da piccola avversava ogni cosa che sembrasse offesa<br />

di Dio e fece il suo voto di verginità a soli quattro anni,<br />

senza intenderne il pieno significato. Ma la sua attrazione<br />

verso la preghiera, il ritiro e il silenzio, nonostante la sua indole<br />

vivacissima, il suo amore verso l’Eucarestia, il suo interessamento<br />

per i poveri e i sofferenti, dei quali cercava di<br />

alleviare le pene con ogni mezzo a sua disposizione, manifestavano<br />

la strada scelta per lei dal Signore. Seguì la sua<br />

vocazione in seguito ad una visita presso il Monastero di Paray-le-Monial,<br />

nel 1671. All’età di 23 anni volle entrare in<br />

quel Convento, nonostante le forti contrarietà dei genitori.<br />

E lì suor Margherita, nei successivi 17 anni, ebbe il privilegio<br />

di ricevere le confidenze del Signore Gesù nelle grandi<br />

rivelazioni del Sacro Cuore, che la sceglie per una speciale<br />

missione sulla Terra, consegnandole un messaggio di amore<br />

e di misericordia destinato alla Chiesa e a tutti gli uomini<br />

di ogni tempo.<br />

Era nei disegni di Dio che dovesse sorgere nella Chiesa<br />

un Ordine religioso designato e scelto dal Signore stesso per<br />

diffondere nel mondo la conoscenza e il culto al Cuore Sacratissimo<br />

del Redentore. Quest’Ordine è la Visitazione di<br />

Santa Maria e la prima prescelta tra le Visitandine per le<br />

rivelazioni divine è S. Margherita Maria Alacoque che fu la<br />

grande apostola del Sacro Cuore, senza essere mai uscita dalla<br />

clausura monastica.<br />

Quando fu nominata Maestra delle Novizie, il 31 dicembre<br />

1684, ella le fece convergere all’imitazione delle principali<br />

virtù del Sacro Cuore: l’umiltà e la mansuetudine, inculcandone<br />

la devozione. Così, quest’umile Visitandina, amante del<br />

nascondimento, dell’annientamento e del disprezzo di sé, è<br />

divenuta, a sua insaputa, maestra e modello per la Chiesa universale,<br />

per l’avvento del Regno d’Amore del Sacro Cuore<br />

di Gesù. Ella visse per 19 anni nel Monastero di Paray-le-Monial,<br />

fino alla morte, avvenuta il 17 ottobre dell’anno 1690,<br />

a 43 anni.<br />

Katia Di Ruocco<br />

Il Beato Bartolo Longo,<br />

matita nelle mani di Dio<br />

Il Fondatore del Santuario e della città di<br />

Pompei fu strumento della Provvidenza,<br />

che volle ricolmare d’amore questa terra.<br />

Con questo numero, completiamo il profilo biografico del Beato<br />

Bartolo Longo, che abbiamo cominciato a pubblicare sul<br />

nostro numero di marzo. Eccone la quarta ed ultima parte.<br />

Per opera del Beato Bartolo Longo sorse una nuova<br />

città accanto all’antica Pompei, ch’era di “morta fede e<br />

di empietà trionfante”.<br />

Il Fondatore propose, come data per la posa della prima<br />

pietra dell’attuale Santuario, l’8 maggio, festa di S. Michele<br />

Arcangelo, ma l’inizio dell’edificazione tardò perché<br />

si faticava a trovare validi architetti. La Divina Provvidenza,<br />

però, aprì presto una strada: l’Architetto Antonio Cua, uomo<br />

di santa vita, si offrì per il progetto e lo diresse gratuitamente.<br />

La tela meravigliosa, restaurata, fu collocata nel nuovo<br />

erigendo Tempio. Il beato Bartolo Longo così la descrisse:<br />

“Da quel giorno cominciò nella fisionomia della celeste Regina<br />

a ravvisarsi una bellezza, una maestà, una dolcezza singolare,<br />

da far piegare il ginocchio e battere il cuore a quanti si accostavano,<br />

in questo Santuario, a quella ‘Vecchia tela’. Io sono<br />

convinto che con un visibile portento la Vergine abbia abbellito<br />

la Sua figura”.<br />

Oggi, Pompei, divenuta città, chiama ai piedi di Maria,<br />

ogni anno, specie nei mesi di maggio e ottobre e il 13 novembre,<br />

milioni di persone a pregare, a recitare il S. Rosario,<br />

divenendo, nello stesso tempo, centro di religione, di<br />

civiltà e di gloria.<br />

Quante mamme invocano l’aiuto di Maria per qualche<br />

figlio ammalato, drogato, lontano da Dio! O si rivolgono<br />

per telefono o per lettera, a chi può ridare loro la serenità con<br />

una parola di conforto, di speranza! Tanti pellegrini, oggi,<br />

riempiono i locali del Santuario, specie la domenica, accolti<br />

con grazia e competenza dalle nostre suore. Essi, dopo aver<br />

pregato e salutato la Vergine Maria, raggiungono le sale per<br />

acquistare qualche ricordino benedetto o si recano alla sala-offerte,<br />

definita “Salvadanaio della Provvidenza”, dove,<br />

secondo le possibilità di ciascuno, la carità diventa “gesto<br />

concreto”. Tutto il mondo corre a Pompei per offrire alla<br />

Vergine le proprie suppliche ardenti, ma anche l’obolo della<br />

gratitudine: da Malta, Madrid, Liverpool, Bruxelles, Vienna,<br />

dalla Svizzera, dall’Africa, dall’Australia. E citiamo solo<br />

L'interno della Basilica di Pompei nel 1930<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

22 23<br />

Anno 127 - N. 6 - 2011 [262] Anno 127 - N. 6 - 2011 [263]<br />

(4 a parte)<br />

■ di Concetta Fabbricatore<br />

alcune delle provenienze dei pellegrini.<br />

Le missioni della Madonna di Pompei sono frequenti in<br />

vari luoghi dell’Italia, ma anche negli Stati Uniti e in Australia.<br />

La Vergine del Rosario è accolta con tanta festa da tutti.<br />

Oggi, sotto l’incalzare dei tempi e di nuove norme legislative,<br />

le Opere sociali del Beato Fondatore sono state<br />

rivisitate e il Santuario, fedele allo spirito di Bartolo Longo,<br />

le ha riformulate in altri “progetti di carità e di accoglienza”<br />

per far fronte alle povertà emergenti. Sono attivi il “Movimento<br />

per la Vita e Centro di Aiuto alla Vita”, la “Casa Famiglia<br />

Giardino del Sorriso”, il “Centro di Ascolto Myriam”,<br />

la “Comunità Incontro” per il recupero di tossicodipendenti e<br />

alcolisti, il “Centro di accoglienza oratoriale semiresidenziale<br />

Bartolo Longo”, il “Polo Scolastico Bartolo Longo” e “Crescere<br />

Insieme”, la “Casa Albergo per anziane M. De Fusco”, il “Consultorio<br />

Familiare Diocesano di ispirazione cristiana S. Giuseppe<br />

Moscati”. Per quanto ci riguarda, noi, suore del Beato Bartolo<br />

Longo, nel piccolo, ogni giorno, poniamo i “sospiri universali”<br />

del mondo nel grande Cuore di Maria, con la speranza che Ella<br />

li guardi e li accetti maternamente.<br />

Anche nelle domeniche fredde, col vento e con la pioggia,<br />

c’è una folla che assedia il Santuario, e prega, curva e<br />

raccolta o incantata, come se realmente t’avesse dinanzi, oh<br />

Maria, nella casa di Nazareth. A Te basta questo luogo di famiglia,<br />

per ritrovarti quale sei, per riconoscerti “madre” nel<br />

volto, nei gesti, nella parola. È una sensazione che ognuno si<br />

porta dentro finché vive.<br />

(4 - fine)


Don Tonino Palmese<br />

Giovani, non deludete<br />

le nostre speranze<br />

Il XXV Meeting dei Giovani<br />

a Pompei è stato ancora una<br />

volta occasione di incontro<br />

fra i giovani e Gesù. Musica,<br />

spettacolo e ospiti d’eccezione<br />

è stato come sempre il mix vincente<br />

che ha solleticato l’entusiasmo<br />

dei numerosissimi ragazzi<br />

giunti da ogni parte d’Italia per<br />

vivere, con i loro beniamini,<br />

una giornata indimenticabile.<br />

“Radicati e fondati in Cristo,<br />

saldi nella Fede” (Col 2,7),<br />

messaggio di Papa Benedetto XVI<br />

per la prossima Giornata Mondiale<br />

della Gioventù, che si terrà a Madrid<br />

dal 16 al 21 agosto, è stato il tema<br />

Walter Nudo Tony Tammaro<br />

del Meeting 2011. Sono state, infatti,<br />

proprio le parole che San Paolo<br />

rivolge alla comunità dell’antica città<br />

di Colossi, il leitmotiv che ha guidato<br />

le riflessioni del 21 maggio.<br />

Ma protagonista indiscussa della<br />

prima parte della kermesse giovanile<br />

è stata la legalità. A conclusione del<br />

percorso affrontato durante l’intero<br />

anno scolastico, i ragazzi, durante la<br />

mattinata, hanno, infatti, partecipato<br />

al dibattito “Educare alla legalità:<br />

un gioco di squadra”, al quale hanno<br />

partecipato don Tonino Palmese, referente<br />

per la Campania dell’Associazione<br />

Libera, Alessandra Clemente e<br />

Bruno Vallefuoco, rispettivamente fi-<br />

glia e padre di vittime della camorra,<br />

Ignazio Gasperini, educatore presso<br />

il Penitenziario Minorile di Nisida, e<br />

Daniele, giovane ospite della struttura.<br />

"Le mafie ammettono, se i giovani<br />

stanno bene, noi siamo perdenti",<br />

ha urlato alla folla di giovani<br />

don Tonino Palmese. "L’indifferenza<br />

è la droga della mafia - ha poi<br />

aggiunto il referente di Libera - perciò<br />

non siate indifferenti, lottate!".<br />

Commozione e rabbia si sono<br />

mescolate alle parole di Alessandra<br />

Clemente e Bruno Vallefuoco. Alessandra<br />

ha perso la mamma Silvia 14<br />

anni fa, quando, due clan rivali che<br />

si stavano scontrando tra le strade di<br />

Napoli per la lotta al potere, hanno<br />

colpito Silvia per errore. Bruno ha<br />

perso suo figlio Alberto, 24 anni,<br />

semplicemente<br />

Mons. Liberati con il cantautore Amedeo Minghi.<br />

Sullo sfondo don Giovanni Russo, organizzatore del Meeting.<br />

perché nella sua pausa pranzo il<br />

giovane era andato a prendere un<br />

caffè con tre suoi colleghi nel “posto<br />

sbagliato”. I quattro ragazzi sono<br />

stati trucidati perché scambiati<br />

per affiliati ad un clan rivale.<br />

Tra queste tristi storie,<br />

una di<br />

riscatto, quella di Daniele, giovane<br />

ospite dell’Istituto Penitenziario Minorile<br />

di Nisida, che, accompagnato<br />

da un educatore, Ignazio Gasperini,<br />

ha parlato della sua voglia di riscatto<br />

da un futuro che, fino all’arrivo a<br />

Nisida, aveva solo due possibilità:<br />

la morte o il carcere a vita.<br />

A concludere la mattinata, il<br />

musical “È n’atu<br />

juorne”, della<br />

compagnia<br />

Nonsologiovani.<br />

Tanti i personaggi<br />

del mondo<br />

della politica, della<br />

musica e dello<br />

spettacolo che hanno<br />

offerto la loro testimonianza<br />

durante<br />

la seconda parte del<br />

Meeting.<br />

Salvatore Martinez,<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

24 25<br />

Anno 127 - N. 6 - 2011 [264] Anno 127 - N. 6 - 2011 [265]


Fra Pietro e i "Danzando Canteranno"<br />

Loredana Errore con Alfonso Benevento<br />

Presidente Nazionale del Rinnovamento<br />

nello Spirito, ha invitato<br />

i giovani a "non trattare la vita<br />

come un gioco, perché è in gioco il<br />

futuro". "La vita non è bella o brutta,<br />

la vita è originale - ha esclamato<br />

Martinez - e questa originalità gliela<br />

conferisce Cristo".<br />

Molti, dunque, i momenti dedicati<br />

alla riflessione, ma il Meeting è anche<br />

solidarietà e quest’anno ha riservato<br />

parte del ricavato per stanziare una<br />

Il corpo di ballo della Scuola di danza "Le Divine"<br />

borsa di studio a Ludovica, figlia del<br />

giovane Giuseppe Veropalumbo, morto<br />

nel 2007 a causa di un proiettile vagante<br />

esploso fuori della sua abitazione<br />

mentre festeggiava il Capodanno<br />

con i suoi familiari. A ritirare la borsa<br />

di studio, Carmela Sermino, mamma<br />

della piccola Ludovica. L’altra<br />

parte del ricavato sarà utilizzata per<br />

l’acquisto di attrezzature per il Penitenziario<br />

minorile di Nisida.<br />

Tra gli ospiti del pomeriggio, anche<br />

Diego Marmo, procuratore generale<br />

presso il tribunale di Torre<br />

Annunziata, Amleto Frosi, presidente<br />

dell’Alilacco Campania, e Giosuè Starita,<br />

Sindaco di Torre Annunziata.<br />

L’atmosfera si è, poi, fatta calda<br />

quando a salire sul palco è stato Luca<br />

Sepe, cantautore napoletano, speaker<br />

di Radio Kiss Kiss Napoli, che<br />

ha regalato ai ragazzi un piccolo concerto<br />

con i suoi brani più famosi e<br />

divertenti.<br />

Infine, la testimonianza di Walter<br />

Nudo che, dopo aver attraversato<br />

momenti difficili sia nel cammino<br />

di attore che nella vita privata, ha<br />

“alzato gli occhi al cielo e trovato<br />

Dio”.<br />

La terza parte del Meeting è sta-<br />

ta dedicata al beato Giovanni Paolo<br />

II. Uno spettacolo con protagonisti<br />

Amedeo Minghi, Loredana Errore e<br />

Tony Tammaro, che ha regalato alla<br />

platea del Meeting tantissime emozioni.<br />

"La musica è al di sopra di<br />

tutte le parti, la musica non guarda<br />

al colore della pelle - ha detto<br />

Minghi dopo aver eseguito il suo "Un<br />

uomo venuto da lontano" - spero davvero<br />

che i giovani possano capire<br />

che nel mondo la pace è possibile".<br />

Affettuoso, carico di energia e di<br />

spirito positivo è stato il saluto rivolto<br />

ai giovani dall’Arcivescovo di<br />

Pompei, Mons. Carlo Liberati, che<br />

ha spronato i ragazzi a “costruire un<br />

mondo diverso da quello che hanno<br />

trovato”. "Cercate e promuovete il bene<br />

- ha gridato con forza l’Arcivescovo<br />

-, seminatelo, non deludete le<br />

nostre speranze, voi che siete la nostra<br />

vita, il nostro futuro!".<br />

Poi ancora musica sul palco del<br />

Meeting fino a tarda sera. La manifestazione<br />

è stata presentata da Alfonso<br />

Benevento di Radio Punto Zero.<br />

Il Meeting è stato trasmesso in<br />

diretta streaming dal sito internet:<br />

www.santuario.it.<br />

Marida D'Amora<br />

L’Italia non è un Paese per giovani<br />

La parola “giovane” potrebbe, secondo alcuni studiosi, derivare dal<br />

verbo latino iuvare, che significa “essere d’aiuto, di sostegno, di giovamento”.<br />

E tale etimologia ben si addice a coloro che hanno tra i venti e i<br />

trent’anni, in quanto proprio a quell’età un ragazzo e una ragazza possiedono<br />

il meglio della forza fisica, il meglio della forza riproduttiva e il meglio<br />

della forza intellettiva. Potremmo dire che sono energia allo stato puro:<br />

ed è sicuramente un momento magico, quel decennio tra i 20 e i 30 anni,<br />

nella vita di uomo e di una donna che rende poi ragione del mito della giovinezza<br />

che oggi tanto spazio si è affermato nella nostra società.<br />

Ora proprio in virtù di questa tensione energetica che li pervade da<br />

cima a fondo, i giovani sono naturalmente portati a entrare in scena, a<br />

impegnarsi, a darsi da fare. Il dato più bello ed evidente è sicuramente il<br />

grande lavoro che essi svolgono soprattutto nel campo del volontariato,<br />

nelle attività educative (si pensi agli educatori e ai catechisti parrocchiali),<br />

nelle fila dei movimenti ambientalisti, nella costruzione e diffusione di una<br />

cultura della legalità e della pace e così via...<br />

Anzi, chiunque si trova a lavorare a contatto con i giovani sa pure quanto<br />

essi sono attratti dal desiderio naturale di mettere un po’ di ordine nel<br />

nostro mondo e quanto il loro cuore sia oltre misura sensibile alle mille<br />

ingiustizie, nazionali o planetarie, che ogni giorno vengono scoperte.<br />

Di fronte a tutto ciò, resta l’amarezza di dover constatare che il nostro<br />

Paese, aggredito dalla gerontocrazia, non riesca a far spazio a questa bella<br />

energia che vi è nei nostri giovani, con un duplice grave danno. Alla nazione<br />

intera, appunto, che diventa sempre più vecchia, più lenta e più restia<br />

al cambiamento; agli stessi giovani - vere cellule staminali dell’organismo<br />

società - i quali debbono di continuo assaporare il gusto di una società che<br />

sancisce la loro inutilità.<br />

A noi adulti, dunque, è richiesto, un sussulto di amore: meno amore<br />

per la giovinezza e più amore per i giovani, ricordandoci che il mondo non<br />

ci viene dato in eredità da chi ci ha preceduto, ma più in verità ci viene<br />

dato in prestito da chi viene dopo di noi.<br />

Armando Matteo<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

26 27<br />

Anno 127 - N. 6 - 2011 [266] Anno 127 - N. 6- 2011 [267]<br />

Luca Sepe


➥ Notizie dal Santuario ■ a cura di Marida D'Amora<br />

➥ Notizie dal Santuario<br />

Il Carnevale della Casa Albergo<br />

“Marianna De Fusco”<br />

Un Carnevale davvero entusiasmante<br />

quello delle ospiti della Casa<br />

Albergo “Marianna De Fusco” del<br />

Santuario. A renderlo così emozionante<br />

e divertente sono stati i giovani<br />

del Gruppo Scout di Sant’Antonio<br />

Abate che con palloncini colorati,<br />

scenette comiche, musica e divertenti<br />

coreografie hanno animato e allietato<br />

la festa del Carnevale delle simpatiche<br />

signore ospiti della struttura.<br />

Grazie alla creatività di Suor Ma-<br />

Lavori in mostra al Bartolo Longo<br />

Taglio del nastro, il 6 aprile scorso, per la XV edizione della Mostra<br />

Interscolastica organizzata dal Centro di Accoglienza Oratoriale<br />

semiresidenziale “Bartolo Longo” del Santuario di Pompei e<br />

realizzata dagli studenti delle scuole di ogni ordine e grado della<br />

città. In mostra centinaia di lavori: manufatti artistici, sculture, disegni,<br />

collage, lavori realizzati con la tecnica del decoupage e con<br />

materiali riciclati. Tantissimi i temi trattati, dall’emergenza rifiuti<br />

alla raccolta differenziata, dai 150 anni dell’Unità d’Italia alla storia<br />

della nascita di Pompei, dalle caricature di artisti famosi al Natale.<br />

Tutte opere dai notevoli contenuti tecnici e qualitativi, attraverso<br />

le quali i ragazzi hanno dato grande prova di impegno e sensibilità<br />

verso temi attuali e importanti per il nostro Paese e la nostra<br />

Regione.<br />

ria Vanna e Suor Maria Arcangela<br />

gli addobbi sono stati preparati in<br />

“Casa” rendendo il tutto ancora più<br />

divertente e coinvolgente. “I preparativi,<br />

e poi la festa, ci hanno fatto<br />

sentire protagoniste e ci hanno dato<br />

quella carica di vitalità che nella nostra<br />

età va pian piano affievolendosi”,<br />

hanno detto le ospiti della Casa<br />

Albergo, che di cuore ringraziano i<br />

giovani scout che hanno realizzato<br />

per loro questa festa straordinaria.<br />

Una Pasqua<br />

colorata d’azzurro<br />

Sono state le uova ufficiali<br />

della Società Sportiva Calcio<br />

Napoli a colorare d’azzurro<br />

la Pasqua dei “nostri” ragazzi.<br />

Il 13 e il 14 aprile, durante una<br />

festa organizzata per i piccoli<br />

ospiti delle comunità del Santuario<br />

da Fratel Filippo Rizzo,<br />

coordinatore delle attività del<br />

Centro di Accoglienza oratoriale<br />

semiresidenziale “Bartolo<br />

Longo”, da don Giovanni Russo,<br />

Delegato per la Pastorale<br />

Giovanile diocesana, e da Suor<br />

Maria Neve Cuomo, Responsabile<br />

del Centro Educativo “Beata<br />

Vergine del Rosario”, i ragazzi<br />

hanno porto i loro affettuosi auguri<br />

all’Arcivescovo, Mons. Carlo<br />

Liberati, e ricevuto in dono le<br />

uova del Calcio Napoli, donate<br />

dal Presidente, Aurelio De<br />

Laurentiis, dalla Crispo, locale<br />

azienda produttrice di confetti,<br />

e dall’Hotel Imperiale di Boscotrecase<br />

(Na).<br />

Un treno carico di speranza<br />

In marcia per la pace<br />

Sabato 14 maggio si è rinnovato l’appuntamento<br />

con la Marcia della Pace (nella foto),<br />

organizzata dal Centro di Accoglienza Oratoriale<br />

Semiresidenziale Bartolo Longo del<br />

Santuario.<br />

Lo slogan scelto per questa XVI edizione<br />

è stato “Se vuoi la pace difendi il creato”.<br />

Partendo da diversi punti della città, gli<br />

alunni delle scuole di ogni ordine e grado<br />

di Pompei e dei comuni limitrofi hanno<br />

marciato per le strade della città inneggiando<br />

alla pace e chiedendo più rispetto<br />

per l’ambiente. Al ritmo delle musiche dei<br />

numerosi complessi bandistici che hanno<br />

preso parte alla manifestazione, gli studenti<br />

si sono ritrovati presso l’Area Meeting<br />

del Santuario per fare festa insieme.<br />

Poi, di nuovo in marcia verso Piazza Bartolo<br />

Longo, dove si è svolta la tradizionale apposizione,<br />

da parte del Comando Provinciale<br />

dei Vigili del Fuoco di Napoli, della corona di<br />

rose rosse ai piedi della statua della Vergine<br />

che sovrasta la Facciata della Basilica.<br />

Anche quest’anno, l’Unitalsi Campana ha regalato ai<br />

bambini ospiti delle Opere di Carità del Santuario, un<br />

viaggio a Lourdes. Dal 3 al 9 aprile, i bambini del Centro<br />

Diurno “Crescere Insieme”, della Comunità a dimensione<br />

familiare “Giardino del Sorriso” e di “Casa Emanuel”<br />

hanno visitato la Basilica e la grotta della città francese,<br />

in cui la Madonna è apparsa a Bernadette.<br />

Un viaggio lungo più di 20 ore senza sentirsi stanchi, un<br />

susseguirsi di emozioni, il sentirsi uniti nella preghiera,<br />

la gioia di fare qualcosa per chi è meno fortunato, questo<br />

il vero miracolo di Lourdes. Accompagnati da Suor<br />

Maria Neve Cuomo, responsabile del Centro Educativo<br />

“Beata Vergine del Rosario”, da Suor Alessandra Adornato,<br />

responsabile della Casa “Giardino del Sorriso”, da<br />

una delle educatrici, Marika Apuzzo, e da Assunta Ferraro,<br />

cresciuta proprio nelle Opere del Santuario, i bambini<br />

hanno vissuto questa meravigliosa esperienza grazie alle<br />

quale, come ha raccontato Assunta: “siamo tornati carichi<br />

di speranza e di forza nell’affrontare le difficoltà<br />

della vita, desiderosi di mettere in pratica quella disponibilità<br />

carica di amore verso il prossimo che i volontari<br />

dell’Unitalsi hanno nei confronti dei diversamente abili<br />

che accompagnano”.<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

28 29<br />

Anno 127 - N. 6 - 2011 [268] Anno 127 - N. 6 - 2011 [269]


■ di Giosy Cento<br />

La speranza di<br />

ritrovare un padre<br />

Gli adolescenti non sono<br />

un mondo da giudicare,<br />

sono persone da amare:<br />

con le loro contraddizioni,<br />

con la loro bellezza, con le paure<br />

e gli entusiasmi, con gli errori e le<br />

ingenuità. Essi sono commessi dalla<br />

società e dalla famiglia nelle quali vivono<br />

e hanno gioie e sofferenze per<br />

le loro situazioni.<br />

Avete mai visto e letto una lettera<br />

così?: “Ciao a tutti. Papà sono stufo<br />

di essere preso in giro da te e dal<br />

tuo inseparabile amico alcool. Quando<br />

ti decidi a fare sul serio, mi chiami al<br />

cellulare. Non voglio fare più il papà al<br />

mio papà. Quindi, se vuoi fare da papà<br />

a tuo figlio e dargli dei buoni insegnamenti,<br />

smettila di bere, altrimenti prenderò<br />

insegnamenti negativi. Ora do a<br />

te la scelta: 'O me o l’alcool'. Non ti<br />

devi preoccupare per me, sto bene e al<br />

sicuro al 100%. Arrivederci a un’altra<br />

Desidero corrispondere con i giovani, le famiglie,<br />

i nonni, i sacerdoti, le suore, gli educatori ecc. ...<br />

per curare la pagina insieme.<br />

realtà. Mamma, stavolta ho fatto una<br />

cosa di testa mia, stai tranquillissima<br />

e serena. Vi voglio bene. Anche a te,<br />

papà, è proprio per questo che me ne<br />

sono andato. Alberto”. Così è sparito<br />

un ragazzo di 14 anni. Con un grido<br />

dentro: “Non tornerò più a casa,<br />

papà, finché tu non ritorni in te stesso<br />

e non torni a casa da papà”. Ho<br />

incontrato Alberto e siamo tornati<br />

a casa con il papà in lacrime e una<br />

mamma a pezzi.<br />

Troppi bambini e giovani aspettano<br />

papà che se n’è andato con<br />

un’altra persona. Hanno intuito che<br />

tra i genitori non c’era armonia, ma<br />

poi una notte hanno preso anche<br />

delle botte o hanno visto dare botte<br />

o di più e poi la notizia: papà se ne<br />

n’è andato o l’ho buttato fuori.<br />

Questa mia canzone nasce quasi<br />

totalmente da una lettera che un diciassettenne<br />

ha mandato al suo papà<br />

separato e che mi ha fatto leggere.<br />

Sono rimasto profondamente scosso<br />

e commosso. Per questo, ho scritto<br />

questa canzone e molti mi dicono<br />

“questa è la mia canzone” o “ogni sera<br />

la metto nello stereo in macchina<br />

altrimenti non tornerei a casa” o, ancora,<br />

“questa è la situazione dei miei<br />

figli”.<br />

È una provocazione forte: torna a<br />

casa papà, non hai diritto di stare là, di<br />

stare altrove. Casa tua, casa nostra,<br />

è questa dove mi avete concepito. È<br />

forte questo legame di un figlio alla<br />

stanza nuziale dove pensa che abiti<br />

l’amore che unisce e che fa nascere.<br />

E non può capire che quell’amore di<br />

carne e di sangue possa essere separato<br />

soltanto da una litigata, da un<br />

capriccio, da un sentimento, da una<br />

emozione, da una sbandata. I genitori,<br />

per i figli, sono un assoluto: sono<br />

tutto, sono come…Dio.<br />

La nostra casa, papà: le cose semplici<br />

che parlano di te e di noi. Ricordi<br />

il profumo del dopobarba? Io lo<br />

ricordo bene perché mi prendevi in<br />

braccio e ti baciavo e tu mi coccolavi<br />

pelle a pelle, immersi in quel profumo<br />

che a te piaceva tanto. E poi<br />

ci abbracciavamo in tre e tu baciavi<br />

mamma e me. Queste cose le ho scritte<br />

sulla carne: chi me le può cancellare?<br />

Non puoi papà, torna a casa. C’è<br />

ancora quella bici giù in garage per una<br />

passeggiata in tandem.<br />

Sei andato via di notte perché spe-<br />

ravi che io non me ne accorgessi e<br />

forse per farmi soffrire di meno. Ma<br />

si è fatto giorno troppo presto e la<br />

sera non ho più trovato le tue braccia<br />

forti. E conto le sere: una, due<br />

e poi… non so. Mi chiamavi sempre<br />

“amore”, e non mi basta mamma. È<br />

passato un po’ di tempo, sto crescendo<br />

e senza di te mi sento perduto.<br />

Ma tu non senti niente, non ti manco?<br />

Quale amore è più grande: quello<br />

che hai trovato ora o io che sono<br />

la tua vita? Dai, l’altra è una piccola<br />

parte della tua vita.<br />

Ti posso confidare un problema:<br />

non andrei mai a scuola e, quando ci<br />

vado, non combino niente. Mi dicono<br />

che sono un ragazzo disturbato.<br />

Vedi, ho un sogno: trovarmi all’uscita<br />

di scuola e incontrarti, sentire la<br />

tua mano sulla spalla. Quanta sicurezza<br />

mi daresti. Io sto male quando<br />

i miei amici parlano dei loro papà e<br />

mi dicono che sono andati a mangiare<br />

una pizza, a sciare o solo che hanno<br />

litigato di brutto (potessi almeno<br />

litigare con te, ma non ci sei!).<br />

Ora io sono grande. Potrei essere<br />

per te come un fratello. Ti potresti<br />

confidare su quello che stai vivendo,<br />

sull’amore, sulle solitudini, sui problemi<br />

economici. Io, papà, ti capirei. Penso<br />

che spesso anche tu stia male e<br />

mi dispiace.<br />

Ho deciso però che un giorno ti<br />

vengo a cercare e te lo dico in faccia:<br />

sei un vigliacco. Perché avete e hai<br />

preso decisioni anche per me e …<br />

contro di me? Voglio un confronto<br />

da uomini. Perché non telefoni mai?<br />

Perché mi dici solo che dai i soldi a<br />

mamma per me. Io lo so che il problema<br />

è tra voi due, ma ho una speranza<br />

e prego Dio tutte le sere: sì, potreste<br />

ricominciare, vi vedo ancora bene<br />

insieme. Butta lontano l’orgoglio e diamoci<br />

la mano da padre a figlio, da uomini<br />

veri. La tua famiglia siamo noi,<br />

non lo dimenticare mai. A casa nostra<br />

è sempre sera: ci manchi tu, papà, la<br />

luce vera. Torna a ridarmi, a ridarci,<br />

vita. Anche i sogni si realizzano. Io ci<br />

credo e ti aspetto.<br />

Torna a casa, papà<br />

Testo e musica<br />

di Giosy Cento<br />

Torna a casa, papà, non hai diritto di stare là.<br />

È questa casa tua, è questa casa nostra<br />

dove m’avete concepito.<br />

Torna a casa, papà, qui tutto parla di te e di noi:<br />

il profumo del dopobarba, i baci a mamma<br />

e la bici giù in garage.<br />

Sei andato via di notte dopo avermi preso a botte.<br />

Non lasciarmi per favore, m’hai chiamato sempre amore.<br />

Ora io sono cresciuto, senza te sono perduto.<br />

Lascia stare il nuovo amore che ti porti dentro il cuore.<br />

La tua famiglia siamo noi, non lo dimenticare mai.<br />

A casa nostra è sempre sera ci manchi tu, la luce vera.<br />

Torna a casa papà, io non riesco più ad andare a scuola,<br />

la mamma crede che sono un bambino.<br />

Vorrei sentire adesso la mano tua sulla mia spalla.<br />

Io sto male se i miei amici parlano ovunque che hanno un padre<br />

per litigare o da ignorare, ma che è presente nel loro cuore.<br />

Ma non ci pensi che hai un figlio che ora può essere tuo fratello<br />

che può capirti, ti puoi confidare,<br />

penso che spesso anche tu stai male.<br />

La tua famiglia siamo noi…<br />

Torna a casa papà io ti verrò a cercare per dirti con amore<br />

o con la rabbia di un figlio: sei soltanto un gran vigliacco.<br />

Perché non ti confronti mai e non telefoni,<br />

perché ce l’hai con mamma, ora lo so, ma forse può ricominciare.<br />

Con me non devi vergognarti ho tante cose ormai da dirti.<br />

Getta il tuo orgoglio più lontano papà, dai, stringimi la mano,<br />

dai, stringimi la mano. (3 volte)<br />

Don Giosy Cento<br />

P.zza Regina Margherita,12 - 01010 Ischia di Castro (VT)<br />

giosycento@libero.it<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

30 31<br />

Anno 127 - N. 6 - 2011 [270] Anno 127 - N. 6 - 2011 [271]


Mons. Ciro Cozzolino dona il calice<br />

della sua prima Messa alla Madonna<br />

Tenendo fede ad una promessa e ad un desiderio maturato da tempo, il 2<br />

febbraio scorso, Mons. Ciro Cozzolino ha donato alla Madonna di Pompei<br />

il calice della sua prima Messa, affidandolo nelle mani dell'Arcivescovo<br />

Mons. Carlo Liberati. Un doveroso e sentito ringraziamento, come ha precisato<br />

lo stesso don Ciro: ”per testimoniare la gratitudine alla Beata Vergine di Pompei,<br />

per i tanti doni ricevuti in tutta la mia vita trascorsa all’ombra del suo Santuario”. Il<br />

calice, che all’epoca fu donato al sacerdote dai coniugi americani Pasquale e Carolina<br />

De Angelis, celava in realtà, ben altro segreto, di cui il giovane sacerdote<br />

venne a conoscenza soltanto alla fine del suo cammino seminariale: i coniugi<br />

non solo gli avevano donato il suo primo calice, ma, con la loro beneficenza lo<br />

avevano mantenuto agli studi in tutti quegli anni. Dopo qualche tempo don<br />

Ciro volle ringraziare personalmente la coppia benefattrice, recandosi in visita<br />

negli Stati Uniti. Accolto nell’agosto del 1946 presso l’Istituto Bartolo Longo, ne<br />

uscì nel 1953, per entrare nel Seminario di Pompei. Successivamente passò in<br />

quello di Salerno, per completare gli studi di liceo e di teologia. Nel 1965 venne<br />

ordinato sacerdote da S.E. Mons. Aurelio Signora e nell’anno successivo, il suo<br />

Arcivescovo gli diede l’incarico di vice parroco, ruolo che ricoprì fino al 1970. Il<br />

21 settembre dello stesso anno diventò vice-rettore del seminario fino al 1975,<br />

anno della sua nomina a rettore. Lasciò questo incarico nel dicembre del 1982,<br />

per divenire parroco dell’arcipretura del SS. Salvatore di Pompei. Il 18 maggio<br />

del 1998, gli venne conferito, per concessione speciale della Santa Sede, il titolo<br />

onorifico di Cappellano di Sua Santità, a coronamento di una vita interamente<br />

dedicata a Dio e alla Madonna di Pompei.<br />

Invochiamo su di lui la materna benedizione di Maria nel suo impegno a servizio<br />

del Santuario. Il Beato Bartolo Longo che egli ama più di un padre, gli<br />

ottenga la splendida gioia di un lungo ed entusiasmante servizio sacerdotale.<br />

Salvatore Casciello<br />

Una raccolta poetica<br />

per Papa Wojtyla<br />

“N egli occhi di un giorno”<br />

(Loffredo Editore)<br />

è il titolo dell’ultima opera in<br />

versi di Ciro Ridolfini, attore<br />

e poeta napoletano, da sempre<br />

cantore degli ultimi.<br />

Il testo, suddiviso in tre canti, è<br />

un atto d’amore per Giovanni<br />

Paolo II, il Papa che fu drammaturgo<br />

e poeta e che il 4<br />

aprile del 1999, Pasqua di Risurrezione,<br />

si rivolse così agli<br />

artisti: “A ciascuno vorrei ricordare<br />

che l’alleanza stretta da<br />

sempre tra Vangelo e arte, al<br />

di là delle esigenze funzionali,<br />

implica l’invito a penetrare con<br />

intuizione creativa nel mistero del<br />

Dio incarnato e, al contempo,<br />

nel mistero dell’uomo”.<br />

Karol Wojtyla abbatté ogni divisione<br />

che lo separava dagli uomini<br />

e le donne del suo tempo.<br />

Parlò alla vita di ognuno con<br />

la stessa intimità e familiarità<br />

che ha un padre con i suoi figli.<br />

Ridolfini, nel suo fiume in<br />

piena di versi brevi, ci racconta<br />

del suo personale e continuo dialogo<br />

con le parole, i gesti, gli<br />

sguardi, i silenzi di Giovanni<br />

Paolo II.<br />

Rispetto allo smarrimento del<br />

mondo, fatto di divisione, odio,<br />

prevaricazione, il grande Papa<br />

gli ha insegnato ad avere fede, a<br />

sperare.<br />

Scrive Ridolfini nel canto III:<br />

“Noi abbiamo bisogno / di tenerezza<br />

/ parlaci ancora / noi benedici<br />

/ nell’orientarci / con una<br />

carezza / alla Divina Misericordia”.<br />

Giuseppe Pecorelli<br />

Per informazioni:<br />

SEGRETERIA GENERALE<br />

Piazza Bartolo Longo, 1<br />

80045 POMPEI (NA)<br />

Tel. (+39) 081 8577321<br />

www.santuario.it<br />

Via Lucis per la Famiglia di Sabino Palumbieri – Questo piccolo, ma prezioso<br />

sussidio ha come obiettivo la promozione, nei coniugi cristiani, di un itinerario di<br />

spiritualità pasquale, facendo loro assaporare la bellezza dell’esperienza sponsale e<br />

familiare. Il volume propone un formulario della Via Lucis frutto della collaborazione<br />

di coppie più o meno giovani del Movimento Testimoni del Risorto, di cui tra<br />

l’altro è fondatore proprio l’autore, professore di Antropologia e Filosofia all’Università<br />

Pontificia Salesiana di Roma.<br />

Sabino Palumbieri, Via Lucis per la Famiglia,<br />

Edizioni Santuario di Pompei,<br />

pp.80, € 3,00<br />

In cammino con Maria e Bartolo Longo. Vademecum del Pellegrino a Pompei<br />

– Nuova versione del sussidio la cui prima edizione fu voluta da Bartolo Longo<br />

nel lontano 1895. Il pellegrinaggio al Santuario di Pompei è presentato e accompagnato<br />

in tutte le sue fasi: dalla partenza dal proprio luogo di origine, all’arrivo<br />

nella città mariana; dall’accoglienza dei pellegrini nell’area interna del Santuario,<br />

alle varie celebrazioni qui proposte; dalla preghiera di ritorno alle proprie abitazioni,<br />

alla continuazione della personale esperienza spirituale propria del Santuario<br />

pompeiano. Nelle varie sezioni, oltre a validi consigli per arricchire il proprio pellegrinaggio,<br />

sono presenti anche una pratica guida alla visita della città, gli orari<br />

delle celebrazioni, i testi delle preghiere e varie informazioni utili ai pellegrini.<br />

In cammino con Maria e Bartolo Longo, Edizioni Santuario di Pompei,<br />

pp.408, € 5,00<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

32 33<br />

Anno 127 - N. 6 - 2011 [272] Anno 127 - N. 6 - 2011 [273]


Di Beatrice Immediata,<br />

dopo il suo pezzo forte, la<br />

sua opera prima [“Dicci<br />

chi sei. Riflessioni sulla figura<br />

del Cristo e dintorni”; Edizioni<br />

Paoline; 2001]; e più recentemente<br />

dopo la pubblicazione della vita<br />

e l’opera di S. Giuseppe Moscati<br />

[“Giuseppe Moscati. Un uomo,<br />

un medico, un santo”; Edizioni<br />

Paoline; 2009, di cui quest’anno<br />

si è esaurita la terza ristampa]<br />

aspettavamo di leggere la vita<br />

della coppia di sposi Marianna e<br />

Bartolo Longo, artefici della diffusione<br />

del Rosario che si irradia<br />

da Pompei, e fondatori, essi stessi,<br />

del celeberrimo Santuario mariano<br />

e dell’annessa opera caritativa.<br />

Puntuale, il libro [“Marianna e<br />

Bartolo Longo. Pompei e le opere<br />

pompeiane”; Paoline, 2011] fresco<br />

di stampa, è arrivato in libreria,<br />

nella collana “Uomini e donne”.<br />

Di santi, anche grandi, ne sono<br />

nati in ogni secolo della Cristianità.<br />

Ma “il ruolo dei laici nella<br />

Chiesa” come definizione apostolica<br />

è un frutto maturato col<br />

Concilio Vaticano II.<br />

In quest’opera agiografica l’Autrice<br />

si è proposta di rivisitare la<br />

santità di un laicato maturo “ante<br />

litteram” come si dice; mostrando<br />

come, anche tra difficoltà e<br />

contrasti, la vocazione alla santità<br />

si faccia strada nella coscienza<br />

attraverso quei miracoli (cose<br />

meravigliose) che solo chi è in<br />

atteggiamento di profonda fede<br />

sa riconoscere nell’esperienza<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

34 35<br />

Anno 127 - N. 6 - 2011 [274]<br />

personale, storica ed esistenziale.<br />

Sono le persone che della loro vita<br />

fanno un dono: alla volontà di Dio<br />

e ai bisogni dei fratelli. Quindi:<br />

fedeltà alla vocazione personale,<br />

spirito di preghiera e carità. Verso<br />

la Chiesa e verso l’umanità che<br />

soffre.<br />

Una lezione di ascesi e nello<br />

stesso tempo una testimonianza di<br />

amore.<br />

Il libro presenta delle storie<br />

personali che, nel contesto di una<br />

provincia e di un’epoca, si incontrano,<br />

si incrociano, si legano, e<br />

si intrecciano, impegnandosi sul<br />

senso da dare alla vita spirituale.<br />

Così facendo si aprono alla carità<br />

e al bene del prossimo.<br />

Chi le racconta, per sua formazione,<br />

è particolarmente attenta alla<br />

BEATRICE IMMEDIATA<br />

“Marianna e Bartolo Longo.<br />

Pompei e le opere pompeiane”<br />

Edizioni Paoline [2011]<br />

Pagg. 206 (Prezzo: € 15,50)<br />

presenza femminile conoscendone<br />

la condizione. Presenza che tante<br />

altre volte si è voluta lasciare<br />

nell’ombra, specialmente quando<br />

le donne si trovano ad agire al<br />

fianco degli uomini o entrano in<br />

una vicenda narrata poi da uomini.<br />

Questa volta, grazie a Dio, è una<br />

donna a presentarci fatti e personaggi,<br />

con una sensibilità in grado<br />

di coglierne le sfumature ideali e<br />

sentimentali, compresi i tormenti<br />

dello spirito. Così, anche in<br />

situazioni delicate o problematiche,<br />

causa proprio i temperamenti<br />

umani e la loro componente psicologica,<br />

lo splendore della “virtù<br />

muliebre” (Strano ossimoro che la<br />

storia della lingua in parallelo con<br />

la storia degli uomini ci costringe<br />

ad usare! Laddove la “virtus” sul<br />

piano nominale mostrerebbe di<br />

essere propriamente appannaggio<br />

del “vir”: l’uomo, il marito) si<br />

riflette e illumina anche lo sposo<br />

che l’accompagna. Un po’ è anche<br />

questa la tesi del libro.<br />

Il 28 aprile alla presenza dell’Autrice<br />

l’opera è stata presentata<br />

a Battipaglia, a cura della<br />

F.I.D.A.P.A. (Organizzazione<br />

culturale femminile).<br />

Nei programmi della Casa Editrice,<br />

le Librerie S. Paolo, seguiranno<br />

altre presentazioni a Salerno,<br />

Napoli e Milano.<br />

Mentre a Pompei ci sarà una manifestazione<br />

pubblica organizzata<br />

dal Santuario della Beata Vergine<br />

del Rosario.<br />

Luigi Casale<br />

è<br />

Pregare importante<br />

di Tonino Lasconi*<br />

Nonni moderni evviva evviva<br />

Carissimo don Tonino, sono una nonna che legge volentieri la tua corrispondenza<br />

con i ragazzi. Non mi ha soddisfatto la risposta che desti in Quaresima<br />

al mio nipotino che ti chiedeva se doveva fare i fioretti come gli<br />

suggerivo io, o no, come invece gli diceva la sua catechista. Ci rimasi male,<br />

perché mi sentii squalificata, e oggi sono mortificata perché intuisco che<br />

il mio nipotino mi ritiene di idee antiquate e quindi da mettere da parte.<br />

Comunque, da nonna vecchia e brontolona resto della mia opinione e cioè:<br />

che sì, ci laviamo tutti i giorni (ci mancherebbe…), però in circostanze particolari<br />

(un compleanno, la festa di un amico…) ci curiamo di più. Perché,<br />

allora, non dovrò darmi da fare nel preparare un regalo per ricambiare il<br />

Dono grande del Signore? Scusami e tanti saluti di vero cuore.<br />

Nonna Maria<br />

Carissima nonna Maria, una volta o due<br />

all’anno, la redazione, attentissima a non<br />

far rubare spazio ai ragazzi, mi concede<br />

la possibilità di rispondere agli adulti<br />

- non pochi! - che vorrebbero inserirsi<br />

nel dialogo tra me e i lettori. Ne approfitto<br />

per rispondere a te «vecchia e<br />

brontolona», ma anche furbacchiona. La<br />

nonna del bambino che mi scrisse non si<br />

chiamava Maria…Non però per tornare<br />

sui fioretti. Questa storia ha provocato<br />

Buon Compleanno<br />

Italia<br />

Wilma Peruzzi<br />

tante reazioni di adulti sdegnati per…<br />

non aver letto bene la mia risposta, che<br />

voleva dire esattamente ciò che dici tu:<br />

attenzione a non lavarci soltanto in situazioni<br />

particolari, come un uso poco<br />

accorto dei fioretti potrebbe inoculare.<br />

Allora perché ti rispondo? Tu mi dai<br />

l’occasione per un omaggio ai nonni e<br />

alle nonne, così importanti, oggi, per i nipotini.<br />

È bellissimo vedere nonne e nonni<br />

(fino a non molti anni fa sarebbe stato<br />

* Sacerdote, educatore e scrittore<br />

impensabile!) che spingono carrozzelle,<br />

che giocano con i nipotini, che li accompagnano<br />

a scuola o al catechismo. Praticamente<br />

i bambini crescono con loro.<br />

È una fatica fisica notevole che nonni e<br />

nonne accettano volentieri, ma che non<br />

deve far dimenticare quella psicologica e<br />

morale. I sessantenni e i settantenni – e<br />

anche più in su! – hanno a che fare con<br />

bambini diversissimi da quando lo erano<br />

loro, da preparare comunque non<br />

al passato, ma al presente e al futuro.<br />

Questo impone ai nonni di imparare un<br />

sacco di cose nuove a livello di tecnologia,<br />

di linguaggio, di mentalità…Questa<br />

fatica le nonne e i nonni la fanno. E molto<br />

bene! Perciò mi pare giusto che anche<br />

da questa rubrica almeno una volta<br />

si possa dire: W I NONNI!<br />

Buon compleanno Italia<br />

L’associazione onlus “Mondo Nuovo” di Civitavecchia (Roma) ha lanciato il progetto<br />

“Buon compleanno Italia”, che, guidato dalla dottoressa Wilma Peruzzi,<br />

intende celebrare il centocinquantesimo dell’Unità del nostro Paese. L’idea, molto<br />

semplice, è stata quella di pubblicare un volume dedicato alle singole regioni<br />

italiane, fornendone un identikit culturale, costituito da citazioni, uomini illustri,<br />

proverbi, tradizioni, feste e prodotti tipici. Il testo è accompagnato da un dvd,<br />

in cui si presenta ogni regione nella propria specificità naturalistica e artistica.<br />

L’obiettivo da realizzare è raggiungere i nostri connazionali, anche di seconda o<br />

terza generazione, in ogni parte del mondo, perché possano sentirsi ancora legati<br />

alla loro terra d’origine.<br />

Per chi volesse saperne di più è possibile visitare il sito:<br />

www.italiabuoncompleanno.it, da cui si può prenotare il testo e il dvd. Per l’importante<br />

anniversario del 17 marzo, fu Papa Benedetto XVI a rilevare “l’apporto<br />

di pensiero e talora di azione dei cattolici alla formazione dello Stato unitario”.<br />

Anno 127 - N. 6 - 2011 [275]


In cammino con la Madonna Pellegrina<br />

■ a cura di Andrea Fontanella<br />

Il significato della Missione Mariana negli Stati Uniti<br />

Nella primavera del 2010, l'Arcivescovo-Prelato<br />

di Pompei,<br />

Mons. Carlo Liberati, mi ha<br />

chiesto di fare da coordinatore nell’organizzazione<br />

del viaggio che avrebbe<br />

portato l’Immagine della Madonna di<br />

Pompei fino alla costa orientale degli<br />

Stati Uniti.<br />

Con l’aiuto di Dio, questo programma<br />

diventerà realtà nel giugno 2011,<br />

con l’arrivo dell’icona in America. Sarà<br />

accompagnata da una delegazione,<br />

guidata dall’Arcivescovo, di diversi<br />

sacerdoti diocesani della Basilica Pontificia<br />

della Madonna di Pompei in Italia.<br />

Nel corso di questi ultimi mesi,<br />

abbiamo preparato la Missione e gli<br />

orari degli arrivi e delle partenze da<br />

una diocesi all’altra: nella vasta area<br />

di New York, a Philadelphia, nel Connecticut<br />

e nella Basilica del Santuario<br />

Nazionale dell’Immacolata Concezione<br />

di Washington, DC.<br />

Molte volte mi è stato chiesto qual<br />

è il significato della visita dell’Immagine<br />

della Madonna di Pompei negli<br />

Stati Uniti. Io rispondo sempre che<br />

essa ha un duplice significato.<br />

In primo luogo, quella di Pompei<br />

è una storia di conversione. Siamo<br />

tutti bisognosi di conversione,<br />

Da destra, don Andrea Fontanella,<br />

delegato per la Missione Mariana del Rosario,<br />

don Matthew R. Mauriello, Mons. Joseph Ambrosio,<br />

don Giuseppe Ruggiero e Domenico Romano.<br />

36 Anno 127 - N. 6 - 2011 [276]<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

non solo durante il tempo forte della<br />

Quaresima, ma ogni giorno siamo chiamati<br />

a “evitare il male e fare il bene”<br />

(cf. 1 Pt 3,11).<br />

La vita del Beato Bartolo Longo<br />

(1841-1926) è la dimostrazione<br />

della misericordia del Signore che si<br />

china su un peccatore perduto. Gesù<br />

ci dice: “Non sono i sani che hanno<br />

bisogno del medico, ma i malati. Andate<br />

dunque e imparate che cosa significhi,<br />

Misericordia io voglio e non<br />

sacrificio. Infatti non sono venuto<br />

a chiamare i giusti, ma i peccatori”<br />

(Mt 9,12-13). Sebbene fosse cresciuto<br />

in una famiglia profondamente cattolica,<br />

abbandonò la sua fede e fu finanche<br />

ordinato sacerdote di Satana.<br />

Ma la misericordia del Signore e<br />

il tenero amore della Santa Madre del<br />

Cielo toccarono il suo cuore. Non solo<br />

si convertì, ma lavorò con zelo per promuovere<br />

la devozione al Rosario.<br />

Quando si tormentava che avrebbe<br />

perso la sua anima, Maria parlò al<br />

suo cuore, facendogli sentire questa<br />

ispirazione: “Se diffonderai il mio<br />

Rosario, sarai salvo!”.<br />

Quando la sua vita terrena si avvicinava<br />

alla fine, disse: "Il mio unico<br />

desiderio è quello di vedere Maria,<br />

che mi ha salvato e mi salverà<br />

dalle grinfie di Satana".<br />

Bartolo Longo fu beatificato da Papa<br />

Giovanni Paolo II, ora beato, il 26<br />

ottobre 1980. Il Papa lo definì “l’Apostolo<br />

del Rosario” e scrisse che la sua<br />

beatificazione è un trionfo della misericordia<br />

di Dio e della potenza del Rosario<br />

nell’istruire i cuori di tutti nella<br />

verità del messaggio del Vangelo.<br />

Il secondo significato della Missione<br />

Mariana negli Stati Uniti è quello<br />

di aiutarci a ri-orientare il nostro<br />

sguardo verso Maria, la nostra celeste<br />

Madre, e verso il Figlio, nostro Signore<br />

e Salvatore Gesù Cristo. Maria disse<br />

queste parole a sua cugina Elisabetta nel<br />

Magnificat, “L’anima mia magnifica il<br />

Signore... perché ha guardato l’umiltà<br />

della sua serva. D’ora in poi tutte le<br />

generazio-ni mi chiameranno beata...<br />

ha rove-sciato i potenti dai troni, ha<br />

innalza-to gli umili” (Lc 1,46.48-52).<br />

La storia dell’arrivo dell’immagine di<br />

Maria a Pompei è davvero la dimostrazione<br />

di tutto ciò.<br />

Dopo la sua conversione, il beato<br />

Bartolo Longo cominciò a restaurare<br />

la chiesa fatiscente nel mese di ottobre<br />

1873, e sponsorizzò una festa<br />

annuale in onore della Madonna del<br />

Rosario. Nel 1875, ottenne un dipinto<br />

logoro della Madonna del Rosario<br />

da un convento di Napoli e raccolse<br />

fondi per far restaurare l’immagine ed<br />

esporla in chiesa.<br />

L’unico modo per trasportare l'immagine<br />

fino a Pompei fu caricarla su<br />

un carro carico di letame: un modo<br />

molto umile di arrivare per la Regina<br />

del Cielo. Presto cominciarono i<br />

miracoli di guarigione e tanta gente<br />

accorreva presso la chiesa a Pompei.<br />

Il Vescovo di Nola incoraggiò Bartolo<br />

Longo a costruire una chiesa più<br />

grande che fu consacrata nel 1891.<br />

Essa fu ampliata nel 1939, ed è conosciuta<br />

oggi come la Basilica Pontificia<br />

della Beata Vergine del Santissimo<br />

Rosario di Pompei.<br />

L’icona ha un’importanza speciale<br />

proprio per gli Stati Uniti, terra di immigrati.<br />

Coloro che avevano lasciato<br />

la loro Patria per iniziare una nuova<br />

vita in America, portarono con loro<br />

l’amore e la devozione verso di Lei.<br />

È possibile sostenere la Missione in America inviando offerte sul Conto BancoPosta intestato a:<br />

Pontificio Santuario della Beata Maria Vergine del Rosario - IBAN: IT50 A076 0103 4000 0006 1288 270<br />

Per inviare offerte dall'estero: IT50 A076 0103 4000 0006 1288 270<br />

Codice BIC/SWIFT: BPPIITRRXXX NAZ IT CHECK 50 CIN A ABI 07601 AB 03400<br />

L<br />

’Icona della Madonna del Santo<br />

Rosario di Pompei tornerà in Australia<br />

visitando le città di Adelaide, di<br />

Melbourne e di Sydney.<br />

Nel prossimo mese di Novembre,<br />

la Delegazione della Missione<br />

Mariana del Rosario, guidata da don<br />

Andrea Fontanella e composta da<br />

don Giuseppe Ruggiero responsabile<br />

dell’edizione inglese della rivista<br />

RNP, da Domenico Romano, Segretario<br />

della Missione, e da altri sacerdoti,<br />

partirà prima per Adelaide, poi<br />

per Melbourne ed infine per Sydney,<br />

dove in Cattedrale si concluderà il<br />

tour della Madonna di Pompei.<br />

Ad accogliere la Delegazione ci<br />

saranno Domenico Moio e Felice Montrone,<br />

promotori della precedente<br />

Missione a Sydney, assieme al Comitato<br />

di Adelaide e di Melbourne e a<br />

tutti i nostri connazionali che hanno<br />

desiderato fortemente che l’Icona pellegrina<br />

della Madonna del Rosario di<br />

Pompei ritornasse in Australia.<br />

Già dopo il ritorno del Delegato<br />

e del Segretario dell’Ufficio della<br />

Missione, sono cominciati i preparativi.<br />

La notizia, già annunciata in tutta<br />

l’Australia attraverso Rete Italia e dal<br />

quotidiano “La Fiamma”, ha risvegliato<br />

i cuori e l’entusiasmo di tanti che<br />

in tempi remoti hanno lasciato l’Italia<br />

alla ricerca di un lavoro e di fortuna.<br />

Si prospetta un grande evento di<br />

fede, nel quale si desidera diffondere<br />

ed irradiare la spiritualità del S. Rosario.<br />

La venerata Icona sosterà prima<br />

Nel 1892, ancora vivente Bartolo<br />

Longo, nella vasta area di New York,<br />

fu costruita la prima delle molte chiese<br />

dedicate alla Madonna di Pompei in<br />

America. Ella è la Madre degli im-<br />

migrati e di tutti noi e con amore ci<br />

guida nel nostro pellegrinaggio terreno<br />

e ci conduce al Figlio, che è la<br />

Via, la Verità e la Vita.<br />

P. Matthew R. Mauriello<br />

E a novembre la Missione<br />

partirà per l’Australia<br />

ad Adelaide, nella Parrocchia di S.<br />

Francesco d’Assisi, poi a Melbourne,<br />

nella Parrocchia di S. Antonio, in seguito<br />

a Sydney, nella Cattedrale di<br />

St. Mary.<br />

Le comunità accoglienti prepareranno<br />

la Missione Mariana attraverso<br />

una serie d’incontri di meditazione<br />

e preghiera. A tutti i partecipanti ad<br />

ogni S. Messa di chiusura missione<br />

sarà data la possibilità di baciare la<br />

venerata Icona della Madonna del<br />

Rosario, proprio come avviene il 13<br />

novembre di ogni anno a Pompei.<br />

Sidney. La Cattedrale di St. Mary.<br />

Nei giorni di permanenza, l’equipe<br />

dei missionari, visiterà le comunità<br />

italiane presenti ad Adelaide, Melbourne<br />

e Sydney.<br />

L’Ufficio della Missione Mariana<br />

e il Santuario ringraziano di cuore quanti<br />

hanno voluto fortemente e permesso<br />

questo Tour in Terra Australiana:<br />

il comitato centrale e i vari comitati di<br />

accoglienza, i Club, gli organi di stampa<br />

locale che ne hanno parlato e ne<br />

parleranno.<br />

Ufficio Missione<br />

Mariana del Rosario<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

Anno 127 - N. 6 - 2011 [277]<br />

37


Tra i tanti pellegrini del Rosario<br />

a cura di Marida D'Amora<br />

1. Al termine della pratica dei Venti<br />

Sabati del Santo Rosario, i fedeli della<br />

parrocchia “Sacro Cuore di Gesù”<br />

di Mola di Bari sono venuti in visita nella<br />

città mariana il 3 maggio scorso. Guidati<br />

dal parroco, don Franco Fanizza, i<br />

fedeli molesi tornano in pellegrinaggio<br />

a Pompei ogni anno per ringraziare la<br />

Madonna e affidarsi a Lei.<br />

2. Il 6 maggio, hanno pregato nel nostro<br />

Santuario tredici pellegrini degli<br />

Stati di Bahia e del Sergipe in Brasile.<br />

Guidati da don Roberto Silva e da<br />

padre Jose Carlos Lima, Provinciale<br />

della comunità religiosa dei Vocazionisti,<br />

provenivano da quattro parrocchie:<br />

Nostra Signora da Conceição e S.<br />

Caetano di Salvador de Bahia, Nostra<br />

Signora Apparecida di Victoria da Conquista<br />

e Nostra Signora da Boa Hora<br />

di Campo do Brito. Il 7 maggio, hanno<br />

partecipato alla cerimonia di beatificazione<br />

di don Giustino Russolillo a Pianura<br />

di Napoli.<br />

3. Anche quest’anno, la Parrocchia dell’Immacolata,<br />

nel quartiere Tiburtino a<br />

Roma, è venuta pellegrina a Pompei<br />

per venerare la Beata Vergine del Ro-<br />

1<br />

2<br />

3<br />

sario. A guidare il gruppo numeroso,<br />

accolto nella città mariana giovedì 12<br />

maggio, Domenico Cassano e Rita<br />

Spirito.<br />

4. “Camminiamo con gioia incontro<br />

al Signore”. Questo il tema scelto<br />

per il pellegrinaggio a piedi da Napoli<br />

a Pompei che si è tenuto sabato 29<br />

maggio, promosso dall’Azione Cattolica<br />

di Napoli. L’appuntamento è<br />

stato fissato alle 12.30, presso la Basilica<br />

del Carmine Maggiore a Napoli.<br />

Dopo una breve liturgia iniziale, i<br />

fedeli si sono messi in cammino verso<br />

la città mariana, toccando i centri<br />

della zona vesuviana. In 40 mila hanno<br />

affrontato i 30 km che li separavano<br />

dal Santuario della Madonna di<br />

Pompei, alla quale ogni anno, a chiusura<br />

del mese mariano, esprimono la<br />

propria fede e la propria gratitudine.<br />

Tra i fedeli che hanno marciato verso<br />

Pompei, c’erano anche i familiari<br />

di chi sta lottando per non perdere<br />

il proprio lavoro, come gli operai<br />

della Fincantieri. Proprio a loro si è<br />

rivolto il Cardinale Crescenzio Sepe<br />

(nella foto) che li ha accolti al loro<br />

arrivo in Area Meeting: "Con Maria<br />

costruiamo la speranza per le nostre<br />

città, invocate Maria affinché vi accompagni<br />

e vi incoraggi nel cammino<br />

quotidiano, per contribuire a costruire<br />

città più giuste e solidali". "A Maronna<br />

c’accumpagna" li ha, poi, incoraggiati<br />

Sepe. "La voglia di ripresa e rinascita<br />

è tanta perché la Chiesa non si rassegnerà<br />

mai a considerare Napoli, e le<br />

città napoletane, una storia finita male".<br />

"La speranza - ha aggiunto il cardinale<br />

- ha oggi bisogno di invadere, di<br />

contaminare a fondo ogni palmo della<br />

nostra città. E alla sua luce dovrà alimentarsi<br />

la fiaccola di un percorso verso<br />

un autentico riscatto morale, culturale<br />

e civile, di cui la città ha un disperato<br />

bisogno".<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

38 39<br />

Anno 127 - N. 6 - 2011 [278] Anno 127 - N. 6 - 2011 [279]<br />

4


La Mensa per i poveri,<br />

dove opera la Provvidenza<br />

Ogni sabato, a Pompei, nel vecchio ospizio di<br />

via Sacra, il Sovrano Ordine Militare dei Cavalieri<br />

di Malta e il Santuario della Beata Vergine<br />

danno da mangiare ad oltre 150 fratelli, che<br />

vivono situazioni di disagio economico.<br />

Il 23 aprile, nel giorno di Sabato Santo, la Mensa dei Poveri ha organizzato<br />

il tradizionale pranzo pasquale. Nell'occasione, l'Arcivescovo, Mons. Carlo<br />

Liberati, ha voluto condividere la mensa con i più bisognosi.<br />

Alla luce dello spirito di carità<br />

cristiana che ne ha costantemente<br />

orientato il percorso e<br />

ispirato la storia, il Sovrano Ordine Militare<br />

dei Cavalieri di Malta e il Santuario<br />

della Beata Vergine di Pompei<br />

hanno organizzato unitamente, da oltre<br />

un anno, una Mensa per i Poveri.<br />

Tale iniziativa, voluta e coordinata<br />

dalla Dr. Steardo, Dama dell’Ordine<br />

Melitense, e dal Santuario Mariano, si<br />

tiene ogni sabato nelle strutture del<br />

vecchio ospizio di via Sacra a Pompei.<br />

Proprio dove, alla fine dell’Ottocento,<br />

il Beato Bartolo Longo diede<br />

accoglienza ai reietti del tempo, rappresentati<br />

dai figli dei carcerati.<br />

In una continuità ideale essa accoglie<br />

indigenti di ogni età, ma soprattutto<br />

giovani ed extracomunitari,<br />

espressioni di vecchie e nuove<br />

povertà provenienti da ogni parte<br />

della provincia napoletana. Il loro numero<br />

(oltre 150) è in costante aumento:<br />

s’è più che quintuplicato negli<br />

ultimi mesi, ma così come il loro<br />

numero si accresce, parimenti aumenta<br />

il numero dei volontari che, con i<br />

loro sforzi, rendono possibile l’attività<br />

della mensa. Quando si dice la Divina<br />

Provvidenza!<br />

Quest’esperienza è stata molto favorevolmente<br />

accolta, non solo da<br />

chi trova quel tanto di amorevole attenzione,<br />

ma anche dagli altri che<br />

contribuiscono, come possono, con<br />

opere o cose. E questo è molto confortante<br />

perché conferma il convincimento<br />

che iniziative del genere servono<br />

a rompere l’indifferenza verso<br />

l’altro bisognevole, che è l’essenza<br />

del male che caratterizza il nostro tempo,<br />

e fanno capire che solo ripartendo<br />

dai poveri possiamo muoverci nella<br />

direzione di Cristo.<br />

Maria del Rosario Steardo<br />

Fiori d’arancio per<br />

Angela e Raffaele<br />

La ragazza, cresciuta nel Centro Educativo<br />

“Beata Vergine del Rosario”, ha fatto parte per<br />

anni del Gruppo Appartamento. Laureatasi in<br />

Medicina, ora è felice sposa di Raffaele.<br />

Il 29 di aprile le ragazze del<br />

“Gruppo Appartamento” hanno<br />

partecipato con sentita e condivisa<br />

commozione al matrimonio<br />

di Angela Ruggieri. In passato<br />

abbiamo parlato di lei in occasione<br />

della Laurea in Medicina e Chirurgia,<br />

conseguita con il massimo dei<br />

voti. Angela è stata accolta nelle<br />

opere del Santuario insieme alle sue<br />

due sorelle quando ancora era una<br />

bimba di tenera età.<br />

Diventata una giovane adolescente<br />

inizia a maturare in lei il desiderio<br />

di voler aiutare il prossimo. Questo,<br />

qualche anno più tardi, la spinse<br />

ad intraprendere il lungo e faticoso<br />

cammino della medicina. Realizza<br />

il suo primo sogno con il conseguimento<br />

del titolo di Dott.ssa in Medicina<br />

e Chirurgia, ma nel cassetto<br />

da tempo custodiva un sogno altrettanto<br />

importante: sposare Raffaele,<br />

innanzi all’altare della Madonna del<br />

Rosario di Pompei e godere della<br />

sua benedizione.<br />

Già dalle prime ore del mattino<br />

presso il Centro Educativo “Beata<br />

Vergine del Rosario” si respirava<br />

un’aria movimentata, in vista<br />

dell’intensa giornata di festa. Erano<br />

presenti tutti coloro che l’hanno<br />

accompagnata in questo percorso<br />

di vita, in modo particolare le suore<br />

domenicane di Pompei. Ad aiutare<br />

Angela negli ultimi momenti prima<br />

del matrimonio sono arrivate in<br />

sostegno anche le altre compa-<br />

gne del “Gruppo Appartamento”.<br />

Insieme alle suore si sono occupate<br />

di rendere più bello ed accogliente<br />

il Centro Educativo che ha fatto da<br />

degna cornice all’evento. Angela,<br />

accompagnata dalla responsabile<br />

del Centro, Suor Maria Neve Cuomo,<br />

che in questi anni ha seguito<br />

l’educazione e la formazione della<br />

“Dottoressa” Ruggieri, assieme<br />

ai benefattori e alla sua famiglia,<br />

ha attraversato il Piazzale Beato<br />

Giovanni XXIII in direzione della<br />

Basilica con un lungo corteo nuziale<br />

composto da tantissime persone.<br />

Arrivata in piazza Bartolo Longo in<br />

perfetto orario, Angela si è incamminata<br />

lungo la navata centrale<br />

della Basilica arrivando ai piedi<br />

dell’Altare della Mamma Celeste,<br />

che in tutti questi anni l’ha guidata<br />

e protetta nelle sue scelte di vita. Ad<br />

attendere Angela lo sposo, Raffaele,<br />

e Mons. Salvatore Acampora, Rettore<br />

del Santuario, che ha benedetto<br />

le nozze. L’Arcivescovo Prelato<br />

Mons. Carlo Liberati non potendo<br />

presenziare alla funzione religiosa<br />

a causa di impegni già presi da<br />

tempo, ha fatto inviare ai novelli<br />

sposi la benedizione Apostolica del<br />

Santo Padre Benedetto XVI, letta<br />

dal Rettore.<br />

Al termine della funzione, i novelli<br />

sposi si sono recati nei giardini<br />

dell’istituto dove hanno fatto qualche<br />

foto e salutato le suore. La festa<br />

è poi continuata al ristorante, dove<br />

hanno festeggiato l’evento insieme<br />

a parenti ed amici. In serata si sono<br />

unite ai festeggiamenti anche le<br />

suore ed il Rettore del Santuario.<br />

La giornata si è conclusa con il<br />

taglio della torta nuziale e il brindisi<br />

per gli sposi.<br />

Auguri ad Angela ed al suo sposo<br />

Raffaele!<br />

Maria Menna<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

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LA PAROLA AI LETTORI<br />

Invitiamo i nostri lettori a condividere con noi esperienze, riflessioni,<br />

idee sul proprio cammino spirituale, in qualche modo legate alla<br />

venerazione della Vergine del Rosario di Pompei e del suo fedele Apostolo<br />

il Beato Bartolo Longo. Potete contattarci, ai recapiti del Santuario.<br />

■ a cura di Katia Di Ruocco<br />

Mia madre Felicia, donna di fede profonda<br />

Carissimo Mons. Liberati,<br />

in questo mese di maggio, dedicato<br />

alla Madonna, ho sentito il desiderio<br />

di parlarle della mia mamma che<br />

non c’è più.<br />

La mia mamma, Felicia, ha avuto<br />

una vita molto difficile: rimasta<br />

orfana a 4 anni, è cresciuta con la<br />

nonna; si è sposata, ma anche la vita<br />

matrimoniale è stata tribolata perché<br />

mio padre aveva problemi di alcool.<br />

Anche negli ultimi tempi della sua<br />

vita ha sofferto; è stata in ospedale<br />

per otto anni, paralizzata a letto e poi<br />

su una sedia a rotelle, con piaghe di<br />

ogni genere, enormi. Mi domando,<br />

a volte, perché persone così devote<br />

devono soffrire più degli altri.<br />

La mamma aveva 93 anni ed era una<br />

donna di preghiera: prima di ammalarsi<br />

recitava il Rosario tutti i giorni<br />

per i defunti, per le persone ammalate<br />

e bisognose; mi diceva sempre di<br />

fare opere buone, di fare la carità, di<br />

andare tutte le domeniche a Messa e<br />

rispettare le persone anziane.<br />

Caro Mons. Carlo Liberati, mi scusi<br />

se ho parlato troppo della mamma,<br />

ma mi sentivo di farlo, anzi potrei<br />

scrivere una lunga storia per le esperienze<br />

che ho fatto in questi otto anni<br />

di ospedale. Una volta la mamma<br />

aveva una piaga che da sotto il piede<br />

arrivava alla gamba, era enorme:<br />

un dottore mi disse che si doveva<br />

tagliare la gamba fino al ginocchio.<br />

Data l’età avanzata, non volevo<br />

darle altre sofferenze, per cui dissi<br />

al medico di non operare e di lasciar<br />

fare alla volontà di Dio. La piaga si<br />

risanò da sola, senza l’amputazione<br />

della gamba.<br />

Qualche tempo fa io stesso ho sperimentato<br />

l’aiuto della Vergine di Pompei,<br />

uscendo salva da un gravissimo<br />

incidente d’auto: la mia macchina è<br />

andata distrutta e io ne sono uscita<br />

salva, senza un graffio. Questi sono<br />

veramente miracoli!<br />

Le prime parole che ho gridato in<br />

quel tragico momento sono state: “O<br />

Madonna del Rosario, aiutami”. Sono<br />

convinta che, per quanti siano i momenti<br />

difficili, persino disperati, c’è<br />

sempre il sostegno del Signore Gesù<br />

e della Sua Santissima Madre. Devo<br />

dire che non sapevo molto della Beata<br />

Vergine di Pompei finché non è<br />

venuta in Canada, in Missione Mariana<br />

nella chiesa di Santa Margherita<br />

Maria Alacoque di Woodbridge.<br />

Non sapevo che la sua immagine<br />

fosse così bella, pensavo di vedere<br />

una statua, e non sapevo assolutamente<br />

niente nemmeno del Beato Bartolo<br />

Longo, di cui sono venuta a conoscenza<br />

leggendo le vostre Riviste che sono<br />

bellissime.<br />

Fedora De Grandis<br />

Woodbridge (Ontario) - Canada<br />

Sono una vostra affezionatissima e devota abbonata e sostenitrice<br />

di 78 anni, Vi mando una foto della mia pronipote Agnese, ritratta in<br />

foto con i suoi 6 bisnonni. Vi sarei immensamente grata di vederla<br />

pubblicata sul Vostro mensile.<br />

Angela Spennato<br />

Un tenero e commosso ricordo<br />

del proprio papà<br />

All’Editore de Il Rosario e la Nuova Pompei,<br />

invio in allegato copia della lettera che desidererei far<br />

pubblicare sulla vostra Rivista, avvicinandosi la data<br />

del compleanno del mio papà. Ci tengo a sottolineare<br />

che mio padre è stato, sin dalla gioventù, un grande devoto<br />

della Madonna di Pompei nonché del Beato Bartolo<br />

Longo e dei Santi tutti e spero, in cuor mio, che questo<br />

gli abbia concesso l’entrata nel Santo Paradiso. Certa<br />

che comprenderete il mio stato d’animo attuale e ringraziando<br />

per quanto potrete fare.<br />

Ciao papà, ti chiedo oggi di ascoltare quanto non ho<br />

saputo mai dirti. Forse, un giorno, un inconsapevole<br />

tuo sorriso tornerà a dare misura accettabile anche al<br />

tempo della mia vita che è stato stretto dalla tristezza e<br />

da tanta profonda amarezza: in fondo anche tu dicevi<br />

che non v’è nulla che sia solo felicità. Mi rasserena<br />

nell’immediato presente che un abbraccio ti abbia<br />

preso, avvolgendoti morbidamente, come se una soffice<br />

manta di lana fosse stata posta sul tuo cuore stanco,<br />

che oramai temeva il freddo […]. Nell’ultimo decennio<br />

della tua esistenza, i tuoi pensieri non sono stati più<br />

uguali ai miei, i tuoi confusi, privi di sensazioni, non<br />

sono riusciti più a regalarti vere emozioni. Anche per<br />

un solo istante, avrei voluto saperli penetrare, toccare<br />

il tuo cuore […], avrei vissuto quell’attimo di pace<br />

ricominciando a sperare che la realtà viene prima dei<br />

sogni a riempire i giorni del nostro domani. Forse oggi<br />

è troppo tardi per dirti le cose che sento, ma si affolla<br />

nella mia memoria, invano, l’istante in cui il tuo corpo<br />

inerme giaceva su un pavimento tinto del tuo rosso<br />

coraggio […]. Non trascorrono istanti senza che io sfogli<br />

le pagine dei miei ricordi alla ricerca affannosa dei<br />

momenti più felici, frammenti di tempo, istanti per me<br />

veramente importanti; di quei giorni gai e sereni che<br />

abbiamo trascorso assieme a cercare piccoli sassi colorati<br />

lungo la riva del mare oppure funghi e castagne per<br />

boschi e montagne. […]. Sappi che tu non fuggirai mai<br />

dai miei pensieri, dai ricordi del mio cuore…, fammi<br />

solo capire che continuerai ad amarmi, a sostenermi e a<br />

guidarmi come hai sempre fatto, così continuerò a dissetarmi<br />

alla fonte dei tuoi respiri, anche se non sono più<br />

vivi, e, nella dolce sensazione di quell’istante sì vano,<br />

scioglierò e annegherò le mie paure, la mia tristezza.<br />

Oggi voglio dirti grazie, papà. Per vivere ancora fra<br />

noi. Grazie papà, per essere stato uno di quei raggi di<br />

sole che ogni giorno scendeva dal cielo penetrando la<br />

Georges De La Tour. "San Giuseppe carpentiere". 1640<br />

mia anima, riuscendo a riscaldarmi col calore della tua<br />

vita che sembrava apparentemente indifesa e disarmata,<br />

ogni giorno uguale ad un altro, ma di sicuro non lo era!<br />

L’onestà, la generosità, la dedizione, il sacrificio e<br />

la sincerità ti hanno reso vulnerabile, non importa,<br />

perché in questo modo sei rimasto onesto, lasciandoci<br />

in eredità un bagaglio pieno dei tuoi valori: correttezza<br />

ed altruismo, che sono doti ben più grandi di qualsiasi<br />

tesoro. […]. Anche se ci hai lasciato, non sei assente;<br />

sei invisibile, ma continui a tenere i tuoi occhi fissi nei<br />

nostri per continuare ad amarci e, quel che conta, è che<br />

tu sia stato nostro padre, il nostro papà. E vivrò questi<br />

giorni che verranno con la consapevolezza che sarai lì<br />

ad aspettarmi senza mai stancarti, magari sarai riuscito<br />

a costruire una nuova tipografia accanto alla casa<br />

di Dio e stamperai i miei libri fatti di sogni e poesie a<br />

caratteri di piombo e con un inchiostro indelebile che<br />

nulla, nemmeno il tempo, potrà mai cancellare […].<br />

Noi tutti continueremo a volerti bene. Ti prego, veglia<br />

su di noi, tua moglie, i tuoi figli, generi e nuore, ma<br />

soprattutto sui tuoi cari nipotini.<br />

Francesca Milite<br />

Nocera Superiore (Salerno)<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

42 43<br />

Anno 127 - N. 6 - 2011 [282] Anno 127 - N. 6 - 2011 [283]


Grati alla Madonna<br />

e al Beato Bartolo Longo<br />

a cura di Ciro Cozzolino<br />

Assolvo oggi, con molto ritardo, a un debito di riconoscenza<br />

e gratitudine che tutta la mia famiglia<br />

ha con la Vergine di Pompei e il Beato Bartolo Longo.<br />

Sono la quinta di otto figli, ho due sorelle gemelle che<br />

si chiamano Maria e Rosaria e penso che mamma e<br />

papà abbiano trasmesso un affetto veramente grande<br />

alla Madonna di Pompei. Bartolo Longo è un volto amico<br />

col quale sono cresciuta e insieme al quale si recitava<br />

il Santo Rosario in famiglia. Mi piacevano le sue mani<br />

rugose che stringevano il Rosario e la sua barba bianca;<br />

a quei tempi era in voga questa immagine di lui,<br />

ora invece lo si ritrae quasi sempre più giovane. Tante<br />

volte papà, negli ultimi anni della sua vita, aveva detto<br />

che doveva scrivervi per ringraziare la Madonna di<br />

averlo salvato da una grossa sciagura economica. Io non<br />

ricordo bene i dettagli di tutta la storia, ma sono sicura<br />

di fare felice il mio papà scrivendovi questa lettera a<br />

nome suo e ringraziando pubblicamente la Madonna e<br />

il Beato Bartolo Longo per averlo aiutato, dopo che li<br />

Chi riceve grazie per intercessione del Beato Bartolo Longo<br />

è vivamente pregato di darne comunicazione al Vice Postulatore<br />

della causa di canonizzazione<br />

Mons. Raffaele Matrone<br />

Piazza Bartolo Longo, 1 - 80045 Pompei (NA)<br />

Tel. (+39) 081 8577275 - (+39) 081 863 8366<br />

Fax (+39) 081 850 3357<br />

aveva implorati con la “Novena per i casi disperati”<br />

per 27 giorni. Il 28° giorno la persona con cui papà<br />

aveva contratto un grosso debito di gioco, strappò<br />

la cambiale e da quel giorno papà non giocò mai<br />

più al totocalcio.<br />

Io personalmente ho sperimentato tante volte la<br />

potenza di questa Novena per problemi personali<br />

e di famiglia che mi riservo di raccontare in un’altra<br />

lettera. Ringrazio con tutto il cuore delle grandi<br />

grazie ricevute! Papà è morto tra le mie braccia,<br />

con l’immagine di Bartolo Longo, della Madonna<br />

di Pompei e di Gesù Misericordioso sul cuore e la<br />

Corona del Rosario in mano, con il conforto dei<br />

Sacramenti e la presenza di un sacerdote, alle ore<br />

15 esatte di domenica 9 dicembre 2007. Non dimenticherò<br />

mai l’ultimo suo sguardo così pieno di<br />

luce! Sono sicura che intorno a quel letto, insieme a<br />

me, c’erano la Madonna e Bartolo Longo e che loro<br />

lo hanno accompagnato in Paradiso e dal Paradiso<br />

papà mi sorride. Con affetto.<br />

Costanza Cavallaro<br />

Maranello (Modena)<br />

Sono di Sarno (Sa) e vivo a Roma. Nel 2009 sono<br />

stata ricoverata per un intervento al colon e l’8<br />

Maggio, giorno della Supplica, sono stata operata.<br />

Con grande fede ringrazio la Vergine di Pompei che<br />

mi ha tanto aiutata, ho fatto una buona offerta e ogni<br />

volta che vengo al mio paese vado a Pompei. Desidero<br />

far scrivere questa grazia sul vostro periodico.<br />

Angela Ricupito<br />

Roma<br />

Nel luglio 2009, mio figlio ha superato un difficile<br />

concorso, nonostante non avesse un diploma<br />

adeguato alle mansioni che doveva svolgere, ma<br />

grazie alle tante preghiere e alla recita costante del<br />

Rosario e alla Novena, la Vergine Santissima ci ha<br />

esaudito! Nel 2010, sperando di migliorare tenta un<br />

altro concorso, ma nonostante avesse superato tutte<br />

le prove, rimase fuori dalla graduatoria: fu grande la<br />

mia delusione! Mi ripetevo, la Madonna ci ha aiutato<br />

una volta, perché non può aiutarci ancora? Mio figlio<br />

decide allora di rifare la domanda nella vecchia<br />

azienda. Ma io ero sfiduciata. Visto il momento difficile<br />

per il mondo del lavoro, come potevano riassumerlo?<br />

Continuavo a pregare e speravo ripensando<br />

alle tante volte che insieme alla mia mamma (grande<br />

devota della Vergine) mi recavo al Santuario di<br />

Pompei per ringraziare la Mamma Celeste delle tante<br />

grazie che ci faceva e continuavo a pregare. Il 13 novembre<br />

mi sono recata dalla Vergine di Pompei per il<br />

rito del bacio e anche in quella occasione ho chiesto<br />

il Suo aiuto che è giunto puntuale: ancora una volta<br />

indegnamente ho ricevuto il suo sì. Oggi mio figlio<br />

lavora con un contratto a termine in una nota azienda.<br />

Grazie Mamma celeste.<br />

Una mamma<br />

Desidero ringraziare il Signore e la Madonna di<br />

Pompei per una grazia ricevuta da mia figlia e<br />

mia nipote, che sono state salvate da un incidente stradale<br />

gravissimo (causato da una persona drogata). Ci<br />

mettiamo sotto la protezione della Madonna di Pompei<br />

e ci uniamo alle vostre preghiere. Grazie.<br />

Antonietta, Maria e Anna Diolallevi<br />

New Hyde Park (New York) – USA<br />

Da tempo desideravo comunicarvi questa grazia ricevuta<br />

dal Beato Bartolo Longo in coincidenza della<br />

sua beatificazione, il 26 Ottobre 1980. Mio marito, Andrea<br />

Cimini ed io siamo stati educati dalle suore Domenicane<br />

dell’Istituto di Maiori e siamo stati sempre<br />

devoti della Madonna di Pompei. Eravamo in procinto<br />

di sposarci quando fummo colpiti dall'alluvione del<br />

1954: ci salvammo miracolosamente grazie alla recita<br />

del santo Rosario. Dopo varie vicissitudini, la perdita<br />

di familiari, vittime del crollo degli argini del fiume, la<br />

nostra vita cambiò radicalmente. Il 14 Febbraio 1955<br />

ci sposammo a Pompei, affidandoci alla protezione<br />

della Madonna. Siamo stati protetti sempre dalla sua<br />

materna benedizione. A 50 anni, mio marito fu colpito<br />

da un ictus che lo immobilizzò e compromise il nervo<br />

ottico: i medici si mostravano scettici circa il recupero<br />

della vista. Ricorreva la celebrazione della beatificazione<br />

del Beato Bartolo Longo, io pregavo intensamente;<br />

fui chiamata da mio marito presso il suo letto, perché<br />

lui, che prima non vedeva, aveva notato un nome scritto<br />

sul mio vestito e da quell'istante cominciò a migliorare.<br />

Subì altre operazioni che gli consentirono di<br />

giungere all’età di 80 anni, quando purtroppo il suo<br />

cuore non ha più retto ed il suo trapasso è stato vissuto<br />

con una viva fede e speranza cristiana, assistito sino<br />

all’ultimo dall'immagine della Madonna di Pompei<br />

posta proprio di fronte al suo letto, nel reparto in cui<br />

era ricoverato. Con devozione.<br />

Marianna Della Pietra Cimini<br />

Maiori (Salerno)<br />

Preghiera per la canonizzazione<br />

del Beato Bartolo Longo<br />

Dio, Padre di misericordia, noi ti lodiamo per aver donato<br />

alla storia degli uomini il Beato Bartolo Longo, ardente apostolo<br />

del Rosario e luminoso esempio di laico impegnato<br />

nella testimonianza evangelica della fede e della carità.<br />

Noi ti ringraziamo per il suo straordinario cammino spirituale,<br />

le sue intuizioni profetiche, il suo instancabile prodigarsi<br />

per gli ultimi e gli emarginati, la dedizione con cui servì<br />

filialmente la tua Chiesa e costruì la nuova città dell’amore<br />

a Pompei.<br />

Noi ti preghiamo, fa’ che il Beato Bartolo Longo sia presto<br />

annoverato tra i Santi della Chiesa universale, perché tutti<br />

possano seguirlo come modello di vita e godere della sua<br />

intercessione. Amen<br />

Sono una devota della Madonna di Pompei e faccio<br />

parte di questa grande famiglia da tanti anni. Oggi<br />

scrivo per dire grazie alla Mamma Celeste e al beato<br />

Bartolo Longo che ho pregato tanto di ottenermi la<br />

grazia di farmi avere una nipotina. C’erano tante difficoltà,<br />

ma non mi stancavo di pregare. Finalmente<br />

questa gioia l’abbiamo avuta: è arrivato un tesoro di<br />

bambina, una grande gioia in tutta la famiglia. Grazie<br />

a Dio. VIVA MARIA!<br />

M. C. J. C.<br />

Australia<br />

Ancora una volta la Madonna non mi ha abbandonato.<br />

E siccome si trattava di una giusta causa<br />

che stavo perdendo, mi sono rivolto anche al Beato<br />

Bartolo Longo (quale Avvocato migliore potevo scegliere?)<br />

e così ho vinto la causa. Riconoscente, ho inviato<br />

un’offerta per le orfanelle. Distinti saluti.<br />

Gaetano De Rupertis<br />

Roma<br />

S crivo questa lettera per ringraziare la Vergine di<br />

Pompei e il Beato Bartolo Longo per avermi concesso<br />

la grazia per cui ho tanto pregato: aver visto<br />

nascere sano e felice il mio amato nipote. Mi sono<br />

affidata a loro con fede e mi hanno aiutata.<br />

Maria<br />

Torino<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

Il Rosario e la Nuova Pompei<br />

44 45<br />

Anno 127 - N. 6 - 2011 [284] Anno 127 - N. 6 - 2011 [285]


INFORMAZIONI UTILI<br />

Orario delle Celebrazioni Liturgiche<br />

Giorni feSTivi<br />

ALtAre DeLLA MADonnA<br />

Sante Messe: ore 06.00 - 07.00 - 08.00 - 09.00<br />

10.00 - 11.00 - 13.00 - 16.00 - 17.00 - 19.00 - 20.00<br />

Santo Rosario: ore 18.00<br />

CAPPeLLA BeAto BArtoLo LonGo<br />

Sante Messe: ore 08.30 - 09.30 - 10.30 - 11.30 - 12.30 - 17.30<br />

Giorni feriALi<br />

ALtAre DeLLA MADonnA<br />

Sante Messe: ore 07.00 (con Lodi) - 08.00 - 09.00<br />

10.00 - 11.00 - 16.00 - 17.00 - 19.00<br />

Santo Rosario: ore 18.00<br />

CAPPeLLA BeAto BArtoLo LonGo<br />

Sante Messe: ore 06.30 - 08.30 - 09.30 - 10.30<br />

11.30 - 12.30 - 17.30<br />

CAPPeLLA S. GIuSePPe MoSCAtI<br />

S. Messa in lingua ucraina: sabato ore 16.00,<br />

domenica e giorni festivi ore 10.00<br />

CAPPeLLA SAntA fAMIGLIA<br />

S. Messa in lingua polacca:<br />

1 a e 3 a domenica del mese ore 10.30<br />

S. Messa in rito Siro-Malabarese:<br />

2 a domenica di ogni mese ore 11.30<br />

CAPPeLLA ConfeSSIonI<br />

07.00-12.30 e 15.30-19.00 (20.00 festivi)<br />

Per comunicare<br />

con il Santuario<br />

CentrALIno:<br />

Tel. (+39) 081 8577370<br />

(+39) 081 8577371<br />

Fax: (+39) 081 8503357<br />

rettorAto:<br />

Informazioni, celebrazioni<br />

e accoglienza dei pellegrini<br />

Tel. (+39) 081 8507000<br />

(+39) 081 8577379<br />

Fax (+39) 081 8577482<br />

rettorato@santuariodipompei.it<br />

SeGreterIA GenerALe:<br />

Corrispondenza devoti<br />

e abbonamenti Rivista:<br />

Tel. (+39) 081 8577321<br />

Fax: (+39) 081 8503357<br />

info@santuariodipompei.it<br />

uffICIo eStero:<br />

Tel. (+39) 081 8577328<br />

ForeignOffice@santuariodipompei.it<br />

(+39) solo per chi chiama dall'estero<br />

BIBLIoteCA-ArCHIvIo:<br />

Tel. (+39) 081 8577336/325<br />

Per raggiungere Pompei<br />

In Aereo:<br />

Capodichino-Napoli aeroporto.<br />

Le Opere di Carità del Santuario di Pompei<br />

Centro PoLIfunzIonALe DIurno “CreSCere InSIeMe”<br />

Tel. (+39) 081 8577401<br />

Centro DI ASCoLto “MyrIAM”<br />

Tel. (+39) 081 8577418 - centroascoltopompei@libero.it<br />

In Auto: A3 Autostrada Napoli-Salerno,<br />

uscita Pompei Ovest (per chi viene dal Nord),<br />

e Pompei Est-Scafati (per chi viene dal Sud).<br />

In PuLLMAn: Sita: (+39) 199730749<br />

www.sitabus.it<br />

CSTP: Tel. (+39) 089 487286 - www.cstp.it<br />

Circumvesuviana: Tel. (+39) 081 7722444.<br />

In treno: Trenitalia - Pompei Stazione:<br />

Tel.(+39) 081 8506176;<br />

Circumvesuviana: linea Napoli-Sorrento<br />

con arrivo alla Stazione Pompei-Villa dei Misteri;<br />

Napoli-Poggiomarino (via Scafati) con arrivo<br />

alla Stazione Pompei-Santuario;<br />

Tel. (+39) 081 7722444 - www.vesuviana.it.<br />

In nAve: Stazione Marittima di Napoli<br />

Tel. (+39) 081 2283291<br />

www.porto.napoli.it<br />

MovIMento Per LA vItA e Centro DI AIuto ALLA vItA<br />

Tel. (+39) 081 8577458 - movimentovita.pompei@libero.it<br />

“CASA eMAnueL” Per GeStAntI, MADrI e BAMBInI<br />

Tel. (+39) 081 8577404 - casaemanuel@libero.it<br />

CoMunItà DI tIPo fAMILIAre Per BAMBInI “GIArDIno DeL SorrISo”<br />

Tel. (+39) 081 8633103 - giardinodelsorriso@alice.it<br />

Centro DI ACCoGLIenzA orAtorIALe SeMIreSIDenzIALe “BArtoLo LonGo”<br />

Tel. (+39) 081 8577700 - bartololongo@virgilio.it<br />

“CoMunItà InContro” - Per il recupero dei tossicodipendenti - Tel. (+39) 081 8599000<br />

PoLo SCoLAStICo<br />

Scuola Primaria - Tel. (+39) 081 8577311 - 329 - Scuola Secondaria - Tel. (+39) 081 8577700<br />

CASA ALBerGo Per SIGnore “MArIAnnA De fuSCo” - Tel. (+39) 081 8632712<br />

ConSuLtorIo fAMILIAre DIoCeSAno<br />

Tel. (+39) 081 8577501 - consultoriodiocesanopompei@gmail.com<br />

INFORMAZIONI UTILI<br />

Testamenti a favore del Santuario<br />

della Beata Vergine di Pompei<br />

e delle annesse Opere di Carità<br />

Il testamento è uno strumento a disposizione<br />

di ogni individuo per affermare<br />

la sua volontà in merito alla destinazione<br />

del proprio patrimonio proiettandola<br />

nel futuro. Il testamento è un<br />

atto assolutamente personale sempre<br />

modificabile e/o revocabile. La legge<br />

prevede due tipi di testamento:<br />

- il testamento pubblico, che va redatto<br />

alla presenza di un notaio,<br />

- il testamento olografo, che può essere<br />

predisposto senza la presenza di<br />

un notaio ma con l’obbligo di essere<br />

scritto, datato e sottoscritto per intero<br />

a mano dal testatore. La sottoscrizione<br />

(firma) deve essere posta alla fine delle<br />

disposizioni testamentarie e la data deve<br />

Per inviare offerte al Santuario<br />

DALL’ItALIA:<br />

Conto Corrente Postale prestampato inviato dal Santuario,<br />

oppure quello in bianco da compilare intestando l’offerta al<br />

Santuario della Beata Vergine di Pompei, c.c.p. n. 6817;<br />

Assegno non trasferibile (a mezzo assicurata) intestato al<br />

Santuario della Beata Vergine di Pompei;<br />

Bonifico bancario intestato al Santuario della Beata Vergine di<br />

Pompei, ad uno dei seguenti Istituti Bancari:<br />

CARIPARMA - IBAN: IT41S0623040080000056500729<br />

MONTe PASChI dI SIeNA - IBAN: IT80G0103040080000000000166<br />

BANCO dI NAPOLI - IBAN: IT32B0101040080000027000216<br />

UNICRedIT - IBAN: IT73D0200840081000400000465<br />

UNICRedIT - Restauro Basilica<br />

IBAN: IT70D0200840081000400459329<br />

BANCO POSTA - Offerte - IBAN: IT24R0760103400000000006817<br />

Ecco le offerte<br />

finora pervenute<br />

per il restauro della<br />

Basilica della<br />

Beata Vergine del<br />

Santo Rosario di<br />

Pompei<br />

Offerte per il Restauro della nostra Basilica<br />

Anno Cassa e/o banche C.C. Postale Totale<br />

2005<br />

2006<br />

2007<br />

2008<br />

2009<br />

2010<br />

2011<br />

Totale<br />

contenere l’indicazione di giorno, mese<br />

e anno. Se si sceglie il testamento olografo<br />

è consigliabile redigere sempre<br />

almeno due originali, inviandone uno<br />

al Santuario, in modo da limitare il rischio<br />

di smarrimento, corredandolo dei<br />

dati e dei recapiti personali.<br />

Se si intende beneficiare il Santuario<br />

destinandogli un bene particolare, a<br />

titolo di legato, la disposizione testamentaria<br />

potrà essere così formulata:<br />

“Lego al Santuario della Beata Maria<br />

Vergine di Valle di Pompei... (scrivere<br />

di seguito l’elenco dei beni)”. Firma e<br />

data.<br />

Se, invece, si desidera destinare al Santuario<br />

l’intero patrimonio, la formula<br />

da usare è la seguente:<br />

“Nomino il Santuario della Beata Maria<br />

Vergine di Valle di Pompei erede<br />

universale di tutti i miei beni mobili<br />

ed immobili... (eventuale elenco dei<br />

€ 70.295,00<br />

€ 134.225,84<br />

€ 18.072,62<br />

€ 23.315,13<br />

€ 50.379,73<br />

€ 32.918,63<br />

€ 55.043,00<br />

€ 384.249,95<br />

DALL’eStero:<br />

Assegno non trasferibile o Vaglia internazionale bancario<br />

intestato al Santuario della Beata Vergine di Pompei;<br />

Bonifico bancario intestato al Santuario della Beata Vergine di<br />

Pompei, ad uno dei seguenti Istituti Bancari:<br />

CARIPARMA - IBAN:<br />

IT41S0623040080000056500729 - BIC: CRPPIT2P555<br />

UNICRedIT - Restauro Basilica - IBAN:<br />

IT70D0200840081000400459329 - BIC: UNCRITM1F72<br />

Western union (trasferimento rapido) indicando, come persona<br />

incaricata di riscuotere l’offerta Caterina Di Ruocco;<br />

Carta di credito, comunicando al Santuario, attraverso e-mail,<br />

fax, lettera, il tipo, il numero, la scadenza della carta e l’importo<br />

dell’offerta.<br />

€ 510,00<br />

€ 69.412,28<br />

€ 27.699,18<br />

€ 31.806,00<br />

€ 28.767,27<br />

€ 18.948,44<br />

€ 10.180,98<br />

€ 187.324,15<br />

beni)”. Firma e data.<br />

Per evitare il rischio di errori che possano<br />

inficiarne la validità è possibile<br />

prendere contatti con l’Ufficio Legale<br />

del Santuario<br />

Tel (+39) 081 8577316<br />

Per ogni informazione e per eventuali<br />

offerte rivolgersi al:<br />

Santuario Beata Vergine<br />

del S. Rosario<br />

Piazza Bartolo Longo, 1<br />

80045 POMPEI (NA)<br />

Tel. (+39) 081 8577111<br />

Fax (+39) 081 8503357<br />

www.santuario.it<br />

info@santuariodipompei.it<br />

C/C N. 6817 SANTUARIO B.V.<br />

80045 POMPEI (NA)<br />

€ 70.805,00<br />

€ 203.638,12<br />

€ 45.771,80<br />

€ 55.121,13<br />

€ 79.147,00<br />

€ 51.867,07<br />

€ 65.223,98<br />

€ 571.574,10


La Missione Mariana in America<br />

31 maggio - 27 giugno 2011<br />

Programma:<br />

31 maggio - 1 giugno: Chiesa di San Rocco a Greenwich, CT.<br />

2 - 5 giugno: Chiesa del Sacro Cuore a Stamford, CT.<br />

5 giugno: Chiesa di Nostra Signora di Pompei a Paterson, NJ.<br />

6 giugno: Chiesa di Nostra Signora di Pompei a East Haven, CT.<br />

7 giugno: Cena di gala, in onore della Vergine del Rosario<br />

e dell'Arcivescovo di Pompei, Mons. Carlo Liberati.<br />

8 - 9 giugno: Cattedrale di San Patrizio a New York.<br />

10 - 12 giugno: Basilica dell’Immacolata Concezione<br />

a Washington, DC.<br />

13 giugno: Chiesa del Salvatore a Norristown, PA.<br />

14 - 15 giugno: Chiesa di San Rocco a Greenwich, CT.<br />

16 - 17 giugno: Parrocchia del Monte Carmelo,<br />

Parrocchia di Santa Lucia,<br />

Cattedrale del Sacro Cuore a Newark, NJ.<br />

18 - 19 giugno: Chiesa di San Luca a Whitestone, GA.<br />

20 - 22 giugno: Parrocchia Regina Pacis a Brooklyn, New York.<br />

23 giugno: Chiesa di San Rocco, Long Island, New York, PA.<br />

24 - 26 giugno: Parrocchia del Monte Carmelo<br />

nel Bronx, New York.<br />

È possibile sostenere la Missione in America inviando offerte sul Conto BancoPosta intestato a:<br />

Pontificio Santuario della Beata Maria Vergine del Rosario - IBAN: IT50 A076 0103 4000 0006 1288 270

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