14.06.2013 Views

Dignità del morente e assistenza al malato grave - Ospedale di Udine

Dignità del morente e assistenza al malato grave - Ospedale di Udine

Dignità del morente e assistenza al malato grave - Ospedale di Udine

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

il richiamo ad Heidegger, il qu<strong>al</strong>e riflettendo sull'origine <strong>del</strong>l'uomo, non parla <strong>di</strong> nascita ma <strong>di</strong> un<br />

essere scaraventati nel mondo, senza scelta, an<strong>al</strong>ogamente si può <strong>di</strong>re <strong>del</strong>la morte osservando che è<br />

un essere scaraventati <strong>al</strong> <strong>di</strong> fuori <strong>del</strong> mondo a <strong>di</strong>spetto d'ogni nostro parere.<br />

La possibilità <strong>del</strong>la rimozione non è però solo presente nel clima <strong>del</strong>la secolarizzazione, lo può<br />

essere per motivi opposti nella stessa religione, quando si fa <strong>di</strong> essa una s<strong>al</strong>vezza magica o<br />

automatica che ignora la situazione esistenzi<strong>al</strong>e <strong>di</strong> lotta e speranza <strong>del</strong>l'uomo itinerante.<br />

Nell'interpretazione <strong>del</strong>l'esistenza in senso cristiano si deve partire d<strong>al</strong>la croce, ignorando la qu<strong>al</strong>e si<br />

urta con non pochi inconvenienti <strong>di</strong> carattere teologico 15 .<br />

2. Rimozione <strong>del</strong>la morte nella tecnica e industri<strong>al</strong>izzazione<br />

La reificazione <strong>del</strong>la morte è tanto congeni<strong>al</strong>e <strong>al</strong>la cultura <strong>del</strong>la secolarizzazione quanto <strong>al</strong>la civiltà<br />

industri<strong>al</strong>e. Le due accezioni pur chiaramente <strong>di</strong>stinte tra loro si fondono in un tutt'uno, due volti<br />

<strong>del</strong>la stessa medaglia, che interagiscono. La ment<strong>al</strong>ità affermatasi con l'industri<strong>al</strong>izzazione consente<br />

<strong>di</strong> evidenziare <strong>al</strong>cuni fenomeni che interessano il problema in questione. Dischiude un mondo<br />

nuovo. Afferma con forza l'idea prestigiosa d'un progresso proiettato <strong>al</strong>l'infinito, dove l'uomo si<br />

sente innestato come protagonista ed è coinvolto in un moto che corre verso un avvenire illimitato.<br />

Anche in questo caso il confronto con la fine è eluso. L'uomo è <strong>di</strong>chiarato padrone e signore in una<br />

forma che non gra<strong>di</strong>sce contestazioni. Ma se si incontra con la morte, la sua sete <strong>di</strong> dominio<br />

uscirebbe ri<strong>di</strong>mensionata, nel qu<strong>al</strong> caso sarebbe costretto a ritrattare la sua idea <strong>di</strong> progresso infinito<br />

e l'ubris che <strong>al</strong>imenta la presunzione verrebbe mortificata d<strong>al</strong>la presa <strong>di</strong> coscienza d'una con<strong>di</strong>zione<br />

precaria e povera <strong>del</strong>la natura umana. Il conflitto tra le due forze in competizione -progresso e<br />

morte- <strong>di</strong>venta inevitabile e si risolve a favore <strong>del</strong>la prima. Il capit<strong>al</strong>e infatti, <strong>di</strong> natura sua è portato<br />

a crescere, va sempre avanti, non ammette arresti tanto da sequestrare per sé l'idea <strong>del</strong>l'eternità.<br />

L'uomo si presenta come l'artefice <strong>del</strong> nuovo mondo in continuo sviluppo. Qui la morte non ha<br />

posto per la semplice ragione che comporterebbe una sospensione <strong>di</strong> ciò che per natura si presenta<br />

come moto infinito. Progresso e morte sono concetti che si contrappongono. Dietro l'idea <strong>di</strong><br />

progresso trova riparo e <strong>al</strong>ligna l'illusione che la vita continua <strong>al</strong>l'infinito, per cui la constatazione<br />

d'un suo tramonto non fa paura, poiché cade esso stesso sotto il controllo <strong>del</strong>l'uomo 16 . La scienza è<br />

riuscita a far propria la convinzione che re<strong>al</strong>e è soltanto ciò che è mo<strong>di</strong>ficabile e dominabile con il<br />

proprio intervento. Di conseguenza si ha che il vero mondo è quello circoscritto d<strong>al</strong>la scienza. Cosa<br />

pensare <strong>del</strong>la morte che avanza a <strong>di</strong>spetto d'ogni costruzione ideologica? Alla scienza non resta che<br />

negarla o per lo meno contestarne il carattere let<strong>al</strong>e. È vero che la morte semina <strong>di</strong>struzione, ma in<br />

seguito il progresso saprà controllare anche la danza <strong>del</strong>la morte 17 .---- Questa segreta convinzione<br />

che nutre la scienza, è una forma <strong>di</strong> rimozione che ban<strong>al</strong>izza la conclusione <strong>del</strong>la esistenza,<br />

cercando <strong>di</strong> eluderla il più possibile. In se stesso l'urto con il limite ultimo fa paura, ma la scienza<br />

accumulando sempre più potere, è capace <strong>di</strong> neutr<strong>al</strong>izzare ogni apprensione. Questa a sua volta ha<br />

un effetto benefico perché accelera la crescita <strong>del</strong> dominio. L'uomo resta inebriato d<strong>al</strong> sogno d'una<br />

padronanza smisurata sulla vita 18 .<br />

Si sa che l'idolo deL progresso dopo gli stermini perpetrati nel XX secolo, esce fortemente<br />

scosso, eppure sopravvive sotto nuovi fenomeni, ad esempio nell'attività produttiva compiuta senza<br />

interrogarsi sul suo fine e sul suo senso 19 .Lasciandosi assorbire in una corsa frenetica che<br />

ininterrottamente rimanda da un'occupazione <strong>al</strong>l'<strong>al</strong>tra, si evita il pericolo <strong>di</strong> pensare e incontrarsi<br />

con tutto ciò che mette paura. Il risultato è accattivante: si ha l'impressione <strong>di</strong> risolvere il problema<br />

15 Cf. E. Jüngel, Tod, Kreuzverlag, Stuttgart-Wien 1972, il qu<strong>al</strong>e fin d<strong>al</strong>la prefazione mette in guar<strong>di</strong>a<br />

d<strong>al</strong> pericolo <strong>di</strong> contraffare la morte con luoghi devozion<strong>al</strong>i (ivi, p. 7), tr.it., La morte, Queriniana, Brescia.<br />

16 Cf. G. Scherer, Il problema <strong>del</strong>la morte nella filosofia, tr. It. Queriniana, Brescia 1995, p. 36.<br />

17 Cf. L. Alici, La morte e il tempo ..., Op. cit,, p. 20; e M. Scheler, Il dolore, la morte, l'immort<strong>al</strong>ità,<br />

Op. cit. p.99s; e G. Scherer, Il problema <strong>del</strong>la morte nella filosofia, Op. cit., p. 36s.<br />

18 Cf. G. Piana, La morte tra rimozione e manipolazione, a.c. p. 79.<br />

19 Cf. G. Scherer, Il problema <strong>del</strong>la morte nella filosofia, Op. cit., p. 40.<br />

12

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!