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Dignità del morente e assistenza al malato grave - Ospedale di Udine

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cosa che tra l'<strong>al</strong>tro implica l'utilizzazione <strong>di</strong> molte risorse che potrebbero invece essere utilizzati per<br />

chi ne avesse effettivamente l'in<strong>di</strong>cazione.<br />

Nel caso <strong>del</strong>la donna gravida in morte cerebr<strong>al</strong>e, invece, il continuare la rianimazione può<br />

permettere <strong>al</strong> feto <strong>di</strong> raggiungere la viabilità. Fra <strong>di</strong>versi casi, riportiamo ad es. il caso <strong>di</strong> una donna<br />

<strong>di</strong> 27 anni primigravida, <strong>al</strong>la 22^ settimana <strong>di</strong> gestazione con una sindrome neurologica <strong>di</strong><br />

ipertensione endocranica 65 . Dopo circa quattro ore d<strong>al</strong> ricovero la paziente ebbe un arresto<br />

respiratorio e venne dunque rianimata. Nonostante il pronto intervento e l'<strong>assistenza</strong> in unità <strong>di</strong><br />

terapia intensiva, si dovette constatare la morte cerebr<strong>al</strong>e secondo i ben definiti criteri. La bassa età<br />

gestazion<strong>al</strong>e <strong>del</strong> feto, che in questo periodo aveva sempre conservato buoni parametri <strong>di</strong> vit<strong>al</strong>ità,<br />

controin<strong>di</strong>cavano l'esecuzione <strong>del</strong> taglio cesareo. Si decise così <strong>di</strong> continuare a mantenere il<br />

supporto car<strong>di</strong>orespiratorio <strong>del</strong>la madre, ormai cadavere, fino a che non fosse raggiunta la viabilità<br />

<strong>del</strong> feto. Pur con il sopravvenire <strong>di</strong> complicanze (polmonite, <strong>di</strong>abete insipido, setticemia, ecc.) che<br />

comportò il ricorso a misure appropriate e conseguente sofferenza fet<strong>al</strong>e, si poté arrivare <strong>al</strong> 63^<br />

giorno e quin<strong>di</strong> <strong>al</strong>la 31^ settimana <strong>di</strong> gestazione con la esecuzione <strong>del</strong> taglio cesareo. Ci fu bisogno<br />

<strong>di</strong> trasferire il neonato in unità intensiva a causa <strong>del</strong> suo ritardo <strong>di</strong> accrescimento ma dopo tre<br />

settimane poté essere <strong>di</strong>messo ed un controllo a 18 mesi evidenziò un norm<strong>al</strong>e sviluppo. D<strong>al</strong> punto<br />

<strong>di</strong> vista etico, qui non sussiste, evidentemente, un conflitto fra <strong>di</strong>ritti <strong>del</strong>la madre e quelli <strong>del</strong> feto, e<br />

quin<strong>di</strong> una strument<strong>al</strong>izzazione <strong>del</strong>l’una per l’<strong>al</strong>tro, in quanto l'autonomia materna era cessata nel<br />

momento <strong>del</strong>la morte cerebr<strong>al</strong>e e, sebbene la tra<strong>di</strong>zione etica e giuri<strong>di</strong>ca tenda a rispettare le<br />

volontà, eventu<strong>al</strong>mente espresse prima <strong>del</strong>la morte (per es., in or<strong>di</strong>ne <strong>al</strong> rifiuto <strong>di</strong> donare gli organi<br />

per un trapianto o <strong>al</strong>le <strong>di</strong>sposizioni per il proprio cadavere), questa stessa tra<strong>di</strong>zione non sembra<br />

contrastare con la necessità <strong>di</strong> dover s<strong>al</strong>vare un feto in pericolo. Ci sembra, dunque, che sia fuori<br />

<strong>di</strong>scussione la liceità <strong>di</strong> un intervento <strong>di</strong> questo tipo appunto perché fin<strong>al</strong>izzato a s<strong>al</strong>vare un feto, pur<br />

dovendo tener conto dei rischi a cui il feto va incontro: il rischio <strong>di</strong> continuare a rimanere ancora<br />

nell'utero; quello, per contro, <strong>di</strong> un parto prematuro; quello, infine, dei danni iatrogeni.<br />

Un <strong>al</strong>tro problema etico che può porsi in questo caso riguarda il fatto se esista o meno un<br />

obbligo ad intervenire da parte dei me<strong>di</strong>ci in un simile caso. La necessità <strong>di</strong> intervenire per la<br />

sopravvivenza o la integrità o la s<strong>al</strong>ute <strong>del</strong> feto; una buona prospettiva che l'intervento risulti<br />

efficace e risolutivo; la proporzion<strong>al</strong>ità tra l'entità dei rischi per il feto e i benefici per lo stesso,<br />

anche in rapporto <strong>al</strong>le <strong>al</strong>ternative: ci sembrano tutti elementi che depongono a favore <strong>di</strong> una certa<br />

doverosità <strong>del</strong>l'intervento.<br />

Non riteniamo, invece, che siano parametri decision<strong>al</strong>i eticamente accettabili quelli connessi con la<br />

v<strong>al</strong>utazione dei costi economici che un intervento <strong>di</strong> questo tipo comporterebbe o con l'impegno che<br />

la famiglia e la società verrebbero a sostenere. Ancora, ci sembra che il consenso <strong>del</strong> marito/padre<br />

non sia strettamente necessario soprattutto se è chiaramente <strong>di</strong>mostrata l'urgenza e la efficacia<br />

preve<strong>di</strong>bile <strong>del</strong>l'intervento stesso. Pensiamo, anzi, che in caso <strong>di</strong> una eventu<strong>al</strong>e opposizione si possa<br />

anche eticamente ipotizzare una imposizione per legge così come si verifica per la trasfusione <strong>di</strong><br />

sangue necessaria nei figli dei Testimoni <strong>di</strong> Geova i cui genitori si oppongono. Solo la<br />

proporzion<strong>al</strong>ità <strong>del</strong>l'intervento, dunque, dovrebbe essere il primo e prioritario criterio <strong>di</strong> decisione,<br />

da v<strong>al</strong>utare caso per caso.<br />

2. La decisione <strong>di</strong> “non rianimare” (DNR) e <strong>al</strong>tri in<strong>di</strong>ci decision<strong>al</strong>i<br />

Consideriamo ora più specificamente il problema, a cui abbiamo già accennato, <strong>di</strong><br />

pianificare in modo inequivocabile la decisione <strong>di</strong> non sottoporre a rianimazione un paziente nel<br />

caso <strong>di</strong> un arresto car<strong>di</strong>orespiratorio. Si tratta <strong>di</strong> un co<strong>di</strong>ce procedur<strong>al</strong>e che nel significato originario<br />

voleva essere una risposta <strong>al</strong>l’interrogativo dei me<strong>di</strong>ci e degli <strong>al</strong>tri operatori sanitari in corsia <strong>di</strong><br />

qu<strong>al</strong>e comportamento tenere nei casi in cui le con<strong>di</strong>zioni dei pazienti - con una <strong>grave</strong> patologia <strong>di</strong><br />

base - si facciano improvvisamente critiche dopo il loro ricovero in osped<strong>al</strong>e: la sigla, per lo più<br />

65 D. R. FIELD, E.A. GATES et <strong>al</strong>., Matern<strong>al</strong> brain death during pregnancy. Me<strong>di</strong>c<strong>al</strong> and ethic<strong>al</strong> issues, Journ<strong>al</strong> of the<br />

American Me<strong>di</strong>c<strong>al</strong> Association 1988; 260: 816-822.<br />

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