«PAESAGGIO E PERSONAGGIO / NON SEMPRE VANNO INSIEME ...
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Quel che intendo mostrare, è che questo stesso schema presenta<br />
anche il vantaggio di poter essere generalizzato al di là del<br />
solo agire paesaggistico. Infatti, non solo quest’ultimo, ma l’agire<br />
umano tout court è interpretabile alla luce della medesima dinamica<br />
incessante e della medesima sintesi produttiva tra tendenze reciprocamente<br />
divergenti. Per esigenze di sintesi, scelgo di definire la prima<br />
come un’«istanza ontologica» e l’altra nei termini di un’«istanza<br />
costruttivistica» 39 . Quest’ultima può essere denominata «costruttivistica»,<br />
in quanto incarna il desiderio di attività e relazione, espletamento<br />
della libertà, produzione simbolica e progettualità. L’altra<br />
può, al contrario, essere definita «ontologica», dal momento che<br />
esprime un rapporto originario, e per così dire innanzitutto recettivo,<br />
con una datità o un’alterità che in qualche modo interpella – formandola<br />
– la responsabilità individuale. Si tratta di un’istanza sensibile<br />
al contesto, ai suoi stimoli e alle sue pressioni. È sulla base di<br />
tale sensibilità originaria che l’essere umano può conseguentemente<br />
interpretare il proprio contesto di vita come un insieme di richieste<br />
che esigono da parte sua un riconoscimento preliminare. È chiaro<br />
società insediata e ambiente (ossia la forma attraverso cui si struttura il rapporto<br />
tra insediamento e natura)». G. lombArdInI, Rappresentare i cicli di territorializzazione:<br />
l’eco-regione urbana, in A. mAGnAGhI (a cura di), La rappresentazione<br />
identitaria del territorio. Atlanti, codici, figure, paradigmi per il progetto locale,<br />
Firenze, Alinea, 2005, p. 312. Come si vedrà, ogni azione di «ri-territorializzazione»,<br />
cioè volta al recupero e alla riattivazione di tale relazione, non potrà che<br />
realizzarsi mediante il coinvolgimento delle comunità locali; cfr. R. GAmbIno, Il<br />
paesaggio tra conservazione e innovazione, in A. de rossI et al., Linee nel paesaggio,<br />
cit., p. 30.<br />
39 Per il costruttivismo (filosofico, epistemologico e psicologico) in quanto tendenza<br />
a mettere da parte l’ontologia a favore dell’epistemologia e a effettuare una riflessione<br />
sull’esperienza interna del soggetto e la sua autonomia, cfr. autori come E.<br />
von Glasersfeld, H. von Foerster, L. Vygotskij, J. Bruner, U. Bronfenbrenner ed<br />
E. Morin (cfr. U. bronfenbrenner, Ecologia dello sviluppo umano, Bologna, il<br />
Mulino, 1986; A. CosentIno, Costruttivismo e formazione. Proposte per lo sviluppo<br />
della professionalità docente, Napoli, Liguori, 2002). Per certi versi queste<br />
istanze possono essere avvicinate alla dualità evidenziata da Turri (Il paesaggio<br />
come teatro, cit.) a proposito della metafora del paesaggio-teatro: l’essere<br />
attori (la rappresentazione-azione) e l’essere spettatori (la rappresentazione-contemplazione).<br />
Cfr. anche il concetto di «conservazione innovativa» proposta da<br />
Gambino: R. GAmbIno, Conservare innovare, Torino, Utet, 1997; R. GAmbIno, Il<br />
paesaggio tra conservazione e innovazione, cit., pp. 26-28.<br />
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