14.06.2013 Views

PIccOlO RAggIO - Istituto Suore di Santa Dorotea di Cemmo

PIccOlO RAggIO - Istituto Suore di Santa Dorotea di Cemmo

PIccOlO RAggIO - Istituto Suore di Santa Dorotea di Cemmo

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

“La forza della debolezza: aspetti<br />

psicologici della vita spirituale”:<br />

con p. Giovanni CuCCi s.j.<br />

il Corso si svilupperà attraverso 4 weekend<br />

• 11-12 ottobre 2008;<br />

• 15-16 novembre 2008;<br />

• 6-7 <strong>di</strong>cembre 2008;<br />

• 31 gennaio-1 febbraio 2009.<br />

Per maggiori dettagli chie<strong>di</strong> il dépliant<br />

al Centro Mater Divinae Gratiae<br />

via S. Emiliano, 30 - 25127 BRESCIA<br />

Tel. 030.38.47.212<br />

no a ritagliare degli spazi <strong>di</strong><br />

tempo personale che segnano una sospensione,<br />

una rottura temporanea del “sempre fatto”. Luoghi<br />

<strong>di</strong> transizione dove, in realtà, ci si concede <strong>di</strong> essere<br />

veri: un po’ più in contatto con i nostri frammenti<br />

scomposti. Siamo, in verità, più in contatto<br />

con noi stessi e pertanto più vicini all’unificazione<br />

interiore.<br />

Ed ecco che, allora, nel deserto rimane l’essenziale,<br />

dal deserto emerge un “cuore pulito”, poiché lì si è<br />

chiamati a rivedere le priorità dell’esistenza.<br />

Si tratta <strong>di</strong> una fase transitoria che offre notevoli opportunità<br />

e che implica il coraggio <strong>di</strong> prendersi del<br />

tempo, <strong>di</strong> prendere tempo. È necessario fermarsi un<br />

istante prima <strong>di</strong> lasciar partire le modalità <strong>di</strong> azione<br />

e reazione abituali.<br />

Ciò non è fine a sé, o silenziosa aggressività che non<br />

trova altre modalità per esprimersi, ma spazio scelto<br />

per attingere a sorgenti più profonde.<br />

La seconda chiamata. C’è un’opzione fondamentale<br />

da rivisitare e colorare, da personalizzare <strong>di</strong> nuovo.<br />

L’io si trova in uno stato <strong>di</strong> emergenza <strong>di</strong> fronte alla<br />

realtà della per<strong>di</strong>ta: si presenta con tutta la sua forza<br />

ed esigenza, con il suo desiderio <strong>di</strong> vivere ed esistere<br />

in modo pieno, senza lasciar cadere nulla delle<br />

sue potenzialità. Ne nascono alcune domande:<br />

La frase evangelica “chi perde la sua vita la ritrova”<br />

che cosa in<strong>di</strong>ca?<br />

Di fronte alla delusione (per<strong>di</strong>te e sconfitte), come<br />

ri-vivere in una <strong>di</strong>mensione <strong>di</strong> scelta? Come trovare<br />

il coraggio <strong>di</strong> rilanciarsi?<br />

In altre parole: con quale colore e stile scrivere i<br />

miei prossimi 40 anni?<br />

Se non si cade nella tentazione del lasciarsi vivere,<br />

prima del rinnovato “sì” (cioè un “sì” nuovo, <strong>di</strong>verso)<br />

c’è una lotta: è un “sì” prezioso, frutto <strong>di</strong> un conflitto,<br />

<strong>di</strong> resistenze. Come per Giacobbe allo Yabboq<br />

(Gen 32,23-33), per ricevere la bene<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> un<br />

nome nuovo, si deve affrontare la paura <strong>di</strong> un fiume<br />

da attraversare, <strong>di</strong> un fratello - forse nemico - da<br />

abbracciare, e soprattutto della Presenza <strong>di</strong> Dio da<br />

“ricevere addosso”. Presenza che non manca <strong>di</strong> lasciare<br />

un segno del suo passaggio: nel nervo sciatico<br />

leso, nello zoppicare che ne segue, ma anche nella<br />

rinascita <strong>di</strong> un’identità nuova.<br />

“Ma solo allora incomincia la vera battaglia e le cose<br />

si fanno serie. Sì; si fanno serie, innanzitutto perché<br />

si fanno vere”, come afferma C. Carretto nelle sue<br />

Lettere dal deserto. Se il <strong>di</strong>sgusto per la preghiera o<br />

la noia <strong>di</strong> un cammino spirituale (che sembra insipido)<br />

non prende il sopravvento, la lotta è una operazione<br />

<strong>di</strong> scar<strong>di</strong>namento: l’immagine <strong>di</strong> Dio costruita<br />

precedentemente può cadere e lasciare lo spazio<br />

per qualche cosa d’altro, per qualche cosa <strong>di</strong> vero,<br />

per l’Essenziale.<br />

Scegliere dopo questo percorso <strong>di</strong>venta appunto<br />

concentrazione sull’essenziale, che porta a escludere<br />

altre <strong>di</strong>rezioni per in<strong>di</strong>viduarne e preferirne una.<br />

Quella per cui vale la pena.<br />

Il tutto nel frammento. Ciò implica anche scoprire<br />

il “tutto nel frammento”, usando l’espressione <strong>di</strong><br />

von Balthasar, poiché si apre un’area <strong>di</strong> “inutilità” o<br />

gratuità: ci si dà il permesso – a <strong>di</strong>spetto della frenesia<br />

che ci chiede il mondo della produttività – <strong>di</strong><br />

gustare il segmento, il frammento, capace <strong>di</strong> schiudere<br />

verità profonde in cui ci si lascia, talora, entrare.<br />

Gli incontri con le persone e il contatto con la realtà<br />

si fanno più intensi, siamo più attenti alla bellezza<br />

e alla sofferenza.<br />

Ne sgorgano nuove riflessioni sulla vita, sull’esistere:<br />

c’è una fecon<strong>di</strong>tà dell’esplorazione anche a livello<br />

dell’intelligenza. La nostra finestra ci offre ora un<br />

quadro a più sfon<strong>di</strong>, la cui ricchezza è già <strong>di</strong> per sé<br />

una profonda novità e cambia la qualità – e quin<strong>di</strong><br />

la quantità – della nostra vita: l’istante si intensifica<br />

e si <strong>di</strong>lata.<br />

Paradossalmente, proprio il limite con cui ci siamo confrontati<br />

e che ha messo in moto la domanda, <strong>di</strong>lata il<br />

nostro tempo e approfon<strong>di</strong>sce lo spazio interiore.<br />

Amicizie e fratellanze. Se da un lato questa esperienza<br />

ha come con<strong>di</strong>zione quella della solitu<strong>di</strong>ne,<br />

d’altro lato offre spazi per “riallacciamenti” a livello<br />

relazionale, possibili proprio per l’area <strong>di</strong> inutilità che<br />

si è aperta. Fuori dal ruolo (programmato, assegnato<br />

o scelto come protezione), siamo in grado <strong>di</strong> vivere<br />

legami (ripresi o creati) dentro lo spazio libero della<br />

gratuità: talora nasce quella che si chiama amicizia,<br />

che per sua natura è sempre fuori-ruolo; talora si vivono<br />

incontri inattesi, ai margini del percorso, dove lo<br />

sguardo ha più importanza del “che cosa si fa”.<br />

Anche il “fratello” prossimo, quello che mi tocca il<br />

gomito a tavola e che fa rumore oltre la parete, può<br />

cambiare aspetto? Forse aver preso contatto con noi<br />

stessi e aver focalizzato meglio l’Essenziale ci permetterà<br />

<strong>di</strong> gustare il buon sapore del servizio e del<br />

perdono reciproco: il servizio, poiché ogni piccolo<br />

gesto e frammento <strong>di</strong>venta ricco <strong>di</strong> valore; il perdono,<br />

perché ciò che è “giusto” non è più ciò che è<br />

umanamente perfetto.<br />

sr Francesca Bernacchia<br />

<strong>PIccOlO</strong> <strong>RAggIO</strong> 61

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!