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PsG PRIMAVERA '12 via e-mail - Vito Mancuso

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Oggi ancora: Michelangelo e Leonardo. Anche loro sono nella mia vita, e la riempiono.<br />

Dostoevskij e Rilke e sant’Agostino. E gli Evangelisti. Frequento un’ottima società!<br />

E non c’entra più il « bello spirito da letterato » di un tempo: ognuno di loro ha<br />

qualcosa di vero da raccontarmi, e molto da vicino.<br />

Dio, certe volte non si riesce a capire e ad accettare ciò che i tuoi simili su questa terra<br />

si fanno l’un l’altro, in questi tempi scatenati. Ma non per questo io mi rinchiudo<br />

nella mia stanza, Dio: continuo a guardare le cose in faccia e non voglio fuggire<br />

dinanzi a nulla, cerco di comprendere i delitti più gravi, cerco ogni volta di rintracciare<br />

il nudo, piccolo essere umano che spesso è diventato irriconoscibile. In mezzo<br />

alle rovine delle sue azioni insensate. lo non me ne sto qui, in una stanza tranquilla<br />

ornata di fiori, a godermi Poeti e Pensatori glorificando Iddio, questo non sarebbe<br />

proprio tanto difficile, né credo di esser così estranea al mondo come dicono inteneriti<br />

i miei buoni amici.<br />

Ogni persona ha la sua realtà, lo so, ma io non sono un sognatore visionario, una<br />

«bell’anima» ancora un po’ adolescente ... Io guardo il tuo mondo in faccia, Dio, e non<br />

sfuggo alla realtà per rifugiarmi nei sogni - voglio dire che anche accanto alla realtà più<br />

atroce c’è posto per i bei sogni - e continuo a lodare la tua creazione, malgrado tutto!<br />

Pensavo: com’è strano. C’è la guerra. Ci sono campi di concentramento. Piccole barbarie<br />

si accumulano di giorno in giorno. Camminando per le strade, io so che in quella casa<br />

c’è un figlio in prigione, in quell’altra un padre preso in ostaggio, o un figlio diciottenne<br />

condannato a morte. E questo capita a due passi da casa mia. So quanto la gente è<br />

agitata, conosco il grande dolore umano che si accumula e si accumula, la persecuzione<br />

e l’oppressione, l’odio impotente e il sadismo: so che tutte queste cose esistono,<br />

e continuo a guardar bene in faccia ogni pezzetto di realtà nemica.<br />

Eppure, in un momento di abbandono, io mi ritrovo sul petto nudo della vita e<br />

le sue braccia mi circondano così dolci e protettive, e il battito del suo cuore non so<br />

ancora descriverlo: così lento e regolare e così dolce, quasi smorzato, ma così fedele,<br />

come se non dovesse arrestarsi mai, e anche così buono e misericordioso.<br />

Io sento la vita in questo modo, né credo che una guerra, o altre insensate barbarie<br />

umane, potranno cambiarvi qualcosa.<br />

Per me, questo lavoro spirituale, questa intensa vita interiore hanno valore soltanto<br />

a condizione che possano essere proseguiti in qualsiasi circostanza; e se non è possibile<br />

nella pratica, almeno nel pensiero. Altrimenti, tutte le cose che faccio ora sono<br />

solo ‘belle lettere’.<br />

“Lei non si aspetta mai nulla dal mondo esterno e così finisce sempre per ricevere<br />

qualcosa”.<br />

Di solito le disposizioni più minacciose, e ce ne sono parecchie attualmente, vanno a<br />

schiantarsi contro la mia sicurezza e fiducia interiori, e una volta risolte dentro di me,<br />

perdono molto della loro carica paurosa.<br />

E sii pure triste, semplicemente e sinceramente triste, ma non costruirci sopra dei drammi.<br />

Una persona dev’essere semplice anche nella sua tristezza, altrimenti la sua è soltanto<br />

isteria.<br />

Certe volte ho paura di chiamare le cose per nome: forse perché non rimarrebbe più<br />

niente, allora? Le cose devono poter essere chiamate per nome, e se non reggono<br />

a questa prova non hanno il diritto di esistere. Spesso si cerca di salvarle con una sorta di<br />

vago misticismo. Il misticismo deve fondarsi su un’onestà cristallina: quindi prima<br />

bisogna aver ridotto le cose alla loro nuda realtà.<br />

Per umiliare qualcuno si dev’essere in due: colui che umilia, e colui che è umiliato e<br />

soprattutto: che si lascia umiliare. Se manca il secondo, e cioè se la parte passiva<br />

è immune da ogni umiliazione, questa evapora nell’aria. Restano solo delle disposizioni<br />

fastidiose che interferiscono nella vita di tutti i giorni, ma nessuna umiliazione e<br />

oppressione angosciose. Si deve insegnarlo agli ebrei. Stamattina pedalavo lungo<br />

lo Stadionkade e mi godevo l’ampio cielo ai margini della città, respiravo la fresca aria<br />

non razionata. Dappertutto c’erano cartelli che ci vietano le strade per la campagna.<br />

Ma sopra quell’unico pezzo di strada che ci rimane c’è pur sempre il cielo, tutto quanto.<br />

Non possono farci niente, non possono veramente farci niente. Possono renderci la vita<br />

un po’ spiacevole, possono privarci di qualche bene materiale o di un po’ di libertà<br />

di movimento, ma siamo noi stessi a privarci delle nostre forze migliori col nostro<br />

atteggiamento sbagliato: col nostro sentirci perseguitati, umiliati e oppressi, col nostro<br />

odio e con la millanteria che maschera la paura. Certo che ogni tanto si può esser tristi e<br />

abbattuti per quel che ci fanno, è umano e comprensibile che sia così. E tutta<strong>via</strong>: siamo<br />

soprattutto noi stessi a derubarci da soli. Trovo bella la vita, e mi sento libera. I cieli<br />

si stendono dentro di me come sopra di me. Credo in Dio e negli uomini e oso dirlo senza<br />

falso pudore. La vita è difficile, ma non è grave. Dobbiamo cominciare a prendere<br />

sul serio il nostro lato serio, il resto verrà allora da sé: e “lavorare a se stessi” non è proprio<br />

una forma d’individualismo malaticcio. Una pace futura potrà esser veramente tale solo<br />

se prima sarà stata trovata da ognuno in se stesso, se ogni uomo si sarà liberato dall’odio<br />

contro il prossimo, di qualunque razza o popolo, se avrà superato quest’odio e l’avrà<br />

trasformato in qualcosa di diverso, forse alla lunga in amore se non è chiedere troppo.<br />

È l’unica soluzione possibile. E così potrei continuare per pagine e pagine. Quel pezzetto<br />

d’eternità che ci portiamo dentro può esser espresso in una parola come in dieci<br />

volumoni. Sono una persona felice e lodo questa vita, la lodo proprio, nell’anno<br />

del Signore 1942, l’ennesimo anno di guerra.<br />

Ma è meglio abituarci a una certa astinenza in periodi di relativa ricchezza, che esserci<br />

poi costretti in momenti di reale bisogno: quello che otteniamo spontaneamente da noi<br />

stessi ha basi più solide e durature di quello che realizziamo per forza ...<br />

Dobbiamo affrancarci dalle cose materiali ed esteriori a un punto tale che lo spirito possa<br />

continuare comunque il suo cammino, e il suo lavoro.<br />

E così non rivedremo più una brughiera per molto tempo: qualche rara volta sento<br />

questi divieti come una privazione opprimente, ma in genere so che il cielo tutt’intero si<br />

stende sopra di noi, sopra l’unica, stretta strada che ci è ancora consentito di percorrere.<br />

Quante volte ho pregato, neppure un anno fa: Signore, ti prego, rendimi un po’ più semplice.<br />

E se quest’anno mi ha portato qualcosa, è stata proprio<br />

questa maggiore semplicità interiore. E credo che in futuro riuscirò anche a esprimere le<br />

cose difficili di questa vita con parole molto semplici. In futuro.<br />

25

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