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PsG PRIMAVERA '12 via e-mail - Vito Mancuso

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nel mio distacco da tutto ciò che porta la maggior parte delle persone vicino<br />

all’alienazione mentale. Se sapessi con certezza di dover morire la prossima settimana,<br />

potrei rimanere a studiare alla mia scrivania per tutto questo tempo, nella massima<br />

tranquillità di spirito e senza che questa sia una fuga, io so, ora, che vita e morte sono<br />

significativamente legate fra loro. Sarà uno scivolare dall’una nell’altra, anche se la fine<br />

potrà essere triste o persino orribile, nella sua forma esteriore.<br />

La vita è così curiosa e sorprendente e infinitamente piena di sfumature, a ogni curva<br />

del suo cammino si apre una vista del tutto diversa. La maggior parte delle persone<br />

ha nella propria testa delle idee stereotipate su questa vita, dobbiamo nel nostro intimo<br />

liberarci di tutto, di ogni idea esistente, parola d’ordine, sicurezza; dobbiamo avere<br />

il coraggio di abbandonare tutto, ogni norma e appiglio convenzionale, dobbiamo osare<br />

il gran salto nel cosmo, e allora, allora sì che la vita diventa infinitamente ricca e<br />

abbondante, anche nei suoi più profondi dolori.<br />

Vorrei poter avere letto tutto di Rilke, prima che arrivi il giorno in cui forse non potrò<br />

più leggere, per molto tempo.<br />

Ecco, ora si mette un coperchio sul chiasso di questa giornata, e questa sera, con tutta<br />

la pace e la concentrazione che sono in me, è mia. … E ora lascio dietro di me tutte<br />

le dicerie e tutte le realtà, ora si studia e si legge, per tutta una sera, E io, come sto?<br />

Nessuna delle preoccupazioni e delle minacce di questa giornata m’è rimasta attaccata,<br />

sto qui seduta alla mia scrivania così “vergine” e appena nata, così disposta a studiare,<br />

come se nel mondo non succedesse niente. Tutto m’è completamente caduto di dosso,<br />

nulla ha lasciato una traccia, mi sento così “ricettiva” come non mai. La prossima<br />

settimana probabilmente tutti gli olandesi saranno chiamati al controllo. Di minuto<br />

in minuto desideri, necessità e legami si staccano da me, sono pronta a tutto, a ogni<br />

luogo di questa terra neI quale Dio mi manderà, sono pronta in ogni situazione e nella<br />

morte a testimoniare che questa vita è bella e piena di significato, e che non è colpa<br />

di Dio, ma nostra, se le cose sono così come sono, ora, Abbiamo ricevuto in noi tutte<br />

le possibilità per sviluppare i nostri talenti, dovremo ancora imparare a far buon uso<br />

di queste nostre possibilità. È come se in ogni momento altri pesi mi cadano di dosso,<br />

come se tutti i confini che oggi ci sono tra persone e popoli non esistano più; in certi<br />

momenti è proprio come se la vita mi fosse divenuta trasparente e così anche il cuore<br />

umano, e io vedo e vedo e capisco sempre di più, e dentro di me sono sempre,<br />

sempre più in pace, e c’è in me una fiducia in Dio che in un primo tempo quasi<br />

mi spaventava per la sua crescita veloce, ma che sempre più diventa parte di me.<br />

E parole come Dio e Morte e Dolore e Eternità si devono dimenticare di nuovo.<br />

Si deve diventare un’altra volta così semplici e senza parole come il grano che cresce,<br />

o la pioggia che cade. Si deve semplicemente essere.<br />

E io, sono io già abbastanza avanti da poter dire sinceramente: spero di andare<br />

al campo di lavoro, per poter essere di appoggio alle ragazzine di sedici anni che<br />

ci vanno anche loro?<br />

Quel che conta in definitiva è come si porta, sopporta, e risolve il dolore, e se si riesce<br />

a mantenere intatto un pezzetto della propria anima.<br />

In questi ultimi giorni sto percorrendo la vita come se mi portassi dentro una lastra<br />

fotografica che registra esattamente tutto, fin nei minimi dettagli. Sento che ogni cosa<br />

mi entra “dentro” con grande nitidezza di contorni.<br />

Più tardi, forse molto più tardi, svilupperò e stamperò tutte quelle immagini quando<br />

avrò trovato il tono giusto per esprimere questo nuovo modo di sentire la vita. Tutto<br />

dovrebbe tacere finché questo nuovo tono non sia stato trovato. Ma mentre si parla<br />

— il silenzio è piuttosto una scappatoia che una soluzione — si deve cominciare<br />

a cercarlo. La transizione dal vecchio al nuovo tono la si deve poter seguire<br />

in tutti i suoi passaggi.<br />

Un “destino di massa” che si deve imparare a sopportare insieme<br />

con gli altri, eliminando tutti gli infantilismi personali. … Un giorno molto pesante.<br />

Ma ogni volta so ritrovare me stessa in una preghiera, e pregare mi sarà sempre<br />

possibile, anche nello spazio più ristretto. E, come fosse un fagottino, io mi lego<br />

sempre più strettamente sulla schiena, e porto sempre più come una cosa mia<br />

quel pezzetto di destino che sono in grado di sopportare: con questo fagottino<br />

già cammino per le strade.<br />

Si dovrebbe parlare delle questioni più gravi e importanti di questa vita solo quando<br />

le parole ci vengono semplici e naturali come l’acqua che sgorga da una sorgente.<br />

In questo mondo sconvolto, le comunicazioni dirette tra due persone passano ormai<br />

solo per l’anima.<br />

Il buffo è che non mi sento nelle loro grinfie, sia che io rimanga qui, sia che io venga<br />

deportata. Trovo tutti questi ragionamenti così convenzionali e primitivi e non li sopporto<br />

più, non mi sento nelle grinfie di nessuno, mi sento soltanto nelle braccia di Dio per dirla<br />

con enfasi ; e sia che ora io mi trovi qui o … nelle braccia di Dio credo che mi sentirò<br />

sempre. Forse mi potranno ridurre a pezzi fisicamente, ma di più non mi potranno fare.<br />

E forse cadrò in preda alla disperazione e soffrirò privazioni che non mi sono mai potuta<br />

immaginare, neppure nelle mie più vane fantasie. Ma anche questa è poca cosa,<br />

se paragonata a un’infinita vastità, e fede in Dio, e capacità di vivere interiormente.<br />

Può anche darsi che io sottovaluti tutto quanto.<br />

Ogni giorno vivo nell’eventualità che la dura sorte toccata a molti, a troppi, tocchi anche<br />

alla mia piccola persona, da un momento all’altro. Mi rendo conto di tutto fin nei minimi<br />

dettagli, credo che nel mio “confrontarmi” interiore con le cose io stia saldamente<br />

piantata sulla terra più dura della realtà più dura. E la mia accettazione non è<br />

rassegnazione, o mancanza di volontà: c’è ancora spazio per l’elementare sdegno<br />

morale contro un regime che tratta così gli esseri umani. Ma le cose che ci accadono<br />

sono troppo grandi, troppo diaboliche perché si possa reagire con un rancore e con<br />

un’amarezza personali. Sarebbe una reazione così puerile, non proporzionata alla<br />

“fatalità” di questi avvenimenti.<br />

Spesso la gente si agita quando dico: non fa poi molta differenza se tocca partire a me<br />

o a un altro, ciò che conta è che migliaia di persone debbano partire. Non è neppure<br />

che io voglia correre in braccio alla mia morte con un sorriso rassegnato. È il senso<br />

dell’ineluttabile e la sua accettazione, la coscienza che in ultima istanza non ci possono<br />

togliere nulla. Non è che io voglia partire ad ogni costo, per una sorta di masochismo,<br />

o che desideri essere strappata <strong>via</strong> dal fondamento stesso della mia esistenza, ma dubito<br />

che mi sentirei bene se mi fosse risparmiato ciò che tanti devono invece subire. Mi si dice:<br />

una persona come te ha il dovere di mettersi in salvo, hai tanto da fare nella vita, hai<br />

ancora tanto da dare. Ma quel poco o molto che ho da dare lo posso dare comunque,<br />

che sia qui in una piccola cerchia di amici, o altrove, in un campo di concentramento.<br />

E mi sembra una curiosa sopravvalutazione di se stessi, quella di ritenersi troppo preziosi<br />

per condividere con gli altri un “destino di massa”.<br />

Se Dio decide che io abbia tanto da fare, bene, allora lo farò, dopo esser passata per<br />

tutte le esperienze per cui possono passare anche gli altri. E il valore della mia persona<br />

risulterà appunto da come saprò comportarmi nella nuova situazione, E se non potrò<br />

sopravvivere, allora si vedrà chi sono da come morirò. Non si tratta più di tenersi fuori<br />

da una determinata situazione, costi quel che costi, ma di come ci si comporta<br />

e si continua a vivere in qualunque situazione.<br />

Le cose che devo ragionevolmente fare, le farò.<br />

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