prefazione di federico moccia - Assistenza Riparazioni Computer ...

dolcemente inginocchiarsi per essere all’altezza di un
bambino e, guardandolo negli occhi, chiedergli cosa c’è
che non va, quali pensieri lo disturbano, quali emozioni
ha nel cuore.
Questo, i miei genitori, l’hanno saputo fare.
Hanno saputo parlare con me.
Ho avuto un forte, fortissimo sbandamento quando mio papà
è morto.
Un po’ come quel vento di cui parlavo all’inizio.
Quel vento che ti fa vacillare ma non cadere se hai delle
basi solide.
Tu resti attaccato ad un albero con radici robuste e sane
perché sana è stata la tua infanzia.
Mettere da parte le botte e far si che diventi
un’abitudine spiegare tutto, tutto quello che non si deve
fare analizzando insieme i motivi e tutto quello che si
può fare.
“Ogni bambino nasce con il suo fardellino”, mi ha detto
Valeria poco prima che nascesse Giulia.
Chi nasce in una famiglia povera.
Chi in una famiglia troppo ricca da potersi permettere
troppe baby-sitter.
Chi nasce senza padre, chi resta senza madre.
Chi nasce con due genitori che litigano in continuazione
e li vede lanciare oggetti per casa.
Chi non ha una casa.
Chi ha i genitori che vanno fin troppo d’accordo e
viaggiano in continuazione in continue lune di miele
lasciando figli con nonni, zii e tate.
Chi ha i genitori che lavorano troppo e non hanno tempo
per parlare con nessuno, la stanchezza li divora.
Chi ha i genitori che non lavorano.
Chi deve lavorare al posto dei genitori.
Chi non ha i genitori.