prefazione di federico moccia - Assistenza Riparazioni Computer ...

LA BUGANVILLEE NON HA ODORE
Lui l’avrebbe trovato un ago in un pagliaio.
Avrebbe trovato la coca in ogni angolo della terra, in
ogni posto dell’universo.
L’ha cercata a Parigi e l’ha trovata, dopo due soli
secondi.
Se la iniettava perché, a sniffarla, non provava più
nulla.
I muscoli si irrigidivano e il braccio sinistro
cominciava a muoversi da solo.
A volte gli occhi strabuzzavano indietro e la lingua si
infilava in gola passando dal palato e da lì non voleva
andarsene.
Bisognava infilargli un dito in bocca cercando con
l’altra mano di aprirgli le mascelle.
Non so che emozioni provasse e quale fosse il motivo per
cui continuasse a rifarsi ogni volta, so che chi più ami
non riesci né a capirlo né a curarlo e ti schizza dalle
mani senza che tu possa trattenerlo.
Lui era bello, bello davvero.
Alto, spalle larghe, capelli neri leggermente brizzolati,
addominali scolpiti e quelle piccole rughe agli angoli
degli occhi che ridevano quando rideva.
E le fossette agli angoli della bocca che ridevano quando
era felice.
L’ultima volta che l’ho visto era brutto che non si poteva
guardare.
Curvo su se stesso con le ossa che non lo reggevano più e
le rughe degli occhi scomparse nel gonfiore del viso.
L’altra notte l’ho sognato.
Era bello come allora e gli occhi grandi e verdi mi
sorridevano e con un cenno della mano mi salutava seduto
sulla spalliera del mio letto.