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luigi fumi. la vita e l'opera nel 150° anniversario della nascita

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IL MEDIOEVO DI LUIGI FUMI<br />

È comunque indubbio che sul<strong>la</strong> base dei risultati raggiunti, Luigi<br />

Fumi debba iscriversi tra i maggiori rappresentanti al cosiddetto metodo<br />

storico. Verso <strong>la</strong> metà del XIX secolo, superatasi «<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong><br />

storico romantica (neo-guelfa e neo-ghibellina) [...] che aveva tentato<br />

– e in parte v’era riuscita – di fondere <strong>la</strong> filosofia con l’erudizione,<br />

di unire, per dirlo con <strong>la</strong> frase manzoniana, Vico con Muratori » 14 ,<br />

gli studi storici avevano assunto carattere prevalentemente erudito.<br />

Anche <strong>la</strong> storia, sotto l’influenza delle idee comtiane, veniva in tal<br />

modo assoggettata ai principî positivistici; tendeva cioè a conformarsi<br />

al metodo sperimentale delle scienze del<strong>la</strong> natura. Ma sia che dominasse<br />

<strong>la</strong> figura del Vico o quel<strong>la</strong> del Muratori, sia che si praticasse <strong>la</strong><br />

storia filosofica o quel<strong>la</strong> erudita, era sempre il medioevo al centro<br />

dell’indagine, perché si continuava a vedere in esso, soprattutto <strong>nel</strong>l’età<br />

dei Comuni, l’espressione del genio nazionale.<br />

«La ricerca del documento – ha scritto Pietro Egidi, – <strong>la</strong> sottigliezza<br />

<strong>nel</strong>l’esaminarlo, <strong>la</strong> compiutezza dell’informazione divennero le<br />

doti più ricercate in uno studio, fino ad esser talvolta considerate come<br />

le sole necessarie od utili» 15 . In seguito allo straordinario successo<br />

del<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong> positivista, ad infoltire <strong>la</strong> schiera degli storici del medioevo<br />

erano arrivati molti cultori di storia del diritto, molti archivisti e<br />

soprattutto molti studiosi di storia letteraria appartenenti al<strong>la</strong> ‘scuo<strong>la</strong><br />

storica’ e i cosiddetti ‘neo-<strong>la</strong>tinisti’, ovvero i cultori del<strong>la</strong> appena nata<br />

filologia neo<strong>la</strong>tina. Nel contempo, a consolidare il predominio del<strong>la</strong><br />

medievistica, <strong>la</strong> paleografia e <strong>la</strong> diplomatica uscivano dagli archivi dove<br />

erano rimaste fino ad allora relegate come discipline utili solo al<strong>la</strong><br />

«preparazione degli impiegati» 16 , per giungere fino alle aule universitarie,<br />

«come necessario elemento formativo del medievista» 17 e assumere<br />

una fisionomia sempre più scientifica. Agli eruditi dilettanti e<br />

volenterosi venne così a sostituirsi <strong>la</strong> non picco<strong>la</strong> schiera degli uomini<br />

di scuo<strong>la</strong>, degli universitari; ma tutti continuarono ad inseguire i dati<br />

positivi, i documenti che del<strong>la</strong> storia sono testimoni, facendo, in tal<br />

modo, del<strong>la</strong> ricerca dei fatti e degli avvenimenti lo scopo principale<br />

del<strong>la</strong> loro attività 18 . In tale situazione si andò sempre più affermando<br />

14 P. EGIDI, La storia medioevale, Roma, Fondazione Leonardo, 1922, p. 3.<br />

15 Ivi, p. 23.<br />

16 Ivi, p. 22.<br />

17 Ivi.<br />

18 « Quando i fatti sono ben accertati, le costruzioni sistematiche non sono più<br />

necessarie, perché le idee generali risultano naturalmente dai fatti stessi »: così P. VILLA-<br />

RI, I primi due secoli del<strong>la</strong> storia di Firenze, Firenze, Sansoni, s.d. [ma 1945 3 ], p. 17.<br />

15

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