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luigi fumi. la vita e l'opera nel 150° anniversario della nascita

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IL MEDIOEVO DI LUIGI FUMI<br />

cosa egli cerchi <strong>nel</strong>l’età di mezzo, di delineare, in sostanza, quale è il<br />

‘suo’ medioevo. In questa seconda metà dell’Ottocento – ripeto – è<br />

<strong>la</strong> curiosità inarrestabile dell’erudito, non l’interpretazione dello storico<br />

a dominare <strong>la</strong> scena varia e ricchissima del<strong>la</strong> ri<strong>nascita</strong> e del<strong>la</strong> ricreazione<br />

del medioevo. Al di là di ogni fondata ragione riguardo le<br />

origini nazionali che bene potevano ricondursi al medioevo e di tutte<br />

le diverse implicazioni che questo fatto comportava, non si erano non<br />

dico maturate, ma neppure venute prospettando altre motivazioni e<br />

consapevolezze storiografiche, né metodologiche; <strong>la</strong> metodologia, del<br />

resto, non aveva ancora posto e affrontato problemi teorici: era ancora<br />

solo mestiere ed esperienza di mestiere. C’era in tutti, non solo<br />

negli storici, ma anche nei letterati e nei filologi<br />

<strong>la</strong> ferma fiducia di portare una pietra a un edificio di là da costruire, del<br />

quale non si riusciva a vedere, nemmeno <strong>nel</strong> barlume, le linee maestose, ma<br />

che tutti sentivano, comunque, sarebbe sorto un giorno: una storia totale di<br />

quel<strong>la</strong> che essi offrivano solo come porzione; onde quel loro presentarsi come<br />

autori di contributi a un tutto che sarebbe stato, senz’altro, <strong>la</strong> storia di quel<strong>la</strong><br />

città o più ambiziosamente, del comune italiano <strong>nel</strong> Medioevo, o più in là<br />

ancora, dell’Italia <strong>nel</strong> medioevo o dell’Italia in ogni tempo. Gli anni passavano<br />

e quel<strong>la</strong> storia totale non arrivava mai; ma non perciò si scoraggiavano,<br />

chè, anzi, i più arditi e impazienti e intellettualmente meglio dotati rompevano<br />

gli indugi e quel<strong>la</strong> storia totale appunto <strong>la</strong> tentavano, rompendo il bozzolo<br />

dell’erudizione, facendosi senz’altro storici, con grande scandalo degli ze<strong>la</strong>tori<br />

dell’erudizione pura, che si affrettavano ad additare in quel<strong>la</strong> storia, secondo<br />

essi prematura, questo o quell’errore di partico<strong>la</strong>re, a conferma che<br />

l’ora del<strong>la</strong> costruzione non era ancora scoccata, che bisognava tornare ai contributi,<br />

sempre ai contributi, ad assicurarsi le basi prima di tentare ogni volo.<br />

E quale base più necessaria del<strong>la</strong> ricostruzione genuina del testo di una<br />

cronaca, dell’accertamento del valore giuridico e storico di un documento?<br />

Di qui <strong>la</strong> gran parte che questi eruditi prendevano <strong>nel</strong><strong>la</strong> pubblicazione di<br />

edizioni critiche di fonti, narrative e documentarie [...]. Davanti ai loro<br />

occhi balenava l’esempio del<strong>la</strong> Germania, l’esempio del<strong>la</strong> società dei Monumenta<br />

Germaniae Historica, <strong>la</strong> quale, da tre quarti di secolo ormai, veniva<br />

apprestando agli studiosi le sue serie di fonti storiche, affinando sempre più<br />

il metodo filologico 21 .<br />

21 E. SESTAN, L’erudizione storica in Italia, in Cinquant’anni di <strong>vita</strong> intellettuale italiana:<br />

1896-1946. Scritti in onore di Benedetto Croce per il suo ottantesimo <strong>anniversario</strong>,<br />

a cura di C. ANTONI e R. MATTIOLI, vol. II, Napoli, Edizioni scientifiche italiane,<br />

1966, pp. 477-511, ristampato in ID., Scritti vari. III: Storiografia dell’Ottocento e Novecento,<br />

a cura di G. PINTO, Firenze, Le Lettere, 1991, pp. 3-31. La citazione è dalle pp.<br />

486-7 del<strong>la</strong> prima edizione.<br />

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