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■ di Nicola Nicoletti<br />
Lacrime e speranze<br />
nel giorno della<br />
Risurrezione<br />
La luce della Pasqua tra le macerie del mondo<br />
È la Pasqua del Signore, ma come dimenticare chi vive i giorni della<br />
festa pensando ai familiari o agli amici scomparsi sotto le macerie di<br />
un sisma che ha distrutto case e paesi? Haiti, il Cile, le coste del Madagascar,<br />
e prima ancora l’Abruzzo, e le cittadine della Calabria e della<br />
Sicilia, paesi e città devastate da terra e acqua che hanno costretto nella<br />
notte alla fuga dalle proprie abitazioni famiglie intere, dai vecchi ai<br />
bambini? Cristo risorge per tutti, anche per loro. Ma saremo testimoni<br />
credibili della Risurrezione, come lo è stato Bartolo Longo donando noi<br />
stessi alle necessità degli ultimi. Ecco, sarà questa la Pasqua vera, quella<br />
della condivisione, con i vecchi soli, le ragazze madri, gli orfani che<br />
aspettano giorno dopo giorno qualcuno che gli chieda come va. La forza<br />
di agire, sapendo delle necessità di uomini e donne bisognosi d'istruzione,<br />
di aiuti materiali, è stata donata senza dubbi e tentennamenti. La sua<br />
risurrezione da una vita di incertezze e indifferenza alla voce di Dio il<br />
Beato l’ha mostrata, a se stesso e al mondo, con l'impegnare tutto ciò<br />
che aveva in un progetto, a Pompei, per gli altri, ed affidarli, attraverso<br />
il <strong>Rosario</strong>, alla Madonna.<br />
<strong>Il</strong> Sangue dei martiri contemporanei<br />
200 milioni di cristiani perseguitati<br />
Non possiamo dimenticare chi, accomunato a noi dalla fede in Cristo,<br />
ancora oggi è in pericolo di vita a causa della religione. <strong>Il</strong> massacro<br />
di 500 cristiani avvenuto in Nigeria, non può passare inosservato: ci<br />
unisce a questi nostri fratelli il Battesimo, l’ascolto della Parola e la<br />
condivisione del Pane che proprio a Pasqua assume centralità e diviene<br />
dono e senso della fede.<br />
L’essere ancora duramente perseguitati per il credo religioso, e i cristiani<br />
lo sono oltre che in Africa anche in Medio Oriente e in Asia,<br />
come riferisce l’associazione “Aiuto alla Chiesa che Soffre”, ci dà il<br />
senso di quante sofferenze siano ancora presenti per gli annunciatori<br />
del Vangelo. Come ricorda nei suoi scritti René Guitton, “l’Occidente<br />
fa fatica a concepire che i cristiani possano essere perseguitati in quanto<br />
tali”. Anche l’arcivescovo Celestino Migliore, osservatore permanente<br />
della Santa Sede all’Onu, ricorda che l’aumento dell’intolleranza religiosa,<br />
è ben documentato: “quello dei cristiani è il gruppo religioso<br />
Monsignor Romero, vittima per la fede<br />
Sono passati trent’anni dalla morte di mons. Oscar Arnulfo Romero,<br />
arcivescovo di San Salvador, ucciso sull’altare il 24 marzo<br />
del 1980, mentre celebrava la Messa.<br />
Nella basilica romana di Santa Maria in Trastevere l’anniversario<br />
è stato ricordato con una solenne liturgia eucaristica, celebrata<br />
dal card. Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli, a cui<br />
hanno preso parte migliaia di persone.<br />
Nel clima della Guerra fredda, nella periferia centroamericana,<br />
Romero visse e predicò la fede. Vescovo in tempi difficili, pose<br />
se stesso come guida verso la pace, quando non si vedeva lo<br />
sbocco per il domani. Credeva nella forza della fede. «Al di sopra<br />
delle tragedie, del sangue e della violenza, c’è una parola<br />
di speranza che ci dice: esiste una via d’uscita – ha spiegato<br />
Sepe -. Noi cristiani possediamo una forza unica». Resta un<br />
modello di vescovo fedele. Monsignor Romero fu fedelmente<br />
al servizio del Vangelo e della Chiesa. <strong>Il</strong> suo motto episcopale<br />
era "Sentir con la Iglesia".<br />
Lacrime e speranze nel giorno della Risurrezione<br />
più discriminato. Una cifra enorme,<br />
circa 200 milioni, tra le varie<br />
confessioni, vivono in difficoltà a<br />
causa della discriminazione religiosa”.<br />
Nel 2009, scrive l’agenzia<br />
Fides, sono stati uccisi 37 missionari,<br />
30 sacerdoti, 2 religiose, 2<br />
seminaristi, 3 volontari laici, quasi<br />
il doppio dell'anno precedente, il<br />
numero più alto degli ultimi 10<br />
anni, e soprattutto, nel continente<br />
americano. Donne e uomini privati<br />
di esprimere un proprio diritto,<br />
contenuto nella Dichiarazione<br />
dei diritti universali dell’uomo.<br />
Sono tanti coloro che hanno passato<br />
le ultime ore della vita, prima<br />
delle torture e del martirio, con la<br />
corona del <strong>Rosario</strong> tra le mani,<br />
affidando la loro vita a Maria.<br />
Tocca a noi affidare attraverso la<br />
preghiera alla Vergine di Pompei<br />
le loro vite e la loro testimonianza<br />
nel Risorto che vince la morte,<br />
questo è il vero senso della Pasqua<br />
poiché la nostra è una fede della<br />
condivisione, e questa fede nasce<br />
dal mattino di Pasqua.<br />
<strong>Il</strong> <strong>Rosario</strong> e la Nuova Pompei<br />
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Anno 126 - N. 3 - 2010 [102] <strong>Il</strong> <strong>Rosario</strong> e la Nuova Pompei<br />
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Anno 126 - N. 3 - 2010 [103]