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PENTECOSTALE - Assemblee di Dio in Italia

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foglie lucide e sempre ver<strong>di</strong>. Il credente che vive <strong>in</strong><br />

Cristo manifesta il carattere <strong>di</strong> Gesù, <strong>in</strong> lui scorre la<br />

l<strong>in</strong>fa vitale dello Spirito Santo. L’acqua della Parola <strong>di</strong><br />

<strong>Dio</strong> <strong>di</strong>sseta l’anima, rende rigogliosa e verdeggiante<br />

la vita del fedele che <strong>di</strong>mora nel Signore e vive <strong>in</strong> <strong>in</strong>tima<br />

e profonda comunione con Lui: “Beato l’uomo<br />

che non camm<strong>in</strong>a secondo il consiglio degli empi, che<br />

non si ferma nella via dei peccatori, né si siede sul banco<br />

degli schernitori; ma il cui <strong>di</strong>letto è nella legge dell’Eterno,<br />

e su quella legge me<strong>di</strong>ta giorno e notte. Egli sarà come<br />

un albero piantato presso a rivi d’acqua, il quale dà<br />

il suo frutto nella sua stagione, e la cui fronda non appassisce;<br />

e tutto quello che fa, prospererà” (Salmo 1:1-<br />

3).<br />

Il mirto ha fiori bianchi<br />

Il rovo ha fiori ben poco attraenti! Il peccato con<br />

le sue conseguenze deturpa e imbruttisce l’uomo.<br />

Chi vive senza la grazia <strong>di</strong> <strong>Dio</strong> manifesta nei pensieri,<br />

nei sentimenti, nel l<strong>in</strong>guaggio, nella condotta e nel<br />

comportamento ciò che ha nel cuore: “L’uomo buono<br />

dal buon tesoro del suo cuore reca fuori il bene; e l’uomo<br />

malvagio, dal malvagio tesoro reca fuori il male; poiché<br />

dall’abbondanza del cuore parla la sua bocca” (Luca<br />

6:45).<br />

La pianta <strong>di</strong> mirto ha dei fiori bianchi molto belli.<br />

Il colore bianco nella Scrittura ci ricorda la purezza,<br />

la santità. Gesù ha pagato il prezzo <strong>di</strong> riscatto per il<br />

peccatore; chiunque si ravvede dei propri peccati ed<br />

<strong>in</strong>voca la misericor<strong>di</strong>a <strong>di</strong> <strong>Dio</strong> ottiene il perdono, non<br />

c’è peccato che non possa essere purificato dal sangue<br />

dell’Agnello <strong>di</strong> <strong>Dio</strong>: “Venite, e <strong>di</strong>scutiamo assieme, <strong>di</strong>ce<br />

l’Eterno; quand’anche i vostri peccati fossero come lo<br />

scarlatto, <strong>di</strong>venteranno bianchi come la neve quand’anche<br />

fossero rossi come la porpora, <strong>di</strong>venteranno come la<br />

lana” (Isaia 1:18).<br />

Il credente ha la responsabilità <strong>di</strong> “tenere alta la<br />

Parola della vita” e <strong>di</strong> ricercare la pienezza dello Spirito<br />

Santo per vivere <strong>in</strong> modo santo, <strong>in</strong>tegro e retto, aff<strong>in</strong>ché<br />

le sue vesti non siano <strong>in</strong>zaccherate dal peccato,<br />

dal compromesso e da ogni forma <strong>di</strong> male: “Siano le<br />

tue vesti bianche <strong>in</strong> ogni tempo, e l’olio non manchi mai<br />

sul tuo capo” (Ecclesiaste 9:8).<br />

Il mirto ha foglie aromatiche e fiori profumati<br />

Il rovo non emana nessun odore. Chi vive lontano<br />

da <strong>Dio</strong> e non fa del Signore la ragione della propria<br />

vita, conduce un’esistenza scialba, vuota ed <strong>in</strong>appagata.<br />

È un errore, un’illusione pensare <strong>di</strong> trovare<br />

nei piaceri, nei beni <strong>di</strong> questo mondo la gioia, la sod<strong>di</strong>sfazione<br />

e i mezzi per appagare il vuoto del cuore.<br />

Il mirto è una pianta con delle foglie lucide, sempre<br />

ver<strong>di</strong>, aromatiche e con dei fiori profumati. Il<br />

credente che ha fatto una profonda esperienza <strong>di</strong> salvezza,<br />

che vive <strong>in</strong> <strong>in</strong>tima comunione con il Signore, è<br />

una testimonianza evidente dell’opera <strong>di</strong> <strong>Dio</strong>.<br />

Il cristiano testimonia <strong>di</strong> Cristo con la sua vita, la<br />

12 R ISVEGLIO P ENTECOSTALE - LUGLIO/AGOSTO 2007<br />

sua condotta e le sue parole. Il figlio <strong>di</strong> <strong>Dio</strong> è chiamato<br />

a rendere sempre e ovunque una buona testimonianza,<br />

ad essere una luce che risplende <strong>in</strong> questo<br />

mondo <strong>di</strong> tenebre, ad essere il sale della terra <strong>in</strong> una<br />

società scialba e ad emanare sempre il buon odore <strong>di</strong><br />

Cristo: “Ma grazie siano rese a <strong>Dio</strong> che sempre ci conduce<br />

<strong>in</strong> trionfo <strong>in</strong> Cristo, e che per mezzo nostro spande<br />

da per tutto il profumo della sua conoscenza. Poiché noi<br />

siamo <strong>di</strong>nanzi a <strong>Dio</strong> il buon odore <strong>di</strong> Cristo” (II<br />

Cor<strong>in</strong>zi 2:14).<br />

Il mirto porta frutto<br />

Esistono circa 300 specie <strong>di</strong> rovi e sono pochissimi<br />

quelli che portano frutto. La vita <strong>di</strong> chi è senza la<br />

grazia <strong>di</strong> <strong>Dio</strong> è caratterizzata dalla sterilità, dall’ari<strong>di</strong>tà<br />

ed è dall’<strong>in</strong>fruttuosità spirituale. Come il frutto<br />

qualifica l’albero, allo stesso modo la condotta, il<br />

comportamento, gli atteggiamenti, il l<strong>in</strong>guaggio,<br />

l’abbigliamento qualificano il credente: “Non v’è <strong>in</strong>fatti<br />

albero buono che faccia frutto cattivo, né vi è albero<br />

cattivo che faccia frutto buono; poiché ogni albero si<br />

riconosce dal suo proprio frutto; perché non si colgono fichi<br />

dalle sp<strong>in</strong>e, né si vendemmia uva dal pruno” (Luca<br />

43, 44).<br />

Il cristiano è prima <strong>di</strong> tutto chiamato a portare<br />

frutto per quello che è me<strong>di</strong>ante la salvezza: “O voi<br />

fate l’albero buono e buono pure il suo frutto, o fate l’albero<br />

cattivo e cattivo pure il suo frutto; perché dal frutto<br />

si conosce l’albero” (Matteo 12:33). Il frutto dello Spirito<br />

Santo è la manifestazione del carattere <strong>di</strong> Cristo<br />

manifestato dal credente nel suo temperamento: “Il<br />

frutto dello Spirito, <strong>in</strong>vece, è amore, allegrezza, pace,<br />

longanimità, benignità, bontà, fedeltà, dolcezza, temperanza”<br />

(Galati 5:22).<br />

Il cristiano non solo porta frutto nella sua vita,<br />

ma anche con la sua opera. La salvezza, la pienezza<br />

dello Spirito Santo e la consacrazione a <strong>Dio</strong> mettono<br />

il credente nella con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> portare frutto con il<br />

suo servizio alla gloria del Signore, per l’e<strong>di</strong>ficazione<br />

della chiesa e per l’evangelizzazione dei perduti: “Io<br />

sono la vera vite, e il Padre mio è il vignaiuolo. Ogni<br />

tralcio che <strong>in</strong> me non dà frutto, Egli lo toglie via; e ogni<br />

tralcio che dà frutto, lo rimonda aff<strong>in</strong>ché ne <strong>di</strong>a <strong>di</strong> più.<br />

Voi siete già mon<strong>di</strong> a motivo della parola che v’ho annunziata.<br />

Dimorate <strong>in</strong> me, e io <strong>di</strong>morerò <strong>in</strong> voi. Come<br />

il tralcio non può da sé dar frutto se non rimane nella<br />

vite, così neppur voi, se non <strong>di</strong>morate <strong>in</strong> me. Io son la<br />

vite, voi siete i tralci. Colui che <strong>di</strong>mora <strong>in</strong> me e nel quale<br />

io <strong>di</strong>moro, porta molto frutto; perché senza <strong>di</strong> me non<br />

potete far nulla. In questo è glorificato il Padre mio: che<br />

portiate molto frutto, e così sarete miei <strong>di</strong>scepoli. Non<br />

siete voi che avete scelto me, ma son io che ho scelto voi, e<br />

v’ho costituiti perché an<strong>di</strong>ate, e portiate frutto, e il vostro<br />

frutto sia permanente” (Giovanni 15:1-5, 8, 16).<br />

Paolo Faia

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