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BRIXIA SACRA<br />

te che per pompa alcuna. Mostrano anco che questo monasterio regio fosse fabricato di<br />

pietre fine e lavorate le colonne rotte et i capitelli diversi che pur anco si vedono in più<br />

luoghi della chiesa e del monasterio et anco si può considerare la bellezza et comodità<br />

di questo luogo nel suo primiero stato da gli residui della fontana de gli doi vasi che<br />

sono in chiesa, che sono il terraneo et il mezzano ritrovandosi ’l superiore dentro nel<br />

monasterio, il quale benché spezzato, contiene nondimeno fin hora alcuni spinelli.<br />

Insomma bisogna dire che fosse il tutto di rara bellezza et che la chiesa che hora si<br />

vede non sia in alcuna parte quella che fece fare il re Desiderio ma a essere stata fatta<br />

poveramente da diversi abbati et monaci, come si dirà et in particolare da Gonterio.<br />

Questa destruttione fu fatta essendo abbate il soprannominato Tedaldo, il quale<br />

perciò non si spaventò, ma sei anni doppo quella rovina presentossi dinnanzi a papa<br />

Innocentio 2° quale si trovava in Brescia et impetrò da lui un breve col quale vennero<br />

gli già nominati luoghi 43 dell’abbadia confirmati, et fu concesso di novo all’abbate di<br />

vestire come vescovo, di fare l’olio Santo chiamato Chrisma et di consecrar altari, il tutto<br />

come nelli altri privilegi. Ponendo di più la scomunica non solo a secolari, ma a<br />

vescovi et arcivescovi che ardissero molestare il monasterio. Qual breve fu dato in Brescia<br />

l’anno 1133, sottoscritto da esso papa e da quattro cardinali e sugellato.<br />

Parimente papa Eugenio 3° fece un privilegio a questo monasterio nel quale<br />

dichiara che vescovo o arcivescovo alcuno habbia che fare in esso et conferma<br />

quant’havessero fatto gli suoi antecessori, nominando i luoghi dati a quest’abbadia.<br />

Qual privilegio fu fatto nel 1146 ad instantia dell’abbate Honesto et segnato di mano<br />

di Sua Santità e da sei cardinali et sugellato et dato in Viterbo.<br />

[c. 370r] Dieci anni doppo il sopradetto privilegio lo stesso abbate Honesto andò<br />

innanzi ad Adriano papa, il quale successe ad Eugenio et ottenne da lui privilegio di<br />

riscuoter decime novali et di portar la mitra ne’ concili de pontefici et altri ornamenti<br />

episcopali nelle solennità delle messe e divini officii, giusta il tenore delli altri privilegi<br />

concessi. Il qual privilegio fu fatto l’anno del Signore 1166 e sottoscritto dall’istesso<br />

Adriano e da diversi cardinali, col sigillo.<br />

Nell’anno 1166 trovo abbate un Ebolino Franco, il quale applicò i beni ch’aveva<br />

l’abbadia nella terra di Ghedi al servitio delli infermi, de quali era priore et custode un<br />

certo Goterio, il che appare da una scrittura vecchia.<br />

L’anno poi 1176, essendo abbate un monaco chiamato Daniele il quale impetrò un<br />

altro privilegio pontificio, che più amplamente conferma gli altri et nomina privilegi de<br />

pontefici che non habbiamo veduto ancora, come anco di questo non s’haveva copia<br />

alcuna. Ma Eugenio papa 4°, che fu del 1434, concesse un altro breve ad un Ottobone<br />

abbate di quel tempo, nel quale confirmando i privilegi de’ suoi antecessori, nomina<br />

anche questo, il quale con gli altri si è ritrovato nella Camara Apostolica et replica<br />

di parolla in parolla un breve di papa Alessandro Quarto che fu nella Sede molti anni<br />

prima d’Eugenio, il quale non è peranco registrato al libro de registri dove sono gli<br />

altri, ma si dovrà registrare nell’avvenire.<br />

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