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Ultime acquisizioni librarie novembre 2011 - biblioteca comunale di ...

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guerra, ma anche la spontaneità dell'infanzia, la natura madre e matrigna, l'o<strong>di</strong>o che contamina e deturpa, la forza<br />

invincibile dell'amore. Una galleria <strong>di</strong> voci e <strong>di</strong> volti, che parlano <strong>di</strong> una sapienza antica, che non c'è più.<br />

La mano che teneva la mia / Maggie O'Farrell ; traduzione <strong>di</strong> Valeria Bastia<br />

O'FARRELL, Maggie<br />

Parma : Guanda, <strong>2011</strong> 379 p. ; 22 cm<br />

Nella vitale Londra del secondo dopoguerra, la giovane Lexie Sinclair, appena arrivata dalle campagne del<br />

Devon, sente che tutto è possibile. Mentre cerca <strong>di</strong> realizzare il sogno <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare giornalista, viene in contatto<br />

con un mondo pervaso da uno straor<strong>di</strong>nario fermento culturale: la Soho degli anni Cinquanta. Quartiere bohème<br />

<strong>di</strong> locali rumorosi, prostitute, immigrati, e <strong>di</strong> artisti e intellettuali, come Francis Bacon, Lucien Freud o John<br />

Deakin. Qui Lexie trova anche l'amore in un uomo più grande <strong>di</strong> lei, un importante e<strong>di</strong>tore. Nella Londra <strong>di</strong> oggi,<br />

Elina, una giovane artista finlandese, ha in comune con la sua coetanea <strong>di</strong> cinquant'anni prima la grande<br />

attrazione per questa città e la voglia <strong>di</strong> affermarsi nel proprio lavoro. Ma Elina è <strong>di</strong>ventata mamma da poco e<br />

fatica a superare le <strong>di</strong>fficoltà delle prime settimane a casa con un neonato. Ted, il padre del bambino, le sta<br />

accanto in questo momento delicato e anche lui fa i conti con la paternità. Guardando il figlio, la mente <strong>di</strong> Ted<br />

corre alla propria infanzia, ma riaffiorano immagini, ricor<strong>di</strong>, pensieri che non coincidono con quello che lui sa del<br />

proprio passato... Un romanzo cinematografico e insieme poetico che avvicina sino a fonderle due storie unite da<br />

un legame segreto.<br />

La vera <strong>di</strong>eta anticancro / David Khayat ; con la collaborazione <strong>di</strong> Nathalie Hutter-<br />

Lardeau e France Carp ; traduzione <strong>di</strong> Giuseppe Cospito<br />

Khayat, David<br />

Milano : Mondadori, c2001 304 p. ; 23 cm.<br />

"Ho deciso <strong>di</strong> scrivere questo libro quando ho sentito un mio amico sostenere con grande serietà che lo zucchero bianco<br />

è cancerogeno." In quel momento il dottor Khayat, oncologo <strong>di</strong> fama internazionale, presidente dell'Istituto Nazionale<br />

dei Tumori in Francia, ha capito che bisognava far definitivamente chiarezza sul rapporto tra l'alimentazione e il cancro.<br />

Troppe erano le convinzioni, prive <strong>di</strong> alcun fondamento scientifico, che stavano con<strong>di</strong>zionando la <strong>di</strong>eta delle persone<br />

pur <strong>di</strong> prevenire la malattia. Non è vero che la carne rossa favorisce il cancro al colon. È falso che il vino rosso dopo il<br />

primo bicchiere <strong>di</strong>venta pericoloso. Non bisogna mangiare cinque porzioni <strong>di</strong> frutta e verdura tutti i giorni perché così si<br />

finisce solo per ingerire importanti quantitativi <strong>di</strong> pestici<strong>di</strong>. Il pesce fa bene ma attenzione a salmone e tonno che sono<br />

ricchi <strong>di</strong> mercurio. Nella Vera <strong>di</strong>eta anticancro queste e molte altre <strong>di</strong>cerie vengono finalmente smontate partendo da<br />

una solida base scientifica maturata in più <strong>di</strong> trent'anni <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> e ricerche. Una volta per tutte il dottor Khayat ci spiega<br />

in che modo e con quali alimenti ognuno <strong>di</strong> noi può davvero dare un valido contributo alla lotta contro il cancro.<br />

La sentenza / Valerio Varesi<br />

Varesi, Valerio<br />

[s.l.] : Frassinelli, <strong>2011</strong> 277 p. ; 21 cm<br />

1944, carcere <strong>di</strong> San Francesco a Parma. Il rombo degli aerei alleati fa tremare le pareti e il cuore <strong>di</strong> uomini capaci dei<br />

delitti più atroci, adesso tutti pronti a sostituire con il crocefisso la pistola o il coltello. Tranne uno. Lo chiamano<br />

Bengasi, perché è stato nella Legione straniera, dove si era rifugiato per sfuggire ai molti guai combinati in gioventù.<br />

È un avventuriero inquieto e per lui le bombe sarebbero una liberazione. Stesso anno, stessa notte. Carcere <strong>di</strong> San<br />

Vittore a Milano. Il bombardamento della città, uno dei tanti ormai, sfiora le mura senza toccarle. Un gruppetto <strong>di</strong><br />

prigionieri comuni è convocato dalla guar<strong>di</strong>a fascista. Tutti temono il peggio, ma ce n'è uno che nella vita è sempre<br />

riuscito a cavarsela, sempre ai margini, sempre <strong>di</strong>sposto a tutto. Forse, pensa, anche questa è un'opportunità. Bengasi<br />

riesce a scappare, e sa che la sua unica possibilità <strong>di</strong> salvezza è la guerriglia, quella dei partigiani nascosti lì, tra le<br />

montagne. L'altro coglie al volo la proposta del fascista e accetta <strong>di</strong> infiltrarsi nella Quarantasettesima brigata<br />

Garibal<strong>di</strong>, partigiani del Parmense, come spia: non è la prima volta che fa un lavoro sporco, e comunque è sempre<br />

meglio che rimanere rinchiuso in una cella. Accetta anche il suo nome <strong>di</strong> battaglia, Jim, che gli viene affibbiato con<br />

ironico <strong>di</strong>sprezzo, citando Conrad. Jim e Bengasi sono due uomini ai quali una notte ha cancellato il passato e<br />

regalato un futuro. Sono due partigiani per caso. La montagna unisce i loro destini, l'amicizia li rende inseparabili...

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