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Editoriale | Le cure primarie: una priorità per il servizio sanitario<br />

4<br />

viene comunemente definita come Long Term<br />

Care (LTC); la necessità di assicurare la continuità<br />

assistenziale (verticale) tra i diversi livelli di<br />

risposte al bisogno, sia a livello di territorio che<br />

di ospedale.<br />

Bisogna però rilevare che, se le linee di sviluppo<br />

dell’assistenza ospedaliera sono, da questo<br />

punto di vista, chiare e facilmente definibili, non<br />

lo sono altrettanto quelle dell’assistenza territoriale,<br />

che soffre ancora oggi, a trenta anni dalla<br />

riforma, di un’eccessiva “compartimentazione”<br />

dei servizi.<br />

Luci ed ombre sull’assistenza territoriale, quindi.<br />

Infatti, da un lato abbiamo assistito in questi<br />

ultimi anni allo sviluppo dei servizi della residenzialità,<br />

attraverso il superamento della RSA,<br />

in direzione di strutture multifunzionali con maggior<br />

contenuto sanitario a vario titolo definite:<br />

ospedale di comunità, country hospital, hospice,<br />

cure palliative ecc., tutte forme di assistenza<br />

orientate a raggiungere il superamento della residenzialità<br />

tradizionale.<br />

È anche da rilevare come si sia verificato un costante<br />

sviluppo e una crescita esponenziale dell’assistenza<br />

specialistica e della diagnostica ambulatoriale,<br />

in conseguenza dell’“espulsione” delle prestazioni<br />

inappropriatamente erogate in ospedale.<br />

Tuttavia, senza dubbio, si riscontra ancora una<br />

separatezza, in assenza di un adeguato coordinamento,<br />

di servizi che pure sono fortemente radicati<br />

sul territorio, come quelli relativi alla salute<br />

mentale, alle dipendenze, così come si registra l’esigenza,<br />

da più parti reclamata, di linee omogenee<br />

condivise per lo sviluppo dell’assistenza riabilitativa,<br />

che si caratterizza ancora in forme fortemente<br />

diversificate tra regione e regione.<br />

Permane infine una criticità nella relazione<br />

tra i bisogni complessivi di una comunità nella<br />

sua interezza e il Distretto, che appare a volte<br />

marginale rispetto ai percorsi assistenziali relativi<br />

ai bisogni maggiormente diffusi della popolazione.<br />

Un peso tutto particolare nella riorganizzazione<br />

dei servizi territoriali assume la figura del<br />

medico di medicina generale, per il quale – e ne<br />

sono testimonianza i contributi pubblicati in<br />

questo numero di <strong>Monitor</strong> – la tradizionale attività<br />

di attesa nel proprio ambulatorio appare<br />

sempre più inadeguata rispetto alle nuove esigenze<br />

poste dal crescere delle patologie croniche<br />

che richiedono – a fini preventivi e di controllo<br />

– una funzione “attiva” del medico, lo sviluppo<br />

cioè di quella che viene chiamata “medicina<br />

di iniziativa”.<br />

Non è difficile prevedere che la nuova sfida<br />

del sistema sanitario nell’immediato futuro sarà<br />

riuscire a mettere ordine nell’insieme delle attività<br />

territoriali partendo da percorsi assistenziali<br />

integrati, ormai ben conosciuti, relativi alle patologie<br />

croniche di maggiore impatto.<br />

Le coordinate di questa riorganizzazione –<br />

che d’altra parte costituiscono esse stesse “problemi”<br />

– sono abbastanza chiare: da una parte<br />

l’adozione di terminologie e definizioni condivise<br />

e comuni che consentano di confrontare<br />

esperienze e sperimentazioni; dall’altra lo sviluppo<br />

di sistemi informativi efficienti per valutare<br />

le risorse impiegate, l’attività svolta, gli esiti<br />

delle cure.<br />

Ma, soprattutto, l’elemento che costituisce il<br />

maggior impegno che abbiamo di fronte è l’individuazione<br />

di modalità e strumenti per l’integrazione<br />

trasversale delle competenze e dei servizi.<br />

In questo quadro, il Distretto dovrà trovare il<br />

modo di affermare un proprio ruolo nella lettura<br />

dei bisogni di una popolazione e di sviluppare<br />

la capacità di indirizzare e avviare il cittadino<br />

verso percorsi assistenziali guidati che non rap-

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