Pagine 97-128 - Centro di Ricerche Storiche Rovigno
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4 - TITOLO: Buie<br />
3 - TITOLO: Albona<br />
DESCRIZIONE: Pianta degli e<strong>di</strong>fici dell’Ospizio dei Minori Conventuali e sue pertinenze.<br />
AUTORE: n. i.<br />
DATA: 1796<br />
SCALA: n. i.<br />
DIMENSIONI: mm. 316 X 460<br />
COLL. ARCHIVISTICA: Fondo “Aggiunto sopra monasteri”, b. 65, <strong>di</strong>s. 1.<br />
NOTE: le <strong>di</strong>verse parti del tipo sono <strong>di</strong>stinte con lettere che trovano corrispondenza nella legenda;<br />
allegata alle scritture formanti il fascicolo n. 432 del 1796, 22 novembre.<br />
LEGENDA: Disegno delle Fabbriche, Postisie e seraglia all’intorno dell’Ospizio de’ Minori Conventuali nel suburbio<br />
della terra d’Albona: A. - Fabbrica dell’Ospizio; B. - Chiesa; C. - Cimiterio con Sepoltuarj; D. - Transiti, ò sia Postisie;<br />
E. - Orto contornato da muro, con entro tre Pergole, e Tavola <strong>di</strong> Pietra; G. - Strada ad uso dell’ Ospizio; K. - Portieri<br />
d’ingresso nella Seraglia; H. - Strada; I. - Stradella; - L. Stalla.<br />
TESTO: CAMPO ARRATIVO; BOSCO; VALLE VIDEGATA; CAMPO ARRATIVO; VIGNALE; VIDEGATO, BOSCO.<br />
DESCRIZIONE: schizzo dell’area tra la porta citta<strong>di</strong>na, la chiesa della B.V. della Misericor<strong>di</strong>a e la<br />
loggia con segnato in basso a destra il fondo pubblico “da fabricarsi” richiesto in investitura dal<br />
supplicante Vincenzo Sabaz per erigervi una bottega <strong>di</strong> fabbro (1756).<br />
AUTORE: Crusilla Nicolò.<br />
DATA: 1756, 1 marzo, Buie.<br />
SCALA: n. i.<br />
DIMENSIONI: mm. 396 X 289.<br />
COLL. ARCHIVISTICA: Fondo “Rason Vecchie”, b. 1<strong>97</strong>, <strong>di</strong>s. 839.<br />
NOTE: investitura <strong>di</strong> un fondo contiguo alle mura con facoltà <strong>di</strong> appoggiarsi ad esse con la<br />
propria casa. Terminazione del 30 aprile 1756.<br />
TESTO: Chiesa; Campo della Chiesa; Scalini avanti la chiesa; Mura pubblica; piazale libero; Strada che conduce<br />
nella Tera <strong>di</strong> buie; dalla mura plublica sino alli scalini della chiesa sono passi n.o 16; piazale libero <strong>di</strong><br />
longeza passi n.o 30; porta; piazale libero passa n.o 30 <strong>di</strong> longeza; logia; mura <strong>di</strong>rocata; fondo da fabricarsi<br />
longeza passa n.o 12; largeza passi 47; mura plubica <strong>di</strong>rocata.<br />
5 - TITOLO: Buie<br />
DESCRIZIONE: pianta dell’area fuori le mura del castello, tra la chiesa della B.V.<br />
della Misericor<strong>di</strong>a e la loggia, con “parte <strong>di</strong> terreno supplicato da Vincenzo<br />
Sabaz” per erigervi la suddetta bottega <strong>di</strong> fabbro.<br />
AUTORE: Bighignato Cristoforo, pubblico ingegnere.<br />
DATA: 1758, 30 giugno.<br />
SCALA: Pie<strong>di</strong> 60.<br />
DIMENSIONI: mm. 478 X 350.<br />
COLL. ARCHIVISTICA: Fondo “Senato Mar”, b. 1094, <strong>di</strong>s. 4.<br />
NOTE: allegata a parte del Senato del 28 aprile 1759.<br />
LEGENDA: Ad istanza della Spett. Communità <strong>di</strong> Buje mi sono portato io sottoscritto al<br />
castello <strong>di</strong> Buje nel luoco della Ven. Chiesa della B.V. della misericor<strong>di</strong>a situata fuori<br />
della Mura, ed ivi ho preso misura, e formato il <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> quella situazione, contenente<br />
la pianta della chiesa stessa con la Piazza circondata <strong>di</strong> muro, ed in particolare<br />
il Terreno supplicato da Vincenzo Sabas per stabilirvi una Bottega ad uso <strong>di</strong> Fabro, che è il compreso da linee punteggiate <strong>di</strong> rosso alla Lettera<br />
I entro la Piazza stessa, ed avanti la Chiesa, con cui venirebbe ad occuparla nella miglior parte, con porzione della Pubblica strada che porta a<br />
Buje, con quel <strong>di</strong> più, che nel presente viene fedelmente <strong>di</strong>mostrato in qui. Terminato in Capo<strong>di</strong>stria li 30 giugno 1758. Cristoforo Bighignato Ing.<br />
aff.mo con giuramento. A - Ven. Chiesa della B. V. della misericor<strong>di</strong>a; B - Sacristia; C - Campanile; D - Mura con Balaustri <strong>di</strong> Pietra; E - Salizzo <strong>di</strong><br />
pietre annesso alla Chiesa; F - Mura del Castello <strong>di</strong> Buje; G - Porta del Castello; H - Mura che sostiene la Piazza; I - Parte <strong>di</strong> terreno della Piazza<br />
supplicato da Vincenzo Sabas; K - Casetta ultimam.te eretta sopra terreno comunale fuori della mura della Piazza.<br />
TESTO: Ponente; Terreno communale; STRADA COMUNE; Mezzo<strong>di</strong>; Levante; Loggia; Tramontana.<br />
NOTA DI COMMENTO (G. CANIATO): Accurata planimetria della chiesa della Beata Vergine della Misericor<strong>di</strong>a e delle imme<strong>di</strong>ate a<strong>di</strong>acenze, all’esterno della cinta<br />
muraria del castello <strong>di</strong> Buie. Da notare il largo utilizzo della pietra viva, visualizzata con pezzature e tagli <strong>di</strong>versi, per selciare la “strada commune” sottostante la chiesa,<br />
che conduce alla pubblica loggia e all’ingresso del castello; per il “salizzo <strong>di</strong> pietre annesso alla chiesa” (identificato nel <strong>di</strong>segno con la lettera E), velato <strong>di</strong> grigio forse<br />
per <strong>di</strong>stinguerlo dal biancheggiante sagrato coperto da gran<strong>di</strong> lastroni rettangolari, ovviamente in “pietra d’Istria”. Il pavimento interno della chiesa è invece impreziosito<br />
da quadrelli <strong>di</strong> marmo bianco e rosso <strong>di</strong>sposti ‘a scacchiera’, soluzione riscontrabile in consimili manufatti <strong>di</strong> culto soprattutto d’impianto o <strong>di</strong> rifacimento Sei-<br />
Settecenteschi. Il <strong>di</strong>segno, realizzato dall’ingegner Cristoforo Bighignato e datato 30 giugno 1758, venne commissionato al fine <strong>di</strong> identificare la porzione <strong>di</strong> terreno<br />
(in<strong>di</strong>cata con la lettera I e delimitata dalla linea tratteggiata rossa) sul quale mistro Vicenzo Sabas aveva presentato istanza “per stabilirvi una bottega ad uso <strong>di</strong> fabbro”.<br />
Sulla scorta <strong>di</strong> due precedenti <strong>di</strong>segni, rivelatisi imprecisi, il Magistrato delle Rason vecchie nel 1756 aveva concesso l’investitura del terreno, avverso la quale aveva fatto<br />
ricorso la Comunità <strong>di</strong> Buie, sostenendo che l’e<strong>di</strong>ficio progettato “s’estenderebbe ad occupare parte della pubblica strada e questo ingombro impe<strong>di</strong>rebbe il libero<br />
transito a’ carri, oltre riuscir indecente al vicino santuario”. Nel suo <strong>di</strong>spaccio del 12 luglio 1758 il podestà <strong>di</strong> Capo<strong>di</strong>stria non manca <strong>di</strong> segnalare il “pubblico<br />
<strong>di</strong>sservizio” che tale costruzione provocherebbe, poiché “si toglierebbe il commodo <strong>di</strong> radunare in quel luoco le cernide (milizie territoriali) per farvi li mostrini<br />
secondo la prattica” e inoltre “non potrebbe più aver accesso quel copioso numero <strong>di</strong> popolo solito concorrervi in occasione della solenne festività <strong>di</strong> quella chiesa”.<br />
Recatosi personalmente in sopralluogo, benché il viaggio fosse “montuoso e fasti<strong>di</strong>oso oltremodo nella corrente stagione” e, non mancherà <strong>di</strong> rimarcarlo, “senza alcun<br />
pubblico o privato aggravio” per quella trasferta, il podestà fece re<strong>di</strong>gere l’allegato <strong>di</strong>segno affidato all’ingegner Bighignato, ritenendo “che nel contrasto <strong>di</strong> due <strong>di</strong>segni<br />
affatto contrari, si dovesse decidere la questione col terzo”. Verificati con i rappresentanti della locale comunità i dubbi ed i contrasti insorti, il Valier conclude<br />
manifestando le proprie riserve in or<strong>di</strong>ne all’investitura a suo tempo concessa. Con decreto del 28 aprile successivo il Senato annullò il suo precedente decreto <strong>di</strong><br />
ratifica della terminazione delle Rason vecchie, <strong>di</strong>sponendo la restituzione a mistro Sabaz della somma che egli aveva già esborsato.<br />
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