Pagine 97-128 - Centro di Ricerche Storiche Rovigno
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44 - TITOLO:<br />
Momorano (e Carnizza)<br />
DESCRIZIONE: mappa degli agri <strong>di</strong> Momorano e<br />
Carnizza, interessati dall’arrivo <strong>di</strong> nuovi<br />
immigrati.<br />
AUTORE: Massimo de Massimj, pubblico perticator e<br />
<strong>di</strong>segnador.<br />
DATA: 1565, 23 novembre.<br />
SCALA: n. i.<br />
DIMENSIONI: mm. 430 X 557.<br />
COLL. ARCHIVISTICA: Fondo “Beni inculti”, rotolo<br />
343, mazzo 15, <strong>di</strong>segno 8.<br />
NOTE: <strong>di</strong>segno su carta con colorazioni ad<br />
acquerello.<br />
LEGENDA: Io Massimo de Massimj publico perticator et<br />
<strong>di</strong>segnador ho fatta la presente copia trata dal original<br />
del uff.o <strong>di</strong> beni inculti ad instantia delli homini della<br />
villa de momoran contra de pola 1565 adì 23 nouembre.<br />
TESTO: CASA PADERNO; PONTA DE VIGNOLE; CAVRAN M.; BRAIC (sic!); CASTION; CORTICHIS; CARNIZA VILLA SOTO MOMORAN; MONTE CAVRAN;<br />
CARNIZZA VILLA; MOMARAN; val della moza; Lago de la moza; MARZANA.<br />
45 - TITOLO: Montona<br />
DESCRIZIONE: mappa delle delimitazioni confinarie tra<br />
la Repubblica e gli Imperiali nel contado <strong>di</strong> Montona<br />
con una raffigurazione immaginaria del suo castello,<br />
con le mura e le 5 torri, e <strong>di</strong> altre località minori.<br />
AUTORE: n. i.<br />
DATA: 1678.<br />
SCALA: n. i.<br />
DIMENSIONI: mm. 605 X 450.<br />
COLL. ARCHIVISTICA: Fondo “Senato, Dispacci Rettori<br />
Istria”, b. 61, <strong>di</strong>s. 1.<br />
NOTE: allegato al <strong>di</strong>spaccio del 6 giugno 1678,<br />
Capo<strong>di</strong>stria.<br />
LEGENDA: Confini <strong>di</strong>chiariti nella <strong>di</strong>manda <strong>di</strong> Montona 17 Zugno<br />
1535 principando da Dogliabrot seu Sergogninastena segnato<br />
con la + negra sino al Lago <strong>di</strong> Ternouizza per la linea negra<br />
segnata (con l’in<strong>di</strong>ce della mano, n.d.a.) <strong>di</strong> nero. Confini stabiliti<br />
d’Arbitri 1535, 8 Ottobre cominciano dal Lago Ternuizza per<br />
la linea rossa fino alla Sergogninastena ouero gran Grotta.<br />
Confini contenuti nel Registro 18 Ottobre 1535 dal Lago<br />
Ternuizza per la linea rossa alla Crosera segnata con la lettera F.<br />
P:o confine uiolato sotto Cascerga nella Valle alla Roia segnato con lettera E; 2:o Confine uiolato detto Mozille segnato con lettera D; 3:o Confine<br />
uiolato sopra il Monte Zuffo segnato con lettera C; 4:o Confine uiolato Case Vucotouich segnato con lettera B; 5:o Confine uiolato poco lontano della<br />
gran Grotta segnato con lettera A; Terreno detto le <strong>di</strong>fferenze segnato con lettera G.<br />
TESTO: Villa Padua; S. Lorenzo; Villa de Treuiso; Bolaso; Golobernizza; S. Teodoro; S. Martin; Lago <strong>di</strong> Pozzana; Lago <strong>di</strong> Ternouizza; Villa Cascerga;<br />
Horti della Villa sudetta; Badan; Roia Giuboviza; Crosera; Bosco della Valle <strong>di</strong> Montona; Villa <strong>di</strong> Zumesco; Dogliabrot seu Sergogninastena ouero<br />
uolgarmente Gran Grotta; Montona.<br />
NOTA DI COMMENTO (G. CANIATO): Il <strong>di</strong>segno evidenzia con una linea rossa i confini stabiliti dalla ‘commissione arbitrale’ il giorno 8 ottobre 1535, tracciati dal Lago <strong>di</strong><br />
Ternovizza fino a “Dogliabrot seu Sergogninastena, overo volgarmente Gran Grotta”, quest’ultima identificata con una croce nera all’estremità inferiore sinistra del<br />
<strong>di</strong>segno. La linea confinaria si <strong>di</strong>scostava da quella, proposta dalla comunità <strong>di</strong> Montona nel giugno precedente, che si <strong>di</strong>panava superiormente alla prima lungo la<br />
roia (roggia, ruscello) Giuboviza. Il corso d’acqua, intercalato da “laghi”, lambisce le “ville” (villaggi) Cascerga e Treviso, le chiese <strong>di</strong> San Lorenzo, San Todoro e San<br />
Martin, ed è visualizzato con una serie <strong>di</strong> ‘manine’ in inchiostro bruno scuro, tipiche dei documenti <strong>di</strong>segnati dell’epoca. Alla rappresentazione simbolica dei<br />
villaggi, evidenziati dal profilo <strong>di</strong> una chiesetta sormontata dalla cella campanaria, si contrappone, isolato, il prospetto turrito del ‘castello’ <strong>di</strong> Montona, centro<br />
politico-amministrativo e simbolo della presenza statuale’ a tutela del prezioso omonimo querceto: uno dei boschi “<strong>di</strong> San Marco”, riservati cioè in prelazione<br />
esclusiva alle esigenze della Casa dell’Arsenal, la cui posizione è segnalata lungo il versante idrografico destro del fiume, sul margine sinistro del <strong>di</strong>segno (“Bosco<br />
della valle <strong>di</strong> Montona”). La legenda in calce descrive la posizione (e i toponimi locali) delle ‘violazioni <strong>di</strong> confine’ riscontrate, evidenziate nel <strong>di</strong>segno con le lettere<br />
A, B, C, D, E (Valle alla roia, Mozille, monte Zuffo, case Vucotovich). Il <strong>di</strong>segno va associato ai <strong>di</strong>spacci del podestà e capitanio <strong>di</strong> Capo<strong>di</strong>stria Anzolo Morosini del<br />
6 e 14 giugno 1678. Nel primo egli ricostruisce i ‘precedenti’ in qualche modo collegabili ai confini contestati (“<strong>di</strong>sputati per lungo corso <strong>di</strong> tempo con l’armi e<br />
segnati col sangue de’ confinanti”) fra i ‘montonesi’ e gli abitanti del contado imperiale <strong>di</strong> Pisino. Vertenze cui si tentò <strong>di</strong> porre rime<strong>di</strong>o con la cosiddetta “Sentenza<br />
Tridentina” del 17 giugno 1535 e la successiva nomina <strong>di</strong> alcune commissioni arbitrali. Con l’andare del tempo tuttavia i mutamenti fisici occorsi (e la per<strong>di</strong>ta o la surrettizia<br />
rimozione dei “termini” che identificavano sul terreno l’antica linea <strong>di</strong> confine) avevano contribuito ad acuire i mai sopiti contrasti. Nel <strong>di</strong>spaccio del 14 giugno il Morosini<br />
segnala le minacce e le violenze perpetrate dagli imperiali a sud<strong>di</strong>ti veneti che possedevano campi nel territorio conteso, ai quali era stato proibito <strong>di</strong> “raccoglier l’orzo,<br />
formento et altro, che <strong>di</strong> presente si va maturando”. Allegato al <strong>di</strong>spaccio un “processo verbale” che raccoglie le ‘testimoniante giurate’ registrate in or<strong>di</strong>ne alla vertenza e<br />
una scrittura al Senato del 24 agosto 1678 <strong>di</strong> Battista Nani, soprintendente alla Camera dei confini. Quest’ultimo, esaminata la documentazione in possesso,<br />
valutata insufficiente per <strong>di</strong>rimere il contenzioso, propone fra le righe la nomina <strong>di</strong> una nuova commissione arbitrale paritetica, pur con qualche riserva sulla sua<br />
efficacia; conclude infatti scrivendo che “havendo i ministri et i sud<strong>di</strong>ti austriaci rimosso i termini de’ confini, usurpato terreni e restandone in attuale possesso,<br />
oltre il machinare continuamente novità e pregiu<strong>di</strong>cii, resta rimesso all’alta prudenza <strong>di</strong> Vostre eccellenze se siano sofficienti gli atti giu<strong>di</strong>ciarii soliti pratticarsi”.