Pagine 97-128 - Centro di Ricerche Storiche Rovigno
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16 - TITOLO: Capo<strong>di</strong>stria<br />
DESCRIZIONE: pianta dell’ampia area propsicente “porta Aurea”, con<br />
<strong>di</strong>segnati “botteghe” (pure quella per la riscossione del “datio della<br />
muda”), “hosterie” e “magazeni de sali” attorno alla “Piazza del Ponte”,<br />
dove in epoche precedenti si vendeva sale agli Arciducali.<br />
AUTORE: n. i.<br />
DATA: 1624.<br />
SCALA: n. i.<br />
DIMENSIONI: mm. 375 X 250.<br />
COLL. ARCHIVISTICA: Fondo “Senato Mar”, b. 246, <strong>di</strong>s. 1.<br />
NOTE: allegato a suplica della comunità <strong>di</strong> Capo<strong>di</strong>stria, il tutto allegato a<br />
parte del Senato 24 febbraio 1624 m.v.<br />
TESTO: Ponte sopra il mare per il quale ueniuano gli Arciducali con più <strong>di</strong> 40 mila Caualli all’anno da Terra ferma nella Città con molte mercancie a<br />
leuar il Sale, et però la porta in capo al Ponte per doue entrauano è intitolata: PORTA AUREA; Magazeni de Sali; Bott:a serrata; Hosteria mezzo aperta;<br />
Bottega aperta; Bott:a serrata; Bottega aperta; Bottega serrata; Bott.a aperta; Fontana; Piazza del Ponte, doue erano aperte tutte le Botteghe, et Hosterie<br />
quando il negocio de sali era libero degli habitanti, et faceuano gran<strong>di</strong>ss:e facende con gli Arciducali; Bott.a serrata; Bott.a serrata; Bott.a serrata;<br />
Bott.a dove si scote il datio della Muda; Hospitale; Hosteria serrata; Bottega serrata; Bottega serrata: Bott.a serrata; Hosteria serrata; Host.ia serrata;<br />
Bott.a serrata; Hosteria Aperta; Magazeni de Sali.<br />
NOTA DI COMMENTO (G. CANIATO): Planimetria schematica dell’area commerciale <strong>di</strong> Capo<strong>di</strong>stria a ridosso delle mura, nei pressi del “ponte sopra il mare per il quale<br />
venivano gli arciducali, con più de 40 mila cavalli all’anno da terraferma nella città, con molte mercancie a levar il sale. Et però la porta in capo al ponte per dove<br />
entravano è intitolata Porta Aurea”. Si tratta, con ogni evidenza, <strong>di</strong> un <strong>di</strong>segno volutamente pre<strong>di</strong>sposto quale ‘supporto iconografico’alla supplica presentata nel<br />
novembre 1624 in Collegio dagli ambasciatori della Comunità <strong>di</strong> Capo<strong>di</strong>stria “e da essi esposta in voce”. Le ‘<strong>di</strong>dascalie’ che descrivono i singoli manufatti e ambienti<br />
pubblici o privati rimarcano infatti la situazione <strong>di</strong> crisi commerciale, più <strong>di</strong>ffusamente segnalata nella supplica e forse associabile anche ai contrasti politico-militari<br />
degli anni precedenti; è il caso della ‘<strong>di</strong>dascalia’ sopratrascritta, o <strong>di</strong> quella riferita alla piazza centrale: la “piazza del ponte” (“dove erano aperte tutte le botteghe et<br />
hosterie quando il negocio de’ sali era libero de gli abitanti, et facevano gran<strong>di</strong>ssime facende con gli arciducali”). Intorno alla piazza gran parte delle “botteghe” e<br />
“hosterie” sono in<strong>di</strong>cate “serrate” (una “mezzo aperta”). Da notare la grande ‘fontana’ per abbeverare gli animali e i pubblici “magazeni de’ sali” alle due estremità.<br />
Nella supplica gli ambasciatori <strong>di</strong> Capo<strong>di</strong>stria ricordano come in precedenza i possessori/coltivatori delle locali saline potevano “vender li loro sali quando volevano e<br />
col denaro che era prontissimo sovvenir alle necessità dele loro povere famiglie et coltivar a tempi debiti i loro terreni; del che hora sono affatto privi, perché<br />
convengono aspettare le settimane e mesi intieri il pagamento del ministro publico”. (...) Nei due anni precedenti il concorso <strong>di</strong> mercanti “arciducali” s’era ridotto <strong>di</strong><br />
due terzi, nell’anno corrente “quasi tutto il rimanente, onde resta in stato miserabile et infelicissimo la povera città <strong>di</strong> Capo<strong>di</strong>stria”, mentre fioriva lo scalo imperiale <strong>di</strong><br />
Trieste, dove venivano sviluppati gli impianti per la produzione del sale e molti sud<strong>di</strong>ti veneto-istriani iniziavano ad emigrare.<br />
18 - TITOLO: Capo<strong>di</strong>stria<br />
17 - TITOLO: Capo<strong>di</strong>stria<br />
DESCRIZIONE: pianta del Castello San Leone.<br />
AUTORE: Spinelli (...)<br />
DATA: 1678.<br />
SCALA: Passa tre Ven:i.<br />
DIMENSIONI: mm. 298 X 215.<br />
COLL. ARCHIVISTICA: Fondo “Senato, Dispacci Rettori Istria”, b. 61, <strong>di</strong>s. 2.<br />
NOTE: allegato al <strong>di</strong>spaccio del 27 ottobre 1678, Capo<strong>di</strong>stria.<br />
TESTO: Leuador; Parte d’altra Piazza Bassa; Corpo <strong>di</strong> Guar<strong>di</strong>a; Piazza Bassa;<br />
Torione; Torione; Fossa; Corte de Quartieri; Strada; Corte de Quartieri; Fossa;<br />
Torione; Torione.<br />
DESCRIZIONE: prospetto del Castello San Leone.<br />
AUTORE: Spinelli (..)<br />
DATA: 1678.<br />
SCALA: Passa tre Ven:i.<br />
DIMENSIONI: mm. 298 X 215.<br />
COLL. ARCHIVISTICA: Fondo “Senato, Dispacci Rettori Istria”, b. 61, <strong>di</strong>s. 3.<br />
NOTE: allegato al <strong>di</strong>spaccio del 27 ottobre 1678, Capo<strong>di</strong>stria.<br />
LEGENDA: Prospetto del Castello San Leone <strong>di</strong> Cappo d’Istria.<br />
NOTA DI COMMENTO (G.CANIATO): Nella restituzione prospettica vengono evidenziati<br />
i <strong>di</strong>versi settori del manufatto (i due “torioni”, protetti dalla fossa, il “levador” (ponte<br />
levatoio), il corpo <strong>di</strong> guar<strong>di</strong>a ed i “quartieri” interni per i soldati. Il <strong>di</strong>segno è allegato<br />
al <strong>di</strong>spaccio del podestà e capitanio <strong>di</strong> Capo<strong>di</strong>stria Gio Arsenio Priuli del 27 ottobre<br />
1678, che segnala l’urgenza <strong>di</strong> non <strong>di</strong>fferire il ra<strong>di</strong>cale restauro (o in alternativa, la<br />
demolizione) del castello. Egli descrive gli esiti del sopralluogo effettuato e accenna alle valutazioni a suo tempo espresse dal suo predecessore, che proponeva “<strong>di</strong><br />
spianarlo sino al cordone”. Il Priuli riteneva piuttosto opportuno conservare almeno in parte i “molti alloggi et habitationi in esso essistenti, ben ripartiti nei quatro<br />
or<strong>di</strong>ni della fabrica interna”, limitando la demolizione alla sola porzione superiore del manufatto e sgravando in tal modo le antiche murature così liberate dalle<br />
“tre torriselle <strong>di</strong> gran peso che le sono in tre angoli, già essendo caduta la quarta”. La funzionalità del castello si sarebbe inoltre migliorata con la costruzione <strong>di</strong><br />
terrapieni ed altre opere murarie, proposte fra gli altri dal colonello Volo, <strong>di</strong> stanza a Palmanova, appositamente convocato dal podestà.<br />
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