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MEDICINA INCONTINENZA: TABÙ DA SRADICARE
Se mi scappa la pipì
Solo in Italia ne soffrono tre milioni di persone, ma si presume che il
numero sia in difetto. E’ provocata da urgenza e da sforzo e si può intervenire
con farmaci e chirurgia. Le donne, le più colpite a causa dei parti.
E’ importante parlarne al proprio medico.
DI LIVIA AZZARITI
Èancora uno degli argomenti
tabù persino con
il medico di famiglia.
Eppure, l'incontinenza urinaria
nelle sue varie forme, quel bisogno
di cercare a tutti i costi un
bagno, è una patologia che crea
imbarazzi e disagi che incidono
sulla qualità della vita.
E’ fonte di imbarazzo, di disistima personale
e di depressione oltre che di problemi locali
quali irritazioni cutanee ed ulcerazioni.Chi
ne è affetto spesso tende ad isolarsi, diventa
riluttante a svolgere attività in comune ed evita
di frequentare luoghi che non siano molto
vicini ad una toilette ritenuta idonea.
MILIONI DI MALATI
In Italia si calcola che ne siano affetti oltre tre
milioni di persone, per la maggior parte donne,
eppure si parla di patologie "sommerse"
proprio per la reticenza a parlarne col il proprio
medico. Qualcosa però sta cambiando,
grazie a campagne di informazione sul territorio
nazionale. Ho affrontato questo argomento
di recente nel corso del programma
“Mattina in famiglia”, in onda nel week end
su Rai Due e, parlando con medici specialisti,
è ancora una volta emersa la difficoltà di diagnosticarla
per l’approccio reticenti dei pazienti.
E’ fondamentale parlare con il medico per
consentirgli sia l'approfondimento diagnostico
che la scelta d'intervento: consigli comportamentali,
riabilitazione, trattamento farmacologico.
I costi sociali, diretti e indiretti,
sono elevatissimi. Da numerose pubblicazioni
nordamericane risulta che l’incontinenza
urinaria è tra le condizioni patogene per le
quali il servizio sanitario spende di più.
MONDOSALUTE 3-2006 | 50
“CONOSCIUTI” E NO
Questa patologia assai diffusa è un problema
di grande impatto sociale ed economico che
nelle sue varie forme colpisce oltre 200 milioni
di persone nel mondo, per la maggior
parte(60-70%) si tratta di donne.
L’incontinenza urinaria emerge oggi come
una patologia con risvolti medici, sociali e relazionali
tanto rilevanti e spesso non adeguatamente
considerati. Una distinzione cruciale
è infatti quella tra pazienti incontinenti
“conosciuti” dal servizio socio-sanitario
(poiché seguiti dai medici di medicina generale
e dagli assistenti sociali, nelle strutture sanitarie
del territorio, e così via) e pazienti
“sconosciuti” al servizio socio-sanitario (popolazione
generale) che rappresentano sicuramente
la grande maggioranza.
Un problema che è’ stato paragonato ad un
grande iceberg la cui parte sommersa sfugge
ad ogni tentativo di stima; tutte le età sono interessate
seppure con frequenza crescente in
relazione all’età.
In base alle diverse manifestazioni cliniche, si
distinguono l’incontinenza da sforzo e da urgenza.
La prima, molto diffusa tra le donne,
si manifesta in seguito o a situazioni da sforzo
come un parto difficile che può diminuire
la tonicità delle vescica o da contrazioni involontarie
della stessa, per cause diverse, non
sempre note; la seconda, più diffusa tra gli anziani,
è detta da urgenza, perché, determina
una perdita involontaria di urina che avviene
subito dopo aver avvertito il bisogno non
controllabile, di urinare
TERAPIA
La terapia dell'incontinenza da urgenza è
prevalentemente farmacologica, mentre
quella dell'incontinenza da sforzo è soprattutto
chirurgica.
L’incontinenza da urgenza, così diffusa nella
terza età, può essere causata da un evento
transitorio che agisce direttamente sulla vescica,
come ad esempio un’infezione, o uno
stato di “irritabilità vescicale” o alterazioni