Scarica la rivista - mondosalute
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L’ECONOMIA ITALIANA IN USCITA DALLO STALLO<br />
se per il ri<strong>la</strong>ncio<br />
mente l’azione concreta di un apparato industriale<br />
che si modifica in funzione del<strong>la</strong> domanda<br />
e del<strong>la</strong> concorrenza, con imprese che<br />
si internazionalizzano, cambiano specializzazione,<br />
si riorganizzano tecnologicamente<br />
per mantenere o riguadagnare un vantaggio<br />
competitivo.<br />
MISURE GUIDA<br />
Dopo aver esaminato le condizioni di<br />
un’economia segnata dal<strong>la</strong> crescita zero,<br />
l’autore avverte che per uscire dal<strong>la</strong> stagnazione<br />
occorre un sforzo di medio-lungo periodo<br />
– che un governo di legis<strong>la</strong>tura può seriamente<br />
avviare – artico<strong>la</strong>to su quattro mosse,<br />
che fanno il sottotitolo del libro, e che ormai<br />
da tempo gli economisti più avveduti<br />
hanno individuato come misure essenziali<br />
Il sistema bancario che tracima di “liquido” deve stimo<strong>la</strong>re<br />
gli investimenti delle imprese. Evitare le lungaggini<br />
burocratiche che frenano <strong>la</strong> ripresa e puntare<br />
sull’estero per fare concorrenza “in loco” agli avversari.<br />
Liberalizzare i servizi pubblici in maniera completa<br />
e definitiva senza - infine - mol<strong>la</strong>re un attimo nel<strong>la</strong><br />
lotta agli evasori, <strong>la</strong> vera piaga del nostro sistema<br />
economico.<br />
istockphoto.com<br />
per dare al<strong>la</strong> nostra economia <strong>la</strong> scossa necessaria<br />
per avviare <strong>la</strong> ripresa:<br />
<strong>la</strong> dimensione delle<br />
imprese italiane, troppo “nane”<br />
1.Modificare<br />
per competere con le più grandi, aggressive<br />
e meglio attrezzate imprese straniere;<br />
poco idonee, proprio per il loro nanismo,<br />
non solo dimensionale ma anche patrimoniale<br />
e finanziario, a effettuare il salto tecnologico<br />
e di specializzazione che permetta loro<br />
di “sconfinare” nel settore produttivo a<br />
più alta intensità tecnologica;<br />
in misura sempre più<br />
massiccia gli “enzimi” del<strong>la</strong> con-<br />
2.Diffondere<br />
correnza, che rechi più significativi<br />
vantaggi ai consumatori e predisponga le<br />
imprese italiane, dimensionalmente più at-<br />
trezzate, a meglio competere sul fronte interno<br />
e internazionale. In questa logica, due<br />
riforme a costo zero potrebbero recare un<br />
fondamentale apporto a un simile disegno:<br />
l’abolizione o il depotenziamento degli albi<br />
professionali – che, innalzando barriere all’entrata<br />
di nuovi soggetti nelle professioni,<br />
attutiscono <strong>la</strong> concorrenza e fanno crescere<br />
il costo dei servizi; il completamento del<strong>la</strong> liberalizzazione<br />
dei servizi di pubblica utilità<br />
che transitano su rete: elettricità, gas, telecomunicazioni,<br />
trasporti;<br />
con un’opportuna<br />
politica pubblica, l’innovazione<br />
3.Promuovere,<br />
tecnologica e scientifica, che innalzi<br />
<strong>la</strong> competitività delle imprese e consenta<br />
l’offerta di beni e servizi più concorrenziali<br />
sui mercati. Questa politica può essere efficacemente<br />
perseguita attraverso tre essenziali<br />
strumenti: agevo<strong>la</strong>zioni fiscali, sussidi finanziari<br />
o commesse per scopi pubblici, produzione<br />
diretta di ricerca in centri pubblici;<br />
seri incentivi al<strong>la</strong> formazione<br />
del<strong>la</strong> conoscenza, quali<br />
4.Attivare<br />
il superamento del valore legale<br />
del titolo di studio; <strong>la</strong> creazione di centri universitari<br />
di eccellenza (sul modello anglosassone<br />
e, di recente, anche spagnolo); l’assunzione<br />
di criteri diversi di reclutamento del<br />
personale docente delle università, attualmente<br />
costituito da impiegati pubblici che<br />
difendono un sistema corporativo e fintamente<br />
egualitario, all’origine del<strong>la</strong> deleteria<br />
fuga dei cervelli, causa costante dell’impoverimento<br />
dell’élite intellettuale e scientifica<br />
del Paese.<br />
69 | MONDOSALUTE 3-2006