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Presentazione - Sabatini Coletti - Appunti Unict

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PRESENTAZIONE E GUIDA ALL’USO DEL SABATINI-COLETTI (2003)<br />

OBIETTIVO (comune a tutte le edizioni)<br />

L’obiettivo del Disc è stato sempre quello di realizzare un dizionario che si consulta non<br />

solo per controllare l’esatta grafia e la corretta pronuncia delle parole poco note o per<br />

conoscere il significato delle parole ignote, ma spesso anche per essere guidati nella<br />

costruzione delle frasi e per scegliere le parole con criteri di efficacia comunicativa.<br />

CARATTERISTICHE E NOVITA’<br />

Caratteristiche :<br />

- esauriente e rigorosa descrizione del funzionamento sintattico dei verbi<br />

- identificazione delle CONGIUNZIONI TESTUALI, degli AVVERBI FRASALI e dei<br />

SEGNALI DISCORSIVI<br />

- presa in considerazione delle FRASI SCISSE e FRASI SEGMENTATE<br />

- distinzione tra sorda e sonora per la z iniziale e per la s intervocalica. Viene indicata<br />

sempre la norma, ma in casi specifici le varianti sono segnalate come accettabili.<br />

Novità di questa edizione -> i rinvii dai sostantivi ai loro aggettivi di relazione anche nel<br />

caso in cui essi abbiano una diversa base etimologica.<br />

-> ampliamento del lemmario con molti neologismi<br />

-> precisazione delle info morfologiche ed etimologiche e<br />

perfezionamento della data di attestazione grazie alle nuove<br />

banche dati disponibili.<br />

Tutte le voci del dizionario sono articolate in 3 aree:<br />

l’area del lemma;<br />

l’area semantica ;<br />

l’area dell’etimologia e della datazione.<br />

Alcune voci sono corredate, in coda, di una nota di approfondimento.<br />

AREA DEL LEMMA<br />

Nell’area relativa al lemma troviamo<br />

- il LEMMA in neretto e con l’iniziale minuscola (con l’indicazione dell’accento solo se<br />

questa è obbligatorio nella norma grafica)<br />

Si ha la maiuscola : - nei forestierismi che lo richiedono<br />

- nelle voci relative alla botanica e alla zoologia lemmatizzati al plur.<br />

- TRASCRIZIONE tra parentesi quadre o barre oblique, in cui si dà anche la<br />

- SILLABAZIONE (presente in tutti i lemmi propriamente italiani), l’indicazione<br />

- dell’ACCENTO tonico mediante accento grafico e l’indicazione di<br />

- PRONUNCIA sonora o sorda di alcuni suoni


- le VARIANTI del lemma, se presenti, in neretto e nello stesso colore del lemma se hanno lo stesso<br />

uso<br />

- la QUALIFICA GRAMMATICALE<br />

PRONUNCIA SORDA o SONORA di S e di Z<br />

La pronuncia standard è indicata da quanto appare sotto la consonante :<br />

- se sotto la consonante non vi è nessun contrassegno, ciò indica che la pronuncia è sorda<br />

(costa, alzare)<br />

- se sotto la consonante vi è un puntino, ciò indica che la pronuncia è sonora<br />

(cosmo, climatizzare)<br />

Viene anche indicata la doppia pronuncia (sempre all’interno dello standard) della<br />

“z”iniziale e della “z”intervocalica mediante un’ondina posta sotto la zeta.<br />

LA TRASCRIZIONE FONEMATICA (con i simboli dell’AFI) è indicato solo in alcuni casi :<br />

ü monosillabi grammaticali per specificare la pronuncia di e ed o;<br />

ü le lettere dell’alfabeto;<br />

ü le sigle;<br />

ü le interazioni che presentano la h;<br />

ü i forestierismi e i loro eventuali adattamenti italiani ;<br />

ü i latinismi;<br />

ü i grecismi.<br />

àPer i derivati italiani di parole straniere, spesso da nomi propri, si dà la sillabazione e la<br />

trascrizione fonematica (Freudiano).<br />

àIl raddoppiamento fonosintattico viene segnalato solo per i monosillabi che lo<br />

producono nella pronuncia nazionale, ed è indicato con l’ abbreviazione “radd. sint.”.<br />

In tutto il dizionario il carattere neretto è riservato ai lemmi (in colore) e le loro varianti,<br />

agli alterati e derivati avverbiali e alle unità polirematiche evidenziate in corsivo nell’area<br />

semantica. In tutte le altre sedi, la lingua oggetto di analisi è in corsivo chiaro. La lingua del<br />

lessicografo (indicatori, definizioni, spiegazioni ecc..) è in carattere tondo chiaro.<br />

I lemmi sono disposti in ordine alfabetico. Nel caso di omografi,questi vengono registrati<br />

di seguito con il numero in esponente.<br />

RINVII<br />

Il rinvio viene rappresentato mediante una freccia (à) anteposta o posposta al lemma a<br />

cui si rinvia. Hanno il rinvio:<br />

ü le varianti (che rinviano al lemma pieno)<br />

ü le forme tronche;<br />

ü le preposizioni articolare;<br />

ü gli adattamenti di forestierismi<br />

ü le polirematiche di natura grammaticale (loc. preposizionali, loc. congiuntive, loc.<br />

cong. testuali) che non hanno sviluppo autonomo e hanno il rinvio alla voce in cui<br />

sono trattate.<br />

a causa di à causa1. (إﺇ loc. prep.).


INDICAZIONI GRAMMATICALI<br />

La qualifica grammaticale ad intestazione può essere unica se la parola si colloca in una<br />

sola categoria, ma può essere multipla se si colloca in diverse categorie. In quest’ultimo<br />

caso le indicazioni sono poste sempre nell’intestazione e solo nell’area attinente alla<br />

semantica verranno spiegati le eventuali specificazioni.<br />

Tra parentesi tonde si danno:<br />

ü i femminili dei nomi di professione, in –tore e in – sore, e di quelli che esprimono<br />

una condizione, un modo di essere o di fare (chiacchierone).<br />

Si danno indicazioni per la formazione :<br />

ü del plurale maschile ( e se occorre anche del corrispondente femminile)<br />

- dei nomi che terminano in -co, -go, -sco,<br />

- dei maschili in –ìo. –io, -a;<br />

ü del plurale dei nomi femminili che terminano in –cia, -gia, -scia, -ie e in -o<br />

ü del plurale degli ambigeneri (atleta);<br />

ü del plurale dei composti (capostazione).<br />

L’invariabilità delle forme al plurale (nomi in –i, parole tronche ecc..) è segnalata con<br />

“inv.” fuori parentesi.<br />

INDICATORI<br />

A chiusura dell’area del lemma si colloca , quando richiesto, un indicatore che segnala se<br />

la parola, o una sua variante, è qualificabile come:<br />

ü ANTICA, le parole che recano tale indicazione sono quelle il cui uso comune sembra<br />

essere uscito entro la metà dell’800 (età convenzionale che segna un periodo di<br />

mezzo tra la svolta manzoniana e i mutamenti portati dall’unificazione d’Italia);<br />

ü ANTIQUATA,<br />

ü REGIONALE;<br />

ü DIALETTALE;<br />

ü LETTERARIA, si indicano come letterarie tutte quelle parole usate da poeti e<br />

prosatori, di stile alto, sia antichi che moderni.<br />

ü NON COMUNE.<br />

Gli stessi indicatori possono essere utilizzati anche per le singole accezioni nell’area<br />

semantica.<br />

“ALTA DISPONIBILITA’ DEI LEMMI”<br />

10.000 lemmi circa hanno un fondino (di colore grigio nell’edizione del 1997, rosso in<br />

quella del 2003), che indica che queste parole sono di ALTA DISPONIBILITÀ nell’uso<br />

odierno della lingua. Ovvero,sono parole altamente frequenti nell’uso e sono conosciute e<br />

comprese da un parlante italiano di media cultura.<br />

Nel <strong>Sabatini</strong> – <strong>Coletti</strong> queste parole sono state selezionate sulla base di liste di frequenza<br />

esistenti come il LIF e il LIP, intervenendo con valutazioni personali.<br />

Tra queste 10.00 parole non state inclusi :<br />

- termini tecnici, in quanto legati a determinati discorsi e proprio per questo difficilmente<br />

sostituibili


- i numerali, in quanto sono tutti potenzialmente di alta disponibilità<br />

L’AREA SEMANTICA<br />

ARTICOLAZIONE PER CATEGORIE GRAMMATICALI<br />

Questa è racchiusa tra 2 tratti lunghi (-…-) ed è l’area dedicata :<br />

- alla DEFINIZIONE<br />

- all’ESEMPLIFICAZIONE DEI SIGNIFICATI e usi della voce<br />

- all’eventuale SEZIONE degli ALTERATI e dei DERIVATI AVVERBIALI<br />

Se la voce presenta nell’area del lemma più categorie grammaticali, queste vengono<br />

riprese e specificate nell’area semantica in altrettante articolazioni, segnalate dal simbolo<br />

di un rombo nero .<br />

Se la voce o locuzione è usata in funzione diversa da quella primaria, per cui si ha ad<br />

esempio :<br />

- un uso avverbiale di aggettivi -> dolce<br />

- un uso aggettivale di nomi -> fiume<br />

- un uso sostantivato di infiniti di verbi -> piangere<br />

- un uso di avverbi o congiunzioni come congiunzioni testuali ->allora, benché<br />

tale uso, che costituisce una categoria acquisita, è segnalato alla fine della categoria di<br />

partenza con il simbolo e introdotto dalla formula “in funzione di”.<br />

Se il significato non cambia, tale uso è introdotto dalla formula “Anche in funzione di”.<br />

ACCEZIONI, LOCUZIONI E UNITA’ POLIREMATICHE<br />

Se la definizione si articola in diverse accezioni queste sono numerate con numeri arabi in<br />

colore, puntati (1., 2., ecc..) e ordinate in base alla loro frequenza e importanza.<br />

Nell’ambito dell’accezione ritroviamo le locuzioni che ad essa si riferiscono. In particolare :<br />

ü le locuzioni di valore avverbiale o aggettivale,le frasi fisse, i modi dire, i detti e i<br />

proverbi sono preceduti da barretta doppia (||) in apertura della serie, e<br />

successivamente da barretta semplice (|).<br />

Una barretta doppia divide anche le locuzioni proprie da quelle figurate, seguita<br />

dall’indicatore “ figg.” quando queste sono più di una.<br />

ü le polirematiche non messe a lemma. Queste locuzioni sono segnalate in entrambi i<br />

lemmi a cui si riferiscono.<br />

ü le locuzioni preposizionali o congiunzionali (anche testuali) sono precedute dal<br />

simbolo إﺇ, e collocate in fondo all’accezione.<br />

INDICATORI DI SETTORE<br />

Nell’area semantica sono collocati gli indicatori di settore (bot., dir., fis., gramm., ling., mat.,<br />

ecc) o di uso figurato o estensivo (fig., estens.).<br />

Sono eventualmente presenti anche gli indicatori di registro (pop., volg., ecc.) se riguardano<br />

una di queste parti della voce.


L’uso figurato quando è marginale viene introdotto da questo simbolo ~ seguito da “fig.” o<br />

dalle formule “anche fig” , “anche in senso fig”.<br />

Il simbolo di una s piccola dentro un tondino introduce la sessione dei sinonimi.<br />

Gli esempi in forma di battute dialogiche sono tra doppie virgolette alte (“ ”).<br />

Gli esempi tratti da citazioni sono tra doppie virgolette sul rigo (>) .<br />

VERBI<br />

L’uso dei verbi è descritto tenendo conto della loro “valenza”, cioè del numero degli<br />

elementi necessari (argomenti) che il verbo richiede per formare il nucleo della frase.<br />

Innanzitutto vengono segnalati gli usi impersonale, intransitivo, transitivo, riflessivo, col<br />

simbolo di categoria .<br />

La valenza viene indicata con il numero di argomenti tra parentesi ( nel calcolo non è<br />

inserito il soggetto quindi i verbi che richiedono solo questo come argomento non recano<br />

l’indicazione di argomenti). Il passaggio da una valenza all’altra viene indicata con il<br />

simbolo . Nel caso di verbo riflessivo (v.rifl.) non viene calcolato l’argomento.<br />

Se il verbo appartiene ad una sola categoria che ha una sola valenza, entrambe queste<br />

indicazioni sono fornite già e solo nell’area del lemma.<br />

Se il verbo, oltre a quello predicativo, possiede altri valori (ausiliare, modale, ecc..) la voce<br />

viene articolata in sezioni distinte da un numero romano a inizio di rigo (venire, dovere,<br />

fare).<br />

AGGETTIVI DI RELAZIONE<br />

Circa 700 sostantivi sono seguiti dal simbolo di una A dentro un tondino seguita<br />

dall’indicazione: “ agg. rel. non derivati dal lemma” per indicare gli aggettivi di relazione<br />

(idrico) che derivano da una base etimologica diversa rispetto al sostantivo di riferimento<br />

(idrico-acqua).<br />

ALTERATI E DERIVATI AVVERBIALI<br />

A conclusione dell’area semantica, nella sezione aperta dal simbolo di una D dentro un<br />

tondino sono raccolti gli alterati e i derivati avverbiali, ovvero gli avverbi in –mente<br />

derivati dagli aggettivi.<br />

Gli alterati che sono anche registrati come lemma autonomo presentano la freccia di<br />

rinvio.<br />

àESEMPI E CITAZIONI<br />

Negli esempi la virgola separa più casi in cui il lemma ha lo stesso valore; il punto e<br />

virgola distingue esempi diversi.<br />

Nell’area semantica il lemma è scritto con la lettera iniziale puntata, tranne per:<br />

i monosillabi;<br />

nei casi in cui la forma estesa è necessaria per evitare degli equivoci;<br />

parola composta;


L’AREA DELL’ETIMOLOGIA<br />

ETIMOLOGIA E FORMAZIONE DELLE PAROLE<br />

L’informazione etimologica è introdotta dal simbolo E dentro un tondino<br />

Nella derivazione del latino si distingue :<br />

ü la tradizione diretta, attraverso l’uso parlato popolare, segnalata dalla formula:<br />

“lat.”;<br />

ü il recupero dotto, attraverso fonti scritte, segnalato dalla formula: “dal lat.”;<br />

Se la parola è attesta nel LATINO CLASSICO non si aggiungono specificazioni, che vengono<br />

invece aggiunte se le parole sono attestate :<br />

- nel latino volgare, un latino ricostruito, usando la formula “lat. volg.” e un asterisco<br />

anteposto alla forma.<br />

- nel latino popolare, cioè se la parola è presente in testi di epoca classica ma di registro<br />

basso<br />

- nel latino tardo<br />

- nel latino Ecclesiastico<br />

- nel latino Umanistico<br />

- nel latino Medievale<br />

- nel latino Scientifico<br />

La base latina è sempre citata nella forma dell’accusativo, tranne quando la parola italiana<br />

discende direttamente da un altro caso.<br />

Le basi greche sono riportate al nominativo.<br />

A volte vengono date informazioni etimologiche anche delle varianti principali.<br />

Per derivati e composti ottenuti con elementi della lingua italiana, si rinvia ai lemmi<br />

corrispondenti.<br />

DATAZIONE<br />

Dopo l’informazione etimologica segue un punto . , simbolo che introduce la sessione<br />

riguardante la data, dove ritroviamo la data di prima attestazione della parola nella lingua<br />

scritta in un testo volgare o almeno in un contesto linguistico volgare.<br />

Per le parole attestate prima del 1800 si indica globalmente il secolo, in numeri romani.<br />

Per le voci databili a partire dal 1800 si indica, quando possibile, l’anno.<br />

Le parole provenienti da altre lingue o dai dialetti parlati moderni sono datate dal<br />

momento del loro ingresso nella lingua italiana, mentre non sono datate affatto molte<br />

locuzioni ereditate dal latino.<br />

In pochi casi non è stata trovata nessuna documentazione utile per la datazione.<br />

FORESTIERISMI<br />

Nel dizionario sono presenti anche i forestierismi (che De Mauro chiama esostismi). Essi<br />

sono lemmatizzati :<br />

- in neretto corsivo in colore<br />

- nella grafia della lingua originaria, se l’alfabeto usato è quello latino.


Non sono considerati forestierismi le parole straniere ormai acclimate in italiano (bar, film,<br />

sport) e le parole composte da un elemento forestiero e uno italiano (antidoping).<br />

Nel caso in cui il forestierismo abbia un adattamento italiano, questo viene lemmatizzato<br />

con rinvio alla forma italianizzata, dove nella sede riguardante l’etimologia verrà indicata<br />

la base originaria (brokerage/brokeraggio).<br />

Nel caso di adattamenti italiani non acclimatati sono lemmatizzati con il rinvio al<br />

forestierismo. Ex. Gilèàgilet.<br />

I latinismi e i grecismi integrali (humus, thesaurus) sono trattati come forestierismi.<br />

APPROFONDIMENTO<br />

Circa 300 voci sono corredate, in coda come ultima sezione, di una nota di<br />

approfondimento, segnalata da un quadratino tutto nero posto a capo del rigo, in cui<br />

abbiamo :<br />

ü lo sviluppo analitico delle reggenze di tutte le preposizioni monosillabiche (e anche<br />

di sopra e sotto) e di alcune congiunzioni (che, perché, quando) più produttive;<br />

ü la descrizione dettagliata dei complementi e di ogni tipo di frase “dipendente”;<br />

ü spiegazione e documentazione anche storica degli usi, specialmente testuali, di<br />

avverbi, congiunzioni e locuzioni (allora, ancora, comunque, e, ma ecc..);<br />

ü le liste, in ordine alfabetico, delle locuzioni aggettivali, avverbiali e sostantivali, e<br />

delle frasi fisse che fanno a capo ad alcuni lemmi più produttivi sotto questo<br />

aspetto (andare, dare, fare, mano ecc..);<br />

ü chiarimenti sulle nozioni espresse da alcuni termini della grammatica e della<br />

linguistica (anacoluto, argomento, dialetto, ecc);<br />

ü segnalazioni di stereotipi e intercalari (come praticamente nella voce pratico, attimino<br />

in attimo).<br />

In generale diciamo che nelle note di approfondimento sono trattati problemi<br />

grammaticali, dubbi e usi controversi. All’interno dell’approfondimento i diversi<br />

argomenti sono separati dal simbolo di un rettangolo verticale bianco [] .<br />

Edizioni del <strong>Sabatini</strong> – <strong>Coletti</strong> : I edizione nel 1997<br />

II edizione nel 2001<br />

III edizione nel 2003<br />

IV edizione nel 2007<br />

ALCUNE DIFFERENZE TRA GRADIT - DISC<br />

Il <strong>Sabatini</strong> <strong>Coletti</strong> dà molta importanza alle valenze dei verbi, alla struttura della frase e ai<br />

suoi elementi di composizione. Si sostituisce ai manuali di grammatica.<br />

Il S.C. cita le forme pronominali dei verbi all'interno della stessa forma lemmatizzata, il De<br />

Mauro invece lemmatizza le varie forme separatamente. E poi mentre nel De Mauro ci


sono le marche d'uso, nel <strong>Sabatini</strong> <strong>Coletti</strong> ci sono circa 10.000 lemmi contrassegnati da un<br />

pallino che corrisponde alle parole di alta disponibilità.

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