Diritti senza confini - Pedagogika
Diritti senza confini - Pedagogika
Diritti senza confini - Pedagogika
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
<strong>Pedagogika</strong>.it/2012/XVI_3/<strong>Diritti</strong>_<strong>senza</strong>_<strong>confini</strong>/I_giovani_maghrebini_scolarizzati...<br />
una rielaborazione delle norme che si realizza dapprima a livello individuale e che<br />
poi, con la forza dell’immaginazione, riesce a costruire l’appartenenza ad una comunità<br />
che includa in modo costruttivo l’inedito. È sull’idea di immaginazione come<br />
forza creatrice, sulla creatività e quindi sul diritto alla re-invenzione della propria<br />
storia individuale e collettiva che si delinea una prassi di cambiamento. Da un lato,<br />
quindi, il diritto all’informazione e alla formazione dei giovani maghrebini si è andato<br />
moltiplicando negli spazi e nei tempi delle società globalizzate di cui anche questi<br />
giovani della riva sul del Mediterraneo sono parte e, dall’altro, nei luoghi dell’associazionismo<br />
e della società civile (in modi diversi da stato a stato, spesso anche in<br />
forme sotterranee e difficili). I luoghi e i modi dell’informazione e dalla formazione<br />
si sono moltiplicati e i nuovi media hanno portato ad una lenta frammentazione e<br />
contestazione delle autorità culturali, politiche e religiose convenzionali. Si è andata<br />
creando, da anni, una nuova sfera pubblica e la fruizione dei mass media e dei nuovi<br />
mezzi tecnologici ha creato spazi di informazione altra o alternativa, agendo sulla<br />
riformulazione delle norme. E’ tramite questi complessi ed eterogenei immaginari<br />
locali e transazionali che si è agito gradualmente sulla rielaborazione della propria<br />
storia individuale e poi collettiva.<br />
Credo dunque che bisognerebbe parlare di almeno due livelli inscindibili di<br />
diritto all’educazione e alla formazione, quello di politiche educative che negli<br />
anni hanno garantito un sempre maggiore accesso all’istruzione alla popolazione 14<br />
e quello che (in maniera talora indiretta) anche le società maghrebine contemporanee<br />
globalizzate hanno inevitabilmente contemplato nell’ambito dei nuovi media,<br />
dell’associazionismo, della produzione artistica e culturale underground e in tutti<br />
quei luoghi che gradualmente hanno costituito dei luoghi di educazione e formazione<br />
alla “cultura del cambiamento”. A conferma che un processo di rivolta,<br />
di rivoluzione, di profonda trasformazione passa attraverso una lenta e complessa<br />
“cultura del cambiamento” che si apprende e si mastica nei luoghi e nelle forme<br />
più molteplici ed eterogenee (anche informali) dell’educazione e della formazione,<br />
nel quotidiano.<br />
*Docente di Politiche educative nei paesi arabo-islamici del Mediterraneo e di Migrazioni<br />
e cooperazione internazionale presso l’Università degli Studi di Bergamo<br />
14 Per quanto in questo momento in paesi come il Marocco il discorso non vada ancora nell’ordine di<br />
un’offerta formativa qualitativa, ma nella promozione dell’alfabetizzazione e della scolarizzazione.<br />
Dossier 15