Diritti senza confini - Pedagogika
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<strong>Pedagogika</strong>.it/2012/XVI_3/Cultura/Scelti_per_voi<br />
nella nota a pag. 15: «Abbiamo scelto di<br />
tradurre “The Seven-Minute Tune-up” con<br />
ri-accordarsi perché [questa espressione]<br />
vuol dire predisporre le nostre ‘corde’ per la<br />
musica che vogliamo o dobbiamo suonare,<br />
individualmente o ‘in orchestra’. Vuol<br />
dire prendere atto che ci scordiamo di noi<br />
e continuiamo a suonare ‘scordati’: un invito<br />
a ri-cordarci di quello che siamo e che<br />
stiamo facendo nel presente, qui ed ora, per<br />
una lettura proficua del passato e una pianificazione<br />
attenta del futuro [...] Questo<br />
ri-accordarsi è un’opportunità per cominciare<br />
facilmente e con successo la giornata,<br />
assicurandoti che il tuo cervello – in realtà<br />
il tuo intero sistema – riceva il sangue, l’ossigeno<br />
e l’elettricità di cui hai bisogno. Eseguendo<br />
questo ciclo tutti i giorni ti sentirai<br />
meglio e decisamente più efficiente”.<br />
Il libro contiene poi degli indici minuziosi<br />
e specifici delle “Aree di lavoro”<br />
e delle “Competenze” che guidano le<br />
attività di Brain Gym® con le quali si<br />
possono individuare le abilità che si intendono<br />
migliorare.<br />
Il metodo Brain Gym® è e rimane comunque<br />
una pratica educativa ed autoeducativa:<br />
per questo la lettura del manuale<br />
mi sembra particolarmente consigliata<br />
a chi opera in questo settore, nel<br />
sociale, in quello delle relazioni umane.<br />
Marco Taddei<br />
Michela Marzano<br />
Volevo essere<br />
una farfalla.<br />
Come l'anoressia<br />
mi ha insegnato<br />
a vivere<br />
Mondadori,<br />
Milano 2011,<br />
pp. 208, € 17,50<br />
Di ritorno da Milano, passo alla stazione<br />
da Feltrinelli e, invece di curiosare<br />
tra la saggistica psicopedagogica, sociale,<br />
politica, vado alla sezione narrativa<br />
e novità e mi colpiscono questo titolo,<br />
Volevo essere una farfalla, e l’autrice,<br />
Michela Marzano, una filosofa ex<br />
normalista, docente a Paris Descartes,<br />
autrice di saggi di filosofia, morale, sociopolitica,<br />
quindi non una scrittrice a<br />
tutto tondo.<br />
E sono stato premiato! Tre ore di viaggio,<br />
tre ore di lettura intensa, appassionante,<br />
interessata e veloce! Era tempo<br />
che non leggevo un romanzo con tanto<br />
interesse! Ma il libro che ho acquistato,<br />
più per impulso che per scelta ragionata,<br />
in effetti non è un romanzo! Non è<br />
un’autobiografia, non sono memorie,<br />
non è una ricerca sociologica, non è un<br />
saggio, non è uno scritto di autoanalisi…<br />
eppure è tutte queste cose insieme,<br />
una chiave narrativa assolutamente originale<br />
e nel contempo assolutamente<br />
avvincente!<br />
Il “come l’anoressia mi ha insegnato<br />
a vivere”, che compare in copertina,<br />
non giustifica affatto il libro né ne<br />
costituisce l’hard core! Non è un libro<br />
sull’anoressia, questa è solo l’aspetto<br />
esteriore di un male profondo che è<br />
di una bambina, di una ragazza, che<br />
vuole solo vivere, comprendere, gioire<br />
e crescere in una situazione in cui un<br />
padre, severo docente universitario, e<br />
una madre amorevole non sono affatto<br />
la ragione scatenante di ciò che la<br />
affligge. È la fatica di vivere, o meglio<br />
la fatica di voler capire tutto, afferrare<br />
tutto che aggredisce e attanaglia<br />
la piccola Michela, il conflitto tra un<br />
dover essere atteso e perseguito con<br />
ostinazione e un essere fragile, indife-<br />
Cultura 107