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Il sogno di Cavour oltre il 2000.<br />

I grandi consorzi irrigui piemontesi<br />

A metà dell’Ottocento la necessità di rilanciare<br />

l’agricoltura e la risicoltura in particolare,<br />

impose al Piemonte di riordinare il<br />

frammentato e disordinato contesto idraulico<br />

locale.<br />

I notevoli successi raggiunti dalla vicina<br />

Lombardia, utilizzando la potenzialità degli<br />

antichi navigli, furono di sprone. Per<br />

estendere l’irrigazione a nuove terre era<br />

però necessario trovare delle soluzioni risolutive<br />

ed innovative. Il nodo fu risolto<br />

dalla genialità del Conte di Cavour che,<br />

visti i successi raggiunti nei grandi tenimenti,<br />

comprese l’importanza di organizzare<br />

l’irrigazione in forma collettiva, aggregando<br />

in un unico organismo migliaia<br />

di agricoltori. Nacque l’Associazione Irrigua<br />

Ovest Sesia, modello a cui si ispirarono<br />

tutti i successivi Consorzi di utenti. Il<br />

nuovo strumento permise di organizzare<br />

ex novo la distribuzione delle acque irrigue<br />

in primis con il riscatto di tutte le<br />

utenze private che, negli anni precedenti,<br />

erano state concesse ad appaltatori privati,<br />

e poi con l’imposizione di una nuova<br />

disciplina unitaria. In parallelo fece progettare<br />

una grandiosa rete di manufatti e<br />

canali che potessero servire un vastissimo<br />

comprensorio.<br />

Purtroppo, il grande statista non riuscì a<br />

vedere realizzato il suo sogno. La morte lo<br />

sorprese il 6 giugno 1861, appena quattro<br />

mesi dopo la proclamazione del Regno<br />

d’Italia. Fu il suo successore Quintino Sella<br />

a realizzare, con un impegno immane,<br />

questo progetto. Gli inizi furono travagliati.<br />

Già nel 1842 il tecnico Francesco Rossi<br />

intuì che era possibile derivare le acque<br />

dal Po ed irrigare con esse il basso novarese<br />

e la Lomellina. Il progetto del Rossi non<br />

fu giudicato idoneo e lo stesso Cavour affidò<br />

una nuova progettazione all’Ing Carlo<br />

Noè che ebbe pieno successo. Nel luglio<br />

del 1863 iniziarono i lavori che furono<br />

completati, prodigiosamente, nell’arco di<br />

soli tre anni.<br />

I risultati finali furono al di sopra di ogni<br />

aspettativa e tali sono ancora a 150 anni<br />

di distanza. Il gigantesco sistema del Canale<br />

Cavour non solo fu merito dei 14.000<br />

operai che vi lavorarono faticosamente,<br />

con mezzi e macchine rudimentali, ma<br />

rappresentò un esempio di altissimo livello<br />

tecnico, sia in termini di originalità che<br />

di funzionalità delle soluzioni progettuali<br />

adottate. Questo fiore all’occhiello ha costituito<br />

un formidabile biglietto di presentazione<br />

in tutto il mondo per la capa-<br />

cità dei tecnici italiani. Con la nascita nel<br />

1922 dell’Associazione gemella, Est Sesia,<br />

l’operatività della rete irrigua si allargò a<br />

molti altri territori. La realizzazione del<br />

Canale Regina Elena (concepito nel 1942<br />

e terminato nel 1954) permise di immettere<br />

nel Canale Cavour grandi quantitativi<br />

di acque provenienti dal Lago Maggiore e<br />

ad allargare, di conseguenza, l’area servita<br />

dall’irrigazione.<br />

un futuro pieno di prospettive<br />

La geniale intuizione del grande statista e<br />

l’immane sforzo realizzato ci consegnano<br />

un patrimonio di opere perfettamente efficiente<br />

ed un futuro con grandi prospettive.<br />

Molti sono i punti di forza di queste realtà<br />

che da sole coprono quasi un decimo<br />

della superficie irrigua nazionale.<br />

Si pensi solo che la progettazione originaria<br />

permette di utilizzare più volte le<br />

stesse acque sfruttando i diversi livelli di<br />

quote. Gli scoli delle acque meteoriche<br />

contribuiscono, pertanto, ad incrementare<br />

i volumi d’acqua disponibili e sono<br />

considerati parte integrante della gestione<br />

irrigua, permettendo di evitare una contri-<br />

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