Catalogo Bonifica_web_L.pdf - DSpace - Inea
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Acque di guerra 1<br />
Aprile 1859, l’Austria a sorpresa riprende<br />
l’iniziativa. Cerca un pretesto e lo trova: invia<br />
un secco ultimatum al Piemonte chiedendo<br />
un disarmo unilaterale. Vittorio<br />
Emanuele rifiuta e ventiquattro ore dopo<br />
l’armata austriaca, pronta da tempo, al comando<br />
del maresciallo Giulay attraversa<br />
il Ticino con l’obiettivo di sbaragliare il<br />
piccolo esercito piemontese e di marciare<br />
su Torino prima che possano intervenire i<br />
rinforzi francesi.<br />
La situazione diventa subito critica: i piemontesi<br />
abbandonano precipitosamente<br />
le linee difensive del Ticino e del Sesia e<br />
si attestano sulla sponda destra della Dora<br />
Baltea. Ma la manovra non basta, occorre<br />
tempo per permettere l’arrivo e lo schieramento<br />
delle forze francesi e quello a disposizione<br />
non basta.<br />
Il Ministro della Guerra La Marmora reagisce<br />
e convoca immediatamente l’ing.<br />
Carlo Noè, Ispettore dei Regi canali e<br />
futuro realizzatore del Canale Cavour.<br />
Segretamente effettuano un sopralluogo<br />
sulla linea difensiva e concordano un piano<br />
disperato e geniale: l’allagamento delle<br />
campagne onde rendere impraticabile il<br />
passaggio.<br />
Con rapidità vengono mobilitate due imprese<br />
di costruzioni ed i tecnici e le maestranze<br />
dell’Associazione Ovest Sesia.<br />
L’attenzione cade sulla rete dei canali di<br />
irrigazione derivati dalla Dora Baltea ed in<br />
particolare sul Naviglio d’Ivrea e sui canali<br />
Depretis, di Cigliano e del Rotto.<br />
La parola all’ing. Noè su cui ricade l’intera<br />
responsabilità dell’operazione: “Nel mattino<br />
del 25 su tutti i punti dei territori superiori<br />
da me designati gli sbarramenti trasversali nei<br />
canali di mano in mano si effettuavano, e le acque<br />
prendevano per ogni dove a sommergere le<br />
campagne adiacenti, portando la mia attenzione<br />
di preferenza su Crescentino, Saluggia e Cigliano,<br />
avvegnachè io riputassi essere questa la<br />
prima barriera da frapporsi allo avanzamento<br />
del nemico verso Chivasso: e tanto mi adoperai<br />
che segnatamente il territorio di Crescentino<br />
e sua adiacenze…, siccome più scoperto e di<br />
facile passaggio si trovasse e lo fu di fatto, letteralmente<br />
convertito in un lago”.<br />
L’azione viene svolta in maniera magistrale:<br />
restano all’asciutto solo San Germano e<br />
1. Tratto dal supplemento al n. 22 di “Terra e vita”, 24-30 maggio 1997, autore Marco Taddei.<br />
Santhià, il tempo necessario a permettere<br />
il ripiegamento degli ultimi reggimenti di<br />
cavalleria.<br />
Alimentati continuamente da 90 metri<br />
cubi al secondo di acqua, risultano allagati<br />
più di 45.000 ettari di territorio mediante<br />
78 sbarramenti di canali e colatori e centinaia<br />
di interruzioni stradali e ferroviarie.<br />
La sorpresa per gli austriaci è totale: è impossibile<br />
avanzare o tentare qualsiasi aggiramento.<br />
Perdono tempo in sterili tentativi<br />
che portano solo ad impantanare intere<br />
unità con cariaggi ed artiglieria.<br />
I primi ufficiali austriaci entrati in Vercelli,<br />
come rievocato dallo scrittore Achille<br />
Cagna, si affollano disorientati nella bottega<br />
del libraio Levi per requisire le carte<br />
geografiche della zona e cercare i confini<br />
dell’enorme lago non riportato nelle loro<br />
carte. È il caos. Solo ventiquattro ore dopo<br />
sotto una pioggia battente inizieranno a<br />
ritirarsi. Tutto il vantaggio strategico della<br />
sorpresa è annullato. Impiegheranno più<br />
di 19 giorni per disimpegnarsi e ciò permette<br />
di far affluire e mettere in linea più<br />
di 100.000 soldati francesi.<br />
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