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27 LETTERE in REDAZIONE<br />
<strong>L'Azione</strong> 3 OTTOBRE 2009<br />
Il TAR declassa la religione<br />
Sono discriminati i docenti che ne impartiscono l'insegnamento<br />
Caro Direttore,<br />
non mi sembra che abbia avuto,<br />
anche in sede periferica, adeguato<br />
commento la recente sentenza del<br />
Tar laziale che esclude gli insegnanti<br />
di Religione dagli scrutini<br />
e, quindi, dalla formulazione del<br />
giudizio finale sugli alunni che<br />
hanno seguito le loro lezioni. E a<br />
questi ultimi, di conseguenza, non<br />
potrebbe essere riconosciuto nessun<br />
credito formativo. <strong>La</strong> pronuncia<br />
della magistratura amministrativa<br />
ha provocato le dure reazioni<br />
non solo della Cei. Per mons. Diego<br />
Coletti, presidente della Commissione<br />
episcopale per l’educazione<br />
cattolica, essa danneggia la<br />
laicità dello Stato al punto da conferire<br />
veste legalitaria alla forma<br />
più spinta del neoilluminismo.<br />
Sono insorti, compatti, anche i partiti<br />
di maggioranza (Popolo della<br />
Libertà e Lega), l’Udc, i teodem del<br />
Partito Democratico, mentre gli ex<br />
Ds, in evidente imbarazzo, hanno<br />
mantenuto un profilo reattivo piuttosto<br />
basso.<br />
L’on. Maurizio Gasparri, capogruppo<br />
del Pdl al Senato, ha dichiarato<br />
senza mezzi termini: “Questa deriva<br />
anticattolica va fermata e i diritti<br />
dei cattolici devono essere tutelati“.<br />
L’ex ministro Giuseppe Fioroni<br />
– che, ai tempi del governo<br />
Prodi, attribuì all’ora di Religione<br />
la facoltà di concorrere al credito<br />
formativo per gli esami di maturità<br />
– non esita anche lui a reagire contro<br />
la sentenza affermando: “<strong>La</strong> mia<br />
ordinanza rientrava in pieno nel<br />
quadro normativo allora vigente e<br />
ci fu anche un pronunciamento del<br />
Consiglio di Stato che mantenne<br />
in vita quell’ordinanza”. E subito<br />
dopo si chiede stupito perché mai,<br />
se un ragazzo oggi può prendere<br />
crediti dai corsi di danza caraibica<br />
e da quelli di cucina tirolese, non<br />
possa ottenerli anche dal corso di<br />
Religione o dall’ora sostitutiva.<br />
E proprio al Consiglio di Stato, tribunale<br />
di seconda e ultima istanza,<br />
l’attuale ministro della Pubblica<br />
Istruzione, on. M. Stella Gelmini,<br />
ha interposto immediato ricorso,<br />
dicendosi fiduciosa che in quella<br />
sede il verdetto di primo grado<br />
venga ribaltato. Per lei – come per<br />
tutti i cattolici e per moltissimi non<br />
cattolici (con Benedetto Croce in<br />
testa)- il Cattolicesimo non è solo<br />
una Religione, ma “un patrimonio<br />
di storia, di cultura, di civiltà e di<br />
tradizioni talmente importante che<br />
la sua unicità deve essere riconosciuta<br />
e tutelata. Un’unicità che la<br />
scuola, pur nel rispetto di tutte le<br />
altre religioni, ha il dovere di valorizzare”.<br />
Ai giudici regionali- i quali sostengono<br />
che riconoscere il credito formativo<br />
all’insegnamento della Religione<br />
determinerebbe una disparità<br />
di trattamento nei confronti di<br />
altri studenti che hanno optato per<br />
altre materie- il ministro risponde:<br />
“Non è vero, perché l’insegnamento<br />
della Religione dà diritto a crediti<br />
non scolastici, ma solo formativi.<br />
Quindi non incide in forma diretta<br />
sul voto finale. Per giunta, questo<br />
credito viene dato per la Religione<br />
cattolica così come per altre Religioni<br />
e altre discipline. Perciò è<br />
davvero incomprensibile che, fra<br />
tutte le attività che dànno diritto a<br />
tali crediti, solo la Religione cattolica<br />
non debba contribuire alla<br />
valutazione globale<br />
dell’alunno”. Attribuire<br />
valenza di credito<br />
all’ora di Religione-<br />
secondo il ministro-<br />
non discrimina<br />
gli allievi che non<br />
l’hanno scelta. Invece<br />
la decisione del TAR<br />
rappresenta una discriminazione<br />
al contrario,<br />
perché non riconosce<br />
la maturazione solo<br />
per l’ora di Religione. Ragionamento<br />
inappuntabile.<br />
C’è poi da aggiungere che ad essere<br />
discriminata non è solo la Religione<br />
cattolica. Lo sono anche i docenti<br />
che ne impartiscono l’insegnamento,<br />
i quali vengono declassati<br />
a professori di serie B, perché<br />
considerati “minoris iuris”, cioè in<br />
una posizione di minorità giuridica<br />
e professionale. Infatti ad essi si<br />
giunge a negare il diritto di partecipare<br />
alla fase conclusiva del processo<br />
educativo: la valutazione finale<br />
degli alunni affidati alle loro<br />
cure.<br />
A subire la discriminazione sono<br />
infine i ragazzi che – nella percentuale<br />
del 95% di tutta la popolazione<br />
scolastica - hanno liberamente<br />
scelto lo studio della Religione<br />
cattolica, il cui insegnamento è stato<br />
compreso a pieno titolo nel curricolo<br />
e inserito, in fasce non marginali,<br />
nell’orario settimanale delle<br />
lezioni.<br />
Bastava avere un’elementare nozione<br />
del nostro ordinamento, delle<br />
norme che lo regolano e degli<br />
indirizzi di carattere pedagogicodidattico<br />
che ne costituiscono la<br />
base scientifica, per non incorrere<br />
in un abbaglio così vistoso come<br />
quello preso dai giudici del TAR<br />
del <strong>La</strong>zio.<br />
E’ triste constatare come le motivazione<br />
della sentenza mostrino,<br />
nel modo più radicale, un certo<br />
modo di concepire il fenomeno religioso<br />
che si potrebbe definire di<br />
“privatizzazione definitiva”. Per<br />
questa visione sarebbe scontato<br />
che la Religione cattolica non possa<br />
avere alcun ruolo pubblico né<br />
fornire alcuna radice identitaria: lo<br />
impedirebbe la Costituzione e, in<br />
particolare, il principio supremo<br />
della laicità dello Stato, che impone<br />
piena uguaglianza tra confessioni<br />
religiose diverse. Ma questa concezione<br />
astratta viene a confliggere,<br />
in concreto, con un articolo della<br />
medesima Magna Charta, il settimo,<br />
che recepisce in toto i Patti<br />
<strong>La</strong>teranensi, dove si prevede l’insegnamento<br />
della Religione cattolica<br />
nelle scuole statali. E, in forza<br />
di detto articolo – fermo restando<br />
il principio della libertà religiosa<br />
di ciascuno e dell’uguaglianza delle<br />
diverse confessioni davanti alla<br />
legge - la Religione cattolica, per<br />
le ragioni avanti specificate, ha nel<br />
nostro Paese una posizione parti-<br />
colare. Inoltre la laicità non significa<br />
indifferenza relativistica e neutralistica<br />
al fenomeno religioso, ma<br />
attenzione ad esso e promozione<br />
di ogni sua occasione di libertà.<br />
Tale concezione aberrante, che<br />
nega ogni ruolo pubblico alla Religione<br />
cattolica, sicuramente non<br />
reggerà all’esame del Consiglio di<br />
Stato. Essa è un estremo esempio,<br />
oltrechè della privatizzazione, anche<br />
della relativizzazione della religione,<br />
di quella cattolica come di<br />
ogni altra.<br />
<strong>La</strong> Religione può essere al più<br />
motivo di godimento o di turbamento<br />
interiore, ma non può e non<br />
deve lasciare traccia tangibile di sé<br />
in nessun evento pubblico significativo,<br />
neanche in una valutazione<br />
scolastica.<br />
Questo è ciò che impressiona di<br />
più: mentre intorno a noi si affollano<br />
manifestazioni aggressive e intolleranti<br />
di religioni “di guerra”,<br />
come quella islamica, certi nostri<br />
giudici elaborano teorie sempre più<br />
sofisticate per allontanare ogni significato<br />
pubblico e identitario<br />
della Religione che ha segnato profondamente<br />
la nostra Storia.<br />
Angelo Antonini<br />
TRAFFICO nel caos: quanti nodi da sciogliere!<br />
L'inversione del senso di marcia di via Cialdini, l'uscita a sud-ovest verso l'Umbria al centro di animate discussioni in <strong>città</strong><br />
Preg.mo Direttore nel ringraziarla<br />
per la cortese ospitalità offertami<br />
colgo l’occasione per inserirmi nell’acceso<br />
dibattito che da tempo si<br />
svolge attorno alla viabilità cittadina<br />
ed alla sua auspicabile razionalizzazione,<br />
ma che nelle ultime<br />
settimane ha visto una rapida accelerazione<br />
dovuta ai noti provvedimenti<br />
attuati dall’Amministrazione<br />
cittadina.<br />
<strong>La</strong> problematica che vorrei sottoporle,<br />
tramite il Suo giornale, visto<br />
che con i bonari tentativi presso<br />
i vari organi ed uffici preposti si<br />
è ottenuto solo il classico ping<br />
pong, riguarda l’uscita a sud-ovest<br />
dalla <strong>città</strong>, in particolare mi riferisco<br />
a via Giuseppe Miliani, per<br />
non incorrere in fraintendimenti,<br />
quella che dalla rotatoria del Piano<br />
arriva fino all’incrocio con via<br />
A. Gramsci.<br />
Tale via, un tempo unica uscita<br />
verso l’Umbria è attualmente gravata<br />
da una mole di traffico (anche<br />
pesante) come se la parallela via<br />
Gramsci non esistesse, facile individuarne<br />
le motivazioni: mancanza<br />
di semafori per accedervi, disponibilità<br />
immediata per chi sale da<br />
via IV Novembre e per chi esce dal<br />
centro tramite via Berti.<br />
Via Cialdini<br />
Ma chiaramente questa mia lettera<br />
non chiede di limitare la libertà di<br />
scelta e circolazione dei cittadini<br />
fabrianesi e non, bensì intende portare<br />
all’attenzione degli uffici preposti<br />
(Polizia Municipale? Ufficio<br />
Tecnico?) queste particolarità riguardanti<br />
la strada in oggetto:<br />
- trattasi di via cittadina costituita<br />
da una sede viaria piuttosto limitata<br />
in larghezza;<br />
- su ambo i lati della carreggiata<br />
sono previsti parcheggi;<br />
- sul lato destro della stessa non<br />
è presente il marciapiedi, nè tantomeno<br />
isole salvagente;<br />
- ancora sul lato destro sono presenti<br />
attività commerciali con uscita<br />
a “raso” sulla sede viaria;<br />
- al termine della via, la chiesa di<br />
San Giuseppe <strong>La</strong>voratore con i suoi<br />
spazi verdi e le attività ricreative<br />
annesse richiama bimbi e ragazzi<br />
in quantità, soprattutto in estate.<br />
Premesso ciò inviterei chi di dovere<br />
a trascorrere una giornata, fino a<br />
sera tardi lungo la via per rendersi<br />
conto di quale è la velocità e l’accelerazione<br />
media dei veicoli in<br />
transito, mezzi pubblici inclusi, e<br />
di quanti mezzi pesanti, compresi<br />
camion con rimorchio e\o carrelli<br />
per trasporto di macchine operatrici<br />
transitano. Inoltre l’inversione<br />
del senso di marcia in via Cialdini,<br />
non può che aggravare tale situazione<br />
invitando parte del traffico<br />
“compresso” in centro ad usare<br />
come vie di sfogo via Damiano<br />
Chiesa e via Fontanelle\via IV Novembre.<br />
Questo per quanto riguarda il traffico,<br />
se invece volessimo entrare nel<br />
merito delle manutenzioni della via<br />
e delle sue traverse, beh allora potremmo<br />
dire che è stato riasfaltato<br />
il marciapiede ma non sono state<br />
reintegrate le piante mancanti, che<br />
all’incrocio con via G. Spontini la<br />
pozza d’acqua che si crea ad ogni<br />
pioggia, dopo un intervento posticcio,<br />
è stata solo spostata e forse<br />
anche un po’ aumentata di dimensioni,<br />
obbligando i pedoni in transito<br />
ad effettuare ampi accerchiamenti<br />
del “laghetto”.<br />
Volendo rimanere su via Spontini<br />
possiamo dire che il primo tratto,<br />
quello non delimitato dalle catenelle<br />
indicanti la “proprietà privata”<br />
è assolutamente “terra di nessuno”<br />
non viene spazzato. In occasione<br />
dell’asfaltatura dei marciapiedi<br />
si era chiesto di rifare un minimo<br />
fondo in bitume per eliminare<br />
altre pozzanghere, oltre a quella<br />
famigerata, i parcheggi non sono<br />
segnalati e quindi tutti si sentono<br />
non liberi bensì “selvaggi” nel loro<br />
modo di fermare il veicolo, infine<br />
anche la segnaletica orizzontale è<br />
inesistente.<br />
Cosa auspicheremmo:<br />
- limitazione al traffico per i veicoli<br />
superiori a 35 quintali e per<br />
tutte le macchine agricole;<br />
- installazione di un pannello<br />
segnalatore della velocità istantanea,<br />
inizialmente come deterrente;<br />
- periodici controlli da parte del-<br />
la Polizia Municipale sulla velocità,<br />
tipo di guida e rumorosità del<br />
parco circolante, apetti e scooter in<br />
particolare;<br />
- piantumazione delle aiuole rimaste<br />
vuote ormai da tempo;<br />
- asfaltatura, con eliminazione<br />
degli avvallamenti nel primo tratto<br />
di via Spontini, stesura della segnaletica<br />
orizzontale e riserva dei<br />
posti ai residenti nelle due vie.<br />
Consapevoli che le richieste sopra<br />
avanzate possono portare ad una<br />
migliore vivibilità del quartiere,<br />
non abbiamo dubbi sulla loro attuazione<br />
da parte di un'amministrazione<br />
così attenta alle esigenze dei<br />
suoi amministrati.<br />
g.g.<br />
Via IV Novembre