Tav 01 - Relazione Illustrativa (Ott12) - Comune di San Prisco

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Relazione del P.U.C. del Comune di San Prisco Si ricorda, infine, che sulla carta geomorfologica e della stabilità sono state evidenziate soggette a vari gradi di instabilità e in particolare: a) Aree instabili cornice morfostrutturale; coperture e depositi detritici di asse drenante e da trasporto torrentizio rimobilizzante; piazzale e fronte di cava; detrito ad elementi carbonatici a spigoli vivi o sub arrotondati b) Aree potenzialmente instabili impluvi; spartiacque principali e secondari; aree di conoide; c) Aree mediamente instabili versanti strutturali regolarizzati; faccette triangolari; coni detritici Progettista: arch. A. De Sano - 23
Relazione del P.U.C. del Comune di San Prisco D – ANALISI DELLA STRATIFICAZIONE STORICA DEGLI INSEDIAMENTI Le origini urbanistiche di San Prisco risalgono almeno al VI sec. a.C., epoca alla quale sono stati datati i resti di un villaggio sannitico ubicato a nord – est della Capua Antica osco – sannitica. Questo originario insediamento abitativo si venne a trovare “fuori le mura” della città regina del Basso Volturno già tra il 480 e il 470 a. C. : con ogni probabilità esso fu abbandonato già intorno al 400 a. C. dai suoi abitanti, che trovarono posto entro il perimetro del ridefinito spazio urbano, diventando necropoli, prima ancora osco–sannitica e successivamente romana. L’attuale Corso Trieste ricalca il tracciato della via che da Capua andava verso Benevento e lungo il suo percorso sono stati rinvenuti appunto i resti di tombe sia di epoca sannitica sia di epoca romana. L’estensione della necropoli doveva essere notevole, ed arrivare fino alla strada diretta verso il santuario di Diana Tifatina, il cui basolato è stato recentemente scoperto in prossimità della Masseria degli Spiriti, nel corso dei lavori per il raddoppio dell’autostrada; lungo il tracciato di questa via sacra, infatti, sono stati rinvenuti altri resti di tombe romane accostate a piccoli gruppi le une alle altre, simili a quelle ritrovate già in passato nel territorio dell’attuale Comune di S. Maria C.V. e di S. Angelo in Formis. Ancora, in territorio di San Prisco nel 1995 sono tornate alla luce consistenze murarie di tre mausolei in “opus reticulatum” con camere funerarie le cui pareti sono articolate in nicchiette. Risalendo verso il Monte Tifata, la presenza romana, già di epoca repubblicana, ma ancor più di epoca imperiale, è testimoniata dal ritrovamento dei resti di impianti di ville agricole, di acquedotti, di postazioni difensive e di altri monumenti funerari. Nella “Tenuta Tifata” si sono rinvenuti i resti di un complesso abitativo di grandi dimensioni, forse interamente chiuso in un recinto murario: doveva trattarsi di una delle ville rustiche patrizie ubicate sulle pendici collinari del proprietario del fondo, ma anche tutte le pertinenze agricole (depositi, cisterne, abitazioni degli addetti al lavoro dei campi, stalle, …, etc.) e le attrezzature utili alle diverse attività produttive (fornaci per la produzione di mattoni, tegole, vasellame, …, etc.). Nei pressi della Masseria del Colonnello poteva esservi compreso il monumento funerario di quella stessa famiglia patrizia; tale sembra essere, infatti, la costruzione a pianta quadrangolare Progettista: arch. A. De Sano - 24
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