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Il Sacerdote degli Esploratori - 1947 - MASCI Reggio Calabria 4

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sostituirlo col fiorentino «Marzocco». Ma il giglio di Firenze era<br />

risultato troppo complesso, nella sua elaborazione barocca per<br />

cui quando l’esploratore indicò quell’altorilievo, se ne fece tosto<br />

un calco, e lo si prescelse definitivamente: era stata ritrovata una<br />

purissima stilizzazione duecentesca del giglio fiorentino, che<br />

restò il simbolo dello scautismo italiano.<br />

1914.<br />

La rinnovata «Gioiosa», con l’insegna del giglio visse fino al<br />

A Milano nasceva intanto qualche cosa di simile. L’insegnante<br />

Ugo Perucci, delle Scuole Comunali Urbane, conosciuto e<br />

studiato il metodo del Baden-Powell, fondava i «Piccoli<br />

<strong>Esploratori</strong> della Pace - Boy Scouts d’Italia», che dopo una breve<br />

interruzione dovuta alla guerra libica, rivivevano prima col nome<br />

di «Associazione Milanese dei Ragazzi Pionieri”, e poi con quello<br />

di «Associazione dei Ragazzi Pionieri d’Italia (A.R.P.I.)». Così i<br />

fratelli Antonio e Andrea Fossati raccoglievano nello spirito e nel<br />

metodo scout un gruppo di ragazzi che venne chiamato<br />

«Enelpi».<br />

In quel turno di tempo anche a Soma compariva lo<br />

scautismo... in edizione italiana. Presso la Società Sportiva<br />

“Lazio” il prof. Carlo Colombo aveva dato vita a una sezione di<br />

<strong>Esploratori</strong>. Nasceva così il «Corpo Nazionale dei Giovani<br />

<strong>Esploratori</strong> Italiani - Boys Scouts d’Italia», che tuttavia apportava<br />

modifiche non soltanto formali alla lettera e allo spirito dello<br />

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scautismo del Baden-Powell, sia nell’uniforme, che<br />

nell’organizzazione, nelle spirito e nei fini.<br />

<strong>Il</strong> Corpo Nazionale fu eretto in Ente Morale nel 1915, sotto il<br />

patronato del Consiglio dei Ministri, oltre a quello dei Ministri<br />

della Guerra, della Marina, <strong>degli</strong> Esteri, delle Colonie e della<br />

Pubblica Istruzione. Questo bastava, per incoraggiare la<br />

fondazione di sezioni in ogni scuola, con l’appoggio’delle autorità<br />

civili, militari e scolastiche. Primo presidente fu l’ammiraglio conte<br />

Giovanni Bettolo, e Commissario generale il prof. Colombo.<br />

Mentre il Corpo Nazionale, fornito di mezzi a dovizia, si<br />

andava diffondendo rapidamente, accentuando nel tempo stesso<br />

il carattere di istituzione premilitare, a Genova il prof. Mazza,<br />

oberato dal peso organizzativo della Juventus Juvat, pensava di<br />

offrirla nel 1914, alla Gioventù Cattolica genovese. Fu allora che i<br />

dirigenti diocesani, avv. Camillo Corsanego e canonico Vittorio<br />

Bruzzo, visitata la «Gioiosa» nella sua sede, e visti i ragazzi,<br />

distolsero il Mazza dal suo proposito, invitandolo anzi a<br />

proseguire, e ad Istituire corsi per istruttori di nuove «Gioiose».<br />

Alla istituzione e alla diffusione del Corpo Nazionale non<br />

poteva restare indifferente la Società della Gioventù Cattolica<br />

Italiana. Anzi, non volendo creare una nuova associazione, in<br />

concorrenza con quella già esistente, intavolò trattative con la<br />

Presidenza del Corpo, per l’istituzione di sezioni patrocinate da<br />

circoli ed enti cattolici. L’ammiraglio Bettòlo, nella sua lealtà di<br />

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