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Piano - Comune di Rogliano

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Tuttavia furono l’attività serica e della tessitura in genere, l’industria domestica più<br />

propriamente conta<strong>di</strong>na e più imme<strong>di</strong>atamente legata alla trasformazione delle materie prime<br />

agricole, che rafforzarono in maniera decisiva l’armatura urbana <strong>di</strong> questi centri.<br />

Tale industria fatta in casa, collocata in una posizione <strong>di</strong> autoequilibrio tra l’autoconsumo e una<br />

proiezione verso il mercato, ha rappresentato per tre secoli e fino alla prima meta del ‘900<br />

forme <strong>di</strong> produzione supplementare <strong>di</strong> red<strong>di</strong>to, che rendevano l’economia conta<strong>di</strong>na un modo<br />

<strong>di</strong> produzione in un certo senso organico; essa ha costituito altresì un sistema <strong>di</strong> integrazione<br />

tra utilizzo del suolo e struttura inse<strong>di</strong>ativa rispondente ai bisogni e agli stessi orizzonti culturali<br />

<strong>di</strong> quella società, primo fra tutti l’organizzazione del territorio.<br />

I centri compresi tra l’Alta Valle del Crati e il bacino del Savuto, così pure quelli della Me<strong>di</strong>a<br />

Valle del Crati e i Casali Cosentini, fino all’inizio del ‘900, hanno formato con la città capoluogo –<br />

Cosenza – un unicum territoriale, con stretti legami <strong>di</strong> inter<strong>di</strong>pendenza funzionale, economica e<br />

sociale. Un’organizzazione interrelata ed inter<strong>di</strong>pendente con modalità <strong>di</strong> crescita<br />

interconnesse, era riuscita a generare un sistema <strong>di</strong>namico poiché le azioni <strong>di</strong> una parte del<br />

territorio interagivano con l’intero sistema.<br />

Sistema che iniziò a manifestare i primi segni <strong>di</strong> decadenza in conseguenza della trasformazione<br />

della società italiana che, insieme all’abbandono del bosco e dell’agricoltura in genere,<br />

assisteva alla crisi della produzione serica e dell’industria domestica.<br />

Ma non è lo scopo <strong>di</strong> queste note analizzarne le cause, perchè l’argomento merita un<br />

approfon<strong>di</strong>mento a parte. Piuttosto va considerato il <strong>di</strong>verso assetto del territorio che, per una<br />

tendenza consistente nell’incanalare un flusso crescente <strong>di</strong> popolazione verso occupazioni e<br />

sistemi <strong>di</strong> vita <strong>di</strong> tipo urbano, si è venuto a determinare in seguito all’abbandono <strong>di</strong> tutte le aree<br />

interne montane e collinari e per lo svuotamento dei centri abitati minori.<br />

Si calcola infatti, sulla base dell’analisi dei dati della popolazione residente nell’intero comune,<br />

che tra il 1951 e il 2001, gli abitanti <strong>di</strong> <strong>Rogliano</strong> passano da 7.173 a 5.873, il che significa, che<br />

nell’arco <strong>di</strong> cinquant’anni, si è verificato un calo demografico <strong>di</strong> circa il 19%.<br />

Calo che, oltre ad avere interessato le campagne, ha riguardato soprattutto il centro <strong>di</strong> remota<br />

formazione dove, sempre al 1951, risulta concentrato circa il 70% della popolazione.<br />

Negli anni si evidenziano lievi incrementi della popolazione residente per effetto,<br />

principalmente, <strong>di</strong> un saldo naturalmente positivo e per il rientro <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>ni emigrati in altra<br />

epoca, fissando così il numero degli abitanti su 5.956 unità.<br />

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