Rassegna stampa - Unindustria Reggio Emilia

press unE il Resto del Carlino
REGGIO
Direttore Responsabile: Davide Nitrosi
Com là Montana, destino se
Ora i sindaci «litigano» sul fu i
05/09/2012
Periodicità: Quotidiano
Tiratura: n.d.
Diffusione: n.d.
Dibattito aperto e acceso: come garantire i servizi ai 13 Comuni?
SETTIMO BA1SI
CASTELNOVO MONTI —
LA FINE della Comunità montana
è ormai prossima in quanto, secondo
alcuni sindaci della montagna,
non ricevendo più fondi da
gestire, inevitabilmente si colloca
tra gli "enti inutili", Cosa succeda
dei 13 comuni con la chiusura della
Comunità montana dell'Appennino
reggiano è tutto da vedere
perché tra politici e amministratori
locali le idee sono diverse e spesso
contrastanti. Tutti attendono
la legge regionale sul riordino degli
enti, dalle province alle comunità
montane, dalle unioni ai comuni.
L'unico baluardo che resiste
è l'Unione Comuni Alto Appennino
(Busana, Collagna, Ligonchio
e Ramiselo).
«UN'ESPERIENZA che va avanti
da oltre 10 anni con ottimi risultati
sul piano dei servizi associati»,
affermano gli stessi sindaci.
La proposta del segretario Pd zona
Montana, Valerio Fioravanti,
di andare alla costituzione di una
sola grande "Unione dei Comuni"
ha scatenato forti polemiche.
Per il sindaco di Carpineti, Nilde
Montemerli, «la grande Unione
dei comuni montani non è una
buona soluzione». E aggiunge:
«L'Unione funziona solo partendo
dall'accorpamento di servizi e
funzioni e perché questi servizi siano
efficaci, è valida se realizzata
fra pochi comuni. La grande
Unione porterebbe ad un peggio-
VISIONI CONTRASTANTI
Ce chi vorrebbe costruire
una sola «Unione dei Comuni»
e chi avanza altre proposte
ramento dei servizi. Va bene l'unità
della zona montana sul piano
politico-amministrativo, non a livello
gestionale. La grande Unione
è come la Comunità montana,
ormai superata».
IL SINDACO di Castelnovo
Monti, Gianluca Marconi: «La
Comunità montana ha cessato il
suo ruolo e la mia posizione, condivisa
dalla Giunta e dal Consiglio,
è di andare alla realizzazione
di un'unica Unione che coincida
con il Distretto socio-sanitario, lasciando
porte aperte per i tre comuni
fuori distretto: Baiso, Canossa
e Viano. Poiché nel Distretto
socio-sanitario non sono ammesse
più Unioni, al massimo si
potrà andare fino al termine del
mandato 2014 con due Unioni:
quella dei 4 comuni del crinale e
DECISO 11,indaro Calbteinovo Monti Ciao-dora Marecni
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un'altra che comprenda gli altri 6
comuni del Distretto. Non ha sen-
so una terza Unione fra Toano e
Minozzo. Bisogna puntare
su un'Unione che comprenda i 10
comuni del Distretto. Si tratta di
amministrare solo 35,000 abitatiti»
PAOLO Bargiacchi, sindaco di
Collagna: «Non si può ignorare il
ruolo positivo che per quant'anni
ha esercitato la Comunità montana
e mi dissocio da chi propone
piccole unioni di scarso respiro.
Credo nel l"Unione Montana, un ica,
coesa». Giorgio Pregheffi e
Sandro Gov i, rispettivamente presidente
e vice presidente
dell'Unione Comuni Alto Appennino,
confermano la loro ultradecennale
esperienza.
«Condividiamo appieno il documento
del Pd zona montana sottoscritto
da alcuni segretari — affermano
congiuntamente — mentre
non ci convince la proposta di
una grande Unione coincidente
con il Distretto socio-sanitario.
Siamo concordi sul fatto che la
Comunità montana ha esaurito la
sua funzione storica.
Come il Sindaco di Carpineti, crediamo
che il compito delle Unioni
sia quello di gestire con efficienza
e di ottimizzare i servizi
dei comuni, Come il Sindaco di
Castelnovo .M.onnti crediamo sia
importante una visione unitaria
della montagna reggiana sui temi
della sanità, viabilità e i infrastrutture»,
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