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RENZO MEZZACAPO<br />
w w w. m e z z a c a p o . i t<br />
G A L L E R I A<br />
DEI RAVVIVATI<br />
Tre elefanti rosa, 2009, olio su tela, cm 120x60<br />
Via Leonardo da Vinci, 7 -57025 Piombino (Li)<br />
Tel 0565 221314 Fax 0565 261891<br />
E-mail gallcom@interfree.it<br />
CHIMENTI<br />
Pino<br />
Mimetismo di un essere grazioso in sintonia con il proprio osservatorio esistenziale 1999<br />
tempera e acrilico su carta, cm 18x13<br />
Neo condottiero della fiction con ombelico etnico 2000<br />
tempera e acrilico su carta applicata su cartone, cm 36,5x67<br />
di Loredana Di Pietro<br />
l’infinitamente complesso<br />
Pino Chimenti appartiene alla generazione di artisti<br />
che, nati intorno alla metà del secolo scorso, si sono<br />
trovati a dover fare i conti, negli anni Settanta, con il<br />
recupero della rappresentazione e della figurazione<br />
in pittura dopo la tensione <strong>info</strong>rmale che aveva attraversato<br />
l’arte nel decennio precedente. A seguito di<br />
un esordio concettuale avvenuto alla metà degli anni<br />
settanta, la pittura di Chimenti sviluppa, con il ciclo di<br />
Fabule mitopoietiche, un’inclinazione fantastica e vagamente<br />
astratta, in cui il dato di realtà non è del tutto<br />
tralasciato, ma ricomposto e trasfigurato liberamente<br />
attraverso le dinamiche della favola e del sogno. Si<br />
tratta di un ciclo di opere dalle dimensioni contenute,<br />
caratterizzate da una figurazione minutissima e accurata,<br />
sorta di microcosmi in cui il segno allude, senza mai<br />
definirla compiutamente, ad una realtà vista, pensata,<br />
decantata. Si pensi ad opere come Uccello/sasso che<br />
vegeta nelle acque materne, del 1981, o Poeta, nuvola<br />
e musa, del 1986, in cui sembra di leggere in trasparenza<br />
la lezione di Paul Klee - “rendere il visibile” 1 e non riprodurlo.<br />
Il mondo pittorico di Chimenti si struttura quindi<br />
nei territori del gioco e dell’immaginazione, nutrendosi<br />
di libera associazione in un movimento che vuol essere<br />
insieme ludico e ironico. Ciò appare evidente già dalla<br />
scelta dei titoli delle opere, come Amore primitivo con<br />
smorfia leggera (1987) o Entelechia di un consumatore<br />
ordinato (1988): didascalie vagamente descrittive che,<br />
nell’aggancio obliquo e improbabile con la realtà raffigurata,<br />
appaiono esse stesse elementi poetici, esornativi.<br />
L’opera di Chimenti esprime qui la “volontà di tessere<br />
un racconto dove entrino in gioco fattori disparati - ora<br />
ironici e giocosi, ora magici e mitici”, come ha scritto<br />
Gillo Dorfles 2 , in cui “personaggi - tra il surreale e il ludico,<br />
tra il grottesco e l’affabile - si trastullano in mezzo a ghirlande<br />
di forme variopinte, di marezzature cromatiche, di<br />
sottili estroflessioni magnetiche, sempre sostenute da un<br />
minuzioso grafismo” 3 , nel quale però la dimensione pittorica<br />
resta quella prevalente, al di là della divagazione<br />
poetica, in una tensione intesa a recuperare la valenza<br />
iconica e squisitamente ornamentale della pittura: “la<br />
ricerca di raffinate sfumature, di inattesi incastri cromatici,<br />
l’utilizzazione di superfici a trattini, punteggiate, zigzagate,<br />
fa di molte di queste opere delle vere e proprie<br />
antologie ornamentali” 4 . E tale tendenza appare riconfermata,<br />
e ulteriormente affinata, nel successivo ciclo<br />
Entelechie immaginifiche realizzato negli anni Novanta.<br />
In queste opere, molte delle quali di più grandi dimensioni,<br />
le superfici si accendono di più meditati accostamenti<br />
cromatici, in una composizione organizzata e minutamente<br />
articolata, come in Curiosità acquatiche e<br />
PROFILI<br />
A<strong>RT</strong>A <strong>ntis</strong>.<strong>info</strong><br />
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